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Pellegrinaggio di Sua Santità Francesco in Terra Santa (24-26 maggio 2014) - Incontro a Bethlehem con le Autorità Palestinesi, 25.05.2014


Pellegrinaggio di Sua Santità Francesco in Terra Santa (24-26 maggio 2014) - Incontro a Bethlehem con le Autorità Palestinesi

Congedo dalla Giordania all’aeroporto internazionale "Queen Alia" di Amman (Giordania)

Arrivo all’eliporto di Bethlehem (Stato di Palestina)

Cerimonia di benvenuto al Palazzo Presidenziale di Bethlehem e Visita di cortesia al Presidente dello Stato di Palestina

Incontro con le Autorità Palestinesi nel Palazzo Presidenziale di Bethlehem

Congedo dalla Giordania all’aeroporto internazionale "Queen Alia" di Amman (Giordania)

Alle ore 7.30 di questa mattina, il Santo Padre Francesco ha lasciato la Nunziatura Apostolica e si è trasferito in auto all’aeroporto internazionale "Queen Alia" di Amman, dove è avvenuto il congedo dalla Giordania. Il Papa è stato accolto dal Re Abdallah II bin Al Hussein, con il quale si è intrattenuto per alcuni minuti nel Salone d’onore, prima del saluto delle due Delegazioni.
Quindi, alle ore 8.30, il Santo Padre è partito in elicottero alla volta di Bethlehem.

[00827-01.01]

Arrivo all’eliporto di Bethlehem (Stato di Palestina)

All’arrivo all’eliporto di Bethlehem, alle ore 9.20, il Santo Padre Francesco è stato accolto da un Alto Rappresentante del Presidente dello Stato di Palestina, dal Delegato Apostolico a Gerusalemme e Palestina, S.E. Mons. Giuseppe Lazzarotto, dal Patriarca di Gerusalemme dei Latini e Presidente dell’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa, Sua Beatitudine Fouad Twal.
Erano inoltre presenti all’aeroporto, tra gli altri, l’Arcivescovo Greco-Melkita di Petra e Filadelfia, S.E. Mons. Yaser Rasmi Hanna Al-Ayyash; l’Arcivescovo di Baghdad dei Latini e Amministratore Apostolico sede plena di Petra e Filadelfia, S.E. Mons. Jean Benjamin Sleiman; il Vicario latino per la Giordania, Mons. Maroun Elias Lahham; il Custode di Terra Santa, P. Pierbattista Pizzaballa; il Rabbino Abraham Skorka, Rettore del Seminario Rabbinico Latino Americano; il Segretario Generale dell’Istituto di Dialogo Interreligioso di Buenos Aires, Sig. Omar Ahmed Abboud.
Quindi il Papa ha raggiunto in auto il Palazzo Presidenziale a Bethlehem ove ha avuto luogo la Cerimonia di benvenuto.

[00839-01.01]

Cerimonia di benvenuto al Palazzo Presidenziale di Bethlehem e Visita di cortesia al Presidente dello Stato di Palestina

Al suo arrivo al Palazzo Presidenziale di Bethlehem, alle ore 9.30, il Santo Padre Francesco è stato accolto nel piazzale antistante l’ingresso dal Presidente dello Stato di Palestina, S.E. il Signor Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Dopo gli onori militari e l’esecuzione degli inni nazionali, ha avuto luogo la presentazione delle due Delegazioni.
Il Santo Padre Francesco e il Presidente dello Stato di Palestina Mahmoud Abbas si sono recati quindi al primo piano del Palazzo Presidenziale per l’incontro a cui hanno partecipato dieci persone per parte.Al termine dell’incontro, dopo lo scambio dei doni, una rappresentanza delle comunità cristiane palestinesi provenienti dalla Cisgiordania e dalla Striscia di Gaza ha consegnato al Papa alcuni messaggi.

