UDIENZA ALLA DELEGAZIONE DELL’AMERICAN JEWISH COMMITTEE ● TESTO IN LINGUA INGLESE
● TESTO IN LINGUA ITALIANA
Alle ore 11.30 di questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza la Delegazione dell’American Jewish Committe ed ha rivolto loro il discorso che riportiamo di seguito:
● TESTO IN LINGUA INGLESE
Dear friends,
I welcome you here today. Your organization, which on various occasions has met with my venerable Predecessors, maintains good relations with the Holy See and with many representatives of the Catholic world. I am very grateful to you for the distinguished contribution you have made to dialogue and fraternity between Jews and Catholics, and I encourage you to continue on this path.
Next year we will commemorate the fiftieth anniversary of the Declaration of the Second Vatican Council Nostra Aetate, which today constitutes for the Church the sure point of reference for relations with our "elder brothers". From this document, our reflection on the spiritual patrimony which unites us and is the foundation of our dialogue has developed with renewed vigour. This foundation is theological, and not simply an expression of our desire for reciprocal respect and esteem. Therefore, it is important that our dialogue be always profoundly marked by the awareness of our relationship with God.
In addition to dialogue, it is also important to find ways in which Jews and Christians can cooperate in constructing a more just and fraternal world. In this regard, I call to mind in a particular way our common efforts to serve the poor, the marginalized and those who suffer. Our commitment to this service is anchored in the protection of the poor, widows, orphans, and foreigners as shown in Sacred Scripture (cf. Ex 20:20-22). It is a God given duty, one which reflects his holy will and his justice; it is a true religious obligation.
Finally, in order that our efforts may not be fruitless, it is important that we dedicate ourselves to transmitting to new generations the heritage of our mutual knowledge, esteem and friendship which has, thanks to the commitment of associations like yours, grown over these years. It is my hope therefore that the study of relations with Judaism may continue to flourish in seminaries and in centres of formation for lay Catholics, as I am similarly hopeful that a desire for an understanding of Christianity may grow among young Rabbis and the Jewish community.
Dear friends, in a few months I will have the joy of visiting Jerusalem, where – as the Psalm says – we are all born (cf. Ps 87:5) and where all peoples will one day meet (cf. Is 25:6-10). Accompany me, please, with your prayers, so that this pilgrimage may bring forth the fruits of communion, hope and peace. Shalom!
[00230-02.02] [Original text: English]
● TESTO IN LINGUA ITALIANA
Cari amici,
vi do il benvenuto! La vostra organizzazione, che ha avuto diversi incontri in passato con i miei Predecessori, mantiene buoni rapporti con la Santa Sede e con molti esponenti del mondo cattolico. Vi sono molto grato per avere fornito nel corso degli anni un qualificato contributo al dialogo e alla fraternità tra ebrei e cristiani, e vi incoraggio a continuare su questa strada.
L’anno prossimo commemoreremo il 50° anniversario della Dichiarazione Nostra aetate del Concilio Vaticano II, che ancora oggi costituisce per la Chiesa il punto di riferimento imprescindibile per i rapporti con i nostri "fratelli maggiori". A partire da quel Documento si è sviluppata con rinnovato vigore la riflessione sul patrimonio spirituale che ci unisce e costituisce il fondamento del nostro dialogo. Questo fondamento è teologico, e non semplicemente espressione del nostro desiderio di rispetto e stima reciproci, pertanto è importante che il nostro dialogo sia sempre profondamente segnato dalla consapevolezza della nostra relazione con Dio.
Accanto al dialogo, è importante anche rilevare come ebrei e cristiani possano agire insieme per la costruzione di un mondo più giusto e fraterno. E a questo riguardo mi preme ricordare in modo particolare il comune servizio a favore dei poveri, degli emarginati, dei sofferenti. Questo nostro impegno è ancorato a ciò che le Scritture rivelano a proposito della protezione del povero, della vedova, dell’orfano, dello straniero (cfr Es 20,20-22). È un compito affidatoci da Dio, che rispecchia la sua santa volontà e la sua giustizia, un autentico dovere religioso.
Infine, affinché i nostri sforzi non risultino vani, è importante impegnarci a trasmettere alle nuove generazioni il patrimonio di conoscenza reciproca, di stima e di amicizia costruito in questi anni grazie anche all’impegno di associazioni come la vostra. Auspico pertanto che il tema delle relazioni con l’ebraismo rimanga vivo nei seminari e nei centri di formazione dei laici cattolici, così come confido che anche presso le comunità ebraiche e i giovani rabbini si accresca l’interesse per la conoscenza del cristianesimo.
Cari amici, tra qualche mese avrò la gioia di recarmi a Gerusalemme, là dove – dice il Salmo – tutti noi siamo nati (cfr Sal 87,5) e dove tutti i popoli un giorno convergeranno (cfr Is 25,6-10). Accompagnatemi, per favore, con la vostra preghiera, affinché questo pellegrinaggio porti frutti di comunione, di speranza e di pace. Shalom!
[00230-01.02] [Testo originale: Italiano]
[B0104-XX.02]