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Pellegrinaggio di Sua Santità Francesco in Terra Santa (24-26 maggio 2014) - Santa Messa con gli Ordinari di Terra Santa al Cenacolo, 26.05.2014


Pellegrinaggio di Sua Santità Francesco in Terra Santa (24-26 maggio 2014) - Santa Messa con gli Ordinari di Terra Santa al Cenacolo

Santa Messa con gli Ordinari di Terra Santa e con il Seguito papale nella Sala del Cenacolo a Jerusalem

Omelia del Santo Padre

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

Nella Sala superiore del Cenacolo, alle ore 17.20 di questo pomeriggio, il Santo Padre Francesco ha presieduto la Santa Messa concelebrata con gli Ordinari di Terra Santa e gli Ecclesiastici del Seguito papale. Non erano presenti fedeli, a motivo delle limitate dimensioni del luogo.

Nel corso della Celebrazione Eucaristica, dopo la proclamazione del Vangelo, il Papa ha pronunciato l’omelia che riportiamo di seguito:

Omelia del Santo Padre

E’ un grande dono che il Signore ci fa, di riunirci qui, nel Cenacolo, per celebrare l’Eucaristia. Mentre vi saluto con fraterna gioia, desidero rivolgere un pensiero affettuoso ai Patriarchi Orientali Cattolici che hanno preso parte, in questi giorni, al mio pellegrinaggio. Desidero ringraziarli per la loro significativa presenza, a me particolarmente preziosa, e assicuro che hanno un posto speciale nel mio cuore e nella mia preghiera. Qui, dove Gesù consumò l’Ultima Cena con gli Apostoli; dove, risorto, apparve in mezzo a loro; dove lo Spirito Santo scese con potenza su Maria e i discepoli. Qui è nata la Chiesa, ed è nata in uscita. Da qui è partita, con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di Gesù negli occhi, e lo Spirito d’amore nel cuore.

Gesù risorto, inviato dal Padre, nel Cenacolo comunicò agli Apostoli il suo stesso Spirito e con la sua forza li inviò a rinnovare la faccia della terra (cfr Sal 104,30).

Uscire, partire, non vuol dire dimenticare. La Chiesa in uscita custodisce la memoria di ciò che qui è accaduto; lo Spirito Paraclito le ricorda ogni parola, ogni gesto, e ne rivela il senso.

Il Cenacolo ci ricorda il servizio, la lavanda dei piedi che Gesù ha compiuto, come esempio per i suoi discepoli. Lavarsi i piedi gli uni gli altri significa accogliersi, accettarsi, amarsi, servirsi a vicenda. Vuol dire servire il povero, il malato, l’escluso, quello che mi è antipatico, quello che mi dà fastidio.

Il Cenacolo ci ricorda, con l’Eucaristia, il sacrificio. In ogni celebrazione eucaristica Gesù si offre per noi al Padre, perché anche noi possiamo unirci a Lui, offrendo a Dio la nostra vita, il nostro lavoro, le nostre gioie e i nostri dolori…, offrire tutto in sacrificio spirituale.

E il Cenacolo ci ricorda anche l’amicizia. «Non vi chiamo più servi – disse Gesù ai Dodici – … ma vi ho chiamato amici» (Gv 15,15). Il Signore ci rende suoi amici, ci confida la volontà del Padre e ci dona Sé stesso. È questa l’esperienza più bella del cristiano, e in modo particolare del sacerdote: diventare amico del Signore Gesù, e scoprire nel suo cuore che Lui è amico.

Il Cenacolo ci ricorda il congedo del Maestro e la promessa di ritrovarsi con i suoi amici: «Quando sarò andato, … verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi» (Gv 14,3). Gesù non ci lascia, non ci abbandona mai, ci precede nella casa del Padre e là ci vuole portare con Sé.

Ma il Cenacolo ricorda anche la meschinità, la curiosità – "chi è colui che tradisce?" - il tradimento. E può essere ciascuno di noi, non solo e sempre gli altri, a rivivere questi atteggiamenti, quando guardiamo con sufficienza il fratello, lo giudichiamo; quando con i nostri peccati tradiamo Gesù.

Il Cenacolo ci ricorda la condivisione, la fraternità, l’armonia, la pace tra di noi. Quanto amore, quanto bene è scaturito dal Cenacolo! Quanta carità è uscita da qui, come un fiume dalla fonte, che all’inizio è un ruscello e poi si allarga e diventa grande… Tutti i santi hanno attinto da qui; il grande fiume della santità della Chiesa sempre prende origine da qui, sempre di nuovo, dal Cuore di Cristo, dall’Eucaristia, dal suo Santo Spirito.

