Discorso del Santo Padre
Testo in lingua inglese
Alle ore 12 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti all’Assemblea della "Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali" (R.O.A.C.O.) e ha rivolto loro il discorso che pubblichiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
Cari amici,
un mese fa ho avuto la grazia di compiere il pellegrinaggio in Terra Santa, e oggi questo incontro con la Congregazione per le Chiese Orientali e con i Rappresentanti della R.O.A.C.O. mi consente di rinnovare l’abbraccio a tutte le Chiese d’Oriente. Grande è stata la consolazione e grandi sono l’incoraggiamento e la responsabilità che scaturiscono da quel pellegrinaggio, affinché proseguiamo il cammino verso la piena unità di tutti i cristiani e anche il dialogo interreligioso.
Ringrazio il Cardinale Prefetto per avere evocato le tappe del pellegrinaggio. Saluto di cuore ciascuno di voi e le Comunità a cui appartenete. Insieme rendiamo grazie a Dio e preghiamo perché quel viaggio apostolico, come un buon seme, porti frutti abbondanti. E’ il Signore a farli germogliare e crescere, se noi ci affidiamo a Lui con la preghiera e perseveriamo, nonostante le contrarietà, sui sentieri del Vangelo.
L’ulivo, che ho piantato nei Giardini Vaticani insieme con il Patriarca di Costantinopoli e i Presidenti israeliano e palestinese, richiama quella pace che è sicura solo se è coltivata a più mani. Chi si impegna a coltivare non deve però dimenticare che la crescita dipende dal vero Agricoltore che è Dio. Del resto, la vera pace, quella che il mondo non può dare, ce la dona Gesù Cristo. Perciò, nonostante le gravi ferite che purtroppo subisce anche oggi, essa può risorgere sempre. Vi ringrazio sempre perché voi collaborate a questo "cantiere" con la carità, che costituisce la finalità più vera delle vostre organizzazioni. Con l’unità e la carità i discepoli di Cristo coltivano la pace per ogni popolo e comunità vincendo le persistenti discriminazioni, a cominciare da quelle per cause religiose.
I primi chiamati a coltivare la pace sono proprio i fratelli e le sorelle d’Oriente, con i loro Pastori. Sperando a volte contro ogni speranza, rimanendo là dove sono nati e dove fin dagli inizi è risuonato il Vangelo del Figlio di Dio fatto uomo, possano sperimentare che sono «beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,8). E possano avere sempre il sostegno della Chiesa universale, per conservare la certezza che il fuoco della Pentecoste, la potenza dell’Amore, può fermare il fuoco delle armi, dell’odio e della vendetta. Le loro lacrime e le loro paure sono le nostre,come del resto la loro speranza! A dimostrarlo sarà la nostra solidarietà, se riuscirà ad essere concreta ed efficace, capace di stimolare la comunità internazionale in difesa dei diritti dei singoli e dei popoli.
In particolare ai fratelli e alle sorelle della Siria e dell’Iraq, ai loro Vescovi e Sacerdoti, esprimo insieme con voi la vicinanza della Chiesa Cattolica. E la estendo alla Terra Santa e al Vicino Oriente, ma anche all’amata Ucraina, nell’ora tanto grave che sta vivendo, e alla Romania, alle quali vi siete interessati nei vostri lavori. Vi esorto a continuare l’impegno profuso a loro favore. Il vostro soccorso nelle nazioni più colpite può rispondere a necessità primarie, specialmente dei più piccoli e deboli, come dei molti giovani tentati di abbandonare la patria d’origine. E poiché le Comunità Orientali sono presenti in tutto il mondo, voi cercate di portare sollievo e sostegno ovunque ai numerosi profughi e rifugiati, restituendo dignità e sicurezza, col dovuto rispetto per la loro identità e libertà religiosa.
Cari amici, vi incoraggio a portare avanti le priorità stabilite nella vostra scorsa Sessione Plenaria, in particolare la formazione delle nuove generazioni e degli educatori. Al tempo stesso, avvicinandosi l’Assemblea straordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata alla famiglia, vi invito a dare priorità anche a questo ambito, alla luce dell’Esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente (nn. 58-61). In effetti, la Santa Famiglia di Nazareth,«che ha vissuto … il dolore della persecuzione, dell’emigrazione e del duro lavoro quotidiano», ci insegna«a confidare nel Padre, a imitare Cristo e lasciarsi guidare dallo Spirito Santo» (ibid., 59). La Santa Madre di Dio accompagni le famiglie ad una ad una perché, grazie ad esse, la Chiesa, con la gioia e la forza del Vangelo, sia sempre una madre feconda e sollecita nell’edificare l’universale famiglia di Dio.
