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L’Udienza Giubilare, 30.06.2016


Questa mattina, alle ore 10.00, si è svolta in Piazza San Pietro l’ottava Udienza giubilare, incontro che Papa Francesco ha stabilito di tenere per i pellegrini e i fedeli che giungono a Roma per il Giubileo della Misericordia.

Nel discorso in lingua italiana il Papa ha incentrato la Sua meditazione sulle opere di misericordia (Mt 25, 31-36) e sul suo recente Viaggio Apostolico in Armenia.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Giubilare si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

Catechesi del Santo Padre in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Quante volte, durante questi primi mesi del Giubileo, abbiamo sentito parlare delle opere di misericordia! Oggi il Signore ci invita a fare un serio esame di coscienza. E’ bene, infatti, non dimenticare mai che la misericordia non è una parola astratta, ma è uno stile di vita: una persona può essere misericordiosa o può essere non misericordiosa; è uno stile di vita. Io scelgo di vivere come misericordioso o scelgo di vivere come non misericordioso. Una cosa è parlare di misericordia, un’altra è vivere la misericordia. Parafrasando le parole di san Giacomo apostolo (cfr 2,14-17) potremmo dire: la misericordia senza le opere è morta in sé stessa. E’ proprio così! Ciò che rende viva la misericordia è il suo costante dinamismo per andare incontro ai bisogni e alle necessità di quanti sono nel disagio spirituale e materiale. La misericordia ha occhi per vedere, orecchi per ascoltare, mani per risollevare…

La vita quotidiana ci permette di toccare con mano tante esigenze che riguardano le persone più povere e più provate. A noi viene richiesta quell’attenzione particolare che ci porta ad accorgerci dello stato di sofferenza e bisogno in cui versano tanti fratelli e sorelle. A volte passiamo davanti a situazioni di drammatica povertà e sembra che non ci tocchino; tutto continua come se nulla fosse, in una indifferenza che alla fine rende ipocriti e, senza che ce ne rendiamo conto, sfocia in una forma di letargo spirituale che rende insensibile l’animo e sterile la vita. La gente che passa, che va avanti nella vita senza accorgersi delle necessità degli altri, senza vedere tanti bisogni spirituali e materiali, è gente che passa senza vivere, è gente che non serve agli altri. Ricordatevi bene: chi non vive per servire, non serve per vivere.

Quanti sono gli aspetti della misericordia di Dio verso di noi! Alla stessa maniera, quanti volti si rivolgono a noi per ottenere misericordia. Chi ha sperimentato nella propria vita la misericordia del Padre non può rimanere insensibile dinanzi alle necessità dei fratelli. L’insegnamento di Gesù che abbiamo ascoltato non consente vie di fuga: Avevo fame e mi avete dato da mangiare; avevo sete e mi avete dato da bere; ero nudo, profugo, malato, in carcere e mi avete assistito (cfr Mt 25,35-36). Non si può tergiversare davanti a una persona che ha fame: occorre darle da mangiare. Gesù ci dice questo! Le opere di misericordia non sono temi teorici, ma sono testimonianze concrete. Obbligano a rimboccarsi le maniche per alleviare la sofferenza.

A causa dei mutamenti del nostro mondo globalizzato, alcune povertà materiali e spirituali si sono moltiplicate: diamo quindi spazio alla fantasia della carità per individuare nuove modalità operative. In questo modo la via della misericordia diventerà sempre più concreta. A noi, dunque, è richiesto di rimanere vigili come sentinelle, perché non accada che, davanti alle povertà prodotte dalla cultura del benessere, lo sguardo dei cristiani si indebolisca e diventi incapace di mirare all’essenziale. Mirare all’essenziale. Cosa significa? Mirare Gesù, guardare Gesù nell’affamato, nel carcerato, nel malato, nel nudo, in quello che non ha lavoro e deve portare avanti una famiglia. Guardare Gesù in questi fratelli e sorelle nostri; guardare Gesù in quello che è solo, triste, in quello che sbaglia e ha bisogno di consiglio, in quello che ha bisogno di fare strada con Lui in silenzio perché si senta in compagnia. Queste sono le opere che Gesù chiede a noi! Guardare Gesù in loro, in questa gente. Perché? Perché così Gesù guarda me, guarda tutti noi.

