Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


Veglia di preghiera in occasione del Giubileo Mariano, 08.10.2016


Meditazione del Santo Padre

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua polacca

Traduzione in lingua araba

Alle ore 17.30 di questo pomeriggio, sul Sagrato della Basilica Vaticana, il Santo Padre Francesco ha presieduto il Santo Rosario in occasione del Giubileo Mariano, indetto nei giorni 7-9 ottobre nel contesto delle celebrazioni del Giubileo della Misericordia. Prima dell’arrivo del Papa, i partecipanti all’evento hanno vissuto un momento di animazione, con preghiere e testimonianze.

Di seguito, riportiamo la meditazione pronunciata da Papa Francesco dopo la recita del Santo Rosario:

Meditazione del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle,

in questa Veglia abbiamo ripercorso i momenti fondamentali della vita di Gesù, in compagnia di Maria. Con la mente e il cuore siamo andati ai giorni del compimento della missione di Cristo nel mondo. La Risurrezione come segno dell’amore estremo del Padre che tutto riporta in vita e come anticipo della nostra condizione futura. L’Ascensione come condivisione della gloria del Padre, dove anche la nostra umanità trova un posto privilegiato. La Pentecoste, espressione della missione della Chiesa nella storia, fino alla fine dei tempi, sotto la guida dello Spirito Santo. Negli ultimi due misteri, inoltre, abbiamo contemplato la Vergine Maria nella gloria del Cielo, lei che fin dai primi secoli è stata invocata come Madre della Misericordia.

La preghiera del Rosario è, per molti aspetti, la sintesi della storia della misericordia di Dio che si trasforma in storia di salvezza per quanti si lasciano plasmare dalla grazia. I misteri che passano dinanzi a noi sono gesti concreti nei quali si sviluppa l’agire di Dio nei nostri confronti. Attraverso la preghiera e la meditazione della vita di Gesù Cristo, noi rivediamo il suo volto misericordioso che va incontro a tutti nelle varie necessità della vita. Maria ci accompagna in questo cammino, indicando il Figlio che irradia la misericordia stessa del Padre. Lei è davvero l’Odigitria, la Madre che indica il percorso che siamo chiamati a compiere per essere veri discepoli di Gesù. In ogni mistero del Rosario la sentiamo vicina a noi e la contempliamo come prima discepola di suo Figlio, la quale mette in pratica la volontà del Padre (cfr Lc 8,19-21).

La preghiera del Rosario non ci allontana dalle preoccupazioni della vita; al contrario, ci chiede di incarnarci nella storia di tutti i giorni per saper cogliere i segni della presenza di Cristo in mezzo a noi. Ogni volta che contempliamo un momento, un mistero della vita di Cristo, siamo invitati a riconoscere in quale modo Dio entra nella nostra vita, per poi accoglierlo e seguirlo. Scopriamo così la via che ci porta a seguire Cristo nel servizio ai fratelli. Accogliendo e assimilando dentro di noi alcuni avvenimenti salienti della vita di Gesù, noi partecipiamo alla sua opera di evangelizzazione perché il Regno di Dio cresca e si diffonda nel mondo. Siamo discepoli, ma anche missionari e portatori di Cristo, là dove Lui ci chiede di essere presente. Pertanto, non possiamo rinchiudere il dono della sua presenza dentro di noi. Al contrario, siamo chiamati a partecipare a tutti il suo amore, la sua tenerezza, la sua bontà, la sua misericordia. È la gioia della condivisione che non si ferma dinanzi a nulla, perché porta un annuncio di liberazione e di salvezza.

Maria ci permette di comprendere che cosa significa essere discepoli di Cristo. Lei, da sempre prescelta per essere la Madre, ha imparato a farsi discepola. Il suo primo atto è stato quello di porsi in ascolto di Dio. Ha obbedito all’annuncio dell’Angelo e ha aperto il suo cuore per accogliere il mistero della maternità divina. Ha seguito Gesù, mettendosi in ascolto di ogni parola che usciva dalla sua bocca (cfr Mc 3,31-35); ha conservato tutto nel suo cuore (cfr Lc 2,19) ed è diventata memoria vivente dei segni compiuti dal Figlio di Dio per suscitare la nostra fede.

Tuttavia, non basta soltanto ascoltare. Questo è certamente il primo passo, ma poi l’ascolto ha bisogno di tradursi in azione concreta. Il discepolo, infatti, mette la sua vita al servizio del Vangelo. È così che la Vergine Maria si recò subito da Elisabetta per aiutarla nella sua gravidanza (cfr Lc 1,39-56); a Betlemme diede alla luce il Figlio di Dio (cfr Lc 2,1-7); a Cana si prese cura di due giovani sposi (cfr Gv 2,1-11); sul Golgota non indietreggiò davanti al dolore ma rimase sotto la croce di Gesù e, per sua volontà, divenne Madre della Chiesa (cfr Gv 19,25-27); dopo la Risurrezione, rincuorò gli Apostoli riuniti nel cenacolo in attesa dello Spirito Santo, che li trasformò in coraggiosi araldi del Vangelo (cfr At 1,14). In tutta la sua vita, Maria ha realizzato quanto è chiesto alla Chiesa di compiere in memoria perenne di Cristo. Nella sua fede, vediamo come aprire la porta del nostro cuore per obbedire a Dio; nella sua abnegazione, scopriamo quanto dobbiamo essere attenti alle necessità degli altri; nelle sue lacrime, troviamo la forza per consolare quanti sono nel dolore. In ognuno di questi momenti, Maria esprime la ricchezza della divina misericordia, che va incontro ad ognuno nelle necessità quotidiane.

