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Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana (25-30 novembre 2015) – Visita alla Casa di carità di Nalukolongo e Incontro con i Vescovi dell’Uganda, 28.11.2015


Visita alla Casa di carità di Nalukolongo a Kampala

Incontro con i Vescovi dell’Uganda all’Arcivescovado di Kampala

 

Visita alla Casa di carità di Nalukolongo a Kampala

Saluto del Santo Padre

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua spagnola

Dopo l’incontro con i giovani, questo pomeriggio il Santo Padre Francesco si è recato in visita alla Nalukolongo Bakateyambma’s Home, una casa di carità fondata nel 1978 dal primo Cardinale ugandese, Emmanuel Kiwanuka Nsubuga, che è qui sepolto. L’istituto accoglie e cura un centinaio di poveri di ogni credo religioso e di ogni età, dalla prima infanzia alla vecchiaia.

Giunto poco prima delle 15, il Santo Padre è stato accolto dalla Superiora della struttura caritativa, affidata alle Good Samaritan Sisters.

Nel piazzale della Casa di Nalukolongo il Vescovo incaricato della Pastorale della Salute, S.E. Mons. Robert Muhiirwa, ha presentato il luogo e le persone provenienti anche da altri istituti, quindi il Papa, prima di visitare i malati e i poveri della Casa ha rivolto ai presenti le parole che riportiamo di seguito:

Saluto del Santo Padre

Cari amici,

vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza. Ho tanto desiderato visitare questa Casa della Carità, che il Cardinale Nsubuga fondò qui a Nalukolongo. Questo luogo è sempre stato legato all’impegno della Chiesa nei confronti dei poveri, dei disabili e dei malati. Qui, nei primi tempi, dei bambini sono stati riscattati dalla schiavitù e delle donne hanno ricevuto un’educazione religiosa. Saluto le Suore del Buon Samaritano, che portano avanti questa eccellente opera e le ringrazio per i loro anni di servizio silenzioso e gioioso nell’apostolato. E qui, qui è presente Gesù, perché Lui ha detto che sempre sarà presente tra i poveri, gli ammalati, i carcerati, i diseredati, quelli che soffrono. Qui c’è Gesù.

Saluto anche i rappresentanti di molti altri gruppi di apostolato, che si prendono cura delle necessità dei nostri fratelli e delle nostre sorelle in Uganda. Penso in particolare al grande e fruttuoso lavoro fatto con le persone malate di AIDS. Soprattutto, saluto chi abita in questa Casa e in altre come questa, e tutti coloro che beneficiano delle opere della carità cristiana. Perché questa è proprio una casa! Qui potete trovare affetto e premura; qui potete sentire la presenza di Gesù nostro fratello, che ama ciascuno di noi con quell’amore che è proprio di Dio.

Oggi, da questa Casa, vorrei rivolgere un appello a tutte le parrocchie e le comunità presenti in Uganda – e nel resto dell’Africa – a non dimenticare i poveri, a non dimenticare i poveri! Il Vangelo ci impone di uscire verso le periferie della società e di trovare Cristo nel sofferente e in chi è nel bisogno. Il Signore ci dice, con parole inequivocabili, che ci giudicherà su questo! È triste quando le nostre società permettono che gli anziani siano scartati o dimenticati! È riprovevole quando i giovani vengono sfruttati dall’attuale schiavitù del traffico di esseri umani! Se guardiamo attentamente al mondo che ci circonda, pare che in molti luoghi si stiano diffondendo l’egoismo e l’indifferenza. Quanti nostri fratelli e sorelle sono vittime dell’odierna cultura dell’“usa e getta”, che ingenera disprezzo soprattutto nei confronti dei bambini non nati, dei giovani e degli anziani!

