Incontro con le Comunità Evangeliche presso la Facoltà Teologica Evangelica di Bangui (FATEB) di Bangui
Discorso del Santo Padre
Traduzione in lingua francese
Traduzione in lingua inglese
Traduzione in lingua spagnola
Nel pomeriggio il Santo Padre Francesco si è recato in auto alla FATEB (Facoltà Teologica Evangelica di Bangui) dove alle ore 16 ha incontrato le Comunità Evangeliche.
Il Papa è stato accolto dal Decano della Facoltà, Dr. Nupanga Weanzana, che lo accompagnato nella Sala delle Conferenze in cui si trovavano circa 400 rappresentanti delle Comunità Evangeliche della Repubblica Centrafricana. Accanto al Santo Padre hanno preso posto il Decano della FATEB e i tre membri della “Piattaforma interreligiosa” che ha sostenuto il processo di pacificazione nazionale: l’Arcivescovo di Bangui, S.E. Mons. Dieudonné Nzapalainga, C.S.Sp, il Presidente della “Alliance des Églises Évangéliques Centrafricaines” (AEC), Dr. Nicolas Guerekoyame Gbangou, e il Presidente del Consiglio islamico centrafricano, Imam Oumar Kobine Layama.
Dopo i saluti del Decano della FATEB e del Presidente dell’AEC, Papa Francesco ha pronunciato il discorso che pubblichiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle,
sono lieto di avere l’occasione di incontrarvi in questa Facoltà di Teologia Evangelica. Ringrazio il Decano della Facoltà e il Presidente dell’Alleanza degli Evangelici in Centrafrica per le loro gentili parole di benvenuto. Saluto ciascuno di voi e attraverso di voi anche tutti i membri delle vostre comunità, in un profondo sentimento di amore fraterno. Noi siamo tutti qui al servizio del medesimo Signore risorto, che ci raduna oggi; e, per il comune Battesimo che abbiamo ricevuto, siamo inviati ad annunciare la gioia del Vangelo agli uomini e alle donne di questo caro Paese del Centrafrica.
Da troppo tempo il vostro popolo è segnato dalle prove e dalla violenza che causano tante sofferenze. Ciò rende l’annuncio evangelico ancora più necessario e urgente. Perché è la carne di Cristo stesso che soffre, che soffre nelle sue membra predilette: i poveri del suo popolo, i malati, gli anziani e gli abbandonati, i bambini che non hanno più i genitori o che sono lasciati a sé stessi, senza guida e senza educazione. Sono anche tutti coloro che la violenza e l’odio hanno ferito nell’anima o nel corpo; coloro che la guerra ha privato di tutto, del lavoro, della casa, delle persone care.
Dio non fa differenze tra coloro che soffrono. Ho chiamato spesso questo l’ecumenismo del sangue. Tutte le nostre comunità soffrono indistintamente per l’ingiustizia e l’odio cieco che il demonio scatena; e vorrei in questa circostanza esprimere la mia vicinanza e la mia sollecitudine verso il Pastore Nicolas, la cui casa è stata recentemente saccheggiata e incendiata, come pure la sede della sua comunità. In questo contesto difficile, il Signore non cessa di inviarci a manifestare a tutti la sua tenerezza, la sua compassione e la sua misericordia. Tale comune sofferenza e tale comune missione sono un’occasione provvidenziale per farci progredire insieme sulla via dell’unità; e ne sono anche un mezzo spirituale indispensabile. Come il Padre rifiuterebbe la grazia dell’unità, benché ancora imperfetta, ai suoi figli che soffrono insieme e che, in diverse circostanze, si dedicano insieme al servizio dei fratelli?
Cari fratelli, la divisione dei cristiani è uno scandalo, perché è anzitutto contraria alla volontà del Signore. Essa è anche uno scandalo davanti a tanto odio e tanta violenza che lacerano l’umanità, davanti a tante contraddizioni che si innalzano di fronte al Vangelo di Cristo. Perciò, apprezzando lo spirito di mutuo rispetto e collaborazione che esiste tra i cristiani del vostro Paese, vi incoraggio a proseguire su questa via in un servizio comune della carità. E’ una testimonianza resa a Cristo, che costruisce l’unità.
Possiate, sempre più e con coraggio, aggiungere alla perseveranza e alla carità, il servizio della preghiera e della riflessione in comune, nella ricerca di una migliore conoscenza reciproca, di una maggiore fiducia e di una maggiore amicizia, in vista della piena comunione di cui conserviamo la ferma speranza.
Vi assicuro che la mia preghiera vi accompagna in questo cammino fraterno di servizio, di riconciliazione e di misericordia, un cammino lungo ma pieno di gioia e di speranza.
Chiedo al Signore Gesù che benedica tutti voi, benedica le vostre comunità, benedica anche la nostra Chiesa. E vi chiedo a voi di pregare per me. Merci beaucoup.
