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Lettera Apostolica in forma di «Motu proprio» del Sommo Pontefice Francesco “Vos estis lux mundi”, 09.05.2019


Testo in lingua originale

Traduzione in lingua francese

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Traduzione in lingua polacca

Testo in lingua originale

LETTERA APOSTOLICA
IN FORMA DI «MOTU PROPRIO»
DEL SOMMO PONTEFICE

FRANCESCO

Vos estis lux mundi

«Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte» (Mt 5,14). Nostro Signore Gesù Cristo chiama ogni fedele ad essere esempio luminoso di virtù, integrità e santità. Tutti noi, infatti, siamo chiamati a dare testimonianza concreta della fede in Cristo nella nostra vita e, in particolare, nel nostro rapporto con il prossimo.

I crimini di abuso sessuale offendono Nostro Signore, causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la comunità dei fedeli. Affinché tali fenomeni, in tutte le loro forme, non avvengano più, serve una conversione continua e profonda dei cuori, attestata da azioni concrete ed efficaci che coinvolgano tutti nella Chiesa, così che la santità personale e l’impegno morale possano concorrere a promuovere la piena credibilità dell’annuncio evangelico e l’efficacia della missione della Chiesa. Questo diventa possibile solo con la grazia dello Spirito Santo effuso nei cuori, perché sempre dobbiamo ricordare le parole di Gesù: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Anche se tanto già è stato fatto, dobbiamo continuare ad imparare dalle amare lezioni del passato, per guardare con speranza verso il futuro.

Questa responsabilità ricade, anzitutto, sui successori degli Apostoli, preposti da Dio alla guida pastorale del Suo Popolo, ed esige da loro l’impegno nel seguire da vicino le tracce del Divino Maestro. In ragione del loro ministero, infatti, essi reggono «le Chiese particolari a loro affidate come vicari e legati di Cristo, col consiglio, la persuasione, l’esempio, ma anche con l’autorità e la sacra potestà, della quale però non si servono se non per edificare il proprio gregge nella verità e nella santità, ricordandosi che chi è più grande si deve fare come il più piccolo, e chi è il capo, come chi serve» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Lumen gentium, 27). Quanto in maniera più stringente riguarda i successori degli Apostoli, concerne tutti coloro che in diversi modi assumono ministeri nella Chiesa, professano i consigli evangelici o sono chiamati a servire il Popolo cristiano. Pertanto, è bene che siano adottate a livello universale procedure volte a prevenire e contrastare questi crimini che tradiscono la fiducia dei fedeli.

Desidero che questo impegno si attui in modo pienamente ecclesiale, e dunque sia espressione della comunione che ci tiene uniti, nell’ascolto reciproco e aperto ai contributi di quanti hanno a cuore questo processo di conversione.

Pertanto, dispongo:

TITOLO I
DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1 - Ambito di applicazione

§1. Le presenti norme si applicano in caso di segnalazioni relative a chierici o a membri di Istituti di vita consacrata o di Società di vita apostolica e concernenti:

a) delitti contro il sesto comandamento del Decalogo consistenti:

i. nel costringere qualcuno, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, a compiere o subire atti sessuali;

ii. nel compiere atti sessuali con un minore o con una persona vulnerabile;

iii. nella produzione, nell’esibizione, nella detenzione o nella distribuzione, anche per via telematica, di materiale pedopornografico, nonché nel reclutamento o nell’induzione di un minore o di una persona vulnerabile a partecipare ad esibizioni pornografiche;

b) condotte poste in essere dai soggetti di cui all’articolo 6, consistenti in azioni od omissioni dirette a interferire o ad eludere le indagini civili o le indagini canoniche, amministrative o penali, nei confronti di un chierico o di un religioso in merito ai delitti di cui alla lettera a) del presente paragrafo.

§2. Agli effetti delle presenti norme, si intende per:

a) «minore»: ogni persona avente un’età inferiore a diciott’anni o per legge ad essa equiparata;

b) «persona vulnerabile»: ogni persona in stato d’infermità, di deficienza fisica o psichica, o di privazione della libertà personale che di fatto, anche occasionalmente, ne limiti la capacità di intendere o di volere o comunque di resistere all’offesa;

c) «materiale pedopornografico»: qualsiasi rappresentazione di un minore, indipendentemente dal mezzo utilizzato, coinvolto in attività sessuali esplicite, reali o simulate, e qualsiasi rappresentazione di organi sessuali di minori a scopi prevalentemente sessuali.

Art. 2 - Ricezione delle segnalazioni e protezione dei dati

§1. Tenendo conto delle indicazioni eventualmente adottate dalle rispettive Conferenze Episcopali, dai Sinodi dei Vescovi delle Chiese Patriarcali e delle Chiese Arcivescovili Maggiori, o dai Consigli dei Gerarchi delle Chiese Metropolitane sui iuris, le Diocesi o le Eparchie, singolarmente o insieme, devono stabilire, entro un anno dall’entrata in vigore delle presenti norme, uno o più sistemi stabili e facilmente accessibili al pubblico per presentare segnalazioni, anche attraverso l’istituzione di un apposito ufficio ecclesiastico. Le Diocesi e le Eparchie informano il rappresentante Pontificio dell’istituzione dei sistemi di cui al presente paragrafo.

§2. Le informazioni di cui al presente articolo sono tutelate e trattate in modo da garantirne la sicurezza, l’integrità e la riservatezza ai sensi dei canoni 471, 2° CIC e 244 §2, 2 CCEO.

§3. Salvo quanto stabilito dall’articolo 3 §3, l’Ordinario che ha ricevuto la segnalazione la trasmette senza indugio all’Ordinario del luogo dove sarebbero avvenuti i fatti, nonché all’Ordinario proprio della persona segnalata, i quali procedono a norma del diritto secondo quanto previsto per il caso specifico.

§4. Agli effetti del presente titolo, alle Diocesi sono equiparate le Eparchie e all’Ordinario è equiparato il Gerarca.

Art. 3 – Segnalazione

§1. Salvo nei casi previsti nei canoni 1548 §2 CIC e 1229 §2 CCEO, ogni qualvolta un chierico o un membro di un Istituto di vita consacrata o di una Società di vita apostolica abbia notizia o fondati motivi per ritenere che sia stato commesso uno dei fatti di cui all’articolo 1, ha l’obbligo di segnalare tempestivamente il fatto all’Ordinario del luogo dove sarebbero accaduti i fatti o ad un altro Ordinario tra quelli di cui ai canoni 134 CIC e 984 CCEO, salvo quanto stabilito dal §3 del presente articolo.

§2. Chiunque può presentare una segnalazione concernente le condotte di cui all’articolo 1, avvalendosi delle modalità di cui all’articolo precedente o in qualsiasi altro modo adeguato.

§3. Quando la segnalazione riguarda una delle persone indicate all’articolo 6, essa è indirizzata all’Autorità individuata in base agli articoli 8 e 9. La segnalazione può sempre essere indirizzata alla Santa Sede, direttamente o tramite il Rappresentante Pontificio.

§4. La segnalazione contiene gli elementi più circostanziati possibili, come indicazioni di tempo e di luogo dei fatti, delle persone coinvolte o informate, nonché ogni altra circostanza che possa essere utile al fine di assicurare un’accurata valutazione dei fatti.

§5. Le notizie possono essere acquisite anche ex officio.

Art. 4 - Tutela di chi presenta la segnalazione

§1. Il fatto di effettuare una segnalazione a norma dell’articolo 3 non costituisce una violazione del segreto d’ufficio.

§2. Salvo quanto previsto al canone 1390 CIC e ai canoni 1452 e 1454 CCEO, pregiudizi, ritorsioni o discriminazioni per il fatto di avere presentato una segnalazione sono proibiti e possono integrare la condotta di cui all’articolo 1 §1, lettera b).

§3. A chi effettua una segnalazione non può essere imposto alcun vincolo di silenzio riguardo al contenuto di essa.

Art. 5 – Cura delle persone

§1. Le Autorità ecclesiastiche si impegnano affinché coloro che affermano di essere stati offesi, insieme con le loro famiglie, siano trattati con dignità e rispetto, e offrono loro, in particolare:

a) accoglienza, ascolto e accompagnamento, anche tramite specifici servizi;

b) assistenza spirituale;

c) assistenza medica, terapeutica e psicologica, a seconda del caso specifico.

§2. Sono tutelate l’immagine e la sfera privata delle persone coinvolte, nonché la riservatezza dei dati personali.

TITOLO II
DISPOSIZIONI CONCERNENTI
I VESCOVI ED EQUIPARATI

Art. 6 - Ambito soggettivo di applicazione

Le norme procedurali di cui al presente titolo riguardano le condotte di cui all’articolo 1, poste in essere da:

a) Cardinali, Patriarchi, Vescovi e Legati del Romano Pontefice;

b) chierici che sono o che sono stati alla guida pastorale di una Chiesa particolare o di un’entità ad essa assimilata, latina od orientale, ivi inclusi gli Ordinariati personali, per i fatti commessi durante munere;

c) chierici che sono o che sono stati alla guida pastorale di una Prelatura personale, per i fatti commessi durante munere;

d) coloro che sono o che sono stati Moderatori supremi di Istituti di vita consacrata o di Società di vita apostolica di diritto pontificio, nonché di Monasteri sui iuris, per i fatti commessi durante munere.

Art. 7 - Dicastero competente

§1. Ai fini del presente titolo, per «Dicastero competente» si intende la Congregazione per la Dottrina della Fede, circa i delitti ad essa riservati dalle norme vigenti, nonché, in tutti gli altri casi e per quanto di rispettiva competenza in base alla legge propria della Curia Romana:

- la Congregazione per le Chiese Orientali;

- la Congregazione per i Vescovi;

- la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli;

- la Congregazione per il Clero;

- la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.

§2. Al fine di assicurare il migliore coordinamento, il Dicastero competente informa della segnalazione e dell’esito dell’indagine la Segreteria di Stato e gli altri Dicasteri direttamente interessati.

§3. Le comunicazioni di cui al presente titolo tra il Metropolita e la Santa Sede avvengono tramite il Rappresentante Pontificio.

Art. 8 - Procedura applicabile in caso di segnalazione riguardante un Vescovo della Chiesa Latina

§1. L’Autorità che riceve una segnalazione la trasmette sia alla Santa Sede sia al Metropolita della Provincia ecclesiastica in cui ha il domicilio la persona segnalata.

§2. Qualora la segnalazione riguardi il Metropolita, o la Sede Metropolitana sia vacante, essa è inoltrata alla Santa Sede, nonché al Vescovo suffraganeo più anziano per promozione al quale, in questo caso, si applicano le disposizioni seguenti relative al Metropolita.

§3. Nel caso in cui la segnalazione riguardi un Legato Pontificio, essa è trasmessa direttamente alla Segreteria di Stato.

Art. 9 - Procedura applicabile nei confronti di Vescovi delle Chiese Orientali

§1. Nel caso di segnalazione nei confronti di un Vescovo di una Chiesa Patriarcale, Arcivescovile Maggiore o Metropolitana sui iuris, essa è inoltrata al rispettivo Patriarca, Arcivescovo Maggiore o Metropolita della Chiesa sui iuris.

§2. Qualora la segnalazione riguardi un Metropolita di una Chiesa Patriarcale o Arcivescovile Maggiore, che esercita il suo ufficio entro il territorio di queste Chiese, essa è inoltrata al rispettivo Patriarca o Arcivescovo Maggiore.

§3. Nei casi che precedono, l’Autorità che ha ricevuto la segnalazione la inoltra anche alla Santa Sede.

§4. Qualora la persona segnalata sia un Vescovo o un Metropolita fuori dal territorio della Chiesa Patriarcale, Arcivescovile Maggiore o Metropolitana sui iuris, la segnalazione è inoltrata alla Santa Sede.

§5. Nel caso in cui la segnalazione riguardi un Patriarca, un Arcivescovo Maggiore, un Metropolita di una Chiesa sui iuris o un Vescovo delle altre Chiese Orientali sui iuris, essa è inoltrata alla Santa Sede.

§6. Le disposizioni seguenti relative al Metropolita si applicano all’Autorità ecclesiastica cui è inoltrata la segnalazione in base al presente articolo.

Art. 10 - Doveri iniziali del Metropolita

§1. Salvo che la segnalazione non sia manifestamente infondata, il Metropolita chiede tempestivamente al Dicastero competente l’incarico per avviare l’indagine. Qualora il Metropolita ritenga la segnalazione manifestamente infondata ne informa il Rappresentante Pontificio.

§2. Il Dicastero provvede senza indugio, e comunque entro trenta giorni dal ricevimento della prima segnalazione da parte del Rappresentante Pontificio o della richiesta dell’incarico da parte del Metropolita, fornendo le opportune istruzioni riguardo a come procedere nel caso concreto.

Art. 11 - Affidamento dell’indagine a persona diversa dal Metropolita

§1. Qualora il Dicastero competente ritenga opportuno affidare l’indagine ad una persona diversa dal Metropolita, questi viene informato. Il Metropolita consegna tutte le informazioni e i documenti rilevanti alla persona incaricata dal Dicastero.

§2. Nel caso di cui al paragrafo precedente, le disposizioni seguenti relative al Metropolita si applicano alla persona incaricata di condurre l’indagine.

Art. 12 - Svolgimento dell’indagine

§1. Il Metropolita, una volta ottenuto l’incarico dal Dicastero competente e nel rispetto delle istruzioni ricevute, personalmente o tramite una o più persone idonee:

a) raccoglie le informazioni rilevanti in merito ai fatti;

b) accede alle informazioni e ai documenti necessari ai fini dell’indagine custoditi negli archivi degli uffici ecclesiastici;

c) ottiene la collaborazione di altri Ordinari o Gerarchi, laddove necessario;

d) chiede informazioni alle persone e alle istituzioni, anche civili, che siano in grado di fornire elementi utili per l’indagine.

§2. Qualora si renda necessario sentire un minore o una persona vulnerabile, il Metropolita adotta modalità adeguate, che tengano conto del loro stato.

§3. Nel caso in cui esistano fondati motivi per ritenere che informazioni o documenti concernenti l’indagine possano essere sottratti o distrutti, il Metropolita adotta le misure necessarie per la loro conservazione.

§4. Anche quando si avvale di altre persone, il Metropolita resta comunque responsabile della direzione e dello svolgimento delle indagini, nonché della puntuale esecuzione delle istruzioni di cui all’articolo 10 §2.

§5. Il Metropolita è assistito da un notaio scelto liberamente a norma dei canoni 483 §2 CIC e 253 §2 CCEO.

§6. Il Metropolita è tenuto ad agire con imparzialità e privo di conflitti di interessi. Qualora egli ritenga di trovarsi in conflitto di interessi o di non essere in grado di mantenere la necessaria imparzialità per garantire l’integrità dell’indagine, è obbligato ad astenersi e a segnalare la circostanza al Dicastero competente.

§7. Alla persona indagata è riconosciuta la presunzione di innocenza.

§8. Il Metropolita, qualora richiesto dal Dicastero competente, informa la persona dell’indagine a suo carico, la sente sui fatti e la invita a presentare una memoria difensiva. In tali casi, la persona indagata può avvalersi di un procuratore.

§9. Ogni trenta giorni il Metropolita trasmette al Dicastero competente un’informativa sullo stato delle indagini.

Art. 13 - Coinvolgimento di persone qualificate

§1. In conformità con le eventuali direttive della Conferenza Episcopale, del Sinodo dei Vescovi o del Consiglio dei Gerarchi sul modo di coadiuvare nelle indagini il Metropolita, i Vescovi della rispettiva Provincia, singolarmente o insieme, possono stabilire elenchi di persone qualificate tra le quali il Metropolita può scegliere quelle più idonee ad assisterlo nell’indagine, secondo le necessità del caso e, in particolare, tenendo conto della cooperazione che può essere offerta dai laici ai sensi dei canoni 228 CIC e 408 CCEO.

§2. Il Metropolita è comunque libero di scegliere altre persone ugualmente qualificate.

§3. Chiunque assista il Metropolita nell’indagine è tenuto ad agire con imparzialità e privo di conflitti di interessi. Qualora egli ritenga di trovarsi in conflitto di interessi o di non essere in grado di mantenere la necessaria imparzialità per garantire l’integrità dell’indagine, è obbligato ad astenersi e a segnalare la circostanza al Metropolita.

§4. Le persone che assistono il Metropolita prestano giuramento di adempiere convenientemente e fedelmente l’incarico.

Art. 14 - Durata dell’indagine

§1. Le indagini devono essere concluse entro il termine di novanta giorni o in quello indicato nelle istruzioni di cui all’articolo 10 §2.

§2. In presenza di giusti motivi, il Metropolita può chiedere la proroga del termine al Dicastero competente.

Art. 15 - Misure cautelari

Qualora i fatti o le circostanze lo richiedano, il Metropolita propone al Dicastero competente l’adozione di provvedimenti o di misure cautelari appropriate nei confronti dell’indagato.