***

Adesso passiamo a un’altra cosa.

Nei giorni scorsi il Signore mi ha concesso di visitare l’Armenia, la prima nazione ad avere abbracciato il cristianesimo, all’inizio del quarto secolo. Un popolo che, nel corso della sua lunga storia, ha testimoniato la fede cristiana col martirio. Rendo grazie a Dio per questo viaggio, e sono vivamente grato al Presidente della Repubblica Armena, al Catholicos Karekin II, al Patriarca e ai Vescovi cattolici, e all’intero popolo armeno per avermi accolto come pellegrino di fraternità e di pace.

Fra tre mesi compirò, a Dio piacendo, un altro viaggio in Georgia e Azerbaigian, altri due Paesi della regione caucasica. Ho accolto l’invito a visitare questi Paesi per un duplice motivo: da una parte valorizzare le antiche radici cristiane presenti in quelle terre – sempre in spirito di dialogo con le altre religioni e culture – e dall’altra incoraggiare speranze e sentieri di pace. La storia ci insegna che il cammino della pace richiede una grande tenacia e dei continui passi, cominciando da quelli piccoli e man mano facendoli crescere, andando l’uno incontro all’altro. Proprio per questo il mio auspicio è che tutti e ciascuno diano il proprio contributo per la pace e la riconciliazione.

Come cristiani siamo chiamati a rafforzare tra noi la comunione fraterna, per rendere testimonianza al Vangelo di Cristo e per essere lievito di una società più giusta e solidale. Per questo tutta la visita è stata condivisa con il Supremo Patriarca della Chiesa Apostolica Armena, il quale mi ha fraternamente ospitato per tre giorni nella sua casa.

Rinnovo il mio abbraccio ai Vescovi, ai sacerdoti, alle religiose e ai religiosi e a tutti i fedeli in Armenia. La Vergine Maria, nostra Madre, li aiuti a rimanere saldi nella fede, aperti all’incontro e generosi nelle opere di misericordia. Grazie.

[01127-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue

In lingua francese

Speaker:

L’Evangile que nous venons d’entendre nous invite à un sérieux examen de conscience. Une chose est de parler de la miséricorde, une autre est de la pratiquer. Il nous est demandé de prendre conscience de la souffrance d’autrui, de se laisser toucher pour lui venir en aide. Autrement notre cœur devient insensible et notre vie stérile. Celui qui a fait l’expérience de la miséricorde du Père ne peut pas rester indifférent aux nécessités des frères. L’enseignement de Jésus est clair: la miséricorde n’est pas une théorie mais un témoignage concret.

Le Saint-Père a ensuite évoqué son voyage en Arménie: Je suis heureux d’avoir visité la première nation ayant embrassé le christianisme, ce peuple qui a, dans sa longue histoire, témoigné de sa foi par le martyre. Nous sommes appelés à renforcer nos liens de communion fraternelle pour rendre témoignage à l’Evangile du Christ. Je me rendrai bientôt dans deux autre pays de la région du Caucase pour valoriser les racines chrétiennes qui s’y trouvent, et pour y encourager les chemins de paix.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare il Seminario patriarcale maronita di Ghazir, e i fedeli venuti dal Benin, dalla Repubblica Democratica del Congo e dalla Francia.

Non permettiamo che la cultura del benessere indebolisca la nostra sensibilità alle sofferenze dei fratelli. Rimaniamo sempre vigili per scoprire i loro bisogni, e generosi per soccorrerli.

Che Dio vi benedica!

Speaker:

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier le Séminaire patriarcal maronite de Ghazir, et les pèlerins venus du Bénin, de République Démocratique du Congo et de France.

Ne laissons pas la culture du bien être affaiblir notre sensibilité aux souffrances des frères. Soyons toujours vigilants pour découvrir leurs besoins, et généreux pour les secourir. Que Dieu vous bénisse!