[02059-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua francese
Chers frères et sœurs,
Je suis heureux d’avoir l’occasion de vous rencontrer dans cette Faculté de Théologie évangélique. Je remercie le Doyen de la Faculté et le Président de l’Alliance des Évangéliques en Centrafrique, pour leurs aimables paroles de bienvenue. Je salue chacun d’entre vous, et aussi à travers vous tous les membres de vos communautés, dans un profond sentiment d’amour fraternel. Nous sommes tous ici au service du même Seigneur ressuscité, qui nous rassemble aujourd’hui; et, par le commun Baptême que nous avons reçu, nous sommes envoyés pour annoncer la joie de l’Évangile aux hommes et aux femmes de ce cher pays de Centrafrique.
Depuis trop longtemps, votre peuple est marqué par les épreuves et la violence qui causent tant de souffrances. Cela rend l’annonce évangélique d’autant plus nécessaire et urgente. Car c’est la chair du Christ lui-même qui souffre, qui souffre, en ses membres préférés: les pauvres de son peuple, les malades, les personnes âgées et les abandonnés, les enfants qui n’ont plus de parents ou qui sont livrés à eux-mêmes, sans guide et sans éducation. Ce sont aussi tous ceux que la violence et la haine ont blessés dans leur âme ou dans leur corps; ceux que la guerre a démunis de tout, de leur travail, de leur maison, de leurs êtres chers.
Dieu ne fait pas de différences parmi ceux qui souffrent. J’ai souvent appelé cela l’œcuménisme du sang. Toutes nos communautés souffrent indistinctement de l’injustice et de la haine aveugle que le démon déchaîne; et je voudrais à cette occasion faire part de ma proximité et de ma sollicitude envers le Pasteur Nicolas dont la maison a été récemment saccagée et incendiée, ainsi que le siège de sa communauté. Dans ce contexte difficile, le Seigneur nous envoie sans cesse manifester à tous sa tendresse, sa compassion et sa miséricorde. Cette souffrance commune et cette mission commune sont une occasion providentielle de nous faire avancer ensemble sur le chemin de l’unité; elles en sont même un moyen spirituel indispensable. Comment le Père refuserait-il la grâce de l’unité, même encore imparfaite, à ses enfants qui souffrent ensemble, et qui, en de multiples occasions, se dévouent ensemble au service de leurs frères?
Chers frères, la division des chrétiens est un scandale, car elle est d’abord contraire à la volonté du Seigneur. Elle est aussi un scandale devant tant de haine et de violence qui déchirent l’humanité, devant tant de contradictions qui se dressent face à l’Évangile du Christ. Aussi, saluant l’esprit de respect mutuel et de collaboration qui existe entre les chrétiens de votre pays, je vous encourage à poursuivre sur cette voie dans un service commun de la charité. C’est un témoigne rendu au Christ, qui construit l’unité.
Puissiez-vous, de plus en plus et avec audace, ajouter à la persévérance et à la charité, le service de la prière et de la réflexion commune, dans la recherche d’une meilleure connaissance réciproque, d’une plus grande confiance et d’une plus grande amitié, en vue de la pleine communion dont nous gardons la ferme espérance.
Je vous assure que ma prière vous accompagne sur ce chemin fraternel de service, de réconciliation et de miséricorde, un chemin long mais rempli de joie et d’espérance.
Je demande au Seigneur Jésus de vous bénir tous, qu’il bénisse vos communautés, qu’il bénisse aussi notre Église. Et je vous demande de prier pour moi. Merci beaucoup.
[02059-FR.02] [Texte original: Italien]
Traduzione in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters,
I am happy to be able to meet you in this Faculty of Evangelical Theology. I thank the Dean of the Faculty and the President of the Evangelical Alliance of Central Africa for their kind words of welcome With fraternal affection I greet each of you and, through you, all the members of your communities. All of us are here in the service of the risen Lord who assembles us today; and, by virtue of the common baptism we have received, we are sent to proclaim the joy of the Gospel to men and women of this beloved country of Central Africa.
For all too long, your people have experienced troubles and violence, resulting in great suffering. This makes the proclamation of the Gospel all the more necessary and urgent. For it is Christ’s own flesh which suffers in his dearest sons and daughters: the poorest of his people, the infirm, the elderly, the abandoned, children without parents or left to themselves without guidance and education. There are also those who have been scarred in soul or body by hatred and violence, those whom war has deprived of everything: work, home and loved ones.
God makes no distinctions between those who suffer. I have often called this the ecumenism of blood. All our communities suffer indiscriminately as a result of injustice and the blind hatred unleashed by the devil. Here I wish to express my closeness and solidarity to Pastor Nicholas, whose home was recently ransacked and set on fire, as was the meeting-place of his community. In these difficult circumstances, the Lord keeps asking us to demonstrate to everyone his tenderness, compassion and mercy. This shared suffering and shared mission are a providential opportunity for us to advance together on the path of unity; they are also an indispensable spiritual aid. How could the Father refuse the grace of unity, albeit still imperfect, to his children who suffer together and, in different situations, join in serving their brothers and sisters?
