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Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Lituania, Lettonia ed Estonia (22 – 25 settembre 2018) – Visita e Preghiera al Museo delle Occupazioni e Lotte per la Libertà e parole del Santo Padre alla Nunziatura Apostolica, 23.09.2018


Visita e Preghiera al Museo delle Occupazioni e Lotte per la Libertà

Parole del Santo Padre dalla finestra della Nunziatura Apostolica

Visita e Preghiera al Museo delle Occupazioni e Lotte per la Libertà

Preghiera del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione di lavoro in lingua lituana

Alle ore 16.00 (15.00 ora di Roma), il Santo Padre Francesco si è recato in Visita al Museo delle Occupazioni e Lotte per la Libertà a Vilnius.

Lungo il tragitto il Papa ha sostato in preghiera silenziosa davanti al Monumento delle vittime del Ghetto ebraico e ha deposto un omaggio floreale.

All’arrivo al Museo, il Santo Padre è stato accolto dal Direttore presso l’ingresso laterale nel cortile dell'edificio. Quindi ha visitato il Museo accompagnato dall’Arcivescovo di Vilnius, S.E. Mons. Gintaras Grušas.

Il Papa e l’Arcivescovo sono scesi al piano inferiore dell’edificio per visitare le celle n. 9 e n. 11, dove il Santo Padre ha acceso una candela in memoria delle vittime e sostato in preghiera silenziosa per alcuni minuti. Era presente anche un Vescovo appartenente alla Compagnia di Gesù superstite delle persecuzioni. Quindi, tornato al piano terra, ha visitato la sala delle esecuzioni e, nel cortile esterno, ha firmato il libro degli ospiti.

Terminata la visita privata, il Papa si è trasferito in auto al Monumento delle Vittime delle Occupazioni e Lotte per la Libertà per un momento di preghiera.

Al Suo arrivo è stato accolto da un Vescovo cattolico superstite della persecuzione e da un discendente di deportati che gli hanno consegnato un omaggio floreale che il Papa ha deposto sul monumento.

Quindi il Santo Padre ha recitato la preghiera e, dopo aver benedetto i presenti, ha sostato in preghiera silenziosa davanti al monumento per alcuni minuti. Successivamente è rientrato alla Nunziatura Apostolica di Vilnius.

Pubblichiamo di seguito il testo della preghiera che il Papa ha pronunciato nel corso della visita:

Preghiera del Santo Padre

«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,47).

Il tuo grido, Signore, non cessa di risuonare, e riecheggia tra queste mura che ricordano le sofferenze vissute da tanti figli di questo popolo. Lituani e provenienti da diverse nazioni hanno sofferto nella loro carne il delirio di onnipotenza di quelli che pretendevano di controllare tutto.

Nel tuo grido, Signore, trova eco il grido dell’innocente che si unisce alla tua voce e si leva verso il cielo. È il Venerdì Santo del dolore e dell’amarezza, della desolazione e dell’impotenza, della crudeltà e del non senso che ha vissuto questo popolo lituano di fronte all’ambizione sfrenata che indurisce e acceca il cuore.

In questo luogo della memoria, ti imploriamo, Signore, che il tuo grido ci mantenga svegli. Che il tuo grido, Signore, ci liberi dalla malattia spirituale da cui, come popolo, siamo sempre tentati: dimenticarci dei nostri padri, di quanto è stato vissuto e patito.

Che nel tuo grido e nella vita dei nostri padri che tanto hanno sofferto possiamo trovare il coraggio di impegnarci con determinazione nel presente e nel futuro; che quel grido sia stimolo per non adeguarci alle mode del momento, agli slogan semplificatori, e ad ogni tentativo di ridurre e togliere a qualsiasi persona la dignità di cui Tu l’hai rivestita.

Signore, che la Lituania sia faro di speranza. Sia terra della memoria operosa che rinnova gli impegni contro ogni ingiustizia. Che promuova creativi sforzi nella difesa dei diritti di tutte le persone, specialmente dei più indifesi e vulnerabili. E che sia maestra nel riconciliare e armonizzare le diversità.

Signore, non permettere che siamo sordi al grido di tutti quelli che oggi continuano ad alzare la voce al cielo.

[01437-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

«Dieu, mon Dieu pourquoi m’as-tu abandonné?» (Mt 27, 47)

Ton cri, Seigneur, ne cesse de résonner, et retentit entre ces murs qui rappellent les souffrances vécues par tant de fils de ce peuple. Lituaniens et personnes provenant de différentes nations ont souffert dans leur chair le délire de la toute-puissance de ceux qui prétendaient tout contrôler.

