Messaggio del Santo Padre
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Il 17 aprile 2016, IV Domenica di Pasqua, si celebra la 53.ma Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni sul tema: La Chiesa, madre di vocazioni.
Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Francesco ha preparato per tale Giornata:
Messaggio del Santo Padre
La Chiesa, madre di vocazioni
Cari fratelli e sorelle,
come vorrei che, nel corso del Giubileo Straordinario della Misericordia, tutti i battezzati potessero sperimentare la gioia di appartenere alla Chiesa! E potessero riscoprire che la vocazione cristiana, così come le vocazioni particolari, nascono in seno al popolo di Dio e sono doni della divina misericordia. La Chiesa è la casa della misericordia, ed è la “terra” dove la vocazione germoglia, cresce e porta frutto.
Per questo motivo invito tutti voi, in occasione di questa 53ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, a contemplare la comunità apostolica, e a ringraziare per il ruolo della comunità nel cammino vocazionale di ciascuno. Nella Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia ho ricordato le parole di san Beda il Venerabile, riferite alla vocazione di san Matteo: «Miserando atque eligendo» (Misericordiae Vultus, 8). L’azione misericordiosa del Signore perdona i nostri peccati e ci apre alla vita nuova che si concretizza nella chiamata alla sequela e alla missione. Ogni vocazione nella Chiesa ha la sua origine nello sguardo compassionevole di Gesù. La conversione e la vocazione sono come due facce della stessa medaglia e si richiamano continuamente in tutta la vita del discepolo missionario.
Il beato Paolo VI, nell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, ha descritto i passi del processo dell’evangelizzazione. Uno di essi è l’adesione alla comunità cristiana (cfr n. 23), quella comunità da cui ha ricevuto la testimonianza della fede e la proclamazione esplicita della misericordia del Signore. Questa incorporazione comunitaria comprende tutta la ricchezza della vita ecclesiale, particolarmente i Sacramenti. E la Chiesa non è solo un luogo in cui si crede, ma è anche oggetto della nostra fede; per questo nel Credo diciamo: «Credo la Chiesa».
La chiamata di Dio avviene attraverso la mediazione comunitaria. Dio ci chiama a far parte della Chiesa e, dopo una certa maturazione in essa, ci dona una vocazione specifica. Il cammino vocazionale si fa insieme ai fratelli e alle sorelle che il Signore ci dona: è una con-vocazione. Il dinamismo ecclesiale della chiamata è un antidoto all’indifferenza e all’individualismo. Stabilisce quella comunione nella quale l’indifferenza è stata vinta dall’amore, perché esige che noi usciamo da noi stessi ponendo la nostra esistenza al servizio del disegno di Dio e facendo nostra la situazione storica del suo popolo santo.
In questa Giornata, dedicata alla preghiera per le vocazioni, desidero esortare tutti i fedeli ad assumersi le loro responsabilità nella cura e nel discernimento vocazionale. Quando gli apostoli cercavano uno che prendesse il posto di Giuda Iscariota, san Pietro radunò centoventi fratelli (cfr At 1,15); e per la scelta dei sette diaconi, fu convocato il gruppo dei discepoli (cfr At 6,2). San Paolo dà a Tito criteri specifici per la scelta dei presbiteri (Tt 1,5-9). Anche oggi, la comunità cristiana è sempre presente nel germogliare delle vocazioni, nella loro formazione e nella loro perseveranza (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 107).
La vocazione nasce nella Chiesa. Fin dal sorgere di una vocazione è necessario un adeguato “senso” della Chiesa. Nessuno è chiamato esclusivamente per una determinata regione, né per un gruppo o movimento ecclesiale, ma per la Chiesa e per il mondo. «Un chiaro segno dell’autenticità di un carisma è la sua ecclesialità, la sua capacità di integrarsi armonicamente nella vita del Popolo santo di Dio per il bene di tutti» (ibid.,130). Rispondendo alla chiamata di Dio, il giovane vede espandersi il proprio orizzonte ecclesiale, può considerare i molteplici carismi e compiere così un discernimento più obiettivo. La comunità diventa, in questo modo, la casa e la famiglia dove nasce la vocazione. Il candidato contempla grato questa mediazione comunitaria come elemento irrinunciabile per il suo futuro. Impara a conoscere e amare fratelli e sorelle che percorrono cammini diversi dal suo; e questi vincoli rafforzano in tutti la comunione.
La vocazione cresce nella Chiesa. Durante il processo di formazione, i candidati alle diverse vocazioni hanno bisogno di conoscere sempre meglio la comunità ecclesiale, superando la visione limitata che tutti abbiamo all’inizio. A tale scopo è opportuno fare qualche esperienza apostolica insieme ad altri membri della comunità, per esempio: accanto ad un buon catechista comunicare il messaggio cristiano; sperimentare l’evangelizzazione delle periferie insieme ad una comunità religiosa; scoprire il tesoro della contemplazione condividendo la vita di clausura; conoscere meglio la missione ad gentes a contatto con i missionari; e con i preti diocesani approfondire l’esperienza della pastorale nella parrocchia e nella diocesi. Per quelli che sono già in formazione, la comunità ecclesiale rimane sempre l’ambito educativo fondamentale, verso cui si sente gratitudine.
La vocazione è sostenuta dalla Chiesa. Dopo l’impegno definitivo, il cammino vocazionale nella Chiesa non finisce, ma continua nella disponibilità al servizio, nella perseveranza, nella formazione permanente. Chi ha consacrato la propria vita al Signore è disposto a servire la Chiesa dove essa ne abbia bisogno. La missione di Paolo e Barnaba è un esempio di questa disponibilità ecclesiale. Inviati in missione dallo Spirito Santo e dalla comunità di Antiochia (cfr At 13,1-4), ritornarono alla stessa comunità e raccontarono quello che il Signore aveva fatto per mezzo loro (cfr At 14,27). I missionari sono accompagnati e sostenuti dalla comunità cristiana, che rimane un riferimento vitale, come la patria visibile che offre sicurezza a quelli che compiono il pellegrinaggio verso la vita eterna.
Tra gli operatori pastorali rivestono una particolare importanza i sacerdoti. Mediante il loro ministero si fa presente la parola di Gesù, che ha detto: «Io sono la porta delle pecore […] Io sono il buon pastore» (Gv 10,7.11). La cura pastorale delle vocazioni è una parte fondamentale del loro ministero pastorale. I sacerdoti accompagnano coloro che sono alla ricerca della propria vocazione, come pure quanti già hanno offerto la vita al servizio di Dio e della comunità.
Tutti i fedeli sono chiamati a rendersi consapevoli del dinamismo ecclesiale della vocazione, perché le comunità di fede possano diventare, sull’esempio della Vergine Maria, seno materno che accoglie il dono dello Spirito Santo (cfr Lc 1,35-38). La maternità della Chiesa si esprime mediante la preghiera perseverante per le vocazioni e con l’azione educativa e di accompagnamento per quanti percepiscono la chiamata di Dio. Lo fa anche mediante un’accurata selezione dei candidati al ministero ordinato e alla vita consacrata. Infine, è madre delle vocazioni nel continuo sostegno di coloro che hanno consacrato la vita al servizio degli altri.
Chiediamo al Signore di concedere a tutte le persone che stanno compiendo un cammino vocazionale una profonda adesione alla Chiesa; e che lo Spirito Santo rafforzi nei Pastori e in tutti i fedeli la comunione, il discernimento e la paternità e maternità spirituale.
