Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Bulgaria e nella Macedonia del Nord – Preghiera davanti al Trono dei Santi Cirillo e Metodio e Recita del Regina Caeli nella Piazza di San Alexander Nevsky, 05.05.2019


Preghiera in privato davanti al Trono dei Santi Cirillo e Metodio

Recita del Regina Caeli nella Piazza di San Alexander Nevsky

Preghiera in privato davanti al Trono dei Santi Cirillo e Metodio

Alle ore 12.15 (11.15 ora di Roma), il Santo Padre Francesco è entrato nella Cattedrale Patriarcale di San Alexander Nevsky, accompagnato dal Metropolita Antonij. Dopo essersi soffermato brevemente davanti a un’immagine dei Santi Cirillo e Metodio posta a metà della navata, il Papa si è recato presso l’altare dedicato ai Santi dove ha sostato in preghiera silenziosa.

Quindi, prima di lasciare la Cattedrale, il Santo Padre ha apposto la Sua firma sul Libro d’Onore. Successivamente è uscito dalla Cattedrale per la recita del Regina Caeli nella piazza antistante.

[00755-IT.01]

Recita del Regina Caeli nella Piazza di San Alexander Nevsky

Prima del Regina Caeli

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione in lingua araba

Alle ore 13.00 (12 ora di Roma), il Santo Padre Francesco si è recato sul podio allestito all’esterno della Cattedrale di San Alexander Nevsky dove si trova l’icona di Nessebar. Il Papa si è raccolto in preghiera silenziosa davanti all’effigie mentre il coro ha intonato un canto mariano. Quindi ha guidato la recita del Regina Caeli nella piazza antistante la Cattedrale di San Alexander Nevsky, alla presenza di circa tremila fedeli.

Al termine ha salutato i rappresentanti delle confessioni religiose presenti in Bulgaria. Successivamente si è trasferito in auto alla Nunziatura Apostolica di Sofia dove è stato accolto dalle religiose e da alcuni collaboratori della Rappresentanza Pontificia.

Pubblichiamo di seguito le parole del Santo Padre nell’introdurre la preghiera mariana:

Prima del Regina Caeli

Cari fratelli e sorelle, “Cristo è risorto!”

Con queste parole, dai tempi antichi, in queste terre di Bulgaria i cristiani – ortodossi e cattolici – si scambiano gli auguri nel tempo di Pasqua: Christos vozkrese! [la folla risponde] Esse esprimono la grande gioia per la vittoria di Gesù Cristo sul male, sulla morte. Sono un’affermazione e una testimonianza del cuore della nostra fede: Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascuno di voi sono: Lui vive e ti vuole vivo! Lui è in te, Lui è con te e non ti lascia mai. Lui cammina con te. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che continuamente ti chiama, ti aspetta per ricominciare. Lui non ha mai paura di ricominciare: sempre ci dà la mano per rincominciare, per alzarci e rincominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza – la tristezza invecchia –, i rancori, le paure, i dubbi e i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti forza e speranza (cfr Esort. ap. postsin. Christus vivit, 1-2). Lui vive, ti vuole vivo e cammina con te.

Questa fede in Cristo risorto viene proclamata da duemila anni in ogni angolo della terra, attraverso la missione generosa di tanti credenti, che sono chiamati a dare tutto per l’annuncio evangelico, senza tenere nulla per sé. Nella storia della Chiesa, anche qui in Bulgaria, ci sono stati Pastori che si sono distinti per santità della vita. Tra essi mi piace ricordare il mio predecessore, che voi chiamate “il santo bulgaro”, San Giovanni XXIII, un santo pastore, la cui memoria è particolarmente viva in questa terra, dove egli ha vissuto dal 1925 al 1934. Qui ha imparato ad apprezzare la tradizione della Chiesa Orientale, instaurando rapporti di amicizia con le altre Confessioni religiose. La sua esperienza diplomatica e pastorale in Bulgaria lasciò un’impronta così forte nel suo cuore di pastore da condurlo a favorire nella Chiesa la prospettiva del dialogo ecumenico, che ebbe un notevole impulso nel Concilio Vaticano II, voluto proprio da Papa Roncalli. In un certo senso, dobbiamo ringraziare questa terra per l’intuizione saggia e ispiratrice del “Papa buono”.

Nel solco di questo cammino ecumenico, fra poco avrò la gioia di salutare gli esponenti delle varie Confessioni religiose della Bulgaria, che, pur essendo un Paese ortodosso, è un crocevia in cui si incontrano e dialogano varie espressioni religiose. La gradita presenza a questo incontro dei Rappresentanti di queste diverse Comunità indica il desiderio di tutti di percorrere il cammino, ogni giorno più necessario, «di adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio» (Documento sulla fratellanza umana, Abu Dhabi, 4 febbraio 2019).