Art. 16 - Istituzione di un fondo

§1. Le Province ecclesiastiche, le Conferenze Episcopali, i Sinodi dei Vescovi e i Consigli dei Gerarchi possono stabilire un fondo destinato a sostenere i costi delle indagini, istituito a norma dei canoni 116 e 1303 §1, 1° CIC e 1047 CCEO, e amministrato secondo le norme del diritto canonico.

§2. Su richiesta del Metropolita incaricato, i fondi necessari ai fini dell’indagine sono messi a sua disposizione dall’amministratore del fondo, salvo il dovere di presentare a quest’ultimo un rendiconto al termine dell’indagine.

Art. 17 - Trasmissione degli atti e del votum

§1. Completata l’indagine, il Metropolita trasmette gli atti al Dicastero competente insieme al proprio votum sui risultati dell’indagine e in risposta agli eventuali quesiti posti nelle istruzioni cui all’articolo 10 §2.

§2. Salvo istruzioni successive del Dicastero competente, le facoltà del Metropolita cessano una volta completata l’indagine.

§3. Nel rispetto delle istruzioni del Dicastero competente, il Metropolita, su richiesta, informa dell’esito dell’indagine la persona che afferma di essere stata offesa o i suoi rappresentanti legali.

Art. 18 - Successivi provvedimenti

Il Dicastero competente, salvo che decida di disporre un’indagine suppletiva, procede a norma del diritto secondo quanto previsto per il caso specifico.

Art. 19 - Osservanza delle leggi statali

Le presenti norme si applicano senza pregiudizio dei diritti e degli obblighi stabiliti in ogni luogo dalle leggi statali, particolarmente quelli riguardanti eventuali obblighi di segnalazione alle autorità civili competenti.

Le presenti norme sono approvate ad experimentum per un triennio.

Stabilisco che la presente Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio venga promulgata mediante la pubblicazione su L’Osservatore Romano, entrando in vigore il 1° giugno 2019, e che venga poi pubblicata negli Acta Apostolicae Sedis.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 7 maggio 2019, settimo del Pontificato.

FRANCISCUS PP.

[00804-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

LETTRE APOSTOLIQUE
EN FORME DE MOTU PROPRIO

“Vos estis lux mundi”

DU SOUVERAIN PONTIFE FRANÇOIS

«Vous êtes la lumière du monde. Une ville située sur une montagne ne peut être cachée » (Mt 5, 14). Notre Seigneur Jésus Christ appelle chaque fidèle à être un exemple lumineux de vertu, d’intégrité et de sainteté. Nous sommes tous, en effet, appelés à donner un témoignage concret de la foi au Christ dans notre vie et, en particulier, dans notre relation avec le prochain.

Les crimes d’abus sexuel offensent Notre Seigneur, causent des dommages physiques, psychologiques et spirituels aux victimes et portent atteinte à la communauté des fidèles. Pour que ces phénomènes, sous toutes leurs formes, ne se reproduisent plus, il faut une conversion continue et profonde des cœurs, attestée par des actions concrètes et efficaces qui impliquent chacun dans l’Eglise, si bien que la sainteté personnelle et l’engagement moral puissent contribuer à promouvoir la pleine crédibilité de l’annonce évangélique et l’efficacité de la mission de l’Eglise. Cela ne devient possible qu'avec la grâce de l’Esprit Saint répandu dans les cœurs, car nous devons toujours nous rappeler des paroles de Jésus: «En dehors de moi vous ne pouvez rien faire» (Jn 15, 5). Même si beaucoup a déjà été fait, nous devons continuer à apprendre des amères leçons du passé, pour regarder avec espérance vers l’avenir.

Cette responsabilité retombe, avant tout, sur les successeurs des Apôtres, préposés par Dieu à la conduite pastorale de son Peuple, et exige leur engagement à suivre de près les traces du Divin Maître. En raison de leur ministère, en effet, ils dirigent «les Églises particulières qui leur sont confiées, comme vicaires et légats du Christ, par leurs conseils, leurs encouragements, leurs exemples, mais aussi par leur autorité et par l’exercice du pouvoir sacré, dont l’usage cependant ne leur appartient qu’en vue de l’édification en vérité et en sainteté de leur troupeau, se souvenant que celui qui est le plus grand doit se faire le plus petit, et celui qui commande, le serviteur» (Conc. Œcum. Vat. II, Const. Lumen gentium n. 27). Tout ce qui, de manière plus impérieuse, regarde les successeurs des Apôtres concerne aussi tous ceux qui de diverses manières assument des ministères dans l’Eglise, professent les conseils évangéliques ou sont appelés à servir le Peuple chrétien. Par conséquent, il est bien que soient adoptées au niveau universel des procédures visant à prévenir et à contrer ces crimes qui trahissent la confiance des fidèles.

Je désire que cet engagement soit mis en œuvre de façon pleinement ecclésiale, et soit donc une expression de la communion qui nous tient unis, dans une écoute réciproque et ouverte aux contributions de ceux qui ont à cœur ce processus de conversion.

Par conséquent, je dispose:

TITRE I
DISPOSITIONS GÉNÉRALES

Art. 1 – Domaine d’application

§1. Les présentes normes s’appliquent en cas de signalements relatifs à des clercs ou à des membres d’Instituts de vie consacrée ou de Sociétés de vie apostolique, et concernant:

a) les délits contre le sixième commandement du Décalogue consistant à:

i. contraindre quelqu’un, avec violence ou menace ou par abus d’autorité, à accomplir ou subir des actes sexuels;

ii. accomplir des actes sexuels avec un mineur ou avec une personne vulnérable;

iii. produire, exhiber, détenir ou distribuer, même par voie informatique, du matériel pédopornographique, ainsi que recruter ou inciter un mineur ou une personne vulnérable à participer à des exhibitions pornographiques;

b) les comportements dont se rendent auteurs les sujets dont il est question à l’article 6 consistant en des actions ou omissions directes visant à interférer ou éluder des enquêtes civiles ou des enquêtes canoniques, administratives ou pénales ouvertes à l’encontre d’un clerc ou d’un religieux pour des délits mentionnés à la lettre a) du présent paragraphe.

§2. Dans les présentes normes, on entend par:

a) «mineur»: toute personne âgée de moins de dix-huit ans ou équiparée comme telle par la loi;

b) «personne vulnérable»: toute personne se trouvant dans un état d’infirmité, de déficience physique ou psychique, ou de privation de liberté personnelle qui, de fait, limite, même occasionnellement, sa capacité de compréhension ou de volonté, ou en tout cas de résistance à l’offense;

c) «matériel pédopornographique»: toute représentation, indépendamment du moyen utilisé, d’un mineur impliqué dans une activité sexuelle explicite, réelle ou simulée, et toute représentation d’organes sexuels de mineurs à des fins principalement sexuelles.

Art. 2 – Réception des signalements et protection des données

§1. Tenant compte des indications éventuellement adoptées par les Conférences épiscopales, par les Synodes des Evêques des Eglises Patriarcales et des Eglises Archiépiscopales Majeures ou par les Conseils des Hiérarques des Eglises Métropolitaines sui iuris respectifs, les Diocèses ou les Eparchies doivent mettre en place, individuellement ou ensemble, dans le délai d’un an à partir de l’entrée en vigueur des présentes normes, un ou plusieurs dispositifs stables et facilement accessibles au public pour permettre de présenter des signalements, notamment à travers l’institution d’un bureau ecclésiastique approprié. Les Diocèses et les Eparchies informeront le Représentant pontifical de l’instauration desdits dispositifs.

§2. Les informations visées au présent article sont protégées et traitées de façon à en garantir la sécurité, l’intégrité et la confidentialité au sens des canons 471, 2° CIC et 244 §2, 2° CCEO.

§3. Restant sauves les dispositions de l’article 3 §3, l’Ordinaire qui a reçu le signalement le transmet sans délai à l’Ordinaire du lieu où les faits se seraient produits, ainsi qu’à l’Ordinaire propre de la personne signalée, lesquels procèdent conformément aux normes du droit, selon ce qui est prévu pour le cas spécifique.

§4. Aux fins du présent titre, les Eparchies sont équiparées aux Diocèses, et le Hiérarque est équiparé à l’Ordinaire.

Art. 3 – Signalement

§1. Etant saufs les cas prévus aux canons 1548 §2 CIC et 1229 §2 CCEO, chaque fois qu’un clerc ou qu’un membre d’un Institut de vie consacrée ou d’une Société de vie apostolique a connaissance d’une information sur des faits visés à l’article 1, ou des raisons fondées de penser qu’a été commis l’un de ces faits, il a l’obligation de le signaler sans délai à l’Ordinaire du lieu où se seraient produits les faits, ou à un autre Ordinaire parmi ceux dont il est question aux canons 134 CIC et 984 CCEO, étant sauves les dispositions du §3 du présent article.

§2. Toute personne peut présenter un signalement relatif aux comportements dont il est question à l’article 1, en se prévalant des modalités établies à l’article précédent, ou de n’importe quelle autre manière appropriée.

§3. Quand le signalement concerne l’une des personnes visées à l’article 6, il est adressé à l’Autorité déterminée aux termes des articles 8 et 9. Le signalement peut toujours être adressé au Saint-Siège, directement ou par l’intermédiaire du Représentant pontifical.

§4. Le signalement doit contenir des éléments les plus circonstanciés possible, comme des indications de temps et de lieu des faits, la désignation de personnes impliquées ou informées, ainsi que toute autre élément de circonstance pouvant être utile pour assurer une évaluation précise des faits.

§5. Les informations peuvent aussi être acquises ex officio.

Art. 4 – Protection de qui présente le signalement

§1. Le fait d’effectuer un signalement selon l’article 3 ne constitue pas une violation de l’obligation de confidentialité

§2. Restant sauves les dispositions du canon 1390 CIC et des canons 1452 et 1454 CCEO, tous préjudices, rétorsions ou discriminations pour le fait d’avoir présenté un signalement sont interdits et peuvent être assimilés aux comportements dont il est question à l’article 1 §1, lettre b).

§3. Aucune personne qui effectue un signalement ne peut se voir imposer une contrainte au silence sur le contenu de celui-ci.

Art. 5 – Soin des personnes

§1. Les Autorités ecclésiastiques s’engagent en faveur de ceux qui affirment avoir été offensés, afin qu’ils soient traités ainsi que leurs familles, avec dignité et respect. Elles leur offrent, en particulier:

a) un accueil, une écoute et un accompagnement, également à travers des services spécifiques;

b) une assistance spirituelle;

c) une assistance médicale, thérapeutique et psychologique, selon le cas spécifique.

§2. L’image et la sphère privée des personnes concernées, ainsi que la confidentialité des données personnelles, doivent être protégées.

TITRE II
DISPOSITIONS CONCERNANT LES EVÊQUES,
ET ÉQUIPARÉS

Art. 6- Domaine subjectif d’application

Les normes procédurales du présent titre s’appliquent aux cas de comportements visés à l’article 1, dont se rendent auteurs:

a) des Cardinaux, Patriarches, Evêques et Légats du Pontife romain;

b) des clercs qui sont ou ont été préposés à la conduite pastorale d’une Eglise particulière ou d’une entité assimilée, latine ou orientale, y compris d’Ordinariats personnels, pour les faits commis durante munere;

c) des clercs qui sont ou ont été préposés à la conduite pastorale d’une Prélature personnelle, pour les faits commis durante munere;

d) des personnes qui sont ou ont été Modérateurs suprêmes d’Instituts de vie consacrée ou de Sociétés de vie apostolique de droit pontifical, ainsi que de Monastères sui iuris, pour les faits commis durante munere.

Art. 7 – Dicastère compétent

§1. Aux fins du présent titre, on entend par «Dicastère compétent» la Congrégation pour la Doctrine de la Foi, pour ce qui concerne les délits qui lui sont réservés par les normes en vigueur, et, dans tous les autres cas et selon leur compétence respective en vertu des règles propres à la Curie Romaine:

- La Congrégation pour les Eglises Orientales;

- La Congrégation pour les Evêques;

- La Congrégation pour l’Evangélisation des Peuples;

- La Congrégation pour le Clergé;

- La Congrégation pour les Instituts de vie consacrée et les Sociétés de vie apostolique.

§2. Afin d’assurer la meilleure coordination, le Dicastère compétent informe la Secrétairerie d’Etat et les autres Dicastères directement intéressés du signalement et de l’issue de l’enquête.

§3. Les communications entre le Métropolite et le Saint-Siège, dont il est question au présent titre, s’effectuent par l’intermédiaire du Représentant pontifical.

Art. 8 – Procédure applicable en cas de signalement portant sur un Evêque de l’Eglise latine

§1. L’Autorité qui reçoit un signalement le transmet soit au Saint-Siège soit au Métropolite de la Province ecclésiastique dans laquelle la personne signalée a son domicile.

§2. Si le signalement porte sur le Métropolite ou lorsque le Siège Métropolitain est vacant, le signalement est transmis au Saint-Siège, ainsi qu’à l’Evêque suffragant le plus ancien en terme de promotion, auquel s’appliquent alors les dispositions ci-après relatives au Métropolite.

§3. Dans le cas où le signalement porte sur un Légat pontifical, il est transmis directement à la Secrétairerie d’Etat.

Art. 9 – Procédure applicable à l’égard des Evêques des Eglises Orientales

§1. Dans le cas où le signalement porte sur un Evêque d’une Eglise Patriarcale, Archiépiscopale Majeure ou Métropolitaine sui iuris, il est transmis au Patriarche, Archevêque Majeur ou Métropolite de l’Eglise sui iuris respectif.

§2. Dans le cas où le signalement porte sur un Métropolite d’une Eglise Patriarcale ou Archiépiscopale Majeure, qui exerce son office sur le territoire de ces Eglises, il est transmis au Patriarche ou Archevêque Majeur respectif.

§3. Dans les cas qui précèdent, l’Autorité qui a reçu le signalement le transmet aussi au Saint-Siège.

§4. Dans le cas où la personne signalée est un Evêque ou un Métropolite hors du territoire de l’Eglise Patriarcale, Archiépiscopale Majeure ou Métropolitaine sui iuris, le signalement est adressé au Saint-Siège.

§5. Dans le cas où le signalement concerne un Patriarche, un Archevêque Majeur, un Métropolite d’une Eglise sui iuris ou un Evêque des autres Eglises Orientales sui iuris, il est transmis au Saint-Siège.

§6. Les dispositions ci-après relatives au Métropolite s’appliquent à l’Autorité ecclésiastique à qui est transmis le signalement en vertu du présent article.

Art. 10 – Devoirs initiaux du Métropolite

§1. A moins que le signalement ne soit manifestement infondé, le Métropolite demande sans délai au Dicastère compétent la charge d’ouvrir une enquête. Si le Métropolite juge le signalement manifestement infondé, il en informe le Représentant pontifical.

§2. Le Dicastère procède sans délai, et quoiqu’il en soit, dans les trente jours de la réception du premier signalement de la part du Représentant pontifical ou de la demande de prise en charge de la part du Métropolite, en fournissant les instructions nécessaires sur la manière de procéder dans le cas concret.

Art. 11 – Transmission de la charge de l’enquête à une personne autre que le Métropolite

§.1 Dans le cas où le Dicastère compétent juge opportun de confier l’enquête à une personne autre que le Métropolite, celui-ci doit en être informé. Le Métropolite remet toutes les informations et les documents importants à la personne chargée par le Dicastère.

§2. Dans le cas visé au paragraphe précédent, les dispositions ci-après relatives au Métropolite s’appliquent à la personne chargée de conduire l’enquête.

Art. 12 – Déroulement de l’enquête

§1. Le Métropolite, une fois reçue la charge d’enquêter de la part du Dicastère compétent, et dans le respect des instructions reçues, personnellement ou par l’intermédiaire d’une ou de plusieurs personnes idoines:

a) recueille les informations pertinentes concernant les faits;

b) accède aux informations et aux documents nécessaires aux fins de l’enquête détenus dans les archives des bureaux ecclésiastiques;

c) obtient la collaboration des autres Ordinaires ou Hiérarques, lorsque cela est nécessaire;

d) demande des informations aux personnes et aux institutions, également civiles, qui sont en mesure de fournir des éléments utiles pour l’enquête.

§2. S’il s’avère nécessaire d’entendre un mineur ou une personne vulnérable, le Métropolite adopte les modalités adéquates, qui tiennent compte de leur état.

§3. S’il existe des motifs raisonnables de considérer que des informations ou des documents concernant l’enquête pourraient être soustraits ou détruits, le Métropolite prend les mesures nécessaires pour leur conservation.

§4. Même quand il fait appel à d’autres personnes, le Métropolite reste, quoiqu’il en soit, responsable de la direction et du déroulement de l’enquête, ainsi que de la stricte exécution des instructions dont il est question à l’article 10 §2.

§5. Le Métropolite est assisté d’un notaire choisi librement selon les règles des canons 483 §2 CIC et 253 §2 CCEO.

§6. Le Métropolite est tenu d’agir avec impartialité et sans conflits d’intérêts. Au cas où il estime se trouver en conflit d’intérêt ou ne pas être en mesure de maintenir la nécessaire impartialité pour garantir l’intégrité de l’enquête, il a l’obligation de s’abstenir et de signaler la circonstance au Dicastère compétent.

