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L’Udienza Generale, 01.05.2019


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.10 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sul Padre Nostro, ha incentrato la sua meditazione sul tema: “Non abbandonarci alla tentazione” (Brano biblico: Dalla Prima Lettera di san Paolo ai Corinti, 10, 13).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Proseguiamo nella catechesi sul “Padre nostro”, arrivando ormai alla penultima invocazione: «Non abbandonarci alla tentazione» (Mt 6,13). Un’altra versione dice: “Non lasciare che cadiamo in tentazione”. Il “Padre nostro” incomincia in maniera serena: ci fa desiderare che il grande progetto di Dio si possa compiere in mezzo a noi. Poi getta uno sguardo sulla vita, e ci fa domandare ciò di cui abbiamo bisogno ogni giorno: il “pane quotidiano”. Poi la preghiera si rivolge alle nostre relazioni interpersonali, spesso inquinate dall’egoismo: chiediamo il perdono e ci impegniamo a darlo. Ma è con questa penultima invocazione che il nostro dialogo con il Padre celeste entra, per così dire, nel vivo del dramma, cioè sul terreno del confronto tra la nostra libertà e le insidie del maligno.

Come è noto, l’espressione originale greca contenuta nei Vangeli è difficile da rendere in maniera esatta, e tutte le traduzioni moderne sono un po’ zoppicanti. Su un elemento però possiamo convergere in maniera unanime: comunque si comprenda il testo, dobbiamo escludere che sia Dio il protagonista delle tentazioni che incombono sul cammino dell’uomo. Come se Dio stesse in agguato per tendere insidie e tranelli ai suoi figli. Un’interpretazione di questo genere contrasta anzitutto con il testo stesso, ed è lontana dall’immagine di Dio che Gesù ci ha rivelato. Non dimentichiamo: il “Padre nostro” incomincia con “Padre”. E un padre non fa dei tranelli ai figli. I cristiani non hanno a che fare con un Dio invidioso, in competizione con l’uomo, o che si diverte a metterlo alla prova. Queste sono le immagini di tante divinità pagane. Leggiamo nella Lettera di Giacomo apostolo: «Nessuno, quando è tentato, dica: “Sono tentato da Dio”; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno» (1,13). Semmai il contrario: il Padre non è l’autore del male, a nessun figlio che chiede un pesce dà una serpe (cfr Lc 11,11) – come Gesù insegna – e quando il male si affaccia nella vita dell’uomo, combatte al suo fianco, perché possa esserne liberato. Un Dio che sempre combatte per noi, non contro di noi. È il Padre! È in questo senso che noi preghiamo il “Padre nostro”.

Questi due momenti – la prova e la tentazione – sono stati misteriosamente presenti nella vita di Gesù stesso. In questa esperienza il Figlio di Dio si è fatto completamente nostro fratello, in una maniera che sfiora quasi lo scandalo. E sono proprio questi brani evangelici a dimostrarci che le invocazioni più difficili del “Padre nostro”, quelle che chiudono il testo, sono già state esaudite: Dio non ci ha lasciato soli, ma in Gesù Egli si manifesta come il “Dio-con-noi” fino alle estreme conseguenze. È con noi quando ci dà la vita, è con noi durante la vita, è con noi nella gioia, è con noi nelle prove, è con noi nelle tristezze, è con noi nelle sconfitte, quando noi pecchiamo, ma sempre è con noi, perché è Padre e non può abbandonarci.

Se siamo tentati di compiere il male, negando la fraternità con gli altri e desiderando un potere assoluto su tutto e tutti, Gesù ha già combattuto per noi questa tentazione: lo attestano le prime pagine dei Vangeli. Subito dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni, in mezzo alla folla dei peccatori, Gesù si ritira nel deserto e viene tentato da Satana. Incomincia così la vita pubblica di Gesù, con la tentazione che viene da Satana. Satana era presente. Tanta gente dice: “Ma perché parlare del diavolo che è una cosa antica? Il diavolo non esiste”. Ma guarda che cosa ti insegna il Vangelo: Gesù si è confrontato con il diavolo, è stato tentato da Satana. Ma Gesù respinge ogni tentazione ed esce vittorioso. Il Vangelo di Matteo ha una nota interessante che chiude il duello tra Gesù e il Nemico: «Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano» (4,11).

