Inizio della Veglia di Preghiera e Confessione di alcuni giovani presso la Cattedrale di Bangui
Discorso pronunciato dal Papa
Discorso preparato dal Santo Padre
Conclusa la Santa Messa nella Cattedrale di Bangui, alle ore 19.15 il Santo Padre Francesco ha raggiunto il Sagrato e, prima di amministrare il sacramento della Riconciliazione ad alcune ragazze e ragazzi, ha dato inizio alla Veglia di Preghiera che i giovani hanno poi proseguito per tutta la notte.
Rispondendo al saluto di un ragazzo, il Papa ha rivolto ai giovani un discorso a braccio e ha dato per letto il discorso preparato per l’occasione.
Di seguito riportiamo la trascrizione del discorso pronunciato da Papa Francesco e il testo di quello da lui scritto in precedenza:
Discorso pronunciato dal Papa
Testo in lingua italiana
Traduzione in lingua francese
Traduzione in lingua inglese
Traduzione in lingua spagnola
Testo in lingua italiana
Cari giovani,
vi saluto con tutto l’affetto. Il vostro amico che ha parlato a nome di tutti, ha detto che il vostro simbolo è il bananier, perché il bananier è un simbolo di vita: sempre cresce, sempre si riproduce, sempre dà i frutti con tanta energia alimentare. Il bananier è anche resistente. Io penso che questo dice chiaramente la strada che vi è proposta in questo momento difficile di guerra, odio, divisione: la strada della resistenza.
Diceva il vostro amico che alcuni di voi vogliono andarsene. Fuggire alle sfide della vita non è mai una soluzione! E’ necessario resistere, avere il coraggio della resistenza, della lotta per il bene! Chi fugge non ha il coraggio di dare vita. Il bananier dà la vita e continua a riprodursi e a dare sempre più vita perché resiste, perché rimane, perché sta lì. Alcuni di voi mi faranno la domanda: “Ma, Padre, cosa possiamo fare? Come si fa per resistere?”. Io vi dirò due o tre cose che forse saranno utili per voi, per resistere.
Prima di tutto, la preghiera. La preghiera è potente! La preghiera vince il male! La preghiera vi avvicina a Dio che è l’Onnipotente. Io vi faccio una domanda: voi pregate? Non sento… [i giovani gridano: sì!] Non dimenticatelo!
Secondo: lavorare per la pace. E la pace non è un documento che si firma e rimane lì. La pace si fa tutti i giorni! La pace è un lavoro artigianale, si fa con le mani, si fa con la propria vita. Ma qualcuno mi può dire: “Mi dica, Padre, come posso fare, io, l’artigiano della pace?”. Primo: non odiare mai. E se uno ti fa il male, cerca di perdonare. Niente odio! Molto perdono! Lo diciamo insieme: “Niente odio, molto perdono” [tutti ripetono nella lingua sango]. E se tu non hai odio nel tuo cuore, se tu perdoni, sarai un vincitore. Perché sarai vincitore della battaglia più difficile della vita, vincitore nell’amore. E attraverso l’amore viene la pace.
Voi volete essere sconfitti o vincitori, nella vita? Cosa volete? [i giovani gridano: “Noi vogliamo essere quelli che vincono!”] E si vince soltanto sulla strada dell’amore. La strada dell’amore. E si può amare il nemico? Sì. Si può perdonare a quello che ti ha fatto male? Sì. Così, con l’amore e con il perdono, voi sarete vincitori. Con l’amore voi sarete vincitori nella vita e darete vita sempre. L’amore mai vi farà sconfitti.
Adesso vi auguro il meglio, per voi. Pensate al bananier. Pensate alla resistenza davanti alle difficoltà. Fuggire, andarsene lontano non è una soluzione. Voi dovete essere coraggiosi. Avete capito cosa significa essere coraggiosi? Coraggiosi nel perdono, coraggiosi nell’amore, coraggiosi nel fare la pace. D’accordo? [i giovani rispondono “sì” in lingua sango] Lo diciamo insieme? “Coraggiosi nell’amore, nel perdono e nel fare la pace” [i giovani ripetono in sango].
Cari giovani centrafricani, sono molto contento di incontrarvi. Oggi abbiamo aperto questa Porta. Questo significa la Porta della Misericordia di Dio. Fidatevi di Dio! Perché Lui è misericordioso, Lui è amore, Lui è capace di darci la pace. Per questo vi ho detto all’inizio di pregare: è necessario pregare per resistere, per amare, per non odiare, per essere artigiani della pace.
Grazie tante della vostra presenza. Adesso andrò dentro a sentire le confessioni di alcuni di voi…
Siete col cuore disposto a resistere? Sì o no? [giovani: “Sì!”] Siete col cuore disposto a lottare per la pace? [“Sì!”] Siete col cuore disposto a perdonare? [“Sì!”] Siete col cuore disposto alla riconciliazione? [“Sì!”] Siete col cuore disposto a amare questa bella patria? [“Sì”!] E torno all’inizio: siete col cuore disposto a pregare? [“Sì!”]
E vi chiedo anche di pregare per me, perché possa essere un buon vescovo, perché possa essere un buon Papa. Mi promettete di pregare per me? [“Sì!”]