[00828-01.01]

Incontro con le Autorità Palestinesi nel Palazzo Presidenziale di Bethlehem

Discorso del Santo Padre

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua spagnola

A conclusione della Visita di cortesia, alle ore 10.00, il Presidente dello Stato di Palestina ha accompagnato il Papa nel Salone dei ricevimenti del Palazzo Presidenziale di Bethlehem dove si trovavano riunite le più alte personalità palestinesi, i Membri del Corpo Diplomatico e il Seguito Papale.
Dopo il discorso del Presidente Abu Mazen, il Santo Padre Francesco ha pronunciato il discorso che riportiamo di seguito:

Discorso del Santo Padre

Signor Presidente,

Cari amici,

Cari fratelli,

ringrazio il Presidente Signor Mahmoud Abbas per le sue espressioni di benvenuto e rivolgo il mio cordiale saluto ai rappresentanti del Governo e a tutto il popolo palestinese. Sono grato al Signore di essere oggi qui con voi nel luogo in cui è nato Gesù, il Principe della Pace, e vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza.

Il Medio Oriente da decenni vive le drammatiche conseguenze del protrarsi di un conflitto che ha prodotto tante ferite difficili da rimarginare e, anche quando fortunatamente non divampa la violenza, l’incertezza della situazione e l’incomprensione tra le parti producono insicurezza, diritti negati, isolamento ed esodo di intere comunità, divisioni, carenze e sofferenze di ogni tipo.

Nel manifestare la mia vicinanza a quanti soffrono maggiormente le conseguenze di tale conflitto, vorrei dire dal profondo del mio cuore che è ora di porre fine a questa situazione, che diventa sempre più inaccettabile, e ciò per il bene di tutti. Si raddoppino dunque gli sforzi e le iniziative volte a creare le condizioni di una pace stabile, basata sulla giustizia, sul riconoscimento dei diritti di ciascuno e sulla reciproca sicurezza. È giunto il momento per tutti di avere il coraggio della generosità e della creatività al servizio del bene, il coraggio della pace, che poggia sul riconoscimento da parte di tutti del diritto di due Stati ad esistere e a godere di pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti.

Auspico vivamente che a tal fine si evitino da parte di tutti iniziative e atti che contraddicono alla dichiarata volontà di giungere ad un vero accordo e che non ci si stanchi di perseguire la pace con determinazione e coerenza. La pace porterà con sé innumerevoli benefici per i popoli di questa regione e per il mondo intero. Occorre dunque incamminarsi risolutamente verso di essa, anche rinunciando ognuno a qualche cosa.

Auguro ai popoli palestinese e israeliano e alle rispettive Autorità di intraprendere questo felice esodo verso la pace con quel coraggio e quella fermezza necessari per ogni esodo. La pace nella sicurezza e la mutua fiducia diverranno il quadro di riferimento stabile per affrontare e risolvere gli altri problemi e offrire così un’occasione di equilibrato sviluppo, tale da diventare modello per altre aree di crisi.

Mi è caro fare riferimento all’attiva comunità cristiana, che offre il suo significativo contributo al bene comune della società e che partecipa alle gioie e sofferenze di tutto il popolo. I cristiani intendono continuare a svolgere questo loro ruolo come cittadini a pieno diritto, insieme con gli altri concittadini considerati come fratelli.

Signor Presidente, Lei è noto come uomo di pace e artefice di pace. Il recente incontro in Vaticano con Lei e la mia odierna presenza in Palestina attestano le buone relazioni esistenti tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina, che mi auguro possano ulteriormente incrementarsi per il bene di tutti. A tale riguardo esprimo il mio apprezzamento per l’impegno volto ad elaborare un Accordo tra le Parti, riguardante diversi aspetti della vita della Comunità cattolica del Paese, con speciale attenzione alla libertà religiosa. Il rispetto di questo fondamentale diritto umano è, infatti, una delle condizioni irrinunciabili della pace, della fratellanza e dell’armonia; dice al mondo che è doveroso e possibile trovare un buon accordo tra culture e religioni differenti; testimonia che le cose che abbiamo in comune sono così tante e importanti che è possibile individuare una via di convivenza serena, ordinata e pacifica, nell’accoglienza delle differenze e nella gioia di essere fratelli perché figli di un unico Dio.

