Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
Saluto in lingua italiana
Questa mattina, alle ore 10.00, si è svolta in Piazza San Pietro la quarta Udienza giubilare, incontro che Papa Francesco ha stabilito di tenere un sabato al mese per i pellegrini e i fedeli che giungono a Roma per il Giubileo della Misericordia.
Nel discorso in lingua italiana il Papa ha incentrato la sua meditazione su un aspetto essenziale della misericordia: l’elemosina (Brano biblico: Mt 6, 1-4).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Giubilare si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
Catechesi del Santo Padre in lingua italiana
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci permette di scoprire un aspetto essenziale della misericordia: l’elemosina. Può sembrare una cosa semplice fare l’elemosina, ma dobbiamo fare attenzione a non svuotare questo gesto del grande contenuto che possiede. Infatti, il termine “elemosina”, deriva dal greco e significa proprio “misericordia”. L’elemosina, quindi, dovrebbe portare con sé tutta la ricchezza della misericordia. E come la misericordia ha mille strade, mille modalità, così l’elemosina si esprime in tanti modi, per alleviare il disagio di quanti sono nel bisogno.
Il dovere dell’elemosina è antico quanto la Bibbia. Il sacrificio e l’elemosina erano due doveri a cui una persona religiosa doveva attenersi. Ci sono pagine importanti nell’Antico Testamento, dove Dio esige un’attenzione particolare per i poveri che, di volta in volta, sono i nullatenenti, gli stranieri, gli orfani e le vedove. E nella Bibbia questo è un ritornello continuo: il bisognoso, la vedova, lo straniero, il forestiero, l’orfano… è un ritornello. Perché Dio vuole che il suo popolo guardi a questi nostri fratelli; anzi, dirò che sono proprio al centro del messaggio: lodare Dio con il sacrificio e lodare Dio con l’elemosina.
Insieme all’obbligo di ricordarsi di loro, viene data anche un’indicazione preziosa: «Dai generosamente e, mentre doni, il tuo cuore non si rattristi» (Dt 15,10). Ciò significa che la carità richiede, anzitutto, un atteggiamento di gioia interiore. Offrire misericordia non può essere un peso o una noia da cui liberarci in fretta. E quanta gente giustifica sé stessa per non dare l’elemosina dicendo: “Ma come sarà questo? Questo a cui io darò, forse andrà a comprare vino per ubriacarsi”. Ma se lui si ubriaca, è perché non ha un’altra strada! E tu, cosa fai di nascosto, che nessuno vede? E tu sei giudice di quel povero uomo che ti chiede una moneta per un bicchiere di vino? Mi piace ricordare l’episodio del vecchio Tobia che, dopo aver ricevuto una grande somma di denaro, chiamò suo figlio e lo istruì con queste parole: «A tutti quelli che praticano la giustizia fa’ elemosina. […] Non distogliere lo sguardo da ogni povero e Dio non distoglierà da te il suo» (Tb 4,7-8). Sono parole molto sagge che aiutano a capire il valore dell’elemosina.
Gesù, come abbiamo ascoltato, ci ha lasciato un insegnamento insostituibile in proposito. Anzitutto, ci chiede di non fare l’elemosina per essere lodati e ammirati dagli uomini per la nostra generosità: fa’ in modo che la tua mano destra non sappia quello che fa la sinistra (cfr Mt 6,3). Non è l’apparenza che conta, ma la capacità di fermarsi per guardare in faccia la persona che chiede aiuto. Ognuno di noi può domandarsi: “Io sono capace di fermarmi e guardare in faccia, guardare negli occhi, la persona che mi sta chiedendo aiuto? Sono capace?”. Non dobbiamo identificare, quindi, l’elemosina con la semplice moneta offerta in fretta, senza guardare la persona e senza fermarsi a parlare per capire di cosa abbia veramente bisogno. Allo stesso tempo, dobbiamo distinguere tra i poveri e le varie forme di accattonaggio che non rendono un buon servizio ai veri poveri. Insomma, l’elemosina è un gesto di amore che si rivolge a quanti incontriamo; è un gesto di attenzione sincera a chi si avvicina a noi e chiede il nostro aiuto, fatto nel segreto dove solo Dio vede e comprende il valore dell’atto compiuto.
