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Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana (25-30 novembre 2015) – Santa Messa nel Campus dell’Università di Nairobi, 26.11.2015


Santa Messa nel Campus dell’Università di Nairobi

Omelia del Santo Padre

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua spagnola

Dopo l’incontro ecumenico e interreligioso nella Nunziatura Apostolica, questa mattina Papa Francesco si è recato in auto all’Università di Nairobi per la celebrazione della Santa Messa.

Nei pressi dell’Università il Santo Padre ha compiuto un giro in auto scoperta tra i fedeli radunati nel Central Park che avrebbero poi seguito la Messa sui megaschermi installati anche nel vicino Uhuru Park.

La Celebrazione Eucaristica per l’evangelizzazione dei popoli, che il Papa ha presieduto nel Campus dell’Università, è iniziata verso le 10. Dopo la proclamazione del Vangelo, il Papa ha tenuto l’omelia che riportiamo di seguito:

Omelia del Santo Padre

La parola di Dio parla alle profondità del nostro cuore. Oggi Dio ci dice che gli apparteniamo. Egli ci ha fatti, noi siamo la sua famiglia e per noi Lui sarà sempre presente. “Non temete – Egli ci dice –: io vi ho scelti e prometto di darvi la mia benedizione” (cfr Is 44,2-3).

Abbiamo ascoltato questa promessa nella prima Lettura. Il Signore ci dice che farà sgorgare acqua nel deserto, in una terra assetata; Egli farà sì che i figli del suo popolo fioriscano come erba e come salici lussureggianti. Sappiamo che questa profezia si è adempiuta con l’effusione dello Spirito Santo a Pentecoste. Ma vediamo anche che essa si compie dovunque il Vangelo è predicato e nuovi popoli diventano membra della famiglia di Dio, la Chiesa. Oggi ci rallegriamo perché si è realizzata in questa terra. Mediante la predicazione del Vangelo, tutti noi siamo diventati partecipi della grande famiglia cristiana.

La profezia di Isaia ci invita a guardare alle nostre famiglie e a renderci conto di quanto siano importanti nel piano di Dio. La società del Kenya è stata a lungo benedetta con una solida vita familiare, con un profondo rispetto per la saggezza degli anziani e con l’amore verso i bambini. La salute di qualsiasi società dipende sempre dalla salute delle famiglie. Per il bene loro e della comunità, la fede nella Parola di Dio ci chiama a sostenere le famiglie nella loro missione all’interno della società, ad accogliere i bambini come una benedizione per il nostro mondo e a difendere la dignità di ogni uomo e di ogni donna, poiché tutti noi siamo fratelli e sorelle nell’unica famiglia umana.

In obbedienza alla Parola di Dio, siamo anche chiamati ad opporre resistenza alle pratiche che favoriscono l’arroganza negli uomini, feriscono o disprezzano le donne, non curano gli anziani e minacciano la vita degli innocenti non ancora nati. Siamo chiamati a rispettarci e incoraggiarci a vicenda e a raggiungere tutti coloro che si trovano nel bisogno. Le famiglie cristiane hanno questa missione speciale: irradiare l’amore di Dio e riversare l’acqua vivificante del suo Spirito. Questo è particolarmente importante oggi, perché assistiamo all’avanzata di nuovi deserti, creati da una cultura dell’egoismo e dell’indifferenza verso gli altri.

Qui, nel cuore di questa Università, dove le menti e i cuori delle nuove generazioni vengono formati, faccio appello in modo speciale ai giovani della nazione. I grandi valori della tradizione africana, la saggezza e la verità della Parola di Dio e il generoso idealismo della vostra giovinezza vi guidino nell’impegno di formare una società che sia sempre più giusta, inclusiva e rispettosa della dignità umana. Vi stiano sempre a cuore le necessità dei poveri; rigettate tutto ciò che conduce al pregiudizio e alla discriminazione, perché queste cose – lo sappiamo – non sono di Dio.

