Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
Appelli del Santo Padre
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, concludendo la catechesi sulla misericordia, ha incentrato la Sua meditazione sul tema: “Pregare Dio per i vivi e per i morti” (cfr Rm 8, 25-27).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello in occasione della Giornata Mondiale dell’Aids che ricorre domani e in occasione della Conferenza internazionale sulla protezione del patrimonio nelle zone in conflitto che si terrà ad Abu Dhabi dal 2 al 3 dicembre.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Con la catechesi di oggi concludiamo il ciclo dedicato alla misericordia. Ma le catechesi finiscono, la misericordia deve continuare! Ringraziamo il Signore per tutto questo e conserviamolo nel cuore come consolazione e conforto.
L’ultima opera di misericordia spirituale chiede di pregare per i vivi e per i defunti. Ad essa possiamo affiancare anche l’ultima opera di misericordia corporale che invita a seppellire i morti. Può sembrare una richiesta strana quest’ultima; e invece, in alcune zone del mondo che vivono sotto il flagello della guerra, con bombardamenti che giorno e notte seminano paura e vittime innocenti, questa opera è tristemente attuale. La Bibbia ha un bell’esempio in proposito: quello del vecchio Tobi, il quale, a rischio della propria vita, seppelliva i morti nonostante il divieto del re (cfr Tb 1,17-19; 2,2-4). Anche oggi c’è chi rischia la vita per dare sepoltura alle povere vittime delle guerre. Dunque, questa opera di misericordia corporale non è lontana dalla nostra esistenza quotidiana. E ci fa pensare a ciò che accadde il Venerdì Santo, quando la Vergine Maria, con Giovanni e alcune donne stavano presso la croce di Gesù. Dopo la sua morte, venne Giuseppe di Arimatea, un uomo ricco, membro del Sinedrio ma diventato discepolo di Gesù, e offrì per lui il suo sepolcro nuovo, scavato nella roccia. Andò personalmente da Pilato e chiese il corpo di Gesù: una vera opera di misericordia fatta con grande coraggio (cfr Mt 27,57-60)! Per i cristiani, la sepoltura è un atto di pietà, ma anche un atto di grande fede. Deponiamo nella tomba il corpo dei nostri cari, con la speranza della loro risurrezione (cfr 1 Cor 15,1-34). È questo un rito che permane molto forte e sentito nel nostro popolo, e che trova risonanze speciali in questo mese di novembre dedicato in particolare al ricordo e alla preghiera per i defunti.
Pregare per i defunti è, anzitutto, un segno di riconoscenza per la testimonianza che ci hanno lasciato e il bene che hanno fatto. È un ringraziamento al Signore per averceli donati e per il loro amore e la loro amicizia. La Chiesa prega per i defunti in modo particolare durante la Santa Messa. Dice il sacerdote: «Ricordati, Signore, dei tuoi fedeli, che ci hanno preceduto con il segno della fede e dormono il sonno della pace. Dona loro, Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, la beatitudine, la luce e la pace» (Canone romano). Un ricordo semplice, efficace, carico di significato, perché affida i nostri cari alla misericordia di Dio. Preghiamo con speranza cristiana che siano con Lui in paradiso, nell’attesa di ritrovarci insieme in quel mistero di amore che non comprendiamo, ma che sappiamo essere vero perché è una promessa che Gesù ha fatto. Tutti risusciteremo e tutti rimarremo per sempre con Gesù, con Lui.
Il ricordo dei fedeli defunti non deve farci dimenticare anche di pregare per i vivi, che insieme con noi ogni giorno affrontano le prove della vita. La necessità di questa preghiera è ancora più evidente se la poniamo alla luce della professione di fede che dice: «Credo la comunione dei santi». È il mistero che esprime la bellezza della misericordia che Gesù ci ha rivelato. La comunione dei santi, infatti, indica che siamo tutti immersi nella vita di Dio e viviamo nel suo amore. Tutti, vivi e defunti, siamo nella comunione, cioè come un’unione; uniti nella comunità di quanti hanno ricevuto il Battesimo, e di quelli che si sono nutriti del Corpo di Cristo e fanno parte della grande famiglia di Dio. Tutti siamo la stessa famiglia, uniti. E per questo preghiamo gli uni per gli altri.