Ma fare l’elemosina dev’essere per noi anche una cosa che sia un sacrificio. Io ricordo una mamma: aveva tre figli, di sei, cinque e tre anni, più o meno. E sempre insegnava ai figli che si doveva dare l’elemosina a quelle persone che la chiedevano. Erano a pranzo: ognuno stava mangiando una cotoletta alla milanese, come si dice nella mia terra, “impanata”. Bussano alla porta. Il più grande va ad aprire e torna: “Mamma, c’è un povero che chiede da mangiare”. “Cosa facciamo?”, chiede la mamma. “Gli diamo – dicono tutti e – gli diamo!” – “Bene: prendi la metà della tua cotoletta, tu prendi l’altra metà, tu l’altra metà, e ne facciamo due panini” - “Ah no, mamma, no!” - “No? Tu da’ del tuo, dà di quello che ti costa”. Questo è il coinvolgersi con il povero. Io mi privo di qualcosa di mio per darlo a te. E ai genitori dico: educate i vostri figli a dare così l’elemosina, ad essere generosi con quello che hanno.
Facciamo nostre allora le parole dell’apostolo Paolo: «In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”» (At 20,35; cfr 2 Cor 9,7). Grazie!
[00547-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Sintesi della catechesi e saluti nelle diverse lingue
In lingua francese
Speaker:
Frères et sœurs, l’aumône est un aspect essentiel de la miséricorde; elle en est, d’ailleurs, un synonyme et devrait en porter toute la richesse. Dans l’Ancien Testament, Dieu exige une attention particulière pour les pauvres, à qui l’on doit donner généreusement, et dans une attitude de joie intérieure. Jésus nous a laissé un enseignement irremplaçable sur l’aumône: elle n’est pas un motif de louange ni d’admiration, mais elle doit être faite dans le secret du cœur, où seul Dieu voit et sait la valeur du geste accompli. L’aumône ne s’identifie pas à la seule pièce de monnaie donnée à la hâte, sans s’arrêter un moment, sans regarder la personne dans le besoin. Elle est un geste d’amour et d’attention sincère à la personne qui a besoin de nous.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese. In questo Anno Giubilare, chiediamo la grazia di portare uno sguardo d’amore più attento alle persone che aiutiamo, di fermarci presso di loro, e scopriremo così che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Che Dio vi benedica!
Speaker:
Je salue cordialement les pèlerins de langue française. En cette Année jubilaire, demandons la grâce de porter un regard d’amour plus attentif aux personnes que nous aidons, de nous arrêter davantage auprès d’elles; et découvrons ainsi qu’il y a plus de joie à donner qu’à recevoir. Que Dieu vous bénisse!
[00548-FR.01] [Texte original: Français]
In lingua inglese
Speaker:
Dear Brothers and Sisters: In our continuing catechesis for this Holy Year of Mercy, we now consider the practice of almsgiving. Our English word “alms” comes from an ancient Greek word itself meaning “mercy”. Giving “alms” is more than simply giving money; it is a matter of heart-felt concern for those in genuine need. The Bible speaks of almsgiving as a God-given duty, which must be carried out freely and joyfully, but also with a sense of responsibility. We need to distinguish the truly poor from the various forms of begging which do not help them. Jesus himself encourages a quiet and sincere concern for others who need our help, but warns against acts of charity performed to gain the approval of others. In our efforts to be merciful, let us take to heart his words: “It is more blessed to give than to receive” (Acts 20:35).
Santo Padre:
Saluto i visitatori di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente i pellegrini dell’Arcidiocesi di Dublino. Nella gioia del Signore Risorto, invoco su di voi e sulle vostre famiglie l’amore misericordioso di Dio nostro Padre. Il Signore vi benedica!
Speaker:
I greet the English-speaking visitors taking part in today’s Audience, particularly the pilgrims from the Archdiocese of Dublin. In the joy of the Risen Lord, I invoke upon you and your families the loving mercy of God our Father. May the Lord bless you all!
