Pellegrinaggio di Sua Santità Francesco in Terra Santa (24-26 maggio 2014) - Santa Messa all’International Stadium di Amman
Santa Messa all’International Stadium di Amman
Omelia del Santo Padre
Traduzione in lingua inglese
Traduzione in lingua spagnola
Alle ore 16, all’International Stadium di Amman, il Papa ha celebrato la Santa Messa alla quale hanno partecipano numerosi rifugiati cristiani provenienti dalla Palestina, dalla Siria e dall’Iraq. Nel corso della Celebrazione Eucaristica circa 1.400 bambini hanno ricevuto la Prima Comunione.
Pubblichiamo di seguito l’omelia che il Papa Francesco ha pronunciato dopo la proclamazione del Vangelo:
Omelia del Santo Padre
Nel Vangelo abbiamo ascoltato la promessa di Gesù ai discepoli: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre» (Gv 14,16). Il primo Paraclito è Gesù stesso; l’«altro» è lo Spirito Santo.
Qui ci troviamo non lontano dal luogo in cui lo Spirito Santo discese con potenza su Gesù di Nazareth, dopo che Giovanni lo ebbe battezzato nel fiume Giordano (cfr Mt 3,16), e oggi mi recherò li. Dunque il Vangelo di questa domenica, e anche questo luogo nel quale grazie a Dio mi trovo pellegrino, ci invitano a meditare sullo Spirito Santo, su ciò che Egli compie in Cristo e in noi, e che possiamo riassumere in questo modo: lo Spirito compie tre azioni: prepara, unge e invia.
Nel momento del battesimo, lo Spirito si posa su Gesù per prepararlo alla sua missione di salvezza; missione caratterizzata dallo stile del Servo umile e mite, pronto alla condivisione e alla donazione totale di sé. Ma lo Spirito Santo, presente fin dall’inizio della storia della salvezza, aveva già operato in Gesù nel momento del suo concepimento nel grembo verginale di Maria di Nazareth, realizzando l’evento mirabile dell’Incarnazione: "lo Spirito Santo ti colmerà, ti adombrerà – dice l’Angelo a Maria – e tu partorirai un Figlio al quale porrai nome Gesù" (cfr Lc 1,35). In seguito, lo Spirito Santo aveva agito in Simeone e Anna nel giorno della presentazione di Gesù al Tempio (cfr Lc 2,22). Entrambi in attesa del Messia; entrambi ispirati dallo Spirito Santo, Simeone ed Anna alla vista del Bambino intuiscono che è proprio l’Atteso da tutto il popolo. Nell’atteggiamento profetico dei due vegliardi si esprime la gioia dell’incontro con il Redentore e si attua in certo senso una preparazione dell’incontro tra il Messia e il popolo.
I diversi interventi dello Spirito Santo fanno parte di un’azione armonica, di un unico progetto divino d’amore. La missione dello Spirito Santo, infatti, è di generare armonia – Egli stesso è armonia – e di operare la pace nei differenti contesti e tra i soggetti diversi. La diversità di persone e di pensiero non deve provocare rifiuto e ostacoli, perché la varietà è sempre arricchimento. Pertanto, oggi, invochiamo con cuore ardente lo Spirito Santo, chiedendogli di preparare la strada della pace e dell’unità.
In secondo luogo, lo Spirito Santo unge. Ha unto interiormente Gesù, e unge i discepoli, perché abbiano gli stessi sentimenti di Gesù e possano così assumere nella loro vita atteggiamenti che favoriscono la pace e la comunione. Con l’unzione dello Spirito, la nostra umanità viene segnata dalla santità di Gesù Cristo e ci rende capaci di amare i fratelli con lo stesso amore con cui Dio ci ama. Pertanto, è necessario porre gesti di umiltà, di fratellanza, di perdono, di riconciliazione. Questi gesti sono premessa e condizione per una pace vera, solida e duratura. Chiediamo al Padre di ungerci affinché diventiamo pienamente suoi figli, sempre più conformi a Cristo, per sentirci tutti fratelli e così allontanare da noi rancori e divisioni e poter amarci fraternamente. È quanto ci ha chiesto Gesù nel Vangelo: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito, perché rimanga con voi per sempre» (Gv 14,15-16).