Padre di misericordia, che hai donato il tuo Figlio per la nostra salvezza e sempre ci sostieni con i doni del tuo Spirito, concedici comunità cristiane vive, ferventi e gioiose, che siano fonti di vita fraterna e suscitino fra i giovani il desiderio di consacrarsi a Te e all’evangelizzazione. Sostienile nel loro impegno di proporre una adeguata catechesi vocazionale e cammini di speciale consacrazione. Dona sapienza per il necessario discernimento vocazionale, così che in tutto risplenda la grandezza del tuo amore misericordioso. Maria, Madre ed educatrice di Gesù, interceda per ogni comunità cristiana, affinché, resa feconda dallo Spirito Santo, sia fonte di genuine vocazioni al servizio del popolo santo di Dio.
Dal Vaticano, 29 novembre 2015,
I Domenica di Avvento
FRANCISCUS
[02156-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua francese
L’Église, mère des vocations
Chers frères et sœurs,
Comme je voudrais, au cours du Jubilé extraordinaire de la Miséricorde, que tous les baptisés puissent expérimenter la joie d’appartenir à l’Église! Puissent-ils redécouvrir que la vocation chrétienne, ainsi que les vocations particulières, naissent au sein du peuple de Dieu et sont des dons de la miséricorde divine. L’Église est la maison de la miséricorde, et constitue le «terreau» où la vocation germe, grandit et porte du fruit.
Pour cette raison, je vous invite tous, en cette 53ème Journée Mondiale de Prière pour les Vocations, à contempler la communauté apostolique, et à être reconnaissants pour le rôle que joue la communauté dans le parcours vocationnel de chacun. Dans la Bulle d’indiction du Jubilé extraordinaire de la Miséricorde, j’ai fait mémoire des paroles de saint Bède le Vénérable concernant la vocation de saint Matthieu: «Miserando atque eligendo» («Jésus regarda Matthieu avec un amour miséricordieux, et le choisit») (Misericordiae Vultus, n. 8). L’action miséricordieuse du Seigneur pardonne nos péchés et nous ouvre à la vie nouvelle qui se concrétise dans l’appel à sa suite et à la mission. Toute vocation dans l’Église a son origine dans le regard plein de compassion de Jésus. La conversion et la vocation sont comme les deux faces d’une même médaille et elles se rappellent sans cesse à nous, dans notre vie de disciple missionnaire.
Dans son Exhortation Apostolique Evangelii nuntiandi, le Bienheureux Paul VI a décrit les étapes du processus d’évangélisation. L’une d’entre elles est l’adhésion à la communauté chrétienne (cf. n.23), dont on reçoit le témoignage de la foi et la proclamation explicite de la miséricorde du Seigneur. Cette incorporation communautaire comprend toute la richesse de la vie ecclésiale, particulièrement les sacrements. Et l’Église n’est pas seulement un lieu où l’on croit, mais elle est aussi objet de notre foi; pour cela, dans le Credo, nous disons:«Je crois en l’Église…».
L’appel de Dieu nous arrive à travers la médiation de la communauté. Dieu nous appelle à faire partie de l’Église et, après un certain temps de maturation en elle, il nous donne une vocation spécifique. Le parcours vocationnel se fait avec les frères et les sœurs que le Seigneur nous donne: c’est une con-vocation. Le dynamisme ecclésial de l’appel est un antidote à l’indifférence et à l’individualisme. Il établit cette communion dans laquelle l’indifférence a été vaincue par l’amour, parce qu’il exige que nous sortions de nous-mêmes, en mettant notre existence au service du dessein de Dieu et en faisant nôtre la situation historique de son peuple saint.
En cette journée consacrée à la prière pour les vocations, je désire exhorter tous les fidèles à prendre leurs responsabilités dans le souci et le discernement des vocations. Quand les apôtres cherchèrent quelqu’un pour remplacer Judas Iscariote, saint Pierre rassembla cent-vingt frères (cf. Ac1,15); et, pour le choix des sept diacres, tout le groupe des disciples fut convoqué (cf. Ac6,2). Saint Paul donna à Tite des critères spécifiques pour le choix des Anciens (Tt1,5-9). Également aujourd’hui, la communauté chrétienne est toujours présente à la germination des vocations, à la formation de ceux qui sont appelés et à leur persévérance (cf. Exhort. Ap. Evangelii gaudium, n. 107).
La vocation naît dans l’Église. Dès le début de l’éveil d’une vocation, un ‘sens’ adéquat de l’Église est nécessaire. Personne n’est appelé uniquement pour une région déterminée, ou pour un groupe ou un mouvement ecclésial, mais pour l’Église et pour le monde. «Un signe clair de l’authenticité d’un charisme est son ecclésialité, sa capacité de s’intégrer harmonieusement dans la vie du peuple saint de Dieu, pour le bien de tous» (ibid., n. 130). En répondant à l’appel de Dieu, le jeune voit s’élargir son horizon ecclésial; il peut découvrir les multiples charismes et réaliser ainsi un discernement plus objectif. De cette manière, la communauté devient la maison et la famille où naît la vocation. Le candidat regarde alors, dans la gratitude, cette médiation communautaire comme un élément auquel il ne peut renoncer pour son avenir. Il apprend à connaître et à aimer ses frères et sœurs qui parcourent un chemin différent du sien; et ces liens renforcent en tous la communion.
La vocation grandit dans l’Église. Durant le processus de formation, les candidats aux diverses vocations ont besoin de connaître toujours mieux la communauté ecclésiale, en dépassant la vision limitée que nous avons tous au départ. À cette fin, il est opportun de faire des expériences apostoliques en compagnie d’autres membres de la communauté, par exemple: communiquer le message chrétien aux côtés d’un bon catéchiste; faire l’expérience de l’évangélisation des périphéries avec une communauté religieuse; découvrir le trésor de la contemplation en passant un temps dans un monastère; mieux connaître la mission ad gentes («aux nations») au contact de missionnaires; et, avec des prêtres diocésains, approfondir l’expérience de la pastorale en paroisse et dans le diocèse. Pour ceux qui sont déjà en formation, la communauté ecclésiale demeure toujours le milieu éducatif fondamental, objet de toute notre gratitude.
La vocation est soutenue par l’Église. Le parcours vocationnel dans l’Église ne s’arrête pas après l’engagement définitif, mais il continue dans la disponibilité au service, dans la persévérance et par la formation permanente. Celui qui a consacré sa vie au Seigneur est disposé à servir l’Église là où elle en a besoin. La mission de Paul et de Barnabé est un exemple de cette disponibilité ecclésiale. Envoyés en mission par l’Esprit Saint et par la communauté d’Antioche (cf. Ac13,1-4), ils retournèrent dans cette même communauté et racontèrent ce que le Seigneur avait fait par eux (cf. Ac14,27). Les missionnaires sont accompagnés et soutenus par la communauté chrétienne qui demeure une référence vitale, en tant que patrie visible offrant sécurité à ceux qui accomplissent leur pèlerinage vers la vie éternelle.
Parmi les opérateurs pastoraux, les prêtres revêtent une importance particulière. À travers leur ministère, se rend présente la parole de Jésus qui a dit: «Je suis la porte des brebis […] Je suis le bon pasteur» (Jn10, 7.11). Le souci pastoral des vocations est une part fondamentale de leur ministère pastoral. Les prêtres accompagnent ceux qui sont à la recherche de leur vocation, comme aussi ceux qui ont déjà offert leur vie au service de Dieu et de la communauté.