§7. La présomption d’innocence est reconnue à la personne qui fait l’objet de l’enquête.

§8. Au cas où le Dicastère compétent le requiert, le Métropolite informe la personne de l’enquête à sa charge, l’entend sur les faits et l’invite à présenter un mémoire de défense. Dans ce cas, la personne qui fait l’objet de l’enquête peut avoir recours à un avocat.

§9. Tous les trente jours, le Métropolite transmet au Dicastère compétent une note informative sur l’état de l’enquête.

Art. 13 – Implication de personnes qualifiées

§1. En conformité avec les éventuelles directives de la Conférence Episcopale, du Synode des Evêques ou du Conseil des Hiérarques sur la façon de collaborer dans les enquêtes, le Métropolite, les Evêques de la Province respective, individuellement ou ensemble, peuvent établir des listes de personnes qualifiées parmi lesquelles le Métropolite peut choisir les plus idoines pour l’assister dans l’enquête, selon les nécessités du cas et en tenant compte, en particulier, de la coopération qui peut être offerte par les laïcs aux termes des canons 228 CIC et 408 CCEO.

§2. Le Métropolite est, quoiqu’il en soit, libre de choisir d’autres personnes également qualifiées.

§3. Toute personne qui assiste le Métropolite dans l’enquête est tenue d’agir avec impartialité et sans conflits d’intérêts. Au cas où elle estime se trouver en conflit d’intérêts ou ne pas être en mesure de maintenir la nécessaire impartialité pour garantir l’intégrité de l’enquête, elle est obligée de s’abstenir et de signaler la circonstance au Métropolite.

§4. Les personnes qui assistent le Métropolite prêtent serment d’accomplir leur charge convenablement et loyalement.

Art. 14 – Durée de l’enquête

§1. Les enquêtes doivent être conclues dans un délai de quatre-vingt-dix jours ou dans celui indiqué dans les instructions visées à l’article 10 §2.

§2. En présence de motifs justifiés, le Métropolite peut demander une prorogation du délai au Dicastère compétent.

Art. 15 – Mesures conservatoires

Dans le cas où les faits ou les circonstances le requièrent, le Métropolite propose au Dicastère compétent de prendre des dispositions ou des mesures conservatoires appropriées à l’encontre de la personne qui fait l’objet de l’enquête.

Art. 16 – Institution d’un fonds

§1. Les Provinces ecclésiastiques, les Conférences épiscopales, les Synodes des Evêques et les Conseils des Hiérarques peuvent établir un fonds destiné à soutenir les coûts des enquêtes, institué aux termes des canons 116 et 1303 §1, 1° CIC et 1047 CCEO, et administré selon les normes du droit canonique.

§2. Sur demande du Métropolite en charge, les fonds nécessaires aux fins de l’enquête sont mis à sa disposition par l’administrateur du fonds, étant sauf le devoir de présenter à ce dernier un compte rendu au terme de l’enquête.

Art. 17 – Transmission des actes et du votum

§1. Une fois l’enquête achevée, le Métropolite transmet les actes au Dicastère compétent avec son votum sur les résultats de l’enquête et répondant aux éventuelles questions posées dans les instructions dont il est question à l’article 10 §2.

§2. Sauf instructions ultérieures du Dicastère compétent, les facultés du Métropolite cessent une fois l’enquête achevée.

§3. Dans le respect des instructions du Dicastère compétent, le Métropolite, sur demande, informe la personne qui affirme avoir été offensée, ou ses représentants légaux, du résultat de l’enquête.

Art. 18 – Mesures ultérieures

Le Dicastère compétent, à moins qu’il ne décide l’ouverture d’une enquête supplémentaire, procède conformément aux normes du droit, selon ce qui est prévu pour le cas spécifique.

Art. 19 – Respect des lois de l’Etat

Les présentes normes s’appliquent sans préjudice des droits et obligations établis en chaque lieu par les lois étatiques, en particulier pour ce qui concerne les éventuelles obligations de signalement aux autorités civiles compétentes.

Les présentes normes sont approuvées ad experimentum pour trois ans.

J’établis que la présente Lettre Apostolique en forme de Motu Proprio sera promulguée par sa publication dans l’Osservatore Romano, entrera en vigueur le 1er juin 2019, et sera ensuite publiée dans les Acta Apostolicae sedis.

Donné à Rome, près de Saint-Pierre, le 7 mai 2019, en la septième année du Pontificat.

FRANCISCUS PP.

[00804-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

APOSTOLIC LETTER

IN THE FORM OF “MOTU PROPRIO”
OF THE SUPREME PONTIFF

FRANCIS

Vos estis lux mundi

“You are the light of the world. A city set on a hill cannot be hidden” (Mt 5:14). Our Lord Jesus Christ calls every believer to be a shining example of virtue, integrity and holiness. All of us, in fact, are called to give concrete witness of faith in Christ in our lives and, in particular, in our relationship with others.

The crimes of sexual abuse offend Our Lord, cause physical, psychological and spiritual damage to the victims and harm the community of the faithful. In order that these phenomena, in all their forms, never happen again, a continuous and profound conversion of hearts is needed, attested by concrete and effective actions that involve everyone in the Church, so that personal sanctity and moral commitment can contribute to promoting the full credibility of the Gospel message and the effectiveness of the Church’s mission. This becomes possible only with the grace of the Holy Spirit poured into our hearts, as we must always keep in mind the words of Jesus: “Apart from me you can do nothing” (Jn 15:5). Even if so much has already been accomplished, we must continue to learn from the bitter lessons of the past, looking with hope towards the future.

This responsibility falls, above all, on the successors of the Apostles, chosen by God to be pastoral leaders of his People, and demands from them a commitment to follow closely the path of the Divine Master. Because of their ministry, in fact, Bishops, “as vicars and legates of Christ, govern the particular churches entrusted to them by their counsel, exhortations, example, and even by their authority and sacred power, which indeed they use only for the edification of their flock in truth and holiness, remembering that he who is greater should become as the lesser and he who is the chief become as the servant” (Second Vatican Council, Dogmatic Constitution Lumen Gentium, 27). What more closely concerns the successors of the Apostles concerns all those who, in various ways, assume ministries in the Church, or profess the evangelical counsels, or are called to serve the Christian People. Therefore, it is good that procedures be universally adopted to prevent and combat these crimes that betray the trust of the faithful.

I desire that this commitment be implemented in a fully ecclesial manner, so that it may express the communion that keeps us united, in mutual listening and open to the contributions of those who care deeply about this process of conversion.

Therefore, I decree:

TITLE I
GENERAL PROVISIONS

Art. 1 – Scope of application

§1. These norms apply to reports regarding clerics or members of Institutes of Consecrated Life or Societies of Apostolic Life and concerning

a) delicts against the sixth commandment of the Decalogue consisting of:

i. forcing someone, by violence or threat or through abuse of authority, to perform or submit to sexual acts;

ii. performing sexual acts with a minor or a vulnerable person;

iii. the production, exhibition, possession or distribution, including by electronic means, of child pornography, as well as by the recruitment of or inducement of a minor or a vulnerable person to participate in pornographic exhibitions;

b) conduct carried out by the subjects referred to in article 6, consisting of actions or omissions intended to interfere with or avoid civil investigations or canonical investigations, whether administrative or penal, against a cleric or a religious regarding the delicts referred to in letter a) of this paragraph.

§2. For the purposes of these norms,

a) “minor” means: any person under the age of eighteen, or who is considered by law to be the equivalent of a minor;

b) “vulnerable person” means: any person in a state of infirmity, physical or mental deficiency, or deprivation of personal liberty which, in fact, even occasionally, limits their ability to understand or to want or otherwise resist the offence;

c) “child pornography” means: any representation of a minor, regardless of the means used, involved in explicit sexual activities, whether real or simulated, and any representation of sexual organs of minors for primarily sexual purposes.

Art. 2 – Reception of reports and data protection

§1. Taking into account the provisions that may be adopted by the respective Episcopal Conferences, by the Synods of the Bishops of the Patriarchal Churches and the Major Archiepiscopal Churches, or by the Councils of Hierarchs of the Metropolitan Churches sui iuris, the Dioceses or the Eparchies, individually or together, must establish within a year from the entry into force of these norms, one or more public, stable and easily accessible systems for submission of reports, even through the institution of a specific ecclesiastical office. The Dioceses and the Eparchies shall inform the Pontifical Representative of the establishment of the systems referred to in this paragraph.

§2. The information referred to in this article is protected and treated in such a way as to guarantee its safety, integrity and confidentiality pursuant to canons 471, 2° CIC and 244 §2, 2° CCEO.

§3. Except as provided for by article 3 §3, the Ordinary who received the report shall transmit it without delay to the Ordinary of the place where the events are said to have occurred, as well as to the Ordinary of the person reported, who proceed according to the law provided for the specific case.

§4. For the purposes of this title, Eparchies are equated with Dioceses and the Hierarch is equated with the Ordinary.

Art. 3 – Reporting

§1. Except as provided for by canons 1548 §2 CIC and 1229 §2 CCEO, whenever a cleric or a member of an Institute of Consecrated Life or of a Society of Apostolic Life has notice of, or well-founded motives to believe that, one of the facts referred to in article 1 has been committed, that person is obliged to report promptly the fact to the local Ordinary where the events are said to have occurred or to another Ordinary among those referred to in canons 134 CIC and 984 CCEO, except for what is established by §3 of the present article.

§2. Any person can submit a report concerning the conduct referred to in article 1, using the methods referred to in the preceding article, or by any other appropriate means.

§3. When the report concerns one of the persons indicated in article 6, it is to be addressed to the Authority identified based upon articles 8 and 9. The report can always be sent to the Holy See directly or through the Pontifical Representative.

§4. The report shall include as many particulars as possible, such as indications of time and place of the facts, of the persons involved or informed, as well as any other circumstance that may be useful in order to ensure an accurate assessment of the facts.

§5. Information can also be acquired ex officio.

Art. 4 – Protection of the person submitting the report

§1. Making a report pursuant to article 3 shall not constitute a violation of office confidentiality.

§2. Except as provided for by canons 1390 CIC and 1452 and 1454 CCEO, prejudice, retaliation or discrimination as a consequence of having submitted a report is prohibited and may constitute the conduct referred to in article 1 §1, letter b).

§3. An obligation to keep silent may not be imposed on any person with regard to the contents of his or her report.

Art. 5 – Care for persons

§1. The ecclesiastical Authorities shall commit themselves to ensuring that those who state that they have been harmed, together with their families, are to be treated with dignity and respect, and, in particular, are to be:

a) welcomed, listened to and supported, including through provision of specific services;

b) offered spiritual assistance;

c) offered medical assistance, including therapeutic and psychological assistance, as required by the specific case.

§2. The good name and the privacy of the persons involved, as well as the confidentiality of their personal data, shall be protected.

TITLE II
PROVISIONS CONCERNING BISHOPS
AND THEIR EQUIVALENTS

Art. 6 – Subjective scope of application

The procedural norms referred to in this title concern the conduct referred to in article 1, carried out by:

a) Cardinals, Patriarchs, Bishops and Legates of the Roman Pontiff;

b) clerics who are, or who have been, the pastoral heads of a particular Church or of an entity assimilated to it, Latin or Oriental, including the Personal Ordinariates, for the acts committed durante munere;

c) clerics who are or who have been in the past leaders of a Personal Prelature, for the acts committed durante munere;

d) those who are, or who have been, supreme moderators of Institutes of Consecrated Life or of Societies of Apostolic Life of Pontifical right, as well as of monasteries sui iuris, with respect to the acts committed durante munere.

Art. 7 – Competent Dicastery

§1. For the purposes of this title, “competent Dicastery” means the Congregation for the Doctrine of the Faith, regarding the delicts reserved to it by the norms in force, as well as, in all other cases and as far as their respective jurisdiction is concerned, based on the proper law of the Roman Curia:

- the Congregation for the Oriental Churches;

- the Congregation for Bishops;

- the Congregation for the Evangelization of Peoples;

- the Congregation for the Clergy;

- the Congregation for Institutes of Consecrated Life and Societies of Apostolic Life.

§2. In order to ensure the best coordination, the competent Dicastery informs the Secretariat of State, and the other Dicasteries directly concerned, of the report and the outcome of the investigation.

§3. The communications referred to in this title between the Metropolitan and the Holy See take place through the Pontifical Representative.

Art. 8 – Procedure applicable in the event of a report concerning a Bishop of the Latin Church

§1. The Authority that receives a report transmits it both to the Holy See and to the Metropolitan of the Ecclesiastical Province where the person reported is domiciled.

§2. If the report concerns the Metropolitan, or the Metropolitan See is vacant, it shall be forwarded to the Holy See, as well as to the senior suffragan Bishop by promotion, to whom, if such is the case, the following provisions regarding the Metropolitan apply.

§3. In the event that the report concerns a Papal Legate, it shall be transmitted directly to the Secretariat of State.

Art. 9 – Procedure applicable to Bishops of Eastern Catholic Churches

§1. Reports concerning a Bishop of a Patriarchal, Major Archiepiscopal or Metropolitan Church sui iuris shall be forwarded to the respective Patriarch, Major Archbishop or Metropolitan of the Church sui iuris.

§2. If the report concerns a Metropolitan of a Patriarchal or Major Archiepiscopal Church, who exercises his office within the territory of these Churches, it is forwarded to the respective Patriarch or Major Archbishop.

§3. In the preceding cases, the Authority who receives the report shall also forward it to the Holy See.

§4. If the person reported is a Bishop or a Metropolitan outside the territory of the Patriarchal, the Major Archiepiscopal or the Metropolitan Church sui iuris, the report shall be forwarded to the Holy See.

§5. In the event that the report concerns a Patriarch, a Major Archbishop, a Metropolitan of a Church sui iuris or a Bishop of the other Eastern Catholic Churches sui iuris, it shall be forwarded to the Holy See.

§6. The following provisions relating to the Metropolitan apply to the ecclesiastical Authority to which the report is to be forwarded based on this article.

Art. 10 – Initial duties of the Metropolitan

§1. Unless the report is manifestly unfounded, the Metropolitan immediately requests, from the competent Dicastery, that he be assigned to commence the investigation. If the Metropolitan considers the report manifestly unfounded, he shall so inform the Pontifical Representative.

§2. The Dicastery shall proceed without delay, and in any case within thirty days from the receipt of the first report by the Pontifical Representative or the request for the assignment by the Metropolitan, providing the appropriate instructions on how to proceed in the specific case.

Art. 11 – Entrusting the investigation to a person other than the Metropolitan

§1. If the competent Dicastery considers it appropriate to entrust the investigation to a person other than the Metropolitan, the Metropolitan is so informed. The Metropolitan delivers all relevant information and documents to the person appointed by the Dicastery.

§2. In the case referred to in the previous paragraph, the following provisions relating to the Metropolitan apply to the person charged with conducting the investigation.

Art. 12 – Carrying out the investigation

§1. Once he has been appointed by the competent Dicastery and acting in compliance with the instructions received, the Metropolitan, either personally or through one or more suitable persons:

a) collects relevant information regarding the facts;

b) accesses the information and documents necessary for the purpose of the investigation kept in the archives of ecclesiastical offices;

c) obtains the cooperation of other Ordinaries or Hierarchs whenever necessary;

d) requests information from individuals and institutions, including civil institutions, that are able to provide useful elements for the investigation.

§2. If it is necessary to hear from a minor or a vulnerable person, the Metropolitan shall adopt appropriate procedures, which take into account their status.

§3. In the event that there are well-founded motives to conclude that information or documents concerning the investigation are at risk of being removed or destroyed, the Metropolitan shall take the necessary measures for their preservation.

§4. Even when making use of other persons, the Metropolitan nevertheless remains responsible for the direction and conduct of the investigation, as well as for the timely execution of the instructions referred to in article 10 §2.

§5. The Metropolitan shall be assisted by a notary freely appointed pursuant to canons 483 §2 CIC and 253 §2 CCEO.

§6. The Metropolitan is required to act impartially and free of conflicts of interest. If he considers himself to be in a conflict of interest or is unable to maintain the necessary impartiality to guarantee the integrity of the investigation, he is obliged to recuse himself and report the circumstance to the competent Dicastery.

§7. The person under investigation enjoys the presumption of innocence.

§8. The Metropolitan, if requested by the competent Dicastery, informs the person of the investigation concerning him/her, hears his/her account of the facts and invites him/her to present a brief in defence. In such cases, the investigated person may be assisted by legal counsel.

§9. Every thirty days, the Metropolitan sends a status report on the state of the investigation to the competent Dicastery.

Art. 13 – Involvement of qualified persons

§1. In accordance with any eventual directives of the Episcopal Conference, of the Synod of Bishops or of the Council of Hierarchs regarding how to assist the Metropolitan in conducting the investigation, the Bishops of the respective Province, individually or together, may establish lists of qualified persons from which the Metropolitan may choose those most suitable to assist in the investigation, according to the needs of the individual case and, in particular, taking into account the cooperation that can be offered by the lay faithful pursuant to canons 228 CIC and 408 CCEO.

§2. The Metropolitan, however, is free to choose other equally qualified persons.