E adesso vi darò la benedizione, a voi e alle vostre famiglie. Una benedizione chiedendo al Signore che vi dia l’amore e la pace.
Buona serata e pregate per me!
[02103-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua francese
Chers jeunes,
Je vous salue avec toute mon affection. Votre ami, qui a parlé au nom de tous, a dit que votre symbole est le bananier, parce que le bananier est un symbole de vie: il grandit toujours, il se reproduit toujours, il donne toujours des fruits de grande énergie alimentaire. Le bananier est aussi résistant. Je pense que cela dit clairement la route qui vous est proposée en ce moment difficile de guerre, de haine, de divisions: la route de la résistance.
Votre ami disait que certains d’entre vous veulent s’en aller. Fuir les défis de la vie n’est jamais une solution! Il est nécessaire de résister, avoir le courage de la résistance, de la lutte pour le bien! Celui qui fuit n’a pas le courage de donner la vie. Le bananier donne la vie et continue à se reproduire et à donner de plus en plus la vie, parce qu’il résiste, parce qu’il reste, parce qu’il est là. Certains d’entre vous me poseront la question: «Mais, Père, que pouvons-nous faire?Comment fait-on pour résister?»
Avant tout, la prière. La prière est puissante! La prière vainc le mal! La prière vous rapproche de Dieu qui est le Tout-puissant. Je vous pose une question: est-ce que vous priez? Je n’entend pas… [les jeunes: Oui!] Ne l’oubliez pas!
Deuxièmement: travailler pour la paix. Et la paix n’est pas un document qu’on signe et qui reste là. La paix se fait tous les jours! La paix est un travail artisanal, elle se fait avec les mains, elle se fait avec sa vie. Mais quelqu’un peut me dire: «Dites-moi, Père, comment puis-je faire, moi, l’artisan de la paix?» Premièrement: ne jamais haïr. Et si on te fait du mal, cherche à pardonner. Pas de haine! Beaucoup de pardon! Disons-le ensemble: «Pas de haine, beaucoup de pardon» [tous répètent en Sango]. Et si tu n’as pas de haine dans ton cœur, si tu pardonnes, tu seras vainqueur. Parce que tu seras vainqueur de la bataille la plus difficile de la vie, vainqueur en amour. Et à travers l’amour vient la paix.
Voulez-vous être vaincus ou vainqueurs dans la vie? Qu’est-ce que vous voulez? [les jeunes crient: Nous voulons être ceux qui sont vainqueurs!] Et l’on est vainqueur seulement sur la route de l’amour. La route de l’amour. Et peut-on aimer l’ennemi? Oui. Peut-on pardonner à celui qui t’as fait du mal? Oui. Ainsi, avec l’amour et avec le pardon, vous serez vainqueurs. Avec l’amour vous serez vainqueurs dans la vie et vous donnerez toujours la vie. L’amour ne fera jamais de vous des vaincus.
Maintenant je vous souhaite le meilleur, pour vous. Pensez au bananier. Pensez à la résistance devant les difficultés. Fuir, s’en aller loin, n’est pas une solution. Vous devez être courageux. Vous avez compris ce que signifie être courageux? Courageux en pardon, courageux en amour, courageux pour faire la paix. D’accord? [les jeunes répondent «Oui» en Sango] Nous le disons ensemble? «Courageux en amour, en pardon et pour faire la paix» [les jeunes répètent en Sango].
Chers jeunes Centrafricains, je suis très content de vous rencontrer. Aujourd’hui nous avons ouvert cette Porte. Cela signifie la Porte de la Miséricorde de Dieu. Faites confiance à Dieu. Parce qu’il est miséricorde, il est amour, il est capable de nous donner la paix. C’est pourquoi je vous ai dit au début de prier: il est nécessaire de prier pour résister, pour aimer, pour ne pas haïr, pour être des artisans de paix.
Merci beaucoup de votre présence. Maintenant je vais aller à l’intérieur pour entendre les confessions de certains d’entre vous…
Etes-vous, dans le cœur, disposés à résister? Oui ou non? [les jeunes: Oui!] Etes-vous, dans votre cœur, disposés à lutter pour la paix? [Oui!] Etes-vous, dans votre cœur, disposés à pardonner? [Oui!] Etes-vous, dans votre cœur, disposés à la réconciliation? [Oui!] Etes-vous, dans votre cœur, disposés à aimer cette belle patrie? [Oui] Et je reviens au départ: Etes-vous, dans votre cœur, disposés à prier? [Oui!]
Je vous demande aussi de prier pour moi, pour que je puisse être un bon Évêque, pour que je puisse être un bon Pape. Me promettez-vous de prier pour moi? [Oui!]
Et maintenant je vais vous donner la Bénédiction, à vous et à vos familles. Une Bénédiction en demandant au Seigneur de vous donner l’amour et la paix.
Bonne soirée, et priez pour moi!
