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L’Udienza Generale, 07.11.2018


Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui Comandamenti, ha incentrato la sua meditazione sul tema: “Non rubare” (Brano biblico: dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo a Timoteo, 6,7-10).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Continuando la spiegazione del Decalogo, oggi arriviamo alla Settima Parola: «Non rubare».

Ascoltando questo comandamento pensiamo al tema del furto e al rispetto della proprietà altrui. Non esiste cultura in cui furto e prevaricazione dei beni siano leciti; la sensibilità umana, infatti, è molto suscettibile sulla difesa del possesso.

Ma vale la pena di aprirci a una lettura più ampia di questa Parola, focalizzando il tema della proprietà dei beni alla luce della sapienza cristiana.

Nella dottrina sociale della Chiesa si parla di destinazione universale dei beni. Che cosa significa? Ascoltiamo che cosa dice il Catechismo: «All’inizio, Dio ha affidato la terra e le sue risorse alla gestione comune dell’umanità, affinché se ne prendesse cura, la dominasse con il suo lavoro e ne godesse i frutti. I beni della creazione sono destinati a tutto il genere umano» (n. 2402). E ancora: «La destinazione universale dei beni rimane primaria, anche se la promozione del bene comune esige il rispetto della proprietà privata, del diritto ad essa e del suo esercizio» (n. 2403).[1]

La Provvidenza, però, non ha disposto un mondo “in serie”, ci sono differenze, condizioni diverse, culture diverse, così si può vivere provvedendo gli uni agli altri. Il mondo è ricco di risorse per assicurare a tutti i beni primari. Eppure molti vivono in una scandalosa indigenza e le risorse, usate senza criterio, si vanno deteriorando. Ma il mondo è uno solo! L’umanità è una sola![2] La ricchezza del mondo, oggi, è nelle mani della minoranza, di pochi, e la povertà, anzi la miseria e la sofferenza, di tanti, della maggioranza.

Se sulla terra c’è la fame non è perché manca il cibo! Anzi, per le esigenze del mercato si arriva a volte a distruggerlo, si butta. Ciò che manca è una libera e lungimirante imprenditoria, che assicuri un’adeguata produzione, e una impostazione solidale, che assicuri un’equa distribuzione. Dice ancora il Catechismo: «L’uomo, usando dei beni creati, deve considerare le cose esteriori che legittimamente possiede, non solo come proprie, ma anche come comuni, nel senso che possano giovare non unicamente a lui, ma anche agli altri» (n. 2404). Ogni ricchezza, per essere buona, deve avere una dimensione sociale.

In questa prospettiva appare il significato positivo e ampio del comandamento «non rubare». «La proprietà di un bene fa di colui che lo possiede un amministratore della Provvidenza» (ibid.). Nessuno è padrone assoluto dei beni: è un amministratore dei beni. Il possesso è una responsabilità: “Ma io sono ricco di tutto…” – questa è una responsabilità che tu hai. E ogni bene sottratto alla logica della Provvidenza di Dio è tradito, è tradito nel suo senso più profondo. Ciò che possiedo veramente è ciò che so donare. Questa è la misura per valutare come io riesco a gestire le ricchezze, se bene o male; questa parola è importante: ciò che possiedo veramente è ciò che so donare. Se io so donare, sono aperto, allora sono ricco non solo in quello che io possiedo, ma anche nella generosità, generosità anche come un dovere di dare la ricchezza, perché tutti vi partecipino. Infatti se non riesco a donare qualcosa è perché quella cosa mi possiede, ha potere su di me e ne sono schiavo. Il possesso dei beni è un’occasione per moltiplicarli con creatività e usarli con generosità, e così crescere nella carità e nella libertà.

Cristo stesso, pur essendo Dio, «non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso» (Fil 2,6-7) e ci ha arricchiti con la sua povertà (cfr 2 Cor 8,9).