Ci troviamo vicino all’antica chiesa di Santa Sofia, e accanto alla chiesa Patriarcale di San Aleksander Nevskij, dove, in precedenza, ho pregato nel ricordo dei Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi. Nel desiderio di manifestare stima e affetto a questa venerata Chiesa ortodossa di Bulgaria, ho avuto la gioia di salutare e abbracciare, in precedenza, il mio Fratello Sua Santità Neofit, Patriarca, come pure i Metropoliti del Santo Sinodo.

Ci rivolgiamo ora alla Beata Vergine Maria, Regina del cielo e della terra, perché interceda presso il Signore Risorto, affinché doni a questa amata terra l’impulso sempre necessario di essere terra di incontro, nella quale, al di là delle differenze culturali, religiose o etniche, possiate continuare a riconoscervi e stimarvi come figli di uno stesso Padre. La nostra invocazione si esprime con il canto dell’antica preghiera del Regina Caeli. Lo facciamo qui, a Sofia, davanti all’icona della Madonna di Nesebar, che significa “Porta del cielo”, tanto cara al mio predecessore San Giovanni XXIII, che ha cominciato a venerarla qui, in Bulgaria, e l’ha portata con sé fino alla morte.

[Canto del Regina Caeli]
Gaude et laetare, Virgo Maria, alleluia.

[Quia surrexit Dominus vere, alleluia]
Oremus.
Deus, qui per resurrectionem Filii tui Domini nostri Iesu Christi mundum laetificare dignatus es, praesta, quǽsumus, ut per eius Genetricem Virginem Mariam perpetuae capiamus gaudia vitae. Per Christum Dominum nostrum. Amen.

[Benedizione]

[00742-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Chers frères et sœurs, “ Christ est ressuscité!”

Par ces paroles, depuis des temps anciens, en ces terres de Bulgarie les chrétiens – orthodoxes et catholiques – échangent les vœux du temps de Pâques: Christos vozkrese! [La foule répond]. Elles expriment la grande joie pour la victoire de Jésus Christ sur le mal, sur la mort. Elles sont une affirmation et un témoignage du cœur de notre foi: le Christ vit. Il est notre espérance et la plus belle jeunesse de ce monde. Tout ce qu’il touche devient nouveau, se remplit de vie. C’est pourquoi, les premières paroles que je veux adresser à chacun de vous sont: il vit et il te veut vivant! il est en toi, il est avec toi et il ne te lâche jamais. Il marche avec toi. Bien que tu puisses t’éloigner, à côté de toi il y a le Ressuscité, qui t’appelle constamment, t’attend pour recommencer. Il n’a jamais peur de recommencer: toujours il nous donne la main pour recommencer, pour nous relever et recommencer. Quand tu te sens vieux par la tristesse –la tristesse vieillit-, les rancunes, les peurs, les doutes et les échecs, lui sera là pour te redonner force et espérance (cf. Exhort. ap. Christus vivit, nn. 1-2). Il vit, il te veut vivant et il marche avec toi.

Cette foi en Christ ressuscité est proclamée depuis deux mille ans en tout lieu de la terre, à travers la mission généreuse de tant de croyants qui sont appelés à tout donner pour l’annonce évangélique, sans rien garder pour soi. Dans l’histoire de l’Église, ici aussi en Bulgarie, il y a eu des Pasteurs qui se sont distingués par la sainteté de leur vie. Parmi eux, j’aime me souvenir de mon prédécesseur, que vous appelez “le saint bulgare”, saint Jean XXIII, un saint pasteur, dont la mémoire est particulièrement vivante sur cette terre, où il a vécu de 1925 à 1934. Ici, il a appris à apprécier la tradition de l’Église Orientale, instaurant des relations d’amitié avec les autres Confessions religieuses. Son expérience diplomatique et pastorale en Bulgarie a laissé une empreinte si forte dans son cœur de pasteur qu’elle l’a conduit à promouvoir au sein de l’Église la perspective du dialogue œcuménique, qui eut une impulsion remarquable dans le Concile Vatican II, voulu justement par le Pape Roncalli. En un certain sens, nous devons remercier cette terre pour l’intuition sage et inspiratrice du “ bon Pape ”.

Dans le sillon de ce chemin œcuménique, d’ici peu, j’aurai la joie de saluer les représentants des diverses Confessions religieuses de Bulgarie, qui, tout en étant un pays orthodoxe, est un carrefour où se rencontrent et dialoguent diverses expressions religieuses. La présence appréciée à cette rencontre des Représentants de ces diverses Communautés, indique le désir de tous de parcourir le chemin, chaque jour plus nécessaire, «d’adopter la culture du dialogue comme chemin; la collaboration commune comme conduite; la connaissance réciproque comme méthode et critère» (Document sur la fraternité humaine, Abu Dhabi, 4 février 2019).

Nous nous trouvons près de l’antique église de Sainte Sophie, et à côté de l’église patriarcale de Saint Alexandre Nevsky, où, précédemment, j’ai prié dans le souvenir des saints Cyrille et Méthode, évangélisateurs des peuples slaves. Avec le désir de manifester estime et affection à cette vénérable Église orthodoxe de Bulgarie, j’ai eu la joie de saluer et d’embrasser, auparavant, mon Frère Sa Sainteté le Patriarche Neofit, ainsi que les Métropolites du Saint Synode.