[00549-EN.01] [Original text: English]
In lingua tedesca
Speaker:
Liebe Brüder und Schwestern, heute wollen wir uns mit dem Almosengeben befassen, das ein wesentlicher Ausdruck der Barmherzigkeit ist. Der Ursprung des Begriffs „Almosen“ liegt in einem griechischen Wort, das so viel wie Mitleid oder Erbarmen bedeutet. Insofern ist das Almosen die konkret gewordene Barmherzigkeit. Schon im Alten Bund gehörte die Unterstützung von Bedürftigen neben dem rituellen Opferdienst zu den grundlegenden Pflichten der Gläubigen. Eine frohe Grundhaltung sollte die Basis jeder Wohltätigkeit sein. Nur so sind wir imstande, den Bedürftigen richtig anzuschauen und zu verstehen, was er wirklich braucht. Jesus warnt uns davor, uns selbst mit unseren Almosen in ein gutes Licht zu stellen. Es ist nicht der äußere Schein, der zählt, sondern die Fähigkeit, stehen zu bleiben und zu sehen, was dem Bedürftigen fehlt. Das Almosengeben ist eine Geste der Liebe, eine Geste ehrlicher Aufmerksamkeit gegenüber dem, der sich uns nähert und um unsere Hilfe bittet. Und dies vollzieht sich im Verborgenen, wo nur Gott den Wert unserer Handlung sieht und versteht.
Santo Padre:
Saluto cordialmente i pellegrini di lingua tedesca e di lingua fiamminga. Vi invito ad essere generosi nel dare l’elemosina ricordando le parole di Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!” (At 20,35). Il Signore benedica voi e le vostre famiglie.
Speaker:
Herzlich grüße ich die Pilger deutscher und flämischer Sprache. Seien wir großzügig im Geben von Almosen und denken wir dabei immer an das Wort Jesu „Geben ist seliger als nehmen“ (Apg 20,35). Der Herr segne euch und eure Familien.
[00550-DE.01] [Originalsprache: Deutsch]
In lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
La limosna es un aspecto esencial de la misericordia. En efecto, el término “limosna” significa “misericordia” y tiene muchos modos de manifestarse. En la Sagrada Escritura, Dios nos muestra su atención especial por los pobres y nos pide que no sólo nos acordemos de ellos sino que les ayudemos con alegría. Esto significa que la caridad requiere una actitud de gozo interior. Un acto de misericordia no puede ser un peso del cual nos tenemos que liberar cuanto antes. El anciano Tobías, en el Antiguo Testamento, nos da una sabia lección sobre el valor de la limosna. Nos dice: «No apartes tu rostro de ningún pobre, porque así no apartará de ti su rostro el Señor» (Tb 4,8). Lo que cuenta es la capacidad de mirar a la cara de la persona que nos pide auxilio. La limosna es un gesto sincero de amor y de atención ante quien nos encontramos, y, como nos exige el mismo Jesús, tiene que hacerse para que sólo Dios lo vea. Tengamos siempre presentes en nuestra vida las palabras del Señor: «Mayor felicidad hay en dar que en recibir» (Hch 20,35).
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los venidos de España y Latinoamérica. Los invito practicar la limosna como signo de misericordia y a no olvidar de mirar a los ojos de quien les pide ayuda; así, Dios no les ocultará su rostro. Muchas gracias.
[00551-ES.01] [Texto original: Español]
In lingua portoghese
Speaker:
Um aspeto essencial da misericórdia é a esmola; mais ainda: o termo grego, donde deriva a palavra «esmola», significa precisamente misericórdia. E, como a misericórdia chega até nós por mil estradas, também de inúmeros modos a nossa esmola pode beneficiar o necessitado. Nesta categoria de necessitado, a Bíblia inclui os indigentes, os forasteiros, os órfãos e as viúvas. A esmola é um gesto de sincera solicitude por quem se aproxima de nós e nos pede ajuda; esta ajuda não deve ser prestada com alarde para sermos louvados pelos outros, mas no segredo onde só Deus vê e compreende o valor do ato realizado. Na verdade não é a aparência que conta, mas a capacidade de parar e fixar, olhos nos olhos, a pessoa que pede ajuda. Assim não devemos identificar a esmola com a oferta duma moedinha, dada à pressa para nos livrarmos de um pedinte, mas olhar a pessoa e deter-se a falar com ela, para se entender verdadeiramente o que ela necessita. A esmola deve levar consigo toda a riqueza da misericórdia. Lêem-se, no livro bíblico do Deuteronómio, estas palavras do Senhor: «Deves dar-lhe sem que o teu coração fique pesaroso» (15, 10.11). Isto significa que a esmola requer, antes de mais nada, uma atitude de alegria interior, pois – como disse Jesus – «a felicidade está mais em dar do que em receber».
