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Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Armenia (24-26 giugno 2016) – Visita di preghiera alla Cattedrale Armena Apostolica della Santa Etchmiadzin, 24.06.2016


Cerimonia di benvenuto all’aeroporto “Zvartnots” di Yerevan

Visita di preghiera alla Cattedrale Armeno-Apostolica della Santa Etchmiadzin

 

Cerimonia di benvenuto all’aeroporto “Zvartnots” di Yerevan

L’aereo con a bordo il Santo Padre, partito questa mattina alle ore 9.20 da Roma-Fiumicino, è atterrato alle 14.50 locali (le 12.50 in Italia) all’aeroporto internazionale “Zvartnots” di Yerevan, dopo tre ore e mezza di volo.

Papa Francesco è stato accolto dal Presidente della Repubblica dell’Armenia, S.E. il Sig. Serzh Sargsyan, con la Consorte, e dal Supremo Patriarca e Catholicos di Tutti gli Armeni, Sua Santità Karekin II. Erano inoltre presenti il Patriarca Cattolico di Cilicia degli Armeni, Sua Beatitudine Grégoire Pierre XX Ghabroyan, alcuni Vescovi della Chiesa Apostolica Armena e della Chiesa Cattolica, alcune Autorità dello Stato e una rappresentanza di fedeli con un coro di bambini. Due bambini hanno offerto al Papa il pane e il sale di benvenuto.

Dopo l’esecuzione degli inni, gli onori militari e la presentazione delle rispettive Delegazioni, il Santo Padre, accompagnato dal Catholicos, si è trasferito in auto alla Sede Apostolica di Etchmiadzin per la visita di preghiera alla Cattedrale.

[01081-IT.01]

Visita di preghiera alla Cattedrale Armeno-Apostolica della Santa Etchmiadzin

Saluto del Santo Padre

Traduzione in lingua armena

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua portoghese

 

All’arrivo alla Sede Apostolica di Etchmiadzin poco dopo le 15.30, il Santo Padre Francesco e il Catholicos di Tutti gli Armeni Sua Santità Karekin II sono entrati in Cattedrale in processione, mentre il coro cantava l’Hrashapar dedicato a San Gregorio l’Illuminatore. Davanti all’altare della Discesa (dell’Unigenito) hanno baciato la Croce e il libro dei Vangeli. All’altare maggiore si sono scambiati poi un abbraccio di pace.

Il Catholicos e il Papa hanno recitato a voci alterne il Salmo 122 (121). Quindi dopo il saluto di Sua Santità Karekin II, Papa Francesco ha pronunciato il saluto che riportiamo di seguito:

Saluto del Santo Padre

Santità, Venerato Fratello,
Supremo Patriarca e Catholicos di Tutti gli Armeni,
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!

Con commozione ho varcato la soglia di questo luogo sacro, testimone della storia del vostro popolo, centro irradiante della sua spiritualità; e considero un prezioso dono di Dio potermi avvicinare al santo altare dal quale rifulse la luce di Cristo in Armenia. Saluto il Catholicos di Tutti gli Armeni, Sua Santità Karekin II, che ringrazio di cuore per il gradito invito a visitare la Santa Etchmiadzin, gli Arcivescovi e i Vescovi della Chiesa Apostolica Armena, e ringrazio tutti per la cordiale e gioiosa accoglienza che mi avete offerto. Grazie, Santità, per avermi accolto nella Sua casa; tale segno di amore dice in maniera eloquente, molto più delle parole, che cosa significhino l’amicizia e la carità fraterna.

In questa solenne occasione rendo grazie al Signore per la luce della fede accesa nella vostra terra, fede che ha conferito all’Armenia la sua peculiare identità e l’ha resa messaggera di Cristo tra le Nazioni. Cristo è la vostra gloria, la vostra luce, il sole che vi ha illuminato e vi ha donato una nuova vita, che vi ha accompagnato e sostenuto, specialmente nei momenti di maggiore prova. Mi inchino di fronte alla misericordia del Signore, che ha voluto che l’Armenia diventasse la prima Nazione, fin dall’anno 301, ad accogliere il Cristianesimo quale sua religione, in un tempo nel quale nell’impero romano ancora infuriavano le persecuzioni.

La fede in Cristo non è stata per l’Armenia quasi come un abito che si può indossare o togliere a seconda delle circostanze o delle convenienze, ma una realtà costitutiva della sua stessa identità, un dono di enorme portata da accogliere con gioia e da custodire con impegno e fortezza, a costo della stessa vita. Come scrisse san Giovanni Paolo II, «col “Battesimo” della comunità armena, […] nasce un’identità nuova del popolo, che diverrà parte costitutiva e inseparabile dello stesso essere armeno. Non sarà più possibile da allora pensare che, tra le componenti di tale identità, non figuri la fede in Cristo, come costitutivo essenziale» (Lett. ap. nel 1700° anniversario del battesimo del popolo armeno [2 febbraio 2001], 2). Voglia il Signore benedirvi per questa luminosa testimonianza di fede, che dimostra in modo esemplare la potente efficacia e fecondità del Battesimo ricevuto più di millesettecento anni fa con il segno eloquente e santo del martirio, che è rimasto un elemento costante della storia del vostro popolo.

Ringrazio il Signore anche per il cammino che la Chiesa Cattolica e la Chiesa Apostolica Armena hanno compiuto attraverso un dialogo sincero e fraterno, al fine di giungere alla piena condivisione della Mensa eucaristica. Lo Spirito Santo ci aiuti a realizzare quell’unità per la quale pregò nostro Signore, affinché i suoi discepoli siano una cosa sola e il mondo creda. Mi è caro qui ricordare il decisivo impulso dato all’intensificazione dei rapporti e al rafforzamento del dialogo fra le nostre due Chiese nei tempi recenti dalle Loro Santità Vasken I e Karekin I, da san Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI. Tra le tappe particolarmente significative di questo impegno ecumenico ricordo la commemorazione dei Testimoni della fede del XX secolo, nel contesto del Grande Giubileo dell’anno 2000; la consegna a Vostra Santità della reliquia del Padre dell’Armenia cristiana san Gregorio l’Illuminatore per la nuova cattedrale di Yerevan; la Dichiarazione congiunta di Sua Santità Giovanni Paolo II e di Vostra Santità, sottoscritta proprio qui nella Santa Etchmiadzin; e le visite che Vostra Santità ha compiuto in Vaticano in occasione di importanti eventi e commemorazioni.

