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L’Udienza Generale, 03.04.2019


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

Appello del Santo Padre

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.20 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa ha incentrato la sua meditazione sul Viaggio Apostolico in Marocco appena concluso (Brano biblico: Dal Vangelo secondo Matteo, 13, 33).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello in occasione della VI Giornata Mondiale dello Sport per la Pace e lo Sviluppo indetta dalle Nazioni Unite, che si celebra oggi.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Sabato e domenica scorsi ho compiuto un viaggio apostolico in Marocco, invitato da Sua Maestà il Re Mohammed VI. A Lui e alle altre Autorità marocchine rinnovo la mia gratitudine per la calorosa accoglienza e per tutta la collaborazione, specialmente al Re: è stato tanto fraterno, tanto amico, tanto vicino.

Ringrazio soprattutto il Signore, che mi ha permesso di fare un altro passo sulla strada del dialogo e dell’incontro con i fratelli e le sorelle musulmani, per essere – come diceva il motto del Viaggio – «Servitore di speranza» nel mondo di oggi. Il mio pellegrinaggio ha seguito le orme di due Santi: Francesco d’Assisi e Giovanni Paolo II. 800 anni fa Francesco portò il messaggio di pace e di fraternità al Sultano al-Malik al-Kamil; nel 1985 Papa Wojtyła compì la sua memorabile visita in Marocco, dopo aver ricevuto in Vaticano – primo tra i Capi di Stato musulmani – il Re Hassan II. Ma qualcuno può domandarsi: ma perché il Papa va dai musulmani e non solamente dai cattolici? Perché ci sono tante religioni, e come mai ci sono tante religioni? Con i musulmani siamo discendenti dello stesso Padre, Abramo: perché Dio permette che ci siano tante religioni? Dio ha voluto permettere questo: i teologi della Scolastica facevano riferimento alla voluntas permissiva di Dio. Egli ha voluto permettere questa realtà: ci sono tante religioni; alcune nascono dalla cultura, ma sempre guardano il cielo, guardano Dio. Ma quello che Dio vuole è la fraternità tra noi e in modo speciale – qui sta il motivo di questo viaggio – con i nostri fratelli figli di Abramo come noi, i musulmani. Non dobbiamo spaventarci della differenza: Dio ha permesso questo. Dobbiamo spaventarci se noi non operiamo nella fraternità, per camminare insieme nella vita.

Servire la speranza, in un tempo come il nostro, significa anzitutto gettare ponti tra le civiltà. E per me è stata una gioia e un onore poterlo fare con il nobile Regno del Marocco, incontrando il suo popolo e i suoi governanti. Ricordando alcuni importanti vertici internazionali che negli ultimi anni si sono tenuti in quel Paese, con il Re Mohammed VI abbiamo ribadito il ruolo essenziale delle religioni nel difendere la dignità umana e promuovere la pace, la giustizia e la cura del creato, cioè la nostra casa comune. In questa prospettiva abbiamo anche sottoscritto insieme con il Re un Appello per Gerusalemme, perché la Città santa sia preservata come patrimonio dell’umanità e luogo di incontro pacifico, specialmente per i fedeli delle tre religioni monoteiste.

Ho visitato il Mausoleo di Mohammed V, rendendo omaggio alla memoria di lui e di Hassan II, come pure l’Istituto per la formazione degli imam, dei predicatori e delle predicatrici. Questo Istituto promuove un Islam rispettoso delle altre religioni e rifiuta la violenza e l’integralismo, cioè sottolinea che noi siamo tutti fratelli e dobbiamo lavorare per la fraternità.

