Visita di Cortesia al Presidente della Repubblica del Madagascar nel Palazzo Presidenziale Iavoloha
Incontro con le Autorità, con la Società Civile e con il Corpo Diplomatico nel Ceremony Building
Visita di Cortesia al Presidente della Repubblica del Madagascar nel Palazzo Presidenziale Iavoloha
Questa mattina alle ore 9.00 locali (8.00 ora di Roma), dopo aver celebrato la Santa Messa in privato nella Nunziatura Apostolica, il Santo Padre si è trasferito in auto al Palazzo Presidenziale Iavoloha per la Visita di cortesia al Presidente della Repubblica del Madagascar, Sig. Andry Rajoelina.
Al Suo arrivo, il Papa è stato accolto dal Presidente della Repubblica all’entrata principale del Palazzo. Il Santo Padre e il Presidente si sono diretti alla postazione per la foto ufficiale. Quindi hanno raggiunto l’ufficio del Presidente dove ha avuto luogo l’incontro privato.
Al termine dell’incontro, dopo la presentazione della famiglia, la Firma del Libro d’Onore e lo scambio dei doni, il Presidente e la Consorte hanno accompagnato il Papa nel vicino Ceremony Building per l’Incontro con le Autorità, i Membri del Corpo Diplomatico e i Rappresentanti della Società Civile.
[01388-IT.01]
Incontro con le Autorità, con la Società Civile e con il Corpo Diplomatico nel Ceremony Building
Discorso del Santo Padre
Traduzione in lingua francese
Traduzione in lingua inglese
Traduzione in lingua tedesca
Traduzione in lingua spagnola
Traduzione in lingua portoghese
Traduzione in lingua polacca
Questa mattina alle ore 10.00 locali (9.00 ora di Roma), il Santo Padre Francesco ha incontrato le Autorità, i Membri del Corpo Diplomatico e i Rappresentanti della Società Civile nel Ceremony Building.
Dopo l’indirizzo di saluto del Presidente della Repubblica del Madagascar, Sig. Andry Rajoelina, Papa Francesco ha pronunciato il Suo discorso.
Al termine dell’Incontro, il Santo Padre e il Presidente hanno piantato insieme un albero di baobab all’ingresso del Ceremony Building. Quindi, dopo essersi congedato dal Presidente e dalle altre Autorità presenti, il Santo Padre si è trasferito in auto al Monastero delle Carmelitane Scalze per la recita dell’Ora Media.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Santo Padre ha pronunciato nel corso dell’Incontro con le Autorità, la Società Civile e il Corpo Diplomatico:
Discorso del Santo Padre
Signor Presidente,
Signor Primo Ministro,
Signore e Signori Membri del Governo e del Corpo Diplomatico,
Distinte Autorità,
Rappresentanti delle diverse confessioni religiose e della società civile,
Signore e Signori!
Saluto cordialmente il Presidente della Repubblica del Madagascar e lo ringrazio per il suo gentile invito a visitare questo Paese, come pure per le parole di benvenuto che mi ha rivolto. Lei, Signor Presidente, ha parlato con passione, ha parlato con amore per il Suo popolo. La ringrazio per la Sua testimonianza di patriota. Saluto anche il Primo Ministro, i Membri del Governo, del Corpo Diplomatico e i rappresentanti della società civile. E rivolgo un saluto fraterno ai Vescovi, ai membri della Chiesa Cattolica, ai rappresentanti di altre confessioni cristiane e di diverse religioni. Grazie a tutte le persone e le istituzioni che hanno reso possibile questo viaggio, in particolare al popolo malgascio che ci accoglie con grande ospitalità.
Nel preambolo della Costituzione della vostra Repubblica, avete voluto sigillare uno dei valori fondamentali della cultura malgascia: il fihavanana, che evoca lo spirito di condivisione, aiuto reciproco e solidarietà. Include anche l’importanza dei legami familiari, dell’amicizia e della benevolenza tra gli uomini e verso la natura. Così si rivelano “l’anima” del vostro popolo e quei tratti peculiari che lo contraddistinguono, lo costituiscono e gli permettono di resistere con coraggio e abnegazione alle molteplici avversità e difficoltà che deve affrontare quotidianamente. Se dobbiamo riconoscere, valorizzare e apprezzare questa terra benedetta per la sua bellezza e la sua inestimabile ricchezza naturale, non è meno importante farlo anche per quest’“anima” che vi dà la forza di rimanere impegnati con l’aina (vale a dire con la vita), come ha ben ricordato padre Antonio di Padova Rahajarizafy, S.J.
Dopo che la vostra Nazione ha riguadagnato la sua indipendenza, essa aspira alla stabilità e alla pace, attuando un’alternanza democratica positiva che attesta il rispetto della complementarità degli stili e dei progetti. E questo dimostra che «la politica è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere dell’uomo» (Messaggio per la 52ª Giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 2019) quando è vissuta come servizio alla collettività umana. È chiaro, quindi, che la funzione e la responsabilità politica costituiscono una sfida continua per coloro che hanno la missione di servire e proteggere i propri concittadini, in particolare i più vulnerabili, e di favorire le condizioni per uno sviluppo dignitoso e giusto, coinvolgendo tutti gli attori della società civile. Perché, come ricordava San Paolo VI, lo sviluppo di una nazione «non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo» (Enc. Populorum progressio, 14).
In questa prospettiva, vi incoraggio a lottare con forza e determinazione contro tutte le forme endemiche di corruzione e di speculazione che accrescono la disparità sociale e ad affrontare le situazioni di grande precarietà e di esclusione che generano sempre condizioni di povertà disumana. Da qui la necessità di introdurre tutte le mediazioni strutturali che possano assicurare una migliore distribuzione del reddito e una promozione integrale di tutti gli abitanti, in particolare dei più poveri. Tale promozione non può limitarsi alla sola assistenza, ma chiede il riconoscimento di soggetti giuridici chiamati a partecipare pienamente alla costruzione del loro futuro (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 204-205).
Inoltre, abbiamo imparato che non possiamo parlare di sviluppo integrale senza prestare attenzione alla nostra casa comune e prendercene cura. Non si tratta solo di trovare gli strumenti per preservare le risorse naturali, ma di cercare «soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (Enc. Laudato si’, 139).
La vostra bella isola del Madagascar è ricca di biodiversità vegetale e animale, e questa ricchezza è particolarmente minacciata dalla deforestazione eccessiva a vantaggio di pochi; il suo degrado compromette il futuro del Paese e della nostra casa comune. Come sapete, le foreste rimaste sono minacciate dagli incendi, dal bracconaggio, dal taglio incontrollato di legname prezioso. La biodiversità vegetale e animale è a rischio a causa del contrabbando e delle esportazioni illegali. È vero che, per le popolazioni interessate, molte di queste attività che danneggiano l’ambiente sono quelle che assicurano per il momento la loro sopravvivenza. È dunque importante creare occupazioni e attività generatrici di reddito che siano rispettose dell’ambiente e aiutino le persone ad uscire dalla povertà. In altri termini, non può esserci un vero approccio ecologico né una concreta azione di tutela dell’ambiente senza una giustizia sociale che garantisca il diritto alla destinazione comune dei beni della terra alle generazioni attuali, ma anche a quelle future.