Santo Padre:
Con grande affetto saluto i pellegrini di lingua portoghese, in particolare i gruppi di Pontal e del Colégio São Bento do Rio de Janeiro, augurando a voi tutti di rendervi sempre conto di quanto l’appartenenza alla Chiesa sia davvero un dono meraviglioso. Vegli sul vostro cammino la Vergine Maria e vi aiuti ad essere segno di fiducia e strumento di carità in mezzo ai vostri fratelli. Su di voi e sulle vostre famiglie scenda la Benedizione di Dio.
Speaker:
Com grande afeto, saúdo os peregrinos de língua portuguesa, em particular os grupos de Pontal e do Colégio São Bento do Rio de Janeiro, com votos de que possais vós todos dar-vos sempre conta do dom maravilhoso que é pertencer à Igreja. Vele sobre o vosso caminho a Virgem Maria e vos ajude a ser sinal de confiança e instrumento de caridade no meio dos vossos irmãos. Sobre vós e vossas famílias desça a Bênção de Deus.
[00552-PO.01] [Texto original: Português]
In lingua araba
Speaker:
أيّها الإخوة والأخوات الأعزّاء، إنّ الإنجيل الذي سمعناه يسمح لنا باكتشاف جانب جوهريّ للرّحمة: الصَّدَقَة. إنّ كلمة "صَدَقَة" تأتي من اللغة اليونانيّة وتعني "رحمة". وبالتالي على الصَدَقَة أن تحمل معها غنى الرّحمة بأسره. إنّ واجب الصّدقة قديم بقدر الكتاب المقدّس، وهناك صفحات مهمّة من العهد القديم حيث يطلب الله فيها إهتمامًا خاصًّا بالفقراء الذين يكونون أحيانًا مُعدَمين أو غرباء أو أيتام أو أرامل. إنّ يسوع، وكما سمعنا، ترك لنا في هذا الشأن تعليمًا لا يمكن استبداله. أولاً يطلب منّا ألاّ نتصدّق لكي نُمدَح ويُعجب الناس بسخائنا. ليس الظّاهر الذي يُهِم وإنّما القدرة على التوقّف للنظر في وجه الشّخص الذي يطلب مساعدة. لا يجب علينا إذًا أن نعتبر الصّدقة مجرّد تقدمة مال بسيطة وسريعة بدون النّظر إلى الشّخص وبدون التوقّف للحديث معه لنفهم ما هو بحاجة إليه حقًّا. في الوقت عينه ينبغي علينا أن نُميّز بين الفقراء ومختلف أشكال التسوّل التي لا تقدّم خدمة جيّدة للفقراء الحقيقيّين. لذلك، فالصّدقة هي تصرّف محبّة موجّه نحو الذين نلتقي بهم؛ إنّها تصرّف اهتمام صادق تجاه الذي يقترب منا ويطلب مساعدتنا، ويتمُّ في الخفيّة حيث يرى الله وحده ويفهم قيمة هذا التصرّف.
Santo Padre:
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, non dobbiamo avere timore della misericordia, essa è un amore che ci raggiunge e coinvolge per permetterci di riconoscere il volto di Dio in quello dei fratelli. Lasciamoci condurre docilmente da questo amore e diventeremo misericordiosi come il Padre. Il Signore vi benedica!
Speaker:
أُرحّبُ بالحجّاجِ الناطقينَ باللغةِ العربيَّة، وخاصةً بالقادمينَ من الشرق الأوسط. أيها الإخوةُ والأخواتُ الأعزاء، يجب ألا نخاف من الرحمة، فإنَّها محبَّة تلاقينا وتجتذبنا كي تسمح لنا بالتعرُّف على وجه الله في وجوه الأخوة. لنسمح لهذه المحبَّة أن تقودنا بوداعة فنصبح رحماء كالآب. ليُبارككُم الرب!