Signor Presidente, cari fratelli riuniti qui a Betlemme, Dio onnipotente vi benedica, vi protegga e vi conceda la saggezza e la forza necessarie a portare avanti il coraggioso cammino della pace, in modo che le spade si trasformino in aratri e questa Terra possa tornare a fiorire nella prosperità e nella concordia. Salam!

[00852-01.02] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua inglese

Mr President,

Dear Friends,

Dear Brothers and Sisters,

I thank President Mahmoud Abbas for his kind welcome and I offer cordial greetings to the representatives of the government and the entire Palestinian people. I thank the Lord for the opportunity to be here with you today in the birthplace of Jesus, the Prince of Peace. I thank all of you for your warm reception.

For decades the Middle East has known the tragic consequences of a protracted conflict which has inflicted many wounds so difficult to heal. Even in the absence of violence, the climate of instability and a lack of mutual understanding have produced insecurity, the violation of rights, isolation and the flight of entire communities, conflicts, shortages and sufferings of every sort.

In expressing my closeness to those who suffer most from this conflict, I wish to state my heartfelt conviction that the time has come to put an end to this situation which has become increasingly unacceptable. For the good of all, there is a need to intensify efforts and initiatives aimed at creating the conditions for a stable peace based on justice, on the recognition of the rights of every individual, and on mutual security. The time has come for everyone to find the courage to be generous and creative in the service of the common good, the courage to forge a peace which rests on the acknowledgment by all of the right of two States to exist and to live in peace and security within internationally recognized borders.

To this end, I can only express my profound hope that all will refrain from initiatives and actions which contradict the stated desire to reach a true agreement, and that peace will be pursued with tireless determination and tenacity. Peace will bring countless benefits for the peoples of this region and for the world as a whole. And so it must resolutely be pursued, even if each side has to make certain sacrifices.

I pray that the Palestinian and Israeli peoples and their respective leaders will undertake this promising journey of peace with the same courage and steadfastness needed for every journey. Peace in security and mutual trust will become the stable frame of reference for confronting and resolving every other problem, and thus provide an opportunity for a balanced development, one which can serve as a model for other crisis areas.

Here I would like to say a word about the active Christian community which contributes significantly to the common good of society, sharing in the joys and sufferings of the whole people. Christians desire to continue in this role as full citizens, along with their fellow citizens, whom they regard as their brothers and sisters.

Mr President, you are known as a man of peace and a peacemaker. Our recent meeting in the Vatican and my presence today in Palestine attest to the good relations existing between the Holy See and the State of Palestine. I trust that these relations can further develop for the good of all. In this regard, I express my appreciation for the efforts being made to draft an agreement between the parties regarding various aspects of the life of the Catholic community in this country, with particular attention to religious freedom. Respect for this fundamental human right is, in fact, one of the essential conditions for peace, fraternity and harmony. It tells the world that it is possible and necessary to build harmony and understanding between different cultures and religions. It also testifies to the fact that, since the important things we share are so many, it is possible to find a means of serene, ordered and peaceful coexistence, accepting our differences and rejoicing that, as children of the one God, we are all brothers and sisters.

Mr President, dear brothers and sisters gathered here in Bethlehem: may Almighty God bless you, protect you and grant you the wisdom and strength needed to continue courageously along the path to peace, so that swords will be turned into ploughshares and this land will once more flourish in prosperity and concord. Salaam!

[00852-02.02] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua spagnola

Señor Presidente,

Queridos amigos,

Queridos hermanos:

Agradezco al Señor Presidente Mahmoud Abbas su bienvenida y saludo cordialmente a los representantes del Gobierno y a todo el pueblo palestino. Doy gracias al Señor por estar hoy aquí con ustedes en este lugar donde nació Jesús, el Príncipe de la Paz, y les agradezco su calurosa acogida.

