VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO A RIO DE JANEIRO (BRASILE) IN OCCASIONE DELLA XXVIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (22-29 LUGLIO 2013) (XXII) ● CONFERENZA STAMPA DI PAPA FRANCESCO NEL VOLO DI RITORNO DAL BRASILE (DOMENICA 28 LUGLIO 2013)
CONFERENZA STAMPA DEL SANTO PADRE
TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE
TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE
Nel volo di ritorno dal Brasile, un’ora dopo il decollo da Rio de Janeiro nella serata di domenica 28 luglio (quando in Italia era già la notte del 29), Papa Francesco ha incontrato i giornalisti a bordo dell’aereo in una lunga conferenza stampa, la cui trascrizione riportiamo di seguito:
CONFERENZA STAMPA DEL SANTO PADRE
Padre Lombardi:
Allora, cari amici, abbiamo la gioia di avere con noi in questo viaggio di ritorno, il Santo Padre Francesco; è stato così gentile da darci un buon tempo ampio per fare con noi un bilancio del viaggio e rispondere con totale libertà alle vostre domande. Io do a lui la parola per una piccola introduzione e poi dopo cominciamo con la lista di quelli che si sono iscritti a parlare e li prendiamo un po’ dai diversi gruppi nazionali e linguistici. Allora, a Lei, Santità, la parola per iniziare.
Papa Francesco:
Buonasera, e grazie tante. Io sono contento. E’ stato un viaggio bello, spiritualmente mi ha fatto bene. Sono stanco, abbastanza, ma con il cuore allegro, e sto bene, bene: mi ha fatto bene spiritualmente. Trovare la gente fa bene, perché il Signore lavora in ognuno di noi, lavora nel cuore, e la ricchezza del Signore è tanta che sempre possiamo ricevere tante cose belle dagli altri. E questo a me fa bene. Questo, come un primo bilancio. Poi dirò che la bontà, il cuore del popolo brasiliano è grande, è vero: è grande. E’ un popolo tanto amabile, un popolo che ama la festa, che anche nella sofferenza sempre trova una strada per cercare il bene da qualche parte. E questo va bene: è un popolo allegro, il popolo ha sofferto tanto! E’ contagiosa l’allegria dei brasiliani, è contagiosa! E ha un grande cuore, questo popolo. Poi, dirò degli organizzatori, tanto da parte nostra, come da parte dei brasiliani; ma io ho sentito che mi trovavo davanti un computer, quel computer incarnato … Ma davvero! Era tutto cronometrato, no? Ma bello. Poi, abbiamo avuto problemi con le ipotesi di sicurezza: la sicurezza di qua, la sicurezza di là; non c’è stato un incidente in tutta Rio de Janeiro, in questi giorni, e tutto era spontaneo. Con meno sicurezza, io ho potuto stare con la gente, abbracciarla, salutarla, senza macchine blindate… è la sicurezza di fidarsi di un popolo. E’ vero che sempre c’è il pericolo che ci sia un pazzo … eh, sì, che ci sia un pazzo che faccia qualcosa; ma anche c’è il Signore! Ma, fare uno spazio di blindaggio tra il vescovo e il popolo è una pazzia, e io preferisco questa pazzia: fuori, e correre il rischio dell’altra pazzia. Preferisco questa pazzia: fuori. La vicinanza fa bene a tutti.
Poi, l’organizzazione della Giornata, non qualcosa di preciso, ma tutto: la parte artistica, la parte religiosa, la parte catechetica, la parte liturgica… è stato bellissimo! Loro hanno una capacità di esprimersi nell’arte. Ieri, per esempio, hanno fatto cose bellissime, bellissime! Poi, Aparecida: Aparecida per me è un’esperienza religiosa forte. Ricordo la Quinta Conferenza. Io sono stato lì a pregare, a pregare. Io volevo andare solo, un po’ di nascosto, ma c’era una folla impressionante! Ma, non è possibile, quello lo sapevo prima di arrivare. E abbiamo pregato, noi. Non so … una cosa … ma anche da parte vostra. Il vostro lavoro è stato, mi dicono – io non ho letto i giornali in questi giorni, non avevo tempo, non ho visto la tv, niente –, ma mi dicono che è stato un lavoro buono, buono, buono! Grazie, grazie per la collaborazione, grazie di avere fatto questo. Poi il numero, il numero dei giovani. Oggi – io non posso crederlo – ma oggi il Governatore parlava di tre milioni. Non posso crederlo. Ma dall’altare – quello è vero! – non so se voi, alcuni di voi siete stati all’altare: dall’altare, alla fine, c’era tutta la spiaggia piena, fino alla curva; più di quattro chilometri. Ma, tanti giovani. E dicono, mi ha detto Mons. Tempesta, che erano di 178 Paesi: 178! Anche il Vicepresidente mi ha detto questo numero: quello è sicuro. E’ importante! Forte!
Padre Lombardi:
Grazie. Allora, diamo la parola per primo a Juan de Lara, che è della Efe, ed è spagnolo, ed è l’ultimo viaggio che fa con noi: quindi siamo contenti di dargli questa possibilità.
Juan de Lara:
Santidad, buenas noches. En nombre de todos los compañeros le queremos agradecer estos días que nos ha regalado en Río de Janeiro, el trabajo que ha hecho y el esfuerzo que ha supuesto y también en nombre de todos los periodistas españoles, le queremos agradecer las plegarias y los rezos por las víctimas del accidente ferroviario de Santiago de Compostela. Muchísimas gracias. Y la primera pregunta, no tiene mucho que ver con el viaje, pero aprovechamos la ocasión de que nos da esta posibilidad y quería preguntarle: Santidad, en estos cuatro meses de pontificado, hemos visto que ha creado varias comisiones para reformar la Curia vaticana. Quisiera preguntarle: ¿Qué tipo de reforma tiene en mente, contempla la posibilidad de suprimir el IOR, el llamado Banco del Vaticano? Gracias.
[Santità, buona notte. A nome di tutti i colleghi vogliamo ringraziarla per questi giorni che ci ha regalato in Rio de Janeiro, per il lavoro che ha fatto e lo sforzo che ci messo. Ed anche, a nome di tutti i giornalisti spagnoli, la vogliamo ringraziare delle preghiere e dei gesti per le vittime dell’incidente ferroviario di Santiago de Compostela. Moltissime grazie. La prima domanda non ha molto a che vedere con il viaggio, ma cogliamo l’occasione che ci dà questa possibilità, e vorrei domandarle: Santità, in questi quattro mesi di Pontificato abbiamo visto che ha creato diverse Commissioni per riformare la Curia. Vorrei domandarle: Che tipo di riforma ha in mente, contempla la possibilità di sopprimere lo IOR, la cosiddetta Banca del Vaticano? Grazie.]
Papa Francesco:
Los pasos que fui dando en estos cuatro meses y medio, vienen de dos vertientes: el contenido de lo que había que hacer, todo, viene de la vertiente de las congregaciones generales que tuvimos los cardenales. Fueron cosas que los cardenales pedimos al que iba a ser el nuevo Papa. Yo me acuerdo que pedía muchas cosas, pensando en otro. O sea, pedíamos, hay que hacer esto….por ejemplo, la comisión de ocho cardenales, sabemos que es importante tener una consulta outsider, no las consultas que se tienen, sino outsider. Y esto va en la línea – aquí hago como una abstracción, pensando, pero para explicarlo- en la línea, cada vez de la maduración de la relación entre sinodalidad y Primado. O sea, estos ocho cardenales favorecen la sinodalidad, ayudan a que los diversos episcopados del mundo se vayan expresando en el mismo gobierno de la iglesia. Hay muchas propuestas que se hicieron, que todavía no están puestas en práctica, como la reforma de la Secretaría del Sínodo, en la metodología; como la comisión post-sinodal que tenga carácter permanente de consulta; como los consistorios cardenalicios con temáticas no tanto formales - como por ejemplo la canonización-, sino también temáticas, etc. Bueno, la vertiente de los contenidos viene de ahí. La segunda vertiente es la oportunidad. Les confieso, a mí no me costó, al mes de pontificado, armar la comisión de los ocho cardenales, que es una cosa… La parte económica yo pensaba tratarla el año que viene, porque no es lo más importante que había que tocar. Sin embargo, la agenda se cambió debido a circunstancias que ustedes conocen, que son de dominio público y que aparecieron problemas y que había que enfrentarlos. El primero, el problema del IOR, o sea, cómo encaminarlo, cómo delinearlo, cómo reformularlo, cómo sanear lo que haya que sanear, y ahí está la primera comisión de referencia, ese es el nombre. Ustedes conocen el chirógrafo, lo que se pide, los integrantes y todo. Después tuvimos la reunión de la comisión de los quince cardenales que se ocupan de los aspectos económicos de la Santa Sede. Son de todas partes del mundo. Y ahí, preparando esa reunión se vio la necesidad de hacer una misma comisión de referencia para toda la economía de la Santa Sede. O sea, que se tocó el problema económico fuera de agenda, pero estas cosas suceden cuando en el oficio de gobierno ¿cierto?, uno va por aquí, pero le patean un golazo de allá y lo tiene que atajar, ¿no es cierto? Entonces, la vida es así y, eso es lo lindo de la vida también. Repito la pregunta que me hacía del IOR, perdón, estoy hablando en castellano. Perdón… me venía la respuesta en castellano.
[I passi che ho fatto in questi quattro mesi e mezzo vengono da due versanti: il contenuto di quello che si doveva fare, tutto, viene dal versante delle Congregazioni Generali dei cardinali. Erano cose che noi cardinali abbiamo chiesto a colui che sarebbe diventato il nuovo Papa. Io mi ricordo che chiesi molte cose, pensando che sarebbe stato un altro… Chiedevamo di far questo, per esempio la Commissione di otto cardinali, sappiamo che è importante avere una Consulta outsider, non le Consulte che già vi sono, ma outsider. Questo va ogni volta nella linea - qui faccio come un’astrazione, pensando, però lo faccio per spiegarlo - nella linea della maturazione della relazione tra sinodalità e primato. Ossia, questi otto cardinali favoriscono la sinodalità, aiutano i diversi episcopati del mondo ad esprimersi nello stesso governo della Chiesa. Ci sono molte proposte che sono state fatte e che tuttavia non sono state ancora messe in pratica, come la riforma della Segreteria del Sinodo, nella metodologia; come la Commissione post-sinodale, che abbia carattere permanente di consulta; come i concistori cardinalizi, con tematiche non tanto formali - come per esempio, la canonizzazione, ma anche altre tematiche, eccetera. Bene, il versante dei contenuti viene da lì! Il secondo versante è l’opportunità. Vi confesso che a me non è costato, il primo mese di Pontificato, organizzare la Commissione degli otto cardinali, che è un primo punto. La parte economica pensavo di trattarla il prossimo anno, perché non è la cosa più importante che bisognava trattare. Ma l’agenda è cambiata a causa delle circostanze che voi conoscete e che sono di dominio pubblico; sono apparsi problemi che dovevano essere affrontati. Il primo: il problema dello IOR, ossia, come incamminarlo, come delinearlo, come riformularlo, come sanare quello che c’è da sanare, e qui c’è la prima Commissione di riferimento, questo è il nome. Voi conoscete il chirografo, quello che si chiede, quelli che la integrano, tutto. Poi abbiamo avuto la riunione della Commissione dei 15 cardinali che si occupano degli aspetti economici della Santa Sede. Provengono da tutte le parti del mondo. E lì, preparando questa riunione, si vide la necessità di fare una unica Commissione di riferimento per tutta l’economia della Santa Sede. Ossia fu affrontato il problema economico fuori agenda, però queste cose succedono quando nell’ufficio di governo uno va da una parte, ma gli tirano una pallonata dall’altra parte, e la devi parare. Non è così? Quindi, la vita è così, ma anche questo è il bello della vita. Ripeto la domanda che mi ha fatto sullo IOR, scusate, sto parlando in castigliano. Scusate, la risposta mi veniva in castigliano.]
Con riferimento a quella domanda che mi faceva dello IOR, io non so come finirà lo IOR; alcuni dicono che, forse, è meglio che sia una banca, altri che sia un fondo di aiuto, altri dicono di chiuderlo. Mah! Si sentono queste voci. Io non so. Io mi fido del lavoro delle persone dello IOR, che stanno lavorando su questo, anche della Commissione. Il Presidente dello IOR rimane, lo stesso che era prima; invece il Direttore e il Vicedirettore hanno dato le dimissioni. Ma questo, io non saprei dirle come finirà questa storia, e questo è bello anche, perché si trova, si cerca; siamo umani, in questo; dobbiamo trovare il meglio. Ma, questo sì; ma le caratteristiche dello IOR – sia banca, sia fondo di aiuto, sia qualsiasi cosa sia - trasparenza e onestà. Questo dev’essere così. Grazie.
Padre Lombardi:
Grazie mille, Santità. Allora, adesso passiamo ad una persona dei rappresentanti del gruppo italiano, e abbiamo uno che Lei conosce bene: Andrea Tornielli, che viene a farle una domanda a nome del gruppo italiano.
Andrea Tornielli:
Santo Padre, avrei una domanda un po’ forse indiscreta: ha fatto il giro del mondo la fotografia, quando siamo partiti, di Lei che sale la scaletta dell’aereo portando una borsa nera, e ci sono stati articoli in tutto il mondo che hanno commentato questa novità: sì, del Papa che sale … non accadeva, diciamo, che il Papa salisse con il suo bagaglio a mano. Allora, ci sono state anche ipotesi su che cosa contenesse la borsa nera. Allora, le mie domande sono: uno, perché ha portato Lei la sua borsa nera e non l’ha portata un collaboratore, e due, se può dirci che cosa c’era dentro … Grazie.