Ma anche nel tempo della prova suprema Dio non ci lascia soli. Quando Gesù si ritira a pregare nel Getsemani, il suo cuore viene invaso da un’angoscia indicibile – così dice ai discepoli – ed Egli sperimenta la solitudine e l’abbandono. Solo, con la responsabilità di tutti i peccati del mondo sulle spalle; solo, con un’angoscia indicibile. La prova è tanto lacerante che capita qualcosa di inaspettato. Gesù non mendica mai amore per sé stesso, eppure in quella notte sente la sua anima triste fino alla morte, e allora chiede la vicinanza dei suoi amici: «Restate qui e vegliate con me!» (Mt 26,38). Come sappiamo, i discepoli, appesantiti da un torpore causato dalla paura, si addormentarono. Nel tempo dell’agonia, Dio chiede all’uomo di non abbandonarlo, e l’uomo invece dorme. Nel tempo in cui l’uomo conosce la sua prova, Dio invece veglia. Nei momenti più brutti della nostra vita, nei momenti più sofferenti, nei momenti più angoscianti, Dio veglia con noi, Dio lotta con noi, è sempre vicino a noi. Perché? Perché è Padre. Così abbiamo incominciato la preghiera: “Padre nostro”. E un padre non abbandona i suoi figli. Quella notte di dolore di Gesù, di lotta sono l’ultimo sigillo dell’Incarnazione: Dio scende a trovarci nei nostri abissi e nei travagli che costellano la storia.

È il nostro conforto nell’ora della prova: sapere che quella valle, da quando Gesù l’ha attraversata, non è più desolata, ma è benedetta dalla presenza del Figlio di Dio. Lui non ci abbandonerà mai!

Allontana dunque da noi, o Dio, il tempo della prova e della tentazione. Ma quando arriverà per noi questo tempo, Padre nostro, mostraci che non siamo soli. Tu sei il Padre. Mostraci che il Cristo ha già preso su di sé anche il peso di quella croce. Mostraci che Gesù ci chiama a portarla con Lui, abbandonandoci fiduciosi al tuo amore di Padre. Grazie.

[00719-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, nous arrivons maintenant à l’avant dernière invocation du “Notre Père”: «ne nous laisse pas entrer en tentation» (Mt 6,13). Malgré les difficultés à traduire de manière exacte l’expression du texte grec des Évangiles, il existe un point de convergence: Dieu ne se tient pas en embuscade pour tendre des pièges à l’homme. Les chrétiens n’ont rien à voir avec un Dieu jaloux, qui s’amuserait à mettre l’homme à l’épreuve. Bien au contraire: le Père n’est pas l’auteur du mal et il se tient aux côtés de l’homme pour le combattre et l’en libérer. Et, c’est dans ce sens que nous prions le “Notre Père”. Ainsi, l’épreuve et la tentation ont été présentes dans la vie de Jésus lui-même. Dans cette expérience, Le Fils de Dieu s’est fait notre frère et en lui, Dieu s’est manifesté comme le “Dieu-avec-nous”. De fait, Jésus a déjà combattu pour nous la tentation du pouvoir absolu sur tout et sur tous. De même, à l’heure de l’agonie, si l’homme dort alors que Dieu, en Jésus, lui demande de ne pas l’abandonner, Dieu lui veille quand l’homme est confronté à cette épreuve. Il descend jusque dans nos abimes et nos souffrances. C’est notre réconfort à l’heure de l’épreuve: savoir que cette vallée n’est plus désolée, mais qu’elle est bénie par la présence du Fils de Dieu qui ne nous abandonnera jamais.

