Documento del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace
Testo in lingua italiana
Testo in lingua inglese
Testo in lingua italiana
Incrementare l’impegno della Chiesa cattolica
in risposta all’Emergenza Ebola
Introduzione
L’Ebola è un’epidemia senza precedenti che sta causando atroci sofferenze e sta seminando morte nella popolazione dell’Africa occidentale costiera. Associata a questa grave epidemia, vi è anche una grande paura provata dalle persone infette, dai loro cari contagiati e dalla popolazione in generale.
Nell’Africa occidentale costiera, casi di Ebola sono riscontrati dal dicembre del 2013, ma la situazione non è stata riconosciuta come un focolaio dell’epidemia se non alcuni mesi dopo. A tutto novembre 2014, sono stati registrati circa 15.000 casi d’infezione, con 5.000 decessi. In precedenza, nel corso degli ultimi trentacinque anni dall’identificazione del primo caso di Ebola, solo 2.500 persone avevano contratto il virus. I leader mondiali, i loro rispettivi governi, gli esperti di sanità pubblica, l’intera società e la Chiesa stanno tutti lottando per trovare una risposta appropriata sia alla dimensione sia alla rapida diffusione di questa epidemia.
Sebbene le statistiche pubblicate dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) segnalino un qualche decremento del tasso di nuove infezioni in Liberia, si sono registrati anche incrementi di nuovi casi di infezioni in alcune zone della Sierra Leone. Ciò dimostra che la diffusione della malattia cambia molto rapidamente. Tuttavia, è importante notare che l’impatto dell’Ebola continuerà a rappresentare ancora a lungo una grave sfida per la zona più colpita e, quindi, saranno sempre più necessari la solidarietà ed il sostegno internazionali.
Il ruolo della Chiesa in risposta a questa crisi
La Chiesa è presente nelle comunità locali, rimane sul posto e non va via. Le persone si rivolgono al Signore nei momenti di paura e di bisogno. La Chiesa è sempre in mezzo a loro, testimone visibile della presenza di Gesù Cristo. Lo è particolarmente nei momenti di avversità.
Nel corso dei secoli, la Chiesa ha lavorato per consolidare le comunità locali, in modo tale che uomini e donne di ogni cultura possano godere della dignità che Dio ha dato ad ogni persona ed abbiano vita in pienezza. In tal senso, la Chiesa appare un’istituzione affidabile.
La Chiesa è grata alla comunità internazionale per gli sforzi profusi. Governi e società hanno mobilitato ingenti risorse che si sono aggiunte a quelle dei paesi pesantemente colpiti dall’epidemia. Grazie a questi sforzi, sono stati forniti strumenti diagnostici, unità specializzate nel trattamento dell’Ebola per chi è già stato contagiato dalla malattia, ricerca di farmaci efficaci e di un vaccino per prevenire una futura esplosione di questa epidemia.
Intervento sanitario
Per decenni la Chiesa ha fornito assistenza sanitaria in questa regione divenendo una componente essenziale dell’intera infrastruttura. Il sistema sanitario è stato travolto da questa epidemia dopo che era già stato sottoposto a serie sfide a causa di anni di conflitti armati, disordini sociali e miseria degradante.
Poiché gli operatori sanitari nel corso dell’assistenza ai pazienti sono particolarmente vulnerabili al contagio dell’Ebola, abbiamo assistito al tragico impatto di questa epidemia all’interno di tali istituzioni ecclesiastiche. Gli ospedali dei Fratelli di San Giovanni di Dio, per esempio, hanno sperimentato la trasmissione del virus nella prestazione di cure ai pazienti e la morte di medici, infermieri ed altri professionisti tra i quali sacerdoti, religiosi e religiose, nonché i personale laico. Varie altre strutture sanitarie cattoliche sono state costrette a chiudere o a limitare rigorosamente le cure necessarie all'interno delle comunità in cui operano.