Particolare attenzione ho dedicato alla questione migratoria, sia parlando alle Autorità, sia soprattutto nell’incontro specificamente dedicato ai migranti. Alcuni di loro hanno testimoniato che la vita di chi emigra cambia e ritorna ad essere umana quando trova una comunità che lo accoglie come persona. Questo è fondamentale. Proprio a Marrakech, in Marocco, nel dicembre scorso è stato ratificato il “Patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare”. Un passo importante verso l’assunzione di responsabilità della comunità internazionale. Come Santa Sede abbiamo offerto il nostro contributo che si riassume in quattro verbi: accogliere i migranti, proteggere i migranti, promuovere i migranti e integrare i migranti. Non si tratta di calare dall’alto programmi assistenziali, ma di fare insieme un cammino attraverso queste quattro azioni, per costruire città e Paesi che, pur conservando le rispettive identità culturali e religiose, siano aperti alle differenze e sappiano valorizzarle nel segno della fratellanza umana. La Chiesa in Marocco è molto impegnata nella vicinanza ai migranti. A me non piace dire migranti; a me piace più dire persone migranti. Sapete perché? Perché migrante è un aggettivo, mentre il termine persona è un sostantivo. Noi siamo caduti nella cultura dell’aggettivo: usiamo tanti aggettivi e dimentichiamo tante volte i sostantivi, cioè la sostanza. L’aggettivo va sempre legato a un sostantivo, a una persona; quindi una persona migrante. Così c’è rispetto e non si cade in questa cultura dell’aggettivo che è troppo liquida, troppo "gassosa". La Chiesa in Marocco, dicevo, è molto impegnata nella vicinanza alle persone migranti, e perciò ho voluto ringraziare e incoraggiare quanti con generosità si spendono al loro servizio realizzando la parola di Cristo: «Ero straniero e mi avete accolto» (Mt 25,35).

La giornata di domenica è stata dedicata alla Comunità cristiana. Prima di tutto ho visitato il Centro Rurale di Servizi Sociali, gestito dalle suore Figlie della Carità, le stesse che fanno qui il dispensario e l’ambulatorio per i bambini, qui a Santa Marta, e queste suore, lavorano con la collaborazione di numerosi volontari, offrono diversi servizi alla popolazione.

Nella Cattedrale di Rabat ho incontrato i sacerdoti, le persone consacrate e il Consiglio Ecumenico delle Chiese. È un piccolo gregge, in Marocco, e per questo ho ricordato le immagini evangeliche del sale, della luce e del lievito (cfr Mt 5,13-16; 13,33) che abbiamo letto all’inizio di questa udienza. Ciò che conta non è la quantità, ma che il sale abbia sapore, che la luce splenda, e che il lievito abbia la forza di far fermentare tutta la massa. E questo non viene da noi, ma da Dio, dallo Spirito Santo che ci rende testimoni di Cristo là dove siamo, in uno stile di dialogo e di amicizia, da vivere anzitutto tra noi cristiani, perché – dice Gesù – «da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).

E la gioia della comunione ecclesiale ha trovato il suo fondamento e la sua piena espressione nell’Eucaristia domenicale, celebrata in un complesso sportivo della capitale. Migliaia di persone di circa 60 nazionalità diverse! Una singolare epifania del Popolo di Dio nel cuore di un Paese islamico. La parabola del Padre misericordioso ha fatto brillare in mezzo a noi la bellezza del disegno di Dio, il quale vuole che tutti i suoi figli prendano parte alla sua gioia, alla festa del perdono e della riconciliazione. A questa festa entrano coloro che sanno riconoscersi bisognosi della misericordia del Padre e che sanno gioire con Lui quando un fratello o una sorella ritorna a casa. Non è un caso che, là dove i musulmani invocano ogni giorno il Clemente e il Misericordioso, sia risuonata la grande parabola della misericordia del Padre. È così: solo chi è rinato e vive nell’abbraccio di questo Padre, solo coloro che si sentono fratelli possono essere nel mondo servitori di speranza.

[00564-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, je remercie le Seigneur pour mon voyage apostolique au Maroc, qui m’a permis de faire un pas de plus, à la suite de saint François d’Assise et de saint Jean-Paul II, sur le chemin du dialogue et de la rencontre avec les frères et sœurs musulmans, pour être "Serviteur de l’espérance". Servir l’espérance aujourd’hui signifie surtout jeter des ponts entre les civilisations. C’est ce que nous avons fait avec le Roi Mohammed VI, en réaffirmant le rôle essentiel des religions dans la défense de la dignité humaine et la promotion de la paix, de la justice et de la protection de la création. Et, dans cette perspective, nous avons signé ensemble un Appel pour Jérusalem, pour que la Cité sainte soit préservée comme patrimoine de l’humanité et lieu de rencontre pacifique, notamment entre les fidèles des trois religions monothéistes. A l’occasion d’une rencontre avec les migrants, j’ai pu remercier l’Église au Maroc qui, par son engagement à leurs côtés, manifeste, au-delà des programmes d’assistance, cette ouverture aux différences sous le signe de la fraternité humaine, en mettant en œuvre la parole du Christ: « j’étais un étranger et vous m’avez accueilli» (Mt. 25,35).J’ai eu aussi la joie de visiter le Centre Rural des Filles de la Charité à Témara, qui offre divers services à la population locale, en accueillant notamment des enfants. Enfin, j’ai encouragé l’Église au Maroc, en soulignant que ce n’est pas la quantité qui compte, mais qu’il s’agit d’être un sel qui a de la saveur, une lumière qui brille, pour rendre témoignage au Christ là où nous sommes, en vivant de son amour les uns avec les autres. Et cette joie de la communion ecclésiale a trouvé son fondement et sa pleine expression dans la belle célébration eucharistique de dimanche, épiphanie du Peuple de Dieu!