Tous les fidèles sont appelés à prendre conscience du dynamisme ecclésial de la vocation, afin que les communautés croyantes puissent devenir, à l’exemple de la Vierge Marie, ce sein maternel qui accueille le don de l’Esprit Saint (cf. Lc1, 35-38). La maternité de l’Église s’exprime par la prière persévérante pour les vocations et par l’action éducative et l’accompagnement de ceux qui perçoivent l’appel de Dieu. Elle se réalise aussi dans le choix fait avec soin des candidats au ministère ordonné et à la vie consacrée. Enfin, l’Église est mère des vocations par son soutien continu de ceux qui ont consacré leur vie au service des autres.
Demandons au Seigneur d’accorder une profonde adhésion à l’Église à toutes les personnes qui sont en cheminement vocationnel; et que l’Esprit Saint renforce chez les pasteurs et chez tous les fidèles la communion, le discernement, ainsi que la paternité et la maternité spirituelles.
Père de miséricorde, qui as donné ton Fils pour notre salut et qui nous soutiens sans cesse par les dons de ton Esprit, donne-nous des communautés chrétiennes vivantes, ferventes et joyeuses, qui soient sources de vie fraternelle et qui suscitent chez les jeunes le désir de se consacrer à Toi et à l’évangélisation. Soutiens-les dans leur application à proposer une catéchèse vocationnelle adéquate et différents chemins de consécration particulière. Donne la sagesse pour le nécessaire discernement vocationnel, afin qu’en tous resplendisse la grandeur de ton Amour miséricordieux. Marie, Mère et éducatrice de Jésus, intercède pour chaque communauté chrétienne, afin que, rendue féconde par l’Esprit Saint, elle soit source de vocations authentiques au service du peuple saint de Dieu.
Du Vatican, le 29 novembre 2015.
Premier dimanche de l’Avent
FRANCISCUS
[02156-FR.01] [Texte original: Italien]
Traduzione in lingua inglese
The Church, Mother of Vocations
Dear Brothers and Sisters,
It is my great hope that, during the course of this Extraordinary Jubilee of Mercy, all the baptized may experience the joy of belonging to the Church and rediscover that the Christian vocation, just like every particular vocation, is born from within the People of God, and is a gift of divine mercy. The Church is the house of mercy, and it is the “soil” where vocations take root, mature and bear fruit.
For this reason, on the occasion of the 53rd World Day of Prayer for Vocations, I invite all of you to reflect upon the apostolic community, and to give thanks for the role of the community in each person’s vocational journey. In the Bull of Indiction for the Extraordinary Jubilee of Mercy, I recalled the words of the venerable Saint Bede, describing the call of Saint Matthew: “Miserando atque eligendo” (Misericordiae Vultus, 8). The Lord’s merciful action forgives our sins and opens us to the new life which takes shape in the call to discipleship and mission. Each vocation in the Church has its origin in the compassionate gaze of Jesus. Conversion and vocation are two sides of the same coin, and continually remain interconnected throughout the whole of the missionary disciple’s life.
Blessed Paul VI, in his exhortation Evangelii Nuntiandi, described various steps in the process of evangelisation. One of these steps is belonging to the Christian community (cf. no. 23), that community from which we first received the witness of faith and the clear proclamation of the Lord’s mercy. This incorporation into the Christian community brings with it all the richness of ecclesial life, particularly the sacraments. Indeed, the Church is not only a place in which we believe, but it is also an object of our faith; it is for this reason that we profess in the Credo: “I believe in the Church”.
The call of God comes to us by means of a mediation which is communal. God calls us to become a part of the Church and, after we have reached a certain maturity within it, he bestows on us a specific vocation. The vocational journey is undertaken together with the brothers and sisters whom the Lord has given to us: it is a con-vocation. The ecclesial dynamism of the call is an antidote to indifference and to individualism. It establishes the communion in which indifference is vanquished by love, because it demands that we go beyond ourselves and place our lives at the service of God’s plan, embracing the historical circumstances of his holy people.
On this day dedicated to prayer for vocations, I urge all the faithful to assume their responsibility for the care and discernment of vocations. When the Apostles sought someone to take the place of Judas Iscariot, Saint Peter brought together one hundred and twenty of the brethren (cf. Acts 1:15); and in order to chose seven deacons, a group of disciples was gathered (cf. 6:2). Saint Paul gave Titus specific criteria for the selection of presbyters (cf. Titus 1:5-9). Still today, the Christian community is always present in the discernment of vocations, in their formation and in their perseverance (cf. Apost. Ex. Evangelii Gaudium, 107).
Vocations are born within the Church. From the moment a vocation begins to become evident, it is necessary to have an adequate “sense” of the Church. No one is called exclusively for a particular region, or for a group or for an ecclesial movement, but rather for the Church and for the world. “A sure sign of the authenticity of a charism is its ecclesial character, its ability to be integrated harmoniously into the life of God’s holy and faithful people for the good of all” (ibid., 130). In responding to God’s call, young people see their own ecclesial horizon expand; they are able to consider various charisms and to undertake a more objective discernment. In this way, the community becomes the home and the family where vocations are born. Candidates gratefully contemplate this mediation of the community as an essential element for their future. They learn to know and to love their brothers and sisters who pursue paths different from their own; and these bonds strengthen in everyone the communion which they share.
Vocations grow within the Church. In the course of formation, candidates for various vocations need to grow in their knowledge of the ecclesial community, overcoming the limited perspectives that we all have at the beginning. To that end, it is helpful to undertake some apostolic experience together with other members of the community, for example: in the company of a good catechist, to communicate the Christian message; together with a religious community, to experience the evangelisation of the peripheries sharing in the life of the cloister, to discover the treasure of contemplation; in contact with missionaries, to know more closely the mission ad gentes; and in the company of diocesan priests, to deepen one’s experience of pastoral life in the parish and in the diocese. For those who are already in formation, the ecclesial community always remains the fundamental formational environment, towards which one should feel a sense of gratitude.
Vocations are sustained by the Church. After definitive commitment, our vocational journey within the Church does not come to an end, but it continues in our willingness to serve, our perseverance and our ongoing formation. The one who has consecrated his life to the Lord is willing to serve the Church wherever it has need. The mission of Paul and Barnabas is a good example of this readiness to serve the Church. Sent on mission by the Holy Spirit and by the community of Antioch (cf. Acts 13, 1-4), they returned to that same community and described what the Lord had worked through them (cf. 14: 27). Missionaries are accompanied and sustained by the Christian community, which always remains a vital point of reference, just as a visible homeland offers security to all who are on pilgrimage towards eternal life.
Among those involved in pastoral activity, priests are especially important. In their ministry, they fulfil the words of Jesus, who said: “I am the gate of the sheepfold […] I am the good shepherd” (Jn 10: 7, 11). The pastoral care of vocations is a fundamental part of their ministry. Priests accompany those who are discerning a vocation, as well as those who have already dedicated their lives to the service of God and of the community.
All the faithful are called to appreciate the ecclesial dynamism of vocations, so that communities of faith can become, after the example of the Blessed Virgin Mary, like a mother’s womb which welcomes the gift of the Holy Spirit (cf. Lk 1: 35-38). The motherhood of the Church finds expression in constant prayer for vocations and in the work of educating and accompanying all those who perceive God’s call. This motherhood is also expressed through a careful selection of candidates for the ordained ministry and for the consecrated life. Finally, the Church is the mother of vocations in her continual support of those who have dedicated their lives to the service of others.