Su questa strada, dobbiamo impegnarci tutti, compresa la comunità internazionale. Molti suoi rappresentanti sono presenti oggi. Bisogna riconoscere che l’aiuto fornito da queste organizzazioni internazionali allo sviluppo del Paese è grande e che rende visibile l’apertura del Madagascar al mondo. Il rischio è che questa apertura diventi una presunta “cultura universale” che disprezza, seppellisce e sopprime il patrimonio culturale di ogni popolo. La globalizzazione economica, i cui limiti sono sempre più evidenti, non dovrebbe portare ad una omogeneizzazione culturale. Se prendiamo parte a un processo in cui rispettiamo le priorità e gli stili di vita originari e in cui le aspettative dei cittadini sono onorate, faremo in modo che l’aiuto fornito dalla comunità internazionale non sia l’unica garanzia dello sviluppo del Paese; sarà il popolo stesso che progressivamente si farà carico di sé, diventando l’artefice del proprio destino.
Ecco perché dobbiamo prestare un’attenzione e un rispetto particolari alla società civile locale, al popolo locale. Sostenendo le sue iniziative e le sue azioni, la voce di coloro che non hanno voce sarà resa più udibile, così come le varie armonie, anche contrastanti, di una comunità nazionale che cerca la propria unità. Vi invito a immaginare questo percorso nel quale nessuno è messo da parte, o va da solo o si perde.
Come Chiesa, vogliamo imitare l’atteggiamento di dialogo della vostra connazionale, la Beata Victoire Rasoamanarivo, che san Giovanni Paolo II beatificò nella sua visita di trent’anni fa. La sua testimonianza d’amore per la sua terra e le sue tradizioni, il servizio ai più poveri come segno della sua fede in Gesù Cristo ci mostrano la via che anche noi siamo chiamati a percorrere.
Signor Presidente, Signore e Signori, desidero riaffermare la volontà e la disponibilità della Chiesa Cattolica in Madagascar di contribuire, in un dialogo permanente con i cristiani delle altre confessioni, con i membri delle altre religioni e con tutti gli attori della società civile, all’avvento di una vera fraternità che valorizzi sempre il fihavanana, promuovendo lo sviluppo umano integrale, affinché nessuno sia escluso.
Con questa speranza, chiedo a Dio di benedire il Madagascar e coloro che vi abitano, di conservare la vostra bella isola pacifica e accogliente, e di renderla prospera e felice! Grazie.
[01359-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua francese
Monsieur le Président,
Monsieur le Premier Ministre,
Mesdames et Messieurs les membres du Gouvernement et du Corps Diplomatique,
Distinguées Autorités,
Représentants des diverses confessions religieuses et de la société civile,
Mesdames et Messieurs,
Je salue cordialement Monsieur le Président de la République de Madagascar et je le remercie pour son aimable invitation à visiter ce pays, ainsi que pour les paroles de bienvenue qu’il m’a adressées. Monsieur le Président, vous avez parlé avec passion, vous avez parlé avec amour de votre peuple. Je vous remercie pour votre témoignage de patriote. Je salue aussi Monsieur le Premier Ministre, les membres du gouvernement, du Corps diplomatique et les représentants de la Société civile. Et j’adresse un fraternel salut aux Évêques, aux membres de l’Église catholique, aux Représentants des autres confessions chrétiennes et des différentes Religions. Merci à toutes les personnes et aux institutions qui ont rendu possible ce voyage, et en particulier au Peuple malgache qui nous accueille avec une hospitalité remarquable.
Dans le préambule de la Constitution de votre République, vous avez voulu sceller une des valeurs fondamentales de la culture malgache: le “fihavanana”, qui évoque l’esprit de partage, d’entraide et de solidarité. Cela comprend également l’importance des liens familiaux, de l’amitié, et de la bienveillance entre les hommes et envers la nature. Ainsi se révèlent “l’âme” de votre peuple et ces traits particuliers qui le distinguent, le constituent et lui permettent de résister avec courage et abnégation aux multiples contrariétés et aux difficultés auxquelles il est confronté quotidiennement. Si nous devons reconnaître, valoriser et apprécier cette terre bénie pour sa beauté et son inestimable richesse naturelle, il n’est pas moins important de le faire également pour cette “âme” qui vous donne la force de rester engagés avec l’aina (c’est-à-dire avec la vie) comme l’a bien rappelé le père Antoine de Padoue Rahajarizafy sj.
Depuis que votre Nation a recouvré son indépendance, elle aspire à la stabilité et à la paix, en mettant en œuvre une alternance démocratique positive qui témoigne du respect de la complémentarité des styles et des projets. Et ceci montre que « la politique est un moyen fondamental pour promouvoir la citoyenneté et les projets de l’homme» (Message pour la 52ème Journée Mondiale de la Paix, 1er janvier 2019) quand elle est vécue comme un service à la collectivité humaine. Il est donc clair que la fonction et la responsabilité politique constituent un défi permanent pour ceux qui ont la mission de servir et de protéger leurs concitoyens, en particulier les plus fragiles, et de favoriser les conditions d’un développement digne et juste, impliquant tous les acteurs de la société civile. Car, comme le rappelait saint Paul VI, le développement d’une Nation «ne se réduit pas à la simple croissance économique. Pour être authentique, il doit être intégral, c'est-à-dire promouvoir tout homme et tout l'homme» (Encyclique Populorum Progressio, n.14).
Dans cette perspective, je vous encourage à lutter avec force et détermination contre toutes les formes endémiques de corruption et de spéculation qui augmentent la disparité sociale, et à affronter les situations de grande précarité et d’exclusion qui produisent toujours des conditions de pauvreté inhumaine. D’où la nécessité d’instaurer toutes les médiations structurelles qui peuvent assurer une meilleure répartition des revenus et une promotion intégrale de tous les habitants, en particulier des plus pauvres. Une telle promotion ne peut pas se limiter au seul assistanat, mais demande la reconnaissance de sujets de droit appelés à la pleine participation à la construction de leur avenir (cf. Evangelii gaudium, nn. 204, 205).
Et, par ailleurs, nous avons appris que nous ne pouvons pas parler de développement intégral sans prêter attention et sans prendre soin de notre Maison commune. Il ne s’agit pas seulement de trouver les moyens de préserver les ressources naturelles mais de chercher «des solutions intégrales qui prennent en compte les interactions des systèmes naturels entre eux et avec les systèmes sociaux. [Car] il n’y a pas deux crises séparées, l’une environnementale et l’autre sociale, mais une seule et complexe crise socio-environnementale» (Encyclique Laudato Si’, n.139).
