Alle ore 12.15 di oggi, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza le Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione, e ha rivolto loro il discorso che riportiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Vi saluto e sono contento di essere qui in mezzo a voi per questa giornata di preghiera e di riflessione, con la quale volete celebrare il riconoscimento ufficiale che la Chiesa vi ha offerto con l’approvazione definitiva dei vostri Statuti. Ma non dimenticare, per favore, che gli Statuti aiutano a andare sulla strada giusta, ma quello che fa l’opera è il carisma! Non avvenga che per custodire tanto gli Statuti, perdiate il carisma, per favore! Saluto Don “PiGi” Perini e lo ringrazio per le parole con le quali ha introdotto questo momento, e soprattutto per lo zelo sacerdotale con cui ha lavorato, cercando di essere docile allo Spirito Santo, e da parroco ha dato vita a questa realtà delle Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione, che si è diffusa in diverse parti del mondo.
Voi avete la vocazione di essere come un seme mediante il quale la comunità parrocchiale si interroga sul suo essere missionaria, e per questo sentite irresistibile dentro di voi la chiamata a incontrare tutti per annunciare la bellezza del Vangelo. Questo desiderio missionario richiede, anzitutto, ascolto della voce dello Spirito Santo, che continua a parlare alla sua Chiesa e la spinge a percorrere sentieri a volte ancora poco conosciuti, ma decisivi per la via dell’evangelizzazione. Rimanere sempre aperti a questo ascolto e avere cura che non si esaurisca mai per la stanchezza o le difficoltà del momento, è condizione per essere fedeli alla Parola del Signore, e nello stesso tempo è una spinta a superare i vari ostacoli che si incontrano nel cammino dell’evangelizzazione.
Con il vostro impegno quotidiano, e in comunione con le altre realtà ecclesiali, voi aiutate la comunità parrocchiale a diventare una famiglia in cui si ritrova la ricca e multiforme realtà della Chiesa (cfr Lumen gentium, 8). Incontrarsi nelle case per condividere le gioie e le attese che sono presenti nel cuore di ogni persona, è un’esperienza genuina di evangelizzazione che assomiglia molto a quanto avveniva nei primi tempi della Chiesa. Lo ricorda san Luca, negli Atti degli Apostoli, quando accenna che i credenti «ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo» (2,46-47). Voi Cellule desiderate fare vostro questo stile di vita comunitaria, capace di accogliere tutti senza giudicare nessuno (cfr Evangelii gaudium, 165). Il nostro giudice è il Signore, e se ti viene in bocca una parola di giudizio sull’uno o sull’altro, chiudi la bocca. Il Signore ci ha dato il consiglio: “Non giudicate e non sarete giudicati”. Convivere con la gente con semplicità, accogliere tutti. Perché accogliere tutti? Per offrire l’esperienza della presenza di Dio e dell’amore dei fratelli. L’evangelizzazione sente forte l’esigenza dell’accoglienza, della vicinanza, perché è uno dei primi segni della comunione che siamo chiamati a testimoniare per avere incontrato Cristo nella nostra vita.
Vi incoraggio a fare dell’Eucaristia il cuore della vostra missione di evangelizzazione, così che ogni Cellula sia una comunità eucaristica dove spezzare il pane equivale a riconoscere la reale presenza di Gesù Cristo in mezzo a noi. Qui voi troverete sempre la forza per proporre la bellezza della fede perché nell’Eucaristia facciamo esperienza dell’amore che non conosce limiti, e diamo il segno concreto che la Chiesa è «la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa» (Evangelii gaudium, 47). Questa testimonianza: la Chiesa è la casa paterna. C’è posto per tutti, per tutti. E Gesù dice, nel Vangelo: “Chiamate buoni e cattivi, tutti, senza differenza”.
I vostri Statuti sono stati approvati nella Domenica della Divina Misericordia. Possiate sempre testimoniare la tenerezza di Dio Padre e la sua vicinanza ad ognuno, soprattutto a chi è più debole e solo. Rivolga verso di voi i suoi occhi misericordiosi la Santa Madre di Dio; e vi accompagni anche la mia Benedizione. E per favore, ricordatevi di pregare per me! Grazie.
Adesso preghiamo la Madonna, tutti insieme, la Madre della Chiesa, la Madonna della tenerezza, che ci aiuti ad andare avanti in questa testimonianza.
Ave o Maria, …
[01404-IT.02] [Testo originale: Italiano]
[B0646-XX.02]