Pellegrinaggio di Sua Santità Francesco in Terra Santa (24-26 maggio 2014) - Visita di cortesia al Presidente dello Stato di Israele
Visita di cortesia al Presidente dello Stato di Israele nel Palazzo Presidenziale a Jerusalem
Udienza privata al Primo Ministro di Israele nel "Notre Dame of Jerusalem Center"
Visita di cortesia al Presidente dello Stato di Israele nel Palazzo Presidenziale a Jerusalem
Discorso del Santo Padre
Traduzione in lingua inglese
Traduzione in lingua spagnola
Poco dopo le ore 12, il Santo Padre Francesco è arrivato al Palazzo Presidenziale per la visita di cortesia al Presidente dello Stato di Israele, S.E. il Signor Shimon Peres, che lo ha accolto nel giardino d’ingresso.
Nel Palazzo Presidenziale la visita è iniziata con la presentazione delle due Delegazioni, cui hanno partecipato - per parte della Santa Sede - il Card. Parolin, il Card. Sandri, il Card. Tauran, il Card. Koch, il Patriarca Twal, Mons. Becciu, Mons. Lazzarotto e Padre Pizzaballa.
Nello scambio di battute che ha preceduto l’incontro privato, il Papa ha rivolto al Presidente le seguenti parole:
«Io ringrazio Lei, Signor Presidente, per le sue parole e la sua accoglienza. E con la mia immaginazione e fantasia vorrei inventare una nuova beatitudine, che applico oggi a me in questo momento: "Beato colui che entra nella casa di un uomo saggio e buono". Ed io mi sento beato. Grazie di vero cuore.»
Dopo lo scambio dei doni e l’incontro privato, il Papa e il Presidente si sono recati nel giardino per piantare un ulivo. Qui, alla presenza di alcune centinaia di bambini di diverse condizioni e religioni, sono stati pronunciati i discorsi.
Questo il discorso che il Papa ha tenuto dopo quello del Presidente dello Stato di Israele:
Discorso del Santo Padre
Signor Presidente,
Eccellenze,
Signore e Signori,
Le sono grato, Signor Presidente, per l’accoglienza riservatami e per le Sue gentili e sagge espressioni di saluto, e sono lieto di poterLa nuovamente incontrare qui a Gerusalemme, città che custodisce i Luoghi Santi cari alle tre grandi religioni che adorano il Dio che chiamò Abramo. I Luoghi Santi non sono musei o monumenti per turisti, ma luoghi dove le comunità dei credenti vivono la loro fede, la loro cultura, le loro iniziative caritative. Perciò vanno perpetuamente salvaguardati nella loro sacralità, tutelando così non solo l’eredità del passato ma anche le persone che li frequentano oggi e li frequenteranno in futuro. Che Gerusalemme sia veramente la Città della pace! Che risplendano pienamente la sua identità e il suo carattere sacro, il suo universale valore religioso e culturale, come tesoro per tutta l’umanità! Com’è bello quando i pellegrini e i residenti possono accedere liberamente ai Luoghi Santi e partecipare alle celebrazioni!
Signor Presidente, Lei è noto come uomo di pace e artefice di pace. Le esprimo la mia riconoscenza e la mia ammirazione per questo Suo atteggiamento. La costruzione della pace esige anzitutto il rispetto per la libertà e la dignità di ogni persona umana, che Ebrei, Cristiani e Musulmani credono ugualmente essere creata da Dio e destinata alla vita eterna. A partire da questo punto fermo che abbiamo in comune, è possibile perseguire l’impegno per una soluzione pacifica delle controversie e dei conflitti. A questo riguardo rinnovo l’auspicio che si evitino da parte di tutti iniziative e atti che contraddicono alla dichiarata volontà di giungere ad un vero accordo e che non ci si stanchi di perseguire la pace con determinazione e coerenza.
Va respinto con fermezza tutto ciò che si oppone al perseguimento della pace e di una rispettosa convivenza tra Ebrei, Cristiani e Musulmani: il ricorso alla violenza e al terrorismo, qualsiasi genere di discriminazione per motivi razziali o religiosi, la pretesa di imporre il proprio punto di vista a scapito dei diritti altrui, l’antisemitismo in tutte le sue possibili forme, così come la violenza o le manifestazioni di intolleranza contro persone o luoghi di culto ebrei, cristiani e musulmani.