Votre belle île de Madagascar est riche d’une biodiversité végétale et animale, et cette richesse est particulièrement menacée par la déforestation excessive au profit de quelques-uns; sa dégradation compromet l’avenir du pays et de notre Maison commune. Comme vous le savez, les forêts qui restent sont menacées par les feux de forêt, le braconnage, la coupe effrénée de bois précieux. La biodiversité végétale et animale est en danger à cause de la contrebande et des exportations illégales. Il est également vrai que, pour les populations concernées, nombre de ces activités qui nuisent à l’environnement sont celles qui assurent provisoirement leur survie. Il est donc important de créer des emplois et des activités génératrices de revenus qui respectent l’environnement et aident les personnes à sortir de la pauvreté. En d’autres termes, il ne peut pas y avoir de véritable approche écologique ni un travail concret de sauvegarde de l’environnement sans l’intégration d’une justice sociale qui accorde le droit à la destination commune des biens de la terre aux générations actuelles, mais également futures.
Sur cette voie, nous devons tous nous engager, y compris la communauté internationale. Beaucoup de ses représentants sont aujourd’hui présents. Il faut reconnaître que l’aide apportée par ces organisations internationales au développement du pays est grande et qu’elle rend visible l’ouverture de Madagascar au monde environnant. Le risque est que cette ouverture devienne une prétendue “culture universelle” qui méprise, enterre et supprime le patrimoine culturel de chaque peuple. La mondialisation économique, dont les limites sont toujours plus évidentes, ne devrait pas engendrer une homogénéisation culturelle. Si nous prenons part à un processus où nous respectons les priorités et les modes de vie autochtones et où les attentes des citoyens sont honorées, nous ferons en sorte que l’aide fournie par la communauté internationale ne soit pas la seule garantie du développement du pays; ce sera le peuple lui-même qui se prendra en charge progressivement, en devenant l’artisan de son propre destin.
C’est pourquoi nous devons accorder une attention et un respect particuliers à la société civile locale, au peuple local. En soutenant ses initiatives et ses actions, la voix de ceux qui n’ont pas de voix sera rendue plus audible, tout comme les diverses harmonies, même contradictoires, d’une communauté nationale qui cherche son unité. Je vous invite à imaginer ce chemin sur lequel personne n’est laissé de côté, ni ne va seul, ou se perd.
Comme Église, nous voulons imiter l’attitude de dialogue de votre concitoyenne, la bienheureuse Victoire Rasoamanarivo, que saint Jean-Paul II a béatifiée au cours de sa visite il y a trente ans. Son témoignage d’amour pour sa terre et ses traditions, le service des plus pauvres comme signe de sa foi en Jésus-Christ nous indiquent le chemin que nous sommes aussi appelés à parcourir.
Monsieur le Président, Mesdames et Messieurs, je tiens à réaffirmer la volonté et la disponibilité de l’Église catholique à Madagascar de contribuer, dans un dialogue permanent avec les chrétiens des autres confessions, avec les membres des différentes religions et avec tous les acteurs de la société civile, à l’avènement d’une véritable fraternité qui valorise toujours le fihavanana, en favorisant le développement humain intégral, afin que personne ne soit exclu.
Avec cette espérance, je demande à Dieu de bénir Madagascar et ceux qui y vivent, de garder votre belle île pacifique et accueillante, et de la rendre prospère et heureuse! Merci.
[01359-FR.02] [Texte original: Italien]
Traduzione in lingua inglese
Mr President,
Mr Prime Minister,
Members of the Government and the Diplomatic Corps,
Distinguished Authorities,
Representatives of the different Religious Confessions and of Civil Society,
Ladies and Gentlemen,
I offer a cordial greeting to the President of the Republic of Madagascar. I thank you, Mr President, for your kind invitation to visit this country, and for your words of welcome. Mr President, you spoke with passion and with love for your people. I thank you for your witness of patriotism. I likewise greet His Excellency the Prime Minister, the members of the Government and the Diplomatic Corps and the representatives of civil society. I also address a fraternal greeting to the Bishops and members of the Catholic Church, and to the representatives of other Christian confessions and of the different religions. I express my gratitude to all those persons and institutions who have made this visit possible, and in particular to the Madagascan people, who have welcomed us with impressive hospitality.
In the Preamble of the Constitution of your Republic, you wished to enshrine one of the fundamental values of Madagascan culture: fihavanana, a word that evokes the spirit of sharing, mutual help and solidarity. It also evokes the importance of family, friendship and goodwill between people and with nature. It reveals the “soul” of your people, its distinctive identity that has enabled it to face with courage and self-sacrifice the various problems and hardships it faces daily. If we must recognize, esteem and appreciate this blessed land for its beauty and its priceless natural resources, we must do the same for this “soul”, which, as Father Antoine de Padoue Rahajarizafy, SJ, has rightly observed, has given you the strength to keep embracing “aina”, life.
Ever since your nation recovered its independence, it has aspired to stability and peace, through a fruitful democratic alternation that shows respect for the complementarity of styles and visions. This demonstrates that “politics is an essential means of building human community and institutions” (Message for the 2019 World Day of Peace, 1 January 2019), when it is practised as a means of serving society as a whole. Clearly, political office and political responsibility represent a constant challenge for those entrusted with the mission of serving and protecting their fellow citizens, particularly the most vulnerable, and of favouring conditions for a dignified and just development involving all the actors of civil society. As Saint Paul VI noted, the development of a nation “cannot be restricted to economic growth alone. To be authentic, it must be integral; it must foster the development of each person and of the whole person” (Populorum Progressio, 14).
In this regard, I would encourage you to fight with strength and determination against all endemic forms of corruption and speculation that increase social disparity, and to confront the situations of great instability and exclusion that always create conditions of inhumane poverty. Here we see the need to establish the various structural mediations that can assure a better division of income and an integral development of all, particularly those most poor. That development cannot be limited to organized structures of social assistance, but also demands the recognition of subjects of law called to share fully in building their future (cf. Evangelii Gaudium, 204-205).
We have also come to realize that we cannot speak of integral development without showing consideration and care for our common home. This calls not only for finding ways to preserve natural resources, but also for seeking “comprehensive solutions which consider the interactions within natural systems themselves and with social systems. We are faced not with two separate crises, one environmental and the other social, but rather with one complex crisis which is both social and environmental” (Laudato Si’, 139).
Your lovely island of Madagascar is rich in plant and animal biodiversity, yet this treasure is especially threatened by excessive deforestation, from which some profit. The deterioration of that biodiversity compromises the future of the country and of the earth, our common home. As you know, the last forests are menaced by forest fires, poaching, the unrestricted cutting down of valuable woodlands. Plant and animal biodiversity is endangered by contraband and illegal exportation. It is also true, however, that, for the peoples concerned, a number of activities harmful to the environment at present ensure their survival. So it is important to create jobs and activities that generate income, while protecting the environment and helping people to emerge from poverty. In a word, there can be no true ecological approach or effective efforts to safeguard the environment without the attainment of a social justice capable of respecting the right to the common destination of earth’s goods, not only of present generations, but also of those yet to come.
