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Udienza ai Partecipanti alla Conferenza Internazionale sulla Tratta di Persone, 11.04.2019


Discorso del Santo Padre

Traduzione in lingua inglese

Alle ore 12 di oggi, nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti alla Conferenza Internazionale sulla Tratta di Persone, organizzata dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (8-11 aprile, Fraterna Domus, Sacrofano), in occasione della sessione conclusiva dei lavori.

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti nel corso dell’Udienza:

Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Grazie per avermi invitato a incontrarvi al termine del vostro convegno dedicato alla attuazione degli Orientamenti Pastorali sulla Tratta di Persone, pubblicati dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, e da me approvati. Ringrazio P. Michael Czerny per le parole rivoltemi a nome di tutti i partecipanti.

«Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10). In questa frase del Vangelo di Giovanni è riassunta la missione di Gesù: offrire a tutti gli uomini e le donne di ogni epoca la vita in pienezza, secondo il disegno del Padre. Il Figlio di Dio si è fatto uomo per indicare a tutti gli esseri umani il cammino di realizzazione della loro umanità, in conformità alla unicità e irripetibilità di ciascuno.

Purtroppo il mondo presente è tristemente contraddistinto da situazioni che ostacolano l’adempimento di questa missione. Come evidenziano gli Orientamenti Pastorali sulla Tratta di Persone, «i nostri tempi hanno segnato una crescita dell’individualismo e dell’egocentrismo, atteggiamenti che tendono a considerare gli altri in una prospettiva meramente utilitaristica, attribuendo ad essi un valore secondo criteri di convenienza e vantaggio personale» (n. 17).

Si tratta essenzialmente di quella tendenza alla mercificazione dell’altro, che ho più volte denunciato.1 Tra le manifestazioni più drammatiche di questa mercificazione va annoverata la tratta di persone. Essa, nelle sue molteplici forme, costituisce una ferita «nel corpo dell’umanità contemporanea»,2 una piaga profonda nell’umanità di chi la subisce e di chi la attua. La tratta, infatti, deturpa l’umanità della vittima, offendendo la sua libertà e dignità. Ma, al tempo stesso, essa disumanizza chi la compie, negandogli l’accesso alla “vita in abbondanza”. La tratta, infine, danneggia gravemente l’umanità nel suo insieme, lacerando la famiglia umana e anche il Corpo di Cristo.

La tratta – dicevamo – costituisce una ingiustificabile violazione della libertà e della dignità delle vittime, dimensioni costitutive dell’essere umano voluto e creato da Dio. Per questo essa è da ritenersi un crimine contro l’umanità.3 E questo senza dubitare. La medesima gravità, per analogia, dev’essere imputata a tutti i vilipendi della libertà e dignità di ogni essere umano, sia questi un connazionale o uno straniero.

Chi si macchia di questo crimine reca danno non solo agli altri, ma anche a sé stesso. Infatti, ognuno di noi è creato per amare e prendersi cura dell’altro, e questo raggiunge il suo culmine nel dono di sé: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,13). Nella relazione che instauriamo con gli altri ci giochiamo la nostra umanità, avvicinandoci o allontanandoci dal modello di essere umano voluto da Dio Padre e rivelato nel Figlio incarnato. Pertanto, ogni scelta contraria alla realizzazione del progetto di Dio su di noi è tradimento della nostra umanità e rinuncia alla “vita in abbondanza” offerta da Gesù Cristo. È prendere la scala in discesa, andare in giù, diventare animali.

Tutte le azioni che si prefiggono di restaurare e promuovere la nostra umanità e quella degli altri sono in linea con la missione della Chiesa, quale continuazione della missione salvifica di Cristo. E tale valenza missionaria è evidente nella lotta contro ogni forma di tratta e nell’impegno proteso verso il riscatto dei sopravvissuti; una lotta e un impegno che hanno effetti benefici anche sulla nostra stessa umanità, aprendoci la strada verso la pienezza della vita, fine ultimo della nostra esistenza.

La vostra presenza, cari fratelli e sorelle, è segno tangibile dell’impegno che molte Chiese locali hanno generosamente assunto in questo ambito pastorale. Sono degne di ammirazione le numerose iniziative che vi vedono in prima linea al fine di prevenire la tratta, proteggere i sopravvissuti e perseguire i colpevoli. Sento di dover esprimere un particolare ringraziamento alle tante congregazioni religiose che hanno operato – e continuano a operare, anche in rete tra loro – come “avanguardie” dell’azione missionaria della Chiesa contro ogni forma di tratta.