Tutti conosciamo bene la parabola di Gesù a proposito dell’uomo che costruì la sua casa sulla sabbia invece che sulla roccia. Quando soffiarono i venti, essa cadde e la sua rovina fu grande (cfr Mt 7,24-27). Dio è la roccia sulla quale siamo chiamati a costruire. Egli ce lo dice nella prima Lettura e ci chiede: «C’è forse un dio fuori di me?» (Is 44,8).

Quando Gesù Risorto afferma, nel Vangelo di oggi: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra» (Mt 28,18), ci dice che Lui stesso, il Figlio di Dio, è la roccia. Non c’è nessuno oltre a Lui. Unico Salvatore dell’umanità, desidera attirare uomini e donne di ogni epoca e luogo a Sé, così da poterli portare al Padre. Egli vuole che tutti noi costruiamo la nostra vita sul saldo fondamento della sua parola.

Questo è il compito che il Signore assegna a ciascuno di noi. Ci chiede di essere discepoli missionari, uomini e donne che irradino la verità, la bellezza e la potenza del Vangelo che trasforma la vita. Uomini e donne che siano canali della grazia di Dio, che permettano alla sua misericordia, benevolenza e verità di diventare gli elementi per costruire una casa che rimanga salda. Una casa che sia un focolare, dove fratelli e sorelle vivano finalmente in armonia e reciproco rispetto, in obbedienza alla volontà del vero Dio, che ci ha mostrato, in Gesù, la via verso quella libertà e quella pace a cui tutti i cuori aspirano.

Gesù, il Buon Pastore, la roccia sulla quale costruiamo le nostre vite, guidi voi e le vostre famiglie sulla via del bene e della misericordia per tutti i giorni della vostra vita. Egli benedica tutti gli abitanti del Kenya con la sua pace.

«Siate forti nella fede! Non abbiate paura!». Perchè voi appartenete al Signore.

Mungu awabariki! [Dio vi benedica!]

Mungu abariki Kenya! [Dio benedica il Kenya!]

[02047-IT.03] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua inglese

God’s word speaks to us in the depths of our heart. Today God tells us that we belong to him. He made us, we are his family, and he will always be there for us. “Fear not”, he says to us, “I have chosen you and I promise to give you my blessing” (cf. Is 44:2).

We hear this promise in today’s first reading. The Lord tells us that in the desert he will pour forth water on the thirsty land; he will cause the children of his people to flourish like grass and luxuriant willows. We know that this prophecy was fulfilled in the outpouring of the Holy Spirit at Pentecost. But we also see it fulfilled wherever the Gospel is preached and new peoples become members of God’s family, the Church. Today we rejoice that it was fulfilled in this land. Through the preaching of the Gospel, we have all become part of the great Christian family.

Isaiah’s prophecy invites us to look to our own families, and to realize how important they are in God’s plan. Kenyan society has long been blessed with strong family life, a deep respect for the wisdom of the elderly and love for children. The health of any society always depends on the health of its families. For their sake, and for the good of society, our faith in God’s word calls us to support families in their mission in society, to accept children as a blessing for our world, and to defend the dignity of each man and woman, for all of us are brothers and sisters in the one human family.

In obedience to God’s word, we are also called to resist practices which foster arrogance in men, hurt or demean women, do not look after the elderly and threaten the life of the innocent unborn. We are called to respect and encourage one another, and to reach out to all those in need. Christian families have this special mission: to radiate God’s love, and to spread the life-giving waters of his Spirit. This is especially important today, for we are seeing the growth of new deserts created by a culture of materialism selfishness and indifference to others.

Here, in the heart of this University, where the minds and hearts of new generations are being shaped, I appeal in a special way to the young people of the nation. Let the great values of Africa’s traditions, the wisdom and truth of God’s word, and the generous idealism of your youth guide you in working to shape a society which is ever more just, inclusive and respectful of human dignity. May you always be concerned for the needs of the poor, and reject everything that leads to prejudice and discrimination, for these things, we know, are not of God.