Il mondo è purtroppo segnato da divisioni e conflitti, come pure da gravi forme di povertà materiale e spirituale, compreso lo sfruttamento delle persone, persino di bambini e anziani, e attende dai cristiani una testimonianza di reciproca stima e fraterna collaborazione, che faccia risplendere davanti ad ogni coscienza la potenza e la verità della Risurrezione di Cristo. Il paziente e rinnovato impegno verso la piena unità, l’intensificazione delle iniziative comuni e la collaborazione tra tutti i discepoli del Signore in vista del bene comune, sono come luce fulgida in una notte oscura e un appello a vivere nella carità e nella mutua comprensione anche le differenze. Lo spirito ecumenico acquista un valore esemplare anche al di fuori dei confini visibili della comunità ecclesiale, e rappresenta per tutti un forte richiamo a comporre le divergenze con il dialogo e la valorizzazione di quanto unisce. Esso inoltre impedisce la strumentalizzazione e manipolazione della fede, perché obbliga a riscoprirne le genuine radici, a comunicare, difendere e propagare la verità nel rispetto della dignità di ogni essere umano e con modalità dalle quali traspaia la presenza di quell’amore e di quella salvezza che si vuole diffondere. Si offre in tal modo al mondo – che ne ha urgente bisogno – una convincente testimonianza che Cristo è vivo e operante, capace di aprire sempre nuove vie di riconciliazione tra le nazioni, le civiltà e le religioni. Si attesta e si rende credibile che Dio è amore e misericordia.

Cari fratelli, quando il nostro agire è ispirato e mosso dalla forza dell’amore di Cristo, si accrescono la conoscenza e la stima reciproche, si creano migliori condizioni per un cammino ecumenico fruttuoso e, nello stesso tempo, si mostra ad ogni persona di buona volontà e all’intera società una concreta via percorribile per armonizzare i conflitti che lacerano la vita civile e scavano divisioni difficili da sanare. Dio Onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, per intercessione di Maria Santissima, di san Gregorio l’Illuminatore, “colonna di luce della Santa Chiesa degli Armeni”, e di san Gregorio di Narek, Dottore della Chiesa, benedica tutti voi e l’intera Nazione Armena e la custodisca sempre nella fede che ha ricevuto dai padri e che ha gloriosamente testimoniato nel corso dei secoli.

[01063-IT.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua armena

Ձերդ Սրբութիւն, Մեծարգոյ Եղբայր,
Ծայրագոյն Պատրիարք և Կաթողիկոս Ամենայն Հայոց,
Սիրելի եղբայրներ և քոյրեր ի Քրիստոս:

Յուզումով ոտք դրեցի ձեր ժողովրդի պատմութեան վկայի, նրա հոգեկանութեան լուսաշող կենտրոնի, այս սրբազան վայրի շեմին. և Աստծու թանկագին պարգեւն եմ համարում, որ կարողացայ մօտենալ սուրբ սեղանին՝ որից Քրիստոսի լոյսը սփռուեց Հայաստանում: Ողջունում եմ Ամենայն Հայոց Կաթողիկոս՝ Նորին Սրբութիւն Գարեգին Բ-ին, շնորհակալութիւն յայտնելով Ս. Էջմիածին այցելելու հաճելի հրաւէրի համար. Հայ Առաքելական Եկեղեցու Արքեպիսկոպոսներին եւ Եպիսկոպոսներին, և շնորհակալութիւն եմ յայտնում բոլորին՝ սրտագին եւ ցնծալի ընդունելութեան համար, որ ինձ պարգեւեցիք: Շնորհակալութիւն, Ձերդ Սրբութիւն, ինձ՝ Ձեր տանը հիւրընկալելու համար. սիրոյ այս նշանը բառերից շատ աւելի պերճախօս կերպով արտայայտում է, թէ ինչ է նշանակում ընկերութիւնն ու եղբայրական սէրը:

Այս հանդիսաւոր առիթով Տիրոջ գոհութիւն եմ մատուցում ձեր երկրում վարած հաւատի լոյսի համար. հաւատ՝ որ Հայաստան աշխարհին տուեց իր ուրոյն ինքնութիւնը և նրան Քրիստոսի պատգամաբերը կարգեց Ազգերի մօտ: Քրիստոս է Ձեր փառքը, Ձեր լոյսը, արեգակը՝ որ Ձեզ լուսաւորեց եւ նոր կեանք պարգեւեց, որ Ձեզ ուղեկցեց եւ սատարեց յատկապէս մեծագոյն փորձութիւնների պահերին: Խոնարհւում եմ Տիրոջ ողորմութեան առաջ, որ կամեցաւ Հայաստանը լինէր առաջին Ազգը, 301 թուականից, ընդունելու Քրիստոնէութիւնը որպէս իր կրօնը, այնպիսի ժամանակաշրջանում՝ երբ հռոմէական կայսրութեան մէջ դեռ բորբոքւում էին հալածաքները:

Քրիստոսի հաւատը Հայաստանի համար չի եղել որպէս զգեստ՝ որ կարելի է հագնել կամ հանել, պարագաների կամ առիթների համաձայն, այլ սեփական ինքնութեան բաղկացուցիչ իրականութիւն, գերազանց պարգեւ՝ ուրախութեամբ ընդունելի և ժրաջանութեամբ եւ ուժով պահպանելի: Ինչպէս գրեց սուրբ Յովհաննէս Պօղոս Բ-ը, «հայ հասարակութեան «Մկրտութեամբ» [...] ծնունդ է առնում ժողովրդի նոր ինքնութիւն, որ հայ լինելու անբաժանելի եւ բաղկացուցիչ մաս է դառնալու: Այդ պահից այլեւս անհնար է մտածել, որ տուեալ ինքնութեան բաղադրիչների շարքին տեղ չգտնի Քրիստոսի հաւատը, որպէս էական բաղկացուցիչ» (Առաքելական նամակ հայ ժողովրդի մկրտութեան 1700 յոբելեանի առիթով [2 Փետրուար 2001], 2): Տէրը թող օրհնի ձեզ՝ հաւատի այս լուսաւոր վկայութեան համար, որ օրինակելի կերպով ապացուցում է առաւել քան հազարեօթհարիւր տարի առաջ ընդունած Մկրտութեան հզօր արդիւնաւէտութիւնն ու բեղունութիւնը, մարտիրոսութեան պերճախօս եւ սուրբ նշանով, որ ձեր ժողովրդի պատմութեան կայուն մասնիկն է դարձել:

Գոհութիւն եմ մատուցում Տիրոջ նաեւ այն ընթացքին համար որ Կաթողիկէ Եկեղեցին եւ Հայ Առաքելական Եկեղեցին կատարեցին եղբայրական եւ անկեղծ երկխօսութեան միջոցով, հասնելու համար լիարժէք կիսելու գոհութեան Սեղանը: Սուրբ Հոգին թող օգնի մեզ իրականացնելու այն միութիւնը, որի համար աղօթեց մեր Տէրը, որպէսզի իր աշակերտները մի լինեն եւ աշխարհը հաւատայ: Ինձ հաճելի է յիշել այժմ, մեր երկու Եկեղեցիների միջեւ յարաբերութիւնների խորացման եւ երկխօսութեան ամրապնդման՝ վերջերս տրուած վճռորոշ մղումը, Նորին Սրբութիւններ Վազգէն Ա-ի եւ Գարեգին Ա-ի եւ սուրբ Յովհաննէս Պօղոս Բ-ի եւ Բենեդիկտոս ԺԶ-ի կողմից: Համամիութենական այս ջանքերի յատկապէս նշանակալից փուլերի շարքին յիշում եմ Ի դարու հաւատի Վկաների յիշատակութիւնը, 2000 թուականի Մեծ Յոբելեանի շրջանակներում. Ձերդ Սրբութեան յանձնումը քրիստոնեայ Հայաստանի Հօր՝ Ս. Գրիգոր Լուսաւորչի մասունքից՝ Երեւանի նորակառոյց Տաճարի համար. Նորին Սրբութիւն Յովհաննէս Պօղոս Բ-ի եւ Ձերդ Սրբութեան ստրոգրած համատեղ Յայտարարութիւնը՝ ճիշտ այստեղ, Սուրբ Էջմիածնում. ինչպէս նաեւ Ձերդ Սրբութեան կատարած այցերը Վատիկան, կարեւոր պահերի եւ յիշատակութիւնների առիթով:

Դժբախտաբար աշխարհը բաժանումներով եւ ընդհարումներով է խառանուած, ինչպէս նաեւ նիւթական եւ հոգեւոր աղքատութեան ծանր վիճակներով, ներառեալ մարդկանց, նոյնիսկ երեխաների եւ ծերերի չարաշահումը, եւ ակնկալում է քրիստոնեաներից փոխադարձ գնահատման եւ եղբայրական համագործակցութեան վկայութիւն, որպէսզի կրկին փայլի ամէն խղճի առաջ Քրիստոսի Յարութեան զօրութիւնն ու ճշմարտութիւնը: Համբերատար եւ մշտանորոգ ջանքը դէպի լիարժէք միութիւն, համատեղ ձեռնարկների հզօրացումը եւ ի տես հասարակաց բարիքի, Տիրոջ բոլոր աշակերտների մէջեւ համագործակցութիւնը՝ նման են փայլակնացայտ լոյսի՝ խաւարամած գիշերուան մէջ, եւ կանչ է ապրելու սիրով եւ նոյնիսկ տարբերութիւնների փոխըմբռնմամբ: Համամիութենական ոգին օրինակելի է դառնում նաեւ եկեղեցական հասարակութեան տեսանելի սահմաններից դուրս, եւ բոլորի համար ներկայացնում է մի զօրաւոր կոչ՝ տարակարծութիւնները յարդելու երկխօսութեամբ եւ արժեւորելով այն՝ ինչ միացնում է: Համամիութենական ոգին միաժամանակ արգելում է հաւատի չարաշահումն ու շահարկումը, որովհետեւ պարտաւորեցնում է յայտնաբերել նրա հարազատ արմատները, հաղորդել, պաշտպանել եւ տարածել ճշմարտութիւնը՝ իւրաքանչիւր մարդկային էակի արժանապատւութեան պահպանմամբ, եւ այնպիսի ձեւերով, որոնցից թափանցի այն սիրոյ եւ փրութեան ներկայութիւնը՝ որ ցանկանում ենք սփռել: Այսպէս, համոզիչ վկայութիւն ենք տալիս աշխարհին – որ նրա ահաւոր կարիքն ունի –, թէ Քրիսոտոս կենդանի է եւ գործուն, կարող՝ ազգերի, մշակոյթների եւ կրօնների միջեւ միշտ նորանոր հաշտութեան ճանապարհներ բացելու: Վկայում ենք եւ հաւատացնում որ Աստուած սէր է եւ գթասրտութիւն:

Սիրելի եղբայրներ, երբ մեր գործը ներշնչուած է եւ մղուած Քրիստոսի սիրոյ ուժով, զարգանում են փոխադարձ ճանաչումն ու համարումը, ստեղծւում են լաւագոյն պայմաններ համամիութենական պտղաբեր ընթացքի, եւ միաժամանակ, մատնանշւում է իւրաքանչիւր բարի կամք ունեցող անձի եւ ամբողջ հասարակութեան՝ առարկայական երթեւեկելի ճանապարհ՝ ներդաշնակելու համար հակամարտութիւնները, որ պատառոտում են քաղաքակիրթ կեանքը եւ փորում են դժուար բուժուող բաժանումներ: Ամենակարողն Աստուած, մեր Տէր Յիսուս Քրիստոսի Հայրը, բարեխօսութեամբ ամենասրբուհի Մարիամի, «սիւն լուսոյ Հայաստանեայց Եկեղեցւոյ» Գրիգոր Լուսաւորչի եւ Եկեղեցու Վարդապետ սուրբ Գրիգոր Նարեկացու, օրհնի բոլորդ եւ ամբողջ Հայ Ազգը եւ միշտ պահպանի այն հաւատի մէջ որ ստացել է հայրերից եւ փառաւոր վկայութիւն տուել դարեդար:

[01063-AA.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua inglese

Your Holiness, Venerable Brother,
Supreme Patriarch-Catholicos of All Armenians,
Dear Brothers and Sisters in Christ,

It is very moving for me to have crossed the threshold of this holy place, a witness to the history of your people and the centre from which its spirituality radiates. I consider it a precious gift of God to be able to approach the holy altar from which the light of Christ shone forth in Armenia. I greet the Catholicos of All the Armenians, His Holiness Karekin II, with heartfelt thanks for his gracious invitation to visit Holy Etchmiadzin, and all the Archbishops and Bishops of the Armenian Apostolic Church. I thank you for your cordial and joyful welcome. Thank you, Your Holiness, for having welcomed me into your home. This sign of love eloquently bespeaks, better than any words can do, the meaning of friendship and fraternal charity.