[01128-FR.01] [Texte original: Français]

In lingua inglese

Speaker:

Dear Brothers and Sisters: During this Holy Year of Mercy, we have not only considered the gift of God’s mercy in itself, but also the works of mercy which we are called to practice as part of the Christian life. To paraphrase Saint James, we can say that mercy without works is dead. To be merciful like God our Father demands constant sensitivity to the needs, material and spiritual, of those around us. Jesus himself tells us in no uncertain terms that we will be judged by the mercy we show to the poor: those who hunger and thirst, the naked, the stranger, the sick and those in prison (cf. Mt 25:35-36). Particularly in our prosperous societies, Christians are called to guard against the temptation of indifference to the plea of so many of our brothers and sisters. In our rapidly changing and increasingly globalized world, many new forms of poverty are appearing. In response to them, may we prove creative in developing new and practical forms of charitable outreach as an expression of the way of mercy.

This past weekend I made a Pastoral Visit to Armenia, the first nation to embrace the Christian faith and a people which has remained faithful even in the midst of great trials. I also plan to go to Georgia and Azerbaijan in the near future, to affirm the ancient Christian roots of those countries and to support every effort to encourage peace and reconciliation in a spirit of respect for all. With gratitude for the welcome and fellowship showed me by the Armenian Apostolic Church, I ask the Virgin Mary to strengthen Christians everywhere to remain firm in the faith and to work for a society of ever greater justice and peace.

Santo Padre:

Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Svezia, Cina, India, Indonesia, Vietnam, Canada e Stati Uniti d’America. Con fervidi auguri che il presente Giubileo della Misericordia sia per voi e per le vostre famiglie un tempo di grazia e di rinnovamento spirituale, invoco su voi tutti la gioia e pace del Signore Gesù!

Speaker:

I greet the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, particularly those from Sweden, China, India, Indonesia, Vietnam, Canada and the United States of America. With prayerful good wishes that the present Jubilee of Mercy will be a moment of grace and spiritual renewal for you and your families, I invoke upon all of you joy and peace in our Lord Jesus Christ.

[01129-EN.01] [Original text: English]

In lingua tedesca

Speaker:

Liebe Brüder und Schwestern,

man kann viel über Barmherzigkeit sprechen; wichtiger ist es, die Barmherzigkeit zu leben. In Anlehnung an ein Wort aus dem Jakobusbrief (vgl. 2,17) können wir sagen: Die Barmherzigkeit für sich allein ist tot, wenn sie nicht Werke vorzuweisen hat. Was die Barmherzigkeit lebendig macht, ist die fortwährende Dynamik des Zugehens auf die Menschen, die sich in geistlicher oder materieller Not befinden. Die Barmherzigkeit hat Augen, um hinzusehen; Ohren, um zuzuhören; Hände, um wieder aufzurichten. Der Alltag gibt uns vielfältige Gelegenheiten, die Bedürfnisse der Armen und Leid Tragenden mit Händen zu greifen. Es bedarf der Aufmerksamkeit unsererseits, um zu erkennen, was den Mitmenschen Not tut. Wer im eigenen Leben die Barmherzigkeit des Vaters erfahren hat, kann nicht gefühllos gegenüber den Nöten der Geschwister sein. In unserer globalisierten Welt gibt es viele Formen materieller und spiritueller Not, die uns einladen, nach neuen Weisen der Hilfe zu suchen.

Der Heilige Vater hat zudem über seine Reise nach Armenien gesprochen. Papst Franziskus dankt den Verantwortlichen und dem ganzen armenischen Volk für die Gastfreundschaft, mit der er als Bruder im Glauben und Pilger des Friedens empfangen wurde. Armenien ist das erste Volk, welches im vierten Jahrhundert das Christentum als Religion angenommen hat; und diesen Glauben hat es im Laufe seiner Geschichte immer wieder mit dem Martyrium bezeugt. Der Besuch des Heiligen Vaters will ein Zeichen sein – genauso wie seine geplante Reise nach Georgien und Aserbaidschan im September –, die Gemeinschaft unter den Christen zu stärken, damit sie im Zeugnis für Christus Sauerteig für eine gerechtere und solidarische Gesellschaft sind. Dies geschehe in einem Geist des Dialogs mit den anderen Kulturen und Religionen, um Hoffnung zu stiften und neue Wege des Friedens zu eröffnen.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini e visitatori di lingua tedesca. Il tempo estivo dà a molti di voi un’occasione di vacanze e di riposo. Non dimentichiamo di curare in questo tempo le nostre relazioni umane, e di vivere la misericordia. Così proviamo anche noi momenti di ristoro e conforto. Lo Spirito Santo vi accompagni sul vostro cammino.