Grazie a tutti voi per il vostro lavoro. Vi benedico di cuore.
[01070-01.01] [Testo originale: Italiano]
Testo in lingua inglese
Dear Friends,
A month ago, I had the grace of making a pilgrimage to the Holy Land. Today this meeting with the Congregation for the Oriental Churches and with the representatives of R.O.A.C.O. allows me to reaffirm my closeness to all the Churches of the East. My pilgrimage was a great source of consolation, but also of encouragement and a renewed sense of responsibility for the advancement of full unity among Christians and of dialogue between religions.
I thank the Cardinal Prefect, who has recalled the various events of the pilgrimage. With great affection I also greet each of you and the communities to which you belong. Together let us give thanks to God and pray that the Apostolic Journey will, like a good seed, bring forth abundant fruit. It is the Lord who will make that fruit blossom and grow, if we but entrust ourselves to him in prayer and press forward, despite every difficulty, along the paths pointed out to us by the Gospel.
The olive tree which I planted in the Vatican Gardens together with the Patriarch of Constantinople and the Presidents of Israel and Palestine, is a symbol of that peace which is secure and enduring only because it is cultivated by many hands. Those who would cultivate the plant of peace must never forget that God alone gives the growth. True peace, the peace which the world cannot give, is a gift to us from Jesus Christ. For all the grievous attacks it endures today, peace can always flourish again. I thank you, always, beacuse that you continue to "make peace grow" through charity, which is the ultimate aim of all your organizations. With unity and charity Christ’s disciples strive to be peacemakers everywhere, in all peoples and communities, and to overcome persistent forms of discrimination, starting with those based on religion.
First among those called to be peacemakers are our brothers and sisters of the Oriental Churches, together with their pastors. Hoping at times against all hope, remaining in the place of their birth where the Gospel of the incarnate Son of God was first proclaimed, may they experience the blessedness reserved to those who are peacemakers: "they will be called children of God" (Mt 5:9). And may they always feel the support of the universal Church and never falter in their conviction that the fire of Pentecost, the power of Love, can halt the fire of arms, hatred and vengeance. Their tears and their anguish are ours, as well as their hope! We can express this through our solidarity, if it is one which is concrete and effective, capable of ensuring that the international community upholds the rights of individuals and peoples.
In a special way, I join you in telling our brothers and sisters in Syria and Iraq, their bishops and priests, that the Catholic Church is close to them. The Church is likewise close to our brothers and sisters in the Holy Land and the Middle East, but also to the beloved people of Ukraine in the critical situation in which they find themselves, and to the people of Romania. This closeness and concern is expressed in the works which your agencies carry out. I urge you to continue your generous efforts to help them. Your works of relief and assistance in nations most affected by these crises respond to basic needs, particularly of those who are powerless and most vulnerable, as well as the many young people tempted to leave their homeland. And since communities of Eastern Christians are present worldwide, you are working everywhere to bring relief to the displaced and to refugees, restoring their dignity and their security in full respect for their identity and religious freedom.
Dear friends, I encourage you to pursue the goals set in your last Plenary Session, especially those regarding the training of young people and teachers. At the same time, as the Extraordinary Assembly of the Synod of Bishops dedicated to the family fast approaches, I urge you to give priority to this area, letting yourselves be guided by the Apostolic Exhortation Ecclesia in Medio Oriente (Nos. 58-61). For the Holy Family of Nazareth, "which knew anxiety... as well as the pain of persecution, emigration and hard daily labour" teaches us "to trust the Father, to imitate Christ and to let ourselves be guided by the Holy Spirit" (ibid., 59). May the Holy Mother of God accompany all families with her prayers, so that through them the Church, filled with the joy and strength of the Gospel, may always be a fruitful mother, anxious to strengthen the unity of the whole family of God.
Once again I thank you for your work. To all of you I cordially impart my blessing.
[01070-02.01] [Original text: Italian]
[B0469-XX.02]