Santo Padre:

Sono lieto di salutare i pellegrini giunti dalla Francia e da altri paesi francofoni, in particolare dalla Facoltà di Diritto Canonico di Lovanio. Saluto anche i tanti giovani presenti. Possa il Signore aiutarci ad essere servitori della speranza, là dove viviamo, diventando costruttori di ponti tra gli uomini. Dio vi benedica!

Speaker:

Je suis heureux de saluer les pèlerins venus de France et d’autres pays francophones, en particulier la Faculté de droit canonique de Leuven. Et Je salue aussi les nombreux jeunes présents. Que le Seigneur nous aide à être des serviteurs de l’espérance, là où nous vivons, en devenant des constructeurs de ponts entre les hommes. Que Dieu vous bénisse!

[00565-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: Last Saturday and Sunday I completed an Apostolic Journey to Morocco, and I thank His Majesty King Mohammed VI and the other authorities, for their warm welcome. Above all I thank the Lord for allowing me to take yet another step along the road of dialogue and encounter with our Muslim brothers and sisters, as a “Servant of hope” in today’s world. To serve hope in our day is to build bridges between cultures, and it was a joy and honour for me to be able to do this in the noble Kingdom of Morocco, meeting both its people and its political leaders. King Mohammed and I reiterated the essential role religions have in defending human dignity, promoting peace and justice, and in caring for creation, our common home. The question of migration was of particular importance and I was able to thank the Church in Morocco for its commitment towards migrants, and to encourage those who give generous service in realizing the words of Christ: “When I was a stranger you welcomed me” (Mt 25:35). After greeting priests, religious, consecrated men and women and the Ecumenical Council of Churches, thousands gathered for the Sunday Mass, where the parable of the prodigal son spoke to us of the beauty of God’s plan of forgiveness and reconciliation. Indeed, knowing our need of God’s mercy is vital, for only those who have been reborn and live in the Father’s embrace, can be servants of hope for our world.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Australia, Cina, Filippine e Stati Uniti d’America. A tutti auguro che il cammino quaresimale ci porti alla Pasqua con cuori purificati e rinnovati dalla grazia dello Spirito Santo. Su voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace in Cristo nostro Redentore!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those from England, Scotland, Ireland, Australia, China, the Philippines and the United States of America. May the Lenten journey bring us to Easter with hearts purified and renewed by the grace of the Holy Spirit. Upon you and your families I invoke joy and peace in Christ our Redeemer!

[00566-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, dankbar blicke ich auf die Apostolische Reise nach Marokko zurück. Ich danke dem Herrn, dass er mich einen weiteren Schritt auf dem Weg des Dialogs und der Begegnung mit den muslimischen Brüdern und Schwestern gehen ließ, um – wie das Motto lautete – „Diener der Hoffnung“ zu sein. Der Hoffnung dienen bedeutet heute vor allem, zwischen den Kulturen Brücken zu bauen. In diesem Sinn habe ich gemeinsam mit König Mohammed VI. die wichtige Rolle der Religionen in Bezug auf die Verteidigung der Menschenwürde, auf die Förderung von Frieden und Gerechtigkeit sowie auf die Bewahrung der Schöpfung hervorgehoben und auch einen Appell zu Jerusalem unterschrieben. Ein besonderes Augenmerk galt der Frage der Migranten, wurde doch vor kurzem in Marrakesch der „Globale Pakt für eine sichere, geordnete und geregelte Migration“ angenommen. Die Kirche in Marokko ist mit ihrem großherzigen Einsatz den Flüchtlingen nahe und lässt Jesu Wort Tat werden: „Ich war fremd und ihr habt mich aufgenommen“ (Mt 25,35). Die Christen des Landes sind eine kleine Herde. Es zählt aber nicht so sehr die Zahl, sondern dass wir in der Welt wirklich Salz, Licht und Sauerteig sind durch die Kraft des Heiligen Geistes, der uns dort, wo wir hingestellt sind, zu Zeugen Christi macht.