[00553-AR.01] [Testo originale: Arabo]
In lingua polacca
Speaker:
Drodzy bracia i siostry, usłyszana przez nas Ewangelia zwraca naszą uwagę na istotny aspekt naszej pobożności: jałmużnę. W języku greckim termin ten oznacza „miłosierdzie” i ukazuje, w jaki sposób można ulżyć trudnościom osób potrzebujących. Ważne wskazania dotyczące obowiązku dawana jałmużny znajdujemy w Starym Testamencie, gdy Bóg domaga się od ludzi szczególnej troski o ubogich, o tych, którzy czasem nic nie mają, o cudzoziemców, sieroty i wdowy. Pan Jezus w Ewangelii przestrzega nas, byśmy przypadkiem nie dawali jałmużny, by być chwalonymi i podziwianymi przez ludzi z powodu naszej hojności. Nie możemy też utożsamiać gestu pomocy jedynie z rzuceniem w pośpiechu monety, bez spojrzenia na osobę, bez zatrzymania się, by z nią porozmawiać i zrozumieć, czego ona rzeczywiście potrzebuje. Niech dawana przez nas jałmużna będzie zawsze gestem miłości i uwagi skupionej na tych, którzy się do nas zbliżają i proszą o pomoc, gestem dokonanym w ukryciu, gdzie tylko Bóg widzi i oceni wartość naszego czynu.
Santo Padre:
Do il mio benvenuto ai pellegrini polacchi, ricordando anche i vostri connazionali in Polonia e all’estero. Attraversando le Porte Sante delle Basiliche Papali a Roma e le Porte della Misericordia, aperte nelle vostre diocesi, ottenete l’indulgenza giubilare per voi stessi, per i vostri cari e per i vostri defunti. Anche coloro che compiono opere di misericordia, gli infermi, le persone anziane impossibilitate a uscire e i prigionieri possono lucrarla. Approfittiamo del dono della Divina misericordia! Sia lodato Gesù Cristo.
Speaker:
Witam pielgrzymów polskich. Pozdrawiam także waszych rodaków w Polsce i za granicą. Przechodząc przez Święte Drzwi Bazylik Papieskich w Rzymie i Drzwi Miłosierdzia otwarte w waszych diecezjach, wypraszajcie łaskę jubileuszowego odpustu dla siebie samych, waszych bliskich i zmarłych. Mogą go uzyskać także ci, którzy pełnią uczynki miłosierdzia, chorzy, starsi niewychodzący z domu, więźniowie. Korzystajmy z daru Bożego miłosierdzia! Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.
[00554-PL.01] [Testo originale: Polacco]
Saluto in lingua italiana
Cari pellegrini di lingua italiana: benvenuti!
Sono lieto di accogliere i fedeli di alcune Diocesi italiane accompagnate dai rispettivi Pastori: Genova, Torino, Amalfi-Cava de’ Tirreni, Matera-Irsina, Brescia e Nocera Inferiore-Sarno. Saluto i pellegrinaggi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; della Caritas di Casale Monferrato e della Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici, che ricorda il 50° anniversario di fondazione. Saluto le Figlie del Santissimo Redentore e della Beata Vergine Addolorata, che festeggiano duecento anni di apostolato; e i fedeli di Ancona, Mede Lomellina e Andria. Vi esorto a ravvivare la fede con il passaggio attraverso la Porta Santa, per essere testimoni dell’amore del Signore Risorto con concrete opere di misericordia.
Un saluto rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Questo Anno Santo sia vissuto con particolare intensità. Cari giovani, specialmente voi ragazzi della Professione di fede della Diocesi di Tivoli, siate sempre fedeli al vostro Battesimo con la coerente testimonianza di vita; cari ammalati, in particolare gli associati all’Unitalsi della Lombardia e della Campania, la luce della Pasqua vi illumini e vi conforti nella vostra sofferenza; e voi, cari sposi novelli, attingete al mistero pasquale il coraggio per essere protagonisti nella Chiesa e nella società, contribuendo alla costruzione della civiltà dell’amore.
[00555-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0247-XX.01]