We ask the Lord to grant to all those who are on a vocational journey a deep sense of belonging to the Church; and that the Holy Spirit may strengthen among Pastors, and all of the faithful, a deeper sense of communion, discernment and spiritual fatherhood and motherhood.
Father of mercy, who gave your Son for our salvation and who strengthens us always with the gifts of your Spirit, grant us Christian communities which are alive, fervent and joyous, which are fonts of fraternal life, and which nurture in the young the desire to consecrate themselves to you and to the work of evangelisation. Sustain these communities in their commitment to offer appropriate vocational catechesis and ways of proceeding towards each one’s particular consecration. Grant the wisdom needed for vocational discernment, so that in all things the greatness of your merciful love may shine forth. May Mary, Mother and guide of Jesus, intercede for each Christian community, so that, made fruitful by the Holy Spirit, it may be a source of true vocations for the service of the holy People of God.
From the Vatican, 29 November 2015
First Sunday of Advent
FRANCISCUS
[02156-EN.01] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua tedesca
Die Kirche – Mutter der Berufungen
Liebe Brüder und Schwestern,
wie gern wollte ich, dass im Verlauf des außerordentlichen Jubiläums der Barmherzigkeit alle Getauften die Freude, der Kirche anzugehören, erfahren könnten! Dass sie wieder entdecken könnten, dass die christliche Berufung – wie auch die besonderen Berufungen – im Schoß des Volkes Gottes entstehen und Geschenke der göttlichen Barmherzigkeit sind. Die Kirche ist das Haus der Barmherzigkeit und sie ist der «Boden», auf dem die Berufungen aufgehen, wachsen und Frucht bringen.
Daher lade ich euch alle ein, anlässlich dieses 53. Weltgebetstags für geistliche Berufe die apostolische Gemeinschaft zu betrachten und für ihre Bedeutung auf dem Berufungsweg eines jeden zu danken. In der Verkündigungsbulle des außerordentlichen Jubiläums der Barmherzigkeit habe ich an die Worte des heiligen Beda Venerabilis in Bezug auf die Berufung des heiligen Matthäus erinnert: «miserando atque eligendo» (Misericordiae Vultus, Nr. 8). Das barmherzige Handeln des Herrn bewirkt die Vergebung unserer Sünden und öffnet uns für ein neues Leben, das sich im Ruf zur Nachfolge und zur Sendung konkretisiert. Jede Berufung in der Kirche hat ihren Ursprung im barmherzigen Blick Jesu. Die Umkehr und die Berufung sind wie zwei Seiten ein und derselben Medaille und eine beständige Inspiration im ganzen Leben des missionarischen Jüngers.
Der selige Papst Paul VI. hat im Apostolischen Schreiben Evangelii nuntiandi die verschiedenen Stufen der Evangelisierung beschrieben. Eine von diesen ist die Zugehörigkeit zur christlichen Gemeinschaft (vgl. Nr. 23), also zu jener Gemeinschaft, von der man das Zeugnis des Glaubens und die ausdrückliche Verkündigung der Barmherzigkeit des Herrn empfangen hat. Diese Eingliederung in die Gemeinschaft schließt den ganzen Reichtum des kirchlichen Lebens, insbesondere die Sakramente, ein. Die Kirche ist aber nicht nur ein Ort, an dem man glaubt; sie ist vielmehr auch Gegenstand unseres Glaubens. Daher sprechen wir im Credo: «Ich glaube an die Kirche».
Der Ruf Gottes erfolgt durch die Vermittlung der Gemeinschaft. Gott ruft uns, Teil der Kirche zu sein, und nach einer gewissen Reifung in ihr schenkt er uns eine je eigene Berufung. Den Weg der Berufung geht man zusammen mit den Brüdern und Schwestern, die der Herr uns schenkt: wir werden zusammen berufen. Die kirchliche Dynamik der Berufung richtet sich gegen die Gleichgültigkeit und den Individualismus. Sie gründet jene Gemeinschaft, in der die Gleichgültigkeit durch die Liebe überwunden worden ist, weil sie fordert, dass wir aus uns selbst herausgehen, unser Leben in den Dienst des Plans Gottes stellen und uns die geschichtliche Situation seines heiligen Volkes zu Eigen machen.
An diesem Tag, der dem Gebet für die geistlichen Berufungen gewidmet ist, möchte ich alle Gläubigen ermutigen, ihre Verantwortung für die Sorge um die Berufungen und ihrer Beurteilung wahrzunehmen. Als die Apostel jemanden suchten, der den Platz des Judas Iskariot einnehmen sollte, versammelte Petrus einhundertzwanzig Brüder (vgl. Apg 1,15); und für die Wahl der sieben Diakone wurden die Schar der Jünger zusammengerufen (vgl. Apg 6,2). Der heilige Paulus nennt Titus genaue Kriterien für die Wahl der Presbyter (Tit 1,5-9). Auch heute ist die christliche Gemeinschaft stets am Wachsen der Berufungen, an ihrer Ausbildung und an ihrer Beständigkeit beteiligt (vgl. Apostolisches Schreiben Evangelii gaudium, Nr. 107).
Die Berufung entsteht in der Kirche. Von Anfang an bedarf eine Berufung eines angemessenen «Sinnes» für die Kirche. Keiner wird ausschließlich für eine bestimmte Region, eine Gruppe oder eine kirchliche Bewegung berufen, sondern für die Kirche und für die Welt. «Ein deutliches Zeichen für die Echtheit eines Charismas ist seine Kirchlichkeit, seine Fähigkeit, sich harmonisch in das Leben des heiligen Gottesvolkes einzufügen zum Wohl aller» (ebd., Nr. 130). Wenn der junge Mensch auf den Ruf Gottes antwortet, sieht er, dass sein kirchlicher Horizont weiter wird, kann er die vielfältigen Charismen im Herzen erwägen und so eine objektivere Entscheidung treffen. Die Gemeinschaft wird auf diese Weise zum Haus und zur Familie, in der die Berufung entsteht. Der Kandidat betrachtet diese Vermittlung durch die Gemeinschaft dankbar als unverzichtbares Element für seine Zukunft. Er lernt Brüder und Schwestern, die andere Wege als er gehen, kennen und sie zu lieben; und diese Bande stärken die Gemeinschaft bei allen.
Die Berufung wächst in der Kirche. Im Laufe der Ausbildung müssen die Kandidaten für die verschiedenen Berufungen immer besser die kirchliche Gemeinschaft kennen lernen, indem sie ihre eingeschränkte Sichtweise überwinden, die wir alle am Anfang haben. Zu diesem Zweck ist es vorteilhaft, apostolische Erfahrungen zusammen mit anderen Mitgliedern der Gemeinschaft zu machen: zum Beispiel an der Seite eines erfahrenen Katecheten die christliche Botschaft weitergeben; die Evangelisierung an den Peripherien zusammen mit einer geistlichen Gemeinschaft erleben; den Schatz der Kontemplation durch die Teilnahme am Leben im Kloster entdecken; die Sendung zu den Völkern durch den Kontakt zu Missionaren besser kennen lernen; mit den Diözesanpriestern die pastorale Erfahrung in der Pfarrei und in der Diözese vertiefen. Für die, die schon in der Ausbildung sind, wird die kirchliche Gemeinschaft immer das grundlegende Umfeld ihrer Bildung sein, dem gegenüber man Dank empfindet.