§3. Any person assisting the Metropolitan in the investigation is required to act impartially and must be free of conflicts of interest. If he considers himself to be in a conflict of interest or be unable to maintain the necessary impartiality required to guarantee the integrity of the investigation, he is obliged to recuse himself and report the circumstances to the Metropolitan.

§4. The persons assisting the Metropolitan shall take an oath to fulfil their charge properly.

Art. 14 – Duration of the investigation

§1. The investigation is to be completed within the term of ninety days or within a term otherwise provided for by the instructions referred to in article 10 §2.

§2. Where there are just reasons, the Metropolitan may request that the competent Dicastery extend the term.

Art. 15 - Precautionary measures

Should the facts or circumstances require it, the Metropolitan shall propose to the competent Dicastery the adoption of provisions or appropriate precautionary measures with regard to the person under investigation.

Art. 16 – Establishment of a fund

§1. Ecclesiastical Provinces, Episcopal Conferences, Synods of Bishops and Councils of Hierarchs may create a fund, to be established according to the norms of canons 116 and 1303 §1, 1° CIC and 1047 CCEO and administered according to the norms of canon law, whose purpose is to sustain the costs of the investigations.

§2. At the request of the appointed Metropolitan, the funds necessary for the purpose of the investigation are made available to him by the administrator of the fund; the Metropolitan remain duty-bound to present an account to the administrator at the conclusion of the investigation.

Art. 17 – Transmission of the documents and the votum

§1. Having completed the investigation, the Metropolitan shall transmit the acts to the competent Dicastery, together with his votum regarding the results of the investigation and in response to any queries contained in the instructions issued under article 10 §2.

§2. Unless there are further instructions from the competent Dicastery, the faculties of the Metropolitan cease once the investigation is completed.

§3. In compliance with the instructions of the competent Dicastery, the Metropolitan, upon request, shall inform the person who has alleged an offence, or his/her legal representatives, of the outcome of the investigation.

Art. 18 – Subsequent measures

Unless it decides to provide for a supplementary investigation, the competent Dicastery proceeds in accordance with the law provided for the specific case.

Art. 19 – Compliance with state laws

These norms apply without prejudice to the rights and obligations established in each place by state laws, particularly those concerning any reporting obligations to the competent civil authorities.

The present norms are approved ad experimentum for three years.

I establish that the present Apostolic Letter in the form of Motu Proprio be promulgated by means of publication in the Osservatore Romano, entering into force on 1 June 2019, and then published in the Acta Apostolicae Sedis.

Given in Rome, at Saint Peter’s, on 7 May 2019, the seventh year of my Pontificate.

FRANCISCUS PP.

[00804-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

APOSTOLISCHES SCHREIBEN

IN FORM EINES MOTU PROPRIO

Vos estis lux mundi

VON PAPST FRANZISKUS

»Ihr seid das Licht der Welt. Eine Stadt, die auf einem Berg liegt, kann nicht verborgen bleiben« (Mt 5,14). Unser Herr Jesus Christus ruft jeden Gläubigen, ein leuchtendes Vorbild an Tugend, Integrität und Heiligkeit zu sein. Wir alle sind nämlich berufen, in unserem Leben und insbesondere in unserer Beziehung zum Nächsten konkretes Zeugnis für den Glauben an Christus zu geben.

Die Verbrechen sexuellen Missbrauchs beleidigen unseren Herrn, verursachen physische, psychische und spirituelle Schäden bei den Opfern und verletzten die Gemeinschaft der Gläubigen. Damit solche Phänomene in all ihren Formen nicht mehr geschehen, braucht es eine ständige und tiefe Umkehr der Herzen, die durch konkrete und wirksame Handlungen bezeugt wird; diese beziehen alle in der Kirche mit ein, sodass die persönliche Heiligkeit und der moralische Einsatz dazu beitragen können, die volle Glaubwürdigkeit der Verkündigung des Evangeliums und die Wirksamkeit der Sendung der Kirche zu fördern. Dies wird nur mit der Gnade des Heiligen Geistes, der in die Herzen ausgegossen ist, möglich, denn wir müssen immer des Wortes Jesu eingedenk sein: »Getrennt von mir könnt ihr nichts vollbringen« (Joh 15,5). Auch wenn schon vieles getan wurde, müssen wir weiter aus den bitteren Lektionen der Vergangenheit lernen, um hoffnungsvoll in die Zukunft zu blicken.

Diese Verantwortung fällt in erster Linie auf die Nachfolger der Apostel, denen Gott die pastorale Leitung seine Volkes anvertraut hat, und fordert von ihnen den Einsatz, den Spuren des Göttlichen Meisters nahe zu folgen. Aufgrund ihres Dienstamtes nämlich leiten sie »die ihnen zugewiesenen Teilkirchen als Stellvertreter und Gesandte Christi durch Rat, Zuspruch, Beispiel, aber auch in Autorität und heiliger Vollmacht, die sie indes allein zum Aufbau ihrer Herde in Wahrheit und Heiligkeit gebrauchen, eingedenk, dass der Größere werden soll wie der Geringere und der Vorsteher wie der Diener« (Zweites Vatikanisches Konzil, Dogmatische Konstitution Lumen gentium, 27). Was die Nachfolger der Apostel dringender betrifft, geht auch alle an, die auf verschiedene Weise Dienste in der Kirche übernehmen, die evangelischen Räte leben oder gerufen sind, dem christlichen Volk zu dienen. Daher ist es gut, auf universalkirchlicher Ebene Verfahrensweisen anzuwenden, um diesen Straftaten, die das Vertrauen der Gläubigen verraten, vorzubeugen und entgegenzuwirken.

Mein Wunsch ist es, dass dieser Einsatz in völlig kirchlicher Weise ausgeführt wird und demnach Ausdruck der Gemeinschaft ist, die uns vereint, im gegenseitigen und offenen Hören auf die Beiträge derer, denen dieser Prozess der Umkehr am Herzen liegt.

Deshalb verfüge ich:

TITEL 1
ALLGEMEINE BESTIMMUNGEN

Art. 1 – Anwendungsbereich

§1. Die vorliegenden Normen finden Anwendung im Fall von Meldungen in Bezug auf Kleriker oder auf Angehörige von Instituten des geweihten Lebens oder Gesellschaften des apostolischen Lebens, die Folgendes betreffen:

a) Straftaten gegen das sechste Gebot des Dekalogs, nämlich:

i. unter Gewalt oder Drohung oder durch Amtsmissbrauch erfolgter Zwang, sexuelle Handlungen zu vollziehen oder zu erleiden;

ii. der Vollzug sexueller Handlungen mit einer minderjährigen oder mit einer schutzbedürftigen Person;

iii. die Herstellung, die Darbietung, der Besitz oder die Verbreitung von kinderpornographischem Material auch auf telematischem Weg sowie die Anwerbung oder Verleitung einer minderjährigen oder schutzbedürftigen Person, an pornographischen Darbietungen teilzunehmen.

b) die Verhaltensweisen, die von den in Artikel 6 genannten Personen verwirklicht werden und in Handlungen oder Unterlassungen bestehen, die darauf gerichtet sind, die zivilen Untersuchungen oder kirchenrechtlichen Untersuchungen verwaltungsmäßiger oder strafrechtlicher Natur gegenüber einem Kleriker oder einer Ordensperson bezüglich der unter dem Buchstaben a) dieses Paragraphen genannten Vergehen zu beeinflussen oder zu umgehen.

§2. Bezüglich der vorliegenden Normen versteht man unter:

a) »minderjährig«: jede Person, die das 18. Lebensjahr noch nicht vollendet hat oder ihr vom Gesetz gleichgestellt wird;

b) »schutzbedürftige Person«: jede Person im Zustand von Krankheit, von physischer oder psychischer Beeinträchtigung oder von Freiheitsentzug, wodurch faktisch, auch gelegentlich, ihre Fähigkeit zu verstehen und zu wollen eingeschränkt ist, zumindest aber die Fähigkeit, der Schädigung Widerstand zu leisten.

c) »kinderpornographisches Material«: jede Darstellung einer minderjährigen Person, die unabhängig vom verwendeten Mittel in explizite sexuelle Handlungen, seien sie real oder simuliert, verwickelt ist, oder jede Darstellung der Geschlechtsorgane von Minderjährigen zu vorwiegend sexuellen Zwecken.

Art. 2 – Annahme der Meldungen und Datenschutz

§1. Unter Berücksichtigung der Weisungen, die eventuell von den jeweiligen Bischofskonferenzen, Synoden der Bischöfe der Patriarchatskirchen und der großerzbischöflichen Kirchen oder von den Hierarchenräten der Metropolitankirchen sui iuris in Kraft gesetzt wurden, müssen die Diözesen oder Eparchien – einzeln oder gemeinsam – innerhalb eines Jahres nach Inkrafttreten der vorliegenden Normen ein oder mehrere feste Systeme bestimmen, die der Öffentlichkeit leicht zugänglich sind, um Meldungen einzureichen. Dies kann auch durch die Errichtung einer eigenen kirchlichen Behörde geschehen. Die Diözesen und Eparchien informieren den Päpstlichen Vertreter über die Einrichtung der in diesem Paragraphen genannten Systeme.

§2. Die Informationen, von denen in diesem Artikel die Rede ist, werden so geschützt und behandelt, dass die Sicherheit, die Unversehrtheit und die Vertraulichkeit gemäß can. 471, 2° CIC und can. 244 §2, 2 CCEO gewährleistet ist.

§3. Vorbehaltlich der Bestimmung in Artikel 3 §3 leitet der Ordinarius, der die Meldung erhalten hat, diese unverzüglich an den Ordinarius des Ortes, wo die Taten stattgefunden haben sollen, sowie an den eigenen Ordinarius der angezeigten Person weiter. Beide werden nach Maßgabe des Rechts entsprechend dem, was für den spezifischen Fall vorgesehen ist, vorgehen.

§4. Im Sinne dieses Titels sind die Eparchien den Diözesen gleichgestellt und der Hierarch dem Ordinarius.

Art. 3 – Meldung

§1. Vorbehaltlich der in can. 1548 §2 CIC und can. 1229 §2 CCEO vorgesehenen Fälle hat ein Kleriker oder ein Angehöriger eines Instituts des geweihten Lebens oder einer Gesellschaft des apostolischen Lebens jedes Mal, wenn er Nachricht darüber hat oder triftige Gründe zur Annahme hat, dass eine der Taten nach Artikel 1 begangen wurde, die Pflicht, die Tatsache beizeiten dem Ordinarius des Ortes, wo die Taten stattgefunden haben sollen, oder einem anderen Ordinarius gemäß can. 134 CIC und can. 984 CCEO zu melden, unter Vorbehalt der Bestimmung des §3 dieses Artikels.

§2. Jeder kann eine Meldung machen im Hinblick auf die Verhaltensweisen nach Artikel 1, indem er von den Bestimmungen nach dem voranstehenden Artikel oder von jeder anderen geeigneten Art und Weise Gebrauch macht.

§3. Wenn die Meldung eine der in Artikel 6 genannten Personen betrifft, wird diese der Autorität gemacht, die auf Grundlage der Artikel 8 und 9 festgestellt wurde. Die Meldung kann immer direkt oder über den Päpstlichen Vertreter an den Heiligen Stuhl gerichtet werden.

§4. Die Meldung enthält möglichst alle erforderlichen Umstände, wie Angaben zu Zeit und Ort der Taten, der beteiligten oder informierten Personen, sowie jede andere Gegebenheit, die hilfreich sein kann, um eine genaue Beurteilung der Taten zu gewährleisten.

§5. Die Nachrichten können auch ex officio erworben worden sein.

Art. 4 – Schutz dessen, der die Meldung macht

§1. Die Tatsache, eine Meldung gemäß Art. 3 zu erstatten, stellt keine Verletzung des Amtsgeheimnisses dar.

§2. Unbeschadet dessen, was in can. 1390 CIC und cann. 1452 und 1454 CCEO vorgesehen ist, sind Beeinträchtigungen, Vergeltung oder Diskriminierungen aufgrund der Tatsache, Meldung gemacht zu haben, verboten und können die Verhaltensweisen nach Artikel 1 §1, Buchstabe b) ergänzen.

§3. Wer eine Meldung erstattet, dem kann kein Schweigegebot hinsichtlich ihres Inhalts auferlegt werden.

Art. 5 – Sorge für die Personen

§1. Die kirchlichen Autoritäten setzen sich dafür ein, dass diejenigen, die sagen, verletzt worden zu sein, zusammen mit ihren Familien mit Würde und Respekt behandelt werden; sie bieten ihnen im Besonderen:

a) Annahme, Gehör und Begleitung, auch mittels spezifischer Dienste;

b) spirituelle Betreuung;

c) medizinische, therapeutische und psychologische Betreuung entsprechend dem spezifischen Fall;

§2. Das Bild und die Privatsphäre der betroffenen Personen sind genauso geschützt wie die Vertraulichkeit der persönlichen Daten.

TITEL 2
BESTIMMUNGEN HINSICHTLICH DER BISCHÖFE
UND GLEICHGESTELLTEN

Art. 6 – Subjektsbezogener Anwendungsbereich

Die Verfahrensnormen des vorliegenden Titels betreffen die unter Artikel 1 aufgeführten Verhaltensweisen folgender Personen:

a) Kardinäle, Patriarchen, Bischöfe und Gesandte des Papstes;

b) Kleriker, die die pastorale Leitung einer Teilkirche oder einer ihr gleichgestellten lateinischen oder ostkirchlichen Struktur, einschließlich der der Personalordinariate, innehaben oder innehatten, für während der Amtszeit (durante munere) begangene Taten;

c) Kleriker, die die pastorale Leitung einer Personalprälatur innehatten oder innehaben, für während der Amtszeit (durante munere) begangene Taten;

d) diejenigen, die oberste Leiter (moderator supremus) von Instituten des geweihten Lebens oder Gesellschaften des apostolischen Lebens päpstlichen Rechts wie auch von Klöstern sui iuris sind oder waren, für während der Amtszeit (durante munere) begangene Taten.

Art. 7 – Zuständiges Dikasterium

§1. Im Sinne des vorliegenden Titels sind unter »zuständiges Dikasterium« die Kongregation für die Glaubenslehre hinsichtlich der ihr von den geltenden Normen reservierten Straftaten zu verstehen. Hinzu kommen in allen anderen Fällen, je nach Zuständigkeit aufgrund des Eigenrechts der Römischen Kurie:

- die Kongregation für die Ostkirchen;

- die Kongregation für die Bischöfe;

- die Kongregation für die Evangelisierung der Völker;

- die Kongregation für den Klerus;

- die Kongregation für die Institute des geweihten Lebens und die Gesellschaften des apostolischen Lebens.

§2. Zur Gewährleistung der besseren Abstimmung informiert das zuständige Dikasterium über die Meldung und den Ausgang der Untersuchung das Staatssekretariat und die anderen unmittelbar betroffenen Dikasterien.

§3. Die in diesem Titel erwähnten Mitteilungen zwischen Metropoliten und dem Heiligen Stuhl erfolgen über den Päpstlichen Vertreter.

Art. 8 – Verfahren, das im Fall einer Meldung über einen Bischof der Lateinischen Kirche anzuwenden ist

§1. Die Autorität, die eine Meldung erhält, leitet diese sowohl an den Heiligen Stuhl als auch an den Metropoliten der Kirchenprovinz weiter, in der die gemeldete Person ihren Wohnsitz hat.

§2. Wenn die Meldung den Metropoliten betreffen oder der Metropolitansitz vakant sein sollte, wird diese sowohl an den Heiligen Stuhl als auch an den dienstältesten Suffraganbischof weitergeleitet, für den in diesem Fall die folgenden Bestimmungen hinsichtlich des Metropoliten anzuwenden sind.

§3. Falls die Meldung einen Päpstlichen Gesandten betrifft, wird diese direkt dem Staatssekretariat übermittelt.

Art. 9 – Verfahren, das gegenüber Bischöfen der Ostkirchen anzuwenden ist

§1. Im Fall von Meldungen über einen Bischof einer Patriarchatskirche, einer großerzbischöflichen Kirche oder einer Metropolitankirche sui iuris werden diese an den jeweiligen Patriarchen, Großerzbischof oder Metropoliten der Kirche sui iuris weitergeleitet.

§2. Falls die Meldung einen Metropoliten einer Patriarchatskirche oder großerzbischöflichen Kirche betrifft, der sein Amt innerhalb des Territoriums dieser Kirchen ausübt, wird diese an den jeweiligen Patriarchen oder Großerzbischof weitergeleitet.

§3. In den oben genannten Fällen leitet die Autorität, die die Meldung erhalten hat, diese auch an den Heiligen Stuhl weiter.

§4. Falls die gemeldete Person ein Bischof oder Metropolit außerhalb des Territoriums der Patriarchatskirche, der großerzbischöflichen Kirche oder Metropolitankirche sui iuris sein sollte, wird die Meldung an den Heiligen Stuhl weitergeleitet.

§5. Falls die Meldung einen Patriarchen, einen Großerzbischof oder einen Metropoliten einer Kirche sui iuris oder einen Bischof der anderen Ostkirchen sui iuris betrifft, wird diese an den Heiligen Stuhl weitergeleitet.