Nous nous adressons maintenant à la Bienheureuse Vierge Marie, Reine du ciel et de la terre, afin qu’elle intercède auprès du Seigneur Ressuscité, pour qu’il donne à cette terre bien-aimée l’impulsion toujours nécessaire pour être terre de rencontre, sur laquelle, au-delà des différences culturelles, religieuses ou ethniques, vous puissiez continuer à vous reconnaître et à vous estimer comme enfants d’un même Père. Notre invocation s’exprime avec le chant de l’antique prière du Regina Caeli. Nous le faisons ici, à Sofia, devant l’icône de la Vierge de Nesebar, qui signifie “ Porte du ciel ”, si chère à mon prédécesseur saint Jean XXIII, qui a commencé à la vénérer ici, en Bulgarie, et l’a portée avec lui jusqu’à la mort.

[Chant du Regina Caeli]
Regina Caeli, laetare! Alleluia!...
Prière

[Bénédiction]

[00742-FR.02] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters, Christ is risen!

With these words, Christians – Orthodox and Catholic – here in Bulgaria have from ancient times greeted one another in the Easter season: Christos vozkrese! These words express great joy for the triumph of Jesus Christ over evil, over death. They are an affirmation and a testimony of the very heart of our faith: Christ is alive! He is our hope, and in a wonderful way he brings youth to our world. Everything he touches becomes young, new, full of life. The very first words, then, that I would like to say to each of you are these: Christ is alive, and he wants you to be alive! He is in you, he is with you and he never abandons you. He walks with you. However far you may wander, he is always there, the Risen One. He continually calls you, he waits for you to return to him and start over again. He is never afraid to start over again: he always gives us his hand for us to begin again, to get up and start over again. When you feel you are growing old out of sorrow, – sadness ages us – resentment or fear, doubt or failure, he will always be there to restore your strength and your hope (cf. Christus Vivit, 1-2). He lives, he wants you to live and he walks with you.

This faith in Christ, risen from the dead, has been proclaimed for two thousand years in every part of the world, thanks to the generous missionary effort of so many believers, called to give themselves completely and selflessly to the spread of the Gospel. In the history of the Church, also here in Bulgaria, there have been many pastors outstanding for the holiness of their lives. Among them, I readily recall my predecessor, whom you call “the Bulgarian saint”, Pope John XXIII, a holy pastor whose memory is particularly honoured in this land, where he lived from 1925 to 1934. Here he learned to esteem the traditions of the Eastern Church and built friendly relationships with the other religious confessions. His diplomatic and pastoral experience in Bulgaria left so deep a mark on his pastor’s heart that he was led to promote in the Church the prospect of ecumenical dialogue, which received a notable impulse in the Second Vatican Council, which he himself wished to convene. In a certain sense, we can thank this land for the sage and inspired intuition of “good Pope John”.

In pursuing this ecumenical journey, I will shortly have the joy of greeting the representatives of various religious confessions of Bulgaria, which, while an Orthodox country, is a crossroads where various religious expressions encounter one another and engage in dialogue. The very welcome presence in this meeting of representatives of these different communities is a sign of the desire of all to pursue the increasingly necessary journey towards “the culture of dialogue as a path; mutual cooperation as the code of conduct; reciprocal understanding as the method and standard” (Document on Human Fraternity, Abu Dhabi, 4 February 2019).

We find ourselves near the ancient church of Saint Sofia, and next to the Patriarchal Church of Saint Aleksander Nevsky, where just now I prayed in memory of Saints Cyril and Methodius, the evangelizers of the Slavic peoples. As evidence of my esteem and affection for this venerable Orthodox Church of Bulgaria, I have had the joy of greeting and embracing my brother, His Holiness Patriarch Neofit and the Metropolitans of the Holy Synod.

Let us now turn to the Blessed Virgin Mary, Queen of heaven and earth, asking her to intercede before the Risen Lord, that he may grant this beloved land the necessary impulse always to be a land of encounter. A land in which, transcending all cultural religious and ethnic differences, you can continue to acknowledge and esteem each other as children of the one heavenly Father. We make our plea with the song of the ancient prayer, Regina Caeli. We make that prayer here, in Sofia, before the icon of Our Lady of Nessebar, whose name means “Gate of Heaven”, so dear to my predecessor Saint John XXIII, who began to venerate her here in Bulgaria, and carried her with him to the day of his death.