[02103-FR.02] [Texte original: Italien]
Traduzione in lingua inglese
Dear Young Friends,
I greet all of you with affection. Your friend who spoke in your name said that your symbol is the banana tree, because it is a symbol of life: banana trees keep growing, they spread, they bear fruit which always gives nourishment and strength. Banana trees are also resilient. I think that this tells us clearly the road before you at this difficult time of war, hatred and division: it is the road of resilience.
Your friend said that some of you want to leave home. Fleeing from life’s challenges is never a solution! It is necessary to be resilient, to have the courage to resist, to fight for what is right! Those who flee do not have the courage to give life. Banana trees give life, they spread and keep giving new life because they are resilient, they remain, they stay put. Some of you will say: “But Father, what can we do? How can we be resilient?” Let me tell you two or three things that may be helpful for you, in order to be resilient.
First of all, prayer. Prayer is powerful! Prayer conquers evil! Prayer makes you draw near to God who is all-powerful. Let me ask you a question: Do you pray? I can’t hear you! [the young people respond: Yes!]. Don’t forget this!
Second, work for peace. Peace is not a document which gets signed and then filed away. Peace is built day by day! And peace is crafted; it is the work of our hands; it is built up by the way we live our lives. But someone may say: “Tell me, Father, how can I build peace? How can I be a peacemaker?” First: never hate anyone. If someone wrongs you, seek to forgive. No hatred! Much forgiveness! Let us all say this together: “No hatred! Much forgiveness!” [all repeat in Sango]. And if hatred does not dwell in your heart, if you forgive, then you will be a winner. Because you will win the hardest battle in life; you will win in love. And from love comes peace.
Do you want to be winners or losers in life? What do you want? [We want to be winners!] But we only win if we take the road of love. The road of love. Can we love our enemies? Yes! Can we forgive those who do us wrong? Yes! So, through love and forgiveness, you will be winners. With love you will win in life and you will always give life. Love will never make you losers.
Now I wish you all the best. Think of the banana tree. Think of resilience in the face of problems. Fleeing, going away is not a solution. You must be courageous. Have you understood what it means to be courageous? Courageous in forgiving, courageous in loving, courageous in building peace. Is that right? [Yes!] Let’s say it together! “Courageous in love, in forgiveness, in building peace”.
Dear young people of Central Africa, I’m very happy that I met you. Today we opened this Door. It is a sign of the Door of God's Mercy. Trust in God! Because he is merciful; he is love; he is capable of giving you peace. That is why I told you at the beginning to pray: we need to pray in order to be resilient, to love and not to hate, to be peacemakers.
Thank you for coming. Now I’m going to go in and hear some of your confessions.
Are your hearts ready to be resilient? Yes or no? [Yes!] Are your hearts ready to work for peace? [Yes!] Are your hearts ready to forgive? [Yes!] Are your hearts open to reconciliation? [Yes!] Are your hearts ready to love this beautiful country of yours? [Yes!] And now let me go back to the very first thing. Are your hearts ready to pray? [Yes!]
I ask you also to pray for me, so that I can be a good bishop, a good Pope. Will you promise to pray for me? [Yes!]
And now I will give my blessing to you and your families. A blessing and a prayer, that the Lord will give you his love and his peace.
Have a good evening and pray for me!
[02103-EN.02] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua spagnola
Queridos jóvenes
Les saludo a todos con afecto. El amigo, que ha hablado en nombre de todos, ha dicho que el símbolo de ustedes es el bananier, porque el bananier es un símbolo de la vida: siempre crece, siempre se reproduce, siempre da frutos que alimentan mucho. El bananier es también resistente. Creo que esto deja claro el camino que se les propone en este difícil momento de guerra, odio, división: el camino de la resistencia.
Su amigo decía que algunos de ustedes quieren irse. Pero escapar de los retos de la vida nunca es una solución. Es necesario resistir, tener el valor de la resistencia, de la lucha por el bien. Quien huye no tiene el valor de dar vida. El bananier da la vida y sigue reproduciéndose dando siempre más vida porque resiste, porque permanece, porque es ahí. Algunos de utedes me preguntarán: «Pero Padre, ¿qué podemos hacer? ¿Cómo se hace para resistir?». Les diré dos o tres cosas que tal vez les sean útiles para resistir.
En primer lugar, la oración. La oración es poderosa. La oración vence al mal. La oración te acerca a Dios, que es el Todopoderoso. Les hago una pregunta: ¿Ustedes rezan? No oigo bien... [los jóvenes gritan: ¡«Sí»!]. No lo olviden.
Segundo: trabajar por la paz. Y la paz no es un documento que se firma y se queda ahí. La paz se hace todos los días. La paz es trabajo artesanal que se hace con las manos, que se hace con la propia vida. Alguno podría decirme: «Padre, dígame, ¿cómo puedo ser yo artesano de la paz?». En primer lugar, no odiar nunca. Y, si uno te hace algún mal, tratar de perdonar. Nada de odio. Mucho perdón. Digámoslo juntos: «Nada de odio. Mucho perdón» [todos lo repiten]. Y, si no tienes odio en tu corazón, si perdonas, serás un vencedor. Pues serás vencedor de la batalla más difícil de la vida, vencedor en el amor. Y por el amor viene la paz.