Papa Francesco:
Non c’era la chiave della bomba atomica! Mah! La portavo perché sempre ho fatto così: io, quando viaggio, la porto. E dentro, cosa c’è? C’è il rasoio, c’è il breviario, c’è l’agenda, c’è un libro da leggere – ne ho portato uno su Santa Teresina di cui io sono devoto. Io sono andato sempre con la borsa quando viaggio: è normale. Ma dobbiamo essere normali … Non so … è un po’ strano per me quello che tu mi dici, che ha fatto il giro del mondo quella foto. Ma dobbiamo abituarci ad essere normali. La normalità della vita. Non so, Andrea, se ti ho risposto…
Padre Lombardi:
Allora, adesso diamo la parola ad una rappresentante di lingua portoghese, Aura Miguel, che è di Radio Renascença:
Aura Miguel:
Santità, volevo chiedere perché Lei chiede così insistentemente che si preghi per Lei? Non è normale, abituale, ascoltare un Papa chiedere così tanto di pregare per Lui …
Papa Francesco:
Io sempre ho chiesto questo. Quando ero prete lo chiedevo, ma non tanto frequentemente; ho cominciato a chiederlo con una certa frequenza nel lavoro di vescovo, perché io sento che se il Signore non aiuta in questo lavoro di aiutare il Popolo di Dio ad andare avanti, uno non può… Io davvero mi sento con tanti limiti, con tanti problemi, anche peccatore - voi lo sapete! - e devo chiedere questo. Ma, mi viene da dentro! Anche alla Madonna chiedo che preghi per me il Signore. E’ un’abitudine, ma è un’abitudine che mi viene dal cuore e anche dalla necessità che ho per il mio lavoro. Io sento che devo chiedere… non so, è così…
Padre Lombardi:
Adesso passiamo al gruppo di lingua inglese, e diamo la parola al nostro collega Pullella di Reuters, che è qui davanti.
Philip Pullella:
Santità, grazie per la sua disponibilità, a nome del gruppo inglese. Il collega de Lara ha già fatto la domanda che noi volevamo fare, quindi proseguo un po’ su quelle linee lì, poco, però: Lei, nella ricerca di fare questi cambiamenti, mi ricordo che Lei ha detto al gruppo di America Latina che ci sono tanti santi che lavorano in Vaticano, ma anche persone che sono un po’ meno sante, no? Lei ha trovato resistenza a questo suo desiderio di cambiare le cose in Vaticano? Ha trovato resistenza? La seconda domanda è: Lei vive in un modo molto austero, è rimasto a Santa Marta, eccetera… Lei vuole che i Suoi collaboratori, anche i cardinali, seguano questo esempio e forse vivano in comunità, o è una cosa solo per Lei?
Papa Francesco:
I cambiamenti… i cambiamenti vengono anche da due versanti: quello che noi cardinali abbiamo chiesto, e quello che viene dalla mia personalità. Lei parlava del fatto che sono rimasto a Santa Marta: ma io non potrei vivere da solo nel Palazzo, e non è lussuoso. L’appartamento pontificio non è tanto lussuoso! E’ largo, è grande, ma non è lussuoso. Ma io non posso vivere da solo o con un piccolo gruppetto! Ho bisogno di gente, di trovare gente, di parlare con la gente… E per questo quando i ragazzi delle scuole gesuite mi hanno fatto la domanda: "Perché Lei? Per austerità, per povertà?". No, no: per motivi psichiatrici, semplicemente, perché psicologicamente non posso. Ognuno deve portare avanti la sua vita, con il suo modo di vivere, di essere. I cardinali che lavorano in Curia non vivono da ricchi e da fastosi: vivono in un appartamentino, sono austeri, loro, sono austeri. Quelli che conosco, questi appartamenti che l’APSA dà ai cardinali. Poi, mi sembra che ci sia un’altra cosa che volevo dire. Ognuno deve vivere come il Signore gli chiede di vivere. Ma l’austerità – un’austerità generale – credo che sia necessaria per tutti noi che lavoriamo al servizio della Chiesa. Ci sono tante sfumature sulle austerità… ognuno deve cercare il suo cammino. Rispetto ai santi, questo è vero, ce ne sono, santi: cardinali, preti, vescovi, suore, laici; gente che prega, gente che lavora tanto, e anche che va dai poveri, di nascosto. Io so di alcuni che si preoccupano di dare da mangiare ai poveri o poi, nel tempo libero, vanno a fare ministero in una chiesa o in un’altra… Sono preti. Ci sono santi in Curia. E anche c’è qualcuno che non è tanto santo, e questi sono quelli che fanno più rumore. Voi sapete che fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. E questo a me fa dolore quando ci sono queste cose. Ma ci sono alcuni che danno scandalo, alcuni. Noi abbiamo questo monsignore in galera, credo che ancora prosegue in galera; non è andato in galera perché assomigliava alla beata Imelda precisamente, non era un Beato. Sono scandali, questi, che fanno male. Una cosa - questo non l’ho mai detto, ma me ne sono accorto - credo che la Curia sia un poco calata dal livello che aveva un tempo, di quei vecchi curiali… il profilo del vecchio curiale, fedele, che faceva il suo lavoro. Abbiamo bisogno di queste persone. Credo… ci sono, ma non sono tanti come un tempo. Il profilo del vecchio curiale: io direi così. Dobbiamo averne di più, di questi. Se trovo resistenza? Mah! Se c’è resistenza, ancora io non l’ho vista. E’ vero che non ho fatto tante cose, ma si può parlare che sì, io ho trovato aiuto, e anche ho trovato gente leale. Per esempio, a me piace quando una persona mi dice: "Io non sono d’accordo", e questo l’ho trovato. "Ma questo non lo vedo, non sono d’accordo: io lo dico, Lei faccia". Questo è un vero collaboratore. E questo l’ho trovato, in Curia. E questo è buono. Ma quando ci sono quelli che dicono: "Ah, che bello, che bello, che bello", e poi dicono il contrario dall’altra parte… Ancora non me ne sono accorto. Forse sì, ci sono alcuni, ma non me ne sono accorto. La resistenza: in quattro mesi non si può trovare tanto …
Padre Lombardi:
Allora, adesso passiamo ad una brasiliana, mi sembra giusto. Allora, c’è Patricia Zorzan, magari si avvicina Izoard così poi abbiamo anche un francese.
Patricia Zorzan:
Hablando en nombre de los brasileños. La sociedad ha cambiado, los jóvenes han cambiado, y vemos en Brasil muchos jóvenes. Usted no ha hablado sobre el aborto, el matrimonio entre personas del mismo sexo. En Brasil han aprobado una ley que amplía el derecho al aborto y ha permitido el matrimonio entre personas del mismo sexo. ¿Por qué no ha hablado sobre esto?
[Parlando a nome dei brasiliani. La società è cambiata, i giovani sono cambiati e si vedono in Brasile tanti giovani. Lei non ha parlato sull’aborto, sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. In Brasile è stata approvata una legge che amplia il diritto all’aborto e ha permesso il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Perché non ha parlato su questo?]
Papa Francesco:
La Iglesia se ha expresado ya perfectamente sobre eso. No era necesario volver sobre eso, como tampoco hablé sobre la estafa o la mentira, o otras cosas, en las cuales la iglesia tiene una doctrina clara.
[La Chiesa si è già espressa perfettamente su questo. Non era necessario tornarci, come non ho parlato neppure della frode, della menzogna o di altre cose sulle quali la Chiesa ha una dottrina chiara!]
Patricia Zorzan:
Pero es un asunto que interesa a los jóvenes…
[Ma è un argomento che interessa ai giovani…]
Papa Francesco:
Si, pero no era necesario hablar de eso, sino de las cosas positivas que abren camino a los chicos, ¿no es cierto? Además los jóvenes saben perfectamente cuál es la postura de la Iglesia.
[Sì, ma non era necessario parlare di questo, bensì delle cose positive che aprono il cammino ai ragazzi. Non è vero? Inoltre, i giovani sanno perfettamente qual è la posizione della Chiesa!]
Patricia Zorzan:
¿Cuál es la postura de su Santidad, puede hablarnos?
[Qual è la posizione di Vostra Santità, ce ne può parlare?]
Papa Francesco:
La de la Iglesia. Soy hijo de la Iglesia.
[Quella della Chiesa. Sono figlio della Chiesa!]
Padre Lombardi:
Allora, ritorniamo al gruppo spagnolo: Dario Menor Torres… ah, scusate, Izoard, che abbiamo già convocato, così abbiamo uno del gruppo francese … e poi, Dario Menor.
Antoine-Marie Izoard:
Buongiorno, Santità. A nome dei colleghi di lingua francese del volo – siamo 9 su questo volo. Per un Papa che non vuole fare interviste, veramente Le siamo grati. Lei dal 13 marzo già si presenta come il Vescovo di Roma, con una grandissima, fortissima insistenza. Quindi, vorremmo capire qual è il senso profondo di questa insistenza, se per caso più che di collegialità si parla forse di ecumenismo, per caso, di essere primus inter pares della Chiesa? Grazie.
Papa Francesco:
Si, in questo non si deve andare più avanti di quello che si dice. Il Papa è vescovo, Vescovo di Roma, e perché è Vescovo di Roma è successore di Pietro, Vicario di Cristo. Sono altri titoli, ma il primo titolo è "Vescovo di Roma", e da lì viene tutto. Parlare, pensare che questo voglia dire essere primus inter pares, no, questo non è conseguenza di questo. Semplicemente, è il titolo primo del Papa: Vescovo di Roma. Ma ci sono anche gli altri … Credo che lei abbia detto qualcosa di ecumenismo: credo che questo favorisca un po’ l’ecumenismo. Ma, soltanto questo …
Padre Lombardi:
Ora, Dario Menor de La Razón, della Spagna:
Dario Menor Torres:
Una pregunta sobre sus sentimientos. Comentó hace una semana de aquel niño que le preguntó que cómo se sentía, si alguno se podía imaginar cómo se podía ser Papa y si lo podía desear. Decía, que había que estar loco para ello. Después de su primera experiencia multitudinaria como han sido estos días en Río, si nos puede contar cómo se siente siendo Papa, si es muy duro, si es feliz siéndolo y, si además, también de alguna manera, ha acrecentado su fe o por el contrario, ha tenido alguna duda. Gracias.
[Una domanda sui suoi sentimenti. Una settimana fa lei ha commentato di come un bambino le chiese come si sentiva, se qualcuno si poteva immaginare di essere Papa e se poteva desiderare di esserlo. Lei disse che bisognava essere pazzi per questo. Dopo la sua prima esperienza tra la moltitudine di gente, come sono stati questi giorni in Rio, può raccontare come si sente ad essere Papa, se è molto duro, se è felice nell’esserlo, e se ancora, in qualche modo, ha accresciuto la sua fede o, al contrario, ha avuto qualche dubbio. Grazie.]
Papa Francesco:
Fare il lavoro di vescovo è una cosa bella, è bella. Il problema è quando uno cerca quel lavoro: questo non è tanto bello, questo non è del Signore. Ma quando il Signore chiama un prete a diventare vescovo, questo è bello. C’è sempre il pericolo di pensarsi un po’ superiori agli altri, non come gli altri, un po’ principe. Sono pericoli e peccati. Ma il lavoro di vescovo è bello: è aiutare i fratelli ad andare avanti. Il vescovo davanti ai fedeli, per segnare la strada; il vescovo in mezzo ai fedeli, per aiutare la comunione; e il vescovo dietro ai fedeli, perché i fedeli tante volte hanno il fiuto della strada. Il vescovo dev’essere così. La domanda diceva se a me piaceva? A me piace fare il vescovo, mi piace. A Buenos Aires ero tanto felice, tanto felice! Sono stato felice, è vero. Il Signore mi ha assistito in quello. Ma come prete sono stato felice, e come vescovo sono stato felice. In questo senso dico: mi piace!
Domanda fuori campo:
E fare il Papa?
Papa Francesco:
Anche, anche! Quando il Signore ti mette lì, se tu fai quello che il Signore vuole, sei felice. Questo è il mio sentimento, quello che sento.
Padre Lombardi:
Adesso un altro del gruppo italiano: Salvatore Mazza di "Avvenire".
Salvatore Mazza:
Non riesco neanche ad alzarmi. Mi scuso, non riesco neanche ad alzarmi in piedi per tutti i fili che ho sotto i piedi. Noi abbiamo visto in questi giorni, L’abbiamo vista pieno di energie anche a sera tardi; La stiamo vedendo adesso con l’aereo che balla, che sta tranquillamente in piedi, senza un attimo di esitazione. Volevamo chiederLe: si parla molto di prossimi viaggi. Si parla dell’Asia, di Gerusalemme, dell’Argentina. Lei ha già un calendario più o meno definito per il prossimo anno, oppure è ancora tutto da vedere?
Papa Francesco:
Definito-definito non c’è niente. Ma posso dirle qualcosa a cui si sta pensando. E’ definito – scusi - il 22 settembre a Cagliari. Poi, il 4 ottobre ad Assisi. In mente, dentro l’Italia, io vorrei andare a trovare i miei, una giornata: andare con l’aereo la mattina e tornare con l’altro, perché loro, poverini, mi chiamano e abbiamo un buon rapporto. Ma soltanto un giorno. Fuori d’Italia: il Patriarca Bartolomeo I vuole fare un incontro per commemorare i 50 anni di Athenagora e Paolo VI a Gerusalemme. Anche il Governo israeliano ha fatto un invito speciale per andare a Gerusalemme. Credo che il Governo dell’Autorità palestinese lo stesso. Questo si sta pensando: non si sa bene se si vada o non si vada… Poi, in America Latina credo che non ci sia possibilità di tornare, perché il Papa latinoamericano, il primo viaggio in America Latina… arrivederci! Dobbiamo aspettare un po’! Credo che si possa andare in Asia, ma questo è tutto nell’aria. Ho avuto un invito per andare in Sri Lanka e anche nelle Filippine. Ma in Asia si deve andare. Perché Papa Benedetto non ha avuto tempo di andare in Asia, ed è importante. Lui è andato in Australia e poi in Europa e in America, ma l’Asia… Andare in Argentina: in questo momento io credo che si possa aspettare un po’, perché tutti questi viaggi hanno una certa priorità. Io volevo andare a Costantinopoli, il 30 settembre, per fare visita a Bartolomeo I, ma non è possibile, non è possibile per l’agenda mia. Se ci troviamo, lo faremo a Gerusalemme.