[Song of Regina Caeli]
Regina Caeli, laetare! Alleluia!...
Prayer

[Blessing]

[00742-EN.02] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern, „Christus ist auferstanden!“

Mit diesen Worten tauschen auf bulgarischem Boden seit alters her die Christen – Orthodoxe wie Katholiken – in der Osterzeit ihre Glückwünsche aus. Christos woskrese! [die Leute antworten] Diese Worte drücken die große Freude über den Sieg Jesu Christi über das Böse und den Tod aus. Sie sind Aussage und Zeugnis des Herzstücks unseres Glaubens: Christus lebt. Er ist unsere Hoffnung, und er ist die schönste Jugend dieser Welt. Alles, was er berührt, wird neu, füllt sich mit Leben. Die ersten Worte, die ich also an jeden Einzelnen von euch richten möchte, lauten: Er lebt und er will, dass du lebendig bist! Er ist in dir, er ist bei dir und verlässt dich nie. Er geht mit dir. So sehr du dich auch entfernen magst, der Auferstandene ist an deiner Seite; er ruft dich beständig und wartet auf dich, um neu zu beginnen. Er hat niemals Angst davor neu zu beginnen. Immer reicht er dir die Hand, um neu zu beginnen, um uns aufzuhelfen und neu zu beginnen. Wenn du dich aus Traurigkeit – Traurigkeit macht alt – oder Groll, Furcht, Zweifel oder Versagen alt fühlst, wird er da sein, um dir Kraft und Hoffnung zurückzugeben (vgl. Apostolisches Schreiben Christus vivit, 1-2). Er lebt, er will, dass du lebst und er geht mit dir.

Dieser Glaube an den auferstandenen Christus wird seit zweitausend Jahren in aller Welt durch die großherzige Missionsarbeit vieler Gläubiger verkündet, die gerufen sind, für die Botschaft des Evangeliums alles zu geben, ohne irgendetwas für sich zurückzuhalten. In der Geschichte der Kirche hat es auch hier in Bulgarien Hirten gegeben, die sich durch die Heiligkeit des Lebens ausgezeichnet haben. Unter ihnen möchte ich an meinen Vorgänger erinnern, den ihr den „bulgarischen Heiligen“ nennt, den heiligen Johannes XXIII. – ein heiliger Hirte, dessen Andenken in diesem Land besonders lebendig ist, wo er von 1925 bis 1934 gelebt hat. Hier hat er die Tradition der Ostkirche schätzen gelernt und freundschaftliche Beziehungen mit den anderen religiösen Bekenntnissen aufgenommen. Seine diplomatische und pastorale Erfahrung in Bulgarien hinterließ eine so starke Spur in seinem Herzen eines Hirten, dass er begann, in der Kirche die Perspektive des ökumenischen Dialogs zu fördern. Diese Initiative erfuhr dann in dem eben von Papst Johannes XXIII. gewollten Zweiten Vatikanischen Konzil einen bemerkenswerten Impuls. Auf gewisse Weise müssen wir diesem Land für die weise und inspirierende Intuition des „guten Papstes“ danken.

Im Zuge dieses ökumenischen Wegs werde ich in Kürze die Freude haben, die Vertreter der verschiedenen religiösen Bekenntnisse Bulgariens zu begrüßen. Wenn auch ein orthodoxes Land, so ist Bulgarien ein Kreuzungspunkt, in dem sich verschiedene Religionen begegnen und miteinander in Dialog treten. Die geschätzte Anwesenheit der Vertreter der verschiedenen Gemeinschaften bei diesem Treffen weist auf den Wunsch aller hin, den Weg zu beschreiten, der jeden Tag notwendiger wird und darin besteht, »die Kultur des Dialogs als Weg, die allgemeine Zusammenarbeit als Verhaltensregel und das gegenseitige Verständnis als Methode und Maßstab annehmen [zu] wollen« (Dokument über die Brüderlichkeit aller Menschen, Abu Dhabi, 4. Februar 2019).

Wir befinden uns nahe der alten Kirche St. Sophia und neben der Patriarchalkirche St. Alexander Newski, wo ich vorher im Gedenken an die Heiligen Cyrill und Methodius, Glaubensboten der slawischen Völker, gebetet habe. Mit dem Wunsch, der ehrwürdigen orthodoxen Kirche Bulgariens Wertschätzung und Zuneigung zum Ausdruck zu bringen, hatte ich die Freude, vorher meinen Bruder Seine Heiligkeit Patriarch Neofit wie auch die Metropoliten des Heiligen Synods zu begrüßen und zu umarmen.

Wir wenden uns nun an die selige Jungfrau Maria, Königin des Himmels und der Erde, damit sie beim auferstandenen Herrn Fürsprache einlege, auf dass er diesem geliebten Land den immer notwendigen Antrieb schenke, Land der Begegnung zu sein, in dem ihr über die kulturellen, religiösen oder ethnischen Unterschiede hinaus fortfahren könnt, euch als Kinder des einen selben Vaters zu erkennen und zu schätzen. Unsere Anrufung kommt im Gesang des alten Gebetes Regina Caeli zum Ausdruck. Wir tun es hier in Sofia, vor der Ikone der Muttergottes von Nessebar, was „Pforte des Himmels“ bedeutet, die mein Vorgänger, der heilige Johannes XXIII., besonders liebte. Er hat sie hier in Bulgarien zu verehren begonnen und hatte sie bis zu seinem Tod bei sich.