E infine lo Spirito Santo invia. Gesù è l’Inviato, pieno dello Spirito del Padre. Unti dallo stesso Spirito, anche noi siamo inviati come messaggeri e testimoni di pace. Quanto bisogno ha il mondo di noi come messaggeri di pace, come testimoni di pace! E’ una necessità che ha il mondo. Anche il mondo ci chiede di fare questo: portare la pace, testimoniare la pace!
La pace non si può comperare, non si vende. La pace è un dono da ricercare pazientemente e costruire "artigianalmente" mediante piccoli e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana. Il cammino della pace si consolida se riconosciamo che tutti abbiamo lo stesso sangue e facciamo parte del genere umano; se non dimentichiamo di avere un unico Padre nel cielo e di essere tutti suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza.
In questo spirito abbraccio tutti voi: il Patriarca, i fratelli Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate, i fedeli laici, i tanti bambini che oggi ricevono la Prima Comunione e i loro familiari. Il mio cuore si rivolge anche ai numerosi rifugiati cristiani; anche tutti noi, con il nostro cuore, rivolgiamoci a loro, ai numerosi rifugiati cristiani provenienti dalla Palestina, dalla Siria e dall’Iraq: portate alle vostre famiglie e comunità il mio saluto e la mia vicinanza.
Cari amici, cari fratelli, lo Spirito Santo è disceso su Gesù presso il Giordano e ha dato avvio alla sua opera di redenzione per liberare il mondo dal peccato e dalla morte. A Lui chiediamo di preparare i nostri cuori all’incontro con i fratelli al di là delle differenze di idee, lingua, cultura, religione; di ungere tutto il nostro essere con l’olio della sua misericordia che guarisce le ferite degli errori, delle incomprensioni, delle controversie; la grazia di inviarci con umiltà e mitezza nei sentieri impegnativi ma fecondi della ricerca della pace. Amen!
[00850-01.02] [Testo originale: Italiano]
Traduzione in lingua inglese
In today’s Gospel, we hear Jesus promise the disciples: "I will pray the Father, and he will give you another Paraclete, to be with you forever" (Jn 14:16). The first Paraclete is Jesus himself; the other is the Holy Spirit.
We are not far from where the Holy Spirit descended with power on Jesus of Nazareth after his baptism by John in the River Jordan (cf. Mt 3:16) and today I will go there. Today’s Gospel, and this place to which, by God’s grace, I have come as a pilgrim, invite us to meditate on the Holy Spirit and on all that he has brought about in Christ and in us. In a word, we can say that the Holy Spirit carries out three actions – he prepares, he anoints and he sends.
At the baptism, the Holy Spirit descended upon Jesus to prepare him for his mission of salvation, the mission of one who is a Servant, humble and meek, ready to share and give himself completely. Yet the Holy Spirit, present from the beginning of salvation history, had already been at work in Jesus from the moment of his conception in the virginal womb of Mary of Nazareth, by bringing about the wondrous event of the Incarnation: "the Holy Spirit will come upon you, will overshadow you – the Angel said to Mary – and you will give birth to a son who will be named Jesus" (cf. Lk 1:35). The Holy Spirit had then acted in Simeon and Anna on the day of the presentation of Jesus in the Temple (cf. Lk 2:22). Both were awaiting the Messiah, and both were inspired by the Holy Spirit. Simeon and Anna, upon seeing the child, knew immediately that he was the one long awaited by the people. They gave prophetic expression to the joy of encountering the Redeemer and, in a certain sense, served as a preparation for the encounter between the Messiah and the people.
These various works of the Holy Spirit are part of a harmonious action, a sole divine plan of love. The mission of the Holy Spirit, in fact, is to beget harmony – he is himself harmony – and to create peace in different situations and between different people. Diversity of ideas and persons should not trigger rejection or prove an obstacle, for variety always enriches. So today, with fervent hearts, we invoke the Holy Spirit and ask him to prepare the path to peace and unity.