§6. Die folgenden Bestimmungen bezüglich des Metropoliten finden Anwendungen auf die kirchliche Autorität, an die die Meldung auf Grundlage des vorliegenden Artikels ergeht.

Art. 10 – Anfängliche Pflichten des Metropoliten

§1. Ausgenommen den Fall, dass die Meldung offenkundig haltlos ist, bittet der Metropolit das zuständige Dikasterium umgehend um den Auftrag, die Untersuchung einzuleiten. Sofern der Metropolit die Meldung für offenkundig haltlos erachtet, informiert er den Päpstlichen Vertreter darüber.

§2. Das Dikasterium trifft unverzüglich Vorkehrungen, jedenfalls innerhalb von dreißig Tagen nach Erhalt der ersten Meldung seitens des Päpstlichen Vertreters oder der Bitte um Beauftragung seitens des Metropoliten, indem es angemessene Anweisungen bezüglich der Vorgehensweise im konkreten Fall gibt.

Art. 11 – Übertragung der Untersuchung an eine andere Person als den Metropoliten

§1. Sollte das zuständige Dikasterium es für angebracht halten, die Untersuchung einer anderen Person als dem Metropoliten zu übertragen, so wird dieser informiert. Der Metropolit übergibt alle relevanten Informationen und Dokumente an die vom Dikasterium beauftrage Person.

§2. In dem im vorhergehenden Paragraphen behandelten Fall sind die folgenden Bestimmungen bezüglich des Metropoliten auf die mit der Durchführung der Untersuchung beauftragten Person anzuwenden.

Art. 12 – Durchführung der Untersuchung

§1. Nach Erhalt des Auftrags durch das zuständige Dikasterium und unter Beachtung der erhaltenen Anweisungen wird der Metropolit persönlich oder mittels einer oder mehrerer geeigneter Personen:

a) die bezüglich der Taten relevanten Informationen sammeln;

b) die für die Untersuchung notwendigen Informationen und Dokumente, die in den Archiven der kirchlichen Behörden aufbewahrt sind, einsehen;

c) die Mitarbeit anderer Ordinarien oder Hierarchen, wo erforderlich, erhalten;

d) die Personen und Einrichtungen, auch auf ziviler Seite, die für die Untersuchung nützliche Informationen liefern können, um Auskunft bitten.

§2 Wenn es erforderlich sein sollte, eine minderjährige oder schutzbedürftige Person anzuhören, wird der Metropolit dies auf eine angemessene Art und Weise tun, die deren Lage Rechnung trägt.

§3. Falls es triftige Gründe zur Annahme gibt, dass die Untersuchung betreffende Informationen oder Dokumente unterschlagen oder vernichtet werden könnten, trifft der Metropolit die für ihre Bewahrung notwendigen Maßnahmen.

§4. Auch wenn er auf andere Personen zurückgreift, bleibt der Metropolit dennoch für die Leitung und Durchführung der Untersuchungen wie auch für den genauen Vollzug der im Artikel 10 §2 enthaltenen Anweisungen verantwortlich.

§5. Dem Metropoliten steht ein gemäß can. 483 §2 CIC und can. 253 §2 CCEO frei gewählter Notar zur Seite.

§6. Der Metropolit ist gehalten, unparteiisch und frei von Interessenskonflikten zu handeln. Falls er meint, sich in einem Interessenskonflikt zu befinden oder nicht imstande zu sein, die notwendige Unparteilichkeit zur Gewährleistung der Integrität der Untersuchung zu bewahren, ist er verpflichtet, sich zu enthalten und den Umstand dem zuständigen Dikasterium zu melden.

§7. Für die Person, gegen die ermittelt wird, gilt die Unschuldsvermutung.

§8. Sofern es vom zuständigen Dikasterium gefordert wurde, informiert der Metropolit die Person über die Untersuchung zu ihren Lasten, hört sie hinsichtlich der Tatsachen an und lädt sie dazu sein, einen Schriftsatz zur Verteidigung einzureichen. In diesen Fällen kann die Person, gegen die ermittelt wird, von einem Prokurator Gebrauch machen.

§9. Alle dreißig Tage übermittelt der Metropolit dem zuständigen Dikasterium ein Informationsschreiben über den Stand der Untersuchungen.

Art 13. – Einbeziehung qualifizierter Personen

§1. In Übereinstimmung mit den allfälligen Leitlinien der Bischofskonferenz, der Synode der Bischöfe oder des Hierarchenrats über die Art und Weise, dem Metropoliten bei seinen Untersuchungen zu helfen, können die Bischöfe der jeweiligen Provinz einzeln oder gemeinsam Verzeichnisse qualifizierter Personen erstellen, aus denen der Metropolit die geeignetsten auswählen kann, um ihm, den Erfordernissen des Falls entsprechend, in der Untersuchung zu unterstützen, insbesondere unter Beachtung der Mitwirkung, die gemäß can. 228 CIC und can. 408 CCEO von Laien geleistet werden kann.

§2. Dem Metropoliten steht es in jedem Fall frei, andere gleichermaßen qualifizierte Personen zu wählen.

§3. Jeder, der den Metropoliten in der Untersuchung unterstützt, ist gehalten, unparteiisch und frei von Interessenskonflikten zu handeln. Falls er meint, sich in einem Interessenskonflikt zu befinden oder nicht imstande zu sein, die notwendige Unparteilichkeit zur Gewährleistung der Integrität der Untersuchung zu bewahren, ist er verpflichtet, sich zu enthalten und den Umstand dem Metropoliten zu melden.

§4. Die Personen, die den Metropoliten unterstützen, leisten den Eid, den Auftrag angemessen und treu zu erfüllen.

Art. 14 – Dauer der Untersuchung

§1. Die Untersuchungen müssen innerhalb der Frist von neunzig Tagen oder innerhalb der in den Anweisungen von Artikel 10 §2 angegebenen Frist abgeschlossen werden.

§2. Bei Vorliegen gerechter Gründe kann der Metropolit das zuständige Dikasterium um Fristverlängerung bitten.

Art. 15 – Vorbeugende Maßnahmen

Falls die Tatsachen oder die Umstände es erfordern, schlägt der Metropolit dem zuständigen Dikasterium die Anwendung von vorbeugenden Vorkehrungen oder Maßnahmen vor, die gegenüber der Person, gegen die ermittelt wird, angemessen sind.

Art. 16 – Einrichtung eines Fonds

§1. Die Kirchenprovinzen, die Bischofskonferenzen, die Synoden der Bischöfe und die Hierarchenräte können einen Fond einrichten, der für die Bestreitung der Untersuchungskosten bestimmt ist. Dieser wird nach Vorschrift der cann. 116 und 1303 §1, 1° CIC und des can. 1047 CCEO eingerichtet und entsprechend den Normen des kanonischen Rechts verwaltet.

§2. Auf Antrag des beauftragten Metropoliten werden ihm die für die Untersuchung notwendigen Summen vom Verwalter des Fonds zur Verfügung gestellt, unbeschadet der Verpflichtung, ihm eine Rechnungslegung beim Abschluss der Untersuchung vorzulegen.

Art. 17 – Übermittlung der Akten und des Votums

§1. Nach Beendigung der Untersuchung übermittelt der Metropolit dem zuständigen Dikasterium die Akten zusammen mit seinem Votum über die Untersuchungsergebnisse und als Antwort auf die allenfalls ergangenen Anweisungen gemäß Art. 10 §2.

§2. Unbeschadet anschließender Anweisungen des zuständigen Dikasteriums erlöschen die Vollmachten des Metropoliten mit der Beendigung der Untersuchung.

§3. Unter Beachtung der Anweisungen des zuständigen Dikasteriums informiert der Metropolit die Person, die angibt, geschädigt worden zu sein, oder ihre gesetzlichen Vertreter auf Anfrage über den Ausgang der Untersuchung.

Art. 18 – Anschließende Maßnahmen

Das zuständige Dikasterium verfährt nach Maßgabe des Rechts entsprechend dem, was für den spezifischen Fall vorgesehen ist, außer es verfügt eine zusätzliche Untersuchung.

Art. 19 – Einhaltung der staatlichen Gesetze

Die vorliegenden Normen finden Anwendung, ohne die jeweils von den staatlichen Gesetzen festgelegten Rechte und Pflichten zu beeinträchtigen, insbesondere diejenigen in Bezug auf allfällige Meldepflichten an die zuständigen zivilen Behörden.

Die vorliegenden Normen sind für drei Jahre ad experimentum approbiert.

Ich lege fest, dass das vorliegende Apostolische Schreiben in Form eines Motu proprio durch Veröffentlichung im L’Osservatore Romano promulgiert wird, am 1. Juni 2019 in Kraft tritt und dann in den Acta Apostolicae Sedis publiziert wird.

Gegeben zu Rom, bei Sankt Peter, am 7. Mai 2019, dem siebten des Pontifikats.

FRANCISCUS PP.

[00804-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

CARTA APOSTÓLICA
EN FORMA DE MOTU PROPRIO

“Vos estis lux mundi”

DEL SUMO PONTÍFICE
FRANCISCO

«Vosotros sois la luz del mundo. No se puede ocultar una ciudad puesta en lo alto de un monte» (Mt 5,14). Nuestro Señor Jesucristo llama a todos los fieles a ser un ejemplo luminoso de virtud, integridad y santidad. De hecho, todos estamos llamados a dar testimonio concreto de la fe en Cristo en nuestra vida y, en particular, en nuestra relación con el prójimo.

Los delitos de abuso sexual ofenden a Nuestro Señor, causan daños físicos, psicológicos y espirituales a las víctimas, y perjudican a la comunidad de los fieles. Para que estos casos, en todas sus formas, no ocurran más, se necesita una continua y profunda conversión de los corazones, acompañada de acciones concretas y eficaces que involucren a todos en la Iglesia, de modo que la santidad personal y el compromiso moral contribuyan a promover la plena credibilidad del anuncio evangélico y la eficacia de la misión de la Iglesia. Esto sólo será posible con la gracia del Espíritu Santo derramado en los corazones, porque debemos tener siempre presentes las palabras de Jesús: «Sin mí no podéis hacer nada» (Jn 15,5). Aunque ya se ha hecho mucho, debemos seguir aprendiendo de las amargas lecciones del pasado, para mirar hacia el futuro con esperanza.

Esta responsabilidad recae, en primer lugar, sobre los sucesores de los Apóstoles, elegidos por Dios para la guía pastoral de su Pueblo, y exige de ellos el compromiso de seguir de cerca las huellas del Divino Maestro. En efecto, ellos, por razón de su ministerio, «como vicarios y legados de Cristo, gobiernan las Iglesias particulares que se les han confiado, no sólo con sus proyectos, con sus consejos y con sus ejemplos, sino también con su autoridad y potestad sagrada, que ejercen, sin embargo, únicamente para construir su rebaño en la verdad y santidad, recordando que el mayor ha de hacerse como el menor y el superior como el servidor» (Conc. Ecum. Vat. II, Const. Lumen gentium, 27). Lo que compete a los sucesores de los Apóstoles de una manera más estricta, concierne también a todos aquellos que, en diversos modos, realizan ministerios en la Iglesia, profesan los consejos evangélicos o están llamados a servir al pueblo cristiano. Por tanto, es bueno que se adopten a nivel universal procedimientos dirigidos a prevenir y combatir estos crímenes que traicionan la confianza de los fieles.

Deseo que este compromiso se implemente de manera plenamente eclesial, y que sea una expresión de la comunión que nos mantiene unidos, mediante la escucha recíproca, y abiertos a las aportaciones de todos los que están profundamente interesados en este camino de conversión.

Por tanto, dispongo:

TÍTULO I
DISPOSICIONES GENERALES

Art. 1 - Ámbito de aplicación

§1. Las presentes normas se aplican en el caso de informes relativos a clérigos o miembros de Institutos de vida consagrada o Sociedades de vida apostólica con relación a:

a) delitos contra el sexto mandamiento del Decálogo que consistan en:

i. obligar a alguien, con violencia o amenaza o mediante abuso de autoridad, a realizar o sufrir actos sexuales;

ii. realizar actos sexuales con un menor o con una persona vulnerable;

iii. producir, exhibir, poseer o distribuir, incluso por vía telemática, material pornográfico infantil, así como recluir o inducir a un menor o a una persona vulnerable a participar en exhibiciones pornográficas;

b) conductas llevadas a cabo por los sujetos a los que se refiere el artículo 6, que consisten en acciones u omisiones dirigidas a interferir o eludir investigaciones civiles o investigaciones canónicas, administrativas o penales, contra un clérigo o un religioso con respecto a delitos señalados en la letra a) de este parágrafo.

§2. A los efectos de las presentes normas, se entiende por:

a) «menor»: cualquier persona con una edad inferior a dieciocho años o legalmente equiparada a ella;

b) «persona vulnerable»: cualquier persona en estado de enfermedad, de deficiencia física o psicológica, o de privación de la libertad personal que, de hecho, limite incluso ocasionalmente su capacidad de entender o de querer o, en cualquier caso, de resistir a la ofensa;

c) «material pornográfico infantil»: cualquier representación de un menor, independientemente de los medios utilizados, involucrado en actividades sexuales explícitas, reales o simuladas, y cualquier representación de órganos sexuales de menores con fines predominantemente sexuales.

Art. 2 - Recepción de los informes y protección de datos

§1. Teniendo en cuenta las indicaciones eventualmente adoptadas por las respectivas Conferencias Episcopales, por los Sínodos de los Obispos de las Iglesias Patriarcales y de las Iglesias Arzobispales Mayores, o por los Consejos de los Jerarcas de las Iglesias Metropolitanas sui iuris, las Diócesis o las Eparquías, individual o conjuntamente, deben establecer, dentro de un año a partir de la entrada en vigor de las presentes normas, uno o más sistemas estables y fácilmente accesibles al público para presentar los informes, incluyendo eventualmente a través de la creación de un oficio eclesiástico específico. Las Diócesis y las Eparquías informen al Representante Pontificio sobre la institución de los sistemas a los que se refiere el presente parágrafo.

§2. Las informaciones a las que se hace referencia en este artículo tienen que estar protegidas y ser tratadas de modo que se garantice su seguridad, integridad y confidencialidad, en conformidad con los cánones 471, 2° CIC y 244 §2, 2° CCEO.

§3. Con excepción de lo establecido en el artículo 3 §3, el Ordinario que ha recibido el informe lo transmitirá sin demora al Ordinario del lugar donde habrían tenido lugar los hechos, así como al Ordinario propio de la persona señalada, quienes procederán en conformidad con el Derecho de acuerdo con lo previsto para el caso específico.

§4. A los efectos del presente título, las Eparquías se equiparan a las Diócesis y el Jerarca se equipara al Ordinario.

Art. 3 – Informe

§1. Excepto en los casos previstos en los cánones 1548 §2 CIC y 1229 §2 CCEO, cada vez que un clérigo o un miembro de un Instituto de vida consagrada o de una Sociedad de vida apostólica tenga noticia o motivos fundados para creer que se ha cometido alguno de los hechos mencionados en el artículo 1, tiene la obligación de informar del mismo, sin demora, al Ordinario del lugar donde habrían ocurrido los hechos o a otro Ordinario de entre los mencionados en los cánones 134 CIC y 984 CCEO, sin perjuicio de lo establecido en el §3 del presente artículo.

§2. Cualquier persona puede presentar un informe sobre las conductas mencionadas en el artículo 1, utilizando los procedimientos indicados en el artículo anterior o cualquier otro modo adecuado.

§3. Cuando el informe se refiere a una de las personas indicadas en el artículo 6, ha de ser dirigido a la Autoridad correspondiente según los artículos 8 y 9. En todo caso, el informe siempre se puede enviar a la Santa Sede, directamente o a través del Representante Pontificio.

§4. El informe recoge los elementos de la forma más detallada posible, como indicaciones del tiempo y lugar de los hechos, de las personas involucradas o con conocimiento de los mismos, así como cualquier otra circunstancia que pueda ser útil para asegurar una valoración precisa de los hechos.

§5. Las noticias también pueden obtenerse ex officio.

Art. 4 - Protección de la persona que presenta el informe

§1. El hecho de presentar un informe en conformidad con el artículo 3 no constituye una violación del secreto de oficio.

§2. A excepción de lo establecido en el canon 1390 CIC y en los cánones 1452 y 1454 CCEO, los prejuicios, represalias o discriminaciones por haber presentado un informe están prohibidos y podrían incurrir en la conducta mencionada en el artículo 1 §1, letra b).

§3. Al que hace un informe no se le puede imponer alguna obligación de guardar silencio con respecto al contenido del mismo.

Art. 5 – Solicitud hacia las personas

§1. Las autoridades eclesiásticas se han de comprometer con quienes afirman haber sido afectados, junto con sus familias, para que sean tratados con dignidad y respeto, y han de ofrecerles, en particular:

a) acogida, escucha y seguimiento, incluso mediante servicios específicos;

b) atención espiritual;

c) asistencia médica, terapéutica y psicológica, según sea el caso.