All of us are familiar with Jesus’ parable about the man who built his house on sand, rather than rock. When the winds came, it fell with a mighty crash (cf. Mt 7:24-27). God is the rock on which we are called to build. He tells us this in the first reading, and he asks us: “Is there a God besides me?” (cf. Is 44:8).

When the Risen Jesus says, in today’s Gospel, “All authority in heaven and on earth has been given to me” (Mt 28:18), he is telling us that he, the Son of God, is himself the rock. There is none besides him. As the one Saviour of mankind, he wishes to draw men and women of every time and place to himself, so that he can bring them to the Father. He wants all of us to build our lives on the firm foundation of his word.

And that is the charge which the Lord gives to each of us. He asks us to be missionary disciples, men and women who radiate the truth, beauty and life-changing power of the Gospel. Men and women who are channels of God’s grace, who enable his mercy, kindness and truth to become the building blocks of a house that stands firm. A house which is a home, where brothers and sisters at last live in harmony and mutual respect, in obedience to the will of the true God, who has shown us, in Jesus, the way to that freedom and peace for which all hearts long.

May Jesus, the Good Shepherd, the rock on whom we build our lives, guide you and your families in the way of goodness and mercy all the days of your lives. May he bless all Kenyans with his peace.

“Stand strong in faith! Do not be afraid!” For you belong to the Lord.

Mungu awabariki! [God bless you!]

Mungu abariki Kenya! [God bless Kenya!]

[02047-EN.03] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua francese

La parole de Dieu parle au plus fond de notre cœur. Aujourd’hui Dieu nous dit que nous lui appartenons. Il nous a faits, nous sommes sa famille, et il sera toujours présents pour nous. “Ne craignez pas – nous dit-il –: je vous ai choisis et je vous promets de vous donner ma bénédiction’’ (cf. Is 44, 2-3).

Nous avons entendu cette promesse dans la première lecture. Le Seigneur nous dit qu’il fera jaillir de l’eau dans le désert, dans une terre assoiffée; il fera en sorte que les enfants de son peuple fleurissent comme de l’herbe, comme des saules luxuriants. Nous savons que cette prophétie s’est accomplie par l’effusion du Saint Esprit à la Pentecôte. Mais nous voyons aussi qu’elle s’accomplit partout où l’Évangile est prêché et où de nouveaux peuples deviennent membres de la famille de Dieu, l’Église. Aujourd’hui nous nous réjouissons parce qu’elle s’est accomplie sur cette terre. Par la prédication de l’Évangile, nous sommes tous devenus participants de la grande famille chrétienne.

La prophétie d’Isaïe nous invite à regarder nos familles et à nous rendre compte combien elles sont importantes dans le plan de Dieu. La société du Kenya a longtemps été bénie par une solide vie familiale, par un profond respect de la sagesse des personnes âgées et par l’amour envers les enfants. La santé de toute société dépend toujours de la santé des familles. Pour leur bien et celui de la communauté, la foi dans la parole de Dieu nous appelle à soutenir les familles dans leur mission à l’intérieur de la société, à accueillir les enfants comme une bénédiction pour notre monde, et à défendre la dignité de tout homme et de toute femme, puisque nous sommes tous frères et sœurs dans l’unique famille humaine.

Par obéissance à la Parole de Dieu, nous sommes aussi appelés à résister aux pratiques qui favorisent l’arrogance chez les hommes, qui blessent ou méprisent les femmes, ne prennent aucun soin des personnes âgées et qui menacent la vie des innocents qui ne sont pas encore nés. Nous sommes appelés à nous respecter, à nous encourager mutuellement, et à rejoindre tous ceux qui sont dans le besoin. Les familles chrétiennes ont cette mission spéciale: rayonner l’amour de Dieu et répandre l’eau vivifiante de son Esprit. Ceci est particulièrement important aujourd’hui, parce que nous assistons à l’avancée de nouveaux déserts créés par une culture de l'égoïsme et le l’indifférence envers les autres.