On this solemn occasion, I give thanks to the Lord for the light of faith kindled in your land, the faith that has given Armenia its particular identity and made it a herald of Christ among the nations. Christ is your glory and your light. He is the sun who has illuminated and enlivened you, accompanied and sustained you, especially in times of trial. I bow before the mercy of the Lord, who willed that Armenia should become, in the year 301, the first nation to accept Christianity as its religion, at a time when persecutions still raged throughout the Roman Empire.

For Armenia, faith in Christ has not been like a garment to be donned or doffed as circumstances or convenience dictate, but an essential part of its identity, a gift of immense significance, to be accepted with joy, preserved with great effort and strength, even at the cost of life itself. As Saint John Paul II wrote: “With the ‘baptism’ of the Armenian community… the people acquired a new identity that was to become a constitutive and inseparable part of Armenian life. It would no longer be possible to think that faith did not figure as an essential element among the components of this identity” (Apostolic Letter for the 1700th Anniversary of the Baptism of the Armenian People [2 February 2001], 2). May the Lord bless you for this luminous testimony of faith. It is a shining example of the great efficacy and fruitfulness of the baptism received over seventeen hundred years ago, together with the eloquent and holy sign of martyrdom, which has constantly accompanied the history of your people.

I also thank the Lord for the journey that the Catholic Church and the Armenian Apostolic Church have undertaken through sincere and fraternal dialogue for the sake of coming to share fully in the Eucharistic banquet. May the Holy Spirit help us to attain the unity for which our Lord prayed, so that his disciples may be one and the world may believe. I gladly recall the decisive impulse given to developing closer relations and strengthening dialogue between our two Churches in recent years by Their Holinesses Vasken I and Karekin I, and by Saint John Paul II and by Benedict XVI. As significant stages of this ecumenical engagement, I would mention: the commemoration of the Witnesses to the Faith in the twentieth century during the Great Jubilee of the Year 2000; the consignment to Your Holiness of the relic of the Father of Christian Armenia, Saint Gregory the Illuminator, for the new Cathedral of Yerevan; the Joint Declaration of His Holiness John Paul II and Your Holiness, signed here in Holy Etchmiadzin; and the visits which Your Holiness has made to the Vatican for important events and commemorations.

Tragically, our world is marked by divisions and conflicts, as well as by grave forms of material and spiritual poverty, including the exploitation of persons, not least children and the elderly. It expects from Christians a witness of mutual esteem and fraternal cooperation capable of revealing to every conscience the power and truth of Christ’s resurrection. The patient and enduring commitment to full unity, the growth of joint initiatives and cooperation between all the Lord’s disciples in service to the common good: all these are like a radiant light in a dark night and a summons to experience even our differences in an attitude of charity and mutual understanding. The spirit of ecumenism takes on an exemplary value also outside of the visible confines of the ecclesial community; it represents for everyone a forceful appeal to settle divergences with dialogue and appreciation for all that unites us. It also prevents the exploitation and manipulation of faith, for it requires us to rediscover faith’s authentic roots, and to communicate, defend and spread truth with respect for the dignity of every human being and in ways that reveal the presence of the love and salvation we wish to spread. In this way, we offer to the world – which so urgently needs it – a convincing witness that Christ is alive and at work, capable of opening new paths of reconciliation among the nations, civilizations and religions. We offer a credible witness that God is love and mercy.

Dear brothers and sisters, when our actions are prompted by the power of Christ’s love, understanding and reciprocal esteem grow, a fruitful ecumenical journey becomes possible, and all people of goodwill, and society as a whole, are shown a concrete way to harmonize the conflicts that rend civil life and create divisions that prove hard to heal. May Almighty God, the Father of our Lord Jesus Christ, through the intercession of Mary Most Holy, Saint Gregory the Illuminator, “pillar of light for the Holy Church of the Armenians”, and Saint Gregory of Narek, Doctor of the Church, bless all of you and the entire Armenian nation. May he preserve you always in the faith you received from your ancestors, and to which you have borne glorious witness throughout the ages.

[01063-EN.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

Santidad, Venerado hermano,
Patriarca Supremo y Catholicós de Todos los Armenios,
Estimados hermanos y hermanas en Cristo

Crucé con emoción el umbral de este lugar sagrado, testigo de la historia de vuestro pueblo, centro que irradia su espiritualidad; y considero un don precioso de Dios el poder acercarme al santo altar desde el cual se difunde la luz de Cristo en Armenia. Saludo al Catholicós de Todos los Armenios, Su Santidad Karekin II, a quien le agradezco de corazón la grata invitación a visitar Santa Etchmiadzin, a los arzobispos y a los obispos de la Iglesia Apostólica Armenia, y doy las gracias a todos por la cordial y alegre bienvenida que me han deparado. Gracias, Santidad, por haberme acogido en su casa; este elocuente signo de amor dice, mucho más que las palabras, lo que significa la amistad y la caridad fraterna.

En esta solemne ocasión, doy gracias a Dios por la luz de la fe encendida en vuestra tierra, la fe que confirió a Armenia su identidad peculiar y la hizo mensajera de Cristo entre las naciones. Cristo es vuestra gloria, vuestra luz, el sol que os ha iluminado y dado una nueva vida, que os ha acompañado y sostenido, especialmente en los momentos de mayor prueba. Me inclino ante la misericordia del Señor, que ha querido que Armenia se convirtiese en la primera nación, desde el año 301, en acoger el cristianismo como su religión, en un tiempo en el que todavía arreciaban las persecuciones en el Imperio Romano.

