Discorso del Santo Padre
Traduzione in lingua inglese
Alle ore 12.15 di oggi, presso la Casina Pio IV, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti all’Incontro promosso dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale con i vertici delle Compagnie Petrolifere mondiali sul tema La transizione energetica e la tutela della casa comune.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Santo Padre ha rivolto ai presenti:
Discorso del Santo Padre
Eminenza,
Distinti Dirigenti, Investitori ed Esperti,
Signore e Signori,
Estendo un caloroso benvenuto a tutti voi in occasione di questo Dialogo sul tema La transizione energetica e la tutela della casa comune. Il fatto di ritrovarvi a Roma, dopo l’incontro dell’anno scorso, è un segno positivo del vostro costante impegno a lavorare insieme in uno spirito di solidarietà al fine di promuovere passi concreti per la tutela del nostro pianeta. Per questo vi sono grato.
Il presente, secondo Dialogo si svolge in un momento critico. L’odierna crisi ecologica, specialmente il cambiamento climatico, minaccia il futuro stesso della famiglia umana, e questa non è un’esagerazione. Per troppo tempo abbiamo collettivamente ignorato i frutti delle analisi scientifiche, e «le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia» (Enc. Laudato si’, 161). Qualsiasi discussione sul cambiamento climatico e sulla transizione energetica deve dunque assumere i migliori frutti della ricerca scientifica oggi disponibile e lasciarsene toccare in profondità (cfr ibid., 15).
Uno sviluppo significativo in quest’ultimo anno è stata la pubblicazione del Rapporto speciale sull’impatto del riscaldamento globale di 1.5ºC sui livelli pre-industriali da parte del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico. Quel Rapporto mette chiaramente in guardia sul fatto che gli effetti sul clima saranno catastrofici se oltrepassiamo la soglia degli 1.5ºC delineata nell’obiettivo dell’Accordo di Parigi. Il Rapporto avverte, inoltre, che manca solo poco più di una decade per raggiungere questa barriera del riscaldamento globale. Di fronte a un’emergenza climatica, dobbiamo prendere opportuni provvedimenti, per poter evitare di commettere una grave ingiustizia nei confronti dei poveri e delle future generazioni. Dobbiamo agire responsabilmente ben considerando l’impatto delle nostre azioni nel breve e nel lungo termine.
In effetti, sono i poveri che soffrono il peggior impatto della crisi climatica. Come dimostra l’attuale situazione, i poveri sono coloro che sono più vulnerabili agli uragani, alla siccità, alle inondazioni e agli altri eventi climatici estremi. Perciò si richiede sicuramente coraggio per rispondere «al grido sempre più disperato della terra e dei suoi poveri» (Discorso ai partecipanti alla Conferenza Internazionale nel III anniversario della Laudato si’, 6 luglio 2018). Nello stesso tempo, le future generazioni sono in procinto di ereditare un mondo molto rovinato. I nostri figli e nipoti non dovrebbero dover pagare il costo dell’irresponsabilità della nostra generazione. Mi scuso ma vorrei sottolineare questo: loro, i nostri figli, i nostri nipoti non dovranno pagare, non è giusto che loro paghino il costo della nostra irresponsabilità. Infatti, come sta diventando sempre più evidente, i giovani esigono un cambiamento (cfr Laudato si’, 13). “Il futuro è nostro”, gridano i giovani oggi, e hanno ragione!
Il vostro incontro si è focalizzato su tre punti interconnessi: primo, una corretta transizione; secondo, il prezzo del carbonio; e terzo, trasparenza nel riportare i rischi climatici. Questi sono tre problemi enormemente complessi e vi ringrazio di averli proposti alla discussione e al vostro livello, che è un livello serio, scientifico.
Una transizione corretta, come sapete, viene richiamata nel Preambolo agli Accordi di Parigi. Tale transizione implica una gestione dell’impatto sociale e occupazionale del passaggio a una società a bassa emissione di carbonio. Se gestita bene, questa transizione può generare nuove opportunità di impiego, ridurre la diseguaglianza e aumentare la qualità della vita per coloro che sono colpiti dal cambiamento climatico.
Secondo, una politica del prezzo del carbonio è essenziale se l’umanità vorrà usare con saggezza le risorse del creato. La mancata gestione delle emissioni di carbonio ha prodotto un enorme debito che ora dovrà essere ripagato con gli interessi da coloro che verranno dopo di noi. Il nostro utilizzo delle risorse ambientali comuni può essere considerato etico solo quando i costi sociali ed economici del loro uso sono riconosciuti in maniera trasparente e sono pienamente sostenuti da coloro che ne usufruiscono, piuttosto che da altre popolazioni o dalle generazioni future (cfr ibid., 195).
Il terzo tema, la trasparenza nel riportare i rischi climatici, è essenziale perché le risorse economiche devono essere sfruttate là dove possono arrecare il massimo bene. Una comunicazione aperta, trasparente, scientificamente fondata e regolata è nell’interesse di tutti, rendendo possibile lo spostamento di capitali finanziari in quelle aree che offrono le più ampie «possibilità all’intelligenza umana per creare e innovare, mentre protegge l’ambiente e crea più opportunità di lavoro» (ibid., 192).
Cari amici, il tempo stringe! Le riflessioni devono andare oltre le mere esplorazioni di che cosa possa essere fatto, e concentrarsi su che cosa occorre che venga fatto, da oggi in poi. Non possiamo permetterci il lusso di aspettare che altri si facciano avanti, o di dare la priorità a vantaggi economici a breve termine. La crisi climatica richiede da noi un’azione determinata, qui e ora (cfr ibid., 161) e la Chiesa è pienamente impegnata a fare la sua parte.