Mentre i governi, le agenzie intergovernative e le agenzie umanitarie internazionali stanno sostenendo specificatamente il trattamento dell’Ebola nei paesi colpiti, le strutture sanitarie della Chiesa stanno rispondendo alle esigenze di assistenza sanitaria della popolazione civile. A tale scopo, vi è la necessità di rafforzare gli ambulatori, i centri e gli ospedali della Chiesa cattolica. Si ha soprattutto bisogno di dispositivi di Protezione Individuale (DPI), farmaci di prima necessità, formazione, personale, altri mezzi di assistenza finanziaria e tecnica. Tali sforzi contribuiranno a supportare i vari programmi di assistenza sanitaria, anche dopo che l’attuale epidemia verrà debellata.
Risposta pastorale
La Chiesa ha una capacità unica e il mandato di provvedere ai bisogni fisici, emotivi e spirituali di coloro che sono malati e sofferenti. Alcuni nella Chiesa sono chiamati a servire come "medici del corpo", altri invece ricevono la chiamata a servire come "medici dell’anima". "La condivisione fraterna con i malati ci apre alla vera bellezza della vita umana, che comprende anche la sua fragilità, così che possiamo riconoscere la dignità e il valore di ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi, dal concepimento fino alla morte."1 Questa condivisione comprende la preghiera, l’orientamento spirituale e l’amministrazione dei sacramenti. Mentre le norme di sanità pubblica possono impedire che il ministro abbia un contatto diretto con i pazienti affetti da Ebola, non dovremmo evitare il contatto con tali persone e dovremmo offrire ad essi e ai membri della loro famiglia la nostra vicinanza spirituale come forma di conforto e di speranza.
Sia i ministri pastorali che i laici possono contribuire in vasta misura alla prevenzione della stimmatizzazione e della discriminazione nelle famiglie, nei quartieri, e nelle comunità locali. Gli ammalati, soprattutto quelli contagiati dal virus dell’Ebola, i loro familiari, i loro cari e coloro che li assistono, ma anche coloro che sono guariti, possono facilmente diventare vittime di rifiuto, biasimo ed abbandono. È compito del sacerdote e dell’operatore sanitario pastorale sconfiggere tale comportamento e ricordare gli insegnamenti religiosi di base al riguardo. In risposta alla sfida dell’Ebola, il ruolo della Chiesa è quello di preservare e promuovere la speranza in mezzo alla paura e all’abbandono.
La risposta comunitaria
Come ha affermato Papa Benedetto XVI nell’enciclica Deus Caritas Est: "Secondo il modello offerto dalla parabola del buon Samaritano, la carità cristiana è dapprima semplicemente la risposta a ciò che, in una determinata situazione, costituisce la necessità immediata: gli affamati devono essere saziati, i nudi vestiti, i malati curati in vista della guarigione…". Ha, inoltre, affermato: "Le Organizzazioni caritative della Chiesa devono fare il possibile, affinché siano disponibili i relativi mezzi e soprattutto gli uomini e le donne che assumano tali compiti."2
La Chiesa è già presente in molte parti del mondo, prima ancora dell’insorgere delle emergenze. Essa opera attraverso le sue conferenze episcopali, diocesi, parrocchie, Caritas, congregazioni religiose di suore, sacerdoti e fratelli, così come attraverso organizzazioni e movimenti del laicato cattolico che portano conforto, sollievo e una vasta gamma di servizi sanitari e sociali alle popolazioni che affrontano emergenze su vasta scala.
La Chiesa locale nella regione, sostenuta dagli sforzi di solidarietà della Chiesa universale, si è già impegnata al massimo delle sue capacità. Ha contribuito a fornire servizi nelle strutture sanitarie cattoliche, ha chiesto un maggiore sostegno da parte dei governi nazionali e locali e della comunità internazionale, ha avviato programmi di formazione e di volontariato, ha fornito materiale e assistenza pastorale ai bisognosi, ha accompagnato le famiglie ed i loro vicini di casa quando hanno pianto i loro morti ed ha contribuito a reinserire chi è guarito dalla malattia. L’opera della Chiesa a livello comunitario è incentrata nella parrocchia, perché "La parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione."3
Con specifico riferimento alla situazione dell’Ebola, la sensibilizzazione della comunità, in gran parte centrata nelle parrocchie locali, è uno dei mezzi più importanti per fornire un’educazione adeguata con l’obiettivo di prevenire l’ulteriore diffusione del virus. Tale formazione educativa si estende al livello familiare per aiutare le persone a capire che sono necessari dei cambiamenti essenziali nei comportamenti, al fine di evitare il contatto con i fluidi corporei di parenti malati e anche con i corpi di coloro che sono già morti. In molti luoghi, le misure di prevenzione sono state determinanti per un mutamento del corso dell'epidemia.