Die Berufung wird durch die Kirche gestützt. Mit der endgültigen Verpflichtung endet der Weg der Berufung in der Kirche nicht, sondern setzt sich in der Bereitschaft zum Dienst, in der Ausdauer und in der Weiterbildung fort. Wer sein Leben dem Herrn geweiht hat, ist bereit, der Kirche zu dienen, wo sie Bedarf hat. Die Sendung des Paulus und des Barnabas ist ein Beispiel dieser Verfügbarkeit in der Kirche. Nach der Aussendung durch den Heiligen Geist und durch die Gemeinde von Antiochia (vgl. Apg 13,1-4), kehrten sie zu dieser Gemeinde zurück und erzählten, was der Herr durch sie gewirkt hatte (vgl. Apg 14,27). Die Missionare werden von der christlichen Gemeinschaft begleitet und unterstützt. Sie bleibt ein lebendiger Bezugspunkt wie die sichtbare Heimat, die jenen Sicherheit bietet, die auf der Pilgerschaft zum ewigen Leben sind.
Unter den pastoralen Mitarbeitern sind die Priester von besonderer Bedeutung. Durch ihren Dienst vergegenwärtigt sich das Wort Jesu, der gesagt hat: «Ich bin die Tür zu den Schafen […] Ich bin der gute Hirt» (Joh 10,7.11). Die pastorale Sorge für die Berufungen ist ein wesentlicher Teil ihres seelsorglichen Dienstes. Die Priester begleiten jene, die auf der Suche nach der eigenen Berufung sind, wie auch jene, die schon ihr Leben in den Dienst Gottes und der Gemeinschaft gestellt haben.
Alle Gläubigen sind gerufen, sich die kirchliche Dynamik der Berufung bewusst zu machen, damit die Gemeinschaften im Glauben nach dem Beispiel der Jungfrau Maria zu einem mütterlichen Schoss werden können, der die Gabe des Heiligen Geistes aufnimmt (vgl. Lk 1,35-38). Die Mutterschaft der Kirche kommt durch das beharrliche Gebet für die Berufungen zum Ausdruck und durch die Erziehung und die Begleitung aller, die den Ruf Gottes vernehmen. Die Kirche verwirklicht diese auch in der sorgfältigen Auswahl der Kandidaten für das Weiheamt und für das geweihte Leben. Schließlich ist die Kirche Mutter der Berufungen durch die beständige Unterstützung jener, die ihr Leben dem Dienst an den anderen gewidmet haben.
Bitten wir den Herrn, allen, die einen Berufungsweg gehen, eine tiefe Bindung zur Kirche zu schenken; und bitten wir, dass der Heilige Geist in den Hirten und in allen Gläubigen die Gemeinschaft, das Urteilsvermögen und die geistliche Vater- und Mutterschaft stärke.
Vater der Barmherzigkeit, der du deinen Sohn zu unserem Heil geschenkt hast und der du uns immer mit den Gaben deines Geistes unterstützt, gewähre uns lebendige, feurige und frohe christliche Gemeinden, die Quellen geschwisterlichen Lebens sind und die unter den jungen Menschen den Wunsch wecken, sich dir und der Evangelisierung zu weihen. Unterstütze sie in ihrem Bemühen, eine angemessene Berufungskatechese und Wege der besonderen Hingabe anzubieten. Gib Klugheit für die notwendige Beurteilung der Berufungen, so dass in allem die Größe deiner barmherzigen Liebe aufleuchte. Maria, Mutter und Erzieherin Jesu, bitte für jede christliche Gemeinschaft, damit sie – fruchtbar durch den Heiligen Geist – Quelle echter Berufungen für den Dienst am heiligen Volk Gottes sei.
Aus dem Vatikan, am 29. November 2015,
erster Adventssonntag
FRANCISCUS
[02156-DE.01] [Originalsprache: Italienisch]
Traduzione in lingua spagnola
La Iglesia, madre de vocaciones
Queridos hermanos y hermanas:
Cómo desearía que, a lo largo del Jubileo Extraordinario de la Misericordia, todos los bautizados pudieran experimentar el gozo de pertenecer a la Iglesia. Ojalá puedan redescubrir que la vocación cristiana, así como las vocaciones particulares, nacen en el seno del Pueblo de Dios y son dones de la divina misericordia. La Iglesia es la casa de la misericordia y la «tierra» donde la vocación germina, crece y da fruto.
Por eso, invito a todos los fieles, con ocasión de esta 53ª Jornada Mundial de Oración por las Vocaciones, a contemplar la comunidad apostólica y a agradecer la mediación de la comunidad en su propio camino vocacional. En la Bula de convocatoria del Jubileo Extraordinario de la Misericordia recordaba las palabras de san Beda el Venerable referentes a la vocación de san Mateo: misereando atque eligendo (Misericordiae vultus, 8). La acción misericordiosa del Señor perdona nuestros pecados y nos abre a la vida nueva que se concreta en la llamada al seguimiento y a la misión. Toda vocación en la Iglesia tiene su origen en la mirada compasiva de Jesús. Conversión y vocación son como las dos caras de una sola moneda y se implican mutuamente a lo largo de la vida del discípulo misionero.
El beato Pablo VI, en su exhortación apostólica Evangelii nuntiandi, describió los pasos del proceso evangelizador. Uno de ellos es la adhesión a la comunidad cristiana (cf. n. 23), esa comunidad de la cual el discípulo del Señor ha recibido el testimonio de la fe y el anuncio explícito de la misericordia del Señor. Esta incorporación comunitaria incluye toda la riqueza de la vida eclesial, especialmente los Sacramentos. La Iglesia no es sólo el lugar donde se cree, sino también verdadero objeto de nuestra fe; por eso decimos en el Credo: «Creo en la Iglesia».
La llamada de Dios se realiza por medio de la mediación comunitaria. Dios nos llama a pertenecer a la Iglesia y, después de madurar en su seno, nos concede una vocación específica. El camino vocacional se hace al lado de otros hermanos y hermanas que el Señor nos regala: es una con-vocación. El dinamismo eclesial de la vocación es un antídoto contra el veneno de la indiferencia y el individualismo. Establece esa comunión en la cual la indiferencia ha sido vencida por el amor, porque nos exige salir de nosotros mismos, poniendo nuestra vida al servicio del designio de Dios y asumiendo la situación histórica de su pueblo santo.
En esta jornada, dedicada a la oración por las vocaciones, deseo invitar a todos los fieles a asumir su responsabilidad en el cuidado y el discernimiento vocacional. Cuando los apóstoles buscaban uno que ocupase el puesto de Judas Iscariote, san Pedro convocó a ciento veinte hermanos (Hch. 1,15); para elegir a los Siete, convocaron el pleno de los discípulos (Hch. 6,2). San Pablo da a Tito criterios específicos para seleccionar a los presbíteros (Tt 1,5-9). También hoy la comunidad cristiana está siempre presente en el surgimiento, formación y perseverancia de las vocaciones (cfr. Exhort. ap. Evangelii gaudium, 107).