In quanto cristiani, non possiamo semplicemente stare a guardare, stare a guardare cosa succede, e non fare niente. Qualcosa deve cambiare! Le nostre famiglie devono diventare segni ancora più evidenti dell’amore paziente e misericordioso di Dio, non solo per i nostri figli e i nostri anziani, ma per tutti coloro che si trovano nel bisogno. Le nostre parrocchie non devono chiudere le porte e le orecchie al grido dei poveri. Si tratta della via maestra del discepolato cristiano. È in questo modo che diamo testimonianza al Signore, che è venuto non per essere servito, ma per servire. Così mostriamo che le persone contano più delle cose e che quello che siamo è più importante di ciò che possediamo. Infatti, proprio in coloro che serviamo, Cristo rivela ogni giorno sé stesso e prepara l’accoglienza che speriamo di ricevere un giorno nel suo Regno eterno.

Cari amici, attraverso gesti semplici, attraverso atti semplici e devoti che onorano Cristo nei suoi fratelli e sorelle più piccoli, facciamo entrare la forza del suo amore nel mondo e lo cambiamo realmente. Ancora una volta vi ringrazio per la vostra generosità e per la vostra carità. Vi ricorderò sempre nelle mie preghiere e vi chiedo, per favore, di pregare per me. Affido tutti voi alla tenera protezione di Maria nostra Madre e vi do la mia benedizione.

Omukama Abakuume! [Dio vi protegga!]

[02056-IT.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua inglese

Dear Friends,

Thank you for your warm welcome. I wanted very much to visit this House of Charity, which Cardinal Nsubuga founded here in Nalukolongo. This is a place which has always been associated with the Church’s outreach to the poor, the handicapped, the sick. Here, in early times, slave children were ransomed and women received religious instruction. I greet the Good Samaritan Sisters who carry on this fine tradition, and I thank them for their years of quiet and joyful service in this apostolate. And here, Jesus is present here, because he said that he would always be present among the poor, the sick, convicts, the destitute, those who suffer. Jesus is here.

I also greet the representatives of the many other apostolic groups who serve the needs of our brothers and sisters in Uganda. Above all, I greet the residents of this home and others like it, and all who benefit from these works of Christian charity. For this is a home. Here you can find love and care; here you can feel the presence of Jesus, our brother, who loves each of us with God’s own love.

Today, from this Home, I appeal to all parishes and communities in Uganda – and the rest of Africa – not to forget the poor, not to forget the poor! The Gospel commands us to go out to the peripheries of society, and to find Christ in the suffering and those in need. The Lord tells us, in no uncertain terms, that is what he will judge us on! How sad it is when our societies allow the elderly to be rejected or neglected! How wrong it is when the young are exploited by the modern-day slavery of human trafficking! If we look closely at the world around us, it seems that, in many places, selfishness and indifference are spreading. How many of our brothers and sisters are victims of today’s throwaway culture, which breeds contempt above all towards the unborn, the young and the elderly!

As Christians, we cannot simply stand by, stand by watching what is happening, without doing anything. Something must change! Our families need to become ever more evident signs of God’s patient and merciful love, not only for our children and elders, but for all those in need. Our parishes must not close their doors, or their ears, to the cry of the poor. This is the royal road of Christian discipleship. In this way we bear witness to the Lord who came not to be served, but to serve. In this way we show that people count more than things, that who we are is more important than what we possess. For in those whom we serve, Christ daily reveals himself and prepares the welcome which we hope one day to receive in his eternal kingdom.

Dear friends, by simple gestures, by simple prayerful actions which honour Christ in the least of his brothers and sisters, we can bring the power of his love into our world, and truly change it. I thank you once more for your generosity and love. I will remember you always in my prayers and I ask you, please, to pray for me. I commend all of you to the loving protection of Mary, our Mother, and I give you my blessing.

Omukama Abakuume (God protect you!)

