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Lettera Apostolica in forma di “Motu proprio” del Sommo Pontefice Francesco “Communis vita” con la quale vengono mutate alcune norme del Codice di Diritto Canonico, 26.03.2019


Lettera Apostolica “Communis vita”

Traduzione in lingua latina

 

Lettera Apostolica “Communis vita”

La vita in comunità è un elemento essenziale della vita religiosa e “i religiosi devono abitare nella propria casa religiosa osservando la vita comune e non possono assentarsene senza licenza del proprio Superiore” (can. 665 §1 CIC). L’esperienza degli ultimi anni ha, però, dimostrato, che si verificano situazioni legate ad assenze illegittime dalla casa religiosa, durante le quali i religiosi si sottraggono alla potestà del legittimo Superiore e a volte non possono essere rintracciati.

Il Codice di Diritto Canonico impone al Superiore di ricercare il religioso illegittimamente assente per aiutarlo a ritornare e a perseverare nella propria vocazione (cfr can. 665 §2 CIC). Non poche volte, però, accade che il Superiore non sia in grado di rintracciare il religioso assente. A norma del Codice di Diritto Canonico, trascorsi almeno sei mesi di assenza illegittima (cfr can. 696 CIC), è possibile iniziare il processo di dimissione dall’istituto, seguendo la procedura stabilita (cfr can. 697 CIC). Tuttavia, quando si ignora il luogo dove il religioso risiede, diventa difficile dare certezza giuridica alla situazione di fatto.

Pertanto, fermo restando quanto stabilito dal diritto sulla dimissione dopo sei mesi di assenza illegittima, al fine di aiutare gli istituti a osservare la necessaria disciplina e poter procedere alla dimissione del religioso illegittimamente assente, soprattutto nei casi di irreperibilità, ho deciso di aggiungere al can. 694 § 1 CIC tra i motivi di dimissione ipso facto dall’istituto anche l’assenza illegittima prolungata dalla casa religiosa, protratta per almeno dodici mesi continui, con la medesima procedura descritta nel can. 694 § 2 CIC. La dichiarazione del fatto da parte del Superiore maggiore, per produrre effetti giuridici, deve essere confermata dalla Santa Sede; per gli istituti di diritto diocesano la conferma spetta al Vescovo della sede principale.

L’introduzione di questo nuovo numero al § 1 del can. 694 richiede, inoltre, una modifica al can. 729 relativo agli istituti secolari, per i quali non si prevede l’applicazione della dimissione facoltativa per assenza illegittima.

Tutto ciò considerato, dispongo ora quanto segue:

Art. 1. Il can. 694 CIC è integralmente sostituito dal testo seguente:

§1. Si deve ritenere dimesso dall’istituto, per il fatto stesso, ilreligioso che:

1) abbia in modo notorio abbandonato la fede cattolica;

2) abbia contratto matrimonio o lo abbia attentato, anche solo civilmente;

3) si sia assentato dalla casa religiosa illegittimamente, ai sensi del can. 665§2, per dodici mesi ininterrotti, tenuta presente l’irreperibilità del religioso stesso.

§2. In tali casi il Superiore maggiore con il proprio consiglio deve senza indugio, raccolte le prove, emettere la dichiarazione del fatto perché la dimissione consti giuridicamente.

§3. Nel caso previsto dal § 1 n. 3, tale dichiarazione per constare giuridicamente deve essere confermata dalla Santa Sede; per gli istituti di diritto diocesano la conferma spetta al Vescovo della sede principale.

Art. 2. Il can. 729 CIC è integralmente sostituito dal testo seguente:

La dimissione di un membro dall’istituto avviene a norma dei cann. 694 § 1, 1 e 2 e 695. Le costituzioni definiscano anche altre cause di dimissione, purché siano proporzionatamente gravi, esterne, imputabili e comprovate giuridicamente, e si osservi inoltre la procedura stabilita nei cann. 697-700. Al membro dimesso si applica il disposto del can. 701.

Quanto deliberato con questa Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio, ordino che abbia fermo e stabile vigore, nonostante qualsiasi cosa contraria anche se degna di speciale menzione, e che sia promulgato tramite pubblicazione su L’Osservatore Romano, entrando in vigore il 10 aprile 2019, e quindi pubblicato nel commentario ufficiale degli Acta Apostolicae Sedis.

Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 19 marzo dell’anno 2019, Solennità di San Giuseppe, settimo di pontificato.

FRANCESCO

[00495-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua latina

LITTERAE APOSTOLICAE
MOTU PROPRIO DATAE

Communis vita

quibus nonnullae Codicis Iuris Canonici normae mutantur

FRANCISCUS PP.

Communis vita praecipua est religiosae vitae pars atque “religiosi in propria domo religiosa habitent vitam communem servantes, nec ab ea discedant nisi de licentia sui Superioris” (can. 665 § 1 CIC). Attamen quod postremis annis usu venit, ostendit a domo religiosa illegitimas absentias fieri, quibus intervenientibus, religiosi legitimi Superioris potestati se subducunt ac nonnumquam reperiri non possunt.

Codex Iuris Canonici Superiorem iubet religiosum perquirere illegitime absentem, ut is de reditu iuvetur ipseque sua in vocatione perseveret (cfr can. 665 § 2 CIC). Haud semel tamen accidit ut Superior religiosum absentem reperire nequeat. Ad normam Codicis Iuris Canonici, sex mensibus saltem illegitimae absentiae elapsis (cfr can. 696 CIC), ab instituto dimissionis processus incohari potest, ad statutam procedendi rationem (cfr can. 697 CIC). Attamen, cum nescitur ubi religiosus degat, difficile est iuridicam certitudinem condicioni quae re est tribuere.

Itaque, firma manente iuris norma de sodalis dimissione sex mensibus transactis illegitimae absentiae, ut ad necessariam disciplinam servandam instituta iuventur utque ad religiosi illegitime absentis dimissionem procedatur, praesertim in casibus irreperibilitatis, can. 694 § 1 CIC addere statuimus, inter causas dimissionis ipso facto ab instituto, etiam illegitimam a domo religiosa continuatam absentiam, saltem per duodecim menses continue productam, eadem adhibita procedendi ratione in can. 694 § 2 CIC significata. Declaratio facti ex parte Superioris maioris, ut iuridicos effectus sortiatur, oportet a Sancta Sede confirmetur; quod ad instituta iuris dioecesani attinet, confirmatio ad Episcopum sedis principis spectat.

Introductio huius novi numeri in can. 694 § 1 secum fert insuper commutationem can. 729, pertinentis ad instituta saecularia, in quibus dimissionis facultativae applicatio de illegitima absentia non comprehenditur.

His omnibus consideratis, nunc decernimus quae sequuntur:

Art 1. Can. 694 CIC textu qui sequitur integre substituitur:

§1. Ipso facto dimissus ab instituto habendus est sodalis qui:

1) a fide catholica notorie defecerit;

2) matrimonium contraxerit vel, etiam civiliter tantum, attentaverit;

3) a domo religiosa illegitime absens fuerit, secundum can. 665 § 2, duodecim continuos menses, prae oculis habita eiusdem sodalis irreperibilitate.

§2. His in casibus Superior maior cum suo consilio, nulla mora interposita, collectis probationibus, declarationem facti emittat, ut iuridice constet de dimissione.

§3. In casu de quo in § 1 n. 3, talis declaratio ut iuridice constet, a Sancta Sede confirmari debet; quod ad instituta iuris dioecesani attinet, confirmatio ad principis Sedis Episcopum spectat.

Art. 2. Can. 729 CIC sequenti textu integre substituitur:

Sodalis ab instituto dimittitur ad normam cann. 694 § 1, 1 et 2 atque 695; constitutiones praeterea determinent alias causas dimissionis, dummodo sint proportionate graves, externae, imputabiles et iuridice comprobatae, atque modus procedendi servetur in cann. 697-700 statutus. Dimisso applicatur praescriptum can. 701.

Quaecumque vero a Nobis hisce Litteris Apostolicis Motu Proprio datis decreta sunt, ea omnia firma ac rata esse iubemus, contrariis quibuslibet non obstantibus, peculiari etiam mentione dignis, atque decernimus ut promulgentur per editionem in actis diurnis L’Osservatore Romano ac vim suam exserant a die X mensis Aprilis anno MMXIX, et deinde in commentariis officialibus Acta Apostolicae Sedis edantur.

Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die XIX mensis Martii, anno MMXIX, in Sollemnitate S. Ioseph, Pontificatus Nostri septimo.

FRANCISCUS

[00495-LA.01] [Testo originale: Italiano]

[B0247-XX.01]