Ici, au cœur de cette Université, où les esprits et les cœurs des nouvelles générations sont formés, je lance un appel particulier aux jeunes de la nation. Que les grandes valeurs de la tradition africaine, la sagesse et la vérité de la Parole de Dieu, ainsi que le généreux idéalisme de votre jeunesse, vous guident dans l’engagement à former une société qui soit toujours plus juste, inclusive et respectueuse de la dignité humaine. Que les besoins des pauvres vous soient toujours à cœur; rejetez tout ce qui conduit au préjugé et à la discrimination, parce que ces choses – nous le savons – ne sont pas de Dieu.

Tous nous connaissons bien la parabole de Jésus sur l’homme qui a construit sa maison sur le sable plutôt que sur le roc. Quand les vents ont soufflé, elle est tombée et sa ruine a été grande (cf. Mt 7, 24-27). Dieu est le rocher sur lequel nous sommes appelés à construire. Il nous le dit dans la première lecture, et il nous demande: «Y a-t-il un Dieu en dehors de moi?» (Is 44, 8).

Quand Jésus ressuscité affirme dans l’Évangile de ce jour: «Tout pouvoir m’a été donné au ciel et sur la terre» (Mt 28, 18) il nous dit que lui-même, le Fils de Dieu, est le rocher. Il n’y en a pas d’autre que lui. Unique Sauveur de l’humanité, il désire attirer à lui les hommes et les femmes de toute époque et de tout lieu, afin de pouvoir les conduire au Père. Il veut que tous nous construisions notre vie sur le fondement solide de sa Parole.

Cela c’est la tâche que le Seigneur attribue à chacun de nous. Il nous demande d’être des disciples missionnaires, des hommes et des femmes qui rayonnent la vérité, la beauté et la puissance de l’Évangile qui transforme la vie. Des hommes et des femmes qui soient des canaux de la grâce de Dieu, qui permettent à sa miséricorde, à sa bienveillance et à sa vérité de devenir les éléments pour construire une maison qui demeure solide. Une maison qui soit un foyer où les frères et sœurs vivent enfin en harmonie et dans le respect réciproque, dans l’obéissance à la volonté du vrai Dieu, qui nous a montré, en Jésus, la voie vers cette liberté et cette paix auxquelles tous les cœurs aspirent.

Que Jésus, le Bon Pasteur, le rocher sur lequel nous construisons nos vies, vous guide ainsi que vos familles sur la voie du bien et de la miséricorde, tous les jours de votre vie. Qu’il bénisse de sa paix tous les habitants du Kenya.

«Soyez forts dans la foi! N’ayez pas peur!». Car vous appartenez au Seigneur.

Mungu awabariki! [Que Dieu vous bénisse! ]

Mungu abariki Kenya! [Que Dieu bénisse le Kenya! ]

[02047-FR.03] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua spagnola

La Palabra de Dios nos habla en lo más profundo de nuestro corazón. Dios nos dice hoy que le pertenecemos. Él nos hizo, somos su familia, y Él siempre estará presente para nosotros. «No temas», nos dice: «Yo los he elegido y les prometo darles mi bendición» (cf. Is 44,2-3).

Hemos escuchado esta promesa en la primera lectura de hoy. El Señor nos dice que hará brotar agua en el desierto, en una tierra sedienta; hará que los hijos de su pueblo prosperen como la hierba y los sauces frondosos. Sabemos que esta profecía se cumplió con la efusión del Espíritu Santo en Pentecostés. Pero también la vemos cumplirse dondequiera que el Evangelio es predicado y nuevos pueblos se convierten en miembros de la familia de Dios, la Iglesia. Hoy nos regocijamos porque se ha cumplido en esta tierra. Gracias a la predicación del Evangelio, también todos nosotros hemos entrado a formar parte de la gran familia cristiana.