[02056-EN.02] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua francese

Chers amis,

Je vous remercie de votre accueil chaleureux. J’ai beaucoup désiré visiter cette Maison de la Charité, que le Cardinal Nsubuga a fondée ici à Nalukolongo. Ce lieu a toujours été lié à l’engagement de l’Église envers les pauvres, les handicapés et les malades. Ici, dans les premiers temps, des enfants ont été rachetés de l’esclavage et des femmes ont reçu une éducation religieuse. Je salue les Sœurs du Bon Samaritain, qui poursuivent cette œuvre excellente et je les remercie pour leurs années de service silencieux et joyeux dans l’apostolat. Et ici, ici Jésus est présent, parce qu’il a dit qu’il sera toujours présent au milieu des pauvres, des malades, des prisonniers, de ceux dont on ne veut pas, de ceux qui souffrent. Ici il y a Jésus.

Je salue aussi les représentants de nombreux autres groupes d’apostolat qui prennent soin des besoins de nos frères et de nos sœurs en Ouganda. Je pense en particulier au grand et fructueux travail réalisé avec les malades du SIDA. Surtout, je salue ceux qui habitent dans cette Maison et dans d’autres semblables, et tous ceux qui bénéficient des œuvres de la charité chrétienne. Parce que cette maison est vraiment une maison! Ici vous pouvez trouver affection et attention; ici vous pouvez sentir la présence de Jésus notre frère, qui aime chacun de nous avec l’amour qui est le propre de Dieu.

Aujourd’hui, de cette Maison, je voudrais adresser un appel à toutes les paroisses et communautés présentes en Ouganda – et dans le reste de l’Afrique – à ne pas oublier les pauvres, à ne pas oublier les pauvres. L’Évangile nous impose de sortir vers les périphéries de la société et de trouver le Christ dans celui qui souffre et dans celui qui se trouve dans le besoin. Le Seigneur nous dit, avec des paroles qui sont sans équivoques, qu’il nous jugera sur cela! Il est triste que nos sociétés permettent que les personnes âgées soient rejetées ou oubliées! Il est déplorable que les jeunes soient exploités par l’esclavage actuel du trafic d’êtres humains! Si nous regardons attentivement le monde qui nous entoure il semble qu’en de nombreux endroits l’égoïsme et l’indifférence se répandent. Combien de nos frères et sœurs sont victimes de la culture actuelle de l’«utilise et jette», que génère le mépris surtout vis-à-vis des enfants qui ne sont pas encore nés, des jeunes et des personnes âgées!

En tant que chrétiens, nous ne pouvons pas simplement rester à regarder, rester à regarder ce qui se passe, et de ne rien faire. Quelque chose doit changer! Nos familles doivent devenir des signes encore plus évidents de l’amour patient et miséricordieux de Dieu, non seulement pour nos enfants et nos personnes âgées, mais aussi pour tous ceux qui se trouvent dans le besoin. Nos paroisses ne doivent pas fermer les portes et les oreilles au cri des pauvres. Il s’agit de la voie maitresse du disciple chrétien. C’est de cette manière que nous rendons témoignage au Seigneur, qui est venu non pour être servi mais pour servir. Nous montrons ainsi que les personnes comptent plus que les choses et que ce que nous sommes est plus important que ce que nous possédons. En effet, précisément en ceux que nous servons, le Christ se révèle lui-même chaque jour et prépare l’accueil que nous espérons recevoir un jour dans son Royaume éternel.

Chers amis, à travers des gestes simples, à travers des actes simples et dévoués qui honorent le Christ dans ses frères et sœurs les plus petits, nous faisons entrer la force de son amour dans le monde et nous le changeons réellement. Encore une fois je vous remercie pour votre générosité et pour votre charité. Je me souviendrai toujours de vous dans mes prières et je vous demande, s’il vous plait de prier pour moi. Je vous confie tous à la tendre protection de Marie notre Mère et je vous donne ma Bénédiction.

Omukama Abakuume! [Que Dieu vous protège]

[02056-FR.02] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua spagnola

Queridos amigos:

Les agradezco su afectuosa acogida. Tenía un gran deseo de visitar esta Casa de la Caridad, que el Cardenal Nsubuga fundó aquí en Nalukolongo. Este lugar siempre ha estado ligado al compromiso de la Iglesia en favor de los pobres, los discapacitados y los enfermos. Pienso particularmente en el enorme y fructífero trabajo realizado con las personas afectadas por el SIDA. Aquí, en los primeros tiempos, se rescató a niños de la esclavitud y las mujeres recibieron una educación religiosa. Saludo a las Hermanas del Buen Samaritano, que llevan adelante esta excelente obra y les agradezco el servicio silencioso y gozoso en el apostolado de estos años. Y aquí está, está aquí presente, Jesús, porque Él siempre dijo que estaría presente entre los pobres, los enfermos, los encarcelados, los desheredados, los que sufren. Aquí está Jesús.