Un altro aspetto fondamentale del contributo della parrocchia alla risposta dell’emergenza Ebola è il fatto che questa è vista tra le comunità locali come un’istituzione affidabile, un luogo dove si trasmettono ai parrocchiani informazioni dirette, obiettive e credibili.
Le scuole cattoliche forniscono istruzione e sostegno alle famiglie e alle comunità nelle tante diocesi della Liberia, della Sierra Leone e della Guinea. "...la scuola cattolica, nonostante difficoltà, ha continuato a voler essere corresponsabile dello sviluppo sociale e culturale delle varie comunità e popoli, di cui è parte, condividendone le gioie e le speranze, le sofferenze, le difficoltà e l’impegno per un autentico progresso umano e comunitario."4 In Liberia e Sierra Leone, le scuole sono state chiuse per molti mesi. La loro riapertura è una priorità assoluta per le comunità più colpite dall’epidemia. Tali decisioni devono essere prese di concerto con i ministeri competenti e con la dovuta attenzione alle esigenze della sanità pubblica. Prima, però, che le scuole cattoliche possano essere riaperte, saranno necessari una formazione ed un sostegno adeguati per gli insegnanti e gli altri dipendenti.
La Chiesa universale si impegna per una migliore risposta all’Ebola
L’impegno della Chiesa cattolica in risposta alla crisi sanitaria causata dal virus Ebola è stato notevole. L’azione della Chiesa locale è stata immediata ed instancabile, come detto sopra. Le risorse locali, in termini di investimenti finanziari, beni e servizi alla persona, così come la risposta dei volontari, sono state messe subito a disposizione e continuano ad esserlo.
La solidarietà della Chiesa universale con le nostre sorelle e i nostri fratelli, nei paesi fortemente colpiti e in quelli limitrofi, è stata dimostrata da questi impegni, come di seguito indicato, e da tanti altri:
Caritas Internationalis ha coordinato gli appelli di emergenza in:
Caritas Guinea: 2 programmi
Caritas Sierra Leone: un primo programma ed un secondo programma di in preparazione
Caritas Liberia: un programma
Questi appelli sono concentrati principalmente sull’educazione sociale e sulla mobilitazione attraverso strutture comunitarie parrocchiali e locali, ma comprendono anche la formazione degli ecclesiastici e degli altri operatori pastorali.
Inoltre, alcune organizzazioni della Caritas, tra cui il Catholic Relief Services degli Stati Uniti, stanno sostenendo programmi di salute cattolici nei Paesi più colpiti.
Formazione predisposta e pianificazione strategica sono state intraprese dalle organizzazioni Caritas nei seguenti paesi: Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Mali, Nigeria, Ciad, Togo, Senegal.
- Le congregazioni religiose e le loro organizzazioni laiche, così come i movimenti di laici cattolici hanno raccolto fondi ed inviato volontari per rispondere alle esigenze delle strutture sanitarie da loro sostenute, nonché alle esigenze speciali quali l’assistenza agli orfani, la mobilitazione della comunità e l’educazione.
- Altre organizzazioni ispirate alla Chiesa cattolica, tra cui Misereor (Germania), Medical Mission Institute (Germania), e Missio Austria, sono alla ricerca di finanziamenti governativi e non governativi per soddisfare le esigenze delle strutture sanitarie organizzate dalla Chiesa nei paesi più colpiti ed in quelli vicini.
Sensibile alle crescenti esigenze derivanti dalla epidemia di Ebola, la Chiesa cattolica, conformemente alla sua missione di servizio, si impegna a promuovere e a mettere in atto una risposta migliore a questa crisi sanitaria urgente. Questo richiederà maggiori risorse finanziarie ed umane. In armonia con i principi di solidarietà e sussidiarietà, l'assistenza sarà fornita alle chiese locali e alle loro istituzioni in modo che questo aiuto possa raggiungere efficacemente coloro che ne hanno più bisogno.