La profecía de Isaías nos invita a mirar a nuestras propias familias, y a darnos cuenta de su importancia en el plan de Dios. La sociedad keniata ha sido abundantemente bendecida con una sólida vida familiar, con un profundo respeto por la sabiduría de los ancianos y con un gran amor por los niños. La salud de cualquier sociedad depende siempre de la salud de sus familias. Por su bien, y por el bien de la sociedad, nuestra fe en la Palabra de Dios nos llama a sostener a las familias en su misión en la sociedad, a recibir a los niños como una bendición para nuestro mundo, y a defender la dignidad de cada hombre y mujer, porque todos somos hermanos y hermanas en la única familia humana.

En obediencia a la Palabra de Dios, también estamos llamados a oponernos a las prácticas que fomentan la arrogancia de los hombres, que hieren o degradan a las mujeres, no cuidan a los ancianos y ponen en peligro la vida de los inocentes aún no nacidos. Estamos llamados a respetarnos y apoyarnos mutuamente, y a estar cerca de todos los que pasan necesidad. Las familias cristianas tienen esta misión especial: irradiar el amor de Dios y difundir las aguas vivificantes de su Espíritu. Esto tiene hoy una importancia especial, cuando vemos el avance de nuevos desiertos creados por la cultura del egoismo y de la indiferencia hacia los demás.

Aquí, en el corazón de esta Universidad, donde se forman las mentes y los corazones de las nuevas generaciones, hago un llamado especial a los jóvenes de la nación. Que los grandes valores de la tradición africana, la sabiduría y la verdad de la Palabra de Dios, y el generoso idealismo de su juventud, los guíen en su esfuerzo por construir una sociedad que sea cada vez más justa, inclusiva y respetuosa de la dignidad humana. Preocúpense de las necesidades de los pobres, rechacen todo prejuicio y discriminación, porque –lo sabemos– todas estas cosas no son de Dios.

Todos conocemos bien la parábola de Jesús sobre aquel hombre que edificó su casa sobre arena, en vez de hacerlo sobre roca. Cuando soplaron los vientos, se derrumbó, y su ruina fue grande (cf. Mt 7,24-27). Dios es la roca sobre la que estamos llamados a construir. Él nos lo dice en la primera lectura y nos pregunta: «¿Hay un dios fuera de mí?» (Is 44,8).

Cuando Jesús resucitado afirma en el Evangelio de hoy: «Se me ha dado todo poder en el cielo y en la tierra» (Mt 28,18), nos está asegurando que Él, el Hijo de Dios, es la roca. No hay otro fuera de Él. Como único Salvador de la humanidad, quiere atraer hacia sí a los hombres y mujeres de todos los tiempos y lugares, para poder llevarlos al Padre. Él quiere que todos nosotros construyamos nuestra vida sobre el cimiento firme de su palabra.

Este es el encargo que el Señor nos da a cada uno de nosotros. Nos pide que seamos discípulos misioneros, hombres y mujeres que irradien la verdad, la belleza y el poder del Evangelio, que transforma la vida. Hombres y mujeres que sean canales de la gracia de Dios, que permitan que la misericordia, la bondad y la verdad divinas sean los elementos para construir una casa sólida. Una casa que sea hogar, en la que los hermanos y hermanas puedan, por fin, vivir en armonía y respeto mutuo, en obediencia a la voluntad del verdadero Dios, que nos ha mostrado en Jesús el camino hacia la libertad y la paz que todo corazón ansía.

Que Jesús, el Buen Pastor, la roca sobre la que construimos nuestras vidas, los guie a ustedes y a sus familias por el camino de la bondad y la misericordia, todos los días de sus vidas. Que él bendiga a todos los habitantes de Kenia con su paz.

«Estén firmes en la fe. No tengan miedo». «Porque ustedes pertenecen al Señor».

Mungu awabariki! [Que Dios los bendiga]

Mungu abariki Kenya! [Que Dios bendiga a Kenia]

[02047-ES.03] [Texto original: Italiano]

A conclusione della Santa Messa, dopo l’indirizzo di saluto dell’Arcivescovo di Nairobi, Card. John Njue e la benedizione finale, il Papa è rientrato alla Nunziatura Apostolica.

[B0922-XX.03]