Testo in lingua italiana
Testo in lingua inglese
Alle ore 11.30 di questa mattina, nella Sala dei Papi del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza una delegazione di B’nai B’rith International.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti:
Testo in lingua italiana
Cari amici,
Sono lieto di salutarvi, in occasione di questa visita in Vaticano. I miei predecessori hanno incontrato delegazioni di B’nai B’rith International in diverse occasioni, e oggi io vi do il mio benvenuto con rinnovata e rispettosa cordialità.
La vostra organizzazione ha contatti con la Santa Sede da quando fu promulgata la Dichiarazione conciliare Nostra aetate, che ha costituito una pietra miliare nel cammino di reciproca conoscenza e stima tra gli ebrei e i cattolici, sulla base del grande patrimonio spirituale che, grazie a Dio, abbiamo in comune.
Guardando a questi cinquant’anni di storia del dialogo sistematico tra la Chiesa cattolica e l’Ebraismo, non posso che ringraziare il Signore per tanti progressi compiuti. Sono state avviate numerose iniziative di reciproca conoscenza e di dialogo; soprattutto si è andato sviluppando un senso di vicendevole fiducia e apprezzamento. Sono tanti i campi nei quali, ebrei e cristiani, possiamo continuare a lavorare insieme per il bene dell’umanità del nostro tempo. Il rispetto della vita e del creato, la dignità umana, la giustizia, la solidarietà possono vederci uniti per lo sviluppo della società e per assicurare un futuro ricco di speranza per le generazioni che verranno. In maniera particolare, siamo chiamati a pregare e lavorare insieme per la pace. Sono tanti, purtroppo, i Paesi e le regioni del mondo che vivono in una situazione di conflitto - penso in particolare alla Terra Santa e al Medio Oriente - e che richiedono un impegno coraggioso per la pace: essa non soltanto va desiderata, ma ricercata e costruita pazientemente e tenacemente, con la partecipazione di tutti, in particolare dei credenti.
In questo momento, insieme con voi, vorrei ricordare con sentita riconoscenza tutti coloro che hanno lavorato per l’amicizia tra ebrei e cattolici. In particolare desidero menzionare san Giovanni XXIII e san Giovanni Paolo II. Il primo salvò tanti ebrei durante la seconda guerra mondiale, li incontrò molte volte e volle fortemente un documento conciliare su questo tema; del secondo sono sempre vivi nella nostra memoria alcuni storici gesti, come la visita ad Auschwitz e quella al Tempio Maggiore di Roma. Sulle loro orme, con l’aiuto di Dio, desidero continuare a camminare, incoraggiato anche da tante belle esperienze di incontro e di amicizia vissute a Buenos Aires.
Che l’Onnipotente ed Eterno benedica abbondantemente il nostro dialogo, soprattutto in questo anno in cui ricorre il cinquantesimo anniversario di Nostra aetate, affinché la nostra amicizia cresca sempre più e porti abbondanti frutti per le nostre comunità e per l’intera famiglia umana.
Grazie.
[01110-IT.02] [Testo originale: Italiano]
Testo in lingua inglese
Dear Friends,
I am pleased to greet you during your visit to the Vatican. My predecessors met with delegations of B’nai B’rith International on several occasions, and today I offer you my welcome with renewed respect and affection.
Your organization has enjoyed relations with the Holy See since the promulgation of the Conciliar Declaration Nostra Aetate. This document constituted a milestone on the path of mutual knowledge and esteem between Jews and Catholics, based on the great spiritual patrimony that, thanks be to God, we share in common.
Looking back on these fifty years of regular dialogue between the Catholic Church and Judaism, I cannot help but thank the Lord for the great progress that has been made. Many initiatives fostering reciprocal understanding and dialogue have been undertaken; above all a sense of mutual trust and appreciation has developed. There are many areas in which we as Jews and Christians can continue to work together for the good of the peoples of our time. Respect for life and creation, human dignity, justice and solidarity unite us for the development of society and for securing a future rich in hope for generations to come. In a particular way, we are called to pray and work together for peace. Unfortunately, there are many countries and regions of the world that live in situations of conflict – I think in particular of the Holy Land and the Middle East – and that require a courageous commitment to peace, which is not only to be longed for, but sought after and built up patiently and tenaciously by everyone, especially believers.
During these moments together, I wish to recall with heartfelt gratitude all those who have fostered friendship between Jews and Catholics. I particularly want to mention Saint John XXIII and Saint John Paul II. Saint John saved many Jews during the Second World War, met with them numerous times, and greatly desired a conciliar document on this theme. Regarding Saint John Paul, his various historical gestures remain very much alive in our memories, such as his visit to Auschwitz and to the Great Synagogue of Rome. With the help of God, I wish to walk in their footsteps, encouraged too by the many beautiful encounters and friendships I enjoyed in Buenos Aires.
May the Almighty and Eternal One bless our dialogue abundantly, especially during this year in which we celebrate the fiftieth anniversary of Nostra Aetate, so that our friendship may always grow deeper and bear abundant fruit for our communities and the entire human family.
Thank you.
[01110-EN.02] [Original text: English]
[B0504-XX.02]