In this regard, it is incumbent on all to be involved, including the international community, many of whose members are present here today. It must be admitted that the aid provided by international organizations for the development of the country is great, and shows Madagascar’s openness to the larger world. Yet that openness can risk turning into a presumptive “universal culture” that scorns, submerges and suppresses the cultural patrimony of individual peoples. An economic globalization, whose limitations are increasingly evident, should not lead to cultural uniformity. If we participate in a process respectful of local values and ways of life and of the expectations of citizens, we will ensure that the aid furnished by the international community will not be the sole guarantee of a country’s development. The people itself will progressively take charge and become the artisan of its own future.
That is why we should show particular attention and respect for local civil society, local people. In supporting its initiatives and its actions, the voice of those who have no voice will come to be heard, together with the diverse and even dissonant harmonies of the national community in its efforts to achieve unity. I invite you to imagine this path, on which no one is swept aside, or left alone or becomes lost.
As a Church, we wish to imitate the attitude of dialogue of your fellow citizen, Blessed Victoire Rasoamanarivo, whom Saint John Paul II beatified during his visit here thirty years ago. Her witness of love for this land and its traditions, her service to the poor as a sign of her faith in Jesus Christ, show us the path that we too are called to pursue.
Mr. President, Ladies and Gentlemen, I wish to reaffirm the desire and the readiness of the Catholic Church in Madagascar, in ongoing dialogue with Christians of other confessions, the followers of the various religions and all the elements of civil society, to contribute to the dawn of a true fraternity that will always value fihavanana. In this way an integral human development can be fostered, so that no one will be excluded.
With this hope, I ask God to bless Madagascar and those who live here, to keep your lovely island peaceful and welcoming, and to make it prosperous and happy! Thank you.
[01359-EN.02] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua tedesca
Herr Präsident,
Herr Premierminister,
meine Damen und Herren Mitglieder der Regierung und des Diplomatischen Corps
sehr geehrte Verantwortungsträger,
werte Vertreter der verschiedenen religiösen Bekenntnisse und der Zivilgesellschaft,
meine Damen und Herren!
Herzlich grüße ich den Präsidenten der Republik Madagaskar und danke ihm für die freundliche Einladung in dieses Land wie auch für die Begrüßungsworte, die er an mich gerichtet hat. Sie, Herr Präsident, haben mit großer Leidenschaft, mit Liebe zu Ihrem Volk gesprochen. Ich danke Ihnen für Ihr patriotisches Zeugnis. Ich grüße auch den Premierminister, die Mitglieder der Regierung und des Diplomatischen Corps sowie die Vertreter der Zivilgesellschaft. Einen brüderlichen Gruß richte ich an die Bischöfe und die Gläubigen der katholischen Kirche, an die Vertreter anderer christlicher Bekenntnisse und verschiedener Religionen. Danke sage ich allen Personen und Institutionen, die diese Reise möglich gemacht haben und insbesondere an das madagassische Volk, das uns mit großer Gastfreundschaft empfangen hat.
In der Präambel der Verfassung Ihrer Republik haben Sie einen grundlegenden Wert der madagassischen Kultur festgeschrieben: den fihavanana, den Geist der Gemeinsamkeit, der wechselseitigen Hilfe und der Solidarität, der auch die Bedeutung der familiären Bande, der Freundschaft und des Wohlwollens unter den Menschen und gegenüber der Natur beinhaltet. So werden „die Seele“ Ihres Volkes und seine besonderen Wesenszüge, die es kennzeichnen und konstituieren, offenbar. Sie erlauben ihm, den vielfältigen, täglich auftretenden Anfeindungen und Schwierigkeiten mit Mut und Opferbereitschaft zu widerstehen. Wenn wir dieses für seine Schönheit und seinen unschätzbaren natürlichen Reichtum berühmte Land anerkennen, würdigen und wertschätzen, so tun wir das nicht zuletzt auch wegen dieser „Seele“, die Ihnen die Kraft gibt, in die aina (das heißt: in das Leben) eingebunden zu bleiben, wie es Pater Antonius von Padua Rahajarizafy SJ so gut in Erinnerung gerufen hat.
Nachdem Ihre Nation die Unabhängigkeit wiedererlangt hat, strebt sie nach Stabilität und Frieden, und sie tut dies in einem positiven demokratischen Wechselspiel, das der Komplementarität der Stile und der Konzepte Rechnung trägt. Dies macht deutlich, dass »die Politik ein grundlegendes Mittel [ist], um ein Gemeinwesen aufzubauen und das Tun des Menschen zu fördern« (Botschaft zum 52. Weltfriedenstag, 1. Januar 2019), wenn sie als Dienst an der menschlichen Gemeinschaft verstanden wird. Es ist daher klar, dass die öffentliche Stellung und die politische Verantwortung eine ständige Herausforderung bei der Aufgabe darstellen, den Mitbürgern, besonders den schwächsten, beizustehen und sie zu schützen sowie die Bedingungen für eine würdige und gerechte Entwicklung unter Einbeziehung aller Akteure der Zivilgesellschaft zu fördern. Denn, wie der heilige Papst Paul VI. bemerkte, ist »Entwicklung […] nicht einfach gleichbedeutend mit wirtschaftlichem Wachstum. Wahre Entwicklung muss umfassend sein, sie muss jeden Menschen und den ganzen Menschen im Auge haben« (Enzyklika Populorum progressio, 14).
Aus dieser Sicht ermutige ich Sie, kraftvoll und entschlossen gegen alle einschlägigen Formen der Korruption und Spekulation vorzugehen, welche die soziale Ungleichheit erhöhen, sowie gegen die große wirtschaftliche Unsicherheit und die Exklusion, die immer zu inhumaner Armut führen. Hier ist es nötig, alle strukturellen Maßnahmen einzuleiten, die eine bessere Verteilung der Einkommen und ganzheitliche Förderung aller Einwohner, insbesondere der ärmsten gewährleisten. Eine solche Förderung darf sich nicht nur auf eine Art Beihilfe beschränken, sondern erfordert die Anerkennung juridischer Subjekte, die berufen sind, vollkommen an der Gestaltung ihrer Zukunft beteiligt zu sein (vgl. Apostolisches Schreiben Evangelii gaudium, 204-205).
Zudem haben wir gelernt, dass wir nicht von einer ganzheitlichen Entwicklung sprechen können, wenn wir nicht unserem gemeinsamen Haus Aufmerksamkeit schenken und dafür Sorge tragen. Es handelt sich nicht nur darum, die geeigneten Instrumente zur Bewahrung der natürlichen Ressourcen zu finden, sondern es sind »ganzheitliche Lösungen zu suchen, welche die Wechselwirkungen der Natursysteme untereinander und mit den Sozialsystemen berücksichtigen. Es gibt nicht zwei Krisen nebeneinander, eine der Umwelt und eine der Gesellschaft, sondern eine einzige und komplexe sozio-ökologische Krise« (Enzyklika Laudato siʼ, 139).