§2. La imagen y la esfera privada de las personas implicadas, así como la confidencialidad de sus datos personales, han de estar protegidas.

TÍTULO II
DISPOSICIONES RELATIVAS
A LOS OBISPOS Y LOS EQUIPARADOS A ELLOS

Art. 6 - Ámbito subjetivo de aplicación

Las normas procesales contenidas en el presente título se refieren a las conductas recogidas en el artículo 1, cometidas por:

a) Cardenales, Patriarcas, Obispos y Legados del Romano Pontífice;

b) clérigos que están o que han estado encargados del gobierno pastoral de una Iglesia particular o de una entidad a ella asimilada, latina u oriental, incluidos los Ordinariatos personales, por los hechos cometidos durante munere;

c) clérigos que están o que han estado encargados del gobierno pastoral de una Prelatura personal, por los hechos cometidos durante munere;

d) aquellos que son o que han sido Moderadores supremos de Institutos de vida consagrada o de Sociedades de vida apostólica de derecho pontificio, así como de los Monasterios sui iuris, por los hechos cometidos durante munere.

Art. 7 - Dicasterio competente

§1. A los efectos de este título, por «Dicasterio competente» se entiende la Congregación para la Doctrina de la Fe, en relación a los delitos reservados a ella por las normas vigentes, como también en todos los demás casos y en lo que concierne a su competencia respectiva en base a la ley propia de la Curia Romana:

- la Congregación para las Iglesias Orientales;

- la Congregación para los Obispos;

- la Congregación para la Evangelización de los Pueblos;

- la Congregación para el Clero;

- la Congregación para los Institutos de vida consagrada y las Sociedades de vida apostólica.

§2. Para asegurar la mejor coordinación posible, el Dicasterio competente referirá acerca del informe y sobre el resultado de la investigación a la Secretaría de Estado y a los otros Dicasterios directamente interesados.

§3. Las comunicaciones a las que se hace referencia en este título entre el Metropolitano y la Santa Sede se realizan a través del Representante Pontificio.

Art. 8 - Procedimiento aplicable en el caso de un informe sobre un Obispo de la Iglesia Latina

§1. La Autoridad que recibe un informe lo transmite tanto a la Santa Sede como al Metropolitano de la Provincia eclesiástica en la que está domiciliada la persona señalada.

§2. Si el informe se refiere al Metropolitano o si la Sede Metropolitana está vacante, se envía tanto a la Santa Sede, como al Obispo sufragáneo con mayor antigüedad en el cargo a quien, en este caso, se aplican las disposiciones siguientes relativas al Metropolitano.

§3. Cuando el informe se refiera a un Legado Pontificio, se transmite directamente a la Secretaría de Estado.

Art. 9 - Procedimiento aplicable a los Obispos de las Iglesias Orientales

§1. En el caso de informes referidos a un Obispo de una Iglesia Patriarcal, Arzobispal Mayor o Metropolitana sui iuris, se envían al respectivo Patriarca, Arzobispo Mayor o Metropolitano de la Iglesia sui iuris.

§2. Si el informe se refiere a un Metropolitano de una Iglesia Patriarcal o Arzobispal Mayor, que ejerce su oficio en el territorio de esas Iglesias, se envía al respectivo Patriarca o Arzobispo Mayor.

§3. En los casos precedentes, la Autoridad que ha recibido el informe lo remite también a la Santa Sede.

§4. Si la persona señalada es un Obispo o un Metropolitano que ejerce su oficio fuera del territorio de la Iglesia Patriarcal, Arzobispal Mayor o Metropolitana sui iuris, el informe se envía a la Santa Sede.

§5. En el caso de que el informe se refiera a un Patriarca, un Arzobispo Mayor, un Metropolitano de una Iglesia sui iuris o un Obispo de otras Iglesias Orientales sui iuris, se remite a la Santa Sede.

§6. Las siguientes disposiciones relativas al Metropolitano se aplican a la Autoridad eclesiástica a la que se envía el informe en base al presente artículo.

Art. 10 - Obligaciones iniciales del Metropolitano

§1. Excepto que el informe sea manifiestamente infundado, el Metropolitano solicita de inmediato al Dicasterio competente el encargo de iniciar la investigación. Si el Metropolitano considera que el informe es manifiestamente infundado, lo comunica al Representante Pontificio.

§2. El Dicasterio procederá sin demora y, en cualquier caso, dentro de los treinta días posteriores a la recepción del primer informe por parte del Representante Pontificio o de la solicitud del encargo por parte del Metropolitano, proporcionando las instrucciones oportunas sobre cómo proceder en el caso concreto.

Art. 11 – Encargo de la investigación a una persona distinta del Metropolitano

§1. Si el Dicasterio competente considera oportuno encargar la investigación a una persona distinta del Metropolitano, este será informado. El Metropolitano entrega toda la información y los documentos relevantes a la persona encargada por el Dicasterio.

§2. En el caso mencionado en el parágrafo precedente, las siguientes disposiciones relativas al Metropolitano se aplican a la persona encargada de realizar la investigación.

Art. 12 – Desarrollo de la investigación

§1. El Metropolitano, una vez que ha obtenido el encargo del Dicasterio competente y respetando las instrucciones recibidas, personalmente o por medio de una o más personas idóneas:

a) recoge la información relevante sobre los hechos;

b) accede a la información y a los documentos necesarios para la investigación guardados en los archivos de las oficinas eclesiásticas;

c) obtiene la colaboración de otros Ordinarios o Jerarcas, cuando sea necesario;

d) solicita información a las personas y a las instituciones, incluso civiles, que puedan proporcionar elementos útiles para la investigación.

§2. Si es necesario escuchar a un menor o a una persona vulnerable, el Metropolitano adopta una modalidad adecuada que tenga en cuenta su estado.

§3. En el caso de que existan motivos fundados para considerar que información o documentos relativos a la investigación puedan ser sustraídos o destruidos, el Metropolitano adoptará las medidas necesarias para su custodia.

§4. Incluso cuando se valga de otras personas, el Metropolitano sigue siendo responsable, en todo caso, de la dirección y del desarrollo de la investigación, así como de la puntual ejecución de las instrucciones mencionadas en el artículo 10 §2.

§5. El Metropolitano está asistido por un notario elegido libremente a tenor de los cánones 483 §2 CIC y 253 §2 CCEO.

§6. El Metropolitano debe actuar con imparcialidad y libre de conflictos de intereses. Si considera que se encuentra en una situación de conflicto de intereses o que no es capaz de mantener la necesaria imparcialidad para garantizar la integridad de la investigación, está obligado a abstenerse y a informar de dicha circunstancia al Dicasterio competente.

§7. A la persona investigada se le reconoce la presunción de inocencia.

§8. El Metropolitano, si así lo solicita el Dicasterio competente, ha de informar a la persona acerca de la investigación en su contra, escucharla sobre los hechos e invitarla a presentar un memorándum de defensa. En esos casos, la persona investigada puede servirse de un procurador.

§9. Cada treinta días, el Metropolitano transmite al Dicasterio competente una relación sobre el estado de la investigación.

Art. 13 - Participación de personas cualificadas

§1. De acuerdo con las eventuales directivas de la Conferencia Episcopal, del Sínodo de los Obispos o del Consejo de Jerarcas sobre el modo de coadyuvar al Metropolitano en las investigaciones, los Obispos de la respectiva Provincia, individual o conjuntamente, pueden establecer listas de personas cualificadas entre las que el Metropolitano pueda elegir las más idóneas para asistirlo en la investigación, según las necesidades del caso y, en particular, teniendo en cuenta la cooperación que pueden ofrecer los laicos de acuerdo con los cánones 228 CIC y 408 CCEO.

§2. En cualquier caso, el Metropolitano es libre de elegir a otras personas igualmente cualificadas.

§3. Toda persona que asista al Metropolitano en la investigación debe actuar con imparcialidad y libre de conflictos de intereses. Si considera que se encuentra en una situación de conflicto de intereses o que no es capaz de mantener la necesaria imparcialidad para garantizar la integridad de la investigación, está obligado a abstenerse y a informar sobre tales circunstancias al Metropolitano.

§4. Las personas que asisten al Metropolitano prestan juramento de cumplir el encargo conveniente y fielmente.

Art. 14 - Duración de la investigación

§1. La investigación debe concluirse dentro del plazo de noventa días o en el plazo indicado en las instrucciones mencionadas en el artículo 10 §2.

§2. Por motivos justificados, el Metropolitano puede solicitar al Dicasterio competente la prórroga del plazo.

Art. 15 - Medidas cautelares

Si los hechos o circunstancias lo requieren, el Metropolitano propone al Dicasterio competente la imposición al investigado de prescripciones o de medidas cautelares apropiadas.

Art. 16 - Establecimiento de un fondo

§1. Las Provincias eclesiásticas, las Conferencias Episcopales, los Sínodos de los Obispos y los Consejos de los Jerarcas pueden establecer un fondo destinado a sufragar el coste de las investigaciones, instituido a tenor de los cánones 116 y 1303 §1, 1º CIC y 1047 CCEO, y administrado de acuerdo con las normas del derecho canónico.

§2. El administrador del fondo, a solicitud del Metropolitano encargado, pone a su disposición los fondos necesarios para la investigación, sin perjuicio de la obligación de presentar a este último una rendición de cuentas al final de la investigación.

Art. 17 - Transmisión de las actas y del votum

§1. Terminada la investigación, el Metropolitano transmite las actas al Dicasterio competente junto con su propio votum sobre el resultado de la investigación y en respuesta a las eventuales preguntas contenidas en las instrucciones mencionadas en el artículo 10 §2.

§2. Salvo instrucciones sucesivas del Dicasterio competente, las facultades del Metropolitano cesan una vez terminada la investigación.

§3. En cumplimiento de las instrucciones del Dicasterio competente, el Metropolitano, previa solicitud, informa del resultado de la investigación a la persona que afirma haber sido ofendida o a sus representantes legales.

Art. 18 - Medidas posteriores

El Dicasterio competente, a menos que decida la realización de una investigación complementaria, procede en conformidad con el derecho de acuerdo con lo previsto para el caso específico.

Art. 19 - Cumplimiento de las leyes estatales

Estas normas se aplican sin perjuicio de los derechos y obligaciones establecidos en cada lugar por las leyes estatales, en particular las relativas a eventuales obligaciones de información a las autoridades civiles competentes.

Las presentes normas son aprobadas ad experimentum por un trienio.

Establezco que la presente Carta apostólica en forma de Motu Proprio sea promulgada mediante su publicación en el periódico “L’Osservatore Romano”, entrando en vigor el 1 de junio de 2019 y que sucesivamente sea publicada en “Acta Apostolicae Sedis”.

Dado en Roma, junto a San Pedro, el 7 de mayo de 2019, séptimo de Pontificado.

FRANCISCUS PP.

[00804-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

CARTA APOSTÓLICA
SOB FORMA DE MOTU PROPRIO
DO SUMO PONTÍFICE

FRANCISCO

«Vos estis lux mundi»

«Vós sois a luz do mundo; não se pode esconder uma cidade situada sobre um monte» (Mt 5, 14). Nosso Senhor Jesus Cristo chama cada fiel a ser exemplo luminoso de virtude, integridade e santidade. Com efeito, todos nós somos chamados a dar testemunho concreto da fé em Cristo na nossa vida e, de modo particular, na nossa relação com o próximo.

Os crimes de abuso sexual ofendem Nosso Senhor, causam danos físicos, psicológicos e espirituais às vítimas e lesam a comunidade dos fiéis. Para que tais fenómenos, em todas as suas formas, não aconteçam mais, é necessária uma conversão contínua e profunda dos corações, atestada por ações concretas e eficazes que envolvam a todos na Igreja, de modo que a santidade pessoal e o empenho moral possam concorrer para fomentar a plena credibilidade do anúncio evangélico e a eficácia da missão da Igreja. Isto só se torna possível com a graça do Espírito Santo derramado nos corações, porque sempre nos devemos lembrar das palavras de Jesus: «Sem Mim, nada podeis fazer» (Jo 15, 5). Embora já muito se tenha feito, devemos continuar a aprender das lições amargas do passado a fim de olhar com esperança para o futuro.

Esta responsabilidade recai, em primeiro lugar, sobre os sucessores dos Apóstolos, colocados por Deus no governo pastoral do seu povo, e exige deles o empenho de seguir de perto os passos do Divino Mestre. Na realidade, em virtude do seu ministério, eles regem «as Igrejas particulares que lhes foram confiadas como vigários e legados de Cristo, por meio de conselhos, persuasões, exemplos, mas também com autoridade e poder sagrado, que exercem unicamente para edificar o próprio rebanho na verdade e na santidade, lembrados de que aquele que é maior se deve fazer como o menor, e o que preside como aquele que serve» (Conc. Ecum. Vat. II, Const. Lumen gentium, 27). E aquilo que de forma mais impelente diz respeito aos sucessores dos Apóstolos concerne a todos aqueles que, de diferentes maneiras, assumem ministérios na Igreja, professam os conselhos evangélicos ou são chamados a servir o povo cristão. Por isso, é bom que se adotem, a nível universal, procedimentos tendentes a prevenir e contrastar estes crimes que atraiçoam a confiança dos fiéis.

Desejo que este compromisso se implemente de forma plenamente eclesial e, por conseguinte, seja expressão da comunhão que nos mantém unidos, na escuta mútua e aberta às contribuições de todos aqueles que têm a peito este processo de conversão.

Por isso estabeleço:

TÍTULO I
DISPOSIÇÕES GERAIS

Art. 1 – Âmbito de aplicação

§1. Estas normas aplicam-se em caso de assinalações relativas a clérigos ou a membros de Institutos de Vida Consagrada ou de Sociedades de Vida Apostólica e concernentes a:

a) delitos contra o sexto mandamento do Decálogo que consistam:

i. em forçar alguém, com violência, ameaça ou abuso de autoridade, a realizar ou sofrer atos sexuais;

ii. em realizar atos sexuais com um menor ou com uma pessoa vulnerável;

iii. na produção, exibição, posse ou distribuição, inclusive por via telemática, de material pornográfico infantil, bem como no recrutamento ou indução dum menor ou duma pessoa vulnerável a participar em exibições pornográficas;

b) em condutas realizadas pelos sujeitos a que se refere o artigo 6, consistindo em ações ou omissões tendentes a interferir ou contornar as investigações civis ou as investigações canónicas, administrativas ou criminais, contra um clérigo ou um religioso relativas aos delitos a que se refere a alínea a) deste parágrafo.

§2. Para efeitos destas normas, entende-se por:

a) «menor»: toda a pessoa que tiver idade inferior a dezoito anos, ou a ela equiparada por lei;

b) «pessoa vulnerável»: toda a pessoa em estado de enfermidade, deficiência física ou psíquica, ou de privação da liberdade pessoal que de facto, mesmo ocasionalmente, limite a sua capacidade de entender ou querer ou, em todo o caso, de resistir à ofensa;

c) «material pornográfico infantil»: qualquer representação dum menor, independentemente do meio utilizado, envolvido em atividades sexuais explícitas, reais ou simuladas, e qualquer representação de órgãos sexuais de menores para fins predominantemente sexuais.

Art. 2 - Receção das assinalações e proteção dos dados

§1. Tendo em conta as indicações eventualmente adotadas pelas respetivas Conferências Episcopais, pelos Sínodos dos Bispos das Igrejas Patriarcais e das Igrejas Arquiepiscopais Maiores, ou pelos Conselhos dos Hierarcas das Igrejas Metropolitanas sui iuris, as Dioceses ou as Eparquias, individualmente ou em conjunto, devem estabelecer, dentro de um ano a partir da entrada em vigor destas normas, um ou mais sistemas estáveis e facilmente acessíveis ao público para apresentar as assinalações, inclusive através da instituição duma peculiar repartição eclesiástica. As Dioceses e as Eparquias informam o Representante Pontifício que foram instituídos os sistemas referidos neste parágrafo.

§2. As informações a que se refere este artigo são tuteladas e tratadas de forma a garantir a sua segurança, integridade e confidencialidade nos termos dos cânones 471-2° CIC e 244-§2, 2° CCEO.

§3. Ressalvado o disposto no artigo 3-§3, o Ordinário que recebeu a assinalação transmite-a sem demora ao Ordinário do lugar onde teriam ocorrido os factos, bem como ao Ordinário próprio da pessoa indicada, os quais procedem de acordo com o direito segundo o previsto para o caso específico.

§4. Para efeitos deste título, são equiparadas às Dioceses as Eparquias, e ao Ordinário é equiparado o Hierarca.

Art. 3 – Assinalação

§1. Exceto nos casos previstos nos cânones 1548-§2 CIC e 1229-§2 CCEO, sempre que um clérigo ou um membro dum Instituto de Vida Consagrada ou duma Sociedade de Vida Apostólica saiba ou tenha fundados motivos para supor que foi praticado um dos factos a que se refere o artigo 1, tem a obrigação de assinalar prontamente o facto ao Ordinário do lugar onde teriam ocorrido os factos ou a outro Ordinário dentre os referidos nos cânones 134 CIC e 984 CCEO, ressalvado o estabelecido no §3 deste artigo.