Domande fuori campo:
Fatima?
Papa Francesco:
Fatima, anche c’è un invito a Fatima, è vero, è vero. C’è un invito ad andare a Fatima.
Domande fuori campo:
30 settembre o 30 novembre?
Papa Francesco:
Novembre, novembre: Sant’Andrea.
Padre Lombardi:
Bene. Allora, adesso ripassiamo negli Stati Uniti, e chiamiamo Hada Messia della CNN a farLe una domanda:
Hada Messia:
Salve … Lei si regge meglio di me … No, no, no: va bene, va bene. La mia domanda è: quando ha incontrato i giovani argentini Lei, un po’ scherzando, forse un po’ seriamente ha detto loro che Lei pure, qualche volta, si sente ingabbiato: volevamo sapere a cosa si riferisse, esattamente…
Papa Francesco:
Lei sa quante volte ho avuto voglia di andare per le strade di Roma, perché a me piaceva, a Buenos Aires, andare per la strada, mi piaceva tanto! In questo senso, mi sento un po’ ingabbiato. Ma, questo devo dirlo perché sono tanto buoni questi della Gendarmeria vaticana, sono buoni, buoni, buoni e sono loro riconoscente. Adesso mi lasciano fare qualcosa in più. Io credo… il loro dovere è custodire la sicurezza. Ingabbiato, in quel senso. A me piacerebbe andare per la strada, ma capisco che non è possibile: lo capisco. In quel senso l’ho detto. Perché la mia abitudine era – come diciamo noi di Buenos Aires – io ero un prete callejero …
Padre Lombardi:
Adesso chiamiamo di nuovo un brasiliano: c’è Marcio Campos, e chiedo anche a Guénois di avvicinarsi per il prossimo turno, per i francesi.
Papa Francesco:
Io domandavo il tempo, perché devono servire la cena, ma avete fame voi?
Fuori campo:
No, no…
Marcio Campos:
Sua bênção Santo Padre. Quero dizer para o senhor que quando sentir saudades do Brasil, do povo brasileiro alegre, abrace a bandeira que eu entreguei para o senhor. Quero dizer também que quero agradecer meus colegas do diário Folha de São Paulo, Estado, Globo e Veja por lhes estar representando com uma pergunta. Santo Padre, é muito difícil acompanhar um Papa. Estamos todos cansados. O senhor está bem, e estamos todos cansados. No Brasil, a Igreja Católica tem perdido fiéis, com os anos. O movimento da Renovação carismática é uma possibilidade de evitar que os fiéis procurem as igrejas pentecostais? Muito obrigado pela sua presença e muito obrigado por estar no seu voo.
[Sua Santità, Santo Padre, voglio dire che quando lei avrà nostalgia del Brasile, del popolo brasiliano, allegro, abbracci la bandiera che Le ho consegnato. Vorrei anche ringraziare i miei colleghi dei quotidiani Folha de São Paulo, Estado, Globo e Veja per rappresentarli in questa domanda. Santo Padre, è difficile accompagnare un Papa, molto difficile. Siamo tutti stanchi, Lei sta bene e noi siamo stanchi… In Brasile, la Chiesa cattolica ha perso fedeli in questi ultimi anni. Il Movimento del Rinnovamento Carismatico è una possibilità per evitare che i fedeli frequentino la Chiesa pentecostale o altre Chiese pentecostali? Molte grazie per la sua presenza e molte grazie per essere con noi.]
Papa Francesco:
E’ molto vero quello che lei dice del calo dei fedeli: è vero, è vero. Ci sono statistiche. Abbiamo parlato con i vescovi brasiliani del problema, in una riunione che abbiamo avuto ieri. Lei domandava sul Movimento di Rinnovamento Carismatico. Io vi dico una cosa. Negli anni, alla fine degli anni Settanta, inizio anni Ottanta, io non li potevo vedere. Una volta, parlando di loro, avevo detto questa frase: "Questi confondono una celebrazione liturgica con una scuola di samba!". Questo l’ho detto io. Mi sono pentito. Poi, ho conosciuto meglio. E’ anche vero che il movimento, con buoni assessori, è andato su una bella strada. E adesso credo che questo movimento faccia tanto bene alla Chiesa, in generale. A Buenos Aires, io li riunivo spesso e una volta l’anno facevo una Messa con tutti loro in cattedrale. Li ho favoriti sempre, quando io mi sono convertito, quando io ho visto il bene che facevano. Perché in questo momento della Chiesa – e qui allargo un po’ la risposta – credo che i movimenti siano necessari. I movimenti sono una grazia dello Spirito. "Ma, come si può reggere un movimento che è tanto libero?". Anche la Chiesa è libera! Lo Spirito Santo fa quello che vuole. Poi, Lui fa il lavoro dell’armonia, ma credo che i movimenti siano una grazia, quei movimenti che hanno lo spirito della Chiesa. Per questo credo che il movimento del Rinnovamento carismatico non solo serva ad evitare che alcuni passino alle confessioni pentecostali. Ma no! serve alla Chiesa stessa! Ci rinnova. E ognuno cerca il proprio movimento secondo il proprio carisma, dove lo porta lo Spirito.
Domanda fuori campo...
Papa Francesco:
Yo estoy cansado. Io sono stanco.
Padre Lombardi:
Allora, Guénois de Le Figaro per il gruppo francese.
Jean-Marie Guénois:
Santo Padre, una domanda con il mio collega di La Croix, anche: Lei ha detto che la Chiesa senza la donna perde fecondità. Quali misure concrete prenderà? Per esempio, il diaconato femminile o una donna a capo di un dicastero? E una piccolissima domanda tecnica: Lei ha detto di essere stanco. Ha un allestimento speciale per il ritorno? Grazie, Santità.
Papa Francesco:
Cominciamo dall’ultimo. Quest’aereo non ha allestimenti speciali. Io sono davanti, una bella poltrona, comune, ma comune, quella che hanno tutti. Io ho fatto scrivere una lettera e una chiamata telefonica per dire che io non volevo allestimenti speciali sull’aereo: è chiaro? Secondo, la donna. Una Chiesa senza le donne è come il Collegio Apostolico senza Maria. Il ruolo della donna nella Chiesa non è soltanto la maternità, la mamma di famiglia, ma è più forte: è proprio l’icona della Vergine, della Madonna; quella che aiuta a crescere la Chiesa! Ma pensate che la Madonna è più importante degli Apostoli! E’ più importante! La Chiesa è femminile: è Chiesa, è sposa, è madre. Ma la donna, nella Chiesa, non solo deve … non so come si dice in italiano … il ruolo della donna nella Chiesa non solo deve finire come mamma, come lavoratrice, limitata … No! E’ un’altra cosa! Ma i Papi… Paolo VI ha scritto una cosa bellissima sulle donne, ma credo che si debba andare più avanti nell’esplicitazione di questo ruolo e carisma della donna. Non si può capire una Chiesa senza donne, ma donne attive nella Chiesa, con il loro profilo, che portano avanti. Io penso un esempio che non ha niente a che vedere con la Chiesa, ma è un esempio storico: in America Latina, il Paraguay. Per me, la donna del Paraguay è la donna più gloriosa dell’America Latina. Tu sei paraguayo? Sono rimaste, dopo la guerra, otto donne per ogni uomo, e queste donne hanno fatto una scelta un po’ difficile: la scelta di avere figli per salvare: la Patria, la cultura, la fede e la lingua. Nella Chiesa, si deve pensare alla donna in questa prospettiva: di scelte rischiose, ma come donne. Questo si deve esplicitare meglio. Credo che noi non abbiamo fatto ancora una profonda teologia della donna, nella Chiesa. Soltanto può fare questo, può fare quello, adesso fa la chierichetta, adesso legge la Lettura, è la presidentessa della Caritas … Ma, c’è di più! Bisogna fare una profonda teologia della donna. Questo è quello che penso io.
Padre Lombardi:
Per il gruppo spagnolo, allora, adesso abbiamo Pablo Ordaz, de El País:
Pablo Ordaz:
Queríamos saber su relación de trabajo, no tanto amistosa, de colaboración con Benedicto XVI. No ha habido antes una circunstancia así, y si tiene contactos frecuentes, y le está ayudando en esa carga. Muchas gracias.
[Vorremmo sapere quale sia la sua relazione di lavoro, non solo di amicizia, e di collaborazione con Benedetto XVI. Non c’è mai stata prima una circostanza simile; e se ha contatti frequenti e la sta aiutando in questo lavoro. Molte grazie.]
Papa Francesco:
Creo que la última vez que hubo dos Papas, o tres Papas, no se hablaban entre ellos, estaban peleando a ver quien era el verdadero. Tres llegaron a haber en el Cisma de Occidente. Hay algo que…
[Credo che l’ultima volta che ci sono stati due Papi, o tre Papi, non abbiano parlato tra loro, stavano lottando per vedere chi fosse quello autentico. Sono arrivati ad essere tre durante lo Scisma d’Occidente. C’è qualcosa…]
C’è qualcosa che qualifica il mio rapporto con Benedetto: io gli voglio tanto bene. Sempre gli ho voluto bene. Per me è un uomo di Dio, un uomo umile, un uomo che prega. Io sono stato tanto felice quando lui è stato eletto Papa. Anche quando lui ha dato le dimissioni, è stato per me un esempio di grandezza! Un grande. Soltanto un grande fa questo! Un uomo di Dio e un uomo di preghiera. Lui adesso abita in Vaticano, e alcuni mi dicono: ma come si può fare questo? Due Papi in Vaticano! Ma, non ti ingombra lui? Ma lui non ti fa la rivoluzione contro? Tutte queste cose che dicono, no? Io ho trovato una frase per dire questo: "E’ come avere il nonno a casa", ma il nonno saggio. Quando in una famiglia il nonno è a casa, è venerato, è amato, è ascoltato. Lui è un uomo di una prudenza! Non si immischia. Io gli ho detto tante volte: "Santità, lei riceva, faccia la sua vita, venga con noi". E’ venuto per l’inaugurazione e la benedizione della statua di San Michele. Ecco, quella frase dice tutto. Per me è come avere il nonno a casa: il mio papà. Se io avessi una difficoltà o una cosa che non ho capito, telefonerei: "Ma, mi dica, posso farlo, quello?". E quando sono andato per parlare di quel problema grosso, di Vatileaks, lui mi ha detto tutto con una semplicità … al servizio. E’ una cosa che non so se voi la sapete, credo di sì, ma non sono sicuro: quando ci ha parlato, nel discorso di congedo, il 28 febbraio, ci ha detto: "Fra voi c’è il prossimo Papa: io gli prometto obbedienza". Ma è un grande; questo è un grande!
Padre Lombardi:
Allora, adesso diamo la parola ancora ad una brasiliana, Anna Ferreira; e allora si avvicina anche Gian Guido Vecchi per l’italiano.
Anna Ferreira:
Santo Padre, buonasera. Grazie. Vorrei dire "grazie" tante volte: grazie di avere portato tanta allegria al Brasile, e grazie anche di rispondere alle nostre domande. A noi giornalisti piace tanto fare domande. Vorrei sapere, perché ieri Lei ha detto ai vescovi brasiliani della partecipazione delle donne nella nostra Chiesa. Vorrei capire meglio: come dev’essere questa partecipazione di noi donne nella Chiesa? Se Lei, cosa ne pensa anche dell’ordinazione delle donne? Come dev’essere la nostra posizione nella Chiesa?
Papa Francesco:
Io vorrei spiegare un po’ quello che ho detto sulla partecipazione delle donne nella Chiesa: non si può limitare al fatto che faccia la chierichetta o la presidentessa della Caritas, la catechista… No! Deve essere di più, ma profondamente di più, anche misticamente di più, con questo che io ho detto della teologia della donna. E, con riferimento all’ordinazione delle donne, la Chiesa ha parlato e dice: "No". L’ha detto Giovanni Paolo II, ma con una formulazione definitiva. Quella è chiusa, quella porta, ma su questo voglio dirti una cosa. L’ho detto, ma lo ripeto. La Madonna, Maria, era più importante degli Apostoli, dei vescovi e dei diaconi e dei preti. La donna, nella Chiesa, è più importante dei vescovi e dei preti; come, è quello che dobbiamo cercare di esplicitare meglio, perché credo che manchi una esplicitazione teologica di questo. Grazie.
Padre Lombardi:
Gian Guido Vecchi, del Corriere della Sera: chiedo di avvicinarsi alla signora Pigozzi e a Nicole, poi, dopo.
Gian Guido Vecchi:
Padre Santo, Lei anche in questo viaggio ha parlato più volte di misericordia. A proposito dell’accesso ai Sacramenti dei divorziati risposati, c’è la possibilità che cambi qualcosa nella disciplina della Chiesa? Che questi Sacramenti siano un’occasione per avvicinare queste persone, anziché una barriera che li divide dagli altri fedeli?