Speaker:

Einen herzlichen Gruß richte ich an die Pilger und Besucher deutscher Sprache. Die Sommerzeit gibt vielen von euch eine Gelegenheit des Urlaubs und der Erholung. Vergessen wir nicht in dieser Zeit unsere menschlichen Beziehungen zu pflegen und die Barmherzigkeit zu leben. Damit erfahren auch wir Momente der Stärkung und der Ermunterung. Der Heilige Geist begleite euch auf euren Wegen!

[01130-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]

In lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

La misericordia no es una palabra abstracta, sino un estilo de vida. Parafraseando las palabras del apóstol Santiago podemos decir: la misericordia sin obras está muerta por dentro.

La vida diaria nos permite palpar tantas exigencias con relación a las personas más pobres y vulnerables. Encontramos situaciones dramáticas de pobreza y parece que no nos afecta; todo continúa como si eso fuera normal.

Quien ha experimentado la misericordia del Padre no puede permanecer indiferente ante las necesidades de los hermanos. Las palabras de Jesús no admiten respuestas evasivas: tenía hambre y me has dado de comer; tenía sed y me has dado beber; estaba desnudo, enfermo, en la cárcel, era prófugo y me has asistido. No se puede dar largas a una persona que tiene hambre: es necesario darle de comer. Las obras de misericordia no son teoría, son testimonio concreto.

Doy gracias al Señor por mi reciente viaje a Armenia. Agradezco al Presidente de la República, al Catholicós Karekin II, al Patriarca y a los Obispos Católicos y a todo el pueblo armenio por acogerme como el peregrino de fraternidad y de paz. Si Dios quiere, dentro de tres meses, viajaré a Georgia y Azerbaiyán. He decidido visitar estos países de la región del Cáucaso para apreciar sus antiguas raíces cristianas y alentar la esperanza y los caminos de paz.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, provenientes de España y Latinoamérica. Que María, Madre de Misericordia, nos ayude a dar espacio a la fantasía de la caridad para que el camino de la misericordia sea cada vez más concreto. Muchas gracias.

[01131-ES.01] [Texto original: Español]

In lingua portoghese

Speaker:

Neste Ano Jubilar somos convidados a nos perguntar se para nós a misericórdia é uma palavra abstrata ou um verdadeiro estilo de vida, ou seja, se mais do que falar, procuramos viver as obras de misericórdia. Tais obras são acima de tudo o testemunho concreto de quem se sabe objeto do amor misericordioso de Deus. Por isso, é preciso estar atentos para não cair na indiferença, pois a verdadeira misericórdia tem olhos para ver, ouvidos para escutar e mãos para ajudar àqueles que precisam, sobretudo os mais pequeninos com quem Jesus quis se identificar. Hoje, com o multiplicar-se de novas formas de pobreza material e espiritual, é preciso dar espaço à criatividade da caridade para ir ao encontro de todo aquele que precisa. O Santo Padre também comentou sobre a sua recente viagem à Armênia, nação que abraçou o cristianismo já no início do século quarto e que ao longo da história testemunhou a sua fé em Cristo, mesmo com o derramamento de sangue. Esta viagem quis reforçar a nossa comunhão fraterna para que como cristãos possamos ser fermento de uma sociedade mais justa e solidária.

Santo Padre:

Cari pellegrini di lingua portoghese, presenti a quest’Udienza: benvenuti! Saluto tutti voi, in particolare i professori e gli studenti di Guimarães e Viseu, incoraggiandovi a non stancarvi mai di servire tutte le persone bisognose, come veri testimoni della Misericordia nel mondo. Su di voi e sulle vostre famiglie scenda la Benedizione del Signore.

Speaker:

Queridos amigos de língua portuguesa, que hoje tomais parte nesta Audiência: sede bem-vindos! A todos saúdo, especialmente aos professores e alunos de Guimarães e de Viseu, encorajando-vos a nunca vos cansardes de servir as pessoas necessitadas, como verdadeiras testemunhas da Misericórdia no mundo. Sobre vós e vossas famílias desça a Bênção do Senhor!