Ihre schöne Insel Madagaskar ist reich an botanischer und zoologischer Biodiversität, die besonders durch die exzessive Entwaldung, die nur dem Vorteil einiger weniger dient, bedroht ist; der Waldabbau gefährdet die Zukunft des Landes und unseres gemeinsamen Hauses. Wie Sie wissen, werden die übriggebliebenen Wälder durch Brände, durch Wilderei und durch unkontrollierten Einschlag wertvoller Hölzer beeinträchtigt. Die Biodiversität der Pflanzen und Tiere ist wegen des Schmuggels und der illegalen Exporte in Gefahr. Es ist wahr, dass viele dieser umweltschädigenden Tätigkeiten für den Augenblick das Überleben der betreffenden Bevölkerung sichern. Daher ist es wichtig, rentable Arbeitsplätze und Tätigkeiten zu schaffen, die umweltverträglich sind und den Menschen helfen, aus der Armut herauszukommen. Mit anderen Worten, es kann keinen echten ökologischen Ansatz und keine konkrete Umweltschutz-Aktion ohne eine soziale Gerechtigkeit geben, die das Recht garantiert, dass die Güter der Erde allen, der gegenwärtigen wie der zukünftigen Generation zugutekommt.
Auf diesem Weg müssen wir uns alle engagieren, auch die internationale Gemeinschaft. Viele ihrer Vertreter sind heute hier anwesend. Es ist anzuerkennen, dass diese internationalen Organisationen eine große Unterstützung zur Entwicklung des Landes geleistet haben. Dies macht die Öffnung Madagaskars zur Welt sichtbar. Das Risiko besteht darin, dass diese Öffnung zu einer vermeintlichen „universalen Kultur“ wird, die das eigene kulturelle Erbe eines jeden Volkes missachtet, begräbt und unterdrückt. Die wirtschaftliche Globalisierung, deren Grenzen immer deutlicher werden, sollte nicht zu einer kulturellen Homogenisierung führen. Nur wenn wir uns an einem Prozess beteiligen, der die ursprünglichen Prioritäten und Lebensstile respektiert sowie die Erwartungen der Bürgerinnen und Bürger berücksichtigt, wird die durch die internationale Gemeinschaft geleistete Unterstützung nicht die einzige Garantie für den Fortschritt des Landes sein. Das Volk selbst wird zunehmend für sich selbst sorgen und seine eigene Zukunft gestalten können.
Deshalb müssen wir der örtlichen Zivilgesellschaft, dem Volk vor Ort, besondere Aufmerksamkeit und Respekt entgegenbringen. Wenn wir ihre Initiativen und Tätigkeiten unterstützen, wird die Stimme derer, die keine Stimme haben, besser zu vernehmen sein, genauso wie die verschiedenen – auch gegensätzlichen – Harmonien einer nationalen Gemeinschaft, die ihre Einheit sucht. Ich möchte Sie einladen, sich diesen Weg einmal vorzustellen, auf dem niemand an den Rand gedrängt wird, allein gelassen ist oder sich verliert.
Als Kirche wollen wir uns die Haltung des Dialogs zum Vorbild nehmen, wie sie Ihre Mitbürgerin Victoire Rasoamanarivo pflegte, die Johannes Paul II. bei seinem Besuch vor dreißig Jahren seliggesprochen hat. Ihr Zeugnis der Liebe für ihr Land und seine Traditionen, der Dienst an den Ärmsten als Zeichen ihres Glaubens an Jesus Christus weisen uns den Weg, der auch uns aufgetragen ist.
Herr Präsident, meine Damen und Herren, ich möchte den Willen und die Bereitschaft der katholischen Kirche in Madagaskar wiederholen, im beständigen Dialog mit den Christen der anderen Konfessionen, mit den Mitgliedern der anderen Religionen und mit allen Akteuren der Zivilgesellschaft dazu beizutragen, eine echte Brüderlichkeit zu verwirklichen, die immer die fihavanana zur Geltung bringt und eine ganzheitliche menschliche Entwicklung fördert, damit niemand ausgeschlossen ist.
Mit dieser Hoffnung bitte ich Gott um seinen Segen für Madagaskar und alle, die hier leben. Er erhalte Ihre schöne, friedliche und einladende Insel und schenke ihr Wohlstand und Glück! Danke.
[01359-DE.02] [Originalsprache: Italienisch]
Traduzione in lingua spagnola
Señor Presidente,
Señor Primer Ministro,
Miembros del Gobierno y del Cuerpo Diplomático,
Distinguidas Autoridades,
Representantes de diversas confesiones religiosas y de la sociedad civil,
Señoras y señores:
Saludo cordialmente al Presidente de la República de Madagascar y le agradezco su amable invitación a visitar este país, así como las palabras de bienvenida que me ha dirigido. Usted, señor Presidente, ha hablado con pasión, ha hablado con amor por su pueblo. Le agradezco su testimonio patriótico. También saludo al Primer Ministro, a los miembros del Gobierno, del Cuerpo Diplomático y de la sociedad civil. Extiendo un saludo fraternal a los obispos, a los miembros de la Iglesia Católica, a los representantes de otras confesiones cristianas y diferentes religiones. Doy las gracias a todas las personas e instituciones que han hecho posible este viaje, especialmente al Pueblo malgache que nos recibe con gran hospitalidad.
En el preámbulo de la Constitución de la República, ustedes han querido sellar uno de los valores fundamentales de la cultura malgache: el fihavanana, que evoca el espíritu de compartir, de ayuda mutua y de solidaridad. En él está incluida también la importancia del parentesco, la amistad, y la buena voluntad entre los hombres y con la naturaleza. De este modo se pone de manifiesto el “alma” de vuestro pueblo y esas notas particulares que lo distinguen, lo constituyen y le permiten resistir con valentía y abnegación las múltiples contrariedades y dificultades a las que se ha de enfrentar a diario. Si tenemos que reconocer, valorar y agradecer esta tierra bendecida por su belleza e incontable riqueza natural, no es cosa menor hacerlo también por esa “alma” que les brinda la fuerza para permanecer comprometidos con la aina (es decir con la vida) como bien lo recordó el Rev. Padre Antonio de Padua Rahajarizafy, S.J.
Desde la recuperación de la independencia, vuestra nación aspira a la estabilidad y a la paz, implementando una positiva alternancia democrática que demuestra el respeto por la complementariedad de estilos y proyectos. Lo cual deja de manifiesto que «la política es un vehículo fundamental para edificar la ciudadanía y la actividad del hombre» (Mensaje para la 52 Jornada Mundial de la Paz, 1 enero 2019), cuando la viven como servicio a la comunidad humana. Es claro, por tanto, que la función y la responsabilidad política son un desafío continuo para quienes tienen la misión de servir y proteger a sus conciudadanos, especialmente a los más vulnerables, y fomentar las condiciones para un desarrollo digno y justo involucrando a todos los actores de la sociedad civil. Puesto que, como bien recordaba san Pablo VI, el desarrollo de una nación «no se reduce al simple crecimiento económico. Para ser auténtico debe ser integral, es decir, promover a todos los hombres y a todo el hombre» (Carta enc. Populorum Progressio, 14).