Papa Francesco:
Questo è un tema che si chiede sempre. La misericordia è più grande di quel caso che lei pone. Io credo che questo sia il tempo della misericordia. Questo cambio di epoca, anche tanti problemi della Chiesa - come una testimonianza non buona di alcuni preti, anche problemi di corruzione nella Chiesa, anche il problema del clericalismo, per fare un esempio - hanno lasciato tanti feriti, tanti feriti. E la Chiesa è Madre: deve andare a curare i feriti, con misericordia. Ma se il Signore non si stanca di perdonare, noi non abbiamo altra scelta che questa: prima di tutto, curare i feriti. E’ mamma, la Chiesa, e deve andare su questa strada della misericordia. E trovare una misericordia per tutti. Ma io penso, quando il figliol prodigo è tornato a casa, il papà non gli ha detto: "Ma tu, senti, accomodati: che cosa hai fatto con i soldi?". No! Ha fatto festa! Poi, forse, quando il figlio ha voluto parlare, ha parlato. La Chiesa deve fare così. Quando c’è qualcuno… non solo aspettarli: andare a trovarli! Questa è la misericordia. E io credo che questo sia un kairós: questo tempo è un kairós di misericordia. Ma questa prima intuizione l’ha avuta Giovanni Paolo II, quando ha incominciato con Faustina Kowalska, la Divina Misericordia… lui aveva qualcosa, aveva intuito che era una necessità di questo tempo. Con riferimento al problema della Comunione alle persone in seconda unione, perché i divorziati possono fare la Comunione, non c’è problema, ma quando sono in seconda unione, non possono. Io credo che questo sia necessario guardarlo nella totalità della pastorale matrimoniale. E per questo è un problema. Ma anche - una parentesi - gli Ortodossi hanno una prassi differente. Loro seguono la teologia dell’economia, come la chiamano, e danno una seconda possibilità, lo permettono. Ma credo che questo problema – chiudo la parentesi – si debba studiare nella cornice della pastorale matrimoniale. E per questo, due cose; primo: uno dei temi da consultare con questi otto del Consiglio dei cardinali, con i quali ci riuniremo l’1, il 2 e il 3 ottobre, è come andare avanti nella pastorale matrimoniale, e questo problema uscirà lì. E, una seconda cosa: è stato con me, quindici giorni fa, il segretario del Sinodo dei Vescovi, per il tema del prossimo Sinodo. Era un tema antropologico, ma parlando e riparlando, andando e tornando, abbiamo visto questo tema antropologico: la fede come aiuta la pianificazione della persona, ma nella famiglia, e andare quindi sulla pastorale matrimoniale. Siamo in cammino per una pastorale matrimoniale un po’ profonda. E questo è un problema di tutti, perché ci sono tanti, no? Per esempio, ne dico uno soltanto: il cardinale Quarracino, il mio predecessore, diceva che per lui la metà dei matrimoni sono nulli. Ma diceva così, perché? Perché si sposano senza maturità, si sposano senza accorgersi che è per tutta la vita, o si sposano perché socialmente si devono sposare. E in questo entra anche la pastorale matrimoniale. E anche il problema giudiziale della nullità dei matrimoni, quello si deve rivedere, perché i Tribunali ecclesiastici non bastano per questo. E’ complesso, il problema della pastorale matrimoniale. Grazie.
Padre Lombardi:
Grazie. Allora adesso abbiamo la signora Pigozzi che è di Paris Match, è ancora del gruppo francese …
Caroline Pigozzi:
Buona sera, Santo Padre. Vorrei sapere se Lei, da quando è Papa, si sente ancora gesuita …
Papa Francesco:
E’ una domanda teologica, perché i gesuiti fanno voto di obbedire al Papa. Ma se il Papa è gesuita, forse deve far voto di obbedire al Generale dei gesuiti… Non so come si risolve questo … Io mi sento gesuita nella mia spiritualità; nella spiritualità degli Esercizi, la spiritualità, quella che io ho nel cuore. Ma tanto mi sento così che fra tre giorni andrò a festeggiare con i gesuiti la festa di Sant’Ignazio: dirò la Messa al mattino. Non ho cambiato di spiritualità, no. Francesco, francescano: no. Mi sento gesuita e la penso come gesuita. Non ipocritamente, ma la penso come gesuita. Grazie a lei.
Padre Lombardi:
Se ha ancora resistenza, c’è ancora qualche domanda. Adesso, Nicole Winfield, che è dell’Associated Press, e ci sono … ma non era … ma, io ho avuto una lista e qui veramente, credevo che vi foste organizzati … Allora, va bè, Elisabetta, mettiti in lista anche tu, scusa.
Nicole Winfield:
Santità, grazie di nuovo per essere venuto "tra i leoni". Santità, al quarto mese del suo pontificato, volevo chiederle di fare un piccolo bilancio. Ci può dire quale è stata la cosa migliore di essere Papa, un aneddoto, e quale la cosa peggiore, e qual è la cosa che l’ha sorpresa di più in questo periodo?
Papa Francesco:
Ma non so come rispondere a questo, davvero. Cose grosse, cose grosse non sono state. Cose belle sì; per esempio, l’incontro con i Vescovi italiani è stato tanto bello, tanto bello. Come Vescovo della capitale d’Italia, mi sono sentito con loro a casa. E quello è stato bello, ma non so se sia stato il migliore. Anche una cosa dolorosa, ma che è entrata abbastanza nel mio cuore, la visita a Lampedusa. Ma quello è di piangere, mi ha fatto bene quello. Ma quando arrivano queste barche li lasciano alcune miglia prima della costa e loro devono, con la barca, arrivare da soli. E questo mi fa dolore perché penso che queste persone sono vittime di un sistema socio-economico mondiale. Ma la cosa peggiore – mi scusi – che mi è venuta è una sciatica – davvero! – che ho avuto il primo mese perché per fare le interviste mi accomodavo in una poltrona e questo mi ha fatto un po’ male. E’ una sciatica dolorosissima, dolorosissima! Non l’auguro a nessuno! Ma queste cose: parlare con la gente; l’incontro con i seminaristi e le religiose è stato bellissimo, è stato bellissimo. Anche l’incontro con gli alunni dei collegi gesuiti è stato bellissimo, cose buone.
Domanda:
Qual è la cosa che l’ha più sorpresa?
Papa Francesco:
Le persone, le persone, le persone buone che ho trovato. Ho trovato tante persone buone in Vaticano. Ho pensato cosa dire, ma quello è vero. Io faccio giustizia, dicendo questo: tante persone buone. Tante persone buone, tante persone buone, ma buone buone buone!
Padre Lombardi:
Elisabetta, ma questa la conosce e anche Sergio Rubini, magari si avvicina, così abbiamo gli argentini.
Elisabetta Piqué:
Papa Francisco, ante todo en nombre de los 50 mil argentinos que encontré ahí y me decían vas a viajar con el Papa, por favor decíle que fue fantástico, estupendo, preguntále, cuando va a viajar, pero ya dijo que no va a viajar… Entonces le voy a hacer una pregunta más difícil. ¿Se asustó cuando vio el informe "Vatileaks"?
[Papa Francesco, anzitutto a nome dei 50 mila argentini che ho incontrato lì e che mi hanno detto "Viaggerai con il Papa, per favore, digli che è stato fantastico, stupendo; domandagli quando verrà, ma lei ha già detto che non andrà… Quindi, le faccio una domanda più difficile. Si è spaventato quando ha visto la relazione su Vatileaks?]
Papa Francesco:
No. Te voy a contar una anécdota sobre el informe "Vatileaks". Cuando fui a verlo al Papa Benedicto, después de rezar en la capilla fuimos a su estudio y vi una caja grande y un sobre grueso. Benedicto.
[No! Ti racconto un aneddoto sul rapporto "Vatileaks". Quando andai a trovare Papa Benedetto, dopo aver pregato nella cappella, siamo stati nel suo studio e ho visto una grande scatola e una grossa busta. Scusi…]
Benedetto mi ha detto, mi diceva: "In questa scatola grande ci sono tutte le dichiarazioni, le cose che hanno detto i testimoni, tutti lì. Ma il riassunto e il giudizio finale è in questa busta. E qui si dice ta-ta-ta…". Aveva tutto in testa! Ma che intelligenza! Tutto a memoria, tutto! Ma no, (parole in spagnolo) non mi sono spaventato, no. No, no. Ma è un problema grosso, eh? Ma non mi sono spaventato.
Sergio Rubín:
Santidad, dos cositas. Esta es la primera: Usted ha insistido mucho en detener la pérdida de fieles. En Brasil ha sido muy fuerte. Tiene la esperanza de que este viaje contribuya a que mucha gente vuelva a la Iglesia, se sienta más cercana. Y la segunda, la más familiar: a Usted le gustaba mucho la Argentina, y llevaba muy en el corazón a Buenos Aires. Los argentinos se preguntas si usted no extraña esa Buenos Aires, que recorría en colectivo, en micro, iba por las calles. Muchas Gracias.
[Santità, due cose. Questa è la prima: lei ha insistito molto sul fermare la perdita di fedeli. In Brasile è stata molto forte. Spera che questo viaggio contribuisca a che la gente ritorni alla Chiesa, si senta più vicina. E la seconda, più familiare: a lei piaceva molto l’Argentina e aveva molto nel cuore Buenos Aires. Gli argentini si chiedono se a lei non manchi tanto questa Buenos Aires, lei la percorreva in autobus, in pullman, camminava per le strade. Molte grazie.]
Papa Francesco:
Io credo che un viaggio papale sempre fa bene. E credo che al Brasile questo farà bene, ma non soltanto la presenza del Papa, ma quello che in questa Giornata della Gioventù si è fatto, loro si sono mobilizzati e loro faranno tanto bene, forse aiuteranno tanto la Chiesa. Ma questi fedeli che se ne sono andati, tanti non sono felici perché si sentono di appartenere alla Chiesa. Credo che questo sarà positivo, non solo per il viaggio, ma soprattutto per la Giornata: la Giornata è stato un evento meraviglioso. E di Buenos Aires, sì, alle volte mi manca. E quello si sente. Ma è una mancanza serena, è una mancanza serena, è una mancanza serena. Ma io credo che lei, Sergio, conosca meglio me di tutti gli altri, Lei può rispondere a questa domanda. Con il libro che ha scritto!
Padre Lombardi:
Allora abbiamo il russo e poi c’era Valentina, che era la decana, che voleva chiudere Lei.
Alexey Bukalov:
Buonasera Santo Padre. Santo Padre, tornando all’ecumenismo: oggi gli ortodossi festeggiano i 1.025 anni del cristianesimo, ci sono grandissimi festeggiamenti in molte capitali. Se vuole fare un commento su questo fatto, sarò felice a questo proposito. Grazie.
Papa Francesco:
Nelle Chiese ortodosse, hanno conservato quella pristina liturgia, tanto bella. Noi abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione. Loro lo conservano, loro lodano Dio, loro adorano Dio, cantano, il tempo non conta. Il centro è Dio, e questa è una ricchezza che vorrei dire in questa occasione in cui Lei mi fa questa domanda. Una volta, parlando della Chiesa occidentale, dell’Europa occidentale, soprattutto la Chiesa più cresciuta, mi hanno detto questa frase: "Lux ex oriente, ex occidente luxus". Il consumismo, il benessere, ci hanno fatto tanto male. Invece voi conservate questa bellezza di Dio al centro, la referenza. Quando si legge Dostoevskij - io credo che per tutti noi deve essere un autore da leggere e rileggere, perché ha una saggezza - si percepisce qual è l’anima russa, l’anima orientale. E’ una cosa che ci farà tanto bene. Abbiamo bisogno di questo rinnovamento, di questa aria fresca dell’Oriente, di questa luce dell’Oriente. Giovanni Paolo II lo aveva scritto nella sua Lettera. Ma tante volte il luxus dell’Occidente ci fa perdere l’orizzonte. Non so, mi viene questo di dire. Grazie.
Padre Lombardi:
E allora chiudiamo con Valentina che, come aveva cominciato nel viaggio di partenza, adesso chiude nel viaggio di ritorno.
Valentina Alazraki:
Santidad, gracias por haber mantenido la promesa de responder a nuestras preguntas a la vuelta…
[Santità, grazie per aver mantenuto la promessa di rispondere alle nostre domande al ritorno….]
Papa Francesco:
Les atrasé la cena…
[Vi ho fatto ritardare la cena…]
Valentina Alazraki:
No importa, no importa…. La pregunta sería, bueno, de parte de todos los mexicanos. ¿Cuándo va a Guadalupe?, pero esa es de los mexicanos. La mía sería: Usted va a canonizar a dos grandes Papas, Juan XXIII y Juan Pablo II. Quisiera saber, cuál es según usted, el modelo de santidad que se desprende del uno y del otro y, el impacto que han tenido en la Iglesia y en Usted.
[Non importa, non importa. La domanda, da parte di tutti i messicani sarebbe: quando andrà a Guadalupe?... Questa però è la domanda dei messicani … La mia sarebbe: lei canonizzerà due grandi Papi: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Vorrei sapere qual è - secondo lei - il modello di santità che emerge dall’uno e dall’altro e qual è l’impatto che hanno avuto nella Chiesa e in lei.]