Quanti modi diversi ci sono per pregare per il nostro prossimo! Sono tutti validi e accetti a Dio se fatti con il cuore. Penso in modo particolare alle mamme e ai papà che benedicono i loro figli al mattino e alla sera. Ancora c’è questa abitudine in alcune famiglie: benedire il figlio è una preghiera; penso alla preghiera per le persone malate, quando andiamo a trovarli e preghiamo per loro; all’intercessione silenziosa, a volte con le lacrime, in tante situazioni difficili per cui pregare. Ieri è venuto a messa a Santa Marta un bravo uomo, un imprenditore. Quell’uomo giovane deve chiudere la sua fabbrica perché non ce la fa e piangeva dicendo: “Io non me la sento di lasciare senza lavoro più di 50 famiglie. Io potrei dichiarare il fallimento dell’impresa: me ne vado a casa con i miei soldi, ma il mio cuore piangerà tutta la vita per queste 50 famiglie”. Ecco un bravo cristiano che prega con le opere: è venuto a messa a pregare perché il Signore gli dia una via di uscita, non solo per lui, ma per le 50 famiglie. Questo è un uomo che sa pregare, col cuore e con i fatti, sa pregare per il prossimo. È in una situazione difficile. E non cerca la via di uscita più facile: “Che si arrangino loro”. Questo è un cristiano. Mi ha fatto tanto bene sentirlo! E magari ce ne sono tanti così, oggi, in questo momento in cui tanta gente soffre per la mancanza di lavoro; penso anche al ringraziamento per una bella notizia che riguarda un amico, un parente, un collega…: “Grazie, Signore, per questa cosa bella!”, anche quello è pregare per gli altri!. Ringraziare il Signore quando le cose vanno bene. A volte, come dice San Paolo, «non sappiamo come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili» (Rm 8,26). È lo Spirito che prega dentro di noi. Apriamo, dunque, il nostro cuore, in modo che lo Spirito Santo, scrutando i desideri che sono nel più profondo, li possa purificare e portare a compimento. Comunque, per noi e per gli altri, chiediamo sempre che si faccia la volontà di Dio, come nel Padre Nostro, perché la sua volontà è sicuramente il bene più grande, il bene di un Padre che non ci abbandona mai: pregare e lasciare che lo Spirito Santo preghi in noi. E questo è bello nella vita: prega ringraziando, lodando Dio, chiedendo qualcosa, piangendo quando c’è qualche difficoltà, come quell’uomo. Ma il cuore sia sempre aperto allo Spirito perché preghi in noi, con noi e per noi.
Concludendo queste catechesi sulla misericordia, impegniamoci a pregare gli uni per gli altri perché le opere di misericordia corporale e spirituale diventino sempre più lo stile della nostra vita. Le catechesi, come ho detto all’inizio, finiscono qui. Abbiamo fatto il percorso delle 14 opere di misericordia ma la misericordia continua e dobbiamo esercitarla in questi 14 modi. Grazie.
[01911-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et Sœurs, parmi les œuvres de miséricorde se trouve le devoir d’ensevelir les morts et de prier pour les vivants et les défunts. Ensevelir les morts nous fait penser au vendredi saint, lorsque Joseph d’Arimathie réclama le corps de Jésus et lui offrit son tombeau. La sépulture est un acte de piété et de foi. Nous déposons dans la tombe le corps de nos chers défunts dans l’espérance de la résurrection. Nous prions pour eux afin de les confier à la miséricorde de Dieu, dans l’attente de les retrouver un jour conformément à la promesse que Jésus a faite. Le souvenir des défunts ne doit pas nous faire oublier de prier pour les vivants. Dans la Communion des saints, nous sommes tous réunis dans la communauté de ceux qui, plongés dans la vie de Dieu et vivant de son amour, ont reçu le baptême et se sont nourris du Corps du Christ. Demandons, pour ceux qui nous entourent le bien le plus grand: que s’accomplisse pour eux la volonté du Père.