§2. Qualquer pessoa pode apresentar uma assinalação respeitante às condutas a que se refere o artigo 1, servindo-se das modalidades referidas no artigo anterior ou de qualquer outro modo apropriado.

§3. Quando a assinalação diz respeito a uma das pessoas indicadas no artigo 6, a mesma é encaminhada para a autoridade individuada com base nos artigos 8 e 9. A assinalação pode sempre ser dirigida à Santa Sé, diretamente ou através do Representante Pontifício.

§4. A assinalação contém os elementos o mais possível detalhados, tais como indicações de tempo e local dos factos, das pessoas envolvidas ou informadas, bem como qualquer outra circunstância que possa ser útil para assegurar uma cuidadosa avaliação dos factos.

§5. As informações podem também ser adquiridas ex officio.

Art. 4 – Tutela de quem faz a assinalação

§1. O facto de fazer uma assinalação, como estabelece o artigo 3, não constitui uma violação do sigilo profissional.

§2. Ressalvado quanto previsto no cânone 1390 CIC e nos cânones 1452 e 1454 CCEO, são proibidos e podem abranger a conduta referida no artigo 1-§1, alínea b), danos, retaliações ou discriminações pelo facto de ter feito uma assinalação.

§3. A quem faz uma assinalação, não pode ser imposto qualquer ónus de silêncio a respeito do conteúdo da mesma.

Art. 5 – Cuidados prestados às pessoas

§1. As autoridades eclesiásticas empenham-se para que sejam tratados com dignidade e respeito quantos afirmam que foram ofendidos, juntamente com as suas famílias, e proporcionam-lhes em particular:

a) acolhimento, escuta e acompanhamento, inclusive através de serviços específicos;

b) assistência espiritual;

c) assistência médica, terapêutica e psicológica de acordo com o caso específico.

§2. São tuteladas a imagem e a esfera privada das pessoas envolvidas, bem como a confidencialidade dos dados pessoais.

TÍTULO II
DISPOSIÇÕES RELATIVAS AOS BISPOS

E EQUIPARADOS

Art. 6 – Âmbito subjetivo de aplicação

As normas processuais a que alude este título dizem respeito às condutas referidas no artigo 1 implementadas por:

a) Cardeais, Patriarcas, Bispos e Legados do Romano Pontífice;

b) clérigos que se ocupam ou ocuparam do governo pastoral duma Igreja particular ou duma entidade a ela assimilada, latina ou oriental, incluindo os Ordinariatos pessoais, pelos factos praticados durante munere;

c) clérigos que se ocupam ou ocuparam do governo pastoral duma Prelatura pessoal, pelos factos praticados durante munere;

d) aqueles que são ou foram Moderadores supremos de Institutos de Vida Consagrada ou de Sociedades de Vida Apostólica de direito pontifício, bem como de Mosteiros sui iuris, pelos factos praticados durante munere.

Art. 7 – Dicastério competente

§1. Para efeitos deste título, entende-se por «Dicastério competente» a Congregação para a Doutrina da Fé, para os delitos a ela reservados pelas normas em vigor, bem como, em todos os outros casos, naquilo que é da respetiva competência estabelecida na lei própria da Cúria Romana:

- a Congregação para as Igrejas Orientais;

- a Congregação para os Bispos;

- a Congregação para a Evangelização dos Povos;

- a Congregação para o Clero;

- a Congregação para os Institutos de Vida Consagrada e as Sociedades de Vida Apostólica.

§2. A fim de se assegurar a melhor coordenação, o Dicastério competente informa a Secretaria de Estado e os outros Dicastérios diretamente interessados acerca da assinalação e do resultado da investigação.

§3. As comunicações previstas neste título entre o Metropolita e a Santa Sé realizam-se através do Representante Pontifício.

Art. 8 – Procedimento aplicável em caso de assinalação relativa a um Bispo da Igreja Latina

§1. A autoridade que recebe uma assinalação transmite-a quer à Santa Sé quer ao Metropolita da Província Eclesiástica onde tem domicílio a pessoa indicada.

§2. No caso da assinalação se referir ao Metropolita ou estiver vacante a Sé Metropolitana, aquela será transmitida à Santa Sé, bem como ao Bispo sufragâneo mais antigo por promoção, a quem, neste caso, se aplicam as sucessivas disposições relativas ao Metropolita.

§3. No caso da assinalação se referir a um Legado Pontifício, a mesma é transmitida diretamente à Secretaria de Estado.

Art. 9 - Procedimento aplicável a Bispos das Igrejas Orientais

§1. No caso de assinalações contra um Bispo duma Igreja Patriarcal, Arquiepiscopal Maior ou Metropolitana sui iuris, a mesma é transmitida ao respetivo Patriarca, Arcebispo Maior ou Metropolita da Igreja sui iuris.

§2. Se a assinalação se referir a um Metropolita duma Igreja Patriarcal ou Arquiepiscopal Maior, que exerce o seu cargo dentro do território destas Igrejas, aquela é transmitida ao respetivo Patriarca ou Arcebispo Maior.

§3. Nos casos anteriores, a autoridade que recebeu a assinalação transmite-a também à Santa Sé.

§4. Se a pessoa assinalada for um Bispo ou um Metropolita fora do território da Igreja Patriarcal, Arquiepiscopal Maior ou Metropolitana sui iuris, a assinalação é transmitida à Santa Sé.

§5. No caso da assinalação se referir a um Patriarca, um Arcebispo Maior, um Metropolita duma Igreja sui iuris ou um Bispo das outras Igrejas Orientais sui iuris, aquela é transmitida à Santa Sé.

§6. As sucessivas disposições relativas ao Metropolita aplicam-se à autoridade eclesiástica a quem é transmitida a assinalação nos termos deste artigo.

Art. 10 – Deveres iniciais do Metropolita

§1. A não ser que a assinalação se revele claramente infundada, o Metropolita solicita prontamente ao Dicastério competente o encargo para iniciar a investigação. Se o Metropolita considerar a assinalação claramente infundada, informa disso mesmo o Representante Pontifício.

§2. O Dicastério provê sem demora, e em todo o caso dentro de trinta dias a contar da receção da primeira assinalação pelo Representante Pontifício ou da solicitação do encargo por parte do Metropolita, fornecendo as instruções adequadas sobre como proceder no caso concreto.

Art. 11 – Entrega da investigação a pessoa diferente do Metropolita

§1. Se o Dicastério competente considerar oportuno confiar a investigação a uma pessoa diferente do Metropolita, este será informado. O Metropolita entrega todas as informações e os documentos relevantes à pessoa encarregada pelo Dicastério.

§2. No caso referido no parágrafo anterior, as sucessivas disposições relativas ao Metropolita aplicam-se à pessoa encarregada de conduzir a investigação.

Art. 12 – Realização da investigação

§1. O Metropolita, uma vez obtido o encargo do Dicastério competente e no respeito das instruções recebidas, pessoalmente ou através de uma ou mais pessoas idóneas:

a) recolhe as informações relevantes a propósito dos factos;

b) toma conhecimento das informações e documentos necessários para a investigação guardados nos arquivos dos departamentos eclesiásticos;

c) obtém, quando necessária, a colaboração doutros Ordinários ou Hierarcas;

d) solicita informações aos indivíduos e às instituições, mesmo civis, que forem capazes de fornecer elementos úteis para a investigação.

§2. Se for necessário ouvir um menor ou uma pessoa vulnerável, o Metropolita adota modalidades adequadas, que tenham em conta o seu estado.

§3. No caso de haver fundados motivos para considerar que informações ou documentos relativos à investigação possam ser subtraídos ou destruídos, o Metropolita adota as medidas necessárias para a sua preservação.

§4. Mesmo quando se serve doutras pessoas, o Metropolita permanece, em todo o caso, responsável pela direção e a realização das investigações, bem como pela execução precisa das instruções previstas no artigo 10-§2.

§5. O Metropolita é assistido por um notário, escolhido livremente de acordo com os cânones 483-§2 CIC e 253-§2 CCEO.

§6. O Metropolita é obrigado a agir de forma imparcial e livre de conflito de interesses. Se considerar que se encontra em conflito de interesses ou não é capaz de manter a imparcialidade necessária para garantir a integridade da investigação, é obrigado a abster-se e referir a circunstância ao Dicastério competente.

§7. À pessoa sob investigação é reconhecida a presunção de inocência.

§8. O Metropolita, se solicitado pelo Dicastério competente, informa a pessoa da investigação contra ela, ouve-a sobre os factos e convida-a a apresentar um memorial de defesa. Em tais casos, a pessoa investigada pode servir-se dum procurador.

§9. De trinta em trinta dias, o Metropolita transmite ao Dicastério competente um relatório informativo sobre o estado das investigações.

Art. 13 – Intervenção de pessoas qualificadas

§1. De acordo com eventuais diretrizes da Conferência Episcopal, do Sínodo dos Bispos ou do Conselho dos Hierarcas sobre o modo como ajudar o Metropolita nas investigações, os Bispos da respetiva Província, individualmente ou em conjunto, podem elaborar listas de pessoas qualificadas, dentre as quais o Metropolita pode escolher as mais idóneas para o assistir na investigação, conforme as necessidades do caso e, em particular, tendo em conta a cooperação que pode ser oferecida pelos leigos nos termos dos cânones 228 CIC e 408 CCEO.

§2. Em todo o caso, o Metropolita é livre para escolher outras pessoas igualmente qualificadas.

§3. Quem quer que assista o Metropolita na investigação é obrigado a agir de forma imparcial e livre de conflito de interesses. Se considerar que se encontra em conflito de interesses ou não é capaz de manter a imparcialidade necessária para garantir a integridade da investigação, é obrigado a abster-se e referir a circunstância ao Metropolita.

§4. As pessoas que assistem o Metropolita prestam juramento de cumprir digna e fielmente o encargo.

Art. 14 – Duração da investigação

§1. As investigações devem ser concluídas no prazo de noventa dias ou no tempo indicado pelas instruções previstas no artigo 10-§2.

§2. Por justos motivos, o Metropolita pode pedir a extensão do prazo ao Dicastério competente.

Art. 15 - Medidas cautelares

Se os factos ou as circunstâncias o exigirem, o Metropolita propõe ao Dicastério competente a adoção de disposições ou de medidas cautelares apropriadas contra o investigado.

Art. 16 – Instituição dum Fundo

§1. As Províncias Eclesiásticas, as Conferências Episcopais, os Sínodos dos Bispos e os Conselhos dos Hierarcas podem estabelecer um Fundo destinado a sustentar as despesas com as investigações, instituído de acordo com os cânones 116 e 1303-§1,1º CIC e 1047 CCEO, e administrado segundo as normas do direito canónico.

§2. A pedido do Metropolita designado, os fundos necessários para a investigação são colocados à sua disposição pelo administrador do Fundo, salvaguardado o dever de apresentar a este último um relatório financeiro no fim da investigação.

Art. 17 - Transmissão das atas e do votum

§1. Completada a investigação, o Metropolita transmite as atas ao Dicastério competente juntamente com o seu próprio votum sobre os resultados da investigação e dando resposta a eventuais quesitos postos nas instruções referidas no artigo 10-§2.

§2. A não ser que haja sucessivas instruções do Dicastério competente, as faculdades do Metropolita cessam quando a investigação estiver completada.

§3. No respeito pelas instruções do Dicastério competente, o Metropolita, se lhe for pedido, informa acerca do resultado da investigação a pessoa que afirma ter sido ofendida ou os seus representantes legais.

Art. 18 – Medidas sucessivas

O Dicastério competente, a não ser que decida organizar uma investigação suplementar, procede nos termos do direito, de acordo com o previsto para o caso específico.

Art. 19 – Observância das leis estatais

Estas normas aplicam-se sem prejuízo dos direitos e obrigações estabelecidos em cada local pelas leis estatais, particularmente aquelas relativas a eventuais obrigações de assinalação às autoridades civis competentes.

Estas normas são aprovadas ad experimentum por um triénio.

Estabeleço que esta Carta Apostólica sob forma de Motu Proprio seja promulgada através da sua publicação no jornal L’Osservatore Romano, entrando em vigor no dia 1 de junho de 2019, e seja depois publicada no boletim Acta Apostolicae Sedis.

Dado em Roma, junto de São Pedro, no dia 9 de maio do ano 2019, sétimo de pontificado.

FRANCISCUS PP.

[00804-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

LIST APOSTOLSKI "MOTU PROPRIO"

Vos estis lux mundi

OJCA ŚWIĘTEGO FRANCISZKA

„Wy jesteście światłem świata. Nie może się ukryć miasto położone na górze” (Mt 5, 14). Nasz Pan Jezus Chrystus wzywa każdego wiernego, aby był przejrzystym wzorem cnót, prawości i świętości. Wszyscy jesteśmy bowiem wezwani do dawania konkretnego świadectwa wiary w Chrystusa w naszym życiu, a zwłaszcza w naszych relacjach z bliźnimi.

Przestępstwa związane z wykorzystywaniem seksualnym obrażają naszego Pana, powodując u ofiar szkody fizyczne, psychiczne i duchowe oraz szkodzą wspólnocie wiernych. Aby takie zjawiska, w jakichkolwiek formach, nie miały więcej miejsca, potrzebne jest nieustanne i głębokie nawrócenie serc, potwierdzone konkretnymi i skutecznymi działaniami, które angażowałyby wszystkich w Kościele, tak aby osobista świętość i zaangażowanie moralne mogły przyczynić się do krzewienia pełnej wiarygodności przepowiadania ewangelicznego i skuteczności misji Kościoła. Staje się to możliwe tylko dzięki łasce Ducha Świętego rozlanej w sercach, ponieważ zawsze musimy pamiętać słowa Pana Jezusa, że „beze Mnie nic nie możecie uczynić” (J 15, 5). Chociaż wiele już uczyniono, musimy nadal uczyć się z gorzkich lekcji przeszłości, aby patrzeć z nadzieją w przyszłość.

Odpowiedzialność ta spoczywa przede wszystkim na następcach Apostołów, ustanowionych przez Boga do przewodzenia duszpasterskiego Ludowi chrześcijańskiemu, i wymaga ona od nich wysiłku, by uważnie podążać śladami Boskiego Mistrza. Ze względu na swoją posługę, kierują oni istotnie „powierzonymi sobie Kościołami partykularnymi jako zastępcy i legaci Chrystusa, radami, zachętami i przykładem, ale także mocą swego autorytetu i świętej władzy, z której jednak korzystają tylko dla budowania swojej trzody w prawdzie i świętości, pamiętając o tym, że kto jest większy, ma być jak mniejszy, a przełożony jak sługa” (Sobór Watykański II, Lumen Gentium, 27). To, co w sposób bardziej rygorystyczny dotyczy następców Apostołów, odnosi się do wszystkich, którzy na różne sposoby podejmują posługę w Kościele, ślubują życie radami ewangelicznymi lub są powołani do służby ludowi chrześcijańskiemu. Dlatego dobrze, aby na poziomie powszechnym zostały przyjęte procedury mające na celu zapobieganie i zwalczanie tych przestępstw, będących zdradą zaufania wiernych.

Pragnę, aby te wysiłki były realizowane w sposób całkowicie eklezjalny, a zatem, by były wyrazem komunii, która utrzymuje nas w jedności, w słuchaniu wzajemnym i czyni otwartymi na wkład osób, którym ten proces nawrócenia leży na sercu.

Dlatego postanawiam:

TYTUŁ I

PRZEPISY OGÓLNE

Art. 1 - Zakres zastosowania

§1. Niniejsze przepisy stosuje się w przypadku zawiadomień odnoszących się do duchownych lub członków instytutów życia konsekrowanego czy stowarzyszeń życia apostolskiego dotyczących:

a) przestępstw przeciwko szóstemu przykazaniu Dekalogu, polegających na:

i. zmuszaniu kogoś, stosując przemoc lub groźbę, czy też nadużycie władzy, do dokonywania lub poddawania się czynnościom seksualnym;

ii. dopuszczaniu się czynności seksualnych z osobą małoletnią lub bezradną;

iii. wytwarzaniu, prezentowaniu, przechowywaniu lub rozpowszechnianiu, także telematycznie, pornografii dziecięcej, oraz rekrutowaniu lub nakłanianiu osoby małoletniej czy bezradnej do udziału w prezentacjach pornograficznych;

b) czynów dokonanych przez podmioty, o których mowa w artykule 6, polegających na działaniach lub zaniechaniach, mających na celu zakłócanie lub uniknięcie dochodzeń cywilnych lub kanonicznych, administracyjnych lub karnych, przeciwko duchownemu lub zakonnikowi w związku z przestępstwami, o których mowa w punkcie a) niniejszego paragrafu.

§2. W rozumieniu niniejszych przepisów:

a) małoletni: każda osoba poniżej osiemnastego roku życia lub zgodnie z prawem z nią zrównana;

b) osoba bezradna: każda osoba chora, z ułomnościami fizycznymi lub umysłowymi albo pozbawiona wolności osobistej, która faktycznie, nawet sporadycznie, ogranicza jej zdolność rozumienia lub chcenia, czy też w inny sposób przeciwstawienia się agresji;

c) pornografia dziecięca: jakiekolwiek przedstawianie osoby małoletniej, niezależnie od zastosowanych środków, zaangażowanej w jednoznaczne czynności seksualne, rzeczywiste lub symulowane, oraz jakiekolwiek przedstawianie narządów płciowych małoletnich w celach przede wszystkim seksualnych.