Papa Francesco:
Giovanni XXIII è un po’ la figura del "prete di campagna", il prete che ama ognuno dei fedeli, che sa curare i fedeli e questo lo ha fatto da vescovo, come nunzio. Ma quante testimonianze di Battesimo false ha fatto in Turchia in favore degli ebrei! E’ un coraggioso, un prete di campagna buono, con un senso dell’umorismo tanto grande, tanto grande, e una grande santità. Quando era nunzio, alcuni non gli volevano tanto bene in Vaticano, e quando arrivava per portare cose o chiedere, in certi uffici lo facevano aspettare. Mai si è lamentato: pregava il Rosario, leggeva il Breviario, mai. Un mite, un umile, anche uno che si preoccupava per i poveri. Quando il cardinal Casaroli è tornato da una missione - credo in Ungheria o in quella che era la Cecoslovacchia di quel tempo, non ricordo quale delle due – è andato da lui a spiegargli come era stata la missione, in quella epoca della diplomazia dei "piccoli passi". E hanno avuto l’udienza – 20 giorni dopo Giovanni XXIII sarebbe morto - e mentre Casaroli se ne andava, lo fermò: "Ah Eminenza – no, non era Eminenza – Eccellenza, una domanda: lei continua ad andare da quei giovani?" Perché Casaroli andava al Carcere minorile di Casal del Marmo e giocava con loro. E Casaroli ha detto: "Sì, sì!". "Non li abbandoni mai". Questo ad un diplomatico, che arrivava dal fare un percorso di diplomazia, un viaggio così impegnativo, Giovanni XXIII ha detto: "Non abbandoni mai i ragazzi". Ma è un grande, un grande! Poi quello del Concilio: è un uomo docile alla voce di Dio, perché quello gli è venuto dallo Spirito Santo, gli è venuto e lui è stato docile. Pio XII pensava di farlo, ma le circostanze non erano mature per farlo. Credo che questo [Giovanni XXIII] non abbia pensato alle circostanze: lui ha sentito quello e lo ha fatto. Un uomo che si lasciava guidare dal Signore. Di Giovanni Paolo II mi viene di dire "il grande missionario della Chiesa": è un missionario, è un missionario, un uomo che ha portato il Vangelo dappertutto, voi lo sapete meglio di me. Ma Lei quanti viaggi ha fatto? Ma andava! Sentiva questo fuoco di portare avanti la Parola del Signore. E’ un Paolo, è un San Paolo, è un uomo così; questo per me è grande. E fare la cerimonia di canonizzazione tutti e due insieme credo che sia un messaggio alla Chiesa: questi due sono bravi, sono bravi, sono due bravi. Ma c’è in corso la causa di Paolo VI ed anche di Papa Luciani: queste due sono in corso. Ma, ancora una cosa che credo che io ho detto, ma non so se qui o da un’altra parte: la data di canonizzazione. Si pensava l’8 dicembre di quest’anno, ma c’è un problema grosso; quelli che vengono dalla Polonia, i poveri, perché quelli che hanno i mezzi possono venire con l’aereo, ma quelli che vengono, i poveri, vengono in bus e già a dicembre le strade hanno il ghiaccio e credo che si debba ripensare la data. Io ho parlato con il cardinal Dziwisz e lui mi ha suggerito due possibilità: o Cristo Re di quest’anno, o la Domenica della Misericordia del prossimo anno. Credo che sia poco tempo Cristo Re di quest’anno, perché il Concistoro sarà il 30 settembre e a fine d’ottobre c’è poco tempo, ma non so, devo parlare con il cardinal Amato su questo. Ma credo che l’8 dicembre non sarà.
Domanda:
Ma saranno canonizzati insieme?
Papa Francesco:
Insieme tutti e due insieme, sì.
Padre Lombardi:
Grazie Santità. Chi c’è ancora? Ilze? Poi li abbiamo fatti proprio tutti, anche di più di quelli che si erano iscritti prima…
Ilze Scamparini:
Vorrei chiedere il permesso di fare una domanda un po’ delicata: anche un’altra immagine ha girato un po’ il mondo, che è stata quella di mons. Ricca e delle notizie sulla sua intimità. Vorrei sapere, Santità, cosa intende fare su questa questione? Come affrontare questa questione e come Sua Santità intende affrontare tutta la questione della lobby gay?
Papa Francesco:
Quello di mons. Ricca: ho fatto quello che il Diritto Canonico manda a fare, che è la investigatio previa. E da questa investigatio non c’è niente di quello di cui l’accusano, non abbiamo trovato niente di quello. Questa è la risposta. Ma io vorrei aggiungere un’altra cosa su questo: io vedo che tante volte nella Chiesa, al di fuori di questo caso ed anche in questo caso, si vanno a cercare i "peccati di gioventù", per esempio, e questo si pubblica. Non i delitti, eh? i delitti sono un’altra cosa: l’abuso sui minori è un delitto. No, i peccati. Ma se una persona, laica o prete o suora, ha fatto un peccato e poi si è convertito, il Signore perdona, e quando il Signore perdona, il Signore dimentica e questo per la nostra vita è importante. Quando noi andiamo a confessarci e diciamo davvero: "Ho peccato in questo", il Signore dimentica e noi non abbiamo il diritto di non dimenticare, perché corriamo il rischio che il Signore non si dimentichi dei nostri [peccati]. E’ un pericolo quello. Questo è importante: una teologia del peccato. Tante volte penso a San Pietro: ha fatto uno dei peggiori peccati, che è rinnegare Cristo, e con questo peccato lo hanno fatto Papa. Dobbiamo pensare tanto. Ma, tornando alla Sua domanda più concreta: in questo caso, ho fatto l’investigatio previa e non abbiamo trovato. Questa è la prima domanda. Poi, Lei parlava della lobby gay. Mah! Si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato chi mi dia la carta d’identità in Vaticano con "gay". Dicono che ce ne sono. Credo che quando uno si trova con una persona così, deve distinguere il fatto di essere una persona gay, dal fatto di fare una lobby, perché le lobby, tutte non sono buone. Quello è cattivo. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volont
à, ma chi sono io per giudicarla? Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega in modo tanto bello questo, ma dice, Aspetta un po’, come si dice… e dice: "non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società". Il problema non è avere questa tendenza, no, dobbiamo essere fratelli, perché questo è uno, ma se c’è un altro, un altro. Il problema è fare lobby di questa tendenza: lobby di avari, lobby di politici, lobby dei massoni, tante lobby. Questo è il problema più grave per me. E La ringrazio tanto per aver fatto questa domanda. Grazie tante!
Padre Lombardi:
Grazie. Mi pare che più di così non si poteva fare. Abbiamo persino abusato del Papa che ci aveva detto che era già un po’ stanco e gli auguriamo adesso di riposarsi un poco.
Papa Francesco:
Grazie a voi, e buona notte, buon viaggio e buon riposo.
[01136-XX.01] [Testo originale: Plurilingue]
TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE
Padre Lombardi
Queridos amigos, temos a alegria de ter conosco, nesta viagem de regresso, o Santo Padre Francisco; foi tão gentil que nos disponibilizou um bom espaço de tempo para fazer conosco um balanço da viagem e responder com total liberdade às perguntas de vocês. Eu dou-lhe a palavra para uma pequena introdução e depois começamos com a lista daqueles que se inscreveram para falar tomando um pouco dos diferentes grupos nacionais e lingüísticos. Então a palavra a Vossa Santidade para começar.
Papa Francisco:
Boa noite e muito obrigado. Eu estou feliz. Foi uma bela viagem; espiritualmente fez-me bem. Estou bastante cansado, mas com o coração alegre, e estou bem, muito bem; fez-me bem espiritualmente. Encontrar as pessoas faz bem, porque o Senhor trabalha em cada um de nós, trabalha no coração, e a riqueza do Senhor é tão grande que sempre podemos receber muitas coisas bonitas dos outros. E isso faz-me bem. Isto, como um primeiro balanço. Depois direi que a bondade, o coração do povo brasileiro é grande; é verdade: é grande. É um povo muito amável, um povo que ama a festa; um povo que, mesmo na tribulação, sempre encontra uma estrada para buscar o bem em algum lugar. E isso é bom: é um povo alegre, o povo sofreu tanto! É contagiosa a alegria dos brasileiros, é contagiosa! E tem um grande coração, este povo. Depois diria os organizadores, tanto da nossa parte, como da parte dos brasileiros; eu senti que me encontrava na frente de um computador, aquele computador em carne e osso... É a pura verdade! Estava tudo cronometrado, não estava? Mas era belo. Depois, tivemos problemas com as hipóteses de segurança: a segurança daqui, a segurança de lá; não houve um incidente em todo o Rio de Janeiro, nestes dias, e tudo era espontâneo. Com menos segurança, eu pude estar com a gente, abraçá-la, saudá-la, sem carros blindados... é a segurança de confiar em um povo. É verdade que existe sempre o perigo que haja um louco... sim, que haja um louco que faça alguma coisa; mas há também o Senhor! Entretanto criar um espaço blindado entre o bispo e o povo é uma loucura, e eu prefiro aquela loucura: estar fora e correr o risco da outra loucura. Prefiro esta loucura: fora. A proximidade faz bem a todos.
Em seguida, a organização da Jornada, não me refiro a algo de específico, mas tudo: a parte artística, a parte religiosa, a parte catequética, a parte litúrgica... foi lindíssimo! Eles têm uma capacidade enorme de expressar-se na arte. Ontem, por exemplo, fizeram coisas lindíssimas, lindíssimas! Depois, Aparecida: para mim, Aparecida é uma experiência religiosa intensa. Lembro-me da V Conferência; eu tinha estado lá a rezar, a rezar. Eu queria ir sozinho, passar quase despercebido, mas havia uma multidão impressionante… Não era possível! Isso já o sabia antes de chegar. E nós oramos. Eu não sei... uma coisa... mas agora da parte de vocês. Seu trabalho, segundo me dizem – eu não li os jornais nestes dias, não tinha tempo, não vi a TV, nada - mas dizem-me que foi um trabalho bom, bom, bom! Obrigado! Obrigado pela cooperação, obrigado pelo que fizeram! Depois, o número, o número dos jovens. Hoje - eu nem posso crer – mas hoje o Governador falava de três milhões. Quase não posso acreditar. Mas olhando do altar - isso é verdade! – não sei se vocês, alguns de vocês estiveram no altar: olhando do altar, no final, toda a praia estava cheia, até a curva; mais de quatro quilômetros. Tantos jovens! E dizem – disse-me Dom Tempesta – que eram de 178 países… 178! Também o Vice-Presidente disse-me este número: isso é certo. É importante! Forte!
Padre Lombardi:
Obrigado. Então, vamos dar a palavra, primeiro, a Juan de Lara, que é da EFE e é espanhol, senda esta a última viagem que faz conosco; por isso nos deixa contentes dar-lhe esta possibilidade.
Juan de Lara:
Santidade, boa noite. Em nome de todos os colegas, quero agradecer-lhe por estes dias que nos presenteou no Rio de Janeiro, pelo trabalho que fez e o esforço que investiu. E também, em nome de todos os jornalistas espanhóis, queremos agradecer-lhe as orações e os gestos pelas vítimas do incidente ferroviário de Santiago de Compostela. Muitíssimo obrigado! A primeira questão tem pouco a ver com a viagem, mas, aproveitando esta oportunidade que me é dada, queria perguntar-lhe: Santidade, nestes quatro meses de Pontificado, vimos que criou várias Comissões para a reforma da Cúria. Queria saber: Que tipo de reforma tem em mente, contempla a possibilidade de suprimir o IOR, o chamado Banco do Vaticano? Obrigado!
Papa Francisco:
Os passos que fiz nestes quatro meses e meio derivam de duas vertentes: o conteúdo daquilo que se devia fazer, tudo, vem da vertente das Congregações Gerais dos Cardeais. Eram coisas que nós, Cardeais, tínhamos pedido àquele que haveria de tornar-se o novo Papa. Eu me lembro que pedi muitas coisas, pensando que seria outro... Pedíamos, por exemplo, para se fazer isso: a Comissão de oito Cardeais; sabemos que é importante ter um Organismo Consultivo externo, não os organismos consultivos que já existem, mas de fora. Isso põe-se cada vez na linha - aqui eu faço como que uma abstração, pensando, mas faço-o para explicá-lo – na linha do amadurecimento da relação entre sinodalidade e primado. Ou seja, estes oito Cardeais favorecem a sinodalidade, ajudam os diversos episcopados do mundo para se expressarem no próprio governo da Igreja. Há muitas propostas que foram feitas, mas que ainda não foram postas em prática, tais como a reforma da Secretaria do Sínodo, na metodologia; que a Comissão pós-Sinodal tenha caráter permanente de consulta; os Consistórios cardinalícios, com temáticas menos formais como, por exemplo, a canonização, mas também outras temáticas, etc. Ora bem, a vertente dos conteúdos vem de lá! A segunda vertente é a oportunidade. Confesso-lhes que para mim não me custou ver como primeiro ponto, no primeiro mês de Pontificado, organizar a Comissão dos oito Cardeais. A parte econômica, pensava tratá-la no próximo ano, porque não é a coisa mais importante que havia necessidade de tratar. Mas a agenda mudou por causa das circunstâncias que vocês conhecem e são de domínio público; surgiram problemas que tinham de ser enfrentados. O primeiro: o problema do IOR, ou seja, como orientá-lo, como delineá-lo, como reformulá-lo, como sanar aquilo que há para sanar. E aqui aparece a primeira Comissão de Referência – este é o seu nome. Vocês conhecem o Quirógrafo: o que se lhe pede, aqueles que a integram, tudo. Depois, tivemos a reunião da Comissão dos 15 Cardeais que ocupam-se dos aspectos econômicos da Santa Sé. Eles provêm de todas as partes do mundo. E foi lá, ao preparar esta encontro, que viu-se a necessidade de fazer uma única Comissão de Referência para toda a economia da Santa Sé. Isto é, foi enfrentado o problema econômico que estava fora da Agenda. São coisas que acontecem: quando na função de governo um vai para um lado mas jogam-lhe a bola do outro lado, e deve agarrá-la. Não é assim? Por conseguinte, a vida é assim, mas também isso faz a beleza da vida. Repito a pergunta que me fez a respeito do IOR… (Desculpem, estou lhes falando em castelhano. Desculpem, mas espontaneamente a resposta vinha-me em castelhano). Relativamente à pergunta que me fazia sobre o IOR, eu não sei como vai ficar o IOR. Alguns dizem que é melhor talvez que seja um banco, outros que seja um fundo de ajuda, outros dizem para fechá-lo. Bem! Ouvem-se essas vozes. Eu não sei. Eu tenho confiança no trabalho das pessoas do IOR que estão trabalhando sobre isso, incluindo a Comissão. O Presidente do IOR continua o mesmo que era antes, enquanto o Diretor e o Vice-Diretor pediram a demissão. Mas sobre isso, eu não saberei dizer-lhe como vai acabar essa história; e também isto é bom, porque se procura, se encontra; nós somos humanos nisto; devemos encontrar o melhor. Entretanto não há dúvida que as características do IOR – seja ele banco, seja fundo de ajuda ou qualquer outra coisa que seja – hão de ser transparência e honestidade. Assim ele deve ser. Obrigado!