Santo-Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese venuti da diversi paesi. Il tempo dell’Avvento è per ciascuno l’occasione di rinnovare nel suo cuore il desiderio di incontrare il Signore che viene a salvarci. Affido questo tempo di approfondimento spirituale alla Madre di Gesù: Ella ci conduce al suo Figlio e ci aiuta a compiere la sua volontà nella nostra vita.
Dio vi benedica!
Speaker:
Je salue cordialement les pèlerins de langue française venus de différents pays.
Ce temps de l’Avent est pour chacun l’occasion de renouveler en son cœur le désir de rencontrer le Seigneur qui vient nous sauver. Je confie ce temps d’approfondissement spirituel à la Mère de Jésus: qu’elle nous conduise à son Fils et nous aide à accomplir sa volonté dans notre vie.
Que Dieu vous bénisse!
[01912-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear Brothers and Sisters: Today we conclude our series of catecheses on the corporal and spiritual works of mercy. The last of the corporal works of mercy, burying the dead, is not untimely, when we think of the many people who risk their lives in order to give decent burial to the victims of war and armed conflict in various parts of our world. Like Joseph of Arimathea, who offered his own tomb for the burial of Jesus, we Christians devoutly bury our dead in hope of the resurrection. The last of the spiritual works of mercy, praying for the living and the dead, is especially meaningful in this month of November, when we commemorate all the faithful departed. Prayer for the living and the dead is an eloquent expression of the communion of saints. Let us open our hearts to the Holy Spirit, who knows our deepest desires and hopes, and embrace in our prayer all those in any kind of need. May the corporal and spiritual works of mercy on which we have meditated throughout the Holy Year continue to inspire and guide our Christian lives on the path of God’s mercy.
Santo Padre:
Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Filippine e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo. Dio vi benedica!
Speaker:
I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, particularly those from England, the Philippines and the United States of America. Upon all of you, and your families, I invoke an abundance of joy and peace in our Lord Jesus Christ. God bless you!
[01913-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, heute wollen wir die Katechesenreihe über die Barmherzigkeit Gottes beschließen und jeweils das letzte geistige sowie leibliche Werk der Barmherzigkeit betrachten: Für die Lebenden und für die Toten beten und Die Toten begraben. Wie Christus gestorben, begraben und dann auferstanden ist, so legen auch wir unsere Toten in ein Grab und erwarten ihre Auferstehung. Im Gebet für die Verstorbenen danken wir dem Herrn, dass er sie uns geschenkt hat, und vertrauen sie seiner Barmherzigkeit an. In christlicher Hoffnung beten wir, dass sie mit ihm im Paradies sein mögen. Das Gebet für die Lebenden und die Verstorben gehört zusammen. Denn wir sind die eine „Gemeinschaft der Heiligen“, wie wir im Glaubensbekenntnis sprechen. Wir alle sind hineingetaucht in das Leben Gottes. So sind wir, die Lebenden und die Toten, in Christus verbunden. Das Gebet für unseren Nächsten kennt viele Formen: z.B. der Morgen- und Abendsegen der Eltern für die Kinder, das Gebet für einen Kranken oder einen Freund in Not. Das Gebet füreinander lässt uns im Willen Gottes wachsen und immer mehr seine liebende Gemeinschaft erfahren, in der die Lebenden und Toten geborgen sind.
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua tedesca. Non dimentichiamo mai i nostri cari defunti nella preghiera, sapendo che così rimaniamo uniti oltre la morte. Vi auguro un buon soggiorno a Roma e di cuore vi benedico tutti.