Invochiamo questa sera la nostra tenera Madre del cielo, con la più antica preghiera con cui i cristiani si rivolgevano a Lei, soprattutto nei momenti di difficoltà e di martirio. Invochiamola nella certezza di essere soccorsi dalla sua materna misericordia, perché Lei, “gloriosa e benedetta”, possa essere protezione, aiuto e benedizione per ogni giorno della nostra vita:

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

[01606-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Chers frères et sœurs,

en cette veillée, nous avons parcouru à nouveau les moments fondamentaux de la vie de Jésus, en compagnie de Marie. Par l’esprit et le cœur, nous sommes allés aux jours de l’accomplissement de la mission du Christ dans le monde. La Résurrection en tant que signe de l’amour extrême du Père qui ramène tout à la vie et comme anticipation de notre condition à venir. L’Ascension en tant que partage de la gloire du Père, où notre humanité trouve également une place privilégiée. La Pentecôte, expression de la mission de l’Église dans l’histoire, jusqu’à la fin des temps, sous la conduite de l’Esprit Saint. Dans les deux derniers mystères, en outre, nous avons contemplé la Vierge Marie dans la gloire du Ciel, elle qui dès les premiers siècles a été invoquée comme Mère de la Miséricorde.

La prière du Rosaire est, par de nombreux aspects, la synthèse de l’histoire de la miséricorde de Dieu qui se transforme en histoire de salut pour tous ceux se laissent façonner par la grâce. Les mystères qui défilent devant nous sont des gestes concrets dans lesquels se déploie l’agir de Dieu envers nous. À travers la prière et la méditation de la vie de Jésus Christ, nous revoyons son visage miséricordieux qui vient à la rencontre de chacun dans les divers besoins de la vie. Marie nous accompagne sur ce chemin, indiquant le Fils qui rayonne de la miséricorde même du Père. Elle est vraiment l’Odigitria, la Mère qui indique le parcours que nous sommes appelés à faire pour être d’authentiques disciples de Jésus. Dans chaque mystère du Rosaire, nous la sentons proche de nous et nous la contemplons comme première disciple de son Fils, elle qui met en pratique la volonté du Père (cf. Lc 8, 19-21).

La prière du Rosaire ne nous éloigne pas des préoccupations de la vie; au contraire, elle nous demande de nous incarner dans l’histoire de tous les jours pour savoir saisir les signes de la présence du Christ parmi nous. Chaque fois que nous contemplons, un moment, un mystère de la vie du Christ, nous sommes invités à saisir comment Dieu entre dans notre vie, pour l’accueillir ensuite et le suivre. Nous découvrons ainsi la voie qui nous porte à suivre le Christ au service de nos frères. En accueillant et en assimilant certains événements saillants de la vie de Jésus, nous participons à son œuvre d’évangélisation pour que le Règne de Dieu grandisse et s’étende dans le monde. Nous sommes disciples, mais aussi missionnaires et porteurs du Christ, là où il nous demande d’être présents. Par conséquent, nous ne pouvons pas enfermer en nous le don de sa présence. Au contraire, nous sommes appelés à communiquer à tous son amour, sa tendresse, sa bonté, sa miséricorde. C’est la joie du partage qui ne recule face à rien, parce qu’elle porte une annonce de libération et de salut.

Marie nous permet de comprendre ce que signifie être disciple du Christ. Elle qui a été choisie depuis toujours pour être la Mère, a appris à être disciple. Son premier acte a été celui de se mettre à l’écoute de Dieu. Elle a obéi à l’annonce de l’Ange et a ouvert son cœur pour accueillir le mystère de la maternité divine. Elle a suivi Jésus, en se mettant à l’écoute de chaque parole qui sortait de sa bouche (cf. Mc 3, 31-35); elle a tout gardé dans son cœur (cf. Lc 2, 19) et est devenue une mémoire vivante des signes accomplis par le Fils de Dieu pour susciter notre foi. Cependant, il ne suffit pas d’écouter. C’est, certes, le premier pas, mais l’écoute doit ensuite se traduire en action concrète. Le disciple, en effet, met sa vie au service de l’Évangile.

C’est ainsi que la Vierge s’est rendue immédiatement chez Élisabeth pour l’aider pendant sa grossesse (cf. Lc 1, 39-56); à Bethléem, elle a mis au monde le Fils de Dieu (cf. Lc 2, 1-7); à Cana, elle a pris soin de deux jeunes mariés (cf. Jn 2, 1-11); sur le Golgotha, elle n’a pas reculé face à la douleur mais elle est restée aux pieds de la croix de Jésus et, volontairement, elle est devenue Mère de l’Église (cf. Jn 19, 25-27); après la résurrection, elle a encouragé les Apôtres réunis au Cénacle dans l’attente de l’Esprit Saint, qui les a transformés en hérauts courageux de l’Évangile (cf. Ac 1, 14). Toute sa vie durant, Marie a réalisé ce qu’il est demandé à l’Église d’accomplir en mémoire perpétuelle du Christ. Dans sa foi, nous voyons comment ouvrir la porte de notre cœur pour obéir à Dieu; dans son abnégation, nous découvrons combien nous devons être attentifs aux besoins des autres; dans ses larmes, nous trouvons la force pour consoler ceux qui souffrent. Dans chacun de ces moments, Marie exprime la richesse de la miséricorde divine, qui exauce chacun dans ses besoins quotidiens.

Invoquons ce soir notre tendre Mère du ciel, avec la prière la plus ancienne, par laquelle les chrétiens s’adressaient à elle, surtout dans les moments difficiles et du martyre. Invoquons-la avec la conviction d’être secourus par sa miséricorde maternelle, afin que, Elle, la ‘‘glorieuse et bénie’’, puisse nous protéger, nous aider et nous bénir chaque jour de notre vie:

Sous l’abri de ta miséricorde, nous nous réfugions, Sainte Mère de Dieu. Ne méprise pas nos prières quand nous sommes dans l’épreuve, mais de tous les dangers délivre-nous toujours, Vierge glorieuse et bénie.