Padre Lombardi:
Muito obrigado, Santidade. Agora passamos para uma pessoa representante do grupo italiano, uma pessoa que o Santo Padre conhece bem: Andrea Tornielli, que lhe faz uma pergunta em nome do grupo italiano.
Andrea Tornielli:
Santo Padre, eu tenho uma pergunta talvez um pouco indiscreta: correu o mundo a fotografia de Vossa Santidade que, à nossa partida, sobe a escada do avião carregando uma mala preta, e houve artigos em todo o mundo que comentaram esta novidade: sim, o Papa está subindo... digamos que nunca aconteceu que o Papa subisse como a sua bagagem de mão. Houve mesmo hipóteses sobre o conteúdo da mala preta. Então, minhas perguntas são: primeiro, porque o senhor carregou a sua mala preta e não a levou um colaborador, e segundo, pode nos dizer o que levava dentro... Obrigado.
Papa Francisco:
Não tinha a chave da bomba atômica! Bem! Eu a levei, porque sempre assim fiz: quando viajo, levo-a eu. Que tinha dentro? Tinha um barbeador, tinha o breviário, tinha a agenda, tinha um livro para ler – levei um sobre Santa Teresinha de que sou devoto. Eu sempre levei minha mala quando viajo: é normal. Devemos ser normais... Não sei... para mim é um pouco estranho isso que você me diz, que correu o mundo aquela fotografia. Temos de nos habituar a ser normais. A normalidade da vida. Não sei, Andrea, se lhe respondi…
Padre Lombardi:
Agora vamos dar a palavra a uma representante de língua portuguesa, Aura Miguel, que é da Rádio Renascença:
Aura Miguel:
Santidade, eu queria lhe perguntar por que motivo pede com tanta insistência para rezarmos pelo senhor. Não é normal, usual, ouvir um Papa pedir assim tanto para rezar por ele…
Papa Francisco:
Eu sempre pedi isso. Quando era presbítero, pedia isso, mas não com tanta freqüência; comecei a pedi-lo com uma certa freqüência no trabalho de bispo, porque eu sinto que, se não é o Senhor sustentar neste trabalho de ajudar o povo de Deus a avançar, uma pessoa não consegue… Eu me sinto verdadeiramente com muitas limitações, com muitos problemas, sinto-me também pecador – vocês sabem disso! - e devo pedir isso. Isso me vem de dentro! Também peço a Nossa Senhora que reze por mim ao Senhor. É um hábito, mas é um hábito que vem-me do coração e também pela necessidade que tenho para o meu trabalho. Eu sinto que devo pedir... Eu não sei, é assim…
Padre Lombardi:
Agora passemos para o grupo de língua inglesa, e demos a palavra ao nosso colega Pullella da Reuters, que está aqui à frente.
Philip Pullella:
Santidade, em nome do grupo inglês, obrigado pela sua disponibilidade. O colega Juan de Lara já fez a pergunta que queríamos colocar; então eu continuo um pouco naquela linha… mas só um pouco: Santidade, ao procurar fazer essas mudanças, eu me lembro que o senhor disse ao grupo da América Latina que há muitos santos que trabalham no Vaticano, mas também pessoas que são um pouco menos santo, não? O Santo Padre encontrou resistências a esse seu desejo de mudar as coisas no Vaticano? Encontrou resistências? A segunda pergunta é: O senhor vive de modo muito austero, ficou em Santa Marta, etc... Vossa Santidade quer que seus colaboradores, mesmo os Cardeais, sigam esse exemplo e vivam, quem sabe, em comunidade, ou é algo apenas para o senhor?
Papa Francisco:
As mudanças... as mudanças derivam também de duas vertentes: daquilo que nós, cardeais, pedimos, e daquilo que vem da minha personalidade. O senhor falava do fato de eu ter ficado em Santa Marta: mas eu não poderia viver sozinho no Palácio, que não é luxuoso. O apartamento pontifício não é muito luxuoso! É espaçoso, é grande, mas não é luxuoso. Mas eu não posso viver sozinho ou com um pequenino grupo! Preciso de gente, encontrar pessoas, falar com as pessoas... E por isso, quando os alunos das escolas jesuítas me fizeram a pergunta: «Por que faz isso? Por austeridade, por pobreza?», eu respondi: Não, não. É simplesmente por motivos psiquiátricos: psicologicamente eu não posso. Cada um deve levar por diante sua vida, com seu jeito de viver, de ser. Os cardeais que trabalham na Cúria não vivem como pessoas ricas e suntuosas: eles vivem em um pequeno apartamento, são austeros, eles são austeros. Aqueles que conheço; estes apartamentos que a APSA dá aos cardeais. Depois parece-me que há outra coisa que eu queria dizer. Cada um deve viver como o Senhor lhe pediu para viver. Mas a austeridade – uma austeridade geral -, eu acho que é necessária para todos nós que trabalhamos ao serviço da Igreja. Existem tantos matizes relativos à austeridade... cada um deve procurar o seu caminho. Quanto a santos, é verdade que existem santos: cardeais, padres, bispos, religiosas, leigos; pessoas orando, pessoas que trabalham tanto, e que visitam também os pobres em segredo. Eu conheço alguns que se preocupam com dar de comer aos pobres ou depois, no seu tempo livre, vão para o ministério em uma igreja ou em outra... Eles são sacerdotes. Há santos na Cúria. E também há algum que não é tão santo, e esses são os que fazem mais barulho. Vocês sabem que faz mais barulho uma árvore que cai do que uma floresta que cresce. E isso me faz sofrer, quando se dão essas coisas. Há alguns que dão escândalo, alguns. Nós temos este Monsenhor na cadeia; eu acho que ele ainda continua na cadeia; e não foi parar à cadeia porque se parecia precisamente com a Beata Imelda; não era um Santo. Estes são escândalos, que fazem sofrer. Uma coisa – nunca o disse, mas tenho notado isto - acho que a Cúria tem decaído um pouco do nível que possuía outrora, daqueles veteranos curiais... o perfil do veterano curial, fiel, que fazia o seu trabalho. Precisamos dessas pessoas. Eu acho que... ainda existem, mas não são tantos como outrora. O perfil do veterano curial: eu diria assim. Destes devemos ter mais. Se eu encontro resistências? Bem! Se há resistências, eu ainda não as vi. É verdade que eu não fiz muitas coisas; mas pode-se dizer que encontrei, isso sim, eu encontrei ajuda, e também encontrei pessoas leais. Por exemplo, eu gosto quando alguém me diz: «Eu não estou de acordo», e isso eu encontrei. «Isso não me é claro, não estou de acordo; eu digo-o, o senhor faça como melhor lhe parecer». Este é um verdadeiro colaborador. E eu encontrei isso na Cúria. E isso é bom. Mas, quando há aqueles que dizem: «Ah, que bom, que bom, que bom», e, em seguida, dizem o contrário por trás... Eu ainda não notei. Sim, talvez existam alguns, mas eu não notei. As resistências: em quatro meses, não se pode encontrar muito…
Padre Lombardi:
Agora vamos passar a palavra para uma brasileira; parece-me justo. Temos, então, Patrícia Zorzan. Talvez possa aproximar-se também Izoard, de modo que depois tenhamos também um francês.
Patrícia Zorzan:
Estou falando em nome dos brasileiros. A sociedade mudou, os jovens mudaram; e, no Brasil, se vêem tantos jovens. Vossa Santidade não falou sobre o aborto, sobre o casamento entre pessoas do mesmo sexo. No Brasil, foi aprovada uma lei que alarga o direito ao aborto e permitiu o casamento entre pessoas do mesmo sexo. Por que não falou sobre isso?
Papa Francisco:
A Igreja já se pronunciou perfeitamente sobre isso. Não era necessário voltar, como também não falei da fraude, da mentira ou de outras coisas sobre as quais a Igreja tem uma doutrina clara!
Patrícia Zorzan:
Mas é um assunto que interessa aos jovens…
Papa Francisco:
Sim, contudo não havia necessidade de falar sobre isso, mas das coisas positivas que abrem o caminho aos jovens. Não é verdade? Além disso, os jovens sabem perfeitamente qual é a posição da Igreja!
Patrícia Zorzan:
Qual é a posição de Vossa Santidade? No-la pode dizer?
Papa Francisco:
A da Igreja. Sou filho da Igreja!
Padre Lombardi:
Então, voltemos ao grupo espanhol: Dario Menor Torres... Ah, desculpem! É Izoard, que já tínhamos convocado. Por isso temos agora um do grupo francês... e, em seguida, Dario Menor.
Antoine-Marie Izoard:
Bom dia, Santidade. Em nome dos colegas de língua francesa do vôo: somos 9 neste vôo. Para um Papa que não quer dar entrevistas, estamos-lhe verdadeiramente gratos. Santidade, já desde 13 de março que apresenta-se como o Bispo de Roma, com uma insistência muito grande, muito intensa. Por isso nós queríamos entender qual é o sentido profundo dessa insistência: será talvez que trata-se mais de ecumenismo que de colegialidade, trata-se por acaso de ser primus inter pares da Igreja? Obrigado.
Papa Francisco:
A verdade, nesse ponto, é que não se deve ir além do que diz. O Papa é bispo, Bispo de Roma; e porque é Bispo de Roma é sucessor de Pedro, Vigário de Cristo. São outros títulos, mas o primeiro título é «Bispo de Roma», e daí deriva tudo. Falar, pensar que isso queira dizer ser primus inter pares, não; isso não se segue daquele título. É simplesmente o primeiro título do Papa: Bispo de Roma. Mas temos também os outros... Eu acho que, naquilo que você disse, há algo de ecumenismo: penso que isso possa favorecer um pouco o ecumenismo. Mas, só isso…
Padre Lombardi:
Agora, Dario Menor, de La Razón, de Espanha:
Dario Menor Torres:
Uma pergunta sobre os seus sentimentos. Uma semana atrás, comentando a pergunta de uma criança que lhe interrogou como se sentia, e se alguém podia sonhar com ser Papa e desejar sê-lo. O senhor disse que era preciso ser louco para fazer isso. Depois de sua primeira experiência entre a multidão de pessoas, como foram esses dias no Rio, pode contar como se sente sendo Papa, se é muito duro, se está feliz em sê-lo, e ainda se, de alguma forma, aumentou sua fé ou se, pelo contrário, teve qualquer dúvida. Obrigado!
Papa Francisco:
Fazer o trabalho de bispo é uma coisa bonita, é bonito. O problema é quando alguém procura aquele trabalho: isso já não é tão bonito, isso não é do Senhor. Mas, quando o Senhor chama um padre para se tornar bispo, isso é lindo. Há sempre o perigo de considerar-se um pouco superior aos outros, e não como os outros; considerar-se um pouco príncipe. São perigos e pecados. Mas o trabalho de bispo é bonito: é ajudar os irmãos a seguir em frente. O bispo à frente dos fiéis, para assinalar o caminho; o bispo no meio dos fiéis, para ajudar a comunhão; e o bispo atrás dos fiéis, porque muitas vezes os fiéis têm o faro do caminho. O bispo deve ser assim. A pergunta queria saber se isso me agradava... Sim, agrada-me fazer o bispo, eu gosto. Em Buenos Aires, eu era tão feliz, tão feliz! Fui feliz, é verdade. O Senhor me assistiu nisso. Mas já como padre eu fui feliz, e como bispo fui feliz. Neste sentido, digo: gosto!
Pergunta de outrem:
E fazer o Papa?
Papa Francisco:
Também, também! Quando o Senhor coloca lá você, se você faz aquilo que o Senhor quer, você é feliz. Este é o meu sentimento, o que eu sinto.
Padre Lombardi:
Agora outro do grupo italiano: Salvatore Mazza, de Avvenire:
Salvatore Mazza:
Eu não posso sequer me levantar. Peço desculpa, não consigo sequer pôr-me de pé por causa de todos os fios que tenho debaixo de meus pés. Nós vimos o senhor nos últimos dias: vimo-lo cheio de energia, mesmo já noite funda. Agora nós o estamos vendo com o avião que dança e vemos que o senhor está calmamente em pé, sem um momento de hesitação. Nós queríamos perguntar-lhe: Fala-se muito de próximas viagens; fala-se de viagem à Ásia, a Jerusalém, à Argentina. O senhor já tem um calendário mais ou menos definido para o próximo ano, ou está tudo ainda por decidir?
Papa Francisco:
Definido, definido, não há nada. Mas posso dizer-lhe algumas coisas que se está pensando. Está definido – desculpe – o dia 22 de setembro, em Cagliari; depois, a 4 de outubro, em Assis. Tenho em mente, na Itália, ir visitar os meus familiares; só um dia: tomar o avião de manhã e voltar com outro à noite, porque eles, coitados, me chamam e temos um bom relacionamento; mas tudo em um dia. Fora da Itália: o Patriarca Bartolomeu I quer fazer um encontro para comemorar os 50 anos do encontro entre Atenágoras e Paulo VI em Jerusalém. O próprio governo israelense fez-me um convite especial para ir a Jerusalém. Acho que o mesmo fez o governo da Autoridade palestina. A isso se está pensando: não se sabe ao certo se se vai lá ou não... Depois, na América Latina, acho que não haja possibilidade alguma de voltar, porque o Papa é latino-americano, porque seria a primeira viagem à América Latina... com esta, adeus! Temos que esperar um pouco! Creio que se possa ir à Ásia, mas isso está tudo no ar. Tive um convite para ir ao Sri Lanka e também às Filipinas. Mas, à Ásia, tem-se que ir… Porque o Papa Bento XVI não teve tempo para ir à Ásia, e é importante. Ele foi à Austrália e também esteve na Europa e na América, mas a Ásia... Quanto à ida à Argentina: neste momento, eu acho que pode esperar um pouco, porque todas estas viagens têm uma certa prioridade. Eu queria ir a Constantinopla, em 30 de setembro, para fazer uma visita a Bartolomeu I, mas não é possível, não é possível por causa da minha agenda. O nosso encontro, vamos fazê-lo em Jerusalém.
