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L’Udienza Generale, 05.12.2018


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, iniziando un nuovo ciclo di catechesi sul “Padre Nostro”, ha incentrato la sua meditazione sul tema: “Insegnaci a pregare (Brano biblico: Dal Vangelo secondo Luca 11, 1).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi iniziamo un ciclo di catechesi sul “Padre nostro”.

I Vangeli ci hanno consegnato dei ritratti molto vivi di Gesù come uomo di preghiera: Gesù pregava. Nonostante l’urgenza della sua missione e l’impellenza di tanta gente che lo reclama, Gesù sente il bisogno di appartarsi nella solitudine e di pregare. Il vangelo di Marco ci racconta questo dettaglio fin dalla prima pagina del ministero pubblico di Gesù (cfr 1,35). La giornata inaugurale di Gesù a Cafarnao si era conclusa in maniera trionfale. Calato il sole, moltitudini di ammalati giungono alla porta dove Gesù dimora: il Messia predica e guarisce. Si realizzano le antiche profezie e le attese di tanta gente che soffre: Gesù è il Dio vicino, il Dio che ci libera. Ma quella folla è ancora piccola se paragonata a tante altre folle che si raccoglieranno attorno al profeta di Nazareth; in certi momenti si tratta di assemblee oceaniche, e Gesù è al centro di tutto, l’atteso dalle genti, l’esito della speranza di Israele.

Eppure Lui si svincola; non finisce ostaggio delle attese di chi ormai lo ha eletto come leader. Che è un pericolo dei leader: attaccarsi troppo alla gente, non prendere le distanze. Gesù se ne accorge e non finisce ostaggio della gente. Fin dalla prima notte di Cafarnao, dimostra di essere un Messia originale. Nell’ultima parte della notte, quando ormai l’alba si annuncia, i discepoli lo cercano ancora, ma non riescono a trovarlo. Dov’è? Finché Pietro finalmente lo rintraccia in un luogo isolato, completamente assorto in preghiera. E gli dice: «Tutti ti cercano!» (Mc 1,37). L’esclamazione sembra essere la clausola apposta ad un successo plebiscitario, la prova della buona riuscita di una missione.

Ma Gesù dice ai suoi che deve andare altrove; che non è la gente a cercare Lui, ma è anzitutto Lui a cercare gli altri. Per cui non deve mettere radici, ma rimanere continuamente pellegrino sulle strade di Galilea (vv. 38-39). E anche pellegrino verso il Padre, cioè: pregando. In cammino di preghiera. Gesù prega.

E tutto accade in una notte di preghiera.

In qualche pagina della Scrittura sembra essere anzitutto la preghiera di Gesù, la sua intimità con il Padre, a governare tutto. Lo sarà per esempio soprattutto nella notte del Getsemani. L’ultimo tratto del cammino di Gesù (in assoluto il più difficile tra quelli che fino ad allora ha compiuto) sembra trovare il suo senso nel continuo ascolto che Gesù rende al Padre. Una preghiera sicuramente non facile, anzi, una vera e propria “agonia”, nel senso dell’agonismo degli atleti, eppure una preghiera capace di sostenere il cammino della croce.

Ecco il punto essenziale: lì, Gesù pregava.

Gesù pregava con intensità nei momenti pubblici, condividendo la liturgia del suo popolo, ma cercava anche luoghi raccolti, separati dal turbinio del mondo, luoghi che permettessero di scendere nel segreto della sua anima: è il profeta che conosce le pietre del deserto e sale in alto sui monti. Le ultime parole di Gesù, prima di spirare sulla croce, sono parole dei salmi, cioè della preghiera, della preghiera dei giudei: pregava con le preghiere che la mamma gli aveva insegnato.

Gesù pregava come prega ogni uomo del mondo. Eppure, nel suo modo di pregare, vi era anche racchiuso un mistero, qualcosa che sicuramente non è sfuggito agli occhi dei suoi discepoli, se nei vangeli troviamo quella supplica così semplice e immediata: «Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1). Loro vedevano Gesù pregare e avevano voglia di imparare a pregare: “Signore, insegnaci a pregare”. E Gesù non si rifiuta, non è geloso della sua intimità con il Padre, ma è venuto proprio per introdurci in questa relazione con il Padre. E così diventa maestro di preghiera dei suoi discepoli, come sicuramente vuole esserlo per tutti noi. Anche noi dovremmo dire: “Signore, insegnami a pregare. Insegnami”.