[01132-PO.01] [Texto original: Português]

In lingua araba

Speaker:

أيها الإخوة والأخوات الأعزاء، يدعونا الرب اليوم لنقوم بفحص ضمير جدي، ولكي لا ننسى أبدًا أن الرحمة ليست كلمة مجرّدة وإنما هي أسلوب حياة. وبالتالي وانطلاقًا من كلمات القديس يعقوب الرسول يمكننا أن نقول: إن الرحمة، إِن لم تَقتَرِن بِالأَعمال فهي مَيتة في حَدِّ ذاتِها. هكذا هو الأمر! إن من اختبر في حياته رحمة الآب لا يمكنه أن يقف غير مبال إزاء حاجات الإخوة. وتعليم يسوع الذي سمعناه لا يُمكن التهرُّب منه: لأَنِّي جُعتُ فأَطعَمتُموني، وعَطِشتُ فسَقَيتُموني، وكُنتُ غَريباً فآويتُموني، وعُرياناً فَكسَوتُموني، ومَريضاً فعُدتُموني، وسَجيناً فجِئتُم إِلَيَّ. أيها الإخوة والأخوات الأعزاء، إن أعمال الرحمة ليست مواضيع نظريّة، وإنما شهادة ملموسة تفرض علينا أن نعمل بجدٍّ لتخفيف الألم. لنفسح المجال إذًا لإبداع المحبّة كي نحدِّد أساليب فعالة جديدة. فتصبح هكذا درب الرحمة ملموسة أكثر فأكثر.

أيها الإخوة والأخوات الأعزاء! خلال الأيام الماضية سمح لي الرب بزيارة أرمينيا، أول بلد اعتنق المسيحيّة في بداية القرن الرابع. شعب، خلال تاريخه الطويل، شهد للإيمان المسيحي بالاستشهاد وصولاً إلى المحنة الرهيبة التي عاشها قبل قرن. أشكر الله على هذه الزيارة كما وأُعبّر عن امتناني لرئيس الجمهوريّة الأرمنيّة والكاثوليكوس كاريكين الثاني والبطريرك والأساقفة الكاثوليك وللشعب الأرمني بأسره على استقبالهم لي كحاج أخوّة وسلام. بعد ثلاثة أشهر سأقوم، إن شاء الله، بزيارة أخرى إلى جورجيا وأذربيجان، بلدين آخرين في منطقة القوقاز، لتثمين الجذور المسيحيّة القديمة الحاضرة في تلك الأراضي وتشجيع آمال وسُبل سلام. أجدّد معانقتي للأساقفة والكهنة والراهبات والرهبان وجميع المؤمنين في أرمينيا. لتساعدهم العذراء مريم، أمنا، على البقاء راسخين في الإيمان ومنفتحين على اللقاء وأسخياء في أعمال الرحمة.

Santo Padre:

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare ai seminaristi e diaconi del seminario patriarcale di Ghazir provenienti dal Libano, Siria e l'Iraq! Cari fratelli e sorelle, Le opere di misericordia sono al cuore della nostra fede in Dio, riscopriamole e incarniamole nella nostra vita. Il Signore vi benedica!

Speaker:

أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربية، وخاصةً بإكليريكيّي وشمامسة الإكليريكية البطريركيّة المارونيّة في غزير القادمين من لبنان وسوريا والعراق. أيها الإخوةُ والأخواتُ الأعزاء، إن أعمال الرحمة هي من صُلب إيماننا بالله، لنكتشفها مجدّدًا ولنجسّدها في حياتنا. ليبارككُم الرب!

[01133-AR.01] [Testo originale: Arabo]

In lingua polacca

Speaker:

Codzienne życie pozwala nam namacalnie dotknąć wielu potrzeb dotyczących osób najuboższych i najbardziej doświadczanych. Potrzebujemy wrażliwości, aby dostrzegać cierpienie i ubóstwo wielu braci i sióstr. Czasami mijamy sytuacje dramatycznego ubóstwa i wydaje się, że nas one nie dotyczą.