Si è fatto e si sta facendo molto, ma molto rimane ancora da fare. Di fronte a un fenomeno tanto complesso quanto oscuro come la tratta di persone, è essenziale assicurare il coordinamento delle diverse iniziative pastorali, tanto a livello locale, quanto a livello internazionale. Gli uffici preposti delle Chiese locali, le congregazioni religiose e le organizzazioni cattoliche sono chiamati a condividere esperienze e conoscenze e ad unire le loro forze, in un’azione sinergica che interessi i Paesi di origine, transito e destinazione delle persone oggetto di tratta.

Per rendere più adeguata ed efficace la sua azione, la Chiesa deve sapersi avvalere dell’aiuto di altri attori politici e sociali. La stipulazione di collaborazioni strutturate con istituzioni e altre organizzazioni della società civile sarà garanzia di risultati più incisivi e duraturi.

Vi ringrazio di cuore per quanto state già facendo a favore di tanti nostri fratelli e sorelle, vittime innocenti della mercificazione della persona umana, diciamo la parola, senza vergogna: “mercificazione della persona umana”. Dobbiamo dirla e sottolinearla perché questa è la verità. Vi incoraggio a perseverare in questa missione, spesso rischiosa e anonima. Rischiosa anche per i laici, tanto, ma anche per i religiosi. È rischiosa anche dentro la congregazione, perché ti guardano storto! Dicono di sì le suore. È rischiosa, ma bisogna andare avanti. È anonima, ma proprio per questo prova irrefutabile della vostra gratuità.

Attraverso l’intercessione di Santa Giuseppina Bakhita, ridotta in schiavitù da bambina, venduta e comprata, ma poi liberata e “fiorita” in pienezza come figlia di Dio, prego per voi, invoco su tutti voi e su quanti si impegnano nella lotta contro la tratta abbondanti benedizioni. Vi assicuro il mio ricordo. Prego per voi. E voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.

Grazie!

_____________________

[1] Cfr Discorso ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura, 7 febbraio 2015; Udienza Generale, 22 aprile 2015; Esort. ap. postsin. Amoris laetitia, 54; Discorso ai membri della Commissione Parlamentare Antimafia, 21 settembre 2017.

[2] Discorso ai partecipanti alla Conferenza Internazionale sulla Tratta delle Persone Umane, 10 aprile 2014.

[3] Cfr Discorso ad un gruppo di nuovi Ambasciatori in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali, 12 dicembre 2013; Discorso alla Delegazione dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale, 23 ottobre 2014; Messaggio ai partecipanti alla Conferenza sulla Tratta degli Esseri Umani organizzata dal “Gruppo Santa Marta”, 30-31 ottobre 2015; Discorso ai partecipanti all’incontro sulla Tratta degli Esseri Umani promosso da “RENATE”, 7 novembre 2016; Parole ai partecipanti alla IV Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta di Persone, 12 febbraio 2018; Incontro pre-sinodale con i giovani, 19 marzo 2018; Videomessaggio ai partecipanti al II Forum Internazionale sulla Schiavitù Moderna, 5-8 maggio 2018; Discorso ai partecipanti all’Assemblea Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, 12 novembre 2018; Saluto ai membri della Fondazione Galileo, 8 febbraio 2019.

[00624-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua inglese

Dear brothers and sisters, good morning!

Thank you for inviting me to meet with you at the end of your Conference dedicated to the implementation of the Pastoral Orientations on Human Trafficking, prepared by the Section for Migrants and Refugees of the Dicastery for Promoting Integral Human Development and approved by me. I thank Father Michael Czerny for his words of greeting on behalf of all the participants.

“I came that they may have life and have it abundantly” (Jn 10:10). These words of the Gospel of John summarize the mission of Jesus: to offer the fullness of life to all men and women of every age, according to the plan of the Father. The Son of God became man to show all human beings the path to realizing their humanity, in conformity with each person’s uniqueness and unrepeatability.

Tragically, our world today is marked by situations that hinder the fulfilment of this mission. As pointed out by the Pastoral Orientations on Human Trafficking, “our times have witnessed a growth of individualism and egocentricity, attitudes that tend to regard others through a lens of cool utility, valuing them according to criteria of convenience and personal benefit” (§17).

It is essentially this tendency to commodify the other, which I have repeatedly denounced.[1] Trafficking in persons is one of the most dramatic manifestations of this commodification. In its many forms, it constitutes “an open wound on the body of contemporary society”,[2] a profound injury to the humanity of those who suffer it and to its perpetrators. Trafficking profoundly disfigures the humanity of the victim, offending his or her freedom and dignity. Yet at the same time, it dehumanizes those who carry it out, denying them access to “life in abundance”. Finally, trafficking seriously damages humanity as a whole, tearing apart the human family as well as the Body of Christ.