Il Cenacolo infine ci ricorda la nascita della nuova famiglia, la Chiesa, la nostra santa madre Chiesa gerarchica, costituita da Gesù risorto. Una famiglia che ha una Madre, la Vergine Maria. Le famiglie cristiane appartengono a questa grande famiglia, e in essa trovano luce e forza per camminare e rinnovarsi, attraverso le fatiche e le prove della vita. A questa grande famiglia sono invitati e chiamati tutti i figli di Dio di ogni popolo e lingua, tutti fratelli e figli dell’unico Padre che è nei cieli.

Questo è l’orizzonte del Cenacolo: l’orizzonte del Risorto e della Chiesa.

Da qui parte la Chiesa in uscita, animata dal soffio vitale dello Spirito. Raccolta in preghiera con la Madre di Gesù, essa sempre rivive l’attesa di una rinnovata effusione dello Spirito Santo:

Scenda il tuo Spirito, Signore, e rinnovi la faccia della terra (cfr Sal 104,30)!

[00862-01.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua inglese

It is a great gift that the Lord has given us by bringing us together here in the Upper Room for the celebration of the Eucharist. I greet you with fraternal joy and I wish to express my affection to the Oriental Catholic Patriarchs who have taken part in my pilgrimage during these days. I want to thank them for their significant presence, particularly dear to me and I assure them of a special place in my heart and in my prayers. Here, where Jesus shared the Last Supper with the apostles; where, after his resurrection, he appeared in their midst; where the Holy Spirit descended with power upon Mary and the disciples, here the Church was born, and she was born to go forth. From here she set out, with the broken bread in her hands, the wounds of Christ before her eyes, and the Spirit of love in her heart.

In the Upper Room, the risen Jesus, sent by the Father, bestowed upon the apostles his own Spirit and with his power he sent them forth to renew the face of the earth (cf. Ps 104:30).

To go forth, to set out, does not mean to forget. The Church, in her going forth, preserves the memory of what took place here; the Spirit, the Paraclete, reminds her of every word and every action, and reveals their true meaning.

The Upper Room speaks to us of service, of Jesus giving the disciples an example by washing their feet. Washing one another’s feet signifies welcoming, accepting, loving and serving one another. It means serving the poor, the sick and the outcast, those whom I find difficult, those who annoy me.

The Upper Room reminds us, through the Eucharist, of sacrifice. In every Eucharistic celebration Jesus offers himself for us to the Father, so that we too can be united with him, offering to God our lives, our work, our joys and our sorrows… offering everything as a spiritual sacrifice.

The Upper Room also reminds us of friendship. "No longer do I call you servants – Jesus said to the Twelve – but I have called you friends" (Jn 15:15). The Lord makes us his friends, he reveals God’s will to us and he gives us his very self. This is the most beautiful part of being a Christian and, especially, of being a priest: becoming a friend of the Lord Jesus, and discovering in our hearts that he is our friend.

The Upper Room reminds us of the Teacher’s farewell and his promise to return to his friends: "When I go… I will come again and will take you to myself, that where I am you may be also" (Jn 14:3). Jesus does not leave us, nor does he ever abandon us; he precedes us to the house of the Father, where he desires to bring us as well.

The Upper Room, however, also reminds us of pettiness, of curiosity – "Who is the traitor?" – and of betrayal. We ourselves, and not just others, can reawaken those attitudes whenever we look at our brother or sister with contempt, whenever we judge them, whenever by our sins we betray Jesus.

The Upper Room reminds us of sharing, fraternity, harmony and peace among ourselves. How much love and goodness has flowed from the Upper Room! How much charity has gone forth from here, like a river from its source, beginning as a stream and then expanding and becoming a great torrent. All the saints drew from this source; and hence the great river of the Church’s holiness continues to flow: from the Heart of Christ, from the Eucharist and from the Holy Spirit.

Lastly, the Upper Room reminds us of the birth of the new family, the Church, our holy Mother the hierarchical Church established by the risen Jesus; a family that has a Mother, the Virgin Mary. Christian families belong to this great family, and in it they find the light and strength to press on and be renewed, amid the challenges and difficulties of life. All God’s children, of every people and language, are invited and called to be part of this great family, as brothers and sisters and sons and daughters of the one Father in heaven.

These horizons are opened up by the Upper Room, the horizons of the Risen Lord and his Church.

From here the Church goes forth, impelled by the life-giving breath of the Spirit. Gathered in prayer with the Mother of Jesus, the Church lives in constant expectation of a renewed outpouring of the Holy Spirit. Send forth your Spirit, Lord, and renew the face of the earth (cf. Ps 104:30)!