[Gesang des Regina Caeli]
Gaude et laetare, Virgo Maria, alleluia.
Gebet

[Segen]

[00742-DE.02] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas, “¡Cristo ha resucitado!”.

Con estas palabras, los cristianos —ortodoxos y católicos— de estas tierras de Bulgaria se saludan desde tiempos antiguos durante el tiempo pascual: Christos vozkrese! [la gente responde]. Dichas palabras expresan la gran alegría por la victoria de Jesucristo sobre el mal y sobre la muerte. Son una afirmación y un testimonio del corazón de nuestra fe: Cristo vive. Él es nuestra esperanza y la más hermosa juventud del mundo. Todo lo que Él toca se hace nuevo, se llena de vida. Por eso, las primeras palabras que quiero dirigir a cada uno de vosotros son: ¡Él vive y te quiere vivo! Él está en ti, Él está contigo y nunca te deja. Él camina contigo. Por más que te alejes, junto a ti está el Resucitado, llamándote continuamente y esperándote para volver a empezar. Él no tiene miedo de recomenzar: nos da siempre la mano para recomenzar, para levantarnos y recomenzar. Cuando te sientas avejentado por la tristeza –la tristeza envejece–, los rencores, los miedos, las dudas o los fracasos, Él estará allí para devolverte la fuerza y la esperanza (cf. Exhort. apost. postsin. Christus vivit, 1-2). Él vive, te quiere vivo y camina contigo.

Esta fe en Cristo resucitado se proclama desde hace dos mil años en cada rincón de la tierra, gracias a la misión generosa de tantos creyentes, que fueron llamados a darlo todo por el anuncio evangélico, sin guardar nada para sí mismos. En la historia de la Iglesia, también aquí en Bulgaria, hubo pastores que se distinguieron por la santidad de su vida. Entre ellos me agrada recordar a san Juan XXIII, mi predecesor, a quien vosotros llamáis “el santo búlgaro”, un santo pastor cuya memoria está particularmente viva en esta tierra, donde él vivió desde 1925 hasta 1934. Aquí aprendió a valorar la tradición de la Iglesia oriental, manteniendo relaciones de amistad con las otras confesiones religiosas. Su experiencia diplomática y pastoral en Bulgaria dejó una huella tan fuerte en su corazón de pastor que lo llevó a promover en la Iglesia la visión del diálogo ecuménico, que tuvo un impulso notable en el Concilio Vaticano II, querido justamente por el papa Roncalli. En cierto sentido, debemos agradecerle a esta tierra la sabia e inspiradora intuición del “Papa bueno”.

En el surco de este camino ecuménico, dentro de poco tendré la alegría de saludar a los responsables de las diversas confesiones religiosas de Bulgaria que, aun siendo un país ortodoxo, es una encrucijada donde se encuentran y dialogan distintas expresiones religiosas. La grata presencia en este encuentro de los representantes de esas distintas comunidades, muestra el deseo de todos por recorrer la senda, cada día más necesaria «de asumir la cultura del diálogo como camino; la colaboración común como conducta; el conocimiento recíproco como método y criterio» (Documento sobre la fraternidad humana, Abu Dabi, 4 febrero 2019).

Nos encontramos cerca de la antigua iglesia de Santa Sofía, y junto a la iglesia Patriarcal de San Alejandro Nevski, donde antes he rezado recordando a los santos Cirilo y Metodio, evangelizadores de los pueblos eslavos. Con el deseo de manifestar mi estima y afecto a esta venerada Iglesia ortodoxa de Bulgaria, tuve la alegría de saludar y abrazar a mi hermano Su Santidad Neofit, Patriarca, como también a los Metropolitas del Santo Sínodo.

Nos dirigimos ahora a la Santísima Virgen María, Reina del cielo y de la tierra, para que interceda ante el Señor Resucitado, y conceda a esta amada tierra el impulso necesario para ser tierra de encuentro; en la que, más allá de las diferencias culturales, religiosas o étnicas os sigáis reconociendo y valorando como hijos y hermanos de un mismo Padre. Nuestra invocación se expresa con el canto de la antigua oración del Regina Caeli. Lo hacemos aquí, en Sofía, delante del icono de la Virgen de Nesebar, que significa “Puerta del cielo”, y que era tan querida por mi predecesor san Juan XXIII, que comenzó a venerarla aquí en Bulgaria y la llevó consigo hasta la muerte.

[Canto del Regina Caeli]
Regina Caeli, laetare! Alleluia!...
Oración

[Bendición]

[00742-ES.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs, «Cristo ressuscitou!»