[01606-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In this Vigil we have pondered the fundamental moments of the life of Jesus in company with Mary. In mind and heart, we have returned to the time of the fulfilment of Christ’s mission in the world. The Resurrection, as a sign of the extreme love of the Father who restores everything to life and as a foreshadowing of our future state. The Ascension, as a sharing in the Father’s glory, where even our humanity finds a privileged place. Pentecost, as the expression of the Church’s mission in history until the end of time, under the guidance of the Holy Spirit. In the last two mysteries, we have also contemplated the Virgin Mary in the glory of heaven. From the earliest centuries, Mary has been invoked as Mother of Mercy.

The prayer of the rosary is, in many ways, the synthesis of the history of God's mercy, which becomes a history of salvation for all who let themselves be shaped by grace. The mysteries we have contemplated are concrete events by which God’s intervention on our behalf develops. Through prayer and meditation on the life of Jesus Christ, we see once more his merciful countenance, which he shows to everyone in all the many needs of life. Mary accompanies us along this journey, pointing to her Son who radiates the very mercy of the Father. She is truly Hodegetria, the Mother who points to the path we are called to take in order to be true disciples of Jesus. In each mystery of the rosary, we feel her closeness and we contemplate her as the first disciple of her Son, for she does the Father’s will (cf. Lk 8:19-21).

Praying the rosary does not remove us from the problems of life. On the contrary, it demands that we immerse ourselves in the history of each day, so as to grasp the signs of Christ’s presence in our midst. Whenever we contemplate an event, a mystery of the life of Christ, we are asked to reflect on how God comes into our own lives, so as to be able to welcome him and follow him. In this way, we discover how we can follow Christ by serving our brothers and sisters. By accepting and making our own certain outstanding events in the life of Jesus, we share in his work of evangelization, so that God’s Kingdom can increase and spread in the world. We are disciples, but also missionaries, bringing Christ wherever he asks us to be present. So we cannot keep the gift of his presence within us. On the contrary, we are called to share with everyone his love, his tenderness, his goodness and his mercy. It is the joy of sharing that stops at nothing, for it brings a message of freedom and salvation.

Mary helps us to understand what it means to be a disciple of Christ. Eternally chosen to be his Mother, she learned to become his disciple. Her first act was to listen to God. She obeyed the message of the Angel and opened her heart to receive the mystery of divine motherhood. She followed Jesus, listening to every word that issued from his lips (cf. Mk 3:31-35). She kept all those things in her heart (cf. Lk 2:19) and became the living memory of the signs worked by God’s Son to awaken our faith. But is not enough simply to listen. That is certainly the first step, but listening then needs to be translated into concrete action. The disciple truly puts his life at the service of the Gospel.

So it is that the Virgin Mary went immediately to Elizabeth to help her in her pregnancy (cf. Lk 1:39-56). In Bethlehem she gave birth to the Son of God (cf. Lk 2:1-7). In Cana she showed her concern for two young spouses (cf. Jn 2:1-11). At Golgotha she did not flee pain but stood beneath the cross of Jesus and, by his will, became the Mother of the Church (cf. Jn 19:25-27). After the resurrection, she encouraged the apostles assembled in the Upper Room as they awaited the Holy Spirit who would make them fearless heralds of the Gospel (cf. Acts 1:14). Throughout her life, Mary did everything that the Church is asked to do in perennial memory of Christ. In her faith, we learn to open our hearts to obey God; in her self-denial, we see the importance of tending to the needs of others; in her tears, we find the strength to console those experiencing pain. In each of these moments, Mary expresses the wealth of divine mercy that reaches out to all in their daily needs.

This evening let us invoke our loving heavenly Mother with the oldest prayer that Christians have addressed to her, especially at times of trouble and martyrdom. Let us invoke her, in the certainty of being aided by her maternal mercy, so that she, “glorious and blessed”, can be a protection, help and blessing for us all the days of our life:

We fly to your protection, holy Mother of God. Scorn not our petitions in the hour of need. O glorious and blessed Virgin, deliver us always from every peril.

[01606-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern,

bei dieser Gebetsvigil sind wir die wesentlichen Momente des Lebens Jesu mit Maria noch einmal gegangen. Im Geist und im Herzen haben wir uns in die Zeit zurückversetzt, als die Sendung Christi sich in der Welt vollendet hat: die Auferstehung als Zeichen der äußersten Liebe des Vaters, die alles ins Leben zurückführt, und als Vorwegnahme unseres zukünftigen Seins; die Himmelfahrt als Teilnahme an der Herrlichkeit des Vaters, wo auch unsere Menschheit einen bevorzugten Platz findet; Pfingsten als Ausdruck der Sendung der Kirche in der Geschichte bis zum Ende der Zeiten unter der Leitung des Heiligen Geistes. In den beiden letzten Geheimnissen haben wir darüber hinaus die Jungfrau Maria, die seit den ersten Jahrhunderten als Mutter der Barmherzigkeit angerufen wurde, in der Herrlichkeit des Himmels betrachtet.