A este respecto, los aliento a luchar con fuerza y determinación contra todas las formas endémicas de corrupción y especulación que aumentan la disparidad social, y a enfrentar las situaciones de gran precariedad y exclusión que producen siempre condiciones de pobreza inhumana. De ahí la necesidad de establecer todas las mediaciones estructurales que garanticen una mejor distribución de los ingresos y una promoción integral de todos los habitantes especialmente de los más pobres. Esa promoción no se puede limitar solo a la ayuda asistencial sino al reconocimiento en cuanto sujetos de derecho llamados a la plena participación en la construcción de su futuro (cf. Exhort. ap. Evangelii gaudium, 204-205).
Además, hemos aprendido que no se puede hablar de desarrollo integral sin prestarle atención y cuidado a nuestra casa común. No se trata solamente de encontrar los medios para preservar los recursos naturales sino de «buscar soluciones integrales que consideren las interacciones de los sistemas naturales entre sí y con los sistemas sociales, porque no hay dos crisis separadas, una ambiental y otra social, sino una sola y compleja crisis socio-ambiental» (Carta enc. Laudato si’, 139).
Vuestra hermosa isla de Madagascar es rica en biodiversidad vegetal y animal, y semejante riqueza se encuentra particularmente en peligro por la deforestación excesiva en beneficio de unos pocos; su degradación compromete el futuro del país y el de nuestra casa común. Como ustedes saben, las últimas selvas están amenazadas por los incendios forestales, la caza furtiva, la tala desenfrenada de árboles de maderas preciosas. La biodiversidad vegetal y animal, está en peligro por el contrabando y las exportaciones ilegales. Es cierto también que, para las poblaciones afectadas, muchas de estas actividades que dañan el medioambiente son las que provisoriamente aseguran su supervivencia. Es importante entonces crear empleos y actividades generadoras de ingresos, que preserven el medio ambiente y ayuden a las personas a salir de la pobreza. En otras palabras, no puede haber un planteamiento ecológico real y un trabajo concreto de salvaguardar el medio ambiente sin la integración de una justicia social que otorgue el derecho al destino común de los bienes de la tierra para las generaciones actuales, así como las futuras.
En este camino todos debemos comprometernos, también la comunidad internacional. Muchos de sus miembros están presentes hoy aquí. Hay que reconocer la ayuda que estas organizaciones internacionales han brindado para el desarrollo del país y que hace visible la apertura de Madagascar al mundo. El riesgo será que esa apertura se transforme en una supuesta “cultura universal” que menosprecie, menoscabe y suprima el patrimonio cultural de cada pueblo. La globalización económica, cuyos límites son cada vez más obvios, no debería generar una homogeneización cultural. Si tomamos parte de un proceso donde respetemos las prioridades y formas de vida autóctonas y donde se cumplan las expectativas de los ciudadanos, lograremos que la ayuda proporcionada por la comunidad internacional no sea la única garantía del desarrollo del país; será el propio pueblo quién se hará cargo gradualmente de sí mismo, convirtiéndose en artesano de su destino.
Por eso debemos prestar especial atención y respeto a la sociedad civil local, al pueblo local. Al apoyar sus iniciativas y sus acciones, se escuchará más la voz de los que no tienen voz así como las diversas armonías, incluso contradictorias, de una comunidad nacional que siempre busca su unidad. Los invito a soñar en este camino donde nadie quede al margen, o vaya solo o se pierda.
Como Iglesia queremos imitar la actitud de diálogo de vuestra conciudadana, la beata Victoria Rasoamanarivo, que Juan Pablo II beatificó durante su visita, treinta años atrás. Su testimonio de amor a su tierra y tradiciones, el servicio a los más pobres como signo de su fe en Jesucristo, nos muestra el camino que también estamos llamados a recorrer.
Señor Presidente, señoras y señores: Deseo reiterar la voluntad y disponibilidad de la Iglesia católica en Madagascar para contribuir, en un diálogo permanente con los cristianos de otras confesiones, con los miembros de las diferentes religiones y con todos los protagonistas de la sociedad civil, al advenimiento de una verdadera fraternidad que siempre valore el fihavanana, promoviendo el pleno desarrollo humano para que nadie quede excluido.
Con esta esperanza, le pido a Dios que bendiga a Madagascar y a los que aquí viven, que mantenga vuestra hermosa isla en paz y acogedora, y que la haga próspera y feliz. Gracias.
[01359-ES.02] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua portoghese
Senhor Presidente,
Senhor Primeiro-Ministro,
Ilustres membros do Governo e do Corpo Diplomático,
Distintas Autoridades,
Representantes das Confissões religiosas e da sociedade civil,
Senhoras e Senhores!
Saúdo cordialmente o Presidente da República de Madagáscar e agradeço-lhe o amável convite para visitar este país, bem como as palavras de boas-vindas que me dirigiu. O Senhor Presidente, falou com paixão, falou com amor pelo Seu povo. Agradeço-Lhe pelo Seu testemunho de patriota. Saúdo também o Primeiro-Ministro, os membros do governo, do corpo diplomático e os representantes da sociedade civil. Dirijo uma saudação fraterna aos bispos, aos membros da Igreja Católica, aos representantes de outras confissões cristãs e de várias religiões. Agradeço a todas as pessoas e instituições que tornaram possível esta viagem e, de modo particular, ao povo malgaxe que nos acolhe com grande hospitalidade.
No preâmbulo da Constituição da vossa República, quisestes consignar um dos valores fundamentais da cultura malgaxe: o fihavanana, termo que evoca o espírito de partilha, ajuda mútua e solidariedade; mas inclui também a importância dos laços familiares, da amizade e da benevolência entre os homens e para com a natureza. Revelam-se, assim, a «alma» do vosso povo e os traços peculiares que o caraterizam, constituem e lhe permitem resistir, corajosa e abnegadamente, às múltiplas contrariedades e dificuldades que tem de enfrentar diariamente. Se devemos reconhecer, valorizar e apreciar esta terra abençoada pela sua beleza e inestimável riqueza natural, não é menos importante fazê-lo também pela «alma» que vos dá a força de permanecer empenhados com a aina (isto é, com a vida), como bem lembrou o padre António de Pádua Rahajarizafy SJ.