É com estas palavras que desde os tempos antigos, nestas terras da Bulgária, os cristãos – ortodoxos e católicos – trocam votos entre si no tempo da Páscoa: Christos vozkrese! [a multidão responde]. Tais palavras expressam a grande alegria pela vitória de Jesus Cristo sobre o mal, sobre a morte. São uma afirmação e um testemunho do coração da nossa fé: Cristo vive. Ele é a nossa esperança e a mais bela juventude deste mundo. Tudo o que toca torna-se novo, enche-se de vida. Por isso as primeiras palavras que quero dirigir a cada um de vós são: Ele vive e quer-te vivo! Está em ti, está contigo e jamais te deixa. Ele caminha contigo. Por mais que te possas afastar, junto de ti está o Ressuscitado, que continuamente te chama, espera por ti para recomeçar. Jesus nunca tem medo de recomeçar: sempre nos dá a mão para recomeçar, para nos levantar e recomeçar. Quando te sentires envelhecido pela tristeza – a tristeza envelhece –, pelos rancores, os medos, as dúvidas e os fracassos, Ele estará lá para te devolver força e esperança (Francisco, Exort. ap. pós-sinodal Christus vivit, 1-2). Jesus vive, quer-te vivo e caminha contigo.

Esta fé em Cristo ressuscitado tem vindo a ser proclamada desde há dois mil anos por todos os cantos da terra, através da generosa missão de tantos crentes, que são chamados a dar tudo pelo anúncio evangélico, sem guardar nada para si mesmos. Na história da Igreja, também aqui na Bulgária, houve Pastores que se distinguiram pela santidade de vida. Entre eles, apraz-me recordar o meu antecessor – por vós designado «o Santo búlgaro» – São João XXIII, um Santo pastor, cuja memória permanece particularmente viva nesta terra, onde ele viveu de 1925 a 1934. Aqui aprendeu a admirar a tradição da Igreja Oriental, estabelecendo relações de amizade com as outras Confissões religiosas. A sua experiência diplomática e pastoral na Bulgária deixou uma marca tão forte no seu coração de pastor que o levou a promover na Igreja a perspetiva do diálogo ecuménico. Este recebeu um notável impulso no Concílio Vaticano II, desejado precisamente pelo Papa Roncalli. A esta terra, de certo modo, devemos agradecer a intuição sábia e inspiradora do «Papa bom».

Na esteira deste caminho ecuménico, daqui a pouco terei a alegria de saudar os expoentes das várias Confissões religiosas da Bulgária, que, apesar de ser um país ortodoxo, se revela uma encruzilhada onde se encontram e dialogam várias expressões religiosas. A estimada presença no encontro dos Representantes destas diversas Comunidades indica o desejo que todos têm de percorrer o caminho, cada dia mais necessário, de «adotar a cultura do diálogo como caminho, a colaboração comum como conduta, o conhecimento mútuo como método e critério» (Documento sobre a Fraternidade Humana, Abu Dhabi 4 de fevereiro de 2019).

Encontramo-nos perto da antiga igreja de Santa Sofia e ao lado da igreja Patriarcal de Santo Aleksander Nevskij, onde antes estive a rezar em memória dos Santos Cirilo e Metódio, evangelizadores dos povos eslavos. Movido pelo desejo de manifestar estima e afeto a esta venerada Igreja Ortodoxa da Bulgária, tive a alegria de saudar e abraçar, anteriormente, o meu irmão Patriarca, Sua Santidade Neofit, bem como os Metropolitas do Santo Sínodo.

Dirijamo-nos agora à Bem-aventurada Virgem Maria, Rainha do céu e da terra, pedindo-Lhe que interceda junto do Senhor Ressuscitado para que dê a esta amada terra o impulso sempre necessário de ser terra de encontro, na qual, independentemente das diferenças culturais, religiosas ou étnicas, possais continuar a reconhecer-vos e estimar-vos como filhos de um mesmo Pai. A nossa invocação é expressa com o canto da antiga oração do Regina Caeli. Fazemo-lo aqui, em Sófia, diante do ícone de Nossa Senhora de Nesebar (significa «Porta do Céu»), muito amado pelo meu antecessor São João XXIII, que começou a venerá-lo aqui, na Bulgária, e conservou-o consigo até à morte.

[Canto do Regina Caeli]
Regina Caeli, laetare! Alleluia!...
Ora
ção
[Bênção]

[00742-PO.02] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Drodzy bracia i siostry, „Chrystus zmartwychwstał!”,

Tymi słowami od czasów starożytnych na tych ziemiach Bułgarii chrześcijanie - prawosławni i katolicy - przekazują sobie wzajemnie pozdrowienia w okresie wielkanocnym: „Chrystus zmartwychwstał!” (wierni odpowiadają). Wyrażają one wielką radość z powodu zwycięstwa Jezusa Chrystusa nad złem i nad śmiercią. Są afirmacją i świadectwem istoty naszej wiary: Chrystus żyje. On jest naszą nadzieją i najpiękniejszą młodością tego świata. Wszystko, czego dotknie staje się młode, staje się nowe, napełnia się życiem. Dlatego pierwsze słowa, które chcę skierować do każdego z was brzmią: On żyje i chce, żebyś żył! On jest w tobie, jest z tobą i nigdy nie opuszcza cię. On idzie z tobą. Niezależnie od tego, jak bardzo byś się oddalił, obok ciebie jest Zmartwychwstały, który nieustannie cię wzywa, czeka na ciebie, aby rozpocząć od nowa. On nigdy nie boi się rozpoczynać od nowa: zawsze podaje nam rękę, by rozpoczynać od nowa, by nas podnieść i zacząć od nowa. Kiedy czujesz się stary z powodu smutku – smutek postarza - urazów, lęków, wątpliwości lub porażek, On będzie przy tobie, aby na nowo dać ci siłę i nadzieję (por. Posynodalna adhort. apost. Christus vivit, 1-2). On żyje, pragnie, abyś żył i kroczy razem z tobą.