Ustedes, ¿quieren ser ganadores o perdedores en la vida? ¿Qué es lo que quieren? Y se vence solamente por el camino del amor, la senda del amor. Y, ¿se puede amar al enemigo? Sí. ¿Se puede perdonar a quien te ha hecho mal? Sí. Así, con el amor y el perdón, ustedes serán ganadores. Con amor serán ganadores en la vida y darán siempre vida. El amor jamás les hará perdedores.
Ahora les deseo lo mejor para ustedes. Piensen en el bananier. Piensen en la resistencia ante las dificultades. Huir, irse lejos no es una solución. Ustedes han de ser valientes. ¿Han entendido lo que significa ser valiente? Valientes para perdonar, valientes para amar, valientes para construir la paz. ¿De acuerdo? Digámoslo juntos: «Valiente en el amor, valiente en el perdón y valiente en construir» [todos lo repiten].
Queridos jóvenes centroafricanos, estoy muy contento de encontrarles. Hoy hemos abierto esta Puerta. Simboliza la Puerta de la Misericordia de Dios. Confíen en Dios. Porque él es misericordioso, él es amor, él es capaz de darnos la paz. Por eso les he dicho al principio que recen: hay que rezar para resistir, para amar, para no odiar, para ser artesanos de la paz.
Muchas gracias por su presencia. Ahora iré adentro para oír las confesiones de algunos de ustedes...
¿Están con el corazón dispuesto a resistir? ¿Sí o no? ¿Están con el corazón dispuesto a luchar por la paz? ¿Están con el corazón dispuesto para perdonar? ¿Están con el corazón dispuesto para la reconciliación? ¿Están con el corazón dispuesto a amar a este hermoso país? Y vuelvo al principio: ¿Están con el corazón dispuesto a rezar?
Y les pido también que recen por mí, para que sea un buen obispo, para que sea un buen Papa. ¿Me prometen que rezarán por mí?
Y ahora les impartiré la bendición, a ustedes y a sus familias. Una bendición pidiendo al Señor que les dé amor y la paz.
Buenas noches, y recen por mí.
[02103-ES.01] [Texto original: Italiano]
Discorso preparato dal Santo Padre
Testo in lingua italiana
Traduzione in lingua francese
Traduzione in lingua inglese
Traduzione in lingua spagnola
Testo in lingua italiana
Cari giovani, cari amici, buonasera!
Ho la grande gioia di ritrovarvi questa sera, mentre cominciamo un nuovo anno liturgico con il tempo d’Avvento. Non è questa per ciascuno di noi l’occasione di una nuova partenza, l’occasione di «passare all’altra riva» (cfr Lc 8,22)?
Grazie Evans per le parole che mi hai rivolto a nome di tutti voi. Durante questo nostro incontro, potrò dare il sacramento della Riconciliazione ad alcuni di voi. E così vorrei invitarvi a riflettere sulla grandezza di questo Sacramento nel quale Dio ci viene incontro in modo personale. Ogni volta che noi glielo domandiamo, Egli viene con noi per farci “passare all’altra riva”,su questa riva della nostra vita nella quale Dio ci perdona, versa in noi il suo amore che guarisce, lenisce e rialza! Il Giubileo della Misericordia, che ho appena avuto la gioia di aprire particolarmente per voi, cari amici Centrafricani ed Africani, ci ricorda proprio che Dio ci aspetta, a braccia aperte, come ce lo ricorda la bella immagine del Padre che accoglie il figlio prodigo.
Infatti il perdono ricevuto ci consola e ci permette di ripartire con il cuore fiducioso e in pace, capaci di vivere maggiormente in armonia con noi stessi, con Dio e con gli altri. Questo perdono ricevuto ci permette anche di perdonare a nostra volta. Noi ne abbiamo sempre bisogno, e particolarmente nelle situazioni di conflitto, di violenza, come quelle che voi conoscete ancora troppo spesso. Ripeto la mia vicinanza a tutti coloro tra voi che sono toccati dal dolore, dalla separazione, dalle ferite inflitte dall’odio e dalla guerra. In questo contesto, perdonare a chi ci ha fatto del male è umanamente molto difficile. Ma Dio ci offre forza e coraggio per diventare quegli artigiani di riconciliazione e di pace di cui il vostro Paese ha tanto bisogno. Il cristiano, discepolo di Cristo, cammina sulle orme del suo Maestro, che sulla croce ha chiesto al Padre di perdonare coloro che lo crocifiggevano (cfr Lc 23,34). Com’è distante questo atteggiamento dai sentimenti che abitano troppo spesso il nostro cuore!… Meditare questo atteggiamento e questa paroladi Gesù: «Padre, perdona loro», può aiutarci a convertire il nostro sguardo e il nostro cuore. Per molti, è uno scandalo che Dio sia venuto a farsi uno di noi. E’ uno scandalo che sia morto su una croce. Si, è uno scandalo: lo scandalodella croce. La croce continua a fare scandalo. Ma è l’unica via sicura: quella della Croce, quella di Gesù venuto a condividere la nostra vita per salvarci dal peccato (cfr Incontro con i giovani argentini nella Cattedrale di Rio de Janeiro, 25 luglio 2013). Cari amici, questa croce ci parla della prossimità di Dio: Egli è con noi, è con ciascuno di voi nelle vostre gioie come nelle vostre prove.