Dans ton cri, Seigneur, trouve écho le cri de l’innocent qui s’unit à ta voix et monte vers le ciel. C’est le Vendredi Saint de la douleur et de l’amertume, de la désolation et de l’impuissance, de la cruauté et du non-sens qu’a vécu ce peuple lituanien devant l’ambition effrénée qui endurcit et aveugle le cœur.

En ce lieu de la mémoire, nous t’implorons Seigneur, que ton cri nous maintienne éveillés. Que ton cri, Seigneur, nous libère de la maladie spirituelle par laquelle, comme peuple, nous sommes toujours tentés: oublier nos pères, tout ce qu’ils ont vécu et souffert.

Que dans ton cri et dans la vie de nos pères qui ont tant souffert, nous puissions trouver le courage de nous engager avec détermination dans le présent et dans l’avenir; que ce cri soit un stimulant pour ne pas nous accommoder aux modes du moment, aux slogans simplistes, et à chaque tentative de réduire et d’enlever à toute personne la dignité dont tu l’as revêtue.

Seigneur, que la Lituanie soit un phare d’espérance. Qu’elle soit terre de la mémoire active qui renouvelle ses engagements contre toute injustice. Qu’elle encourage des efforts créatifs dans la défense des droits de toutes les personnes, spécialement de celles qui sont le plus sans défense et vulnérables. Et qu’elle soit maîtresse dans la réconciliation et l’harmonisation des diversités.

Seigneur, ne permets pas que nous soyons sourds au cri de tous ceux qui, aujourd’hui, continuent d’élever leur voix jusqu’au ciel.

[01437-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

“My God, my God, why have you forsaken me?” (Mt 27:46)

Your cry, Lord, continues to resound. It echoes within these walls that recall of the sufferings endured by so many sons and daughters of this people. Lithuanians and those from other nations paid in their own flesh the price of the thirst for absolute power on the part of those who sought complete domination.

Your cry, O Lord, is echoed in the cry of the innocent who, in union with you, cry out to heaven. It is the Good Friday of sorrow and bitterness, of abandonment and powerlessness, of cruelty and meaninglessness that this Lithuanian people experienced as a result of the unrestrained ambition that hardens and blinds the heart.

In this place of remembrance, Lord, we pray that your cry may keep us alert. That your cry, Lord, may free us from the spiritual sickness that remains a constant temptation for us as a people: forgetfulness of the experiences and sufferings of those who have gone before us.

In your cry, and in the lives of all who suffered so greatly in the past, may we find the courage to commit ourselves decisively to the present and to the future. May that cry encourage us to not succumb to the fashions of the day, to simplistic slogans, or to efforts to diminish or take away from any person the dignity you have given them.

Lord, may Lithuania be a beacon of hope. May it be a land of memory and action, constantly committed to fighting all forms of injustice. May it promote creative efforts to defend the rights of all persons, especially those most defenceless and vulnerable. And may Lithuania be for all a teacher in the way to reconcile and harmonize diversity.

Lord, grant that we may not be deaf to the plea of all those who cry out to heaven in our own day.

[01437-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

»Mein Gott, mein Gott, warum hast du mich verlassen?« (Mt 27,47).

Dein Schrei, Herr, verstummt nicht und hallt wider von diesen Wänden, die an die Leiden so vieler Söhne und Töchter dieses Volkes erinnern. Litauer und Menschen verschiedener Nationen haben am eigenen Leib den Größenwahn derer erlitten, die sich anmaßten, alles zu kontrollieren.

In deinem Schrei, Herr, hallt der Schrei des Unschuldigen wider, der sich mit deiner Stimme vereint und zum Himmel schreit. Es ist der Karfreitag der Trauer und Bitterkeit, der Verzweiflung und Hilflosigkeit, der Grausamkeit und Sinnlosigkeit, den dieses litauische Volk angesichts eines ungezügelten Machtanspruchs erlebte, der das Herz verhärtet und blendet.

An diesem Ort der Erinnerung bitten wir dich, Herr, dass dein Schrei uns wachhalte. Möge dein Schrei, Herr, uns von der geistigen Krankheit befreien, vor der wir als Volk nie sicher sind: unsere Väter, das Erlebte und Erlittene zu vergessen.

Lass uns in deinem Schrei und im Leben unserer Väter, die so viel gelitten haben, den Mut finden, uns entschlossen für die Gegenwart und die Zukunft einzusetzen. Möge jener Schrei ein Anstoß sein, uns nicht der Mode des Augenblicks anzupassen, den vereinfachenden Parolen oder jedem wie auch immer gearteten Versuch, Menschen jener Würde teilweise oder ganz zu berauben, mit der du sie bekleidet hast.