Ta wiara w zmartwychwstałego Chrystusa jest głoszona od dwóch tysięcy lat na całej ziemi, przez wielkoduszną misję wielu wierzących, powołanych, aby dawać wszystko dla głoszenia Ewangelii, niczego nie zachowując dla siebie. W historii Kościoła, także tutaj, w Bułgarii, byli pasterze, którzy wyróżnili się świętością życia. Chciałbym spośród nich przypomnieć mojego poprzednika, którego nazywacie „bułgarskim świętym”, świętego Jana XXIII, świętego pasterza, którego pamięć jest szczególnie żywa na tej ziemi, gdzie mieszkał od 1925 do 1934 roku. Tutaj nauczył się doceniać tradycję Kościoła wschodniego, nawiązując relacje przyjaźni z innymi wyznaniami religijnymi. Jego doświadczenie dyplomatyczne i duszpasterskie w Bułgarii odcisnęło bardzo silne piętno na jego sercu pasterza, do tego stopnia, że doprowadziło go do popierania w Kościele perspektywy dialogu ekumenicznego, który miał znaczący impuls na Soborze Watykańskim II, zwołanym właśnie przez papieża Roncallego. W pewnym sensie musimy podziękować tej ziemi za mądrą i inspirującą intuicję „dobrego Papieża”.

W ramach tej pielgrzymki ekumenicznej, wkrótce z radością pozdrowię przedstawicieli różnych wyznań religijnych w Bułgarii, która, pomimo że jest krajem prawosławnym, jest skrzyżowaniem, na którym spotykają się różne religie. Oczekiwana obecność na tym spotkaniu przedstawicieli tych różnych wspólnot wskazuje na pragnienie wszystkich, by kroczyć drogą, każdego dnia bardziej konieczną, „akceptacji kultury dialogu jako drogi; wzajemnej współpracy jako kodeksu postępowania; wzajemnego porozumienia jako metody i standardu” (Dokument o ludzkim braterstwie, Abu Zabi, 4 lutego 2019).

Jesteśmy blisko starożytnego kościoła świętej Zofii, w pobliżu kościoła patriarchalnego świętego Aleksandra Newskiego, gdzie wcześniej modliłem się wspominając świętych Cyryla i Metodego, ewangelizatorów narodów słowiańskich. Pragnąc okazać szacunek i miłość dla tego czcigodnego Bułgarskiego Kościoła Prawosławnego z radością pozdrowiłem wcześniej i uścisnąłem mojego brata, Jego Świątobliwość patriarchę Neofita a także metropolitów Świętego Synodu.

Teraz zwracamy się do Najświętszej Maryi Panny, Królowej Nieba i Ziemi, aby orędowała u Zmartwychwstałego Pana, żeby obdarzył tę umiłowaną ziemię stale koniecznym impulsem, by być ziemią spotkania, w której niezależnie od różnic kulturowych i religijnych, czy też etnicznych, moglibyście nadal uznawać i szanować siebie jako dzieci tego samego Ojca. Nasze wezwanie wyraża się w śpiewie starożytnej modlitwy Regina Caeli. Czynimy to tutaj, w Sofii, przed ikoną Matki Bożej z Nesebyru, co oznacza „Bramę Niebios”, tak drogą mojemu poprzednikowi, świętemu Janowi XXIII, który zaczął ją czcić tutaj, w Bułgarii, i niósł ją ze sobą, aż do śmierci.

[Śpiew Regina Caeli]
Regina Caeli, laetare! Alleluja! ...
Modlitwy

[Błogosławieństwo]

 

[00742-PL.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua araba

كلمة قداسة البابا فرنسيس

صلاة "افرحي يا ملكة السماء"

ساحة القديس ألكسندر نيفسكي - صوفيا

الزيارة الرّسولية إلى بلغاريا

الأحد 5 مايو / أيار 2019

أيها الإخوة والأخوات الأعزاء، "المسيح قام!"