Pur riaffermando l'impegno già dimostrato attraverso una vasta gamma di attività ispirate dalla Chiesa ed incoraggiando ulteriori iniziative in tal senso, la Santa Sede desidera mettere a disposizione il proprio impegno, sostenendolo con un contributo finanziario, e offrire suggerimenti per una migliore risposta all’Ebola.
- Il sostegno finanziario rafforzerà i seguenti settori5:
Strutture sanitarie legate alla Chiesa
Questo finanziamento sosterrà, tra l’altro, quanto serve per migliorare l’assistenza sanitaria, così come la prevenzione della trasmissione del virus Ebola tra il personale e gli altri pazienti:
- Dispositivi di protezione
- Farmaci
- Modifiche edilizie
- Personale
- Mezzi di trasporto per i pazienti
Risposta comunitaria
Questo finanziamento sarà utilizzato per:
- Addestrare parrocchiani e abitanti delle comunità locali sui cambiamenti comportamentali necessari ad arrestare la diffusione dell’Ebola.
- Fornire kit alimentari ed igienici a livello familiare.
- Dare sostegno alle famiglie sotto osservazione in merito alle possibili infezioni da Ebola per accedere ad un’alimentazione adeguata e ad altri bisogni essenziali.
- Dare sostegno agli orfani e agli altri bambini e alle famiglie con bisogni speciali.
- Sostenere la riapertura delle scuole cattoliche.
Risposta pastorale
Questo finanziamento sarà utilizzato per:
- Addestrare e dare sostegno agli ecclesiastici, ai religiosi, agli operatori pastorali laici ed ai catechisti in modo che possano formare a loro volta parrocchiani e residenti della comunità locale.
- Pubblicare materiale per la formazione.
- Volontariato medico, psico-sociale ed altra assistenza tecnica
La Santa Sede riconosce l’urgente necessità per gli ecclesiastici, i religiosi ed i laici di tutto il mondo di assistere la Chiesa locale nella sua risposta a questa crisi, offrendo il loro tempo e le loro competenze nei paesi interessati dall’epidemia o nei loro paesi d’origine.
- Formazione di reti cattoliche di solidarietà per l’Emergenza Ebola
Le azioni finora intraprese hanno prodotto insegnamenti positivi e hanno identificato le sfide in atto nella nostra risposta all’emergenza Ebola. In questo modo, le organizzazioni legate alla Chiesa possono trarre enorme vantaggio nel condividere risposte efficaci e nel discernere soluzioni per le difficoltà incontrate. Questo tipo di rete è molto importante a livello locale, nei paesi più colpiti e nell’intera regione. Tale condivisione potrebbe anche essere utile alle Conferenze Episcopali nazionali e ai consigli episcopali regionali, in quanto condividono le politiche e le riflessioni su come affrontare questa epidemia. A livello mondiale, incoraggiamo discussioni interattive e la pianificazione tra i Superiori Generali delle congregazioni religiose, le organizzazioni internazionali di ispirazione cattolica ed i movimenti laicali, al fine di garantire il miglior utilizzo delle risorse e delle competenze, nel rispondere alle esigenze mutevoli ed alla natura dinamica di questa epidemia.6
Roma, 27 novembre 2014
_____________________________________
1 Papa Francesco, Discorso al Congresso di Chirurgia Oncologica, 12 aprile 2014, http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/april/documents/papa-francesco_20140412_congresso-chirurgia-oncologica.html
2 Papa Benedetto XVI, Deus Caritas Est, #31a, Libreria Editrice Vaticana, 2005,
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20051225_deus-caritas-est_en.html
3 Papa Francesco, Evangelii Gaudium," #28,
http://www.vatican.va/content/francesco/en/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html
4 Congregazione per l’Educazione Cattolica, The Catholic School at the Threshold of the Third Millennium, Città del Vaticano, 1997, #5, (La scuola cattolica alle soglie del terzo millennio) 5,
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccatheduc/documents/rc_con_ccatheduc_doc_27041998_school2000_en.html
5 Questo finanziamento sarà gestito da Caritas Internationalis, ma sarà disponibile, su richiesta di progetto per strutture nazionali e diocesane, nonché per Congregazioni religiose ed altre organizzazioni e movimenti ispirati alla Chiesa.