Mentre l’umanità si affanna per avere di più, Dio la redime facendosi povero: quell’Uomo Crocifisso ha pagato per tutti un riscatto inestimabile da parte di Dio Padre, «ricco di misericordia» (Ef 2,4; cfr Gc 5,11). Quello che ci fa ricchi non sono i beni ma l’amore. Tante volte abbiamo sentito quello che il popolo di Dio dice: “Il diavolo entra dalle tasche”. Si comincia con l’amore per il denaro, la fame di possedere; poi viene la vanità: “Ah, io sono ricco e me ne vanto”; e, alla fine, l’orgoglio e la superbia. Questo è il modo di agire del diavolo in noi. Ma la porta d’entrata sono le tasche.

Cari fratelli e sorelle, ancora una volta Gesù Cristo ci svela il senso pieno delle Scritture. «Non rubare» vuol dire: ama con i tuoi beni, approfitta dei tuoi mezzi per amare come puoi. Allora la tua vita diventa buona e il possesso diventa veramente un dono. Perché la vita non è il tempo per possedere ma per amare. Grazie.

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[1] Cfr Enc. Laudato si’, 67: «Ogni comunità può prendere dalla bontà della terra ciò di cui ha bisogno per la propria sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire la continuità della sua fertilità per le generazioni future. In definitiva, “del Signore è la terra” (Sal 24,1), a Lui appartiene “la terra e quanto essa contiene” (Dt 10,14). Perciò Dio nega ogni pretesa di proprietà assoluta: “Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e ospiti” (Lv 25,23)».

[2] Cfr S. Paolo VI, Enc. Populorum progressio, 17: «Ma ogni uomo è membro della società: appartiene all’umanità intera. Non è soltanto questo o quell’uomo, ma tutti gli uomini sono chiamati a tale sviluppo plenario. […] Eredi delle generazioni passate e beneficiari del lavoro dei nostri contemporanei, noi abbiamo degli obblighi verso tutti, e non possiamo disinteressarci di coloro che verranno dopo di noi ad ingrandire la cerchia della famiglia umana. La solidarietà universale, che è un fatto e per noi un beneficio, è altresì un dovere».

[01773-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

Frères et sœurs, le septième commandement, tu ne voleras pas, peut être compris d’une manière plus large que la seule interdiction de s’approprier le bien d’autrui. La doctrine sociale de l’Eglise parle de destination universelle des biens. En effet, la Providence divine a disposé que des différences de condition existent dans le monde, et que les uns puissent subvenir aux besoins des autres. Or, beaucoup vivent aujourd’hui dans une indigence scandaleuse. Ce ne sont pas les biens qui manquent mais une libre et prévoyante action qui assure leur production adéquate, et leur distribution équitable. L’homme devrait considérer que les choses qu’il possède légitimement peuvent aussi profiter à d’autres, et que la propriété d’un bien fait de celui qui le possède un administrateur de la Providence. Si je ne parviens pas à donner quelque chose, c’est parce que celle-ci me possède et que j’en suis esclave. La possession des biens est donc une occasion de grandir dans la charité et dans la liberté. Le Christ est notre modèle lui qui ne retint pas jalousement le rang qui l’égalait à Dieu, mais qui s’est anéanti lui-même, pour nous enrichir de sa pauvreté. Riches, nous le sommes désormais, non pas de biens, mais en amour.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini francofoni, in particolare il Collège Fénelon-Sainte Marie di Parigi. La nostra vita non è fatta per possedere, ma per amare. Sforziamoci, fratelli e sorelle, di fare del bene, il più possibile, con i beni che possediamo. La nostra vita sarà buona e i nostri beni diventeranno un dono per tutti. Dio vi benedica!

Speaker:

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier le Collège Fénelon-Sainte Marie de Paris. Notre vie n’est pas faite pour posséder mais pour aimer. Efforçons-nous, frères et sœurs, de faire du bien, autant que possible, avec les biens que nous possédons. Notre vie sera bonne et nos biens deviendront un don pour tous. Que Dieu vous bénisse!