Santo Padre:

Sono lieto di salutare i pellegrini dalla Francia e da altri paesi francofoni, in particolare quelli di Troyes, i membri della cappellania di Hmong di Francia e quelli dei Foyer de Charité, così come i giovani di Carcassonne, Laval, Montpellier e Parigi. Nell'ora della prova e della tentazione, lasciate che il Signore vi mostri la sua presenza e vi aiuti ad abbandonarvi fiduciosi all'amore del Padre. Dio vi benedica!

Speaker:

Je suis heureux de saluer les pèlerins venus de France et d’autres pays francophones, en particulier les pèlerins Troyes, les membres de l’Aumônerie Hmong de France et ceux des Foyers de Charité, ainsi que les jeunes venus de Carcassonne, Laval, Montpellier, Paris. A l’heure de l’épreuve et de la tentation, que le Seigneur nous manifeste sa présence et qu’il nous aide à nous abandonner confiants dans l’amour du Père. Que Dieu vous bénisse!

[00720-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: In our continuing catechesis on the “Our Father”, we now consider the penultimate invocation: “Lead us not into temptation”. Here our dialogue with God enters into the drama of the battle between our freedom and the snares of the evil one. It is not easy to accurately capture the exact meaning of the original Greek, but we can certainly say that God does not seek to put temptations in our way. Both tribulation and temptation, moreover, are mysteriously present even in the life of Jesus, and this experience makes him completely our brother. In the desert and in the garden of Gethsemane, Jesus overcomes any temptation to abandon the Father’s will. When we in turn are tempted, we know that we are not alone: for Christ has already taken on himself the weight of our cross, calling us to carry it with him and to entrust ourselves to the Father’s faithful love.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Danimarca, Finlandia, Camerun, Giappone, India, Indonesia, Canada e Stati Uniti d’America. Nella gioia del Cristo Risorto, invoco su di voi e sulle vostre famiglie l’amore misericordioso di Dio nostro Padre. Il Signore vi benedica!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those from England, Scotland, Denmark, Finland, Cameroon, Japan, India, Indonesia, Canada and the United States of America. In the joy of the Risen Christ, I invoke upon you and your families the loving mercy of God our Father. May the Lord bless you all!

[00721-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, in unseren Katechesen über das Vaterunser sind wir bei der vorletzten Bitte angelangt: »Und führe uns nicht in Versuchung« (Mt 6,13). Mit dieser Anrufung geht unser Dialog mit dem himmlischen Vater auf das Spannungsfeld zwischen unserer Freiheit und den Nachstellungen des Teufels ein. Die Aussage des griechischen Urtextes kann in den modernen Übersetzungen nur schwer in all seinen Facetten wiedergegeben werden. Eines ist jedoch klar: Gott ist niemals der Urheber der Versuchungen, denen der Mensch in seinem Leben begegnet. Vielmehr steht er uns im Kampf zur Seite, damit wir davon befreit werden. Die Prüfung und die Versuchung finden wir auch im Leben Jesu wieder: Unmittelbar nach der Taufe durch Johannes zieht sich Jesus in die Wüste zurück und wird vom Satan in Versuchung geführt. Aber der Herr weist jede Versuchung zurück und geht siegreich daraus hervor. Und in seiner Todesangst in Getsemani erfährt der Herr auf unaussprechliche Weise die Einsamkeit und die Verlassenheit. In Situationen der Prüfung ist es tröstlich zu wissen, dass Jesus dieses Tal der Tränen bereits durchschritten hat und es mit seiner gnadenreichen Gegenwart erfüllt. Der Herr verlässt uns nie.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua tedesca, in particolare il gruppo dei Diaconi permanenti della Diocesi di Augsburg, accompagnato dal Vescovo Ausiliare Mons. Florian Wörner. Teniamoci sempre uniti al Signore Risorto, vincitore sul peccato e sulla morte, e, con l’aiuto della sua grazia, poter anche noi superare ogni tentazione e prova e così crescere nel suo amore.