La fe en Cristo no ha sido para Armenia como un vestido que se puede poner o quitar en función de las circunstancias o conveniencias, sino una realidad constitutiva de su propia identidad, un don de gran valor que se debe recibir con alegría, y custodiar con atención y fortaleza, a precio de la misma vida. Como escribió san Juan Pablo II, «Con el “bautismo” de la comunidad armenia, [...] nació una identidad nueva del pueblo, que llegaría a ser parte constitutiva e inseparable del mismo ser armenio. Desde entonces ya no será posible pensar que, entre los componentes de esa identidad, no figure la fe en Cristo, como constitutivo esencial» (Carta. ap. En el XVII centenario del bautismo del pueblo armenio, 2 febrero 2001, 2). Que el Señor os bendiga por este testimonio luminoso de fe, que muestra de manera ejemplar la poderosa eficacia y fecundidad del bautismo recibido hace más de mil setecientos años con el signo elocuente y santo del martirio, que ha sido un elemento constante en la historia de vuestro pueblo.

Doy gracias al Señor por el camino que la Iglesia católica y la Iglesia Apostólica Armenia han recorrido a través de un diálogo sincero y fraterno, con el fin de llegar a compartir plenamente la mesa eucarística. Que el Espíritu Santo nos ayude a realizar esa unidad por la cual pidió Nuestro Señor, para que sus discípulos sean uno y el mundo crea. Me es grato recordar aquí el impulso decisivo dado a la intensificación de las relaciones y al fortalecimiento del diálogo entre nuestras dos iglesias en los últimos tiempos por Su Santidad Vasken I y Karekin I, san Juan Pablo II y Benedicto XVI. Entre las etapas particularmente significativas de este compromiso ecuménico, recuerdo la conmemoración de los testigos de la fe del siglo XX, en el contexto del Gran Jubileo del año 2000; la entrega a vuestra Santidad de la reliquia del Padre de la Armenia cristiana, San Gregorio el Iluminador, para la nueva catedral de Ereván; la Declaración Conjunta de Su Santidad Juan Pablo II y de Vuestra Santidad, firmada precisamente aquí, en Santa Etchmiadzin; y las visitas que Vuestra Santidad ha hecho al Vaticano con motivo de grandes eventos y conmemoraciones.

El mundo, desgraciadamente, está marcado por las divisiones y los conflictos, así como por formas graves de pobreza material y espiritual, incluida la explotación de las personas, incluso de niños y ancianos, y espera de los cristianos un testimonio de mutua estima y cooperación fraterna, que haga brillar ante toda conciencia el poder y la verdad de la resurrección de Cristo. El compromiso paciente y renovado hacia la plena unidad, la intensificación de las iniciativas comunes y la colaboración entre todos los discípulos del Señor con vistas al bien común, son como luz brillante en una noche oscura, y una llamada a vivir también las diferencias en la caridad y en la mutua comprensión. El espíritu ecuménico adquiere un valor ejemplar, incluso fuera de los límites visibles de la comunidad eclesial, y representa para todos una fuerte llamada a componer las divergencias mediante el diálogo y la valorización de lo que une. Esto impide también la instrumentalización y la manipulación de la fe, porque obliga a redescubrir las genuinas raíces, a comunicar, defender y propagar la verdad en el respeto de la dignidad de todo ser humano y con modos que trasparenten la presencia de ese amor y de aquella salvación, que se quiere difundir. Se ofrece de este modo al mundo —que tiene necesidad urgente de ello— un convincente testimonio de que Cristo está vivo y operante, capaz de abrir siempre nuevas vías de reconciliación entre las naciones, las civilizaciones y las religiones. Se confirma y se hace creíble que Dios es amor y misericordia.

Queridos hermanos, cuando nuestro actuar está inspirado y movido por la fuerza del amor de Cristo, crece el conocimiento y la estima recíproca, se crean mejores condiciones para un camino ecuménico fructífero y, al mismo tiempo, se muestra a todas las personas de buena voluntad, y a toda la sociedad, una vía concreta y factible para armonizar los conflictos que desgarran la vida civil y producen divisiones difíciles de sanar. Que Dios todopoderoso, Padre de nuestro Señor Jesucristo, por intercesión de María Santísima, san Gregorio el Iluminador, «Columna de Luz de la Santa Iglesia de los Armenios», y san Gregorio de Narek, Doctor de la Iglesia, os bendiga a todos y a toda la Nación armenia, y la guarde siempre en la fe que ha recibido de los padres y que gloriosamente ha testimoniado a lo largo de los siglos.

[01063-ES.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua francese

Sainteté, Frère vénéré,
Patriarche Suprême et Catholicos de tous les Arméniens,
Très chers frères et sœurs dans le Christ!

avec émotion j’ai franchi le seuil de ce lieu sacré, témoin de l’histoire de votre peuple, centre rayonnant de sa spiritualité; et je considère comme un don précieux de Dieu de pouvoir m’approcher du saint Autel à partir duquel a brillé la lumière du Christ en Arménie. Je salue le Catholicos de tous les Arméniens, Sa Sainteté Karekin II, que je remercie de tout cœur pour l’heureuse invitation à venir visiter la sainte Etchmiadzin, les Archevêques et les Evêques de l’Eglise apostolique Arménienne, et je vous remercie tous pour l’accueil cordial et joyeux que vous m’avez offert. Merci, Sainteté, de m’avoir accueilli dans votre maison. Beaucoup plus que des paroles, ce signe d’amour dit, de manière éloquente, ce que signifient l’amitié et la charité fraternelle.

En cette occasion solennelle je rends grâce au Seigneur pour la lumière de la foi allumée sur votre terre, la foi qui a conféré à l’Arménie son identité particulière et qui l’a rendue messagère du Christ parmi les Nations. Le Christ est votre gloire, votre lumière, le soleil qui vous a illuminés et qui vous a donné une vie nouvelle, qui vous a accompagnés et soutenus, surtout dans les moments de plus grande épreuve. Je m’incline devant la miséricorde du Seigneur, qui a voulu que l’Arménie devienne la première Nation, depuis l’année 301, à accueillir le christianisme comme sa religion, en un temps où, dans l’empire romain, les persécutions faisaient encore rage.