6 A livello globale, è stato chiesto alla Caritas Internationalis di agevolare questo collegamento in rete. A livello nazionale, le Conferenze Episcopali possono facilitare questo scambio e a livello diocesano, il vescovo potrebbe fornire tale facilitazione.
[00024-01.01] [Testo originale: Italiano]
Testo in lingua inglese
Expanding the Catholic Church’s Commitment to the Ebola Emergency Response
Introduction
Ebola is an unprecedented epidemic causing untold suffering and death among the people in Coastal West Africa. Accompanying this grave epidemic has been great fear experienced by the people infected and those loved ones affected by this illness, and by the general population.
In Coastal West Africa, cases of Ebola occurred in December 2013, but this situation was not recognized as an outbreak until several months later. As of November 2014, approximately 15,000 infections have been registered, with 5,000 persons having died of the disease. Previously, during the past thirty-five years since Ebola was first identified, only 2,500 people had been infected with this virus. Global leaders, respective governments, public health experts, society-at-large, and the Church all are struggling to respond appropriately to both the scale and rapid advance of this epidemic.
Although the statistics released by the World Health Organization indicate some decreases in the rate of new infections in Liberia, there also have been increases in new infections in some parts of Sierra Leone. This indicates that the disease spread changes very rapidly. It is important to note , however, that the impact of Ebola will continue to cause grave challenges to the most affected area long into the future and, therefore, the need for international solidarity and support remains acute.
The Role of the Church in Response to this Crisis:
The Church is present in local communities; does not come and go; people turn to the Lord in time of fear and need. The Church is a visible witness to the presence of Jesus Christ at all times but particularly at times of adversity.
Through the centuries, the Church has worked to strengthen local communities so that people of all backgrounds could enjoy the dignity that God has instilled in each and every person and so that they might have life and have it to the full. In this regard, the Church is a trusted institution.
The Church is grateful for the efforts of the international community, especially as governments, and society-at-large mobilize much-needed resources to offer in solidarity with those in the heavily-affected countries. These efforts have facilitated, for example, diagnostic tools, specialized Ebola treatment units for those already sick with the disease, research for effective medicine and for a vaccine to prevent future outbreaks of this epidemic.
Health Response
The Church has been providing health care for decades in this region and is an essential part of the overall health care infrastructure. The health care system has been overwhelmed by this epidemic and already had been facing grave challenges as a result of years of armed conflict, social unrest, and abject poverty.
Since health care workers are particularly vulnerable to infection with Ebola in the course of providing care for patients, we have seen the tragic impact of this epidemic within such institutions of the Church. The hospitals of the Brothers of St. John of God, for example, have experienced transmission of the virus in the course of providing care for patients and the deaths of physicians, nurses, and other professionals among whom were clergy, men and women religious and lay staff. In addition, other Catholic health care facilities were forced to close or severely limit needed care within the communities where they serve.
While governments, inter-governmental agencies, and international aid agencies are specifically supporting Ebola treatment in the affected countries, the Church’s health facilities are addressing the health care needs of the general population. In order to do this, there is a need to strengthen the health care clinics, centres and hospitals of the Catholic Church. The needs include: Personal Protection Equipment (PPE), essential medicines, training, staff, and other means of financial and technical support. These efforts will contribute to the overall strength of these health care programmes long into the future, even after the present outbreak has been eliminated.
Pastoral Response
The Church has unique capacity and mandate to attend to the physical, emotional, and spiritual needs of those who are sick and suffering. Some in the Church are called to serve as "doctors of the body" but others receive the call to serve as "doctors of the soul". "Brotherly sharing with the sick opens us to the true beauty of human life, including its fragility, helping us to recognize the dignity and the value of every human being, in whatever condition he or she may find himself, from conception to death.1" This sharing includes prayer and spiritual counselling and administration of the sacraments. While public health regulations may prevent the minister from direct touch of Ebola patients, we should not avoid contact with such persons and must offer our spiritual closeness in ways that will bring them and their family members comfort and hope.