بهذه الكلمات، منذ العصور القديمة في هذه الأراضي البلغارية، يتبادل المسيحيون -الأرثوذكس والكاثوليك- التمنيات في زمن الفصح: خريستوس فوسكريسي! [الشعب يجيب]. يعبّرون عن فرح انتصار يسوع العظيم على الشرّ والموت. إنها تأكيد وشهادة على محور إيماننا: المسيح يحيا. هو رجاؤنا وهو الشباب الأجمل في هذا العالم. كلّ ما يلمسه يصبح جديدًا، مليئًا بالحياة. ولذا، فإن الكلمات الأولى التي أودّ أن أوجّهها لكلّ واحد منكم هي: إنّه حيّ ويريدك أن تكون حيًّا! إنه فيك ومعك ولن يتركك أبدًا. إنه يسير معك. ومهما ذهبت بعيدًا، إنه هناك بجانبك، هو القائم من الموت، يدعوك باستمرار وينتظرك كي تعود إليه وتبدأ من جديد. فهو لا يخاف أبدًا من أن يبدأ من جديد: يمدّ يده دومًا لنا كي نبدأ من جديد، كي يقيمنا ونبدأ من جديد. عندما تشعر بأنك تشيخ من الحزن –لأن الحزن يجعلنا نشيخ- والاستياء والمخاوف والشكوك أو الفشل، سوف يكون معك كي يعطيك القوّة والرجاء (را. الإرشاد الرسولي المسيح يحيا، 1- 2). إنه يحيا، ويريدك حيًّا ويسير معك.

إن الإيمان بالمسيح القائم من الموت يُعلن منذ ألفي عام في كلّ ركن من أركان الأرض، عبر العمل السخيّ للعديد من المؤمنين، المدعوين إلى بذل كلّ شيء من أجل البشارة بالإنجيل، دون الاحتفاظ لأنفسهم بأيّ شيء. كان هناك، في تاريخ الكنيسة، وحتى هنا في بلغاريا، رعاةٌ تميّزوا بقدسيّة الحياة. ومن بينهم، أودّ أن أذكر سلفي، الذي تسمّونه "القديس البلغاري"، القدّيس يوحنا الثالث والعشرين، راعٍ قدّيس، تعيش ذكراه بشكل خاص في هذه الأرض، حيث عاش من عام 1925 إلى عام 1934. هنا تعلّم أن يقدّر تقليد الكنيسة الشرقية، وأقام صداقات مع الطوائف الدينيّة الأخرى. وقد تركت خبرته الدبلوماسية والرعوية في بلغاريا بصمة قويّة على قلبه كراع، مما دفعه إلى تعزيز منظور الحوار المسكوني في الكنيسة، والذي نال دعمًا كبيرًا في المجمع الفاتيكاني الثاني، بتكليف من البابا رونكالي. يجب أن نشكر، بمعنى ما، هذه الأرض على الحدس الحكيم والملهم لـ "البابا الطيِّب".

على خطى هذه المسيرة المسكونية، سأسرّ بعد قليل بإلقاء التحيّة على ممثّلي مختلف الطوائف الدينية في بلغاريا، والتي على الرغم من كونها بلدًا أرثوذكسيًا، فهي ملتقى طرق تجتمع فيه وتتحاور مختلف التعابير الدينية. ويشير حضور ممثّلي مختلف الطوائف في هذا الاجتماع، إلى رغبة الجميع في القيام بالمسيرة، التي تزداد أهميتها كل يوم، " تَبنِّي ثقافةِ الحوارِ دَرْبًا، والتعاوُنِ المُشتركِ سبيلًا، والتعارُفِ المُتَبادَلِ نَهْجًا وطَرِيقًا" (وثيقـة الأخــوة الإنســانية، أبو ظبي، 4 فبراير/شباط 2019).

نحن بالقرب من كنيسة القدّيسة صوفيا القديمة، وبجوار كنيسة القدّيس ألكسندر نيفسكي البطريركية، حيث صلّيت سابقًا في ذكرى القدّيسين كيرلس وميثوديوس، اللذين بشّرا الشعوب السلافية. في إطار الرغبة بإظهار التقدير والودّ لهذه الكنيسة الأرثوذكسية الموقرة في بلغاريا، كان من دواعي سروري أن أحيي وأعانق، سابقًا، أخي صاحب الغبطة نيوفيت، البطريرك، وكذلك مطارنة المجمع المقدّس.

نتوجّه الآن لمريم العذراء الكلّية الطوبى، ملكة السماء والأرض، كيما تتضرّع لأجلنا الربّ القائم من الموت كي يعطي هذه الأرض الحبيبة الدافع الذي تحتاجه دائمًا لتصبح أرضًا للقاء يمكنكم فيها، أبعد من الاختلافات الثقافية والدينية أو العرقية، أن تستمرّوا باعتبار وتقدير بعضكم البعض كأبناء للآب نفسه. ونعبّر عن دعوتنا من خلال إنشاد صلاة "افرحي يا ملكة السماء" القديمة. نصلّيها هنا، في صوفيا، أمام أيقونة سيّدة نيسيبار، والتي تعني "باب السماء"، العزيزة للغاية على سلفي القدّيس يوحنا الثالث والعشرين، الذي بدأ في تكريمها هنا، في بلغاريا، ورافقته حتى الموت.

نشيد إفرحي يا ملكة السماء

افرحي يا ملكة السماء!...

[البركة]

[00742-AR.01] [Testo originale: Italiano]

[B0371-XX.02]