Cari giovani, il bene più prezioso che possiamo avere nella vita è la nostra relazione con Dio. Ne siete convinti? Siete consapevoli del valore inestimabile che avete agli occhi di Dio? Sapete che siete amati e accolti da Lui, incondizionatamente, così come siete? (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù 2015, 2). Dedicando tempo alla preghiera, alla lettura della Scrittura, particolarmente del Vangelo, voi Lo conoscerete meglio e conoscerete anche voi stessi. Infatti, i consigli di Gesù possono illuminare anche oggi i vostri sentimenti e le vostre scelte. Voi siete entusiasti e generosi, alla ricerca di un grande ideale, cercatori di verità e di bellezza. Vi incoraggio a mantenere lo spirito vigilante e critico di fronte ad ogni compromesso contrario al messaggio del Vangelo. Grazie per il vostro dinamismo creativodi cui la Chiesa ha bisogno! Coltivatelo! Siate testimoni della gioia che dà l’incontro con Gesù. Che essa vi trasformi, che renda la vostra fede più forte, più solida per superare le paure, per entrare sempre più nel progetto d’amore di Dio su di voi! Dio vuole il bene di tutti i suoi figli. Quelli che si lasciano guardare da lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento (cfrEsort. ap. Evangelii gaudium, 1). E, in cambio, possono guardare l’altro come un fratello, accettare che sia diverso e scoprire che è un dono per me. È così che la pace si costruisce ogni giorno. Ciò richiede di prendere la strada del servizio e dell’umiltà, di essere attenti ai bisogni dell’altro. Per entrare in questa logica, bisogna avere un cuore che sa abbassarsi e condividere la vita con quelli che sono più bisognosi. Lì è la vera carità. E così cresce la solidarietà cominciando da piccole cose, e i germi di divisione spariscono. Così il dialogo tra i credenti porta frutto, la fraternità si vive giorno per giorno e allarga il cuore aprendo un avvenire. In tal modo, voi potete fare molto bene per il vostro Paese, e vi incoraggio a farlo.
Cari giovani, il Signore è vivo e cammina al vostro fianco. Quando le difficoltà sembrano accumularsi, quando il dolore, la tristezza dominano intorno a voi, Egli non vi abbandona. Ci ha lasciato il memoriale del suo amore: l’Eucaristia e i Sacramenti per avanzare nel cammino trovando in essi la forza per andare avanti ogni giorno. E questa dev’essere la sorgente della vostra speranza e del vostro coraggio per passare all’altra riva (cfr Lc 8,22), con Gesù, aprendo nuove vie per voi e la vostra generazione, per le vostre famiglie, per il vostro Paese. Prego perché abbiate questa speranza. Siate ancorati ad essa e la donerete agli altri, al nostro mondo ferito dalle guerre, dai conflitti, dal male, dal peccato. Non dimenticate: il Signore è con voi. Egli ha fiducia in voi. Desidera che voi siate suoi discepoli-missionari, sostenuti dalla preghiera della Vergine Maria e da quella di tutta la Chiesa nei momenti difficili e nelle prove. Cari giovani del Centrafrica, andate, io vi mando!
[02061-IT.01] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua francese
Chers jeunes, chers amis, bonsoir!
J’ai la grande joie de vous retrouver ce soir, alors que nous commençons une nouvelle année liturgique avec le temps de l’Avent. N’est-ce pas pour chacun de nous l’occasion d’un nouveau départ, l’occasion de «passer sur l’autre rive» (cf. Lc 8, 22)!
Merci Evans pour les paroles que tu viens de m’adresser au nom de vous tous. Au cours de notre rencontre, je pourrai donner le sacrement de la Réconciliation à quelques-uns d’entre vous. Aussi, je voudrais vous inviter à réfléchir sur la grandeur de ce sacrement dans lequel Dieu vient à notre rencontre d’une façon personnelle. Chaque fois que nous le lui demandons, il vient avec nous pour nous faire passer sur l’autre rive,sur cette rive de notre vie où Dieu nous pardonne, déverse en nous son amour qui guérit, apaise et relève! Le Jubilé de la Miséricorde, que je viens d’avoir la joie d’ouvrir particulièrement pour vous, chers amis Centrafricains et Africains, nous rappelle justement que Dieu nous attend, les bras ouverts, comme nous le rappelle la belle image du Père accueillant le fils prodigue.