Both pastoral ministers and laity can contribute greatly to the prevention of stigma and discrimination in families, neighbourhoods, and in local faith communities. Those who are ill, especially those found to be infected with Ebola, their family members and other loved ones, their caregivers, as well as those who have recovered, can easily become victims of rejection, blame, and abandonment. It is the responsibility of priests and other pastoral caregivers to challenge such behaviour and to recall the basic religious teachings in this regard. In response to the challenge of Ebola, it is the role of the Church to preserve and foster hope in the midst of fear and abandonment.
Community Response
As Pope Benedict XVI said in his encyclical Deus Caritas Est: "Following the example given in the parable of the Good Samaritan, Christian charity is first of all the simple response to immediate needs and specific situations: feeding the hungry, clothing the naked, caring for and healing the sick …" He further affirmed: "The Church’s charitable organizations ought to do everything in their power to provide the resources and above all the personnel needed for this work."2
The Church is already present in most parts of the world, even before emergencies strike; it works through its Episcopal Conferences, dioceses, parishes, Caritas, religious congregations of Sisters, Priests, and Brothers, as well as with organizations and movements of the Catholic laity to bring comfort, solace, and a wide range of health and social services to populations facing large-scale emergencies and to accompany them with longer-term development.
The local Church in the region, accompanied by solidarity efforts from the Church Universal, already has been engaged to the full extent of its capacity. It has contributed to services provided in Catholic health facilities, advocated for greater support from national and local governments and from the international community, initiated community education and volunteer programmes, provided material and pastoral assistance to those in need, accompanied families and neighbours as they mourn those who have died, and helped to reintegrate those who have recovered from the disease. The Church’s work at community level is centred in the parish, for "the parish is the presence of the Church in a given territory, an environment for hearing God’s word, for growth in the Christian life, for dialogue, proclamation, charitable outreach, worship and celebration."3
With specific regard to the situation of Ebola, community outreach, much of it centred in the local parishes, is a most important means to provide education to prevent the further spread of the virus. Such education reaches down to the household level to help people understand that key changes in behaviour are necessary in order to avoid contact with body fluids of sick relatives and even the bodies of those who already have died. In many places, these prevention measures have been responsible for changing the course of the epidemic.
Another key aspect of the parish contribution to the Ebola response is the fact that this is seen as a trusted institution in local communities – a place where direct, honest, and credible information is transmitted to parishioners.
Catholic schools provide education and support to families and communities throughout the many dioceses of Liberia, Sierra Leone, and Guinea. "… The Catholic school has continued to share responsibility for the social and cultural development of the different communities and peoples to which it belongs, participating in their joys and hopes, their sufferings and difficulties, their efforts to achieve genuine human and communitarian progress.4" In the countries of Liberia and Sierra Leone, schools have been closed for many months. Reopening the schools is a high priority for communities most affected by the epidemic. Such decisions should be made in consultation with the appropriate government ministries with due attention to public health considerations. Before Catholic schools can be re-opened, adequate training and support will be necessary for teachers and other staff members.
The Universal Church Commits to an Enhanced Response to Ebola
The Catholic Church engagement in response to the health crisis caused by Ebola has been significant. The actions of the local churches have been immediate and tireless, as described above. Local resources, in terms of financial investment, goods and human services, as well as volunteer response were immediate and continue without interruption.
The solidarity of the Universal Church with our sisters and brothers in the highly affected and neighbouring countries has been demonstrated by such efforts as mentioned below and by many others:
Caritas Internationalis has coordinated Emergency Appeals in:
Caritas Guinea - 2 phases
Caritas Sierra Leone - 2nd phase in preparation
Caritas Liberia
These appeals are focused mainly on social education and mobilization through parish and local community structures but also include training of clergy and other pastoral workers.
In addition, some Caritas member organizations, including Catholic Relief Services of the USA are supporting Catholic health programmes in the most affected countries.