Speaker:

Herzlich grüße ich die Pilger deutscher Sprache, insbesondere die Gruppe der ständigen Diakone aus dem Bistum Augsburg in Begleitung von Weihbischof Florian Wörner. Bleiben wir immer mit dem auferstandenen Herrn vereint, dem Sieger über Sünde und Tod, damit auch wir mit der Hilfe seiner Gnade jede Versuchung und Prüfung überwinden und so in seiner Liebe wachsen können.

[00722-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanas y hermanos:

Hoy reflexionamos sobre la penúltima invocación de la oración del padrenuestro que dice: «No nos dejes caer en la tentación». Esta petición se encuentra en el centro del drama entre nuestra libertad y las insidias del maligno. Es una frase difícil de traducir en las lenguas modernas, pero está claro que Dios no es el que nos tienta, como si Él fuera el que busca hacernos caer en el momento de la prueba. De hecho, Jesús nos revela que Dios se pone junto a nosotros en la lucha contra el mal y, por eso, nos enseña a pedirle que nos ayude a evitarlo y a superarlo.

También Jesús vivió momentos de prueba y tentación, pero supo vencerlos; se impuso al demonio durante las tentaciones en el desierto, y cuando experimentó la desolación más absoluta en el huerto de Getsemaní, dio testimonio de que confiaba en su Padre Dios. En aquel instante previo a su Pasión, cuando sentía un gran abandono, pidió a sus discípulos que velasen y orasen con Él, pero ellos no fueron capaces de hacerlo. Sin embargo, cuando nosotros somos probados y tentados por el maligno, Él vela y está junto a nosotros. De este modo, sabemos que no estamos solos en el momento de la prueba y la dificultad, sino que estamos recorriendo, junto a Jesús, el camino que Él bendijo con su presencia salvadora.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española venidos de España y de Latinoamérica, en modo particular a los sacerdotes de la Diócesis de Cartagena, acompañados por su obispo, Mons. José Manuel Lorca Planes. Pidamos al Señor que aleje de nosotros todo tipo de tentación y que sepamos percibir su presencia a nuestro lado en todo momento de nuestra vida. Dios siempre nos acompaña y hace más ligero el peso de nuestra cruz. Que el Señor los bendiga.

[00723-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

A penúltima invocação do Pai-Nosso – «não nos deixeis cair em tentação» – entra no terreno do confronto entre a nossa liberdade e as ciladas do maligno. Nós sabemos que o Pai do Céu combate ao nosso lado, para não soçobrarmos na prova e na tentação. Estes dois momentos aparecem misteriosamente presentes na vida do próprio Jesus: as tentações ao início da sua vida pública e, no final desta, a prova bem explícita na agonia do Jardim das Oliveiras. São precisamente estes textos evangélicos que nos mostram como o Pai do Céu atende a referida invocação: não nos deixa sozinhos, mas, em Jesus, manifesta-se como Deus connosco até às consequências extremas. Na prova do Getsémani, acontece algo de inesperado: Jesus, que nunca mendigara amor para Si mesmo, naquela noite sente a sua alma invadida por uma tristeza de morte e pede a proximidade dos seus discípulos: «Ficai aqui e vigiai comigo». Eles, porém, adormeceram… Na hora da agonia, Deus pede ao homem para não O abandonar, mas o homem adormece. Ao contrário, na hora em que o homem experimenta a prova, Deus vela. Aquela noite de sofrimento e luta constitui o extremo sinal da Encarnação: Deus desce para nos encontrar nos nossos abismos e dores de parto que constelam a história. O nosso conforto na hora da prova é saber que este vale de lágrimas, desde quando Jesus o atravessou, já não é pura desolação, mas está abençoado pela presença do Filho de Deus. Ele nunca nos abandona. Por isso, na hora da prova e da tentação, abandonemo-nos, confiantes, ao amor do Pai.

Santo Padre:

Cari pellegrini di lingua portoghese, in particolare quelli della diocesi di Caratinga e delle parrocchie di Almada e di São Pedro da Cova, benvenuti! La risurrezione di Cristo ha aperto la strada oltre la morte; abbiamo la strada libera fino al Cielo. Nulla possa impedirvi di vivere e crescere nell'amicizia del Padre celeste e di rendere testimonianza a tutti della sua bontà e misericordia! Su di voi e sulle vostre famiglie scenda, abbondante, la sua Benedizione.