Anche se forse preghiamo da tanti anni, dobbiamo sempre imparare! L’orazione dell’uomo, questo anelito che nasce in maniera così naturale dalla sua anima, è forse uno dei misteri più fitti dell’universo. E non sappiamo nemmeno se le preghiere che indirizziamo a Dio siano effettivamente quelle che Lui vuole sentirsi rivolgere. La Bibbia ci dà anche testimonianza di preghiere inopportune, che alla fine vengono respinte da Dio: basta ricordare la parabola del fariseo e del pubblicano. Solamente quest’ultimo, il pubblicano, torna a casa dal tempio giustificato, perché il fariseo era orgoglioso e gli piaceva che la gente lo vedesse pregare e faceva finta di pregare: il cuore era freddo. E dice Gesù: questo non è giustificato «perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato» (Lc 18,14). Il primo passo per pregare è essere umile, andare dal Padre e dire: “Guardami, sono peccatore, sono debole, sono cattivo”, ognuno sa cosa dire. Ma sempre si incomincia con l’umiltà, e il Signore ascolta. La preghiera umile è ascoltata dal Signore.

Perciò, iniziando questo ciclo di catechesi sulla preghiera di Gesù, la cosa più bella e più giusta che tutti quanti dobbiamo fare è di ripetere l’invocazione dei discepoli: “Maestro, insegnaci a pregare!”. Sarà bello, in questo tempo di Avvento, ripeterlo: “Signore, insegnami a pregare”. Tutti possiamo andare un po’ oltre e pregare meglio; ma chiederlo al Signore: “Signore, insegnami a pregare”. Facciamo questo, in questo tempo di Avvento, e Lui sicuramente non lascerà cadere nel vuoto la nostra invocazione.

[01957-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:
Frères et sœurs, nous commençons aujourd’hui un cycle de catéchèses sur la prière du "Notre Père". Dans les évangiles nous trouvons des descriptions très vivantes de Jésus comme homme de prière. Malgré l’urgence de la mission et les attentes de tant de personnes qui le réclament et le cherchent, Jésus éprouve la nécessité de se mettre à l’écart dans la solitude pour prier. C’est ce que souligne l’évangéliste Saint Marc avec l’épisode de la journée inaugurale de son ministère public à Capharnaüm. Jésus est le Dieu qui se fait proche, le Dieu qui libère mais il ne se laisse pas prendre en otage par ceux qui en ont fait leur leader! Dans ce récit, la prière de Jésus, son intimité avec le Père semble être ce qui commande tout. Voilà le point essentiel: Jésus priait avec intensité, en partageant la liturgie de son peuple, mais en recherchant aussi des lieux coupés du tourbillon du monde, pour descendre au secret de son âme. Et, cela n’a pas échappé aux yeux des disciples qui ont exprimé cette demande simple et directe à Jésus: «Seigneur, apprends-nous à prier!». De fait, Jésus est venu pour nous introduire dans cette relation d’intimité avec son Père. Ainsi, s’il devient un maître de prière pour ses disciples, c’est assurément ce qu’il veut être pour nous tous. Car, la prière reste l’un des mystères les plus denses de l’univers, et même si nous prions depuis de nombreuses années, nous devons toujours apprendre à prier. Aussi, comme les disciples, adressons humblement cette demande à Jésus.

Santo Padre:
Sono lieto di salutare i pellegrini provenienti dalla Francia e dai diversi paesi francofoni, in particolare i giovani del Collegio di Vertou. In questo tempo di Avvento, chiediamo allo Spirito Santo di aiutarci a ripetere l'invocazione dei discepoli: "Maestro, insegnaci a pregare!". In questo modo noi saremo sicuri che Egli non lascerà cadere nel vuoto le nostre richieste. Dio vi benedica!