[01774-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear brothers and sisters: In our continuing catechesis on the Ten Commandments, we now turn to the seventh commandment: “You shall not steal”. This commandment deals specifically with theft and with respect for the property of others. Yet it also invites us to consider, in the light of faith and the Church’s social doctrine, that the goods of creation are destined for the entire human race. The universal destination of goods does not detract from the right to private property, but sets that right in proper perspective. The Catechism of the Catholic Church teaches that “the ownership of any property makes its holder a steward of Providence, with the task of making it fruitful and communicating its benefits to others” (No. 2404). Our world has sufficient resources to meet the primary needs of all its inhabitants, yet so many members of our human family continue to suffer extreme want and even starvation for lack of sound economic decisions inspired by solidarity and justice. The example of Christ, who, though rich became poor for our sake (cf. 2 Cor 8:9), reveals the true meaning and purpose of all wealth: it stands at the service of love, freedom and human dignity.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’Udienza odierna, specialmente quelli provenienti da Danimarca, Giappone, Filippine e Stati Uniti d’America. Rivolgo un saluto particolare ai partecipanti alla prima Conferenza Internazionale degli Uomini, che si tiene a Roma in questi giorni. Su tutti voi, e sulle vostre famiglie, invoco la gioia e la pace del Signore. Dio vi benedica!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those from Denmark, Japan, the Philippines and the United States of America. I offer a special greeting to the participants in the first International Men’s Meeting here in Rome. Upon all of you, and your families, I invoke the Lord’s blessings of joy and peace. God bless you!

[01775-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern, heute betrachten wir das siebte der Zehn Gebote: Du sollst nicht stehlen. Zunächst denkt man dabei an Diebstahl und den Respekt vor fremdem Eigentum. Jedem ist klar, was damit gemeint ist, denn in der Regel sind wir alle bedacht auf die Verteidigung des persönlichen Eigentums. Blicken wir nun aber auf einen weiteren – weniger selbstverständlichen – Aspekt dieses Gebots. Die Soziallehre der Kirche sagt, dass die Güter der Schöpfung für das gesamte Menschengeschlecht bestimmt sind. Die Welt ist reich an Ressourcen, eigentlich gäbe es genug für alle Menschen – und doch leben viele in skandalösem Elend. Wenn es in dieser Welt Hunger gibt, dann nicht deswegen, weil nicht ausreichend Lebensmittel da wären! Oft fehlt es jedoch an einer gerechten Verteilung der Güter. Hier nun wird der positive Gehalt des siebten Gebotes sichtbar: Der Besitz eines Gutes macht dessen Eigentümer zu einem Verwalter im Dienst der Vorsehung; er soll seinen Besitz in rechter Weise nutzen und den Ertrag mit anderen teilen. Besitz bedeutet Verantwortung. Wirklich frei ist nicht derjenige, der krampfhaft an seinem Besitz hängt, sondern der, der in der Lage ist, ihn weiterzugeben. Jesus Christus hat uns das vorgelebt. Er, der reich war, wurde unseretwegen arm (vgl. 2 Kor 8,9), in seiner Hingabe erkennen wir, dass wahrer Reichtum nicht im Besitzen und Festhalten besteht, sondern in der Liebe, die bereit ist, alles zu geben. Wir leben nicht um zu besitzen, sondern um zu lieben.

Santo Padre:

Con affetto saluto i pellegrini di lingua tedesca, in particolare gli Amici dell’Archivio Segreto Vaticano di Bamberg e la comunità della Mädchenrealschule Volkach. Il Signore vi doni la ricchezza e la gioia di una vita spesa nello spirito del dono di sé e di quanto si possiede. Condividere i nostri beni con gli altri non ci rende poveri, ma ricchi di ciò che conta veramente, ricchi d’amore. Il Signore vi benedica!