Desde hace decenios, Oriente Medio vive las dramáticas consecuencias de la duración de un conflicto que ha causado heridas difíciles de cerrar y que, incluso cuando afortunadamente no se desata la violencia, la incertidumbre de la situación y la incomprensión de las partes producen inseguridad, negación de derechos, aislamiento y éxodo de comunidades enteras, divisiones, carencias y sufrimientos de todo tipo.

Desde lo más profundo de mi corazón, y a la vez que manifiesto mi cercanía a cuantos sufren en mayor medida las consecuencias de este conflicto, deseo decir que, por el bien de todos, ya es hora de poner fin a esta situación, que se hace cada vez más inaceptable. Que se redoblen pues los esfuerzos y las iniciativas para crear las condiciones de una paz estable, basada en la justicia, en el reconocimiento de los derechos de cada uno y en la recíproca seguridad. Ha llegado el momento de que todos tengan la audacia de la generosidad y creatividad al servicio del bien, el valor de la paz, que se apoya en el reconocimiento, por parte de todos, del derecho de dos Estados a existir y a disfrutar de paz y seguridad dentro de unos confines reconocidos internacionalmente.

En este sentido, deseo que todos eviten iniciativas y actos que contradigan la voluntad expresa de llegar a un verdadero acuerdo y que no se deje de perseguir la paz con determinación y coherencia. La paz traerá consigo incontables beneficios para los pueblos de esta región y para todo el mundo. Es necesario pues encaminarse con resolución hacia ella, también mediante la renuncia de cada uno a algo.

Animo a los pueblos palestino e israelí, así como a sus respectivas autoridades, a emprender este feliz éxodo hacia la paz con la valentía y la firmeza necesaria para todo éxodo. La paz basada en la seguridad y la mutua confianza será el marco de referencia estable para afrontar y resolver los demás problemas y una ocasión para un desarrollo equilibrado, que sirva de modelo para otras áreas en crisis.

Deseo referirme con afecto a la activa comunidad cristiana, que ofrece su significativa contribución al bien común de la sociedad y que participa de las alegrías y sufrimientos de todo el pueblo. Los cristianos desean seguir desempeñando este papel como ciudadanos de pleno derecho, junto con los demás ciudadanos a los que consideran como hermanos.

Señor Presidente, Usted es conocido como un hombre de paz y artífice de paz. El reciente encuentro en el Vaticano con Usted y mi presencia hoy en Palestina atestiguan las buenas relaciones entre la Santa Sede y el Estado de Palestina, y espero que crezcan para el bien de todos. En este sentido, expreso mi aprecio por el compromiso de elaborar un Acuerdo entre las partes, que contemple diversos aspectos de la vida de las comunidades católicas del País, con una atención especial a la libertad religiosa. En efecto, el respeto de este derecho humano fundamental es una de las condiciones irrenunciables de la paz, de la hermandad y de la armonía; proclama al mundo que es necesario y posible encontrar un buen acuerdo entre culturas y religiones diferentes; atestigua que las cosas que tenemos en común son tantas y tan importantes que es posible encontrar un modo de convivencia serena, ordenada y pacífica, acogiendo las diferencias y con la alegría de ser hermanos en cuanto hijos de un único Dios.

Señor Presidente, queridos ermanos reunidos aquí en Belén, Dios omnipotente los bendiga, los proteja y les conceda la sabiduría y la fuerza necesaria para emprender el precioso camino de la paz, para que las espadas se transformen en arados y esta Tierra vuelva a florecer en la prosperidad y en la concordia. ¡Salam!

[00852-04.02] [Texto original: Italiano]

A conclusione dell’incontro con le Autorità Palestinesi, il Papa si è recato in auto alla Piazza della Mangiatoia di Bethlehem per la Celebrazione Eucaristica.

[B0371-XX.02]