Pergunta de outrem:
Fátima?
Papa Francisco:
Fátima, também há um convite para Fátima, é verdade, é verdade. Há um convite para ir a Fátima.
Pergunta de outrem:
30 de setembro ou 30 de novembro?
Papa Francisco:
Novembro, novembro, Santo André.
Padre Lombardi:
Bom. Agora vamos passar aos Estados Unidos, e chamamos Hada Messia, da CNN, para lhe fazer uma pergunta:
Hada Messia:
Salvé... O senhor segura-se em pé melhor que eu... Não, não, não! Está bem, está bem. A minha pergunta é: quando o senhor encontrou os jovens argentinos disse a eles, um pouco a brincar e talvez um pouco a sério, que, às vezes, também o senhor sente-se enjaulado; queríamos saber a que se referia exatamente…
Papa Francisco:
Se você soubesse quantas vezes tive vontade de sair pelas ruas de Roma... É que, em Buenos Aires, eu gostava de caminhar pela estrada, gostava tanto! Nesse sentido, sinto-me um pouco enjaulado. Mas, dizendo isso, devo afirmar também que estes homens da Gendarmeria vaticana são bons, bons, bons, e estou-lhes grato. Agora deixam-me fazer mais qualquer coisa. Eu penso... seu dever é cuidar da segurança. Enjaulado, nesse sentido. Eu gostaria de caminhar pela estrada, mas entendo que não é possível: eu entendo isso. Nesse sentido, eu disse isso. É que o meu hábito era esse; como dizemos nós em Buenos Aires, eu era um padre callejero...
Padre Lombardi:
Agora vamos chamar novamente um brasileiro: é Marcio Campos. E peço também Guénois que se aproxime pois a vez próxima será para os franceses.
Papa Francisco:
Eu me interrogava a propósito do tempo... é que eles devem servir. Vocês estão com fome?
Vozes:
Não, não...
Marcio Campos:
Sua bênção, Santo Padre! Quero dizer para o senhor que, quando sentir saudades do Brasil, do povo brasileiro alegre, abrace a bandeira que eu entreguei para o senhor. Quero dizer também que desejo agradecer meus colegas do diário Folha de São Paulo, Estado, Globo e Veja por lhes estar representando com uma pergunta. Santo Padre, é muito difícil acompanhar um Papa. Estamos todos cansados. O senhor está bem, e nós estamos todos cansados. No Brasil, a Igreja Católica tem perdido fiéis, com os anos. O movimento da Renovação carismática é uma possibilidade para evitar que os fiéis procurem as igrejas pentecostais? Muito obrigado pela sua presença e muito obrigado por estar no seu vôo.
Papa Francisco:
É bem verdade o que você diz acerca do declínio dos fiéis: é verdade, é verdade. Há estatísticas. Nós conversamos com os bispos brasileiros sobre o problema, em uma reunião que tivemos ontem. A pergunta do senhor era sobre o Movimento de Renovação Carismática. Eu digo-lhes uma coisa. Nos anos..., no final dos anos Setenta e início dos anos Oitenta, eu não podia vê-los. Uma vez, falando sobre eles, eu dissera esta frase: «Estes confundem uma celebração litúrgica com uma escola de samba». Isto disse eu. Eu me arrependi. Depois conheci melhor. Verdade é também que o movimento, com bons conselheiros, fez uma boa estrada. E agora penso que esse movimento faz muito bem à Igreja, em geral. Em Buenos Aires, eu convocava-lhes frequentemente e uma vez por ano eu celebrava uma Missa com todos eles na catedral. Eu sempre lhes favoreci, depois que me converti, quando eu vi o bem que faziam. Porque, neste momento da Igreja – e aqui alargo um pouco a resposta –, eu acho que os movimentos são necessários. Os movimentos são uma graça do Espírito. «Mas como é possível subsistir um movimento que é tão livre?» Também a Igreja é livre! O Espírito Santo faz aquilo que quer. Além disso, o trabalho d’Ele é fazer harmonia. Mas eu acho que os movimentos sejam uma graça, aqueles movimentos que têm o espírito da Igreja. Por isso, creio que o movimento da Renovação Carismática sirva não só para evitar que alguns passem às confissões pentecostais; mas é útil à própria Igreja! Nos renova. E cada um procura o próprio movimento, de acordo com o seu carisma, onde o Espírito o conduz.
Pergunta de fora....
Papa Francisco:
Eu estou cansado.
Padre Lombardi:
Agora Guénois, de Le Figaro, pelo grupo francês.
Jean-Marie Guénois:
Santo Padre, uma pergunta que é também do meu colega de La Croix: O senhor disse que a Igreja, sem a mulher, perde fecundidade. Que medidas concretas tomará? Por exemplo, o diaconato feminino ou uma mulher à frente de um dicastério? E uma pequena pergunta técnica: O senhor disse que estava cansado; tem um tratamento especial para o retorno? Obrigado, Santidade!
Papa Francisco:
Comecemos pela última. Não há nenhum tratamento especial neste avião. Eu estou na frente, em uma bela poltrona, comum, mas comum, aquela que todos têm. Eu mandei escrever uma carta e fazer um telefonema para dizer que eu não queria um tratamento especial no avião: é claro? Segundo, a mulher. Uma Igreja sem as mulheres é como o Colégio Apostólico sem Maria. O papel das mulheres na Igreja não é só a maternidade, a mãe de família, mas é mais forte: é precisamente o ícone da Virgem Maria, de Nossa Senhora; aquela que ajuda a Igreja a crescer. Mas pensem que Nossa Senhora é mais importante que os Apóstolos! É mais importante! A Igreja é feminina: é Igreja, é esposa, é mãe. Mas, na Igreja, a mulher não deve apenas... - não sei como dizer em italiano – o papel da mulher na Igreja não deve circunscrever-se a ser mãe, trabalhadora... Limitá-la não! É outra coisa! Mas os Papas... Paulo VI escreveu uma coisa bonita sobre as mulheres, mas acho que se deve avançar mais na explicitação deste papel e carisma da mulher. Você não pode entender uma Igreja sem mulheres, mas mulheres ativas na Igreja, com o seu perfil, que fazem avançar. Vem-me à mente um exemplo que não tem nada a ver com a Igreja, mas é um exemplo histórico: na América Latina, o Paraguai. Para mim, a mulher do Paraguai é a mulher mais gloriosa da América Latina. Você é paraguaio? Após a guerra, ficaram oito mulheres para cada homem, e essas mulheres fizeram uma escolha um pouco difícil: a escolha de ter filhos para salvar a pátria, a cultura, a fé e a língua. Na Igreja, temos de pensar a mulher sob essa perspectiva de escolhas arriscadas, mas como mulheres. Isso deve ser explicitado melhor. Eu acho que ainda não se fez uma profunda teologia da mulher na Igreja. Limitamo-nos a dizer que pode fazer isto, pode fazer aquilo, agora faz a coroinha, depois faz a Leitura, é a presidente da Caritas... Mas, há muito mais! É necessário fazer uma profunda teologia da mulher. Isso é o que eu penso.
Padre Lombardi:
Pelo grupo espanhol, temos agora Pablo Ordaz, de El País:
Pablo Ordaz:
Gostaríamos de saber como é sua relação de trabalho, e não só de amizade e colaboração, com Bento XVI – nunca antes houve uma situação semelhante –, saber se você tem contatos frequentes e se ele lhe está ajudando neste trabalho. Muito obrigado!
Papa Francisco:
Creio que a última vez que houve dois Papas, ou três Papas, eles não se falavam; eles estavam brigando entre si para ver quem era o verdadeiro. Chegaram a ser três, durante o Cisma do Ocidente. Há uma coisa que qualifica a minha relação com Bento: eu o amo muito. Sempre o amei. Para mim, ele é um homem de Deus, um homem humilde, um homem que reza. Fiquei tão feliz, quando ele foi eleito Papa. Mesmo quando renunciou, foi para mim um exemplo de grandeza! Um grande. Só um grande faz isso! Um homem de Deus e um homem de oração. Agora ele vive no Vaticano, e alguns dizem para mim: Como é possível chegar a isto? Dois Papas, no Vaticano! Mas ele não lhe estorva? Ele não move revolução contra você? Enfim, todas essas coisas que dizem, não? Eu encontrei uma frase para explicar isto: «É como ter o avô em casa», mas o avô sábio. É como, numa família, quando o avô está em casa, quando é venerado, amado, ouvido. Ele é um homem de prudência! Não se intromete. Eu lhe disse tantas vezes: «Santidade, receba, viva a sua vida, venha conosco». Ele veio para a inauguração e a bênção da estátua de São Miguel. Bem, aquela frase diz tudo. Para mim, é como ter o avô em casa: o meu pai. Se eu tivesse uma dificuldade ou uma coisa que não entendia, telefonaria: «Mas – me diga – eu posso fazer assim, isso?». E quando eu fui para falar sobre aquele problema sério de Vatileaks, ele me contou tudo com uma grande simplicidade... como se estivesse ao serviço. Há uma coisa que não sei se vocês a sabem, eu acho que sim, mas não tenho a certeza: quando ele nos falou, no discurso de despedida, em 28 de fevereiro, disse-nos: «Entre vós, está o próximo Papa: eu lhe prometo obediência». Mas é um grande; este é um grande!
Padre Lombardi:
Agora vamos dar a palavra novamente a uma brasileira, Anna Ferreira; aproxime-se também Gian Guido Vecchi, pelo grupo italiano.
Anna Ferreira:
Santo Padre, boa noite. Obrigado. Eu gostaria de dizer «obrigado» muitas vezes: obrigado porque você trouxe tanta alegria para o Brasil, e obrigado também por responder às nossas perguntas. Nós, jornalistas, gostamos muito de fazer perguntas. Queria saber o motivo por que ontem você falou aos bispos brasileiros sobre a participação das mulheres em nossa Igreja. Eu queria entender melhor: como deve ser esta participação de nós, mulheres, na Igreja? O que você acha também da ordenação das mulheres? Qual deve ser a nossa posição na Igreja?
Papa Francisco:
Eu queria explicar um pouco mais o que eu disse sobre a participação das mulheres na Igreja: não pode ser limitada ao fato que faça a coroinha ou a presidente da Caritas, a catequista... Não! Deve ser mais, mas profundamente mais, inclusive misticamente mais, juntamente com aquilo eu já disse da teologia da mulher. E, quanto à ordenação das mulheres, a Igreja falou e disse: «Não». Disse isso João Paulo II, mas com uma formulação definitiva. Aquela porta está fechada. Mas, a propósito disso, eu quero dizer-lhe uma coisa. Eu já disse isso, mas repito. Nossa Senhora, Maria, era mais importante que os Apóstolos, os bispos, os diáconos e os presbíteros. A mulher, na Igreja, é mais importantes que os bispos e os presbíteros; o como é que devemos procurar explicitar melhor, porque eu acho que falta uma explicação teológica disso. Obrigado.
Padre Lombardi:
Gian Guido Vecchi, do Corriere della Sera. Peço para se aproximarem a senhora Pigozzi e Nicole... depois.
Gian Guido Vecchi:
Santo Padre, também nesta viagem falou várias vezes de misericórdia. A propósito do acesso aos sacramentos para os divorciados que voltaram a casar, há possibilidades que algo mude na disciplina da Igreja? Que esses sacramentos sejam uma ocasião para aproximar essas pessoas, em vez de uma barreira que os separa dos outros fiéis?
Papa Francisco:
Este é um tema que sempre pedem. A misericórdia é maior do que aquele caso que o senhor põe. Eu creio que este seja o tempo da misericórdia. Esta mudança de época e também os muitos problemas da Igreja – como um testemunho não bom de alguns padres, problemas mesmo de corrupção na Igreja, também o problema do clericalismo, só para exemplificar – deixaram muitos feridos, muitos feridos. E a Igreja é Mãe: deve ir curar os feridos, com misericórdia. Mas, se o Senhor não se cansa de perdoar, nós não temos outra escolha além desta: em primeiro lugar, curar os feridos. É mãe, a Igreja, e deve seguir por esse caminho de misericórdia. E encontrar uma misericórdia para todos. Mas eu acho que, quando o filho pródigo voltou para casa, o pai não lhe disse: «Mas ouça, ponha-se cômodo: o que você fez com o dinheiro?» Não! Ele fez festa! Talvez depois, quando o filho quis falar, ele falou. A Igreja deve fazer assim. Quando há pessoas... não se limitar a esperar por elas, mas sair ao seu encontro! Esta é a misericórdia. E eu penso que este seja um kairós: este tempo é um kairós de misericórdia. Mas o primeiro que teve esta intuição foi João Paulo II: quando ele começou com Faustina Kowalska, com a Divina Misericórdia... tinha algo em mente, ele intuíra que era uma necessidade deste tempo. Relativamente ao problema da Comunhão para as pessoas em segunda união – já que os divorciados podem ir à Comunhão, não há problema – mas, quando eles vivem em segunda união, não podem. Eu acho que é necessário estudar isso na totalidade da pastoral do matrimônio. E por isso é um problema. Mas os próprios ortodoxos – e aqui abro um parêntese – têm uma prática diferente. Eles seguem a teologia da economia, como eles dizem, e dão uma segunda possibilidade, permitem-no. Mas eu acho que este problema – e fecho o parêntese – deve ser estudado no quadro da pastoral do matrimônio. E, para isso, temos duas coisas: primeira, um dos temas a consultar a estes oito cardeais do Conselho dos Cardeais, com quem nos reuniremos nos dias 1, 2 e 3 de outubro, é como avançar na pastoral do matrimônio, e este problema será lançado lá. E uma segunda coisa: esteve comigo, quinze dias atrás, o secretário do Sínodo dos Bispos, para ver o tema do próximo Sínodo. O tema seria antropológico, mas olhando-o de um lado e de outro, indo e vindo, encontramos este tema antropológico: a fé como ajuda no planejamento da pessoa, mas na família para se debruçar depois sobre a pastoral do matrimônio. Estamos a caminho de uma pastoral do matrimônio um pouco mais profunda. E este é um problema de todos, porque há muitos, não? Por exemplo – digo apenas um – o cardeal Quarracino, meu predecessor, dizia que para ele metade dos matrimônios são nulos. Mas dizia isso, porquê? Porque casam-se sem maturidade, casam-se sem notarem que é para toda a vida, ou casam-se porque socialmente se devem casar. E com isso tem a ver a própria pastoral do matrimônio. E também o problema judicial da nulidade dos matrimônios: isso deve ser revisto, porque os Tribunais eclesiásticos não são suficientes para isso. É complexo o problema da pastoral do matrimônio. Obrigado!