The Holy Spirit also anoints. He anointed Jesus inwardly and he anoints his disciples, so that they can have the mind of Christ and thus be disposed to live lives of peace and communion. Through the anointing of the Spirit, our human nature is sealed with the holiness of Jesus Christ and we are enabled to love our brothers and sisters with the same love which God has for us. We ought, therefore, to show concrete signs of humility, fraternity, forgiveness and reconciliation. These signs are the prerequisite of a true, stable and lasting peace. Let us ask the Father to anoint us so that we may fully become his children, ever more conformed to Christ, and may learn to see one another as brothers and sisters. Thus, by putting aside our grievances and divisions, we can show fraternal love for one another. This is what Jesus asks of us in the Gospel: "If you love me, you will keep my commandments. And I will pray the Father, and he will give you another Paraclete, to be with you for ever" (Jn 14:15-16).
Lastly, the Holy Spirit sends. Jesus is the one who is sent forth, filled with the Spirit of the Father. Anointed by the same Spirit, we also are sent as messengers and witnesses of peace. The world has much need of us as messengers of peace, witnesses of peace! The world needs this. The world asks us to bring peace and to be a sign of peace!
Peace is not something which can be bought or sold; peace is a gift to be sought patiently and to be "crafted" through the actions, great and small, of our everyday lives. The way of peace is strengthened if we realize that we are all of the same stock and members of the one human family; if we never forget that we have the same Father in heaven and that we are all his children, made in his image and likeness.
It is in this spirit that I embrace all of you: the Patriarch, my brother bishops and priests, the consecrated men and women, the lay faithful, and the many children who today make their First Holy Communion, together with their families. I also embrace with affection the many Christian refugees; let us all earnestly turn our attention to them, to the many Christian refugees from Palestine, Syria and Iraq: please bring my greeting to your families and communities, and assure them of my closeness.
Dear friends! Dear brothers and sisters! The Holy Spirit descended upon Jesus in the Jordan and thus inaugurated his work of redemption to free the world from sin and death. Let us ask the Spirit to prepare our hearts to encounter our brothers and sisters, so that we may overcome our differences rooted in political thinking, language, culture and religion. Let us ask him to anoint our whole being with the oil of his mercy, which heals the injuries caused by mistakes, misunderstandings and disputes. And let us ask him for the grace to send us forth, in humility and meekness, along the demanding but enriching path of seeking peace.
[00850-02.02] [Original text: Italian]
Traduzione in lingua spagnola
En el Evangelio hemos escuchado la promesa de Jesús a sus discípulos: "Yo le pediré al Padre que les envíe otro Paráclito, que esté siempre con ustedes" (Jn 14,16). El primer Paráclito es el mismo Jesús; el "otro" es el Espíritu Santo.
Aquí nos encontramos no muy lejos del lugar en el que el Espíritu Santo descendió con su fuerza sobre Jesús de Nazaret, después del bautismo de Juan en el Jordán (cf. Mt 3,16), donde hoy me acercaré. Así pues, el Evangelio de este domingo, y también este lugar, al que, gracias a Dios, he venido en peregrinación, nos invitan a meditar sobre el Espíritu Santo, sobre su obra en Cristo y en nosotros, y que podemos resumir de esta forma: el Espíritu realiza tres acciones: prepara, unge y envía.
En el momento del bautismo, el Espíritu se posa sobre Jesús para prepararlo a su misión de salvación, misión caracterizada por el estilo del Siervo manso y humilde, dispuesto a compartir y a entregarse totalmente. Pero el Espíritu Santo, presente desde el principio de la historia de la salvación, ya había obrado en Jesús en el momento de su concepción en el seno virginal de María de Nazaret, realizando la obra admirable de la Encarnación: "El Espíritu Santo te llenará, te cubrirá con su sombra – dice el Ángel a María- y tú darás a luz un Hijo y le pondrás por nombre Jesús" (cf. Lc 1,35). Después, el Espíritu actuó en Simeón y Ana el día de la presentación de Jesús en el Templo (cf. Lc 2,22). Ambos a la espera del Mesías, ambos inspirados por el Espíritu Santo, Simeón y Ana, al ver al Niño, intuyen que Él es el Esperado por todo el pueblo. En la actitud profética de los dos videntes se expresa la alegría del encuentro con el Redentor y se realiza en cierto sentido una preparación del encuentro del Mesías con el pueblo.