Speaker:
Je suis heureux de saluer les pèlerins venus de France et de divers pays francophones, en particulier les jeunes du collège de Vertou. En ce temps de l’Avent, demandons à l’Esprit Saint de nous aider à répéter l’invocation des disciples: «Maître, apprends-nous à prier». Et, soyons sûrs qu’il ne laissera pas tomber dans le vide notre demande. Que Dieu vous bénisse!

[01958-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:
Dear brothers and sisters: This week we begin a new series of catecheses devoted to the Lord’s Prayer. The “Our Father” is rooted in Jesus’ own life of prayer. From the first day of his public ministry to the night before he died, Jesus always took time to withdraw from the pressing demands of his mission and to pray in silence. He took part in the public liturgical prayer of his people, yet he also prayed alone and with such mysterious intensity that his disciples, inspired by his example, begged him: “Lord, teach us to pray” (Lk 11:1). Jesus responded to their request by giving them, and us, the words of the “Our Father”. In teaching us this prayer, he draws us into his own intimate relationship with the Father. Although prayer rises up naturally in human hearts, we can all learn how to pray more fruitfully. As the parable of the Pharisee and the publican shows us, the prayer most pleasing to God arises from a humble and loving heart. In these coming weeks, as we reflect on the prayer of Jesus, may each of us, personally, echo the plea of the disciples and ask, with great trust: “Lord, teach me to pray”!

Santo Padre:
Do il benvenuto ai pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna, specialmente a quelli provenienti da Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti d’America. Rivolgo un saluto particolare ai numerosi gruppi di studenti e insegnanti qui presenti. Su tutti voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore. Dio vi benedica!

Speaker:
I welcome all the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those from Australia, New Zealand and the United States of America. My greeting also goes to the many groups of students and teachers present. Upon all of you, and your families, I invoke the Lord’s blessings of joy and peace. God bless you!

[01959-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, heute beginnen wir eine neue Katechesenreihe zum Vaterunser. Alle Evangelien charakterisieren Jesus als einen Mann des Gebetes. Immer wieder berichten sie vom Bedürfnis Jesu, sich zum Gebet zurückzuziehen. Nicht die wechselnden Erwartungen der Menschen bestimmen sein Handeln, sondern vor allem seine tiefe Beziehung zum Vater. Besonders an seinem nächtlichen Gebet im Garten Getsemani wird deutlich, dass das beständige Hören auf den Vater für Jesus das Entscheidende ist. Dieses Gebet im Angesicht des Todes war gewiss kein einfaches Gebet, aber es gab ihm die Kraft, seinen Weg, den Kreuzweg, zu gehen. Jesus betete: bei Gottesdiensten gemeinsam mit den Angehörigen seines Volkes, aber auch an einsamen Orten, die ihm erlaubten, in das Geheimnis seiner Seele hinabzusteigen. Jesus betete wie alle, und doch muss an seiner Art zu beten etwas von seiner einzigartigen Beziehung zum Vater auch für die anderen spürbar gewesen sein, so dass sie in baten: »Herr, lehre uns beten« (Lk 11,1). Jesus geht auf ihre Bitte ein und lässt die Menschen damit teilhaben an seiner Gemeinschaft mit dem Vater. Weil wir nicht immer wissen, wie wir in rechter Weise beten sollen, wollen wir zu Beginn dieses Katechesenzyklus bitten: Herr, lehre uns beten!

Santo Padre:
Rivolgo un saluto e un augurio di buon cammino d’Avvento ai pellegrini di lingua tedesca. Ci avviciniamo al Natale. Dio si è fatto uomo; in Gesù è venuto a condividere la nostra vita. Attraverso la preghiera vogliamo mantenere viva questa relazione con lui. Il Signore vi doni il suo Spirito Santo.

Speaker:
Einen adventlichen Gruß richte ich an die Pilger deutscher Sprache. Wir gehen auf Weihnachten zu. Gott wurde Mensch. In Jesus ist er in die Welt gekommen, um unser Leben zu teilen. Durch das Gebet wollen wir diese Beziehung lebendig erhalten. Der Herr schenke euch dazu seinen Heiligen Geist.