Trafficking, as I said, represents an unjustifiable violation of the freedom and dignity of its victims, of those constitutive dimensions of the human being as willed and created by God. For this reason, it is to be considered a crime against humanity.[3] Of this, there can be no doubt. The same gravity, by analogy, must be attributed to all forms of contempt for the freedom and dignity of every human being, whether a compatriot or a foreigner.

Those guilty of this crime cause harm not only to others but also to themselves. For each of us is created to love and care for others, and this culminates in the gift of self: “No one has greater love than this: to give one’s life for one’s friends” (Jn 15:13). In our relationships with others, we play out our humanity, approaching or moving away from the model of human being desired by God the Father and revealed in his incarnate Son. Therefore, every choice contrary to the realization of God’s project for us is a betrayal of our humanity and renounces that “life in abundance” offered by Jesus Christ. It is to take the down staircase, to debase ourselves, to become animals.

All actions that aim to restore and promote our humanity and that of others are in line with the Church’s mission, as a continuation of the saving mission of Christ. This missionary value is evident in the struggle against all forms of trafficking and in every commitment to the redemption of the survivors; a struggle and a commitment that also have beneficial effects on our own humanity, opening the way to the fullness of life, the ultimate purpose of our existence.

Your presence, dear brothers and sisters, is a tangible sign of the generous commitment of many local Churches in this pastoral area. The numerous initiatives which put you at the forefront of efforts to prevent trafficking, protect survivors and prosecute offenders, are worthy of admiration. I feel I should express special thanks to the many religious congregations that have worked and continue to work, also through networking, as the “front line” of the Church’s missionary action against all forms of trafficking.

Much has been done and is being done; yet much remains to be done. Faced with human trafficking, a phenomenon as complex as it is dark, it is essential to ensure the coordination of various pastoral initiatives, both locally and internationally. The offices established by local Churches, religious congregations and Catholic organizations, are called to share their experience and knowledge, join forces and coordinate their activity regarding the countries of origin, transit and destination of those who are trafficked.

To make its action more adequate and effective, the Church should welcome the help of other political and social actors. Engagement in structured collaborations with public institutions and civil society organizations will guarantee more effective and longer-lasting results.

I offer heartfelt thanks for all that you are already doing on behalf of our many brothers and sisters who are the innocent victims of the commodification of the human person. Let us say this loud and clear: the commodification of the human person. We must say this and emphasize it because it is the truth. I encourage you to persevere in this mission, which is often risky and anonymous. Risky indeed for lay persons, but also for religious. It is risky because even within the congregation there are those who look at you askance! (I see the Sisters are nodding yes). It is risky, but we have to persevere. It is anonymous, but precisely because of this, an irrefutable proof of your selfless generosity.

Through the intercession of Saint Josephine Bakhita, who was enslaved as a child, sold and bought, but was eventually liberated and then “flourished” in fullness as a daughter of God, I pray for you. Upon all of you and on those who are committed to the struggle against human trafficking, I invoke abundant blessings. I will keep thinking of you and I pray for you. And you, please, do not forget to pray for me. Thank you!

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[1] Cf. Address to Participants in the Plenary Assembly of the Pontifical Council for Culture, 7 February 2015; General Audience, 22 April 2015; Post-Synodal Apostolic Exhortation Amoris Laetitia, 54; Address to the Italian Antimafia Parliamentary Commission, 21 September 2017.

[2] Address to Participants in the International Conference on Combatting Human Trafficking, 10 April 2014.

[3] Cf. Address to a Group of Ambassadors on the occasion of their Presentation of their Letters of Credence, 12 December 2013; Address to the Delegation of the International Association of Penal Law, 23 October 2014; Message to Participants in the Conference on Human Trafficking organized by the “Santa Marta Group”, 30-31 October 2015; Address to the Second European Assembly of RENATE, 7 November 2016; Remarks to Participants in the World Day of Prayer, Reflection and Action against Human Trafficking, 12 February 2018; Address in the Pre-Synodal Meeting with Young People, 19 March 2018; Video Message to Participants in the International Forum on Modern Slavery, 5-8 May 2018; Address to Participants in the Plenary Assembly of the Pontifical Academy of Sciences, 12 November 2018; Greeting to Members of the Galileo Foundation, 8 February 2019.

[00624-EN.02] [Original text: Italian]

[B0304-XX.02]