En effet, le pardon reçu nous console et il nous permet de repartir le cœur confiant et en paix, capables de vivre davantage en harmonie avec nous-mêmes, avec Dieu et avec les autres. Ce pardon reçu nous permet aussi de pardonner à notre tour. Nous en avons toujours besoin, et particulièrement dans des situations de conflits, de violences comme celles que vous connaissez encore trop souvent. Je redis ma proximité à tous ceux parmi vous qui sont touchés par le deuil, la séparation, les blessures infligées par la haine et la guerre. Dans ce contexte, pardonner à celui qui nous a fait du mal est humainement bien difficile. Mais Dieu nous offre force et courage pour devenir ces artisans de réconciliation et de paix, dont votre pays a tant besoin. Le chrétien, disciple du Christ, marche sur les pas de son maître, qui sur la croix a demandé à son Père de pardonner à ceux qui le crucifiaient (cf. Lc 23, 34). Comme cette attitude est éloignée des sentiments qui habitent trop souvent notre cœur… Méditer cette attitude et cette parolede Jésus : «Père, pardonne-leur», peut nous aider à convertir notre regard et notre cœur. Pour beaucoup, c’est un scandale que Dieu soit venu se faire l’un de nous. C’est un scandale qu’il soit mort sur une croix. Oui, c’est un scandale: le scandale de la croix. La croix continue à faire scandale. Mais c’est l’unique chemin sûr: celui de la Croix, celui de Jésus venu partager notre vie pour nous sauver du péché (cf. Rencontre avec les jeunes Argentins 25 juillet 2013 Rio de Janeiro). Chers amis, cette croix nous parle de la proximité de Dieu: il est avec nous, il est avec chacun de vous dans vos joies comme dans vos épreuves.
Chers jeunes, le bien le plus précieux que nous pouvons avoir dans la vie est notre relation avec Dieu. En êtes-vous convaincus? Êtes-vous conscients de la valeur inestimable que vous avez aux yeux de Dieu? Savez-vous que vous êtes aimés et accueillis par Lui, inconditionnellement, comme vous êtes? (cf. Message pour la 30ème Journée Mondiale de la Jeunesse 2015 – 2 ) En consacrant du temps à la prière, à la lecture de l’Écriture, particulièrement de l’Évangile, vous le connaîtrez mieux et vous vous connaîtrez aussi vous-mêmes. En effet, les conseils de Jésus peuvent éclairer aussi aujourd’hui vos sentiments et vos choix. Vous êtes enthousiastes et généreux, en quête d’un grand idéal, chercheurs de vérité et de beauté. Je vous encourage à garder l’esprit vigilant et critique face à toute compromission contraire au message de l’Évangile. Merci pour votre dynamisme créatifdont l’Église a besoin ! Cultivez-le! Soyez des témoins de la joie que donne la rencontre avec Jésus. Qu’elle vous transforme, qu’elle rende votre foi plus forte, plus solide pour surmonter les peurs, afin d’entrer toujours plus dans le projet d’amour de Dieu sur vous! Dieu veut le bonheur de tous ses enfants. Ceux qui se laissent regarder par lui sont libérés du péché, de la tristesse, du vide intérieur, de l’isolement (cf.Exhort. apost. Evangelii gaudium, n. 1). Et, en retour, regarder l’autre comme un frère, accepter qu’il soit différent et découvrir qu’il est un don pour moi. C’est ainsi que la paix se construit chaque jour. Cela demande de prendre le chemin du service et de l’humilité, d’être attentif aux besoins de l’autre. Pour entrer dans cette logique, il faut avoir un cœur qui sait s’abaisser et partager sa vie avec ceux qui sont le plus dans le besoin. Là est la vraie charité. Et ainsi grandit la solidarité en commençant par de petites choses, et les germes de division disparaissent. Ainsi le dialogue entre les croyants porte du fruit, la fraternité se vit jour après jour, et elle élargit le cœur en ouvrant un avenir. De cette manière, vous pouvez faire beaucoup de bien pour votre pays et je vous y encourage.
Chers jeunes, le Seigneur est vivant, et il marche à vos côtés. Quand les difficultés semblent s’accumuler, quand la douleur, la tristesse dominent autour de vous, il ne vous abandonne pas. Il nous a laissé le mémorial de son amour: l’Eucharistie et les sacrements pour avancer sur le chemin en y trouvant la force d’aller de l’avant chaque jour. Et cela doit être la source de votre espérance et de votre courage pour passer sur l’autre rive (cf. Lc 8, 22), avec Jésus, en ouvrant des chemins nouveaux pour vous et votre génération, pour vos familles, pour votre pays. Je prie pour que vous ayez cette espérance. Soyez ancrés en elle et vous la donnerez aux autres, à notre monde abimé par les guerres, les conflits, le mal, le péché. N’oubliez pas, le Seigneur est avec vous. Il a confiance en vous. Il souhaite que vous soyez ses disciples-missionnaires, soutenus par la prière de la Vierge Marie et par celle de toute l’Église dans les moments difficiles et les épreuves. Chers jeunes de Centrafrique, allez, je vous envoie!
[02061-FR.01] [Texte original: Italien]
Traduzione in lingua inglese
Dear Young Friends,
Good evening! It is a great joy for me to be here with you this evening, as we enter upon a new liturgical year with the beginning of Advent. Is this not, for each one of us, an occasion to begin anew, a chance to “go across to the other side?” (cf. Lk 8:22).
During this, our meeting I will be able to celebrate the Sacrament of Reconciliation with some of you. I encourage each of you to reflect on the grandeur of this sacrament, in which God comes to meet us personally. Whenever we ask, he comes to us and helps us to “go across to the other side”, to that side of our life where God forgives us and bathes us in his love which heals, soothes and raises up! The Jubilee of Mercy, which I just opened particularly for you, dear Central African and African friends, rightly reminds us that God is waiting for us, with arms wide open, as we see in the beautiful image of the Father who welcomes the prodigal son.