Speaker:
Einen herzlichen Gruß richte ich an alle Pilger deutscher Sprache. Vergessen wir nie unsere lieben Verstorbenen im Gebet. Wir wissen, dass wir ihnen so über den Tod hinaus verbunden bleiben. Ich wünsche euch einen guten Aufenthalt in Rom und segne euch alle von Herzen.
[01914-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas
Concluimos este ciclo de catequesis reflexionando sobre dos obras de misericordia: una espiritual que pide rogar a Dios por vivos y difuntos, y otra corporal que invita a enterrar a los muertos.
Para los cristianos, la sepultura es un acto de piedad y de fe, pues esperamos en «la resurrección de la carne». Durante la Eucaristía confiamos a los difuntos a la misericordia de Dios con un recuerdo sencillo pero lleno de significado. Rezamos para que estén con él en el paraíso, con la esperanza de que un día también nosotros nos encontremos con ellos en este misterio de amor que, si bien no comprendemos plenamente, sabemos que es verdad porque Jesús nos lo ha prometido.
Este recuerdo de rogar por los difuntos está unido también al de rogar por los vivos, que junto con nosotros cada día enfrentan las dificultades de la vida. Todos, vivos y difuntos, estamos en comunión; en esa comunidad de quienes han recibido el bautismo, se han nutrido del Cuerpo de Cristo y hacen parte de la gran familia de Dios.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los venidos de España y Latinoamérica. Los invito a rezar unos por otros para que las obras de misericordia corporales y espirituales se conviertan cada vez más en el estilo de nuestra vida. Muchas gracias.
[01915-ES.02] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
Concluímos hoje o ciclo de catequeses dedicado ao tema da misericórdia, com a análise de duas obras de misericórdia: uma espiritual, rezar a Deus por vivos e defuntos, e outra corporal, enterrar os mortos. A primeira vista, esta última pode parecer estranha, mas pensemos em tantas regiões atribuladas pelo flagelo da guerra, onde enterrar os mortos se torna tristemente uma obra muito atual. Às vezes significa colocar em risco a própria vida, como foi o caso do velho Tobi, no Antigo Testamento, outras vezes exige uma grande coragem, como no caso de José de Arimatéia, que providenciou um sepulcro para Jesus, após a sua morte na Cruz. Para os cristãos, a sepultura é um ato de piedade, mas também de fé e esperança na ressurreição dos mortos. Por isso, somos chamados também a rezar pelos defuntos, primeiramente porque reconhecemos o bem que essas pessoas nos fizeram em vida e, depois, para encomendá-las à misericórdia de Deus. Por fim, não podemos esquecer de rezar pelos vivos, nossos companheiros nas provas da vida. Trata-se de uma manifestação de fé na Comunhão dos Santos, que nos ensina que os batizados, encontrando-se unidos em Cristo e sob a ação do Espírito Santo, podem interceder uns pelo outros.
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua portoghese qui presenti. In questo inizio di Avvento, siamo invitati ad andare incontro a Gesù che ci aspetta in tutti i bisognosi a cui possiamo portare aiuto con le opere di misericordia. Anche io vorrei ricordare oggi il dolore del popolo brasiliano per la tragedia della squadra di calcio e pregare per i giocatori defunti, per le loro famiglie. In Italia capiamo bene cosa significa questo, perché ricordiamo l’incidente aereo di Superga del ’49. Sono tragedie dure. Preghiamo per loro.
Speaker:
Dirijo uma cordial saudação aos peregrinos de língua portuguesa aqui presentes. Neste início de Advento, somos convidados a ir ao encontro de Jesus que nos espera em todos os necessitados, aos quais podemos levar ajuda com as obras de misericórdia. Também eu quero recordar hoje a dor do povo brasileiro pela tragédia do time de futebol e rezar pelos jogadores defuntos, pelas suas famílias. Na Itália, sabemos bem o que isso significa, pois lembramos o acidente aéreo de Superga, em 1949. São tragédias duras. Rezemos por eles.