Speaker:

Von Herzen grüße ich die Pilger deutscher Sprache, insbesondere die Freunde des Vatikanischen Geheimarchivs aus Bamberg sowie die Schulgemeinschaft der Mädchenrealschule Volkach. Der Herr schenke euch den Reichtum und die Freude eines Lebens im Geist der Hingabe. Wenn wir mit anderen teilen, werden wir nicht arm, sondern reich an dem, was wirklich zählt: reich an Liebe. Der Herr segne euch!

[01776-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Hoy reflexionamos sobre el séptimo mandamiento del decálogo: «No robarás». Lo primero que nos viene a la mente es el tema de la sustracción o retención ilícita de los bienes ajenos, y el debido respeto a la propiedad de los demás. En toda cultura, robar es inaceptable, pues todas defienden el derecho a poseer bienes.

La sabiduría cristiana nos dice que, por voluntad divina, los frutos de la creación están destinados a todo el género humano. El destino universal de los bienes y su distribución justa es anterior al derecho a la propiedad privada, que debe estar en función de las necesidades primarias del hombre.

El mundo es rico en recursos para asegurar a todos el acceso a los bienes fundamentales; sin embargo, muchos viven en una situación de pobreza escandalosa. Y los recursos naturales mal usados, se van deteriorando y destruyendo. La propiedad, muy en especial cuando afecta los recursos naturales, debe estar siempre al servicio de las necesidades de los pueblos. No podemos considerarnos dueños absolutos de las cosas.

En sentido positivo, «no robarás» significa que el Señor nos llama a ser administradores responsables de su Providencia, a aprender a multiplicar con creatividad los bienes que poseemos para usarlos con generosidad en favor de nuestro prójimo, y de este modo crecer en la caridad y en la libertad.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española venidos de España y Latinoamérica. Que el Señor Jesús nos conceda entender que la vida no es un tiempo para poseer sino para amar con nuestros bienes, porque solo tenemos aquello que sabemos donar. Que la Virgen María nos ampare e interceda por nosotros. Muchas gracias.

[01777-ES.02] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

O sétimo Mandamento da Lei de Deus – «não furtar nem injustamente reter ou danificar os bens do próximo» – pede-nos o respeito dos bens alheios, mediante a prática da justiça e da caridade, da temperança e da solidariedade. A criação querida e feita por Deus não é uma obra em série; entre os seres criados, há diferenças, estão em condições diversas, de tal modo que se pode viver provendo uns ao bem dos outros. A terra é rica de recursos para assegurar, a todos, os bens primários e no entanto há muitos que vivem numa escandalosa indigência… O mundo é um só; a humanidade é uma só! E a doutrina social da Igreja apresenta o destino universal dos bens como primordial, embora a promoção do bem comum exija o respeito pela propriedade privada, o direito a ela e o respetivo exercício. Mas, a posse é uma responsabilidade: «a propriedade de um bem – lê-se no Catecismo – faz do seu detentor um administrador da providência de Deus» (n. 2404). Por isso, todos os bens subtraídos à lógica da Providência de Deus acabam atraiçoados no seu sentido mais profundo. Só possuo verdadeiramente aquilo que sei dar. De facto, se não consigo dar uma coisa é porque ela me possui a mim, tem poder sobre mim, sou escravo dela. A propriedade de um bem dá-me ocasião para o multiplicar com criatividade e utilizar com generosidade, permitindo-me crescer na caridade e na liberdade. Então a minha vida torna-se boa e a posse torna-se verdadeiramente uma bênção. Pois a vida não é tempo para possuir, mas para amar: o que nos faz ricos, não são os bens mas o amor.

Santo Padre:

Di cuore saluto i vari gruppi del Brasile e del Portogallo, insieme a tutti i pellegrini di lingua portoghese: grazie per la vostra presenza, e soprattutto per le vostre preghiere! Alla Vergine Maria affido i vostri passi, volti al servizio della crescita nella dignità umana e divina dei nostri fratelli e sorelle. Su di voi e sulle vostre famiglie, scenda la Benedizione del Signore. Grazie.

