Alle ore 11.30 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i Dirigenti e il Personale dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano.
Nel corso dell’incontro, il Papa ha rivolto ai presenti il discorso che pubblichiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
Signor Capo della Polizia,
Signor Prefetto,
cari Funzionari e Agenti!
Benvenuti a questo tradizionale appuntamento, che mi offre l’occasione di manifestarvi gratitudine per il servizio che voi prestate alla Sede Apostolica e alla Città del Vaticano. Ringrazio il Capo della Polizia per le cortesi parole che ha voluto rivolgermi a nome vostro. E saluto ciascuno di voi, formulando sinceri auguri di una Pasqua illuminata dalla fede e allietata dagli affetti e dai valori più belli e più veri.
Questo Ispettorato di Pubblica Sicurezza offre una preziosa collaborazione al ministero pastorale del Vescovo di Roma. Vi sono grato per la vostra vigile presenza e per l’assistenza che prestate durante la celebrazione dei riti liturgici e le numerose manifestazioni che interessano la Basilica di San Pietro e l’intera Città del Vaticano. Il Papa e i suoi Collaboratori, inoltre, sanno di poter contare sulla vostra cooperazione nel corso delle visite pastorali alle Parrocchie e alle Istituzioni civili ed ecclesiali di Roma, come pure in occasione delle visite pastorali in Italia.
Grazie alla vostra discreta ed efficace opera di sorveglianza, i pellegrini, che da ogni parte del mondo vengono a visitare la tomba dell’apostolo Pietro, hanno la possibilità di vivere in tranquillità questa importante esperienza di fede. Voi svolgete il vostro compito quotidiano alimentandovi agli ideali civili e umani, propri dei membri della Polizia dello Stato Italiano. Tuttavia, il contatto con eventi di notevole portata religiosa e culturale e con sacerdoti, religiosi e laici che collaborano alla missione universale del Successore di Pietro, offre sicuramente al vostro lavoro ulteriori motivi di impegno e di dedizione. La speciale condizione in cui vi trovate ad operare vi permette, infatti, di rafforzare la vostra dedizione professionale, traendo linfa e vigore dalla perenne verità del Vangelo. Testimoniando così, nella vostra attività, i valori umani e spirituali propri del Cristianesimo, voi potete dare un contributo anche alla missione della Chiesa.
Il Vaticano è meta non solo di cristiani provenienti da ogni parte del mondo, ma anche di Rappresentanti delle diverse religioni, di Responsabili degli Stati e di alte Personalità ecclesiastiche e civili, che vengono ad incontrare il Pontefice, o i suoi collaboratori nei vari Dicasteri della Santa Sede. Grazie anche alla vostra opera, questi incontri di dialogo e la visita alle testimonianze di cultura e di fede, custodite nella Città del Vaticano, possono svolgersi in un clima di serenità e di ordine.
Nel rinnovare pertanto l’apprezzamento per la vostra cooperazione, affido ciascuno di voi alla protezione della Madre di Dio. Ella vi sostenga e accolga le vostre intenzioni, presentandole al suo Figlio, sostenga le vostre famiglie. E la famiglia è tanto importante per voi. Rivolgo un particolare pensiero alle vostre famiglie, specialmente ai vostri figli e, mentre vi chiedo di pregare per me, vi auguro Buona Pasqua e di cuore imparto a voi e a quanti vi sono cari la Benedizione Apostolica.
[Ha poi aggiunto a braccio]
Vorrei dirvi un’altra cosa. A me, alcune volte, fa un po’ di tristezza quando esco e vedo che voi state lì a lavorare. [Penso:] “Ma questa gente dovrebbe essere a casa sua, con i suoi…”. Ma voi lavorate lì, per custodire la gente, me… Non so come ringraziarvi. Voi siete dei custodi, tutti: quelli che sono lì, quelli che sorvegliano, quelli coraggiosi bravi con la moto… che hanno assicurato il lavoro dopo la pensione: possono andare a lavorare nel circo!, perché hanno un equilibrio meraviglioso! Ma la parola che sempre mi viene in mente [è questa]: questa gente si sacrifica per custodire il Papa, custodire la gente, che non ci sia qualche pazzo che faccia una cosa, una strage e rovini tante famiglie. E quella parola “custodire”, mi è venuta in mente tante volte. E ho pensato al Custode di Gesù. E per questo vorrei in questa Pasqua donarvi questa immagine di San Giuseppe, il Custode di Gesù, perché voi la portiate con voi e vediate dove metterla. È un dono dal cuore. Ma vorrei con questo esprimere la mia gratitudine. E vorrei darla al rappresentante di tutti, la Dott.ssa Maiorino, che è sempre coinvolta in queste cose per “custodire”.
[00488-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0224-XX.02]