La vocación nace en la Iglesia. Desde el nacimiento de una vocación es necesario un adecuado «sentido» de Iglesia. Nadie es llamado exclusivamente para una región, ni para un grupo o movimiento eclesial, sino al servicio de la Iglesia y del mundo. Un signo claro de la autenticidad de un carisma es su eclesialidad, su capacidad para integrarse armónicamente en la vida del santo Pueblo fiel de Dios para el bien de todos (ibíd., 130). Respondiendo a la llamada de Dios, el joven ve cómo se amplía el horizonte eclesial, puede considerar los diferentes carismas y vocaciones y alcanzar así un discernimiento más objetivo. La comunidad se convierte de este modo en el hogar y la familia en la que nace la vocación. El candidato contempla agradecido esta mediación comunitaria como un elemento irrenunciable para su futuro. Aprende a conocer y a amar a otros hermanos y hermanas que recorren diversos caminos; y estos vínculos fortalecen en todos la comunión.
La vocación crece en la Iglesia. Durante el proceso formativo, los candidatos a las distintas vocaciones necesitan conocer mejor la comunidad eclesial, superando las percepciones limitadas que todos tenemos al principio. Para ello, es oportuno realizar experiencias apostólicas junto a otros miembros de la comunidad, por ejemplo: comunicar el mensaje evangélico junto a un buen catequista; experimentar la evangelización de las periferias con una comunidad religiosa; descubrir y apreciar el tesoro de la contemplación compartiendo la vida de clausura; conocer mejor la misión ad gentes por el contacto con los misioneros; profundizar en la experiencia de la pastoral en la parroquia y en la diócesis con los sacerdotes diocesanos. Para quienes ya están en formación, la comunidad cristiana permanece siempre como el ámbito educativo fundamental, ante la cual experimentan gratitud.
La vocación está sostenida por la Iglesia. Después del compromiso definitivo, el camino vocacional en la Iglesia no termina, continúa en la disponibilidad para el servicio, en la perseverancia y en la formación permanente. Quien ha consagrado su vida al Señor está dispuesto a servir a la Iglesia donde esta le necesite. La misión de Pablo y Bernabé es un ejemplo de esta disponibilidad eclesial. Enviados por el Espíritu Santo desde la comunidad de Antioquía a una misión (Hch 13,1-4), volvieron a la comunidad y compartieron lo que el Señor había realizado por medio de ellos (Hch 14,27). Los misioneros están acompañados y sostenidos por la comunidad cristiana, que continúa siendo para ellos un referente vital, como la patria visible que da seguridad a quienes peregrinan hacia la vida eterna.
Entre los agentes pastorales tienen una importancia especial los sacerdotes. A través de su ministerio se hace presente la palabra de Jesús que ha declarado: Yo soy la puerta de las ovejas… Yo soy el buen pastor (Jn 10, 7.11). El cuidado pastoral de las vocaciones es una parte fundamental de su ministerio pastoral. Los sacerdotes acompañan a quienes están en buscan de la propia vocación y a los que ya han entregado su vida al servicio de Dios y de la comunidad.
Todos los fieles están llamados a tomar conciencia del dinamismo eclesial de la vocación, para que las comunidades de fe lleguen a ser, a ejemplo de la Virgen María, seno materno que acoge el don del Espíritu Santo (cf Lc 1,35-38). La maternidad de la Iglesia se expresa a través de la oración perseverante por las vocaciones, de su acción educativa y del acompañamiento que brinda a quienes perciben la llamada de Dios. También lo hace a través de una cuidadosa selección de los candidatos al ministerio ordenado y a la vida consagrada. Finalmente es madre de las vocaciones al sostener continuamente a aquellos que han consagrado su vida al servicio de los demás.
Pidamos al Señor que conceda a quienes han emprendido un camino vocacional una profunda adhesión a la Iglesia; y que el Espíritu Santo refuerce en los Pastores y en todos los fieles la comunión eclesial, el discernimiento y la paternidad y maternidad espirituales:
Padre de misericordia, que has entregado a tu Hijo por nuestra salvación y nos sostienes continuamente con los dones de tu Espíritu, concédenos comunidades cristianas vivas, fervorosas y alegres, que sean fuentes de vida fraterna y que despierten entre los jóvenes el deseo de consagrarse a Ti y a la evangelización. Sostenlas en el empeño de proponer a los jóvenes una adecuada catequesis vocacional y caminos de especial consagración. Dales sabiduría para el necesario discernimiento de las vocaciones de modo que en todo brille la grandeza de tu amor misericordioso. Que María, Madre y educadora de Jesús, interceda por cada una de las comunidades cristianas, para que, hechas fecundas por el Espíritu Santo, sean fuente de auténticas vocaciones al servicio del pueblo santo de Dios.
Vaticano, 29 de noviembre de 2015, Primer Domingo de Adviento
FRANCISCUS
[02156-ES.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua portoghese
A Igreja, mãe de vocações
Amados irmãos e irmãs!
Como gostaria que todos os baptizados pudessem, no decurso do Jubileu Extraordinário da Misericórdia, experimentar a alegria de pertencer à Igreja! E pudessem redescobrir que a vocação cristã, bem como as vocações particulares, nascem no meio do povo de Deus e são dons da misericórdia divina! A Igreja é a casa da misericórdia e também a «terra» onde a vocação germina, cresce e dá fruto.
Por este motivo, dirijo-me a todos vós, por ocasião deste 53º Dia Mundial de Oração pelas Vocações, convidando-vos a contemplar a comunidade apostólica e a dar graças pela função da comunidade no caminho vocacional de cada um. Na Bula de proclamação do Jubileu Extraordinário da Misericórdia, recordei as palavras de São Beda, o Venerável, a propósito da vocação de São Mateus: «Miserando atque eligendo» (Misericordiae Vultus, 8). A acção misericordiosa do Senhor perdoa os nossos pecados e abre-nos a uma vida nova que se concretiza na chamada ao discipulado e à missão. Toda a vocação na Igreja tem a sua origem no olhar compassivo de Jesus. A conversão e a vocação são como que duas faces da mesma medalha, interdependentes continuamente em toda a vida do discípulo missionário.
O Beato Paulo VI, na Exortação Apostólica Evangelii nuntiandi, descreveu os passos do processo da evangelização. Um deles é a adesão à comunidade cristã (cf. n. 23), da qual se recebeu o testemunho da fé e a proclamação explícita da misericórdia do Senhor. Esta incorporação comunitária compreende toda a riqueza da vida eclesial, particularmente os Sacramentos. A Igreja não é só um lugar onde se crê, mas também objecto da nossa fé; por isso, dizemos no Credo: «Creio na Igreja».
A chamada de Deus acontece através da mediação comunitária. Deus chama-nos a fazer parte da Igreja e, depois dum certo amadurecimento nela, dá-nos uma vocação específica. O caminho vocacional é feito juntamente com os irmãos e as irmãs que o Senhor nos dá: é uma con-vocação. O dinamismo eclesial da vocação é um antídoto contra a indiferença e o individualismo. Estabelece aquela comunhão onde a indiferença foi vencida pelo amor, porque exige que saiamos de nós mesmos, colocando a nossa existência ao serviço do desígnio de Deus e assumindo a situação histórica do seu povo santo.