Santo Padre:

Un cordiale benvenuto ai pellegrini provenienti dai paesi di lingua tedesca. Lasciamoci trasformare dalla misericordia del Padre, ricevendo in questa Quaresima il suo perdono nel sacramento della confessione. Così diventiamo servitori della speranza che è Gesù Cristo, morto e risorto per noi uomini. Lo Spirito Santo vi colmi con la sua forza e la sua gioia.

Speaker:

Herzlich heiße ich die Pilger aus den Ländern deutsche Sprache willkommen. Lassen wir uns von der Barmherzigkeit des Vaters verwandeln, indem wir in dieser Fastenzeit seine Vergebung im Sakrament der Beichte empfangen. So werden wir Diener der Hoffnung, die Jesus Christus ist, der für uns Menschen gestorben und auferstanden ist. Der Heilige Geist erfülle euch mit seiner Stärke und seiner Freude.

[00567-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

El pasado fin de semana realicé un viaje apostólico a Marruecos, invitado por Su Majestad el rey Mohammed VI; a él y a las Autoridades marroquíes agradezco nuevamente su acogida y colaboración.

Con el lema “Servidor de la Esperanza”, pude dar otro paso en el camino del diálogo interreligioso con nuestros hermanos y hermanas musulmanes, recordando aquel encuentro entre san Francisco de Asís con el sultán al-Malik al-Kamil hace 800 años, y el viaje del Papa Juan Pablo II hace más de tres décadas.

Servir la esperanza quiere decir crear puentes entre las civilizaciones y, junto con el rey Mohammed VI, reiteramos que las religiones son esenciales para defender la dignidad humana, promover la paz y el cuidado de la creación. De forma conjunta, hicimos un llamamiento por Jerusalén, para que sea preservada como patrimonio de la humanidad y lugar de encuentro pacífico, de modo particular para los fieles de las tres religiones monoteístas.

El sábado visité el mausoleo de Mohammed V y rendí homenaje a su memoria como a la de Hassan II; además estuve en el Instituto de formación de los imanes y predicadores, que promueve un islam respetuoso y rechaza la violencia y el integrismo. De manera especial, presté atención a la cuestión migratoria, ofreciendo un camino a través de cuatro verbos: acoger, proteger, promover e integrar.

El domingo estuvo dedicado a la comunidad cristiana. Visité el Centro Rural de Servicios Sociales, gestionado por las Hijas de la Caridad; después en la catedral de Rabat tuve un encuentro con sacerdotes, personas consagradas y el Consejo ecuménico de las Iglesias. La presencia de ellos en ese país es como la sal o la levadura que puede dar sabor y hacer crecer la masa. Concluí mi visita con la celebración de la Eucaristía en la que participaron miles de personas de unas 60 naciones diferentes, siendo esta una epifanía particular del Pueblo de Dios en el corazón de un país islámico.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española venidos de España y de Latinoamérica. Pidamos que Dios, el Clemente y Misericordioso —como lo invocan nuestros hermanos y hermanas musulmanes—, impulse el diálogo interreligioso y fomente los lazos de fraternidad que nos unen como hijos de un mismo Dios.

Que el Señor los bendiga.

