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Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco nella Repubblica di Corea (13-18 agosto 2014) - Incontro con i Leader dell’Apostolato Laico, presso il Centro di Spiritualità di Kkottongnae, 16.08.2014


Incontro con i Leader dell’Apostolato Laico, presso il Centro di Spiritualità di Kkottongnae

Discorso del Santo Padre

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Questo pomeriggio, il Santo Padre Francesco ha incontrato i Leader dell’Apostolato Laico presso il Centro di Spiritualità di Kkottongnae. In riconoscimento della fondamentale importanza del ruolo svolto dai laici nella Chiesa in Corea, nel 1968 è stato istituito il Consiglio Cattolico per l’Apostolato dei Laici che ha sedi in tutto il Paese e che ha per missione centrale il dialogo con i non-credenti.

Nella Cappella del Centro si erano riuniti per incontrare il Papa circa 150 laici particolarmente attivi nell’apostolato. Dopo il saluto del Signor Paul Kwon Kil-joog, Presidente dell’Associazione dei Laici, Papa Francesco ha rivolto ai presenti il discorso che riportiamo di seguito:

Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle,

sono grato di avere questa opportunità di incontrare voi, che rappresentate le molte espressioni del fiorente apostolato dei laici in Corea: sempre è stato fiorente! E’ un fiore che rimane! Ringrazio il Presidente del Consiglio dell’Apostolato Laico Cattolico, il Signor Paul Kwon Kil-joog, per le gentili espressioni di benvenuto da parte vostra.

La Chiesa in Corea, come sappiamo, è erede della fede di generazioni di laici che hanno perseverato nell’amore di Gesù Cristo e nella comunione con la Chiesa, nonostante la scarsità di sacerdoti e la minaccia di gravi persecuzioni. Il beato Paul Yun Ji-chung e i martiri oggi beatificati rappresentano un capitolo straordinario di tale storia. Essi diedero testimonianza alla fede non soltanto mediante le loro sofferenze e la morte, ma anche con la loro vita di amorevole solidarietà l’uno verso l’altro nelle comunità cristiane, caratterizzate da esemplare carità.

Questa preziosa eredità si prolunga nelle vostre opere di fede, di carità e di servizio. Oggi, come sempre, la Chiesa ha bisogno di una testimonianza credibile dei laici alla verità salvifica del Vangelo, al suo potere di purificare e trasformare il cuore umano, e alla sua fecondità nell’edificare la famiglia umana in unità, giustizia e pace. Sappiamo che vi è un’unica missione della Chiesa di Dio, e che ogni cristiano battezzato ha un ruolo vitale in questa missione. I vostri doni di laici, uomini e donne, sono molteplici e vario è il vostro apostolato, e tutto ciò che fate è destinato alla promozione della missione della Chiesa, assicurando che l’ordine temporale sia permeato e perfezionato dallo Spirito di Cristo e ordinato alla venuta del suo Regno. In modo particolare, desidero riconoscere l’opera delle molte associazioni direttamente coinvolte nell’andare incontro ai poveri e ai bisognosi. Come dimostra l’esempio dei primi cristiani coreani, la fecondità della fede si esprime in solidarietà concreta nei confronti dei nostri fratelli e sorelle, senza alcun riguardo alla loro cultura e allo stato sociale, perché in Cristo «non c’è greco o giudeo» (Gal 3,28). Sono profondamente grato a quanti di voi, con il lavoro e con la testimonianza, portano la consolante presenza del Signore alla gente che vive nelle periferie della nostra società. Questa attività non si esaurisce con l’assistenza caritativa, ma deve estendersi anche ad un impegno per la crescita umana. Non solo l’assistenza, ma anche lo sviluppo della persona. Assistere i poveri è cosa buona e necessaria, ma non è sufficiente. Vi incoraggio a moltiplicare i vostri sforzi nell’ambito della promozione umana, cosicché ogni uomo e ogni donna possa conoscere la gioia che deriva dalla dignità di guadagnare il pane quotidiano, sostenendo così le proprie famiglie. Ecco, questa dignità, in questo momento, è minacciata da questa cultura del denaro, che lascia senza lavoro tante persone… Noi possiamo dire: "Padre, noi diamo loro da mangiare". Ma non è sufficiente! Colui e colei che sono senza lavoro devono sentire nel loro cuore la dignità di portare il pane a casa, di guadagnarsi il pane! Affido questo impegno a voi.

Desidero inoltre riconoscere il prezioso contributo offerto dalle donne cattoliche coreane alla vita e alla missione della Chiesa in questo Paese, come madri di famiglia, catechiste e insegnanti e in altri svariati modi. Allo stesso modo, non posso non sottolineare l’importanza della testimonianza data dalle famiglie cristiane. In un’epoca di crisi della vita familiare - lo sappiamo tutti - le nostre comunità cristiane sono chiamate a sostenere le coppie sposate e le famiglie nell’adempiere la loro missione nella vita della Chiesa e della società. La famiglia rimane l’unità basilare della società e la prima scuola nella quale i bambini imparano i valori umani, spirituali e morali che li rendono capaci di essere dei fari di bontà, di integrità e di giustizia nelle nostre comunità.

Cari amici, qualunque sia il contributo particolare che date alla missione della Chiesa, vi chiedo di continuare a promuovere nelle vostre comunità una formazione più completa dei fedeli laici, mediante una catechesi permanente e la direzione spirituale. In tutto ciò che fate, vi chiedo di agire in completa armonia di mente e di cuore con i vostri pastori, cercando di porre le vostre intuizioni, i talenti e i carismi al servizio della crescita della Chiesa nell’unità e nello spirito missionario. Il vostro contributo è essenziale, poiché il futuro della Chiesa in Corea, come in tutta l’Asia, dipenderà in larga parte dallo sviluppo di una visione ecclesiologica fondata su una spiritualità di comunione, di partecipazione e di condivisione dei doni (cfr Ecclesia in Asia, 45).