Das Rosenkranzgebet ist in vieler Hinsicht die Zusammenfassung der Geschichte der Barmherzigkeit Gottes, die für all jene, die sich von der Gnade formen lassen, zur Heilsgeschichte wird. Die Geheimnisse, die an uns vorbeiziehen, sind konkrete Gesten, in denen sich das Handeln Gottes uns gegenüber entfaltet. Durch das betende Betrachten des Lebens Jesu Christi sehen wir wieder sein barmherziges Antlitz, das allen in den verschiedenen Nöten des Lebens entgegenkommt. Maria begleitet uns auf diesem Weg und zeigt uns dabei den Sohn, der die Barmherzigkeit Gottes selbst ausstrahlt. Sie ist wirklich die Hodigitria, die Mutter, die den Weg weist, den wir gehen sollen, um echte Jünger Jesu zu sein. In jedem Geheimnis des Rosenkranzes fühlen wir, wie sie uns nahe ist, und betrachten wir sie als die erste Jüngerin ihres Sohnes, die den Willen des Vaters tut (vgl. Lk 8,19-21).

Das Rosenkranzgebet führt uns nicht von den Sorgen des Lebens weg; im Gegenteil, es verlangt von uns, uns in die Geschichte aller Tage hineinzubegeben, um die Zeichen der Gegenwart Christi in unserer Mitte erkennen zu können. Sooft wir einen Moment, ein Geheimnis des Lebens Christi betrachten, sind wir eingeladen zu erfassen, auf welche Weise Gott in unser Leben eintritt, um ihn dann aufzunehmen und ihm zu folgen. Wenn wir einige wesentliche Ereignisse des Lebens Jesu in uns aufnehmen und uns aneignen, nehmen wir an seinem Werk der Evangelisierung teil, auf dass in der Welt das Reich Gottes wachse und sich verbreite. Wir sind Jünger, aber auch Missionare und Überbringer Christi dort, wo er uns bittet, präsent zu sein. Daher dürfen wir das Geschenk seiner Gegenwart nicht in uns einschließen. Wir sind vielmehr gerufen, allen seine Liebe, seine Zärtlichkeit, seine Güte, seine Barmherzigkeit mitzuteilen. Die Freude des Teilens macht vor nichts Halt, denn sie bringt eine Botschaft der Befreiung und des Heils.

Maria erlaubt uns zu verstehen, was es bedeutet, Jünger Christi zu sein. Obschon von jeher auserwählt, seine Mutter zu sein, hat sie gelernt, seine Jüngerin zu werden. Ihre erste Handlung bestand darin, auf Gott zu hören. Sie hat der Botschaft des Engels gehorcht und ihr Herz geöffnet, um das Geheimnis der göttlichen Mutterschaft aufzunehmen. Sie ist Jesus gefolgt und hörte jedes Wort, das aus seinem Mund kam (vgl. Mk 3,31-35); sie bewahrte alles in ihrem Herzen (vgl. Lk 2,19) und wurde zum lebendigen Gedächtnis der vom Sohn Gottes vollbrachten Zeichen, um unseren Glauben zu wecken. Doch es genügt nicht, nur zu hören. Dies ist gewiss der erste Schritt, aber dann ist es notwendig, dass das Hören sich in konkretes Handeln verwandelt. Der Jünger stellt nämlich sein ganzes Leben in den Dienst des Evangeliums.

Daher begab sich Maria sofort zu Elisabeth, um ihr in ihrer Schwangerschaft zu helfen (vgl. Lk 1,39-56); in Bethlehem brachte sie den Sohn Gottes zur Welt (vgl. Lk 2,1-7); in Kana sorgte sie sich für die jungen Brautleute (vgl. Joh 2,1-11); auf Golgota wich sie nicht vor dem Schmerz zurück, sondern blieb unter dem Kreuz Jesu und wurde nach seinem Willen zur Mutter der Kirche (vgl. Joh 19,25-27); nach der Auferstehung ermutigte sie die im Abendmahlssaal versammelten Apostel in Erwartung des Heiligen Geistes, der sie zu mutigen Boten des Evangeliums machte (vgl. Apg 1,14). In ihrem ganzen Leben hat Maria das verwirklicht, was von der Kirche verlangt wird, dass sie es zum ewigen Gedächtnis Christi tue. Am Glauben Marias sehen wir, wie wir die Tür unseres Herzens öffnen sollen, um Gott zu gehorchen; an ihrer Selbstlosigkeit entdecken wir, wie sehr wir gegenüber den Nöten der anderen aufmerksam sein sollen; in ihren Tränen finden wir die Kraft, um die zu trösten, die ein Leid tragen. In jedem dieser Momente bringt Maria den Reichtum der göttlichen Barmherzigkeit zum Ausdruck, die jedem in den täglichen Nöten entgegenkommt.

Wir wollen heute Abend unsere liebevolle Mutter im Himmel mit dem ältesten Gebet anrufen, mit dem sich die Christen besonders in schwierigen Momenten und im Martyrium an sie gewandt haben. Wir wollen zu ihr rufen in der Gewissheit, dass wir von ihrer mütterlichen Barmherzigkeit Hilfe erfahren, da sie als „glorwürdige und gebenedeite Jungfrau“ uns alle Tage unseres Lebens Schutz, Hilfe und Segen sein kann:

„Unter deinen Schutz und Schirm fliehen wir, o heilige Gottesmutter; verschmähe nicht unser Gebet in unseren Nöten, sondern errette uns jederzeit aus allen Gefahren, o du glorwürdige und gebenedeite Jungfrau.“

[01606-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas

En esta Vigilia hemos recorrido los momentos fundamentales de la vida de Jesús, en compañía de María. Con la mente y el corazón hemos ido a los días del cumplimiento de la misión de Cristo en el mundo. La Resurrección como signo del amor extremo del Padre que devuelve vida a todo y es anticipación de nuestra condición futura. La Ascensión como participación de la gloria del Padre, donde también nuestra humanidad encuentra un lugar privilegiado. Pentecostés, expresión de la misión de la Iglesia en la historia hasta el fin de los tiempos, bajo la guía del Espíritu Santo. Además, en los dos últimos misterios hemos contemplado a la Virgen María en la gloria del Cielo, ella que desde los primeros siglos ha sido invocada como Madre de la Misericordia.