Depois que recuperou a independência, a vossa nação aspira à estabilidade e à paz, implementando uma alternância democrática positiva que testemunha respeito pela complementaridade dos estilos e projetos. Isto demonstra que «a política é um meio fundamental para construir a cidadania e as obras do homem» (Francisco, Mensagem para o LII Dia Mundial da Paz, 1 de janeiro de 2019), quando é vivida como serviço à coletividade humana. Por isso, é claro que a função e a responsabilidade política constituem um desafio permanente para quantos têm a missão de servir e proteger os seus compatriotas, especialmente os mais vulneráveis, e de promover as condições para um desenvolvimento digno e justo, envolvendo todos os atores da sociedade civil. Porque, como lembrava São Paulo VI, o desenvolvimento de uma nação «não se reduz a um simples crescimento económico. Para ser autêntico, deve ser integral, quer dizer, promover todos os homens e o homem todo» (Carta enc. Populorum progressio, 14).
Nesta perspetiva, encorajo-vos a lutar, vigorosa e decididamente, contra todas as formas endémicas de corrupção e especulação, que aumentam a disparidade social, e a enfrentar as situações de grande precariedade e exclusão que geram sempre condições de pobreza desumana. Daí a necessidade de estabelecer todas as mediações estruturais que possam garantir uma melhor distribuição do rendimento e a promoção integral de todos os habitantes, especialmente dos mais pobres. Tal promoção não se pode limitar a uma mera assistência, mas requer o seu reconhecimento como sujeitos jurídicos chamados a participar plenamente na construção do seu futuro (cf. Francisco, Exort. ap. Evangelii gaudium, 204-205).
Além disso, sabemos que não se pode falar de desenvolvimento integral sem prestar atenção e cuidar da nossa Casa Comum. Não se trata apenas de encontrar os instrumentos para preservar os recursos naturais, mas de procurar «soluções integrais que considerem as interações dos sistemas naturais entre si e com os sistemas sociais. [Porque] não há duas crises separadas: uma ambiental e outra social; mas uma única e complexa crise socio-ambiental» (Francisco, Carta enc. Laudato si’, 139).
A vossa bela ilha de Madagáscar é rica de biodiversidade vegetal e animal, e esta riqueza está particularmente ameaçada pelo excessivo desflorestamento em proveito de poucos; a sua degradação compromete o futuro do país e da nossa Casa Comum. Como sabeis, as florestas ainda existentes estão ameaçadas pelos incêndios, a caça furtiva, o corte desenfreado de madeiras preciosas. A biodiversidade vegetal e animal corre perigo por causa do contrabando e das exportações ilegais. É verdade que muitas destas atividades que prejudicam o meio ambiente são as que asseguram, provisoriamente, a sobrevivência das populações envolvidas. Por isso, é importante criar ocupações e atividades geradoras de rendimento que respeitem o meio ambiente e ajudem as pessoas a sair da pobreza. Por outras palavras, não pode haver verdadeira abordagem ecológica nem uma ação concreta de salvaguarda do meio ambiente sem uma justiça social que garanta o direito ao destino comum dos bens da terra às gerações atuais, mas também às futuras.
Todos nos devemos comprometer neste caminho, incluindo a comunidade internacional. Muitos dos seus representantes estão hoje aqui presentes. Ocorre reconhecer que a ajuda prestada por estas organizações internacionais ao desenvolvimento do país é grande e atesta a abertura de Madagáscar ao mundo. O risco é que esta abertura se torne uma suposta «cultura universal» que despreza, enterra e suprime o património cultural de cada povo. A globalização económica, cujas limitações são cada vez mais evidentes, não deveria conduzir a uma uniformização cultural. Se tomarmos parte num processo em que se respeita as prioridades e os estilos de vida autóctones e são honradas as expetativas dos cidadãos, havemos de proceder de modo que a ajuda fornecida pela comunidade internacional não seja a única garantia do desenvolvimento do país; há de ser o próprio povo que assumirá progressivamente o seu controle, tornando-se artífice do seu próprio destino.
Por isso mesmo, devemos prestar uma particular atenção e respeito à sociedade civil local, ao povo local. Ao apoiar as suas iniciativas e ações, a voz de quem a não tem tornar-se-á mais audível, bem como as várias harmonias, mesmo contrastantes, duma comunidade nacional que procura a sua unidade. Convido-vos a imaginar este percurso, onde ninguém seja deixado de lado, caminhe sozinho ou se perca.
Como Igreja, queremos imitar a atitude de diálogo da vossa compatriota, a Beata Vitória Rasoamanarivo, beatificada por São João Paulo II na visita que vos fez há trinta anos. O testemunho de amor dela pela sua terra e as suas tradições, o serviço aos mais pobres como sinal da sua fé em Jesus Cristo mostram-nos o caminho que também nós somos chamados a percorrer.
Senhor Presidente, senhoras e senhores! Desejo reafirmar a vontade e disponibilidade da Igreja Católica em Madagáscar para, num diálogo permanente com os cristãos das outras confissões, com os membros das diferentes religiões e com todos os atores da sociedade civil, contribuir para o advento duma verdadeira fraternidade que valorize sem cessar o fihavanana, promovendo o desenvolvimento humano integral de modo que ninguém fique excluído.
Com esta esperança, peço a Deus que abençoe Madagáscar e aqueles que aqui vivem, que mantenha pacífica e acolhedora a vossa linda ilha e a torne próspera e feliz. Obrigado.
[01359-PO.02] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua polacca
Panie Prezydencie,
Panie Premierze,
Panie i Panowie, członkowie rządu i korpusu dyplomatycznego,
Szanowni przedstawiciele władz,
Przedstawiciele różnych wyznań religijnych i społeczeństwa obywatelskiego,
Panie i panowie!
Serdecznie pozdrawiam Prezydenta Republiki Madagaskaru i dziękuję mu za uprzejme zaproszenie do odwiedzenia tego pięknego kraju, a także za skierowane do mnie słowa powitania. Mówił Pan, Panie Prezydencie, z pasją, z miłością do swego ludu. Dziękuję za Pana patriotyczne świadectwo. Pozdrawiam również premiera, członków rządu, korpusu dyplomatycznego i przedstawicieli społeczeństwa obywatelskiego. Kieruję też braterskie pozdrowienie do biskupów, do członków Kościoła katolickiego, przedstawicieli innych wyznań chrześcijańskich i różnych religii. Dziękuję wszystkim osobom i instytucjom, którzy umożliwili tę podróż, w szczególności narodowi malgaskiemu, który przyjmuje nas z wielką gościnnością.
W preambule Konstytucji waszej Republiki zechcieliście umocować jedną z podstawowych wartości kultury malgaskiej: fihavanana, która przywołuje ducha dzielenia się, wzajemnej pomocy i solidarności. Obejmuje ona także znaczenie więzi rodzinnych, przyjaźni i życzliwości między ludźmi i wobec natury. W ten sposób ukazuje się „dusza” waszego ludu i te szczególne cechy, które go wyróżniają, stanowią go i pozwalają mu odważnie i z poświęceniem oprzeć się wielu przeciwnościom i trudnościom, z jakimi musi się zmagać każdego dnia. Jeśli mamy uznać, dowartościować i docenić tę żyzną ziemię ze względu na jej piękno i bezcenne bogactwo naturalne, to nie mniej ważne jest uczynienie tego także ze względu na tę „duszę”, która daje wam siłę by trwać zaangażowani z aina (to znaczy z życiem), jak to słusznie przypomniał ojciec Antonio di Padova Rahajarizafy, SJ.