La foi au Christ n’a pas été pour l’Arménie comme un vêtement que l’on peut mettre ou retirer selon les circonstances ou les convenances, mais une réalité constitutive de son identité même, un don d’une immense portée à accueillir avec joie et à garder avec application et force, au prix de la vie elle-même. Comme l’a écrit saint Jean-Paul II, « avec le “Baptême” de la communauté arménienne […] naît une identité nouvelle du peuple, qui deviendra une partie constitutive et inséparable du fait d’être Arménien. Il ne sera plus possible de penser à partir de ce moment que, parmi les composantes de cette identité, ne figure pas la foi dans le Christ en tant qu’élément constitutif essentiel» (Lett. ap. pour le 1700ème anniversaire du Baptême du peuple arménien, 2 février 2001, n. 2). Que le Seigneur vous bénisse pour ce témoignage lumineux de foi, qui montre de manière exemplaire la puissante efficacité et fécondité du Baptême reçu il y a plus de 1700 ans, avec le signe éloquent et saint du martyre, qui est resté un élément constant de l’histoire de votre peuple.

Je remercie le Seigneur aussi pour le chemin que l’Eglise Catholique et l’Eglise Apostolique Arménienne ont accompli à travers un dialogue sincère et fraternel, dans le but de parvenir au partage plénier de la Table Eucharistique. Que l’Esprit Saint nous aide à réaliser cette unité pour laquelle je prie Notre Seigneur, pour que ses disciples soient une seule chose et que le monde croie. J’aime rappeler ici l’impulsion décisive donnée à l’intensification des relations et au renforcement du dialogue entre nos deux Eglises, dans les temps récents, par leurs Saintetés Vasken I et Karekin I, par saint Jean Paul II et par Benoît XVI. Parmi les étapes particulièrement significatives de cet engagement œcuménique je rappelle la commémoration des Témoins de la foi au XXème siècle, dans le cadre du Grand Jubilé de l’année 2000; la remise à Votre Sainteté de la relique du Père de l’Arménie chrétienne saint Grégoire l’illuminateur pour la nouvelle cathédrale de Yerevan; la Déclaration commune de Sa Sainteté Jean Paul II et de Votre Sainteté, signée ici dans la Sainte Etchmiadzin; et les visites que Votre Sainteté a accomplies au Vatican à l’occasion d’importants événements et commémorations.

Le monde est malheureusement marqué par des divisions et des conflits, comme aussi par de graves formes de pauvreté matérielle et spirituelle, y compris l’exploitation des personnes, même d’ enfants et de personnes âgées; et il attend des chrétiens un témoignage d’estime réciproque et de collaboration fraternelle, qui fasse resplendir devant toute conscience la puissance et la vérité de la résurrection du Christ. L’engagement patient et renouvelé vers la pleine unité, l’intensification des initiatives communes et la collaboration entre tous les disciples du Seigneur en vue du bien commun, sont comme une lumière resplendissante dans une nuit obscure et un appel à vivre dans la charité et dans la compréhension mutuelle même les différences. L’esprit œcuménique prend une valeur exemplaire aussi au-delà des limites visibles de la communauté ecclésiale, et représente pour tous un rappel fort à concilier les divergences par le dialogue et la valorisation de ce qui unit. De plus, il empêche l’instrumentalisation et la manipulation de la foi, parce qu’il oblige à en redécouvrir les authentiques racines, à communiquer, à défendre et à propager la vérité dans le respect de la dignité de tout être humain et d’une manière qui fait transparaître la présence de cet amour et de ce salut que l’on veut répandre. On offre de cette manière au monde - qui en a l’urgent besoin– un témoignage convaincant que le Christ est vivant et agissant, capable d’ouvrir toujours des voies nouvelles de réconciliation entre les Nations, les civilisations et les religions. On atteste et on rend crédible que Dieu est amour et miséricorde.

Chers frères, quand notre agir est inspiré et mû par la force de l’amour du Christ, la connaissance et l’estime réciproque grandissent, de meilleures conditions sont créées pour un chemin œcuménique fructueux et, en même temps, on montre à toute personne de bonne volonté et à la société tout entière une voie concrète qui peut être parcourue pour harmoniser les conflits qui déchirent la vie civile et creusent des divisions difficiles à guérir. Que Dieu Tout-Puissant, Père de Notre Seigneur Jésus-Christ, par l’intercession de Marie Très Sainte, de Saint Grégoire l’Illuminateur, «colonne de lumière de la Sainte Eglise des Arméniens», et de saint Grégoire de Narek, Docteur de l’Eglise, vous bénisse tous et toute la Nation arménienne et qu’il la garde toujours dans la foi qu’elle a reçue des pères et dont elle a glorieusement témoigné au cours des siècles.

[01063-FR.01] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua tedesca

Heiligkeit, Verehrter Bruder,
Oberster Patriarch und Katholikos aller Armenier,
liebe Brüder und Schwestern in Christus,

innerlich bewegt habe ich die Schwelle dieses heiligen Ortes überschritten, der ein Zeugnis der Geschichte eures Volkes und ein strahlendes Zentrum seiner Spiritualität ist, und ich betrachte es als ein kostbares Geschenk Gottes, dass ich zu diesem heiligen Altar treten darf, von dem aus das Licht Christi in Armenien aufleuchtete. Ich begrüße den Katholikos aller Armenier, Seine Heiligkeit Karekin II., dem ich von Herzen für die geschätzte Einladung danke, das heilige Etschmiadsin sowie die Erzbischöfe und die Bischöfe der Armenisch-Apostolischen Kirche zu besuchen. Und ich danke allen für den frohen, herzlichen Empfang, den ihr mir bereitet habt. Danke, Heiligkeit, dass Sie mich in Ihrem Haus empfangen haben; dieses Zeichen der Liebe bringt – viel mehr als Worte – in beredter Weise zum Ausdruck, was brüderliche Freundschaft und Liebe bedeuten.

Bei dieser feierlichen Gelegenheit sage ich dem Herrn Dank für das Licht des Glaubens, das in eurem Land entzündet wurde – eines Glaubens, der Armenien seine besondere Identität verliehen und es zum Boten Christi unter den Nationen gemacht hat. Christus ist eure Herrlichkeit, euer Licht, die Sonne, die euch erleuchtet und euch ein neues Leben geschenkt hat, die euch begleitet und unterstützt hat, speziell in den Momenten der größten Prüfung. Ich verneige mich vor der Barmherzigkeit des Herrn, dessen Wille es war, dass Armenien die erste Nation werden sollte, die – bereits im Jahr 301 – das Christentum als ihre Religion annahm: in einer Zeit, als im Römischen Reich noch die Verfolgungen wüteten.