Speaker:

Amados peregrinos de língua portuguesa, em particular os da diocese de Caratinga e das paróquias de Almada e de São Pedro da Cova, sede benvindos! A ressurreição de Cristo abriu a estrada para além da morte; temos a estrada desimpedida até ao Céu. Que nada vos impeça de viver e crescer na amizade do Pai Celeste, e testemunhar a todos a sua bondade e misericórdia! Sobre vós e vossas famílias desça, abundante, a sua Bênção.

[00724-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

أيها الإخوة والأخوات الأعزاء، نتابع في التعليم حول "صلاة الأبانا" ونصل إلى الدعاء ما قبل الأخير: "لا تَترُكْنا نَتَعرَّضُ لِلتَّجربة". تبدأ "صلاة الأبانا" بشكل هادئ: تجعلنا نرغب بأن يتحقق مشروع الله العظيم في وسطنا. ثم تلقي نظرة حول الحياة وتجعلنا نطلب ما نحتاج إليه يوميًّا: "الخبز اليومي". من ثمَّ تتوجّه الصلاة نحو علاقاتنا الشخصيّة والتي غالبًا ما تلوِّثها الأنانيّة: نطلب المغفرة ونلتزم في منحها. ولكن ومن خلال هذا الدعاء ما قبل الأخير يدخل حوارنا مع الآب السماوي، إذا صحَّ القول، في قلب المأساة، أي في أرض المواجهة بين حريّتنا ومكايد الشرير. كما نعرف، من الصعب أن نترجم بشكل صحيح العبارة اليونانيّة الموجودة في الأناجيل، وجميع الترجمات الحديثة تحتوي على بعض الشوائب. ولكن يمكننا أن نتّفق بالإجماع على عنصر واحد: مهما كانت الطريقة التي نفهم فيها النص علينا أن نستثني أنَّ الله هو رائد التجارب التي تهدّد مسيرة الإنسان؛ لأنَّ المسيحيون لا يتعاملون مع إله حسود يتنافس مع الإنسان، أو يتسلّى في إدخاله في تجربة، وإنما العكس: فعندما يطل الشر على حياة الإنسان، يحارب الله إلى جانبه لكي يتحرّر منه. وبهذا المعنى نحن نتلو "صلاة الأبانا". إنَّ الله لا يتركنا وحدنا أبدًا في زمن التجربة العظيمة بل يسهر وينزل ليلتقي بنا في هاويتنا وفي المحن التي ترافق تاريخنا. إنها لتعزية لنا عند ساعة التجربة أن نعرف أن هذا الوادي، منذ أن عبره يسوع، لم يعد مهجورًا، بل تبارك بحضور ابن الله؛ وهو لن يتركنا أبدًا! أبعد عنا إذًا يا الله زمن المحن والتجارب. ولكن عندما يحين هذا الوقت بالنسبة لنا، أظهر لنا أننا لسنا وحدنا وأن المسيح قد حمل على نفسه ثقل ذلك الصليب أيضًا ويدعونا لنحمله معه مستسلمين بثقة لمحبّة الآب.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, ricordatevi sempre che nel tempo della prova suprema Dio non ci lascia soli; Egli veglia e scende a trovarci nei nostri abissi e nei travagli che costellano la storia. Il Signore vi benedica!

Speaker:

أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللّغةِ العربيّة، وخاصةً بالقادمينَ من الشرق الأوسط. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، تذكّروا على الدوام أنَّ الله لا يتركنا وحدنا أبدًا في زمن التجربة العظيمة بل يسهر وينزل ليلتقي بنا في هاويتنا وفي المحن التي ترافق تاريخنا. ليبارككم الرب!