Speaker:

Saúdo cordialmente os vários grupos do Brasil e de Portugal e todos os peregrinos presentes de língua portuguesa: obrigado pela vossa presença e sobretudo pelas vossas orações! À Virgem Maria confio os vossos passos ao serviço do crescimento em dignidade humana e divina dos nossos irmãos e irmãs. Sobre vós e vossas famílias, desça a Bênção do Senhor!

[01778-PO.02] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

أيها الإخوة والأخوات الأعزاء، إذ نتابع شرح الوصايا العشر، نصل اليوم إلى الكلمة السابعة: "لا تسرق". عندما نسمع هذه الوصيّة نفكِّر بالسرقة واحترام ممتلكات الغير. لكن من الجدير بنا أن ننفتح على قراءة أوسع لهذه الكلمة ونركِّز على موضوع امتلاك الخيور في ضوء الحكمة المسيحيّة. تتحدّث العقيدة الاجتماعيّة للكنيسة عن الخيور المُعدّة للجميع؛ فماذا يعني هذا الأمر؟ لنصغِ إلى ما يقوله التعليم المسيحي للكنيسة الكاثوليكية: "في البدء أوكل الله الأرض مواردها إلى إدارة مُشتركة تضطلع بها البشريّة، لتعتني بها وتسيطر عليها بعملها، وتنعم بثمارها. وخيرات الخليقة مُعدّة لكلِّ الجنس البشري". وبالتالي فإن كان هناك جوع على الأرض فليس بسبب غياب الطعام! ما ينقص فعلاً هو تجارة حرّة وبعيدة النظر، تؤمِّن إنتاجًا ملائمًا ومخطّطًا شاملاً يؤمِّن توزيعًا عادلاً. يقول التعليم المسيحي للكنيسة الكاثوليكية أيضًا: "عندما يستعمل الإنسان هذه الخيور يجب أن لا يرى في ما يملكه من الأشياء الخارجيّة بطريقة شرعيّة ملكًا خاصًا وكأنّه له وحده، بل أن يرى فيه ما يشبه الملك المشترك: بمعنى أنّه يمكن أن يعود بالفائدة لا عليه وحسب وإنما على الآخرين أيضًا". بهذا المنظار يظهر المعنى الإيجابي والواسع للوصيّة "لا تسرق". فالملكيّة هي مسؤوليّة وكل خير يُنتزع من منطق عناية الله يُنتهك في معناه العميق. إنَّ ما أملكه فعلاً هو ما أعرف كيف أعطيه. في الواقع إن لم أتمكّن من إعطاء شيء ما، فذلك لأنَّ ذلك الشيء يملكني وله سلطة عليَّ وأنا عبد له. أيها الإخوة والأخوات الأعزاء، إن امتلاك الخيور هو مناسبة لمضاعفتها بإبداع واستعمالها بسخاء فننمو هكذا في المحبّة والحريّة. وبالتالي فما يغنينا ليست الخيور وإنما الحب.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, amate con i vostri beni, approfittate dei vostri mezzi per amare come potete. Perché la vita non è il tempo per possedere, ma per amare. Il Signore vi benedica!

Speaker:

أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللّغةِ العربيّة، وخاصةً بالقادمينَ من الشرق الأوسط. أيّها الإخوةُ والأخواتُ الأعزّاء، أحبُّوا بواسطة خيوركم، واستفيدوا من الوسائل التي تملكونها لكي تحبّوا بحسب قدرتكم؛ لأنَّ الحياة ليست زمنًا للامتلاك وإنما للحب! ليبارككم الرب!