Art. 2 – Przyjmowanie zawiadomień i ochrona danych

§1. Uwzględniając wskazania przyjęte ewentualnie przez odpowiednie Konferencje Episkopatów, Synody Biskupów Kościołów patriarchalnych oraz Kościołów arcybiskupich większych lub Rady Hierarchów Kościołów Metropolitalnych sui iuris, diecezje lub eparchie, pojedynczo lub wspólnie, muszą ustanowić w ciągu roku od wejścia w życie tych przepisów, jeden lub więcej stabilnych systemów, łatwo dostępnych dla każdego w celu składania zawiadomień, także poprzez ustanowienie specjalnego urzędu (biura) kościelnego. Diecezje i eparchie informują przedstawiciela papieskiego o ustanowieniu tych systemów, o których mowa w tym paragrafie.

§2. Informacje, o których mowa w niniejszym artykule, są chronione i przetwarzane w sposób gwarantujący ich bezpieczeństwo, integralność i poufność zgodnie z kan. 471, 2° KPK i kan. 244 § 2, 2° KKKW.

§3. Z zachowaniem postanowienia artykułu 3 § 3, ordynariusz, który otrzymał zawiadomienie, przekaże je niezwłocznie ordynariuszowi miejsca, gdzie zaistniały zdarzenia, jak również ordynariuszowi własnemu, osoby, której dotyczy zgłoszenie, którzy postępują zgodnie z prawem, według tego, co przewidziano w danym przypadku.

§4. W rozumieniu niniejszego tytułu, z diecezjami zrównane są eparchie, a z ordynariuszem zrównany jest hierarcha.

Art. 3 - Zawiadomienie

§1. Z zachowaniem przypadków przewidzianych w kan. 1548 § 2 KPK i 1229 § 2 KKKW, ilekroć duchowny lub członek instytutu życia konsekrowanego lub stowarzyszenia życia apostolskiego otrzyma wiadomość lub ma uzasadnione powody, by sądzić, że mógł zostać popełniony jeden z czynów o którym mowa w art. 1, ma obowiązek niezwłocznego zgłoszenia tego czynu ordynariuszowi miejsca, w którym czyny miałyby miejsce, lub innemu ordynariuszowi spośród tych, o których mowa w kanonach 134 KPK i 984 KKKW, z wyjątkiem tego, o czym postanowiono w § 3 niniejszego artykułu.

§2. Każdy może złożyć zawiadomienie dotyczące zachowań, o których mowa w art. 1, przy użyciu procedur, o których mowa w poprzednim artykule lub w jakikolwiek inny odpowiedni sposób.

§3. Gdy zawiadomienie dotyczy jednej z osób wskazanych w art. 6, jest ono skierowane do władzy określonej na podstawie art. 8 i 9. Zawiadomienie może być zawsze skierowane do Stolicy Apostolskiej bezpośrednio lub za pośrednictwem przedstawiciela papieskiego.

§4. Zawiadomienie powinno zawierać jak najbardziej szczegółowe informacje, takie jak wskazanie czasu i miejsca faktów, osób zaangażowanych lub poinformowanych, a także wszelkie inne okoliczności, które mogą być przydatne w celu zapewnienia dokładnej oceny faktów.

§5. Informacje można również pozyskać z urzędu.

Art. 4 - Ochrona osoby składającej zawiadomienie

§1. Fakt sporządzenia zawiadomienia w myśl art. 3 nie stanowi naruszenia tajemnicy urzędowej.

§2. Z wyjątkiem tego, co przewiduje kan. 1390 KPK i kan. 1452 i 1454 KKKW, szkodzenie, represje lub dyskryminacja z powodu złożenia zawiadomienia jest zabronione i może stanowić czyn, o którym mowa w art. 1 § 1 pkt. b.

§3. Osobie składającej zawiadomienie nie można narzucać żadnego obowiązku milczenia w stosunku do treści tegoż zawiadomienia.

Art. 5 – Troska o osoby

§1. Władze kościelne są zobowiązane, aby ci, którzy twierdzą, że są poszkodowani, wraz ze swoimi rodzinami, byli traktowani z godnością i szacunkiem oraz zaoferują im w szczególności:

a) przyjęcie, wysłuchanie i wsparcie, również za pośrednictwem właściwych służb;

b) pomoc duchową;

c) pomoc medyczną, terapeutyczną i psychologiczną, w zależności od konkretnego przypadku.

§2. Należy chronić wizerunek i sferę prywatną zaangażowanych osób, jak również poufność danych osobowych.

TYTUŁ II

PRZEPISY DOTYCZĄCE BISKUPÓW

I OSÓB Z NIMI ZRÓWNANYCH

Art. 6 – Zakres podmiotowy stosowania

Przepisy postępowania, o których mowa w niniejszym tytule, dotyczą zachowań, o których mowa w art. 1, popełnianych przez:

a) kardynałów, patriarchów, biskupów i legatów Biskupa Rzymskiego;

b) duchownych, którzy kierują lub kierowali jako pasterze Kościoła partykularnego lub jednostki z nim zrównanej, obrządku łacińskiego lub wschodniego, w tym Ordynariatów personalnych, za czyny popełnione w trakcie sprawowania urzędu;

c) duchownych, którzy kierują lub kierowali duszpasterstwem jakiejś prałatury personalnej, za czyny popełnione w czasie sprawowania władzy;

d) tych, którzy są lub byli najwyższymi przełożonymi instytutów życia konsekrowanego lub stowarzyszeń życia apostolskiego na prawie papieskim, a także klasztorów sui iuris, za czyny popełnione w trakcie sprawowania urzędu.

Art. 7 – Dykasteria kompetentna

§1. W rozumieniu tytułu, „dykasteria kompetentna” oznacza Kongregację Nauki Wiary, w odniesieniu do przestępstw zastrzeżonych dla niej przez obowiązujące prawo, a także we wszystkich innych przypadkach i w zakresie, w jakim dotyczy to ich właściwej jurysdykcji, zgodnie z prawem własnym Kurii Rzymskiej:

- Kongregację dla Kościołów Wschodnich;

- Kongregację ds. Biskupów;

- Kongregację ds. Ewangelizacji Narodów;

- Kongregację ds. Duchowieństwa;

- Kongregację ds. Instytutów Życia Konsekrowanego i Stowarzyszeń Życia Apostolskiego.

§2. W celu zapewnienia najlepszej koordynacji, dykasteria kompetentna informuje o zawiadomieniu oraz o wyniku dochodzenia Sekretariat Stanu i inne dykasterie bezpośrednio zainteresowane.

§3. Komunikacja, o której mowa w niniejszym tytule między metropolitą a Stolicą Apostolską, odbywa się za pośrednictwem Przedstawiciela Papieskiego.

Art. 8 – Postępowanie stosowane w przypadku zawiadomienia dotyczącego biskupa Kościoła łacińskiego

§1. Władza, która otrzymuje zawiadomienie, przekazuje je zarówno do Stolicy Apostolskiej, jak i do metropolity prowincji kościelnej, w której ma stałe zamieszkanie osoba, której dotyczy zawiadomienie.

§2. Jeżeli zawiadomienie dotyczy metropolity, lub stolica metropolitalna jest nieobsadzona, zawiadomienie zostaje przekazane do Stolicy Apostolskiej, jak również najstarszemu nominacją biskupowi sufraganowi, do którego w takim przypadku stosuje się następujące postanowienia dotyczące metropolity.

§3. W przypadku, gdy zawiadomienie dotyczy legata papieskiego, jest ono przekazywane bezpośrednio do Sekretariatu Stanu.

Art. 9 – Postępowanie stosowane wobec biskupów Kościołów wschodnich

§1. W przypadku zawiadomień w odniesieniu do biskupa Kościoła patriarchalnego, arcybiskupiego większego lub metropolitalnego sui iuris, przekazuje się je odpowiedniemu patriarsze, arcybiskupowi większemu lub metropolicie Kościoła sui iuris.

§2. Ilekroć zawiadomienie dotyczy metropolity Kościoła patriarchalnego lub arcybiskupiego większego, który sprawuje swój urząd na terytoriach tych Kościołów, przekazuje się je odpowiedniemu patriarsze lub arcybiskupowi większemu.

§3. W powyższych przypadkach urząd, który otrzymał zawiadomienie, przekazuje je również Stolicy Apostolskiej.

§4. Ilekroć wskazana osoba jest biskupem lub metropolitą poza terytorium Kościoła patriarchalnego, arcybiskupstwa większego lub metropolii sui iuris, zawiadomienie jest przekazywane do Stolicy Apostolskiej.

§5. Jeżeli zawiadomienie dotyczy patriarchy, arcybiskupa większego, metropolity Kościoła sui iuris lub biskupa innych Kościołów wschodnich sui iuris, przekazuje się je Stolicy Apostolskiej.

§6. Następujące postępowania dotyczące metropolity stosuje się do władzy kościelnej, której przekazano zawiadomienie na podstawie tego artykułu.

Art. 10 - Obowiązki wstępne metropolity

§1. Poza przypadkiem, kiedy zawiadomienie jest ewidentnie bezpodstawne, metropolita bezzwłocznie prosi kompetentną dykasterię o powierzenie mu zadania rozpoczęcia dochodzenia. Ilekroć metropolita uzna zawiadomienie za zdecydowanie bezpodstawne, informuje o tym przedstawiciela papieskiego.

§2. Dykasteria postępuje bezzwłocznie, a w każdym razie w ciągu trzydziestu dni od otrzymania pierwszego zawiadomienia ze strony przedstawiciela papieskiego lub wniosku o powierzenie zadania przez metropolitę, dostarczając stosowne instrukcje dotyczące trybu postępowania w konkretnym przypadku.

Art. 11 - Powierzenie dochodzenia osobie innej niż metropolita

§1. Ilekroć dykasteria kompetentna uzna za stosowne powierzenie dochodzenia osobie innej niż metropolita, jest on o tym informowany. Metropolita dostarcza wszystkie istotne informacje i dokumenty osobie wyznaczonej przez dykasterię.

§2. W przypadku, o którym mowa w poprzednim paragrafie, następujące postanowienia dotyczące metropolity mają zastosowanie do osoby odpowiedzialnej za prowadzenie dochodzenia.

Art. 12 – Prowadzenie dochodzenia

§1. Metropolita, po otrzymaniu zadania przez dykasterię kompetentną i zgodnie z otrzymanymi instrukcjami, osobiście lub poprzez jedną lub więcej odpowiednich osób:

a) zbiera istotne informacje na temat faktów;

b) pozyskuje informacje i dokumenty, niezbędne w dochodzeniu, przechowywane w archiwach urzędów kościelnych;

c) współpracuje z innymi ordynariuszami lub hierarchami, tam, gdzie jest to konieczne;

d) zasięga informacji od osób i instytucji, w tym również cywilnych, które są w stanie dostarczyć użytecznych informacji dla dochodzenia.

§2. Ilekroć okaże się konieczne wysłuchanie osoby małoletniej lub bezradnej, metropolita podejmuje odpowiednie procedury uwzględniające ich stan.

§3. W przypadku, gdy istnieją uzasadnione podstawy, by sądzić, że informacje lub dokumenty dotyczące dochodzenia mogą zostać usunięte lub zniszczone, metropolita podejmie niezbędne środki w celu ich zabezpieczenia.

§4. Nawet korzystając z pomocy innych osób, metropolita pozostaje w każdym przypadku odpowiedzialny za kierunek i przebieg dochodzeń, a także za dokładne wykonanie instrukcji, o których mowa w art. 10 §2.

§5. Metropolita wspomagany jest przez notariusza, dowolnie wybranego, zgodnie z kan. 483 § 2 KPK i 253 § 2 KKKW.

§6. Metropolita jest zobowiązany działać bezstronnie i bez konfliktu interesów. Ilekroć uważa, że zachodzi konflikt interesów lub nie jest w stanie zachować niezbędnej bezstronności w celu zagwarantowania rzetelności dochodzenia, zobowiązany jest powstrzymać się od działania i zgłosić tę okoliczność do dykasterii kompetentnej.

§7. Uznaje się domniemanie niewinności osoby podejrzanej.

§8. Metropolita, ilekroć zażąda tego dykasteria kompetentna, informuje osobę o toczącym się przeciwko niej dochodzeniu, wysłuchuje jej wyjaśnień o faktach i zachęca ją do przedstawienia obrony. W takich przypadkach osoba podejrzana może skorzystać z pełnomocnika.

§9. Co trzydzieści dni metropolita przesyła dykasterii kompetentnej raport o stanie dochodzenia.

Art. 13 - Zaangażowanie osób wykwalifikowanych

§1. Zgodnie z ewentualnymi wytycznymi Konferencji Episkopatu, Synodu Biskupów lub Rady Hierarchów dotyczącymi pomocy metropolicie w dochodzeniach, biskupi danej prowincji, pojedynczo lub wspólnie, mogą ustalić listy osób wykwalifikowanych, spośród których metropolita może wybrać osoby najbardziej odpowiednie do pomocy w dochodzeniu, zgodnie z potrzebami danej sprawy, a w szczególności biorąc pod uwagę współpracę, jaką mogą zapewnić świeccy zgodnie z kanonami 228 KPK i 408 KKKW.

§2. Jednak metropolita ma swobodę wyboru innych, równie wykwalifikowanych osób.

§3. Każdy, kto pomaga metropolicie w dochodzeniu, zobowiązany jest działać bezstronnie i bez konfliktu interesów. Ilekroć uważa, że ​zachodzi konflikt interesów lub nie jest w stanie zachować niezbędnej bezstronności, aby zapewnić rzetelność dochodzenia, zobowiązany jest powstrzymać się od działania i zgłosić tę okoliczność metropolicie.

§4. Osoby pomagające metropolicie składają przysięgę, że właściwie i wiernie wypełnią to zadanie.

Art. 14 - Czas trwania dochodzenia

§1. Dochodzenia powinny być zakończone w terminie dziewięćdziesięciu dni lub w terminie wskazanym w instrukcjach, o których mowa w art. 10 §2.

§2. Przedstawiając uzasadnione powody, metropolita może prosić kompetentną dykasterię o przedłużenie terminu.

Art. 15 - Środki zapobiegawcze

Ilekroć wymagają tego fakty lub okoliczności, metropolita proponuje kompetentnej dykasterii zastosowanie odpowiednich przedsięwzięć lub środków zapobiegawczych wobec podejrzanego.

Art. 16 - Ustanowienie funduszu

§1. Prowincje kościelne, Konferencje Episkopatów, Synody Biskupów i Rady Hierarchów mogą ustanowić fundusz przeznaczony na wsparcie kosztów dochodzeń, ustanowiony zgodnie z normami kan. 116 i 1303 §1, 1° KPK i kan. 1047 KKKW, i zarządzany zgodnie z normami prawa kanonicznego.

§2. Na wniosek wyznaczonego metropolity, administrator funduszu przekazuje do jego dyspozycji środki niezbędne do przeprowadzenia dochodzenia, z zachowaniem obowiązku przedstawienia mu sprawozdania po zakończeniu dochodzenia.

Art. 17 - Przekazywanie dokumentów i votum

§1. Po zakończeniu dochodzenia metropolita przekazuje dokumenty do dykasterii kompetentnej wraz ze swoim votum, dotyczącym wyników dochodzenia i w odpowiedzi na ewentualne kwestie zawarte w instrukcjach, o których mowa w art. 10 § 2.

§2. Oprócz kolejnych instrukcji dykasterii kompetentnej, uprawnienia metropolity ustają wraz z zakończeniem dochodzenia.

§3. Z zachowaniem instrukcji dykasterii kompetentnej, metropolita, na wniosek, informuje o wyniku dochodzenia osobę, która twierdzi, że została poszkodowana, lub jej prawnych przedstawicieli.

Art. 18 – Dalsze działania

Dykasteria kompetentna, o ile nie postanowi o przeprowadzeniu dochodzenia uzupełniającego, postępuje zgodnie z prawem według tego, co przewidziano w konkretnej sprawie.

Art. 19 – Przestrzeganie ustawodawstwa państwowego

Niniejsze przepisy stosuje się bez uszczerbku dla praw i obowiązków ustanowionych gdziekolwiek w ustawodawstwie państwowym, w szczególności dotyczących ewentualnych obowiązków zawiadomienia właściwych władz cywilnych.

Niniejsze przepisy są zatwierdzane ad experimentum na okres trzech lat.

Postanawiam, aby niniejszy List apostolski "Motu Proprio" został promulgowany poprzez publikację w "Osservatore Romano", wchodząc w życie dnia 1 czerwca 2019 r., a następnie był opublikowany w Acta Apostolicae Sedis.

W Rzymie, u Świętego Piotra, w dniu 9 maja 2019 r., w siódmym roku pontyfikatu.

FRANCISCUS PP.

[00804-PL.01] [Testo originale: Italiano]

[B0390-XX.01]