Der Glaube an Christus war für Armenien nicht wie ein Gewand, das man je nach Umständen oder Vorteil an- oder ablegen kann, sondern er war eine konstitutive Wirklichkeit seiner eigentlichen Identität, ein Geschenk von unermesslicher Tragweite, das es freudig anzunehmen und engagiert und kraftvoll zu hüten galt, auch um den Preis des eigenen Lebens. So schrieb der heilige Johannes Paul II.: »Durch die „Taufe“ der armenischen Gemeinschaft [...] ist eine neue Volksidentität entstanden, die zu einer untrennbaren Komponente des Wesenskerns des Armeniers wird. Von da an ist es nicht mehr denkbar, dass der Glaube an Christus nicht als Wesensmerkmal zu dieser Identität gehört « (Apostolisches Schreiben zur 1700-Jahr-Feier der Taufe des armenischen Volkes [2. Februar 2001], 2: L’Osservatore Romano [dt.] Jg. 31, Nr. 10 [9. März 2001], S. 9). Möge der Herr euch segnen für dieses leuchtende Glaubenszeugnis, das in beispielhafter Weise die machtvolle Wirkkraft und Fruchtbarkeit der Taufe beweist. Ihr habt sie vor über tausendsiebenhundert Jahren mit dem beredten Zeichen des heiligen Martyriums empfangen, das ein ständiges Element der Geschichte eures Volkes geblieben ist.

Ich danke dem Herrn auch für den Weg, den die Katholische Kirche und die Armenisch-Apostolische Kirche durch einen ehrlichen und brüderlichen Dialog zurückgelegt haben, mit dem Ziel, zur vollen eucharistischen Mahlgemeinschaft zu gelangen. Möge der Heilige Geist uns helfen, jene Einheit zu verwirklichen, um die unser Herr betete, damit seine Jünger eins seien und die Welt glaube. Es liegt mir am Herzen, hier an den entscheidenden Impuls zur Intensivierung der Beziehungen und zur Stärkung des Dialogs zwischen unseren beiden Kirchen zu erinnern, den in jüngerer Zeit Ihre Heiligkeiten Vasken I. und Karekin I. sowie Johannes PaulII. und Benedikt XVI. gegeben haben. Unter den besonders bedeutenden Etappen dieses ökumenischen Engagements erwähne ich die Gedenkfeier zu Ehren der Glaubenszeugen des 20. Jahrhunderts im Zusammenhang des Großen Jubiläums des Jahres 2000; die Übergabe der Reliquie des Vaters des christlichen Armeniens, des heiligen Gregors des Erleuchters, an Eure Heiligkeit für die neue Kathedrale von Yerevan; die gemeinsame Erklärung Seiner Heiligkeit Johannes Pauls II. und Eurer Heiligkeit, die gerade hier im heiligen Etschmiadsin unterzeichnet wurde; und die Besuche Eurer Heiligkeit im Vatikan anlässlich wichtiger Begebenheiten und Gedenkfeiern.

Die Welt ist leider gezeichnet von Spaltungen und Konflikten wie auch von schweren Formen materieller und geistlicher Armut – einschließlich der Ausbeutung von Menschen, sogar von Kindern und älteren Menschen – und erwartet von den Christen ein Zeugnis gegenseitiger Achtung und brüderlicher Zusammenarbeit, das im Bewusstsein aller die Macht und die Wahrheit der Auferstehung Christi aufleuchten lässt. Das geduldige und immer neue Engagement auf die volle Einheit hin, die Intensivierung der gemeinsamen Initiativen und die Zusammenarbeit unter allen Jüngern des Herrn im Hinblick auf das Gemeinwohl sind wie ein helles Licht in dunkler Nacht und ein Appell, auch die Verschiedenheiten in Liebe und gegenseitigem Verständnis zu leben. Der ökumenische Geist gewinnt auch außerhalb der sichtbaren Grenzen der kirchlichen Gemeinschaft einen Vorbildcharakter und ist für alle ein starker Aufruf, die Divergenzen durch den Dialog und die Würdigung dessen, was eint, beizulegen. Darüber hinaus verhindert der ökumenische Geist die Instrumentalisierung und Manipulierung des Glaubens. Denn er verpflichtet dazu, die echten Wurzeln des Glaubens wiederzuentdecken und in der Achtung gegenüber der Würde eines jeden Menschen die Wahrheit zu verkünden, zu verteidigen und zu propagieren. Und dies sollte auf eine Art geschehen, die die Gegenwart jener Liebe und jenes Heiles durchscheinen lässt, die man verbreiten möchte. Auf diese Weise wird der Welt – die dessen dringend bedarf – ein überzeugendes Zeugnis dafür geboten, dass Christus lebt und wirkt und fähig ist, immer neue Wege der Versöhnung zwischen den Nationen, den Kulturen und den Religionen zu öffnen. So wird bestätigt und glaubwürdig gemacht, dass Gott Liebe und Barmherzigkeit ist.

Liebe Brüder, wenn unser Handeln von der Kraft der Liebe Christi inspiriert und bewegt ist, nehmen die gegenseitige Kenntnis und Achtung zu, werden bessere Bedingungen für einen fruchtbaren ökumenischen Weg geschaffen und wird zugleich allen Menschen guten Willens und der gesamten Gesellschaft ein konkreter gangbarer Weg aufgezeigt, um die Konflikte zu schlichten, die das bürgerliche Leben zerreißen und Spaltungen verursachen, die schwer zu heilen sind. Auf die Fürsprache der seligen Jungfrau Maria, des heiligen Gregors des Erleuchters, der „Lichtsäule der heiligen Kirche der Armenier“, und des heiligen Kirchenlehrers Gregor von Narek segne der allmächtige Gott, der Vater unseres Herrn Jesus Christus, euch alle und die ganze armenische Nation und bewahre sie immer in dem Glauben, den sie von den Vätern empfangen und im Laufe der Jahrhunderte ruhmreich bezeugt hat.