[00725-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Drodzy bracia i siostry, kontynuując katechezę na temat modlitwy „Ojcze nasz”, rozważamy dzisiaj wezwanie: „nie dopuść, abyśmy ulegli pokusie” (Mt 6, 13). Należy pamiętać, że to nie Bóg jest tym, który zastawia na nas w życiu pułapki, wystawia na pokusy. List św. Jakuba Apostoła przypomina, że „kto doznaje pokusy, niech nie mówi, że Bóg go kusi. Bóg bowiem ani nie podlega pokusie ku złemu, ani też nikogo nie kusi” (1,13). On nie jest sprawcą zła. W chwilach najcięższej próby, gdy zło usiłuje zdobyć przystęp do człowieka, Bóg jest tym, który wspiera każdego, walczy u jego boku. Pan Jezus także był kuszony na pustyni. Pokazał nam jak należy odrzucać pokusy szatana. Warto o tym pamiętać, kiedy wołamy: „nie wódź nas na pokuszenie”. W Getsemani, w obliczu niewypowiedzianej trwogi przed śmiercią, Syn Boży prosił swoich przyjaciół, by go nie opuszczali: „Zostańcie tu i czuwajcie ze Mną!” (Mt 26, 38). Wiemy, że uczniowie znużeni snem nie potrafili czuwać, zasnęli. Bóg, przeciwnie – w chwilach naszych zmagań ze złem – jest obecny przy nas, czuwa i umacnia nas. Oczekuje jednak byśmy prosili Go o pomoc. Pamiętajmy o tym w chwilach naszych trudnych prób, doświadczeń, pokus.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini Polacchi. Ci sono tanti polacchi oggi in piazza, benvenuti! La memoria liturgica di San Giuseppe Lavoratore ci introduce nel mese di maggio, dedicato a Maria. Affidate alla Madre di Dio, durante le tradizionali funzioni religiose a Lei dedicate, le situazioni personali, familiari e dei vostri vicini. Pregate per la Chiesa, per la Patria e per la pace nel mondo. Maria, Regina della Polonia, la cui Solennità ricorre dopodomani, vi sostenga e guidi. Sia lodato Gesù Cristo.

Speaker:

Witam serdecznie pielgrzymów polskich. Liturgiczne wspomnienie Świętego Józefa, rzemieślnika wprowadza nas w maryjny miesiąc maj. Podczas tradycyjnych nabożeństw majowych zwierzajcie Matce Bożej sprawy osobiste, rodzinne, waszych bliskich. Módlcie się za Kościół, Ojczyznę, o pokój w świecie. Niech Maryja, Królowa Polski, której Uroczystość przypada pojutrze, wspiera was i prowadzi. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[00726-PL.02] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Oggi ricorre il quinto Centenario della Canonizzazione di S. Francesco di Paola, Fondatore dell’Ordine dei Minimi, Patrono della Calabria e della Gente di Mare italiana. Vorrei esortare i suoi figli spirituali e quanti lo hanno come celeste Patrono a mettere in pratica il suo messaggio di «continua conversione», il quale ci parla ancora oggi di amore incondizionato verso Dio, i fratelli e il creato.

Ricordo anche che domenica prossima si celebra in Italia la Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Possa questo Ateneo proseguire sempre meglio il suo servizio alla formazione dei giovani, in un dialogo costante tra la fede e le domande del mondo contemporaneo.

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana.

Sono lieto di accogliere i Fratelli delle Scuole Cristiane e i Frati Cappuccini.

Saluto i Gruppi Parrocchiali, in particolare quelli di Acilia, Caserta, Andria e Altino; il Gruppo Scout di Pontinia e l’Organizzazione Cristiano-Sociale Ticinese.

Un pensiero particolare rivolgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la Memoria di San Giuseppe lavoratore. La figura dell’umile lavoratore di Nazareth ci orienti sempre verso Cristo; sostenga il sacrificio di coloro che operano il bene e interceda per quanti hanno perso il lavoro o non riescono a trovarlo. Preghiamo specialmente per coloro che non hanno lavoro, che è una tragedia mondiale di questi tempi.

[00727-IT.02] [Testo originale: Italiano]

[B0354-XX.02]