Saluto del Santo Padre alla Comunità Coreana di Roma Pubblichiamo di seguito le parole di saluto che il Santo Padre Francesco ha rivolto questo pomeriggio nella Basilica di San Pietro alla Comunità Coreana di Roma, guidata dai Vescovi della Conferenza Episcopale del Paese in visita "ad Limina Apostolorum":
Saluto del Santo Padre
Buonasera a tutti!
Vi dò il benvenuto. Mi piace ritrovare i Vescovi un’altra volta e trovare voi, membri della comunità coreana. Ho sempre nel cuore – ancora non se ne è andata! – la gioia della visita in Corea. E’ stata una visita bellissima, bellissima, e non posso dimenticare la vostra fede e il vostro zelo. Voglio ringraziare per questo. A voi Vescovi chiedo per favore, tornando in patria, di portare i miei saluti alla comunità coreana e ai coreani tutti, anche ai non cattolici, perché è un popolo che mi ha edificato. E non dimentico quella giornata della beatificazione, tanto piena di gente, tanto piena! Portate i miei saluti.
Vorrei soltanto ricordare due cose. Primo, i laici. La vostra Chiesa è stata portata avanti durante due secoli soltanto da parte dei laici. Aiutate i laici ad essere consapevoli di questa responsabilità. Loro hanno ereditato questa gloriosa storia. Primo, i laici: che siano coraggiosi come i primi!
Secondo, i martiri. La vostra Chiesa è stata "annaffiata" col sangue dei martiri, e questo ha dato vita. Per favore non cedete. Guardatevi dal "benessere religioso". State attenti, perché il diavolo è furbo. Vi spiegherò con un aneddoto: i giapponesi, quando nella persecuzione religiosa, facevano ai cristiani le torture – anche da voi, tante torture – poi li portavano in carcere; ma un mese prima del giudizio, quando dovevano fare l’apostasia, li portavano in una casa bella, davano loro da mangiare bene, in un bel benessere. Tutte queste cose stanno scritte nella storia della persecuzione dei cristiani in quel Paese. Ma perché li portavano un mese prima? Per ammorbidire la fede, perché trovassero il piacere di stare bene, e poi proponevano loro l’apostasia e loro cedevano, perché si erano indeboliti. Il Cardinale Filoni mi ha regalato un libro con la storia della persecuzione giapponese molto buono. E così alcuni crollavano e andavano giù, mentre altri lottavano fino alla fine e morivano.
Io non voglio fare il profeta, ma così può accadere a voi. Se voi non andate avanti con la forza della fede, con lo zelo, con l’amore a Gesù Cristo, se voi diventate morbidi - cristianesimo "all’acqua di rose", debole - la vostra fede andrà giù.
Il demonio è furbo – dicevo – e farà questa proposta, il benessere religioso - "siamo buoni cattolici, ma fino a qui…" - e vi toglierà la forza. Non dimenticatevi, per favore: siete figli di martiri e lo zelo apostolico non si può negoziare. Ricordo quello che la Lettera agli ebrei ci dice: "Ricordate i primi tempi, quando avete lottato e sofferto per la fede. Non andate indietro adesso" (cfr Eb 10,32-36). E dice anche, in un altro passo, verso la fine quasi: "Ricordate i vostri padri nella fede, i vostri maestri, e seguite il loro esempio" (cfr Eb 12,1).
Voi siete Chiesa di martiri, e questa è una promessa per tutta l’Asia. Andate avanti. Non mollare. Niente mondanità spirituale, niente. Niente cattolicesimo facile, senza zelo. Niente benessere religioso. Amore a Gesù Cristo, amore alla croce di Gesù Cristo e amore alla vostra storia.
E con queste due cose mi congedo, perché possiate seguire la Messa. Vi ringrazio tanto della visita e adesso vi invito a pregare la Madonna, tutti insieme, un’Ave Maria: in coreano voi e io in italiano.
"Ave Maria…"
E per favore pregate per me! E avanti!
[00413-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0184-XX.02]