Nello Stato d’Israele vivono e operano diverse comunità cristiane. Esse sono parte integrante della società e partecipano a pieno titolo delle sue vicende civili, politiche e culturali. I fedeli cristiani desiderano portare, a partire dalla propria identità, il loro contributo per il bene comune e per la costruzione della pace, come cittadini a pieno diritto che, rigettando ogni estremismo, si impegnano ad essere artefici di riconciliazione e di concordia.
La loro presenza e il rispetto dei loro diritti – come del resto dei diritti di ogni altra denominazione religiosa e di ogni minoranza – sono garanzia di un sano pluralismo e prova della vitalità dei valori democratici, del loro reale radicamento nella prassi e nella concretezza della vita dello Stato.
Signor Presidente, Lei sa che io prego per lei ed io so che lei prega per me, e Le assicuro la continua preghiera per le Istituzioni e per tutti i cittadini d’Israele. Assicuro in modo particolare la mia costante supplica a Dio per l’ottenimento della pace e con essa dei beni inestimabili che le sono strettamente correlati, quali la sicurezza, la tranquillità di vita, la prosperità, e - quello che è più bello - la fratellanza. Rivolgo infine il mio pensiero a tutti coloro che soffrono per le conseguenze delle crisi ancora aperte nella regione medio-orientale, perché al più presto vengano alleviate le loro pene mediante l’onorevole composizione dei conflitti. Pace su Israele e in tutto il Medio Oriente! Shalom!
[00860-01.02] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua inglese
Mr President,
Your Excellencies,
Ladies and Gentlemen,
I am grateful to you, Mr President, for your kind and sage words of greeting and your warm welcome. I am happy to be able to meet you once again, this time in Jerusalem, the city which preserves the Holy Places dear to the three great religions which worship the God who called Abraham. The Holy Places are not monuments or museums for tourists, but places where communities of believers daily express their faith and culture, and carry out their works of charity. Precisely for this reason, their sacred character must be perpetually maintained and protection given not only to the legacy of the past but also to all those who visit these sites today and to those who will visit them in the future. May Jerusalem be truly the City of Peace! May her identity and her sacred character, her universal religious and cultural significance shine forth as a treasure for all mankind! How good it is when pilgrims and residents enjoy free access to the Holy Places and can freely take part in religious celebrations.
Mr President, you are known as a man of peace and a peacemaker. I appreciate and admire the approach you have taken. Peacemaking demands first and foremost respect for the dignity and freedom of every human person, which Jews, Christians and Muslims alike believe to be created by God and destined to eternal life. This shared conviction enables us resolutely to pursue peaceful solutions to every controversy and conflict. Here I renew my plea that all parties avoid initiatives and actions which contradict their stated determination to reach a true agreement and that they tirelessly work for peace, with decisiveness and tenacity.
There is likewise need for a firm rejection of all that is opposed to the cultivation of peace and respectful relations between Jews, Christians and Muslims. We think, for example, of recourse to violence and terrorism, all forms of discrimination on the basis of race or religion, attempts to impose one’s own point of view at the expense of the rights of others, anti-Semitism in all its possible expressions, and signs of intolerance directed against individuals or places of worship, be they Jewish, Christian or Muslim.
A variety of Christian communities live and work in the State of Israel. They are an integral part of society and participate fully in its civic, political and cultural affairs. Christians wish, as such, to contribute to the common good and the growth of peace; they wish to do so as full-fledged citizens who reject extremism in all its forms and are committed to fostering reconciliation and harmony.
The presence of these communities and respect for their rights – as for the rights of all other religious groups and all minorities – are the guarantee of a healthy pluralism and proof of the vitality of democratic values as they are authentically embodied in the daily life and workings of the State.
Mr President, you know that I pray for you and I know that you are praying for me, and I assure you of my continued prayers for the institutions and the citizens of the State of Israel. I likewise assure you of my constant prayer for the attainment of peace and all the inestimable goods which accompany it: security, tranquillity, prosperity and - the most beautiful of all - fraternity. Finally, my thoughts turn to all those afflicted by the continuing crises in the Middle East. I pray that their sufferings may soon be alleviated by an honourable resolution of hostilities. Peace be upon Israel and the entire Middle East! Shalom!