[01960-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Iniciamos hoy un nuevo ciclo de catequesis centradas en el “Padre nuestro”. Los evangelios nos presentan a Jesús como un hombre que rezaba. Si bien experimentaba la urgencia de predicar y de salir al encuentro de la multitud, buscaba momentos de soledad para rezar.

El Evangelio de san Marcos nos narra una jornada de Jesús, en la que pasó todo el día predicando y curando enfermos, sin embargo, la noche la dedicó a la oración. Para él, la oración era entrar en la intimidad con el Padre, que lo sostenía en su misión, como sucedió en Getsemaní, donde recibió la fuerza para emprender el camino de la cruz. Toda su vida estaba marcada por la oración, tanto privada como litúrgica de su pueblo. Esa actitud se ve también en sus últimas palabras en la cruz, que eran frases tomadas de los salmos.

Jesús rezaba como cualquier hombre, pero su modo de hacerlo estaba envuelto en el misterio. Esto impactó a sus discípulos y por eso le pidieron: «Señor, enséñanos a rezar». Jesús se convirtió así en maestro de oración para ellos, como quiere serlo también para nosotros.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española venidos de España y Latinoamérica. Los animo a pedir a Dios como hicieron los discípulos: «Señor, enséñanos a rezar», para que nuestra oración no sea ni rutinaria ni egoísta, sino encarnada en nuestra vida y que sea agradable a nuestro Padre del cielo.

Que Dios los bendiga. Muchas gracias.

[01961-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:
Hoje começamos um ciclo de catequeses dedicadas à oração do «Pai Nosso», saída dos lábios de Jesus depois que os seus discípulos Lhe pediram: «Senhor, ensina-nos a orar». Embora talvez já o façamos há muitos anos, precisamos sempre de aprender a rezar. O desejo de falar a Deus brota-nos espontaneamente da alma, mas não sabemos se as orações, que Lhe dirigimos, são realmente as que Ele espera ouvir dos nossos lábios. Na Bíblia, encontramos casos de orações inconvenientes, que Deus rejeita: basta recordar a parábola do fariseu e do publicano em oração no templo. Só o publicano voltou para casa justificado, porque «todo aquele que se exalta será humilhado e quem se humilha será exaltado». Por isso, o melhor que podemos e devemos fazer é repetir a súplica dos discípulos: «Senhor, ensina-nos a orar». Porque é que tomamos Jesus para mestre de oração? Porque os Evangelhos no-Lo mostram como homem de oração. Ele rezava como reza todo o homem e mulher; mas, no seu modo de rezar, escondia-se um mistério, havia algo de especial que não passou despercebido aos olhos dos discípulos, levando-os a fazer aquela súplica tão simples e direta: «Senhor, ensina-nos a orar». O divino Mestre não Se recusou e ensina-lhes a oração do Pai Nosso. Jesus não é ciumento da sua intimidade com o Pai; pelo contrário, veio ao mundo precisamente para nos introduzir naquela sua relação filial. E assim Se tornou mestre de oração para os seus discípulos, como, de certeza, o quer ser hoje para todos nós.

Santo Padre:
Cari pellegrini provenienti dal Brasile, dal Portogallo e da altri Paesi di lingua portoghese, benvenuti! Dalle tante cose – così spesso difficili – della vita, imparate ad elevare il cuore fino al Padre del Cielo, riposando in seno alla sua infinita bontà, e vedrete che i dolori e le afflizioni della vita vi faranno meno male. Nulla possa impedirvi di vivere in quest’amicizia con Dio e di testimoniare a tutti la sua misericordia! Su voi e sulla vostra famiglia scenda, generosa, la sua Benedizione.

Speaker:
Amados peregrinos vindos do Brasil, de Portugal e doutros países de língua portuguesa, sede benvindos! Das inúmeras coisas – tantas vezes duras – da vida, aprendei a elevar o coração até ao Pai do Céu, repousando no seio da sua infinita bondade, e vereis que as dores e aflições da vida vos farão menos mal. Que nada vos impeça de viver nesta amizade com Deus e testemunhar a todos a sua misericórdia! Sobre vós e vossa família desça, generosa, a sua Bênção.