[01063-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua portoghese

Santidade, Venerado Irmão,
Patriarca Supremo e Catholicos de Todos os Arménios,
Queridos irmãos e irmãs em Cristo!

Atravessei, comovido, o limiar deste lugar sagrado, testemunha da história do vosso povo, centro irradiador da sua espiritualidade; e considero um dom precioso de Deus poder-me aproximar do santo altar donde refulgiu a luz de Cristo na Arménia. Saúdo o Catholicos de Todos os Arménios, Sua Santidade Karekin II, a quem agradeço cordialmente o grato convite para visitar a Santa Etchmiadzin, os Arcebispos e Bispos da Igreja Apostólica Arménia, reconhecido pela receção cordial e jubilosa que todos vós me proporcionastes. Obrigado, Santidade, por me ter acolhido na sua casa; este sinal de amor exprime, de maneira muito mais eloquente que as palavras, o que significam a amizade e a caridade fraterna.

Nesta ocasião solene, dou graças ao Senhor pela luz da fé acesa na vossa terra, fé que conferiu à Arménia a sua identidade peculiar e a tornou mensageira de Cristo entre as nações. Cristo é a vossa glória, a vossa luz, o sol que vos iluminou e deu uma nova vida, que vos acompanhou e amparou, especialmente nos momentos de maior provação. Curvo-me diante da misericórdia do Senhor, que quis que a Arménia se tornasse a primeira nação, desde o ano de 301, a acolher o cristianismo como sua religião, numa época em que grassavam ainda as perseguições no Império Romano.

Para a Arménia, a fé em Cristo não foi uma espécie de vestido que se põe ou tira segundo as circunstâncias e conveniências, mas um elemento constitutivo da sua própria identidade, um dom de enorme valor que se há de acolher com alegria e guardar com empenho e fortaleza, à custa da própria vida. Como escreveu São João Paulo II, «com o “Batismo” da comunidade arménia, (...) nasce uma identidade nova do povo, que se tornará parte constitutiva e inseparável do próprio ser arménio. Desde então já não foi mais possível pensar que, entre os componentes dessa identidade, não esteja a fé em Cristo como elemento essencial» (Carta Apostólica no 1700º aniversário do Batismo do Povo Arménio, 2 de fevereiro de 2001, 2). Queira o Senhor abençoar-vos por este luminoso testemunho de fé, que demonstra de maneira exemplar, com o sinal eloquente e sagrado do martírio, a poderosa eficácia e fecundidade do Batismo recebido há mais de mil e setecentos anos, que se manteve um elemento constante da história do vosso povo.

Agradeço ao Senhor também pelo caminho que a Igreja Católica e a Igreja Apostólica Arménia realizaram, através dum diálogo sincero e fraterno, para chegar à plena partilha da Mesa Eucarística. Que o Espírito Santo nos ajude a realizar a unidade pela qual rezou nosso Senhor, pedindo que todos os seus discípulos sejam um só e o mundo creia. Apraz-me lembrar aqui o impulso decisivo dado à intensificação das relações e ao fortalecimento do diálogo entre as nossas duas Igrejas nos últimos tempos por Suas Santidades Vasken I e Karekin I, por São João Paulo II e por Bento XVI. Dentre as etapas particularmente significativas deste empenho ecuménico, lembro a comemoração das Testemunhas da fé do século XX, no contexto do Grande Jubileu do ano 2000; a entrega a Vossa Santidade da relíquia do Pai da Arménia cristã, São Gregório o Iluminador, para a nova catedral de Ierevan; a Declaração conjunta de Sua Santidade João Paulo II e de Vossa Santidade, assinada aqui mesmo na Santa Etchmiadzin; e as visitas que Vossa Santidade fez ao Vaticano por ocasião de importantes acontecimentos e comemorações.

O mundo está, infelizmente, marcado por divisões e conflitos, bem como por graves formas de pobreza material e espiritual, incluindo a exploração das pessoas, mesmo de crianças e idosos, e espera dos cristãos um testemunho de estima mútua e colaboração fraterna, que faça resplandecer diante de cada consciência o poder e a verdade da Ressurreição de Cristo. O esforço paciente e renovado rumo à unidade plena, a intensificação das iniciativas comuns e a colaboração entre todos os discípulos do Senhor tendo em vista o bem comum são como que uma luz refulgente na noite escura e um apelo a viver, na caridade e compreensão mútua, as próprias diferenças. O espírito ecuménico adquire valor exemplar mesmo fora das fronteiras visíveis da comunidade eclesial, constituindo para todos uma forte chamada a compor as divergências através do diálogo e valorização de tudo aquilo que une. Além disso impede a instrumentalização e manipulação da fé, porque obriga a redescobrir as suas raízes genuínas, a comunicar, defender e difundir a verdade no respeito pela dignidade de cada ser humano e segundo modalidades em que transpareça a presença daquele amor e daquela salvação que se quer espalhar. Deste modo, oferece-se ao mundo – extremamente necessitado – um testemunho convincente de que Cristo está vivo e ativo, capaz de abrir caminhos de reconciliação sempre novos entre as nações, as civilizações e as religiões. Atesta-se e torna-se credível que Deus é amor e misericórdia.

Queridos irmãos, quando a nossa atividade é inspirada e movida pela força do amor de Cristo, crescem o conhecimento e a estima recíprocas, criam-se melhores condições para um caminho ecuménico frutuoso e, ao mesmo tempo, mostra-se a todas as pessoas de boa vontade e à sociedade inteira um caminho concreto que se pode percorrer para harmonizar os conflitos que dilaceram a vida civil e cavam divisões difíceis de curar. Deus Todo-Poderoso, Pai de Nosso Senhor Jesus Cristo, por intercessão de Maria Santíssima, de São Gregório o Iluminador, «coluna de luz da Santa Igreja dos Arménios», e de São Gregório de Narek, Doutor da Igreja, abençoe a vós todos e à Nação Arménia inteira e a guarde sempre na fé que recebeu dos pais e testemunhou gloriosamente no decurso dos séculos.

[01063-PO.01] [Texto original: Italiano]

Al termine, dopo il canto del Padre Nostro e la Benedizione finale, il Santo Padre ha raggiunto a piedi la Residenza Papale presso la Sede Apostolica di Etchmiadzin.

[B0467-XX.02]