Herr, möge Litauen ein Leuchtturm der Hoffnung sein! Es sei ein Land mit einem tätigen Gedächtnis, das immer neue Einsätze gegen alle Ungerechtigkeit führt. Dieses Land möge kreative Anstrengungen zur Verteidigung der Rechte aller Menschen fördern, insbesondere der schutzlosesten und verletzlichsten. Und es sei ein Lehrmeister im Versöhnen und Vereinen von Unterschieden.

Herr, lass nicht zu, dass wir taub sind für den Schrei all jener, die auch heute immer noch zum Himmel schreien.

[01437-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

«Dios mío, Dios mío, ¿por qué me has abandonado?» (Mt 27,47).

Tu grito, Señor, no deja de resonar, y hace eco en estas paredes que recuerdan los padecimientos vividos por tantos hijos de este pueblo. Lituanos y provenientes de diferentes naciones han sufrido en su carne el afán prepotente de quienes pretendían controlarlo todo.

En tu grito, Señor, encuentra eco el grito del inocente que se une a tu voz y se eleva hacia el cielo. Es el Viernes Santo del dolor y de la amargura, de la desolación y de la impotencia, de la crueldad y del sinsentido que vivió este pueblo lituano ante la ambición desenfrenada que endurece y ciega el corazón.

En este lugar de la memoria, te imploramos Señor que tu grito nos mantenga despiertos. Que tu grito, Señor, nos libre de la enfermedad espiritual al que como pueblo estamos siempre tentados: olvidarnos de nuestros padres, de lo que se vivió y padeció.

Que en tu grito y en las vidas de nuestros mayores que tanto sufrieron encontremos la valentía para comprometernos decididamente con el presente y con el futuro; que aquel grito sea estímulo para no acomodarnos a las modas de turno, a los slogans simplificadores, y a todo intento de reducir y privar a cualquier persona de la dignidad con la que tú la has revestido.

Señor, que Lituania sea faro de esperanza. Sea tierra de la memoria operosa que renueve compromisos contra toda injusticia. Que promueva intentos creativos en la defensa de los derechos de todas las personas, especialmente de los más indefensos y vulnerables. Y que sea maestra en cómo reconciliar y armonizar la diversidad.

Señor, no permitas que seamos sordos al grito de todos los que hoy siguen clamando al cielo.

[01437-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

«Meu Deus, meu Deus, porque Me abandonastes?» (Mt 27, 46).

O vosso grito, Senhor, não pára de ressoar, ecoando dentro destas paredes que recordam os sofrimentos vividos por tantos filhos deste povo. Lituanos e originários de diferentes nações sofreram na sua carne o delírio de omnipotência daqueles que tudo pretendiam controlar.

No vosso grito, Senhor, ecoa o grito do inocente que se une à vossa voz e se eleva para o céu. É a Sexta-feira Santa do sofrimento e da amargura, da desolação e da impotência, da crueldade e do absurdo que viveu este povo lituano face à ambição desenfreada que endurece e cega o coração.

Neste lugar da memória, nós Vos imploramos, Senhor, que o vosso grito nos mantenha despertos. Que o vosso grito, Senhor, nos liberte da doença espiritual que sempre nos tenta como povo: esquecer-nos dos nossos pais, de quanto viveram e sofreram.

Que, no vosso grito e na vida dos nossos pais que tanto sofreram, possamos encontrar a coragem de nos comprometermos, com determinação, no presente e no futuro; que aquele grito seja estímulo para não nos adequarmos às modas do momento, aos slogans simplificadores e a toda a tentativa de reduzir e tirar a qualquer pessoa a dignidade de que Vós a revestistes.

Senhor, que a Lituânia seja farol de esperança; seja terra da memória operosa, que renova os compromissos contra toda a injustiça. Que promova esforços criativos na defesa dos direitos de todas as pessoas, especialmente das mais indefesas e vulneráveis. E que seja mestra na reconciliação e harmonização das diferenças.

Senhor, não permitais que sejamos surdos ao grito de todos aqueles que hoje continuam a erguer a voz para o céu.

[01437-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

„Boże mój, Boże mój, czemuś Mnie opuścił?” (Mt 27, 47).

Twój krzyk, Panie, stale rozbrzmiewa, a słychać go pośród tych murów, które pamiętają cierpienia zaznane przez wielu synów tego narodu. Litwini i osoby pochodzące z różnych narodów na własnym ciele znosili urojenia wszechmocy ludzi, którzy chcieli kontrolować wszystko.