Nel nostro incontro dello scorso anno, ho espresso la preoccupazione che «La civiltà richiede energia, ma l’uso dell’energia non deve distruggere la civiltà!»[1]. Oggi è necessaria una transizione energetica radicale per salvare la nostra casa comune. C’è ancora speranza e rimane il tempo per evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico, a patto che ci sia un’azione pronta e risoluta, perché sappiamo che «gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi» (Laudato si’, 205).
Vi ringrazio ancora una volta per aver risposto generosamente all’invito del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Vi assicuro le mie preghiere per le vostre decisioni; e invoco di cuore su di voi e sulle vostre famiglie abbondanti le benedizioni di Dio del Signore. Grazie.
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[1] Discorso ai partecipanti all'incontro per dirigenti delle principali imprese del settore petrolifero, del gas naturale e di altre attività imprenditoriali collegate all'energia, 9 giugno 2018.
[01064-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua inglese
Your Eminence,
Distinguished Executives, Investors and Experts,
Ladies and Gentlemen,
I extend a warm welcome to all of you on the occasion of this Dialogue on the theme The Energy Transition and Care for our Common Home. Your return to Rome, after last year’s meeting, is a positive sign of your continued commitment to working together in a spirit of solidarity to promote concrete steps for the care of our planet. For this I thank you.
This second Dialogue is taking place at a critical moment. Today’s ecological crisis, especially climate change, threatens the very future of the human family. This is no exaggeration. For too long we have collectively failed to listen to the fruits of scientific analysis and “doomsday predictions can no longer be met with irony or disdain” (Laudato Si’, 161). Any discussion of climate change and the energy transition must be rooted, then, in “the results of the best scientific research available today, letting them touch us deeply” (ibid., 15).
A significant development in this past year was the release of the “Special Report on the impacts of global warming of 1.5°C above pre-industrial levels”, by the Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). That Report clearly warns that effects on the climate will be catastrophic if we cross the threshold of 1.5ºC outlined in the Paris Agreement goal. The Report warns, moreover, that only one decade or so remains in order to achieve this confinement of global warming. Faced with a climate emergency, we must take action accordingly, in order to avoid perpetrating a brutal act of injustice towards the poor and future generations.
In effect, it is the poor who suffer the worst impacts of the climate crisis. As current situations demonstrate, the poor are those most vulnerable to hurricanes, droughts, floods and other extreme climatic events. Courage is surely required, therefore, in responding to “the increasingly desperate cries of the earth and its poor”.[1] At the same time, future generations stand to inherit a greatly spoiled world. Our children and grandchildren should not have to pay the cost of our generation’s irresponsibility. I beg your pardon, but I would like to emphasize this: they, our children and grandchildren should not have to pay – it is not right that they should pay – the price of our irresponsibility. Indeed, as is becoming increasingly clear, young people are calling for change (cf. Laudato Si’, 13). Today’s young people are saying, “The future is ours”, and they are right!
Your meeting has focused on three interrelated points: first, a just transition; second, carbon pricing; and third, transparency in reporting climate risk. These are three immensely complex issues and I commend you for taking them up and at your level, a serious and scientific level.
A just transition, as you know, is called for in the Preamble to the Paris Agreement. Such a transition involves managing the social and employment impact of the move to a low-carbon society. If managed well, this transition can generate new jobs, reduce inequality and improve the quality of life for those affected by climate change.
Second, carbon pricing is essential if humanity is to use the resources of creation wisely. The failure to deal with carbon emissions has incurred a vast debt that will now have to be repaid with interest by those coming after us. Our use of the world’s natural resources can only be considered ethical when the economic and social costs of using them are transparently recognized and are fully borne by those who incur them, rather than by other people or future generations (cf. Laudato Si’, 195).
The third issue, transparency in reporting climate risk, is essential because economic resources must be deployed where they can do the most good. Open, transparent, science-based and standardized reporting is in the common interests of all, enabling financial capital to move to those areas that support “the fullest possibilities to human ingenuity to create and innovate, while at the same time protecting the environment and creating more sources of employment” (Laudato Si’, 192).
Dear friends, time is running out! Deliberations must go beyond mere exploration of what can be done, and concentrate on what needs to be done, starting today. We do not have the luxury of waiting for others to step forward, or of prioritizing short-term economic benefits. The climate crisis requires “our decisive action, here and now” (Laudato Si’, 161) and the Church is fully committed to playing her part.
In our meeting last year, I expressed the concern that “civilization requires energy, but energy use must not destroy civilization!”[2] Today a radical energy transition is needed to save our common home. There is still hope and there remains time to avoid the worst impacts of climate change, provided there is prompt and resolute action, for we know that “human beings, while capable of the worst, are also capable of rising above themselves, choosing again what is good, and making a new start” (Laudato Si’, 205).
I thank you once again for responding generously to the invitation of the Dicastery for Promoting Integral Human Development. I assure you of my prayers for your deliberations, and upon you and your families I cordially invoke the Lord’s blessings. Thank you.
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[1] Address to Participants in the International Conference marking the third anniversary of Laudato Si’, 6 July 2018.
[2] Address to Participants at the Meeting for Executives of the Oil and Natural Gas Sectors, 9 June 2018.
[01064-EN.02] [Original text: Italian]
[B0513-XX.02]