[01962-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء، إن الأناجيل قد سلّمتنا صورًا حيّة ليسوع كرجل صلاة. ويخبرنا إنجيل مرقس هذا التفصيل منذ الصفحة الأولى لخدمة يسوع العلنية. في بعض صفحات الكتاب المقدّس يبدو قبل كلِّ شيء أن صلاة يسوع وعلاقته الحميمة مع الله تسيطران على كلِّ شيء. هذه هي النقطة الأساسية: يسوع كان يصلّي. كان يسوع يصلّي بقوّة في الأوقات العلنية، متقاسمًا ليتورجية شعبه ولكنّه كان يبحث أيضًا عن أماكن قفرة ومنعزلة عن دوامة العالم، أماكن تسمح بالنزول إلى عمق نفسه: إنه النبي الذي يعرف حجارة الصحراء ويصعد إلى أعلى الجبال؛ وكلمات يسوع الأخيرة، قبل أن يلفظ نفسه الأخير على الصليب، هي كلمات المزامير. كان يسوع يصلّي كأي رجل في العالم. ومع ذلك كان أسلوبه في الصلاة يحتوي على سرّ، شيء لم يغب عن أعيُن تلاميذه إذ نجد في الأناجيل هذا الطلب البسيط والمباشر: "يا ربّ، عَلِّمنا أَن نُصَلِّيَ". ويسوع لم يرفض، فهو لم يكن يغار على علاقته الحميمة مع الله بل جاء ليدخلنا في هذه العلاقة. وهكذا يصبح معلّم صلاة لتلاميذه كما يريد بالتأكيد أن يكون معلّمًا لنا جميعًا. لأنّه حتى ولو ربما كنا نصلّي منذ سنوات عديدة، علينا دائمًا أن نتعلّم! لذلك إذ نبدأ سلسلة التعاليم هذه حول صلاة يسوع، فإنَّ أجمل وأصحَّ ما يمكننا فعله جميعًا هو أن نكرّر طلب التلاميذ: "يا معلّم، علمنا أن نصلّي!" وهو بالتأكيد لن يتغاضى عن طلبنا.

Santo Padre:
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, educhiamoci ad un rapporto con Dio intenso, ad una preghiera costante, piena di fiducia, capace di illuminare la nostra vita, come ci insegna Gesù. E chiediamo a Lui di poter comunicare alle persone che incontriamo sulla nostra strada, la gioia dell’incontro con il Signore, luce per la nostra esistenza. Il Signore vi benedica!

Speaker:أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللّغةِ العربيّة، وخاصةً بالقادمينَ من الشرق الأوسط. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، لنربِّ أنفسنا على علاقة عميقة مع الرب وصلاة مستمرّة مُفعمة بالثقة، قادرة على إنارة حياتنا كما يعلّمنا يسوع؛ ولنطلب منه نعمة أن ننقل للأشخاص الذين نلتقي بهم على دربنا، فرح اللقاء مع الرب، نور حياتنا. ليبارككم الرب!

[01963-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:
Dzisiaj rozpoczynamy cykl katechez o modlitwie „Ojcze nasz”. Ewangelie przekazały nam bardzo żywe opisy Jezusa jako człowieka modlitwy. Pomimo bezzwłoczności swojej misji i naglącej potrzeby tak wielu ludzi, którzy Go o coś proszą, Jezus odczuwa potrzebę odsunięcia się w samotność i modlenia się. Z kart Pisma Świętego można odczytać, że w misji Jezusa wszystkim rządzi modlitwa, Jego bliska relacja z Ojcem. Dotyczy to zwłaszcza nocy w Getsemani. Ostatni etap drogi Jezusa, absolutnie najtrudniejszy z tych, które przebył do tej pory, zdaje się znajdować swój sens w nieustannym słuchaniu Ojca przez Jezusa. Jezus modlił się intensywnie w wydarzeniach publicznych, uczestnicząc w liturgii swego narodu, ale szukał również miejsc sprzyjających refleksji, oddalonych od zawirowań świata, miejsc, które pozwoliłyby zstąpić do tajemnic Jego duszy. Modlił się tak, jak modli się każdy człowiek na świecie. Jednak w Jego sposobie modlitwy zawarta była również pewna tajemnica, skoro uczniowie skierowali tak proste i bezpośrednie błaganie: „Panie, naucz nas się modlić” (Łk 11,1 ). A Jezus nie odmawia, nie jest zazdrosny o swoją bliskość z Ojcem. Przyszedł właśnie po to, aby wprowadzić nas w tę relację. Jest dla nas najlepszym nauczycielem modlitwy. Zatem rozpoczynając ten cykl katechez o modlitwie Jezusa, powtarzamy prośbę uczniów: „Nauczycielu, naucz nas się modlić”.