[00568-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

A recente Viagem Apostólica a Marrocos, sob o lema “servidor da esperança”, foi mais um passo na estrada do diálogo e do encontro com os irmãos e irmãs mulçumanos. Servir a esperança significa construir pontes entre as civilizações. Nisto as religiões têm um papel fundamental, defendendo a dignidade humana, promovendo a paz, a justiça e o cuidado da criação. Durante um encontro com migrantes, ouviu-se o testemunho de como a vida muda quando quem emigra encontra uma comunidade que o acolhe como pessoa, mostrando assim como é importante estar abertos à diferença, sem deixar de conservar a identidade cultural e religiosa, sabendo valorizar a fraternidade humana. Durante o encontro com sacerdotes, consagrados e membros do Conselho Ecumênico das Igrejas, lembrou-se que a comunidade cristã nessas terras, mesmo sendo um pequeno rebanho, está chamada a ser sal, luz e fermento, dando testemunho do amor fraterno. Por fim, a missa celebrada no domingo, com fiéis de mais de 60 nacionalidades, foi uma singular epifania do Povo de Deus no coração de uma país islâmico: uma festa dos filhos que se sabem abraçados pelo Pai celestial e por isso podem ser servidores da esperança.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua portoghese, in particolare alle scolaresche del Portogallo e ai gruppi venuti dal Brasile, augurando che questo pellegrinaggio sia per voi occasione per contemplare la bellezza della fede e dell’unione con Cristo, per vivere pienamente la vostra vocazione cristiana come testimoni della speranza nel mondo. Dio vi benedica. Grazie!

Speaker:

Dirijo uma saudação cordial aos peregrinos de língua portuguesa, em particular aos grupos escolares de Portugal e aos grupos vindos do Brasil, com votos de que esta peregrinação seja para vós uma oportunidade para contemplar a beleza da fé e da união com Cristo, para viver plenamente a vossa vocação cristã como testemunhas da esperança no mundo. Que Deus vos abençoe! Obrigado.

[00569-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

[تكلم قداسة البابا اليوم عن زيارته الأخيرة للمملكة المغربية، وعبر عن شكره الخالص لجلالة الملك ولكل السلطات والشعب المغربي على وحرارة الاستقبال وكرم الضيافة. وأوضح البابا أن الزيارة مثلت خطوة أخرى على طريق الحوار واللقاء مع المسلمين؛ ولتأكيد الدور الأساسي للأديان في الدفاع عن كرامة الإنسان وتعزيز السلام والعدالة والعناية بالخليقة، بيتنا المشترك، تم التوقيع على نداء من أجل مدينة أورشليم (القدس)، لتحفظ المدينة المقدسة كإرث للإنسانية وكمكان للقاء، لا سيما بالنسبة للمؤمنين من الديانات الثلاث. كما زار البابا المهاجرين واللاجئين مؤكدا على أهمية أن يقدم لهم الضيافة والحماية والتعزيز والإدماج، كما شكر الكنيسة في المغرب على التزامها في خدمتهم بسخاء. في اليوم الثاني ذهب قداسته لزيارة مركز الخدمات الاجتماعية الريفية، والذي تديره راهبات المحبة، مع العديد من المتطوعين. ثم التقى بعد ذلك بالكهنة والمكرسين وبمجلس الكنائس العالمي، في كاتدرائية مدينة الرباط، مشجعا إياهم ليكونوا خميرة، ملحا ونورا عبر عيش المحبة فيما بينهم ومع الجميع. وهكذا ينمو وينتشر الإيمان، عبر الشهادة الجاذبة، لا عبر الضم البغيض. واختتم البابا الزيارة بالاحتفال بالقداس الإلهي بمشاركة الآلاف من المؤمنين، داعيا الجميع لتذوق جمال تدبير الله الآب الذي يريد أن يشارك جميع أولاده فرحته من خلال الغفران والمصالحة].

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Marocco e dal Medio Oriente. Come figli di Dio siamo chiamati a vivere la fratellanza umana con tutti e a vedere in ogni fratello, specialmente il bisognoso e l’emarginato, il volto di Cristo Salvatore. Il Signore vi benedica e vi protegga ‎sempre dal‎ maligno‎‎‎‏!

Speaker:

أرحب بالحاضرين الناطقين باللغة العربية، وخاصة بالقادمين من المغرب ومن الشرق الأوسط. نحن مدعوون، كأبناء لله، لعيش الأخوة الإنسانية مع الجميع، ولأن نرى في كل أخ، لا سيما المحتاج والمهمش، وجه المسيح المخلص. ليبارككم الرب جميعا ويحرسكم دائما من الشرير!‏