Saludo también a los representantes de los numerosos grupos de apostolado, que se ocupan de atender las necesidades de nuestros hermanos y hermanas en Uganda. Sobre todo, saludo a quienes viven en esta Casa y en otras semejantes, así como a todos los que se acogen a las iniciativas de caridad cristiana. Porque ésta es justamente una casa. Aquí pueden encontrar afecto y premura; aquí pueden sentir la presencia de Jesús nuestro hermano, que nos ama a cada uno con ese amor que es propio de Dios.

Hoy, desde esta Casa, quisiera hacer un llamamiento a todas las parroquias y comunidades de Uganda –y del resto de África– para que no se olviden de los pobres, ¡no se olviden de los pobres! El Evangelio nos impulsa a salir hacia las periferias de la sociedad y encontrar a Cristo en el que sufre y pasa necesidad. El Señor nos dice con palabras claras que nos juzgará de esto. Da tristeza ver cómo nuestras sociedades permiten que los ancianos sean descartados u olvidados. No es admisible que los jóvenes sean explotados por la esclavitud actual del tráfico de seres humanos. Si nos fijamos bien en lo que pasa en el mundo que nos rodea, da la impresión de que el egoísmo y la indiferencia se va extendiendo por muchas partes. Cuántos hermanos y hermanas nuestros son víctimas de la cultura actual del «usar y tirar», que lleva a despreciar sobre todo a los niños no nacidos, a los jóvenes y a los ancianos.

Como cristianos, no podemos permanecer impasibles, mirando a ver qué pasa, sin hacer nada. Algo tiene que cambiar. Nuestras familias han de ser signos cada vez más evidentes del amor paciente y misericordioso de Dios, no sólo hacia nuestros hijos y ancianos, sino hacia todos los que pasan necesidad. Nuestras parroquias no han de cerrar sus puertas y sus oídos al grito de los pobres. Se trata de la vía maestra del discipulado cristiano. Es así como damos testimonio del Señor, que no vino para ser servido sino para servir. Así ponemos de manifiesto que las personas cuentan más que las cosas y que lo que somos es más importante que lo que tenemos. En efecto, Cristo, precisamente en aquellos que servimos, se revela cada día y prepara la acogida que esperamos recibir un día en su Reino eterno.

Queridos amigos, a través de gestos sencillos, a través de acciones sencillas y generosas, que honran a Cristo en sus hermanos y hermanas más pequeños, conseguimos que la fuerza de su amor entre en el mundo y lo cambie realmente. De nuevo les agradezco su generosidad y su caridad. Les recordaré siempre en mis oraciones y les pido, por favor, que recen por mí. A todos ustedes, los confío a la tierna protección de María, nuestra Madre y les doy mi bendición.

Omukama Abakuume! [Que Dios los proteja].

[02056-ES.02] [Texto original: Italiano]

Incontro con i Vescovi dell’Uganda all’Arcivescovado di Kampala

Rientrato all’Arcivescovado di Kampala, alle ore 18 di questo pomeriggio il Santo Padre Francesco ha incontrato i Vescovi dell’Uganda. Dopo il saluto del Presidente della Conferenza Episcopale, S.E. Mons. John Baptist Odama, Arcivescovo di Gulu, il Papa si è intrattenuto con i Presuli ugandesi, alla presenza anche dei Cardinali e dei Vescovi del Seguito papale.

Quindi ha raggiunto in auto la Cattedrale di Kampala per l’incontro con i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i seminaristi.

[02073-IT.01]

[B0935-XX.02]