Alle ore 12.20 di oggi, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i Membri dell’Associazione “Alunni del Cielo” in occasione del 50° anniversario di fondazione dell’Associazione e del 10° anniversario della scomparsa del fondatore, il gesuita padre Giuseppe Arione.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti nel corso dell’incontro:
Discorso del Santo Padre
Cari amici della comunità Alunni del Cielo! Cerea!
Sono contento di ricevervi in occasione del 50° anniversario di fondazione della vostra Associazione e nel 10° anniversario della scomparsa del vostro fondatore, il gesuita padre Giuseppe Arione. A voi tutti il mio affettuoso benvenuto! La vostra realtà associativa, articolata in due gruppi Revival e Amen, è inserita nell’antico e prestigioso “Istituto Sociale” di Torino, il cui fine educativo è arricchito dall’esperienza spirituale di Sant’Ignazio di Loyola. Con l’aiuto del vostro Assistente, padre Piero Granzino, voi vi impegnate a testimoniare il Vangelo con la musica e il canto per arrivare al cuore di tutti, anche a quanti sono lontani dalla Chiesa o dalla fede.
La vostra missione si attua nel solco del carisma e della testimonianza di padre Arione il quale, realizzando gli orientamenti del Concilio Vaticano II per una Chiesa in dialogo con il mondo contemporaneo, nel 1968 oppose alla contestazione l’atteggiamento dell’accoglienza. Si dedicò a una forma di apostolato che utilizzava la musica e il canto come linguaggi capaci di trasmettere in modo universale la bellezza e la forza dell’amore cristiano. Andò “ai crocicchi delle strade”, anche in luoghi fino ad allora inesplorati dalla Chiesa, per incontrare i ragazzi e i giovani là dove essi si ritrovavano e si organizzavano. A tutti, indistintamente, si rivolse con empatia e benevolenza, proponendo un cammino di fede e di fraternità. La finalità era evangelizzare con il canto, proponendo una fede che annuncia e canta l’amore di Dio, generando amicizia e condivisione fraterna.
Vi incoraggio a portare avanti il carisma di questo generoso Gesuita, rinnovandolo nelle forme ma conservandone l’ispirazione profetica, ancora valida e attuale. Per fare questo, è necessario avere cura della propria vita interiore, senza lasciarsela “rubare” dal frastuono mondano, ma coltivarla mediante la preghiera personale e comunitaria, l’ascolto della Parola di Dio, la partecipazione assidua ai Sacramenti, specialmente alla Confessione e all’Eucaristia. Così, le vostre voci e le vostre melodie riusciranno non solo gradite al buon gusto musicale, ma, arricchite dalla vostra testimonianza di vita cristiana, favoriranno in chi vi ascolta il desiderio della comunione con Dio. In questo modo, diventerete sempre più entusiasti araldi del Vangelo.
La vostra missione è radicata nella tradizione delle Scritture, specialmente dei Salmi, che invitano a celebrare il Signore con la cetra, a cantare a Lui e a lodarlo sulle corde e sui flauti (cfr Sal 33; 150). Cantare bene richiede impegno e buona volontà, però è uno sforzo gratificante, perché eleva l’animo rendendolo più sensibile alla voce dello Spirito, specialmente quando con i vostri canti accompagnate le celebrazioni liturgiche, permettendo ai fedeli un maggior avvicinamento e una più profonda intimità con Dio. Così aiutate a esprimere l’allegria, la fiducia, il pentimento, l’amore… Il canto è un linguaggio che porta alla comunione dei cuori; vi ringrazio in particolare perché, superando ogni frontiera, diffondete un messaggio di pace e di fraternità.
Nel coro si sperimenta la gioia e il fascino della polifonia. Vi esorto ad essere “polifonici” anche nella vita di ogni giorno, sia tra di voi che con gli altri. Anzitutto tenete presente che, più ancora che per la bellezza dei vostri canti, vi riconosceranno come discepoli e testimoni di Cristo se vi amate gli uni gli altri come Lui ci ha amati. Perciò siete chiamati ad essere un cuore solo e un’anima sola. E verso gli altri, ricordando la pastorale del vostro Fondatore in favore dei poveri e dei circensi, potrete continuare ad accogliere queste persone nelle vostre comunità e famiglie, ascoltandoli, cantando insieme a loro il “Vangelo dei piccoli”. Questo è il vostro modo di essere Chiesa missionaria, capace di contagiare e attirare coloro che attendono, magari senza saperlo, l’incontro con Gesù.
So che meditate spesso le parole del padre Arione: «Cammina per cercare gli altri, fermati per trovare te stesso». Il sorriso dei vostri volti, la freschezza delle vostre voci, l’armonia dei vostri canti dispongano voi stessi alla preghiera e suscitino in quanti vi ascoltano la gioia vera della vita e la speranza nel futuro. Con questi auspici, voglio rinnovarvi l’apprezzamento che la Chiesa ha per il vostro apostolato e, mentre vi affido all’intercessione della Vergine Maria e di Santa Cecilia, benedico di cuore tutti voi e i vostri cari. E per favore, ricordatevi di pregare per me.
Grazie!
[01805-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0831-XX.02]