Ancora una volta esprimo la mia gratitudine per quanto fate per l’edificazione della Chiesa in Corea nella santità e nello zelo. Possiate trarre costante ispirazione e forza nel vostro apostolato dal Sacrificio eucaristico, dove l’amore per Dio e per l’umanità, che è l’anima dell’apostolato, viene comunicato e nutrito (cfr Lumen gentium, 33). Su di voi, sulle vostre famiglie e su quanti partecipano alle opere corporali e spirituali delle vostre parrocchie, delle associazioni e dei movimenti, invoco gioia e pace nel Signore Gesù Cristo e nell’amorevole protezione di Maria, nostra Madre.

Vi chiedo, per favore, di pregare per me. E adesso tutti insieme preghiamo la Madonna, e poi vi darò la benedizione.

[Ave Maria]

Grazie tante e pregate per me. Non dimenticatelo!

[01276-01.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

I am grateful to have this opportunity to meet you, who represent the many expressions of the flourishing apostolate of the laity in Korea: it has always flourished! It continues to flourish! I thank the President of the Catholic Lay Apostolate Council, Mr Paul Kwon Kil-joong, for his kind words of welcome in your name.

The Church in Korea, as we all know, is heir to the faith of generations of lay persons who persevered in the love of Christ Jesus and the communion of the Church despite the scarcity of priests and the threat of severe persecution. Blessed Paul Yun Ji-chung and the martyrs beatified today represent an impressive chapter of this history. They bore witness to the faith not only by their sufferings and death, but by their lives of loving solidarity with one another in Christian communities marked by exemplary charity.

This precious legacy lives on in your own works of faith, charity and service. Today, as ever, the Church needs credible lay witnesses to the saving truth of the Gospel, its power to purify and transform human hearts, and its fruitfulness for building up the human family in unity, justice and peace. We know there is but one mission of the Church of God, and that every baptized Christian has a vital part in this mission. Your gifts as lay men and women are manifold and your apostolates varied, yet all that you do is meant to advance the Church’s mission by ensuring that the temporal order is permeated and perfected by Christ’s Spirit and ordered to the coming of his Kingdom.

In a particular way, I wish to acknowledge the work of the many societies and associations directly engaged in outreach to the poor and those in need. As the example of the first Korean Christians shows, the fruitfulness of faith is expressed in concrete solidarity with our brothers and sisters, without any attention to their culture or social status, for in Christ "there is no Greek or Jew" (Gal 3:28). I am deeply grateful to those of you who by your work and witness bring the Lord’s consoling presence to people living on the peripheries of our society. This activity should not be limited to charitable assistance, but must also extend to a practical concern for human growth. Not just charitable assistance, but personal development. To assist the poor is good and necessary, but it is not enough. I encourage you to multiply your efforts in the area of human promotion, so that every man and every woman can know the joy which comes from the dignity of earning their daily bread and supporting their family. This dignity is presently under threat by a cult of money which leaves many people without work… We might say: "But Father, we are making sure that they are fed". But this is not enough! The unemployed, whether men or women, must also sense the dignity which comes from providing for their household, of being breadwinners! I entrust this task to you.

I wish also to acknowledge the outstanding contribution made by Korean Catholic women to the life and mission of the Church in this country as mothers of families, as catechists and teachers, and in countless other ways. Similarly, I can only stress the importance of the witness given by Christian families. At a time of great crisis for family life – as we are all aware – our Christian communities are called to support married couples and families in fulfilling their proper mission in the life of the Church and society. The family remains the basic unit of society and the first school in which children learn the human, spiritual and moral values which enable them to be a beacon of goodness, integrity and justice in our communities.

Dear friends, whatever your particular contribution to the Church’s mission, I ask you to continue to promote in your communities a more complete formation of the lay faithful through ongoing catechesis and spiritual direction. In all that you do, I ask you to work in complete harmony of mind and heart with your pastors, striving to place your own insights, talents and charisms at the service of the Church’s growth in unity and missionary outreach. Your contribution is essential, for the future of the Church in Korea – as throughout Asia – will depend in large part on the development of an ecclesiological vision grounded in a spirituality of communion, participation and the sharing of gifts (cf. Ecclesia in Asia, 45).

Once again I express my gratitude for all that you do for the building up of the Church in Korea in holiness and zeal. May you draw constant inspiration and strength for your apostolates from the Eucharistic sacrifice, wherein "that love of God and of humanity which is the soul of the apostolate is communicated and nourished" (Lumen Gentium, 33). Upon you and your families, and all who take part in the corporal and spiritual works of your parishes, associations and movements, I invoke joy and peace in our Lord Jesus Christ and the loving protection of Mary, our Mother.

I ask you, please, to pray for me. And now, together, let us all pray to the Blessed Mother, and then I will give you my blessing.

Hail Mary…[followed by the blessing]

Thank you and pray for me. Don’t forget!

[01276-02.02] [Original text: Italian]

 

Traduzione in lingua spagnola

 

[01276-04.01] [Texto original: Italiano]

 

Al termine dell’incontro, il Papa è rientrato in elicottero a Seoul ed ha fatto ritorno alla Nunziatura Apostolica.

[B0579-XX.02]