[01916-PO.02] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
[نتأمل اليوم، في ختام التعاليم حول أعمال الرحمة، في عملي الرحمة الخاصين بالصلاة من أجل الأحياء والأموات ودفن الموتى. إن الصلاة من أجل موتانا هي عمل شكر لله لأنه أعطانا إياهم، وعرفان للجميل من أجل الشهادة التي تركوها لنا والخير الذي قاموا به، كي نعهد بهم إلى رحمة الآب، ونطلب لهم أن ينعموا بنور وجهه، بانتظار أن نلتقي بهم في ملكوت السموات. أما الصلاة من أجل الأحياء فهي تعبير عن إيماننا بالشركة الروحية التي تجمع جميع المعمّدين: إنها صلاة تضرّع في الأوقات الصعبة أو صلاة شكر في الأفراح، أو طلب في أوقات الحاجة. أما دفن الموتى فهو عمل تقوى يذكّرنا بشجاعة الشيخ طوبيا ويوسف الرامي في الكتاب المقدس. إنه عمل رحمة يمارس بقوة في الكنيسة كتأكيد على أننا ندفن اجساد أحبائنا في القبر على رجاء القيامة. وختاما دعا البابا الجميع للصلاة بعضُنا من أجل بعض كي تصبح أعمال الرحمة الجسدية والروحية أكثر فأكثر نمطا لحياتنا اليومية
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dalla Siria e dal Medio Oriente. Preghiamo insieme per i vivi, per i defunti e per coloro che vivono morendo dalla paura causata dalla guerra, dal terrore, dalla violenza e dalla perdita della Patria e dei cari. Preghiamo anche per le numerose persone coraggiose che rischiano la vita per dare una degna sepoltura ai morti e per soccorrere i feriti. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga dal maligno!
Speaker:
أتوجه بتحية حارة للحجاج الناطقين باللغة العربية، وخاصة القادمين من سوريا ومن الشرق الأوسط. لنصلي معا من أجل الأحياء والموتى، ومن أجل الذين يعيشون موتى من الخوف بسبب الحرب والرعب والعنف وفقدان الوطن والأحباء. لنصلي أيضًا من أجل الكثيرين من الأشخاص الباسلين الذين يخاطرون بحياتهم ليمنحوا دفنا لائقا للموتى وليغثوا المصابين. ليبارككم الرب جميعا ويحرسكم من الشرير!
[01917-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Wraz z dzisiejszą katechezą kończymy cykl poświęcony miłosierdziu. Ostatni uczynek miłosierdzia względem duszy wymaga, by modlić się za żywych i umarłych. Wiąże się on z ostatnim uczynkiem miłosierdzia co do ciała, który zachęca do grzebania umarłych. Jest to niestety szczególnie aktualne w tych częściach świata, gdzie ludzie żyją w obliczu klęski wojny wraz z bombardowaniami siejącymi dzień i noc strach oraz niewinne ofiary.
Modlitwa za zmarłych jest przede wszystkim wyrazem wdzięczności za życie i za świadectwo tych, którzy nas opuścili, oraz za uczynione przez nich dobro. Jest ona dziękczynieniem Panu za to, że nam ich dał, a także za ich miłość i przyjaźń. Kościół modli się za zmarłych podczas każdej Mszy św., powierzając naszych bliskich miłosierdziu Bożemu, z chrześcijańską nadzieją, że spotkamy się razem w niebie, zgodnie z obietnicą złożoną przez Jezusa.
Nie możemy również zapominać o modlitwie za żywych, którzy wraz z nami codziennie stawiają czoło doświadczeniom życia. Wiele jest sposobów modlitwy za naszych bliźnich. Wszystkie mają swoją wartość i są przyjmowane przez Boga, jeśli wypływają z serca. Jak mówi św. Paweł, gdy „Nie umiemy się modlić tak, jak trzeba, sam Duch przyczynia się za nami w błaganiach, których nie można wyrazić słowami” (Rz 8, 26). Otwórzmy zatem nasze serca, aby Duch Święty, znając pragnienia, które tkwią w naszej głębi, mógł je oczyścić i doprowadzić do spełnienia.