Santo Padre:
Do il benvenuto ai pellegrini polacchi. Saluto in particolare i redattori della Sezione Polacca della Radio Vaticana, che in questi giorni festeggia l’80° anniversario della fondazione. Vi ringrazio per il vostro servizio al Papa e alla Chiesa. Domenica prossima in Polonia verrà celebrata la XIXa Giornata di Preghiera e di Aiuto alla Chiesa dell’Est. Con riconoscenza penso a tutti coloro che con la preghiera e le opere concrete, sostengono le comunità ecclesiali dei paesi vicini. A tutti auguro un tempo di Avvento sereno e pieno di grazie. Vi benedico di cuore.

Speaker:
Witam polskich pielgrzymów. W sposób szczególny pozdrawiam redaktorów Sekcji Polskiej Radia Watykańskiego, która w tych dniach obchodzi 8O rocznicę istnienia. Dziękuję wam za waszą służbę dla papieża i dla Kościoła. W najbliższą niedzielę w Polsce obchodzony będzie XIX Dzień modlitwy i pomocy Kościołowi na Wschodzie. Z wdzięcznością myślę o wszystkich, którzy przez modlitwę i konkretne dzieła wspierają wspólnoty kościelne w krajach sąsiadujących. Wszystkim życzę spokojnego i pełnego łask czasu Adwentu. Z serca wam błogosławię.

[01964-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua croata

Santo Padre:
Con gioia saluto e benedico i pellegrini croati, in modo particolare le coppie di sposi della Diocesi di Dubrovnik, accompagnate dal loro Pastore Mons. Mate Uzinić. Cari coniugi, ieri avete rinnovato le promesse matrimoniali nella Basilica di San Pietro, confessando che il Signore vi ha assistiti nelle vicende liete e tristi della vita. Vi incoraggio a vivere l’amore coniugale, segno dell’amore tra Cristo e la Chiesa, approfondendo quotidianamente la mutua donazione di sé nei piccoli gesti. In questo tempo di Avvento, la Beata Vergine Maria sia per voi esempio di come accogliere il Signore e affidarsi a Lui. Siano lodati Gesù e Maria!

Speaker:
S radošću pozdravljam i blagoslivljam hrvatske hodočasnike, a osobito bračne parove iz Dubrovačke biskupije, zajedno s njihovim pastirom msgr. Matom Uzinićem. Dragi supružnici, jučer ste u Bazilici Sv. Petra obnovili bračna obećanja, priznajući da vas je Gospodin pratio u radosnim i žalosnim prilikama života. Ohrabrujem vas da živite supružničku ljubav, znak ljubavi između Krista i Crkve, rasteći svakodnevno u uzajamnom sebedarju po malim gestama. U ovo vrijeme došašća, neka vam Blažena Djevica Marija bude uzor kako primiti Gospodina i povjeriti se Njemu. Hvaljen Isus i Marija!

[01966-AA.02] [Testo originale: Croato]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana.

Sono lieto di accogliere le Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore e i gruppi parrocchiali, in particolare quelli di Sant’Elia a Pianisi, di Roma e di Pescara.

Saluto il Reggimento Nizza Cavalleria, di Bellinzago Novarese; i circoli pensionati di anziani della provincia di Trento e i 70enni di Paterno di Lucania.

Un pensiero particolare rivolgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli.

Sabato prossimo celebreremo la solennità dell’Immacolata Concezione della B.V. Maria. Affidiamoci alla Madonna! Ella, come modello di fede e di obbedienza al Signore, ci aiuti a preparare i nostri cuori ad accogliere il Bambino Gesù nel suo Natale. Grazie.

[01965-IT.02] [Testo originale: Italiano]

[B0901-XX.02]