Por muchos aspectos, la oración del Rosario es la síntesis de la historia de la misericordia de Dios que se transforma en historia de salvación para quienes se dejan plasmar por la gracia. Los misterios que contemplamos son gestos concretos en los que se desarrolla la actuación de Dios para con nosotros. Por medio de la plegaria y de la meditación de la vida de Jesucristo, volvemos a ver su rostro misericordioso que sale al encuentro de todos en las diversas necesidades de la vida. María nos acompaña en este camino, indicando al Hijo que irradia la misericordia misma del Padre. Ella es en verdad la Odigitria, la Madre que muestra el camino que estamos llamados a recorrer para ser verdaderos discípulos de Jesús. En cada misterio del Rosario la sentimos cercana a nosotros y la contemplamos como la primera discípula de su Hijo, la que cumple la voluntad del Padre (cf. Mc 3,31-35; Mt 12,46-50; Lc 8,19-21).

La oración del Rosario no nos aleja de las preocupaciones de la vida; por el contrario, nos pide encarnarnos en la historia de todos los días para saber reconocer en medio de nosotros los signos de la presencia de Cristo. Cada vez que contemplamos un momento, un misterio de la vida de Cristo, estamos invitados a comprender de qué modo Dios entra en nuestra vida, para luego acogerlo y seguirlo. Descubrimos así el camino que nos lleva a seguir a Cristo en el servicio a los hermanos. Cuando acogemos y asimilamos dentro de nosotros algunos acontecimientos destacados de la vida de Jesús, participamos de su obra de evangelización para que el Reino de Dios crezca y se difunda en el mundo. Somos discípulos, pero también somos misioneros y portadores de Cristo allí donde él nos pide estar presentes. Por tanto, no podemos encerrar el don de su presencia dentro de nosotros. Por el contrario, estamos llamados a hacer partícipes a todos de su amor, su ternura, su bondad y su misericordia. Es la alegría del compartir que no se detiene ante nada, porque conlleva un anuncio de liberación y de salvación.

María nos permite comprender lo que significa ser discípulo de Cristo. Ella fue elegida desde siempre para ser la Madre, aprendió a ser discípula. Su primer acto fue ponerse a la escucha de Dios. Obedeció al anuncio del Ángel y abrió su corazón para acoger el misterio de la maternidad divina. Siguió a Jesús, escuchando cada palabra que salía de su boca (cf. Mc 3,31-35; Mt 12,46-50; Lc 8,19-21); conservó todo en su corazón (cf. Lc 2,19) y se convirtió en memoria viva de los signos realizados por el Hijo de Dios para suscitar nuestra fe. Sin embargo, no basta sólo escuchar. Esto es sin duda el primer paso, pero después lo que se ha escuchado es necesario traducirlo en acciones concretas. El discípulo, en efecto, entrega su vida al servicio del Evangelio.

De este modo, la Virgen María acudió inmediatamente a donde estaba Isabel para ayudarla en su embarazo (cf. Lc 1,39-56); en Belén dio a luz al Hijo de Dios (cf. Lc 2,1-7); en Caná se ocupó de los dos jóvenes esposos (cf. Jn 2,1-11); en el Gólgota no retrocedió ante el dolor, sino que permaneció ante la cruz de Jesús y, por su voluntad, se convirtió en Madre de la Iglesia (cf. Jn 19,25-27); después de la Resurrección, animó a los Apóstoles reunidos en el cenáculo en espera del Espíritu Santo, que los transformó en heraldos valientes del Evangelio (cf. Hch 1,14). A lo largo de su vida, María ha realizado lo que se pide a la Iglesia: hacer memoria perenne de Cristo. En su fe, vemos cómo abrir la puerta de nuestro corazón para obedecer a Dios; en su abnegación, descubrimos cuánto debemos estar atentos a las necesidades de los demás; en sus lágrimas, encontramos la fuerza para consolar a cuantos sufren. En cada uno de estos momentos, María expresa la riqueza de la misericordia divina, que va al encuentro de cada una de las necesidades cotidianas.

Invoquemos en esta tarde a nuestra tierna Madre del cielo, con la oración más antigua con la que los cristianos se dirigen a ella, sobre todo en los momentos de dificultad y de martirio. Invoquémosla con la certeza de saber que somos socorridos por su misericordia maternal, para que ella, «gloriosa y bendita», sea protección, ayuda y bendición en todos los días de nuestra vida:

Bajo tu amparo nos acogemos, Santa Madre de Dios; no deseches las súplicas que te dirigimos en nuestras necesidades; antes bien, líbranos siempre de todo peligro, Oh Virgen gloriosa y bendita.

[01606-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

Amados irmãos e irmãs!

Nesta vigília, repassamos os momentos fundamentais da vida de Jesus, em companhia de Maria. Com a mente e o coração, estivemos nos dias do cumprimento da missão de Cristo no mundo. A Ressurreição como sinal do extremo amor do Pai, que de novo traz tudo à vida, e como antecipação da nossa condição futura. A Ascensão como partilha da glória do Pai, onde a nossa própria humanidade encontra um lugar privilegiado. O Pentecostes, expressão da missão da Igreja na história até ao fim dos tempos, sob a guia do Espírito Santo. Além disso, nos dois últimos mistérios, contemplamos a Virgem Maria na glória do Céu – Ela que, desde os primeiros séculos, foi invocada como Mãe da Misericórdia.

