Alle ore 15.30 di questo pomeriggio, Giovedì della Settimana Santa, il Santo Padre Francesco ha lasciato Domus Sanctae Marthae e si è recato in visita alla Casa Circondariale di Velletri (Roma) per la celebrazione della Santa Messa in Coena Domini.
Al Suo arrivo, intorno alle ore 16.30, il Papa è stato accolto dalla Direttrice della struttura penitenziaria, Dott.ssa Maria Donata Iannantuono, dalla Vice Direttrice, Dott.ssa Pia Palmeri, dal Comandante della Polizia Penitenziaria, Dott.ssa Maria Luisa Abossida, e dal Cappellano, Don Franco Diamante.
Il Santo Padre ha salutato poi alcune Rappresentanze del Personale civile, della Polizia e dei Detenuti. Quindi, alle ore 16.45, nel Salone teatro della Casa Circondariale, ha presieduto la celebrazione della Messa in Coena Domini con il rito della lavanda dei piedi, inizio del Triduo Pasquale.
Dopo la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa ha pronunciato a braccio l’omelia. Quindi, nel corso del Rito, ha lavato i piedi a 12 detenuti provenienti da quattro diversi Paesi: 9 sono italiani, 1 brasiliano, 1 della Costa d’Avorio e 1 del Marocco.
Al termine della celebrazione, dopo il saluto della Direttrice della Casa Circondariale e lo scambio dei doni, il Santo Padre rientra in Vaticano.
Riportiamo di seguito il testo della trascrizione dell’omelia che Papa Francesco ha tenuto a braccio dopo la proclamazione del Santo Vangelo:
Omelia del Santo Padre
Vi saluto tutti e vi ringrazio per l’accoglienza.
Ho ricevuto una bella lettera, alcuni giorni fa, da alcuni di voi che oggi non saranno qui, ma hanno detto cose tanto belle e ringrazio per quello che hanno scritto.
In questa preghiera sono molto unito a tutti: coloro che stanno qui e a quelli che non ci sono.
Abbiamo sentito cosa ha fatto Gesù. È interessante. Dice il Vangelo: “Sapendo Gesù che il Padre aveva dato tutto nelle sue mani”, ossia Gesù aveva tutto il potere, tutto. E poi, incomincia a fare questo gesto di lavare i piedi. È un gesto che facevano gli schiavi in quel tempo, perché non c’era l’asfalto nelle strade e la gente, quando arrivava, aveva la polvere sui piedi; quando arrivava in una casa per una visita o per pranzo, c’erano gli schiavi che lavavano i piedi. E Gesù fa questo gesto: lava i piedi. Fa un gesto da schiavo: Lui, che aveva tutto il potere, Lui, che era il Signore, fa il gesto da schiavo. E poi consiglia a tutti: “Fate questo gesto anche tra di voi”. Cioè servitevi l’uno l’altro, siate fratelli nel servizio, non nell’ambizione, come di chi domina l’altro o di chi calpesta l’altro no, siate fratelli nel servizio. Tu hai bisogno di qualcosa, di un servizio? Io te lo faccio. Questa è la fraternità. La fraternità è umile, sempre: è al servizio. E io farò questo gesto – la Chiesa vuole che il Vescovo lo faccia tutti gli anni, una volta l’anno, almeno il Giovedì Santo – per imitare il gesto di Gesù e anche per fare bene con l’esempio anche a se stesso, perché il Vescovo non è il più importante, ma deve essere il più servitore. E ognuno di noi deve essere servitore degli altri.
Questa è la regola di Gesù e la regola del Vangelo: la regola del servizio, non del dominare, di fare del male, di umiliare gli altri. Servizio! Una volta, quando gli apostoli litigavano fra loro, discutevano “chi è più importante fra di noi”, Gesù prese un bambino e disse: “Il bambino. Se il vostro cuore non è un cuore di bambino, non sarete miei discepoli”. Cuore di bambino, semplice, umile ma servitore. E lì aggiunge una cosa interessante che possiamo collegare con questo gesto di oggi. Dice: “State attenti: i capi delle Nazioni dominano., ma tra voi non deve essere così. Il più grande deve servire il più piccolo. Chi si sente il più grande, deve essere servitore”. Anche tutti noi dobbiamo essere servitori. È vero che nella vita ci sono dei problemi: litighiamo tra noi … ma questo deve essere una cosa che passa, una cosa passeggera, perché nel cuore nostro ci dev’essere sempre questo amore di servire l’altro, di essere al servizio dell’altro.
E questo gesto che oggi farò sia per tutti noi un gesto che ci aiuti a essere più servitori gli uni degli altri, più amici, più fratelli nel servizio. Con questi sentimenti, continuiamo la celebrazione con la lavanda dei piedi.
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