[01779-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Kontynuując wyjaśnienie Dekalogu dochodzimy dzisiaj do Siódmego Słowa: „Nie kradnij”. Słuchając tego przykazania myślimy o kradzieży i poszanowaniu własności innych osób. Ale warto otworzyć się na jego szerszą lekturę, ujmując temat własności dóbr w świetle mądrości chrześcijańskiej. W nauce społecznej Kościoła mówimy o powszechnym przeznaczeniu dóbr. Jak czytamy w Katechizmie: „Na początku Bóg powierzył ziemię i jej bogactwa wspólnemu zarządzaniu ludzkości, by miała o nią staranie, panowała nad nią przez swoją pracę i korzystała z jej owoców. Dobra stworzone są przeznaczone dla całego rodzaju ludzkiego” (n. 2402). „Powszechne przeznaczenie dóbr pozostaje pierwszoplanowe, nawet jeśli popieranie dobra wspólnego wymaga poszanowania własności prywatnej, prawa do niej i korzystania z niej” (n. 2403). Świat jest wystarczająco bogaty w zasoby, by zapewnić wszystkim dobra podstawowe. „Człowiek, używając tych dóbr, powinien uważać rzeczy zewnętrzne, które posiada, nie tylko za własne, ale za wspólne w tym znaczeniu, by nie tylko jemu, ale i innym przynosiły pożytek” (tamże). Posiadanie jest odpowiedzialnością, a wszelkie dobro wykradzione z logiki Bożej Opatrzności jest zdradzone w jego najgłębszym znaczeniu. To, co naprawdę posiadam, jest tym, co potrafię dać. Posiadanie dóbr jest okazją do ich pomnożenia przez kreatywność i wielkoduszne używanie, aby w ten sposób wzrastać w miłości i wolności. „Nie kradnij” oznacza: kochaj twoimi dobrami, wykorzystaj swoje środki, by kochać. Wówczas twoje życie staje się dobre, a posiadanie staje się prawdziwym darem. Ponieważ życie to nie czas na posiadanie, ale na miłość.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, domenica prossima cade il 100° anniversario dell’indipendenza della Polonia. In questa occasione mi unisco a voi e a tutti i vostri connazionali nella preghiera di ringraziamento. Auguro che il popolo polacco possa vivere il dono della libertà nella pace e nella prosperità, costruendo per la patria un felice futuro, nell’unione basata sull’eredità spirituale degli avi e sull’amore fraterno. Vi accompagni sempre la protezione di Maria Regina della Polonia e la benedizione di Dio!

Speaker:

Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów. Drodzy bracia i siostry, w przyszłą niedzielę przypada 100.rocznica niepodległości Polski. Z tej okazji jednoczę się w dziękczynnej modlitwie z wami i z wszystkimi waszymi rodakami. Życzę, by naród polski mógł żyć darem wolności w pokoju i pomyślności, budując szczęśliwą przyszłość ojczyzny w jedności osadzonej na duchowym dziedzictwie przodków i na bratniej miłości. Niech zawsze wam towarzyszy opieka Maryi Królowej Polski i Boże błogosławieństwo!

[01780-PL.01] [Testo originale: Polacco]

In lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana.

Sono lieto di accogliere le Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù, con i laici collaboratori; i gruppi parrocchiali, specialmente quello di Andria, e la Facoltà di Diritto Canonico “San Pio X”, di Venezia, nel 10° anniversario dell’erezione, accompagnata dal Patriarca, Mons. Francesco Moraglia.

Saluto il Centro nazionale di coordinamento delle maschere italiane; l’Associazione Strada dei vini e dei sapori dei Colli di Forlì e Cesena; l’Associazione “La casa volante” di Gazzo Veronese; l’Istituto Comprensivo di San Marco dei Cavoti e il gruppo di studenti ginnasiali di “Azuolynas” di Klaipeda.

Un pensiero particolare rivolgo ai giovani, agli anziani, agli ammalati e agli sposi novelli.

Dopodomani celebreremo la Dedicazione della Basilica Lateranense, la Cattedrale del Vescovo di Roma, la Cattedrale del Papa. Pregate per me, affinché confermi sempre i fratelli nella fede. Grazie.

[01781-IT.02] [Testo originale: Italiano]

[B0820-XX.02]