Dear brothers and sisters, the lack of unity among Christians is a scandal, above all because it is contrary to God’s will. It is also a scandal when we consider the hatred and violence which are tearing humanity apart, and the many forms of opposition which the Gospel of Christ encounters. I appreciate the spirit of mutual respect and cooperation existing between the Christians of your country, and I encourage you to continue on this path of common service in charity. It is a witness to Christ which builds up unity.
With increasing intensity and courage, may you add to perseverance and charity, a commitment to prayer and common reflection, as you seek to achieve greater mutual understanding, trust and friendship in view of that full communion for which we firmly hope.
I assure you of my prayerful support along the path of fraternal charity, reconciliation and mercy, a path which is long, yet full of joy and hope.
I ask the Lord Jesus to bless all of you! May he bless your communities, and our Church as well! I ask you to pray for me. Thank you very much.
[02059-EN.02] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
Me alegra estar en esta Facultad de Teología Evangélica. Agradezco al Decano de la Facultad y al Presidente de la Alianza Evangélica Centroafricana sus amables palabras de bienvenida. Con profundo sentimiento de amor fraterno, saludo a cada uno de ustedes y, por su medio, también a los miembros de sus comunidades. Todos estamos aquí para servir al mismo Señor resucitado, que nos congrega hoy; y, gracias al mismo Bautismo recibido, estamos invitados a anunciar la alegría del Evangelio a los hombres y mujeres de este querido País de Centroáfrica.
Desde hace demasiado tiempo, su pueblo está marcado por pruebas y violencia que provocan tanto sufrimiento. Eso hace que el anuncio del Evangelio sea más necesario y urgente. Porque es la carne del mismo Cristo quien sufre, que sufre en sus miembros predilectos: los pobres de su pueblo, los enfermos, los ancianos y los abandonados, los niños huérfanos o que han sido abandonados a su suerte, sin guía y sin educación. Son también todos aquellos cuya alma y cuerpo han sido heridos por la violencia y el odio; aquellos a los que la guerra les ha quitado todo, el trabajo, la casa, sus seres queridos.
Dios no hace distinción entre los que sufren. A esto lo he llamado con frecuencia el ecumenismo de la sangre. Todas nuestras comunidades sin distinción sufren a causa de la injusticia y el odio ciego que el demonio desencadena; y en esta circunstancia, quiero expresar mi cercanía y mi solicitud hacia el Pastor Nicolás, cuya casa ha sido recientemente saqueada e incendiada, así como la sede de su comunidad. En este difícil contexto, el Señor no deja de enviarnos a manifestar a todos su ternura, su compasión y misericordia. Este sufrimiento común y esta misión común son una ocasión providencial para progresar juntos en el camino de la unidad; y son también un medio espiritual indispensable. ¿Cómo podría el Padre rechazar la gracia de la unidad, aunque todavía imperfecta, a sus hijos que sufren juntos y que en diversas ocasiones se unen para servir a los hermanos?
Queridos hermanos, la división de los cristianos es un escándalo, porque es ante todo contraria a la voluntad del Señor. Es también un escándalo frente al odio y la violencia que desgarra a la humanidad, frente a las numerosas contradicciones que se alzan contra el Evangelio de Cristo. Por eso, y apreciando el espíritu de respeto mutuo y de colaboración que existe entre los cristianos en su país, los animo a proseguir por este camino, sirviendo juntos con caridad. Es un testimonio de Cristo, que construye la unidad.
Que, con ánimo siempre creciente y con vistas a la plena comunión que anhelamos, añadan a la perseverancia y a la caridad el servicio de la plegaria y de la reflexión en común, en búsqueda de un mejor conocimiento recíproco, de una mayor confianza y amistad.
Les aseguro que los acompañaré con mi oración en este camino fraterno de servicio, reconciliación y misericordia, un camino largo pero lleno de alegría y esperanza.
Pido al Señor Jesús que bendiga a todos ustedes, que bendiga sus comunidades y bendiga también a nuestra Iglesia. Y les pido que recen por mí. Muchas gracias.
[02059-ES.02] [Texto original: Italiano]
Terminato l’incontro, il Santo Padre Francesco, prima di recarsi in Cattedrale per la Celebrazione della Santa Messa e l’Apertura della Porta Santa per l’inizio del Giubileo dell’Anno della Misericordia nella Repubblica Centrafricana, ha fatto una breve sosta in un ospedale pediatrico di Bangui dove ha incontrato alcuni bambini ed ha lasciato in dono medicinali messi a disposizione dall'ospedale "Bambino Gesù” di Roma.
[B0940-XX.02]