[00860-02.02] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua spagnola
Señor Presidente,
Excelencias,
Señoras y Señores:
Le agradezco, Señor Presidente, la acogida que me ha dispensado y sus amables y sabias palabras de saludo, y me complace poder encontrarme con Usted nuevamente en Jerusalén, ciudad que custodia los Lugares Santos apreciados por las tres religiones que adoran al Dios que llamó a Abrahán. Los Lugares Santos no son museos o monumentos para turistas, sino lugares donde las comunidades de creyentes viven su fe, su cultura, sus obras de caridad. Por eso, se deben salvaguardar para siempre en su sacralidad, tutelando así no sólo el legado del pasado, sino también a las personas que los visitan hoy y que los visitarán en el futuro. Que Jerusalén sea verdaderamente la Ciudad de la paz. Que resplandezca plenamente su identidad y su carácter sagrado, su valor universal religioso y cultural, como tesoro para toda la humanidad. Qué bello que los peregrinos y los residentes puedan acudir libremente a los Lugares Santos y participar en las celebraciones.
Señor Presidente, Usted es conocido como un hombre de paz y artífice de paz. Le manifiesto mi reconocimiento y mi admiración por esta actitud. La construcción de la paz exige sobre todo el respeto a la libertad y a la dignidad de la persona humana, que judíos, cristianos y musulmanes consideran igualmente creada por Dios y destinada a la vida eterna. A partir de este punto de referencia que tenemos en común, es posible proseguir en el empeño por una solución pacífica de las controversias y los conflictos. A este respecto, renuevo el deseo de que se eviten, por parte de todos, las iniciativas y los actos que contradicen la declarada voluntad de alcanzar un verdadero acuerdo y de que no nos cansemos de perseguir la paz con determinación y coherencia.
Se debe rechazar firmemente todo lo que se opone al logro de la paz y de una respetuosa convivencia entre judíos, cristianos y musulmanes: el recurso a la violencia y al terrorismo, cualquier tipo de discriminación por motivos raciales o religiosos, la pretensión de imponer el propio punto de vista en perjuicio de los derechos del otro, el antisemitismo en todas sus formas posibles, así como la violencia o las manifestaciones de intolerancia contra personas o lugares de culto judíos, cristianos y musulmanes.
En el Estado de Israel viven y actúan diversas comunidades cristianas. Son parte integrante de la sociedad y participan como los demás en la vida civil, política y cultural. Los fieles cristianos desean ofrecer, desde su propia identidad, su aportación al bien común y a la construcción de la paz, como ciudadanos de pleno derecho que, rechazando todo extremismo, se esfuerzan por ser artífices de reconciliación y de concordia.
Su presencia y el respeto de sus derechos –como del resto de los derechos de cualquier otra denominación religiosa o minoría- son garantía de un sano pluralismo y prueba de la vitalidad de los valores democráticos, de su arraigo en la praxis y en la vida concreta del Estado.
Señor Presidente, Usted sabe que yo rezo por Usted y yo sé que Usted reza por mí, y le aseguro oraciones incesantes por las Instituciones y por todos los ciudadanos de Israel. Cuente especialmente con mi constante súplica a Dios por la consecución de la paz y con ella de los bienes inestimables que la acompañan, como la seguridad, la tranquilidad de vida, la prosperidad, y –lo que es más hermoso– la fraternidad. Dirijo finalmente mi pensamiento a todos aquellos que sufren las consecuencias de las crisis aún abiertas en la región medio-oriental, para que lo antes posible sean aliviadas sus penalidades mediante la honrosa resolución de los conflictos. Paz a Israel y a todo Oriente Medio. ¡Shalom!
[00860-04.02] [Texto original: Italiano]
Udienza privata al Primo Ministro di Israele nel "Notre Dame of Jerusalem Center"
Conclusa la visita al Presidente dello Stato d’Israele, alle 13.30 il Papa si è trasferito in auto al Pontificio Istituto "Notre Dame of Jerusalem Center", e qui ha ricevuto in Udienza privata il Primo Ministro di Israele, S.E. il Signor Benjamin Netanyahu.
Al suo arrivo, il Primo Ministro è stato accolto dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e dal Nunzio Apostolico, S.E. Mons. Giuseppe Lazzarotto. Quindi il Papa si è intrattenuto con lui in colloquio privato.
Congedato il Primo Ministro di Israele, il Papa ha pranzato nel "Notre Dame of Jerusalem Center" con i Membri del Seguito papale.
[00834-01.01]
[B0380-XX.02]