The forgiveness which we receive comforts us and enables us to make a new start, with trusting and serene hearts, better able to live in harmony with ourselves, with God and with others. The forgiveness which we receive enables us in turn to forgive others. There is always a need for this, especially in times of conflict and violence, as you know all too well. I renew my closeness to all those among you who are have experienced sorrow, separation and the wounds inflicted by hatred and war. In such situations, forgiving those who have done us harm is, humanly speaking, extremely difficult. But God offers us the strength and the courage to become those artisans of reconciliation and peace which your country greatly needs. The Christian, as a disciple of Christ, walks in the footsteps of his Master, who on the Cross asked his Father to forgive those who were crucifying him (cf. Lk 23:34). How far is this sentiment from those which too often reign in our hearts! Meditating on the attitude and the words of Jesus, “Father, forgive them”, can help to turn our gaze and convert our heart.
For many people, it is a scandal that God came to be one of us. It is a scandal that he died on a cross. Yes, it is scandalous: the scandal of the cross. The cross continues to scandalize. Yet it remains the one sure way: the way of the cross, the way of Jesus who came to share our life and to save us from sin (cf. Meeting with Young Argentineans, 25 July 2013). Dear friends, this cross speaks to us of the closeness of God: he is with us, he is with each one of you, in your joys and in your trials.
Dear young people, the most precious good which we can have in this life is our relationship with God. Are you convinced of this? Are you aware of the inestimable value that you have in God’s eyes? Do you know that you are loved and accepted by him, unconditionally, as you are? (cf. Message for the World Youth Day 2015, 2). Devoting time to prayer and the reading of Scripture, especially the Gospels, you will come to know him, and yourselves, ever better. Today too, Jesus’ counsels can illumine your feelings and your decisions. You are enthusiastic and generous, pursuing high ideals, searching for truth and beauty. I encourage you to maintain an alert and critical spirit in the face of every compromise which runs contrary to the Gospel message.
Thank you for your creative dynamism, which the Church greatly needs. Cultivate this! Be witnesses to the joy of meeting Jesus. May he transform you, strengthen your faith and help you to overcome every fear, so that you may embrace ever more fully God’s loving plan for you! God wills the happiness of every one of his children. Those who open themselves to his gaze are freed from sin, from sorrow, from inner emptiness and from isolation (cf. Evangelii Gaudium, 1). Instead, they can see others as brothers or sisters, accepting their differences and recognizing that they are a gift for all of us.
It is in this way that peace is built, day by day. It calls for setting out on the path of service and humility, and being attentive to the needs of others. To embrace this mindset, we need to have a heart capable of bending low and sharing life with those most in need. That is where true charity is found. In this way solidarity grows, beginning with small gestures, and the seeds of division disappear. In this way dialogue among believers bears fruit, fraternity is lived day by day and it enlarges the heart by opening up a future. In this way, you will be able to do so much good for your country. I encourage you do so.
Dear young friends, the Lord is alive and he is walking at your side. When difficulties seem to abound, when pain and sadness seem to prevail all around you, he does not abandon you. He has left us the memorial of his love: the Eucharist and the sacraments, to aid our progress along the way and furnish the strength we need to daily move forward. This must be the source of your hope and your courage as you “go across to the other side” (cf. Lk 8:22), with Jesus, opening new paths for yourselves and your generation, for your families, for your country. I pray that you will be filled with this hope. May you be ever anchored in it, so that you can give it to others, to this world of ours so wounded by war and conflicts, by evil and sin. Never forget: the Lord is with you. He trusts you. He wants you to be missionary disciples, sustained in times of difficulty and trial by the prayers of the Virgin Mary and those of the entire Church. Dear young people of Central Africa, go forth! I am sending you out!
[02061-EN.01] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua spagnola
Queridos jóvenes, queridos amigos:
Buenas tardes.
Me alegro mucho de encontrarles en esta tarde en que comenzamos con el Adviento un nuevo año litúrgico. ¿No es éste acaso el momento para una nueva salida, una ocasión para «pasar a la otra orilla» (cf. Lc 8,22)?
Agradezco a Evans las palabras que me ha dirigido en nombre de todos. Durante nuestro encuentro administraré a alguno de ustedes el sacramento de la Reconciliación. Quisiera invitarles a que reflexionen sobre la grandeza de este sacramento en el que Dios viene a nuestro encuentro de un modo personal. Cada vez que se lo pedimos, Él viene con nosotros para hacer que «pasemos a la otra orilla», a esta orilla de nuestra vida en la que Dios nos perdona, derrama sobre nosotros su amor que cura, alivia y levanta. El Jubileo de la Misericordia, que hace apenas un momento he tenido la alegría de abrir especialmente para ustedes, queridos amigos centroafricanos y africanos, nos recuerda precisamente que Dios nos espera con los brazos abiertos, como nos lo sugiere la hermosa imagen del Padre que acoge al hijo pródigo.