[00862-02.02] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

Es un gran don del Señor estar aquí reunidos, en el Cenáculo, para celebrar la Eucaristía. Al saludarles a ustedes con fraterna alegría, quisiera mencionar con afecto a los Patriarcas Orientales Católicos que han participado, durante estos días, en mi peregrinación. Les agradezco su significativa presencia, que tanto valor tiene para mí, y les aseguro que tienen un puesto especial en mi corazón y en mi oración. Aquí, donde Jesús consumó la Última Cena con los Apóstoles; donde, resucitado, se apareció en medio de ellos; donde el Espíritu Santo descendió abundantemente sobre María y los discípulos. Aquí nació la Iglesia, y nació en salida. Desde aquí salió, con el Pan partido entre las manos, las llagas de Jesús en los ojos, y el Espíritu de amor en el corazón.

En el Cenáculo, Jesús resucitado, enviado por el Padre, comunicó su mismo Espíritu a los Apóstoles y con su fuerza los envió a renovar la faz de la tierra (cf. Sal 104,30).

Salir, marchar, no quiere decir olvidar. La Iglesia en salida guarda la memoria de lo que sucedió aquí;

el Espíritu Paráclito le recuerda cada palabra, cada gesto, y le revela su sentido.

El Cenáculo nos recuerda el servicio, el lavatorio de los pies, que Jesús realizó, como ejemplo para sus discípulos. Lavarse los pies los unos a los otros significa acogerse, aceptarse, amarse, servirse mutuamente. Quiere decir servir al pobre, al enfermo, al excluido, a aquel que me resulta antipático, al que me molesta.

El Cenáculo nos recuerda, con la Eucaristía, el sacrificio. En cada celebración eucarística, Jesús se ofrece por nosotros al Padre, para que también nosotros podamos unirnos a Él, ofreciendo a Dios nuestra vida, nuestro trabajo, nuestras alegrías y nuestras penas…, ofrecer todo en sacrificio espiritual.

Y el Cenáculo nos recuerda también la amistad. "Ya no les llamo siervos –dijo Jesús a los Doce-… a ustedes les llamo amigos" (Jn 15,15). El Señor nos hace sus amigos, nos confía la voluntad del Padre y se nos da Él mismo. Ésta es la experiencia más hermosa del cristiano, y especialmente del sacerdote: hacerse amigo del Señor Jesús, y descubrir en su corazón que Él es su amigo.

El Cenáculo nos recuerda la despedidadel Maestro y la promesa de volver a encontrarse con sus amigos. "Cuando vaya…, volveré y les llevaré conmigo, para que donde estoy yo, estén también ustedes" (Jn 14,3). Jesús no nos deja, no nos abandona nunca, nos precede en la casa del Padre y allá nos quiere llevar con Él.

Pero el Cenáculo recuerda también la mezquindad, lacuriosidad–"¿quién es el traidor?"-, latraición. Y cualquiera de nosotros, y no sólo siempre los demás, puede encarnar estas actitudes, cuando miramos con suficiencia al hermano, lo juzgamos; cuando traicionamos a Jesús con nuestros pecados.

El Cenáculo nos recuerda la comunión, lafraternidad, la armonía, lapaz entre nosotros. ¡Cuánto amor, cuánto bien ha brotado del Cenáculo! ¡Cuánta caridad ha salido de aquí, como un río de su fuente, que al principio es un arroyo y después crece y se hace grande… Todos los santos han bebido de aquí; el gran río de la santidad de la Iglesia siempre encuentra su origen aquí, siempre de nuevo, del Corazón de Cristo, de la Eucaristía, de su Espíritu Santo.

El Cenáculo, finalmente, nos recuerda el nacimiento de la nueva familia, la Iglesia, nuestra santa madre Iglesia jerárquica, constituida por Cristo resucitado. Una familia que tiene una Madre, la Virgen María. Las familias cristianas pertenecen a esta gran familia, y en ella encuentran luz y fuerza para caminar y renovarse, mediante las fatigas y las pruebas de la vida. A esta gran familia están invitados y llamados todos los hijos de Dios de cualquier pueblo y lengua, todos hermanos e hijos de un único Padre que está en los cielos.

Éste es el horizonte del Cenáculo: el horizonte del Cenáculo, el horizonte del Resucitado y de la Iglesia.

De aquí parte la Iglesia en salida, animada por el soplo del Espíritu. Recogida en oración con la Madre de Jesús, revive siempre la esperanza de una renovada efusión del Espíritu Santo: Envía, Señor, tu Espíritu, y renueva la faz de la tierra (cf. Sal104,30).

[00862-04.02] [Texto original: Italiano]

Al termine della Celebrazione Eucaristica, conclusa con il saluto del Custode di Terra Santa, P. Pierbattista Pizzaballa, il Santo Padre Francesco si è trasferito in auto all’eliporto sul Monte Scopus a Jerusalem, da dove è partito alla volta di Tel Aviv.

[B0383-XX.02]