Neste Dia dedicado à oração pelas vocações, desejo exortar todos os fiéis a assumirem as suas responsabilidades no cuidado e discernimento vocacionais. Quando os Apóstolos procuravam alguém para ocupar o lugar de Judas Iscariotes, São Pedro reuniu cento e vinte irmãos (cf. Act 1, 15); e, para a escolha dos sete diáconos, foi convocado o grupo dos discípulos (cf. Act 6, 2). São Paulo dá a Tito critérios específicos para a escolha dos presbíteros (cf. Tt 1, 5-9). Também hoje, a comunidade cristã não cessa de estar presente na germinação das vocações, na sua formação e na sua perseverança (cf. Exort. ap. Evangelii gaudium, 107).
A vocação nasce na Igreja. Desde o despertar duma vocação, é necessário um justo «sentido» de Igreja. Ninguém é chamado exclusivamente para uma determinada região, nem para um grupo ou movimento eclesial, mas para a Igreja e para o mundo. «Um sinal claro da autenticidade dum carisma é a sua eclesialidade, a sua capacidade de se integrar harmonicamente na vida do povo santo de Deus para o bem de todos» (Ibid., 130). Respondendo à chamada de Deus, o jovem vê alargar-se o próprio horizonte eclesial, pode considerar os múltiplos carismas e realizar assim um discernimento mais objectivo. Deste modo, a comunidade torna-se a casa e a família onde nasce a vocação. O candidato contempla, agradecido, esta mediação comunitária como elemento imprescindível para o seu futuro. Aprende a conhecer e a amar os irmãos e irmãs que percorrem caminhos diferentes do seu; e estes vínculos reforçam a comunhão em todos.
A vocação cresce na Igreja. Durante o processo de formação, os candidatos às diversas vocações precisam de conhecer cada vez melhor a comunidade eclesial, superando a visão limitada que todos temos inicialmente. Com tal finalidade, é oportuno fazer alguma experiência apostólica juntamente com outros membros da comunidade, como, por exemplo, comunicar a mensagem cristã ao lado dum bom catequista; experimentar a evangelização nas periferias juntamente com uma comunidade religiosa; descobrir o tesouro da contemplação, partilhando a vida de clausura; conhecer melhor a missão ad gentes em contacto com os missionários; e, com os sacerdotes diocesanos, aprofundar a experiência da pastoral na paróquia e na diocese. Para aqueles que já estão em formação, a comunidade eclesial permanece sempre o espaço educativo fundamental, pelo qual se sente gratidão.
A vocação é sustentada pela Igreja. Depois do compromisso definitivo, o caminho vocacional na Igreja não termina, mas continua na disponibilidade para o serviço, na perseverança e na formação permanente. Quem consagrou a própria vida ao Senhor, está pronto a servir a Igreja onde esta tiver necessidade. A missão de Paulo e Barnabé é um exemplo desta disponibilidade eclesial. Enviados em missão pelo Espírito Santo e pela comunidade de Antioquia (cf. Act 13, 1-4), regressaram depois à mesma comunidade e narraram aquilo que o Senhor fizera por meio deles (cf. Act 14, 27). Os missionários são acompanhados e sustentados pela comunidade cristã, que permanece uma referência vital, como a pátria visível onde encontram segurança aqueles que realizam a peregrinação para a vida eterna.
Dentre os agentes pastorais, revestem-se de particular relevância os sacerdotes. Por meio do seu ministério, torna-se presente a palavra de Jesus que disse: «Eu sou a porta das ovelhas (...). Eu sou o bom pastor» (Jo 10, 7.11). O cuidado pastoral das vocações é uma parte fundamental do seu ministério. Os sacerdotes acompanham tanto aqueles que andam à procura da própria vocação, como os que já ofereceram a vida ao serviço de Deus e da comunidade.
Todos os fiéis são chamados a consciencializar-se do dinamismo eclesial da vocação, para que as comunidades de fé possam tornar-se, a exemplo da Virgem Maria, seio materno que acolhe o dom do Espírito Santo (cf. Lc 1, 35-38). A maternidade da Igreja exprime-se através da oração perseverante pelas vocações e da acção educativa e de acompanhamento daqueles que sentem a chamada de Deus. Fá-lo também mediante uma cuidadosa selecção dos candidatos ao ministério ordenado e à vida consagrada. Enfim, é mãe das vocações pelo contínuo apoio daqueles que consagraram a vida ao serviço dos outros.
Peçamos ao Senhor que conceda, a todas as pessoas que estão a realizar um caminho vocacional, uma profunda adesão à Igreja; e que o Espírito Santo reforce, nos Pastores e em todos os fiéis, a comunhão, o discernimento e a paternidade ou maternidade espiritual.
Pai de misericórdia, que destes o vosso Filho pela nossa salvação e sempre nos sustentais com os dons do vosso Espírito, concedei-nos comunidades cristãs vivas, fervorosas e felizes, que sejam fontes de vida fraterna e suscitem nos jovens o desejo de se consagrarem a Vós e à evangelização. Sustentai-as no seu compromisso de propor uma adequada catequese vocacional e caminhos de especial consagração. Dai sabedoria para o necessário discernimento vocacional, de modo que, em tudo, resplandeça a grandeza do vosso amor misericordioso. Maria, Mãe e educadora de Jesus, interceda por cada comunidade cristã, para que, tornada fecunda pelo Espírito Santo, seja fonte de vocações autênticas para o serviço do povo santo de Deus.
Cidade do Vaticano, 29 de Novembro – I Domingo do Advento – de 2015.
FRANCISCUS
[02156-PO.01] [Texto original: Italiano]
Traduzione in lingua polacca
Kościół matką powołań
Drodzy Bracia i Siostry!
Bardzo pragnę, by w czasie Nadzwyczajnego Jubileuszu Miłosierdzia wszyscy ochrzczeni mogli doświadczyć radości z tego, że należą do Kościoła! I by mogli odkryć na nowo, że powołanie chrześcijańskie, jak również poszczególne powołania rodzą się w łonie ludu Bożego i są darami Bożego miłosierdzia. Kościół jest domem miłosierdzia i „ziemią”, na której powołanie kiełkuje, wzrasta i przynosi owoc.
Z tego względu z okazji 53. Światowego Dnia Modlitw o Powołania, zachęcam wszystkich do kontemplowania wspólnoty apostolskiej i do dziękowania za rolę wspólnoty w powołaniowej drodze każdego człowieka. W Bulli ogłaszającej Nadzwyczajny Jubileusz Miłosierdzia przypomniałem słowa św. Bedy Czcigodnego, odnoszące się do powołania św. Mateusza: «Miserando atque eligendo» (Misericordiae Vultus, 8). Miłosierne działanie Pana odpuszcza nasze grzechy i otwiera nas na nowe życie, które konkretyzuje się w powołaniu do pójścia za Panem i do misji. Każde powołanie w Kościele ma swoje źródło w miłosiernym spojrzeniu Jezusa. Nawrócenie i powołanie są jakby dwiema stronami medalu i nieustannie odwołują się do siebie przez całe życie ucznia – misjonarza.
Bł. Paweł VI w adhortacji apostolskiej Evangelii nuntiandi opisał etapy procesu ewangelizacji. Jednym z nich jest przylgnięcie do wspólnoty chrześcijańskiej (por. n. 23) – tej wspólnoty, od której człowiek otrzymał świadectwo wiary i wyraźne przesłanie o miłosierdziu Pana. To włączenie we wspólnotę obejmuje całe bogactwo życia eklezjalnego, zwłaszcza sakramenty. A Kościół jest nie tylko miejscem, w którym wyznaje się wiarę, ale również przedmiotem naszej wiary; dlatego w Credo mówimy słowa: «Wierzę w Kościół».