En efecto, el perdón que hemos recibido nos consuela y nos permite recomenzar con el corazón lleno de confianza y en paz, capaces de vivir en armonía con nosotros mismos, con Dios y con los demás. Este perdón recibido nos permite también a su vez perdonar. Lo necesitamos siempre, especialmente en las situaciones de conflicto, de violencia, como las que ustedes experimentan con tanta frecuencia. Renuevo mi cercanía a todos los que han sido afectados por el dolor, la separación, las heridas provocadas por el odio y la guerra. En este contexto, resulta humanamente muy difícil perdonar a quien nos ha hecho daño. Pero Dios nos da fuerza y ánimo para convertirnos en esos artesanos de reconciliación y de paz que tanto necesita su país. El cristiano, discípulo de Cristo, camina siguiendo las huellas de su Maestro, que en la cruz pidió al Padre que perdonara a los que lo crucificaban (cf. Lc 23,34). ¡Qué lejos está este comportamiento de los sentimientos que con demasiada frecuencia tenemos en nuestro corazón…! Meditar esta actitud y esta palabra de Jesús: «Padre, perdónalos», nos ayudará a convertir nuestra mirada y nuestro corazón. Para muchos, es un escándalo que Dios se haya hecho hombre como nosotros. Es un escándalo que muriera en una cruz. Sí, un escándalo: el escándalo de la cruz. La cruz sigue provocando escándalo. Pero es la única vía segura: la de la cruz, la de Jesús, que vino a compartir nuestra vida para salvarnos del pecado (cf. Encuentro con los jóvenes argentinos, Catedral de Río de Janeiro, 25 julio 2013). Queridos amigos, esta cruz nos habla de la cercanía de Dios: Él está con nosotros, está con cada uno de ustedes en las alegrías como en los momentos de prueba.
Queridos jóvenes, el bien más valioso que podemos tener en la vida es nuestra relación con Dios. ¿Están convencidos de ello? ¿Son conscientes del valor inestimable que ustedes tienen a los ojos de Dios? ¿Saben que Él los ama y acoge incondicionalmente, así como son? (cf. Mensaje para la Jornada Mundial de la Juventud 2015, 2). Lo conocerán mejor, y también ustedes se conocerán a sí mismos, si dedican tiempo a la oración, a la lectura de la Escritura, y especialmente del Evangelio. En efecto, los consejos de Jesús pueden iluminar también hoy sus sentimientos y opciones. Ustedes son entusiastas y generosos, en busca de un gran ideal, desean la verdad y la belleza. Los animo a que tengan el espíritu vigilante y crítico frente a cualquier compromiso contrario al mensaje del Evangelio. Les agradezco su dinamismo creativo, que tanto necesita la Iglesia. Cultívenlo. Sean testigos de la alegría que viene del encuentro con Jesús. Que ella los transforme, que haga su fe más fuerte, más sólida, para superar los temores y profundizar cada vez más en el proyecto de amor que Dios tiene para con ustedes. Dios quiere lo mejor para todos sus hijos. Quienes se dejan mirar por Él son liberados del pecado, de la tristeza, del vacío interior, del aislamiento (cf. Exhort. ap. Evangelii gaudium, 1). Y aprenden a mirar en cambio al otro como a un hermano, a aceptar que sea diferente y a descubrir que es un don para ellos. Así es como se construye la paz cada día. Esto nos pide recorrer la vía del servicio y la humildad, estar atentos a las necesidades de los demás. Para entrar en esta lógica, hay que tener un corazón que sepa abajarse y compartir la vida de los más pobres. Esta es la verdadera caridad. De esta forma, a partir de las cosas pequeñas, crece la solidaridad y desaparecen los gérmenes de división. Y así es como el diálogo entre los creyentes da fruto, la fraternidad se vive día a día y ensancha el corazón, abriendo un futuro. De este modo, ustedes pueden hacer mucho bien a su país, y yo los animo a seguir adelante.
Queridos jóvenes, el Señor vive y camina a su lado. Cuando las dificultades parecen acumularse, cuando el dolor y la tristeza crecen alrededor de ustedes, Él no los abandona. Nos ha dejado el memorial de su amor: la Eucaristía y los sacramentos para proseguir en el camino, encontrando en ellos la fuerza para avanzar cada día. Esta ha de ser la fuente de su esperanza y de su valor para pasar a la otra orilla (cf. Lc 8,22) con Jesús, que abre caminos nuevos para ustedes y su generación, para sus familias y para su país. Rezo para que tengan esta esperanza. Aférrense a ella y la podrán dar a los demás, a nuestro mundo golpeado por las guerras, los conflictos, el mal y el pecado. No lo olviden: el Señor está con ustedes. Él confía en ustedes. Desea que sean sus discípulos-misioneros, sostenidos en los momentos de dificultad y de prueba por la oración de la Virgen María y de toda la Iglesia. Queridos jóvenes de Centroáfrica, vayan, yo los envío.
[02061-ES.01] [Texto original: Italiano]
Iniziata la Veglia, Papa Francesco ha confessato alcuni giovani nell’atrio della Cattedrale. Quindi, dopo la benedizione finale, è rientrato alla Nunziatura Apostolica di Bangui.
[B0942-XX.02]