Santo Padre:
Un cordiale saluto rivolgo ai pellegrini polacchi. Fratelli e sorelle, in questo tempo di Avvento, di attesa della venuta del Signore e di preparazione all’incontro con Lui, preghiamo in particolare gli uni per gli altri, perché le opere di misericordia corporale e spirituale diventino sempre più uno stile della nostra vita. Questa preghiera sviluppi e rafforzi il nostro amore reciproco, e ci avvicini all’infinito amore di Dio. La Sua benedizione vi accompagni sempre! Sia lodato Gesù Cristo!
Speaker:
Serdeczne pozdrowienie kieruję do polskich pielgrzymów. Bracia i siostry, w tym adwentowym czasie oczekiwania na przyjście Pana i przygotowania na spotkanie z Nim, módlmy się szczególnie za siebie nawzajem, aby uczynki miłosierdzia względem ciała i względem duszy stawały się coraz bardziej stylem naszego życia. Niech ta modlitwa rozwija i umacnia naszą wzajemną miłość, i zbliża nas ku nieskończonej miłości Boga. Niech Jego błogosławieństwo stale wam towarzyszy! Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!
[01918-PL.01] [Testo originale: Polacco]
In lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto i bambini affetti dalla Sindrome di Batten, degenti presso l’Ospedale Bambino Gesù; il personale del Centro tecnico dell’Aereonautica Militare di Fiumicino; e i membri della Federazione degli Istituti di attività educative, convenuti in occasione del settantesimo di fondazione, e li invito a continuare nel cammino di sostegno alle scuole cattoliche, perché sia sempre salvaguardata la libertà di scelta educativa dei genitori per i propri figli.
Saluto gli studenti, in particolare quelli dell’Istituto “Asisium” e la delegazione del Comune di Cervia, qui presente per la tradizionale consegna del sale.
Porgo un saluto affettuoso ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi ricorre la Festa dell’Apostolo Andrea, fratello di San Pietro. La sua corsa verso il sepolcro incontro al Signore, ricordi a voi, cari giovani, che la nostra vita è un pellegrinaggio verso la Casa del Padre; la sua forza nell’affrontare il martirio sostenga voi, cari ammalati, quando la sofferenza sembra insopportabile; e la sua appassionata sequela del Salvatore induca voi, cari sposi novelli, a cogliere l’importanza dell’amore nella vostra nuova famiglia. E nella ricorrenza dell’apostolo Andrea, vorrei salutare anche la Chiesa di Costantinopoli e l’amato patriarca Bartolomeo e unirmi a lui e alla chiesa di Costantinopoli, in questa festa - a quella chiesa sorella nel nome di Pietro e Andrea, tutti insieme - e augurarle tutto il bene possibile, tutte le benedizioni del Signore e un abbraccio grande.
[01919-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Appelli del Santo Padre
Domani, 1° dicembre, ricorre la Giornata Mondiale contro l’AIDS, promossa delle Nazioni Unite. Milioni di persone convivono con questa malattia e solo la metà di essi ha accesso a terapie salvavita. Invito a pregare per loro e per i loro cari e a promuovere la solidarietà perché anche i più poveri possano beneficiare di diagnosi e cure adeguate. Faccio appello infine affinché tutti adottino comportamenti responsabili per prevenire un’ulteriore diffusione di questa malattia.
Su iniziativa della Francia e degli Emirati Arabi Uniti, con la collaborazione dell’UNESCO, si terrà ad Abu Dhabi, dal 2 al 3 dicembre prossimo, una Conferenza internazionale sulla protezione del patrimonio nelle zone in conflitto. Un tema che è purtroppo drammaticamente attuale. Nella convinzione che la tutela delle ricchezze culturali costituisce una dimensione essenziale della difesa dell’essere umano, auguro che questo evento segni una nuova tappa nel processo di attuazione dei diritti umani.
[01922-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0867-XX.02]