W Twoim krzyku, o Panie, słyszymy krzyk niewinnych, który łączy się z Twoim głosem i woła do nieba. To Wielki Piątek bólu i goryczy, przygnębienia i niemocy, okrucieństwa i bezsensu, jakie przeżywał naród litewski w obliczu nieokiełznanej żądzy znieczulającej i zaślepiającej serce.

W tym miejscu pamięci błagamy Cię, Panie, aby Twój krzyk nie pozwalał nam zasnąć. Niech Twój krzyk, o Panie, zachowa nas od choroby duchowej, którą jesteśmy zawsze zagrożeni jako ludzie: zapomnienia o naszych ojcach, o przeżytych doświadczeniach i cierpieniach.

Obyśmy w Twoim krzyku i życiu naszych ojców, którzy wycierpieli tak wiele, mogli znaleźć odwagę do konsekwentnego podejmowania odpowiedzialności dzisiaj i w przyszłości, oby ten krzyk był bodźcem, żeby nie dostosowywać się do mody danej chwili, do powierzchownych sloganów, czy jakiejkolwiek próby pomniejszania czy odzierania z godności, którą przyoblekłeś każdego człowieka.

Panie, niech Litwa będzie światłem nadziei. Niech będzie ziemią pracowitej pamięci, która ponawia zaangażowanie w walce przeciwko wszelkiej niesprawiedliwości. Niech krzewi twórcze wysiłki w obronie praw wszystkich ludzi, zwłaszcza tych najbardziej bezbronnych i słabych. I niech będzie mistrzynią w godzeniu i harmonizowaniu różnorodności.

Nie pozwól Panie, abyśmy byli głusi na krzyk tych wszystkich, którzy dziś nadal wołają do nieba.

[01437-PL.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione di lavoro in lingua lituana

“Mano Dieve, mano Dieve, kodėl mane apleidai?” (Mt 27,47)

Tavo šauksmas, Viešpatie, nesiliauja skambėjęs ir, aidi tarp šių sienų, kurios primena daugelio šios tautos sūnų išgyventas kančias. Lietuviai ir kilę iš kitų tautų, savo kūnais patyrė visagalybės šėlsmą tų, kurie siekė visa kontroliuoti.

Tavo šauksme, Viešpatie, atranda atgarsį nekaltųjų šauksmas, kuris susilieja su tavo balsu ir kyla į dangų. Tai yra skausmo ir kartėlio, apleidimo ir bejėgiškumo, žiaurumo ir beprasmybės Didysis Penktadienis, kurį išgyveno ši Lietuvių tauta prieš nesuvaldomą, sukietinančią ir apakinančią širdį ambiciją.

Šioje atminties vietoje meldžiame tave, Viešpatie, kad tavo šauksmas išlaikytų mus budinčius. Kad tavo šauksmas, Viešpatie, išlaisvintų iš dvasinės ligos, kuria, kaip tauta, esame nuolat gundomi: užmiršti savo tėvus, ir tai kiek jie yra išgyvenę ir kentėję.

Tavo šauksme ir mūsų tėvų, kurie daug iškentėjo gyvenime, mes galime atrasti drąsos ryžtingai įsipareigoti dabarčiai ir ateičiai: kad šis šauksmas būtų paskata neprisitaikyti prie supaprastintų šio laiko mados šūkių ir, bet kokių bandymų sumenkinti ir atimti iš bet kurio asmens orumą, kuriuo Tu jį esi aprengęs.

Viešpatie, te Lietuva būna vilties švyturiu. Kad būtų veiklios atminties žemė, atnaujinanti įsipareigojimą kovai prieš bet kokią neteisybę. Skatinanti kūrybinius siekius apginti visų žmonių, ypatingai bejėgių ir pažeidžiamųjų teises. Ir kad būtų sutaikinimo ir skirtingumų harmonijos mokytoja.

Viešpatie neleisk, kad mes būtume kurti šauksmui tų, kurie šiandien nepaliauja šauktis dangaus.

[01437-AA.01] [Testo originale: Italiano]

 

Parole del Santo Padre dalla finestra della Nunziatura Apostolica di Vilnius

Pubblichiamo di seguito le parole che il Santo Padre Francesco ha rivolto a braccio ai fedeli che lo attendevano di fronte alla Nunziatura Apostolica, affacciandosi alla finestra:

Parole a braccio del Santo Padre

Buona sera!

Ringrazio per la vostra vicinanza, qui. E grazie della vostra gioia!

Oggi sono stato a Kaunas. Domani parto per la Lettonia. Ringrazio tanto per la vostra accoglienza, la calorosa accoglienza.

E adesso vi invito a pregare insieme la Madonna.

[Ave Maria…]

Buona sera!

[01473-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0682-XX.02]