UDIENZA AI PELLEGRINI GRECO-CATTOLICI UCRAINI IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DELLE DEPOSIZIONE DEI RESTI DI SAN GIOSAFAT NELLA BASILICA VATICANA Questa mattina, presso l'altare della Confessione della Basilica Vaticana, si è tenuta una Divina Liturgia in onore di San Giosafat, Vescovo e Martire, le cui reliquie sono deposte esattamente da cinquant’anni sotto l'altare di San Basilio Magno. La Divina Liturgia è stata presieduta dal Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, insieme all'Arcivescovo Maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk. Hanno concelebrato i Vescovi del Sinodo della Chiesa Greco-cattolica ucraina, che accompagnano il pellegrinaggio composto da circa 3000 fedeli provenienti da Ucraina e Bielorussia.
Alle ore 12, il Santo Padre Francesco è giunto in Basilica e ha rivolto ai pellegrini il discorso che pubblichiamo di seguito:
● DISCORSO DEL SANTO PADRE
Cari pellegrini venuti dall’Ucraina, (parole in ucraino)
Ho accolto molto volentieri l’invito di Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Halyč, e del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina, ad unirmi a voi in questo pellegrinaggio alla tomba di san Giosafat, Vescovo e Martire, nel cinquantesimo anniversario della traslazione delle sue reliquie in questa Basilica Vaticana. Accolgo con gioia anche la delegazione dei Bizantini di Bielorussia.
Il Papa Paolo VI, il 22 novembre 1963, fece collocare il corpo di san Giosafat sotto l’altare dedicato a san Basilio Magno, nei pressi della tomba di San Pietro. Il santo Martire ucraino, infatti, aveva scelto di abbracciare la vita monastica secondo la Regola basiliana. E lo fece fino in fondo, impegnandosi anche per la riforma del proprio Ordine di appartenenza, riforma che portò alla nascita dell’Ordine Basiliano di San Giosafat. Allo stesso tempo, prima da semplice fedele, poi da monaco e infine quale Arcivescovo, egli impegnò tutte le sue forze per l’unione della Chiesa sotto la guida di Pietro, Principe degli Apostoli.
Cari fratelli e sorelle, la memoria di questo santo Martire ci parla della comunione dei santi, della comunione di vita tra tutti coloro che appartengono a Cristo. E’ una realtà che ci fa pregustare la vita eterna, poiché un aspetto importante della vita eterna consiste nella gioiosa fraternità di tutti i santi. «Ognuno amerà l’altro come se stesso – insegna san Tommaso d’Aquino – e perciò godrà del bene altrui come proprio. Così il gaudio di uno solo sarà tanto maggiore quanto più grande sarà la gioia di tutti gli altri beati» (Conferenze sul Credo).
Se tale è la comunione della Chiesa, ogni aspetto della nostra vita cristiana può essere animato dal desiderio di costruire insieme, di collaborare, di imparare gli uni dagli altri, di testimoniare la fede insieme. Ci accompagna in questo cammino, ed è il centro di questo cammino, Gesù Cristo, il Signore Risorto. Questo desiderio di comunione ci spinge a cercare di capire l’altro, a rispettarlo, e anche ad accogliere e offrire la correzione fraterna.
Cari fratelli e sorelle, il modo migliore di celebrare san Giosafat è amarci tra noi e amare e servire l’unità della Chiesa. Ci sostiene in questo anche la testimonianza coraggiosa di tanti martiri dei tempi più recenti, i quali costituiscono una grande ricchezza e un grande conforto per la vostra Chiesa.
Auguro che la comunione profonda che desiderate approfondire ogni giorno all’interno della Chiesa cattolica, vi aiuti a costruire ponti di fraternità anche con le altre Chiese e Comunità ecclesiali in terra ucraina e altrove, dove le vostre comunità sono presenti. Con l’intercessione della Beata Vergine Maria e di san Giosafat, il Signore vi accompagni sempre e vi benedica!
Benedizione
E per favore non dimenticate di pregare per me. Grazie!
[01753-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0781-XX.03]