Wiele jest wyrazów miłosierdzia Boga wobec nas! Ten, kto doświadczył w swoim życiu miłosierdzia Boga, nie może pozostać obojętnym wobec potrzeb braci. Usłyszane przez nas nauczanie Jezusa, nie pozwala na uniki: byłem głodny, a daliście Mi jeść; byłem spragniony, a daliście Mi pić; byłem nagi, przybyszem, chorym, w więzieniu, a odwiedziliście Mnie (por. Mt 25,35-36). Nie można zwlekać w obliczu osoby, która jest głodna: trzeba jej dać jedzenie. Uczynki miłosierdzia nie są kwestiami teoretycznymi, ale konkretnym świadectwem. Wobec wielu przejawów biedy na tym świecie, potrzeba naszej wyobraźni miłosierdzia.

Ojciec Święty wyraził również wdzięczność Bogu za podróż do Armenii. Podziękował też katolikosowi Karekinowi II, patriarsze i biskupom katolickim oraz całemu narodowi ormiańskiemu za przyjęcie go jako pielgrzyma braterstwa i pokoju. Jako chrześcijanie jesteśmy bowiem wezwani, aby umacniać między nami braterską komunię i dawać świadectwo Ewangelii Chrystusa.

Santo Padre:

Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio d’avermi accompagnato con le vostre preghiere durante la visita in Armenia. Vi prego di continuare a pregare per me e per i giovani che in Polonia e in tutto il mondo cristiano si stanno preparando per il nostro, ormai imminente, incontro a Cracovia. Sia sempre viva nei nostri cuori e nelle nostre opere la memoria che “beati sono i misericordiosi…” Vi benedico di cuore. Sia lodato Gesù Cristo!

Speaker:

Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów. Drodzy bracia i siostry, dziękuję Wam, że towarzyszyliście mi w waszych modlitwach podczas wizyty w Armenii. Proszę was, abyście trwali w modlitwie za mnie i za młodych, którzy w Polsce i w całym chrześcijańskim świecie przygotowują się do naszego, bliskiego już, spotkania w Krakowie. Niech zawsze będzie żywa w naszych sercach i naszych czynach pamięć, że „błogosławieni są miłosierni…”. Z serca wam błogosławię. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!

[01134-PL.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua italiana

Un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana!

Sono lieto di accogliere i partecipanti ai Capitoli Generali dei Padri Rogazionisti e delle Figlie del Divino Zelo; delle Suore Missionarie dell’Apostolato Cattolico e delle Missionarie del Cuore Immacolato di Maria: vi esorto ad attualizzare nell’odierna società i rispettivi carismi di fondazione affinché gli uomini e le donne del nostro tempo possano trovare nella vostra vita una traccia concreta della misericordia di Dio.

Saluto le religiose dell’USMI di Milano e i fedeli di Acquapendente con il loro Vescovo di Viterbo, mons. Lino Fumagalli, con l’effigie della Madonna del Fiore che ho il piacere di benedire quest’oggi. Un saluto speciale rivolgo all’Associazione dei Consulenti del Lavoro, che oggi iniziano il loro 7° “Festival del lavoro”, e li incoraggio a promuovere la cultura del lavoro che assicura la dignità della persona e il bene comune della società, a partire dalla sua cellula, la famiglia. E’ proprio la famiglia, infatti, a soffrire di più per le conseguenze di un cattivo lavoro: cattivo per la sua scarsità e per la sua precarietà. Voi, consulenti del lavoro, non avete un compito assistenziale, ma promozionale, affinché in ambito nazionale ed europeo le istituzioni e gli attori economici perseguano in modo concertato l’obiettivo della piena e dignitosa occupazione, perché il lavoro dà dignità!

Rivolgo infine il mio saluto ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la memoria dei primi martiri della Chiesa di Roma e preghiamo per quanti tuttora pagano a caro prezzo la loro appartenenza alla Chiesa di Cristo. Cari giovani, la fede abbia spazio e dia senso alla vostra vita; cari ammalati, offrite la vostra sofferenza perché i lontani incontrino l’amore di Cristo; cari sposi novelli, siate educatori di vita e modelli di fede per i vostri figli.

[01135-IT.01] [Testo originale: Italiano]

[B0488-XX.01]