Sob muitos aspetos, a oração do Rosário é a síntese da história da misericórdia de Deus que se transforma em história de salvação para aqueles que se deixam plasmar pela graça. Os mistérios que nos são propostos são gestos concretos, em que se desenvolve a ação de Deus em nosso favor. Através da oração e meditação da vida de Jesus Cristo, revemos o seu rosto misericordioso que vai ao encontro de todos nas várias necessidades da sua vida. Maria acompanha-nos neste caminho, apontando para o Filho que irradia a própria misericórdia do Pai. Ela é verdadeiramente a Odigitria, a Mãe que indica o percurso que somos chamados a fazer para sermos verdadeiros discípulos de Jesus. Em cada mistério do Rosário, sentimo-La perto de nós e contemplamo-La como primeira discípula de seu Filho que põe em prática a vontade do Pai (cf. Lc 8, 19-21).

A oração do Rosário não nos afasta dos cuidados da vida; pelo contrário, insta a encarnar-nos na história de todos os dias para sabermos individuar os sinais da presença de Cristo entre nós. Sempre que contemplamos um momento, um mistério da vida de Cristo, somos convidados a individuar o modo como Deus entra na nossa vida, para depois O acolhermos e seguirmos. Assim descobrimos o caminho que nos leva a seguir Cristo no serviço dos irmãos. Acolhendo e assimilando dentro de nós alguns acontecimentos salientes da vida de Jesus, participamos na sua obra de evangelização, para que o Reino de Deus cresça e se propague no mundo. Somos discípulos, mas também missionários e portadores de Cristo, nos lugares onde Ele nos pede para estar presente. Não podemos, portanto, encerrar o dom de sua presença dentro de nós. Pelo contrário, somos chamados a comunicar a todos o seu amor, a sua ternura, a sua bondade, a sua misericórdia. É a alegria da partilha que não se detém perante coisa alguma, porque leva um anúncio de libertação e salvação.

Maria dá-nos a possibilidade de compreender o que significa ser discípulos de Cristo. Desde sempre predestinada para ser a Mãe, Ela aprendeu a fazer-Se discípula. O seu primeiro passo foi pôr-Se à escuta de Deus. Obedeceu ao anúncio do Anjo e abriu o seu coração para acolher o mistério da maternidade divina. Seguiu Jesus, pondo-Se à escuta de cada palavra que saía da boca d’Ele (cf. Mc 3, 31-35); conservou tudo no seu coração (cf. Lc 2, 19), tornando-Se memória viva dos sinais que o Filho de Deus realizou para despertar a nossa fé. Ouvir, porém, não basta; a escuta é certamente o primeiro passo, mas depois precisa de ser traduzida em ação concreta. De facto, o discípulo põe a sua vida ao serviço do Evangelho.

Por isso, a Virgem Maria foi imediatamente ter com Isabel para a ajudar no tempo da sua gravidez (cf. Lc 1, 39-56); em Belém, deu à luz o Filho de Deus (cf. Lc 2, 1-7); em Caná, teve a peito a situação de dois recém-casados (cf. Jo 2, 1-11); no Gólgota, não retrocedeu frente à dor, mas permaneceu ao pé da cruz de Jesus e, por vontade d’Ele, tornou-Se Mãe da Igreja (cf. Jo 19, 25-27); depois da Ressurreição, animou os Apóstolos reunidos no Cenáculo à espera do Espírito Santo, que os transformaria em corajosos arautos do Evangelho (cf. At 1, 14). Em toda a sua vida, Maria realizou quanto se pede à Igreja que cumpra em perene memória de Cristo. Na sua fé, vemos como abrir a porta do nosso coração para obedecer a Deus; na sua abnegação, descobrimos quão atentos devemos estar às necessidades dos outros; nas suas lágrimas, encontramos a força para consolar aqueles que estão mergulhados na tribulação. Em cada um destes momentos, Maria exprime a riqueza da misericórdia divina, que vem em ajuda de cada um nas suas necessidades diárias.

Nesta tarde, invoquemos a nossa terna Mãe do Céu com a oração mais antiga que os cristãos fizeram para se dirigir a Ela, sobretudo nos momentos de dificuldade e martírio. Invoquemo-La com a certeza de sermos socorridos pela sua materna misericórdia, para que Ela, «gloriosa e bendita», nos possa servir de proteção, ajuda e bênção durante todos os dias da nossa vida:

À vossa proteção recorremos, Santa Mãe de Deus; não desprezeis as nossas súplicas em nossas necessidades; mas livrai-nos de todos os perigos, ó Virgem gloriosa e bendita.

[01606-PO.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua polacca

Drodzy Bracia i Siostry!

Podczas tego czuwania wraz z Maryją, ponownie rozważyliśmy podstawowe wydarzenia z życia Jezusa. Umysłem i sercem powróciliśmy do dni wypełnienia misji Chrystusa w świecie. Zmartwychwstania, jako znaku największej miłości Ojca, który wszystko przywraca do życia i jako zapowiedzi naszego przyszłego stanu. Wniebowstąpienia, jako udziału w chwale Ojca, gdzie także nasze człowieczeństwo znajduje uprzywilejowane miejsce. Pięćdziesiątnicy będącej wyrazem misji Kościoła w dziejach, aż do końca czasów, pod kierunkiem Ducha Świętego. Ponadto w ostatnich dwóch tajemnicach kontemplowaliśmy Maryję Pannę w chwale nieba, Tę, która od pierwszych wieków była przyzywana jako Matka Miłosierdzia.

Modlitwa różańcowa, ze względu na wiele aspektów, jest syntezą historii Bożego miłosierdzia, która staje się historią zbawienia dla tych, którzy dają się kształtować przez łaskę. Tajemnice, które przesuwają się przed nami, są konkretnymi gestami, w których rozwija się działanie Boga wobec nas. Poprzez modlitwę i rozważanie życia Jezusa Chrystusa ponownie widzimy miłosierne oblicze Tego, który wychodzi na spotkanie wszystkich ludzi w różnych potrzebach życiowych. Maryja towarzyszy nam na tej drodze, wskazując na Syna, który promieniuje miłosierdziem samego Ojca. Jest Ona naprawdę Hodegetria, Matką, która wskazuje nam drogę, do której przebycia jesteśmy wezwani, aby być prawdziwymi uczniami Jezusa. W każdej tajemnicy różańca czujemy, że jest Ona blisko nas i kontemplujemy ją jako pierwszą uczennicę swego Syna, która wypełnia wolę Ojca (por. Łk 8,19-21).