Las diversas intervenciones del Espíritu Santo forman parte de una acción armónica, de un único proyecto divino de amor. La misión del Espíritu Santo consiste en generar armonía –Él mismo es armonía– y obrar la paz en situaciones diversas y entre individuos diferentes. La diversidad de personas y de ideas no debe provocar rechazo o crear obstáculos, porque la variedad es siempre una riqueza. Por tanto, hoy invocamos con corazón ardiente al Espíritu Santo pidiéndole que prepare el camino de la paz y de la unidad.
En segundo lugar, el Espíritu Santo unge. Ha ungido interiormente a Jesús, y unge a los discípulos, para que tengan los mismos sentimientos de Jesús y puedan así asumir en su vida las actitudes que favorecen la paz y la comunión. Con la unción del Espíritu, la santidad de Jesucristo se imprime en nuestra humanidad y nos hace capaces de amar a los hermanos con el mismo amor con que Dios nos ama. Por tanto, es necesario realizar gestos de humildad, de fraternidad, de perdón, de reconciliación. Estos gestos son premisa y condición para una paz auténtica, sólida y duradera. Pidamos al Padre que nos unja para que seamos plenamente hijos suyos, cada vez más conformados con Cristo, para sentirnos todos hermanos y así alejar de nosotros rencores y divisiones, y poder amarnos fraternamente. Es lo que nos pide Jesús en el Evangelio: "Si me aman, guardarán mis mandamientos. Yo le pediré al Padre que les dé otro Paráclito, que esté siempre con ustedes" (Jn 14,15-16).
Y, finalmente, el Espíritu envía. Jesús es el Enviado, lleno del Espíritu del Padre. Ungidos por el mismo Espíritu, también nosotros somos enviados como mensajeros y testigos de paz. ¡Cuánta necesidad tiene el mundo de nosotros como mensajeros de paz, como testigos de paz! Es una necesidad que tiene el mundo. También el mundo nos pide hacer esto: llevar la paz, testimoniar la paz.
La paz no se puede comprar, no se vende. La paz es un don que hemos de buscar con paciencia y construir "artesanalmente" mediante pequeños y grandes gestos en nuestra vida cotidiana. El camino de la paz se consolida si reconocemos que todos tenemos la misma sangre y formamos parte del género humano; si no olvidamos que tenemos un único Padre en el cielo y que somos todos sus hijos, hechos a su imagen y semejanza.
Con este espíritu, abrazo a todos ustedes: al Patriarca, a los hermanos Obispos, a los sacerdotes, a las personas consagradas, a los fieles laicos, así como a los niños que hoy reciben la Primera Comunión y a sus familiares. Mi corazón se dirige también a los numerosos refugiados cristianos; también todos nosotros, con nuestro corazón, dirijámonos a ellos, a los numerosos refugiados cristianos provenientes de Palestina, de Siria y de Iraq: lleven a sus familias y comunidades mi saludo y mi cercanía.
Queridos amigos, queridos hermanos, el Espíritu Santo descendió sobre Jesús en el Jordán y dio inicio a su obra de redención para librar al mundo del pecado y de la muerte. A Él le pedimos que prepare nuestros corazones al encuentro con los hermanos más allá de las diferencias de ideas, lengua, cultura, religión; que unja todo nuestro ser con el aceite de la misericordia que cura las heridas de los errores, de las incomprensiones, de las controversias; la gracia de enviarnos, con humildad y mansedumbre, a los caminos, arriesgados pero fecundos, de la búsqueda de la paz. Amén.
[00850-04.02] [Texto original: Italiano]
Al termine della Santa Messa, dopo il saluto del Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Sua Beatitudine Fouad Twal, il Santo Padre Francesco si è recato in auto a Bethany beyond the Jordan, regione che fu il centro dell’attività di Giovanni Battista e scenario della vita pubblica di Gesù.
[B0369-XX.02]