Po tym, jak wasz naród odzyskał niepodległość, pragnie on stabilności i pokoju, wprowadzając pozytywną przemianę demokratyczną, która świadczy o poszanowaniu komplementarności stylów i projektów. A to pokazuje, że „polityka jest istotnym nośnikiem budowania obywatelstwa i dzieł człowieka” (Orędzie na 52. Światowy Dzień Pokoju, 1 stycznia 2019 r.), kiedy jest przeżywana jako służba dla ludzkiej społeczności. Jest zatem jasne, że życie i odpowiedzialność polityczna są ciągłym wyzwaniem dla tych, których misją jest służba i ochrona swoich współobywateli, szczególnie najsłabszych oraz sprzyjanie warunkom godnego i sprawiedliwego rozwoju, z udziałem wszystkich podmiotów społeczeństwa obywatelskiego. Ponieważ, jak przypomniał św. Paweł VI, rozwój narodu „nie ogranicza się jedynie do postępu gospodarczego. Aby był prawdziwy, powinien on być zupełny, to znaczy winien przyczyniać się do rozwoju każdego człowieka i całego człowieka” (Enc. Populorum progressio, 14).
Mając to na uwadze zachęcam was do zdecydowanej i stanowczej walki z wszelkimi endemicznymi formami korupcji i spekulacji, powiększającymi nierówności społeczne oraz do stawienia czoła sytuacjom wielkiego ubóstwa i wykluczenia, które zawsze rodzą warunki nieludzkiej nędzy. Stąd potrzeba wprowadzenia wszelkich pośrednictw strukturalnych, które zapewniłyby lepszy podział dochodów i integralną promocję wszystkich mieszkańców, zwłaszcza najuboższych. Tego rodzaju promocja nie może ograniczać się do samej pomocy, ale wymaga uznania podmiotów prawnych powołanych do pełnego uczestnictwa w budowaniu ich przyszłości (por. Adhort. apost. Evangelii gaudium, 204-205).
Ponadto nauczyliśmy się, że nie możemy mówić o rozwoju integralnym bez zwrócenia uwagi i zatroszczenia się o nasz wspólny dom. Chodzi nie tylko o znalezienie środków ochrony zasobów naturalnych, ale o poszukiwanie „rozwiązań integralnych, uwzględniających interakcje systemów przyrodniczych między sobą oraz z systemami społecznymi. Nie ma dwóch odrębnych kryzysów, jeden środowiskowy, a drugi społeczny, ale istnieje jeden złożony kryzys społeczno-ekologiczny” (Enc. Laudato si’, 139).
Wasza piękna wyspa Madagaskar jest bogata w różnorodność biologiczną roślinną i zwierzęcą, ale bogactwu temu szczególnie zagraża nadmierne wylesianie, z którego korzyści czerpią nieliczni. Jej degradacja zagraża przyszłości kraju i naszego wspólnego domu. Jak o tym wiecie, pozostałym lasom zagrażają pożary, kłusownictwo, niekontrolowane wycinanie cennego drewna. Różnorodność biologiczna roślin i zwierząt jest zagrożona z powodu przemytu i nielegalnego eksportu. Prawdą jest również, że dla mieszkańców, których to dotyczy, wiele z tych działań szkodzących środowisku to takie, które zapewniają im tymczasowo przetrwanie. Ważne jest zatem tworzenie miejsc pracy i działań przynoszących dochód, które chronią środowisko i pomagają ludziom wyjść z ubóstwa. Innymi słowy, nie może być prawdziwego podejścia ekologicznego ani konkretnego działania na rzecz ochrony środowiska, bez sprawiedliwości społecznej przyznającej prawo do wspólnego przeznaczenia dóbr ziemi pokoleniom obecnym, ale także przyszłym.
Na tej drodze musimy się zaangażować wszyscy, w tym wspólnota międzynarodowa. Obecnych jest dziś wielu jej przedstawicieli. Trzeba przyznać, że pomoc dostarczana przez te organizacje międzynarodowe dla rozwoju kraju jest ogromna i że widać otwarcie Madagaskaru na świat. Istnieje niebezpieczeństwo, że ta otwartość stanie się tak zwaną „kulturą uniwersalną”, która pogardza, ukrywa i likwiduje dziedzictwo kulturowe każdego narodu. Globalizacja gospodarcza, której ograniczenia są coraz bardziej widoczne, nie powinna prowadzić do homogenizacji kulturowej. Jeśli uczestniczymy w procesie, w którym szanujemy priorytety i styl życia rdzennych mieszkańców oraz w którym respektujemy oczekiwania obywateli, to zapewnimy, że pomoc udzielana przez wspólnotę międzynarodową nie będzie jedyną gwarancją rozwoju kraju; to sami ludzie będą stopniowo przejmować troskę o siebie, stając się twórcami własnego losu.
Dlatego musimy przyznać szczególną uwagę i szacunek dla lokalnego społeczeństwa obywatelskiego, tutejszego ludu. Przez wsparcie jego inicjatyw i działań, bardziej słyszalny stanie się głos tych, którzy nie mają głosu, a także różne harmonie, nawet sprzeczne, wspólnoty narodowej, poszukującej swej jedności. Zachęcam was do wyobrażenia sobie tej drogi, na której nikt nie jest odsunięty na bok, nie idzie samotnie czy się zatraca.
Jako Kościół chcemy naśladować postawę dialogu waszej rodaczki, błogosławionej Wiktorii Rasoamanarivo, którą św. Jan Paweł II beatyfikował podczas swojej wizyty trzydzieści lat temu. Jej świadectwo umiłowania swej ziemi i jej tradycji, służba najuboższym, jako znak jej wiary w Jezusa Chrystusa wskazują nam drogę, do której przebycia jesteśmy powołani również my.
Panie Prezydencie, panie i panowie! Chciałbym potwierdzić wolę i gotowość Kościoła katolickiego na Madagaskarze do wniesienia wkładu, w nieustannym dialogu z chrześcijanami innych wyznań, członkami innych religii i wszystkimi podmiotami społeczeństwa obywatelskiego, w nadejście prawdziwego braterstwa, które zawsze docenia fihavananę, sprzyjając integralnemu rozwojowi ludzkiemu, aby nikt nie był wykluczony.
Z tą nadzieją proszę Boga, aby błogosławił Madagaskar i jego mieszkańców, aby chronił waszą piękną spokojną i gościnną wyspę oraz uczynił ją dostatnią i szczęśliwą! Dziękuję!
[01359-PL.02] [Testo originale: Italiano]
[B0668-XX.02]