Preparedness training and strategic planning have been undertaken by Caritas organizations in the following countries: Benin, Burkina Faso, Côte d’Ivoire, Gambia, Ghana, Mali, Nigeria, Chad, Togo, Senegal.
- Religious congregations and their affiliated lay organizations, as well as Catholic lay movements have raised funds and sent volunteers to address the needs of health structures sponsored by them as well such special needs as orphan care and community mobilization and education.
- Other Catholic Church-inspired organizations, including Misereor (Germany), Medical Mission Institute (Germany), and Missio Austria are seeking governmental and non-governmental funding to address the needs of Church-organized health structures in the most affected and neighbouring countries.
Sensitive to the increasing demands resulting from the Ebola epidemic, the Catholic Church, in conformity with its mission of service, commits to promote and implement an enhanced response to this urgent health crisis. This will require increased financial and human resources. In keeping with the principles of solidarity and subsidiarity, assistance will be provided to the local churches and their institutions so that this aid can effectively reach those who are most in need.
While affirming the efforts already being demonstrated through a wide range of Church-inspired activities and encouraging additional initiatives along these lines, the Holy See would like to offer its own commitments and recommendations for an enhanced response to Ebola. This will be fulfilled in the following ways:
- Financial support to strengthen the following5:
Church-related health structures
This funding will support, inter alia, the following to enhance health care, as well as prevention of transmission of Ebola among staff and other patients:
- Protective supplies
- Medications
- Building changes
- Personnel
- Transport vehicles for patients
Community Response
This funding will be used to:
- train parishioners and residents of local communities on the behavioural changes necessary to stop the spread of Ebola;
- provide food and hygiene kits at household level support families who are under observation for possible infection with Ebola to access adequate nutrition and other essential needs
- support orphans and other children and families with special needs
- support the re-opening of Catholic schools
Pastoral Response
This funding will be used to:
- train and support clergy, Religious, lay pastoral workers, and catechists so that they in turn can train parishioners and
- local community residents
- develop training materials
- Volunteer medical, psycho-social and other technical assistance
The Holy See recognizes the urgent need for clergy, religious, and laity from around the world to accompany the local church in its response to this crisis by offering their time and expertise in the affected countries and in their home countries as well.
- Formation of Catholic Networks of Solidarity for the Ebola Emergency
The activities undertaken to date have yielded positive lessons and have identified ongoing challenges in our response to Ebola. Thus Church-related organizations can benefit enormously to share effective responses and to discern solutions for difficulties encountered. This type of "networking" is most important at the local level in the countries most affected and in the region as a whole. Such sharing also could benefit national Episcopal Conferences and regional Episcopal Councils as they share policies and reflections on confronting this epidemic. At the global level, we encourage interactive discussions and planning among the Superiors General of the Religious Congregations, the international Catholic-inspired Organizations and Lay Movements in order to assure the best use of resources and expertise as we respond to the changing needs and dynamic nature of this epidemic.6
Rome, 27 November 2014
_______________________
1 Pope Francis, Address to a Congress of Oncological Surgeons, 11 April 2014, http://www.news.va/en/news/pope-to-physicians-never-lose-sight-of-the-spiritu
2 Pope Benedict XVI, Deus Caritas Est, #31a, Libreria Editrice Vaticana, 2005, http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/encyclicals/documents/hf_ben-xvi_enc_20051225_deus-caritas-est_en.html
3 Pope Francis, Evangelii Gaudium," #28,
http://www.vatican.va/content/francesco/en/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium.html
4 Congregation for Catholic Education, The Catholic School at the Threshold of the Third Millennium, Vatican City, 1997, #5,
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccatheduc/documents/rc_con_ccatheduc_doc_27041998_school2000_en.html
5 This funding will be administered by Caritas Internationalis but will be available, on a Project request basis to national and diocesan Structures as well as to Religious Congregations and other Church-inspired organizations and movements.
6 At global level, Caritas Internationalis has been requested to facilitate this networking. At national level, the Episcopal Conferences could facilitate this exchange, and at diocesan level, the Bishop could provide for such facilitation.
[00024-02.01] [Original text: English]
[B0011-XX.02]