[00570-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Drodzy bracia i siostry, w minioną sobotę i niedzielę odbyłem podróż apostolską do Maroka. Dziękuję Bogu, który pozwolił mi podjąć kolejny krok na drodze dialogu i spotkania z muzułmańskimi braćmi i siostrami. Jestem wdzięczny Królowi Mohammedowi VI, władzom Maroka i wszystkim, którzy przygotowali tę wizytę. Wyrażam wdzięczność biskupom, kapłanom i całej wspólnocie wiernych za wierną służbę w misji Kościoła. W przemówieniach zachęcałem chrześcijan i muzułmanów do troski o wolność religijną, dialog, tworzenie klimatu porozumienia i wzajemnego szacunku. Wspominam spotkanie z Królem, jego rodziną, imamami i kaznodziejami muzułmańskimi, z przedstawicielami Caritas, a szczególnie z migrantami. To w Maroku ratyfikowano porozumienie w sprawie bezpiecznej, uporządkowanej i regularnej migracji. Jego przesłanie pozostaje także przedmiotem zaangażowania Stolicy Apostolskiej. Z zadowoleniem odnotowuję fakt podpisania, wspólnie z Królem, apelu o zachowanie wyjątkowego charakteru Jerozolimy, jako miasta trzech religii. Wspominam Mszę św. odprawioną na zakończenie wizyty w Rabacie, która była wyjątkowym objawieniem Ludu Bożego w sercu tego islamskiego kraju. Wyrażam nadzieję, że ta podróż przyniesie godne owoce.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini polacchi. Vi ringrazio di cuore per le preghiere in occasione del mio viaggio in Marocco. Incontrando cristiani e musulmani insieme li ho incoraggiati in modo particolare alla fratellanza, affinché essa si diffonda dappertutto, giacché la sua fonte è Dio stesso. Nei giorni della Quaresima, durante i vostri esercizi spirituali, le preghiere della Via Crucis e le altre funzioni quaresimali, invocate questo dono di Dio per loro e per la Chiesa intera. Siate servitori della speranza, di cui il mondo ha bisogno. Vi benedico di cuore.

Speaker:

Witam pielgrzymów polskich. Dziękuję wam serdecznie za modlitwy w intencjach mojej podróży do Maroka. Spotykając chrześcijan i muzułmanów zachęcałem ich szczególnie do braterstwa, by stało się ono powszechne, wszak jego źródłem jest Bóg. W dniach Wielkiego Postu wypraszajcie dla nich i całego Kościoła ten Boży dar podczas waszych rekolekcji, nabożeństw Drogi krzyżowej i Gorzkich żali. Bądźcie sługami nadziei, której tak bardzo potrzebuje świat. Z serca wam błogosławię.

[00571-PL.02] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana.

Sono lieto di accogliere i partecipanti al Corso per Rettori e Vice Rettori di Seminari Maggiori in Territori di missione; come pure quelli al Seminario internazionale di studi “La famiglia come luogo di Crescita”.

Do il benvenuto ai fedeli, insieme agli Amministratori, alle Associazioni e alle Scolaresche che partecipano al progetto di pace: “Amicoulivo Albero dell’Amicizia”.

Saluto i gruppi parrocchiali, in particolare quelli di Grosseto, accompagnati dal Vescovo, Mons. Rodolfo Cetoloni; di Fondi; di Filetto; e di Gragnano; il Centro italiano Opere femminili Salesiane Formazione Professionale; il Gruppo Scout Agesci, di Villanova di Castenaso; e gli Istituti scolastici.

Un pensiero particolare rivolgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli.

La Quaresima che stiamo vivendo favorisca il riavvicinamento a Dio. È un tempo prezioso per riscoprire l’importanza della fede nella vita quotidiana, la quale, vissuta attraverso l’esercizio delle opere di misericordia, ravviva in noi l’amore del Padre e ci fa più consapevoli delle necessità di chi è nel bisogno.

[00572-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Appello del Santo Padre

Oggi ricorre la VI Giornata Mondiale dello Sport per la Pace e lo Sviluppo, indetta dalle Nazioni Unite. Lo sport è un linguaggio universale, che abbraccia tutti i popoli e contribuisce a superare i conflitti e a unire le persone. Lo sport è anche fonte di gioia e di grandi emozioni, ed è una scuola dove si forgiano le virtù per la crescita umana e sociale delle persone e delle comunità. Auguro a tutti di “mettersi in gioco” nella vita come nello sport.

[00573-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0280-XX.02]