Modlitwa różańcowa nie oddala nas od trosk życia. Wręcz przeciwnie, oczekuje od nas włączenia się w życie dnia powszedniego, aby umieć rozpoznawać znaki obecności Chrystusa pośród nas. Ilekroć kontemplujemy wydarzenie, tajemnicę życia Chrystusa, jesteśmy zachęcani do zrozumienia, w jaki sposób Bóg wkracza w nasze życie, aby Go następnie przyjąć i podążać za Nim. W ten sposób odkrywamy drogę, która prowadzi nas do pójścia za Chrystusem w służbie braciom. Przyjmując i przyswajając w naszym wnętrzu pewne najistotniejsze wydarzenia z życia Jezusa, mamy udział w Jego dziele ewangelizacji, aby królestwo Boże wzrastało i rozprzestrzeniało się w świecie. Jesteśmy uczniami, ale także misjonarzami i niosącymi Chrystusa tam, gdzie oczekuje On od nas bycia obecnymi. Dlatego nie możemy zamykać daru Jego obecności w nas samych. Wręcz przeciwnie, jesteśmy wezwani, aby włączać wszystkich do uczestnictwa w Jego miłości, Jego czułości, Jego dobroci, Jego miłosierdziu. Jest to radość dzielenia się, która nie zatrzymuje się przed niczym, ponieważ niesie zapowiedź wyzwolenia i zbawienia.

Maryja pozwala nam zrozumieć, co to znaczy być uczniami Chrystusa. Ona od zawsze wybrana na Matkę, nauczyła się stawania się uczennicą. Jej pierwszym aktem było wsłuchiwanie się w Boga. Była posłuszna zwiastowaniu Anioła i otworzyła swe serce, aby zaakceptować tajemnicę Bożego macierzyństwa. Szła za Jezusem, słuchając każdego słowa, które płynęło z Jego ust (por. Mk 3,31-35). Wszystko zachowywała w swoim sercu (por. Łk 2,19) i stała się żywą pamięcią znaków dokonanych przez Syna Bożego, aby rozbudzić naszą wiarę. Jednakże nie wystarcza jedynie słuchanie. Jest to z pewnością pierwszy krok, ale potem słuchanie musi zostać przełożone na konkretne działania. Uczeń bowiem oddaje swoje życie w służbie Ewangelii.

Zatem Maryja natychmiast udała się do Elżbiety, aby jej pomóc w okresie ciąży (por. Łk 1,39-56); w Betlejem porodziła Syna Bożego (por. Łk 2,1-7); w Kanie Galilejskiej zatroszczyła się o nowożeńców (por. J 2,1-11); na Golgocie nie cofnęła się przed cierpieniem, ale pozostała pod krzyżem Jezusa i z Jego woli stała się Matką Kościoła (por. J 19,25-27); po zmartwychwstaniu pocieszała apostołów zgromadzonych w Wieczerniku w oczekiwaniu na Ducha Świętego, który przekształcił ich w odważnych głosicieli Ewangelii (por. Dz 1,14). Przez całe swe życie Maryja wypełniała to, czego oczekuje się od Kościoła, by spełniał wieczną pamiątkę Chrystusa. W Jej wierze widzimy, jak otwierać drzwi naszych serc, aby być posłusznymi Bogu. W Jej poświęceniu odkrywamy, jak bardzo musimy być wrażliwi na potrzeby innych. W Jej łzach znajdujemy siłę, by pocieszać tych, którzy cierpią. W każdym z tych wydarzeń Maryja wyraża bogactwo Bożego miłosierdzia, które wychodzi na spotkanie każdego człowieka w jego codziennych potrzebach.

Przyzywamy dzisiejszego wieczoru naszą czułą Matkę niebieską najstarszą modlitwą, z jaką chrześcijanie zwracali się do Niej, zwłaszcza w chwilach trudnych i w czasie męczeństwa. Przyzywajmy Jej będąc pewnymi, że zyskamy pomoc Jej matczynego miłosierdzia, aby Ona będąc „chwalebną i błogosławioną”, mogła być dla nas obroną, pomocą i błogosławieństwem na każdy dzień naszego życia:

Pod Twoją obronę uciekamy się, święta Boża Rodzicielko, naszymi prośbami racz nie gardzić w potrzebach naszych, ale od wszelakich złych przygód racz nas zawsze wybawiać, Panno chwalebna i błogosławiona.

[01606-PL.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua araba

كلمة قداسة البابا فرنسيس

خلال سهرة الصلاة بمناسبة اليوبيل المريمي

السبت 8 أكتوبر/تشرين الأول 2016

ساحة القديس بطرس

أيها الإخوة والأخوات الأعزاء،

لقد اجتزنا، في سهرة الصلاة هذه، اللحظات الأساسية في حياة يسوع، برفقة مريم. وعُدنا بالفكر والقلب إلى الزمن الذي تمّم فيه يسوع رسالته في العالم؛ إلى القيامة كعلامة لمحبة الله القصوى التي تعيد كلّ شيء إلى الحياة، وكاستباق للحالة المستقبلية التي تنتظرنا؛ وإلى الصعود كمشاركة في مجد الآب، حيث تجد إنسانيتنا أيضًا مكانة مميزة؛ وإلى العنصرة التي هي تعبير عن رسالة الكنيسة في التاريخ، وحتى نهاية الزمن، بقيادة الروح القدس. لقد تأمّلنا كذلك مريمَ العذراء، في السرّين الأخيرين، وهي في مجد السماء؛ هي التي دُعِيَت، منذ العصور الأولى، أم الرحمة.