Powołanie Boże dokonuje się za pośrednictwem wspólnoty. Bóg powołuje nas do bycia częścią Kościoła, a po pewnym okresie dojrzewania w nim daje nam jakieś specyficzne powołanie. Drogą powołaniową idzie się razem z braćmi i siostrami, którymi Pan nas obdarza: jest to współ-powołanie. Eklezjalny dynamizm powołania jest antidotum na obojętność i indywidualizm. Ustanawia tę wspólnotę, w której obojętność została przezwyciężona przez miłość, ponieważ wymaga, abyśmy wyszli poza siebie samych i oddali swoje życie na służbę Bożemu planowi, utożsamiając się z historyczną sytuacją Jego świętego ludu.
W tym Dniu, poświęconym modlitwie o powołania, pragnę zachęcić wszystkich wiernych do wzięcia na siebie odpowiedzialności za pielęgnowanie i rozeznawanie powołań. Kiedy apostołowie szukali kogoś, kto by zastąpił Judasza Iskariotę, św. Piotr zgromadził stu dwudziestu braci (por. Dz 1, 15); a gdy trzeba było wybrać siedmiu diakonów, zwołano grupę uczniów (por. Dz 6, 2). Św. Paweł wskazuje Tytusowi precyzyjne kryteria wyboru prezbiterów (por. Tt 1, 5-9). Również dzisiaj wspólnota chrześcijańska jest zawsze obecna, gdy rodzą się powołania, w czasie ich kształtowania się i ich trwania (por. adhort. apost. Evangelii gaudium, 107).
Powołanie rodzi się w Kościele. Od chwili pojawienia się powołania potrzebny jest odpowiedni „zmysł” Kościoła. Nikt nie jest powołany wyłącznie dla jakiegoś określonego regionu ani dla jakiejś grupy czy ruchu kościelnego, ale dla Kościoła i dla świata. «Jasnym znakiem autentyczności jakiegoś charyzmatu jest jego eklezjalność, jego zdolność do harmonijnego włączenia się wżycie świętego Ludu Bożego dla dobra wszystkich» (tamże, 130). Odpowiadając na Boże powołanie, młody człowiek widzi, jak poszerza się jego postrzeganie Kościoła, może lepiej rozważyć rozliczne charyzmaty i tym samym dokonać bardziej obiektywnego rozeznania. W ten sposób wspólnota staje się domem i rodziną, gdzie rodzi się powołanie. Kandydat z wdzięcznością przyjmuje tę mediację wspólnoty, traktując ją jako element nieodzowny dla jego przyszłości; uczy się poznawać i kochać braci i siostry, którzy idą innymi niż jego drogami, a powstałe więzi umacniają we wszystkich ducha wspólnoty.
Powołanie wzrasta w Kościele. W czasie procesu formacji kandydaci mający różne powołania winni coraz lepiej poznawać wspólnotę eklezjalną, przezwyciężając ograniczoną wizję, jaką wszyscy mamy na początku. W tym celu przydatne jest jakieś doświadczenie pracy apostolskiej razem z innymi członkami wspólnoty, na przykład: głoszenie przesłania chrześcijańskiego u boku dobrego katechisty; ewangelizowanie peryferii razem z jakąś wspólnotą religijną; odkrywanie skarbu kontemplacji w doświadczeniu życia klauzurowego; lepsze poznanie misji ad gentes w kontakcie z misjonarzami; głębsze poznanie duszpasterstwa w parafii i diecezji wraz z księżmi diecezjalnymi. Dla tych, którzy już odbywają formację, wspólnota eklezjalna zawsze pozostaje podstawowym środowiskiem formacyjnym, wobec którego odczuwają wdzięczność.
Powołanie jest wspierane przez Kościół. Po dokonaniu zasadniczego wyboru droga powołaniowa w Kościele nie kończy się, lecz realizuje się w dyspozycyjności do służby, w wytrwałości i w formacji permanentnej. Ten kto poświęcił własne życie Panu, jest gotowy służyć Kościołowi tam, gdzie on tego potrzebuje. Misja Pawła i Barnaby jest przykładem tej eklezjalnej dyspozycyjności. Posłani na misje przez Ducha Świętego i przez wspólnotę Antiochii (por. Dz 13, 1-4), powrócili do tej samej wspólnoty i opowiedzieli o tym, co Pan przez nich zdziałał (por. Dz 14, 27). Misjonarzom towarzyszy i wspiera ich wspólnota chrześcijańska, która jest życiowym punktem odniesienia, niczym widzialna ojczyzna, która zapewnia bezpieczeństwo tym, którzy pielgrzymują ku życiu wiecznemu.
Pośród zaangażowanych w duszpasterstwo szczególną rolę odgrywają księża. Poprzez ich posługę uobecnia się Słowo Jezusa, który powiedział: «Ja jestem bramą owiec (…). Ja jestem dobrym pasterzem» (J 10, 7. 11). Duszpasterska troska o powołania jest zasadniczą częścią ich posługi pasterskiej. Księża towarzyszą tym, którzy poszukują własnego powołania, jak również tym, którzy już ofiarowali swoje życie na służbę Bogu i wspólnocie.
Wszyscy wierni są wzywani do uświadamiania sobie eklezjalnej dynamiki powołania, aby wspólnoty wiary, na wzór Dziewicy Maryi, mogły stawać się matczynym łonem, które przyjmuje dar Ducha Świętego (por. Łk 1, 35-38). Macierzyństwo Kościoła wyraża się w wytrwałej modlitwie o powołania oraz przez oddziaływanie wychowawcze i towarzyszenie tym, którzy odczuwają Boże powołanie. Realizuje to również poprzez staranną selekcję kandydatów do kapłaństwa służebnego i do życia konsekrowanego. Wreszcie, Kościół jest matką powołań przez nieustanne wspieranie tych, którzy poświęcili swoje życie, by służyć innym ludziom.
Prośmy Pana, aby wszystkim osobom, które realizują swoje powołanie, udzielił łaski głębokiego przylgnięcia do Kościoła; i by Duch Święty wzmocnił w pasterzach i we wszystkich wiernych ducha wspólnoty, rozeznania oraz ojcostwa i macierzyństwa duchowego.
Ojcze miłosierdzia, który dałeś swojego Syna dla naszego zbawienia i nieustannie wspierasz nas darami Twojego Ducha, obdarz nas żywymi, żarliwymi i radosnymi wspólnotami chrześcijańskimi, które byłyby źródłem życia braterskiego, i wzbudzały w młodych ludziach pragnienie poświęcenia się Tobie i ewangelizacji. Wspieraj je w ich zadaniach przedstawiania odpowiedniej katechezy powołaniowej i ukazywania dróg szczególnej konsekracji. Obdarz mądrością w koniecznym rozeznawaniu powołań, tak aby we wszystkim jaśniała wielkość Twojej miłosiernej miłości. Maryjo, Matko i Wychowawczyni Jezusa, wstawiaj się za każdą wspólnotą chrześcijańską, aby, stając się płodna za sprawą Ducha Świętego, była źródłem autentycznych powołań do służby świętemu ludowi Bożemu.
Watykan, 29 listopada 2015 r., w I Niedzielę Adwentu
FRANCISCUS
[02156-PL.01] [Testo originale: Italiano]
[B0965-XX.01]