إن صلاة المسبحة الوردية هي، لجوانب عدة، خلاصة لتاريخ رحمة الله الذي يتحوّل إلى تاريخ خلاص للذين يسمحون للنعمة بأن تجبلهم. فالأسرار التي تمرّ أمامنا هي أعمال حسّية، يتطوّر فيها عمل الله تجاهنا. ونرى عبر الصلاة والتأمل في حياة يسوع المسيح، وجهه الرحيم الذي يذهب للقاء الجميع في الحاجات الحياتية المختلفة. ومريم ترافقنا في هذه المسيرة، مشيرة إلى الابن الذي يشعّ بنور رحمة الآب نفسها. إنها حقا المرشدة (Odigitria)، الأم التي تدلّ على الدرب الذي نحن مدعوون إلى اجتيازه كي نكون تلاميذ حقيقيّين ليسوع. فنحن نشعر بقربها منّا في كلّ سرّ من أسرار المسبحة الوردية ونتأمل بها كأول تلميذة لابنها، تفعل بمشيئة الآب (لو 8، 19- 21).

صلاةُ المسبحة لا تبعدنا عن انشغالاتنا الحياتية؛ بل إنها على العكس تتطلّب منا أن ندخل في "تاريخ كل يوم" كي نعرف كيف ندرك علامات وجود المسيح في وسطنا. إننا مدعوون، في كل مرة نتأمل للحظة في سرّ من أسرار حياة المسيح، إلى أن ندرك بأي طريقة يدخل الله في حياتنا، لكي نقبله بالتالي ونتبعه. فنكتشف بهذه الطريقة الدرب التي تقودنا إلى اتباع المسيح في خدمة الإخوة. فنشارك، إذ نقبل في داخلنا ونستوعب بعض الأحداث البارزة في حياة يسوع، في عمله التبشيري كي ينمو ملكوت الله وينتشر في العالم. نحن تلاميذ، ولكننا أيضًا مرسلين وحاملي المسيح، حيث يطلب منا هو أن نكون حاضرين. لذا، فلا يمكننا أن نُغلِق داخلنا عطيّة حضوره. بل على العكس، علينا أن نظهر للجميع محبته، وعطفه، وصلاحه، ورحمته. أنه فرح المشاركة الذي لا يتوقّف أمام أيّ شيء، لأنه يحمل بشارة التحرير والخلاص.

ومريم تجعلنا نفهم ما معنى أن نكون تلاميذ المسيح. لقد تعلّمَت، هي التي اختيرت منذ الأزل لتكون الأم، كيف تكون تلميذة. وأولّ عمل قامت به هو الاصغاء إلى الله. لقد أطاعت بشارة الملاك وفتحت قلبها لقبول سر الأمومة الإلهية. اتبعت يسوع، إذ أصغت إلى كلّ كلمة خرجت من فمه (را. مر 3، 31- 35)؛ وحفظت كلّ شيء في قلبها (را. لو 2، 19) وأصبحت ذاكرة حيّة للمعجزات التي قام بها ابن الله كي يولد فينا الإيمان. ولكن الاصغاء وحده لا يكفي. إنه بالطبع الخطوة الأولى، ولكنه بحاجة إلى أن يترجم من ثم بأعمال حسية. فالتلميذ في الواقع يضع حياته في خدمة الإنجيل.

هكذا ذهبت مريم العذراء على الفور عند اليصابات لمساعدتها في حبلها (را. لو 1، 39- 56)؛ وولدت في بيت لحم ابن الله (را. لو 2، 1- 7)؛ واعتنت بالزوجين الشابين في قانا (را. يو 2، 1- 11)؛ ولم تتراجع في الجلجلة أمام الآلام إنما بقِيَت عند أقدام الصليب، وأصبحت بإرادتها، أم الكنيسة (را. يو 19، 25- 27)؛ وشجّعت، بعد القيامة، الرسلَ المجتمعين في العلية بانتظار الروح القدس الذي حوّلهم إلى مبشرين شجعان بالإنجيل (را. رسل 1، 14). لقد صنعت مريم، طوال حياتها، كلّ ما هو مطلوب من الكنيسة أن تصنع لذكرى المسيح الدائمة. ونرى في إيمانها، كيف نفتح باب قلبنا لإطاعة الله؛ ونكتشف عبر زهدها إلى أيّ مدى علينا أن نكون متنبّهين لاحتياجات الآخرين؛ ونجد في دموعها، القوّة لتعزية المتألّمين. فمريم تعبّر في كلّ لحظة من هذه اللحظات عن غنى الرحمة الإلهية، التي تذهب لملاقاة الجميع في الاحتياجات اليومية.

لنتوجّه هذا المساء إلى أمّنا الحنونة في السماء، بأقدم صلاة وجّهها المسيحيّون إليها، لاسيما في الصعاب وفي الاستشهاد. لنصلّ إليها ونحن على يقين من أن رحمتها الوالدية سوف تعيننا، كي تحمينا، هي "المجيدة والمباركة"، وتساعدنا وتباركنا كلّ يوم من حياتنا:

" تحت ذيل حمايتك نلتجئ يا والدة الله القديسة، فلا تغفلي عن طلباتنا عند احتياجاتنا إليك، لكن نجينا دائما من جميع المخاطر، أيتها العذراء المجيدة المباركة".

[01606-AR.01] [Testo originale: Italiano]

[B0719-XX.03]