Padre Lombardi:
Obrigado. Agora temos a senhora Pigozzi, do Paris Match, que é ainda do grupo francês…
Caroline Pigozzi:
Boa noite, Santo Padre. Queria saber se, desde que é Papa, se sente ainda jesuíta…
Papa Francisco:
Trata-se de uma questão teológica, porque os jesuítas fazem voto de obedecer ao Papa. Mas, se o Papa for jesuíta, será que deve fazer voto de obedecer ao Geral dos jesuítas? Eu não sei como se resolve isso... Eu sinto-me jesuíta em minha espiritualidade; na espiritualidade dos Exercícios, a espiritualidade, aquela que eu tenho no coração. E tanto me sinto assim que, dentro de três dias, irei celebrar com os jesuítas a festa de Santo Inácio: celebrarei de manhã a Missa. Eu não mudei de espiritualidade, não. Francisco, sim; franciscano, não. Sinto-me jesuíta e penso como jesuíta. Não hipocritamente, mas penso como jesuíta. Obrigado, senhora!
Padre Lombardi:
Se você ainda tiver forças, há ainda qualquer pergunta. Agora, Nicole Winfield, que é da Associated Press, e há... Mas não era... Bem, eu tenho uma lista e aqui verdadeiramente... Pensava que vocês se tinham organizado. Está bem, Elizabetta! Ponha-se você também na lista. Desculpe.
Nicole Winfield:
Santidade, obrigado mais uma vez por ter vindo «ao meio dos leões». Santidade, no quarto mês do seu pontificado, eu queria pedir-lhe para fazer um pequeno balanço. Pode-nos dizer qual foi a coisa melhor de ser Papa, algum detalhe engraçado, qual foi a pior, e qual foi a coisa que mais lhe surpreendeu nesse período?
Papa Francisco:
Mas eu não sei como responder a isso, verdadeiramente. Coisas ruins, ruins não houve. Coisas bonitas, sim! Por exemplo, o encontro com os Bispos italianos foi muito bom, muito bom. Como Bispo da capital de Itália, me senti em casa com eles. E isso foi bom, mas não sei se tenha sido o melhor. Depois uma coisa dolorosa, mas que penetrou fundo no meu coração, foi a visita a Lampedusa. Essa é caso de chorar, mas fez-me bem aquilo. Quando chegam estes barcos, deixam-nos a algumas milhas de distância da costa e eles têm que chegar sozinhos com o barco. Isso me faz pena, porque penso que essas pessoas são vítimas de um sistema sócio-econômico mundial. Mas a coisa pior – desculpe – que me veio foi uma dor ciática – é verdade! – que tive no primeiro mês, porque, para dar entrevistas, me sentava em uma poltrona e isso fez-me um pouco de mal. É uma dor ciática dolorosíssima, dolorosíssima! Não a desejo a ninguém! Mas outras coisas como falar com as pessoas, o encontro com os seminaristas e as religiosas foram lindas, muito lindas. Também o encontro com os estudantes dos colégios jesuítas foi belíssimo. Enfim... coisas boas!
Pergunta:
Qual é a coisa que mais tem surpreendido o senhor?
Papa Francisco:
As pessoas, as pessoas, as pessoas boas que eu encontrei. Encontrei tantas pessoas boas no Vaticano. Eu pensei no que digo; mas é verdade. É um dever de justiça dizê-lo: tantas pessoas boas. Muitas pessoas boas, tantas pessoas boas, mas boas, boas, boas!
Padre Lombardi:
Agora Elisabetta... Santidade, esta já a conhece e também Sergio Rubini. Talvez possa aproximar-se; assim temos os argentinos.
Elisabetta Piqué:
Papa Francisco, antes de mais nada em nome dos cinquenta mil argentinos que encontrei lá e me disseram: «Você vai viajar com o Papa; por favor, diga-lhe que ele foi fantástico, estupendo; pergunte a ele quando virá... Mas Vossa Santidade já disse que não irá. Por isso, lhe faço uma pergunta mais difícil: Ficou assustado quando viu o informe sobre Vatileaks?
Papa Francisco:
Não! Deixe-me contar-lhe uma história sobre o informe «Vatileaks». Quando eu fui encontrar Papa Bento, depois de termos rezado na capela, fomos ao escritório dele e eu vi uma grande caixa e um envelope grande. E Bento disse-me: «Nesta caixa grande, estão todas as declarações, as coisas que disseram as testemunhas, está tudo ali. Mas o resumo e o julgamento final estão neste envelope. E aqui se diz isto..., isto... e isto...» Ele tinha tudo na cabeça! Mas que inteligência! Tudo na memória, tudo! Não me assustei, não. É um problema sério! Mas não me assustei.
Sergio Rubín:
Santidade, duas coisas. A primeira é esta: o senhor insistiu em travar a perda de fiéis. No Brasil, foi muito forte. Espera que esta viagem contribua para que as pessoas voltem à Igreja e a sintam mais próxima? E a segunda, mais familiar: o senhor gostava muito da Argentina, e tinha bem dentro do coração Buenos Aires. Os argentinos se perguntam se o senhor não sinta tanta falta desta Buenos Aires, que percorria nos ônibus, nos autocarros, caminhava pelas ruas. Muito obrigado!
Papa Francisco:
Eu acredito que uma viagem papal faz sempre bem. E eu acho que, no Brasil, isso vai fazer bem, e não somente a presença do Papa, mas aquilo que foi feito nesta Jornada Mundial da Juventude: eles mobilizaram-se e farão muito bem, certamente ajudarão tanto a Igreja. Entretanto estes fiéis que saíram, muitos deles não são felizes, porque sentem que pertencem à Igreja. Penso que isso será positivo não só devido à viagem, mas sobretudo à Jornada: a Jornada foi um evento maravilhoso. Quanto a Buenos Aires, é verdade que às vezes me falta. Isso sinto. Mas é uma carência serena, é uma carência serena, é uma carência serena. Eu creio que você, Sergio, me conheça melhor que todos os outros; você pode responder a esta pergunta. Com o livro que escreveu!
Padre Lombardi:
Agora temos o russo e, em seguida, havia Valentina, que é a decana e queria ela encerrar.
Alexey Bukalov:
Boa noite, Santo Padre. Santo Padre, voltando ao ecumenismo: hoje os ortodoxos celebram 1025 anos de cristianismo; haverá grandes celebrações em muitas capitais. Se quiser fazer um comentário sobre este fato, deixar-me-á feliz com isso. Obrigado.
Papa Francisco:
Nas Igrejas ortodoxas, foi conservada aquela primitiva liturgia, tão bela. Nós perdemos um pouco o sentido da adoração; elas conservam-no, elas louvam a Deus, elas adoram a Deus, cantam, o tempo não conta. O centro é Deus, e esta é uma riqueza que gostava de sublinhar nesta ocasião em que você me faz essa pergunta. Certa vez, falando da Igreja do Ocidente, da Europa Ocidental, sobretudo a Igreja mais crescida, me foi dita esta frase: «Lux ex oriente, ex ocidente luxus». O consumismo, o bem-estar fizeram-nos muito mal. Vocês, pelo contrário, mantiveram no centro essa beleza de Deus, como referência. Quando se lê Dostoiévski – eu acho que é, para todos nós, um autor que devemos ler e reler, porque tem uma sabedoria – percebe-se qual é a alma russa, a alma oriental. É algo que nos fará muito bem. Precisamos dessa renovação, desse ar fresco do Oriente, dessa luz do Oriente. João Paulo II escreveu isso em sua Carta. Mas, muitas vezes, o luxus do Ocidente nos faz perder o horizonte. Não sei, mas o que me ocorre dizer é isto: Obrigado!
Padre Lombardi:
E então encerramos com Valentina; visto que tinha começado na viagem de ida, agora conclui na viagem de regresso.
Valentina Alazraki:
Santidade, obrigado por ter mantido a promessa de responder às nossas perguntas no regresso…
Papa Francisco:
Fiz-lhes demorar o jantar…
Valentina Alazraki:
Não importa, não importa. Bem, a pergunta de todos os mexicanos seria: Quando vai a Guadalupe? Mas essa é dos mexicanos, a minha seria: Vossa Santidade irá canonizar dois grandes Papas, João XXIII e João Paulo II; eu queria saber qual é – a seu modo de ver – o modelo de santidade que sobressai num e noutro e qual é o impacto que eles tiveram na Igreja e na vida do senhor.
Papa Francisco:
João XXIII é um pouco a figura do «padre da aldeia», o padre que ama a cada um dos fiéis, que sabe cuidar dos fiéis e fez isso como bispo, como núncio. Se soubessem quantas certidões falsas de Batismo passou na Turquia a favor dos judeus! É um corajoso, um padre de aldeia bom, com um sentido de humorismo muito grande, muito grande, e uma grande santidade. Quando era núncio, havia alguns no Vaticano que não gostavam muito dele e quando ele chegava para trazer coisas ou pedir, em alguns serviços faziam-no esperar. Nunca se lamentou: rezava o terço, lia o Breviário…, nunca se lamentou! Um manso, um humilde, e também um que se preocupava com os pobres. Quando o Cardeal Casaroli voltou de uma missão na Hungria ou no território da Checoslováquia de então – não me lembro qual das duas –, foi ter com ele para explicar-lhe como andara a missão, naquele período da diplomacia dos «pequeno passos». E houve a audiência – João XXIII morria 20 dias depois – e quando Casaroli estava saindo, ele o parou: «Ah Eminência – não, não era Eminência – Excelência, uma pergunta: o senhor continua a visitar aqueles adolescentes?» (é que Casaroli ia ao cárcere juvenil de Casal del Marmo e jogava com eles). E Casaroli disse: «Sim, sim!» «Nunca lhes abandone». Isso disse João XXIII a um diplomata, que acabava de fazer um périplo de diplomacia, uma viagem tão empenhativa: «O senhor nunca abandone aqueles adolescentes». É um grande, um grande! Depois o evento do Concílio: é um homem dócil à voz de Deus, porque aquilo lhe veio do Espírito Santo; lhe veio e ele foi dócil. Pio XII pensava em fazê-lo, mas as circunstâncias não estavam ainda maduras para isso. Eu acho que este [João XXIII] não pensara nas circunstâncias: ele sentia aquilo e fê-lo. Um homem que se deixava guiar pelo Senhor. De João Paulo II, apetece-me chamar-lhe «o grande missionário da Igreja»: é um missionário, é um missionário, um homem que levou o Evangelho a toda a parte; sabem-no melhor vocês do que eu. Quantas viagens ele fez? Ia! Ele sentia este fogo de fazer avançar a Palavra do Senhor. É um Paulo, é um São Paulo, é um homem assim; e isso para mim é grande. E acho que fazer a cerimônia de canonização dos dois juntos seja uma mensagem para a Igreja: estes dois são bons, eles são bons, são dois bons. Mas estão em curso as causas de Paulo VI e também do Papa Luciani: as causas destes dois estão em andamento. Uma coisa mais – creio que já a disse, mas não sei se aqui ou em outra parte –: a data de canonização. Pensava-se no dia 8 de dezembro deste ano, mas levanta-se um problema sério: aqueles que vêm da Polônia, os pobres – porque aqueles que têm meios podem vir de avião – mas os pobres que querem vir fazem-no de ônibus; e, em Dezembro, as estradas já têm neve, acho que devemos repensar a data. Falei com o cardeal Dziwisz e ele me sugeriu duas possibilidades: o Cristo Rei deste ano, ou o domingo da Misericórdia do próximo ano. Eu acho que é um tempo curto o Cristo Rei deste ano, porque o Consistório será em 30 de setembro e, até ao final de outubro, há pouco tempo. Não sei, tenho de falar com o cardeal Amato sobre isso. Mas penso que não vai ser em 8 de dezembro.
Pergunta:
Mas serão canonizados juntos?
Papa Francisco:
Os dois juntos, sim.
Padre Lombardi:
Obrigado, Santidade. Quem temos ainda? Ilze? Bem, com ela, teremos dado a palavra a todos mesmo, até mais dos que inicialmente se inscreveram…
Ilze Scamparini:
Queria pedir licença para fazer uma pergunta um pouco delicada: outra imagem que também girou um pouco pelo mundo, foi a de Mons. Ricca e as notícias sobre a sua intimidade. Queria saber, Santidade, que pensa fazer em relação a este assunto? Como enfrentar esta questão e como Vossa Santidade pensa abordar toda a questão da lobby gay.
Papa Francisco:
No caso de Mons. Ricca; eu fiz aquilo que o Direito Canônico manda fazer, ou seja, a investigatio previa. E, a partir desta investigatio, não há nada de quanto o acusam, não encontramos nada sobre isso. Esta é a resposta. Mas eu queria acrescentar mais uma coisa sobre isso: eu vejo que muitas vezes na Igreja, fora deste caso e também neste caso, vão-se procurar, por exemplo, os «pecados de juventude» e isso é publicado. Não se trata de delitos, atenção; os delitos são coisa diferente: o abuso de menores é um delito. Não se trata disso, mas de pecados. Ora, se uma pessoa – leigo, sacerdote ou religiosa – cometeu um pecado e depois se converteu, o Senhor perdoa; e quando o Senhor perdoa, o Senhor esquece. E isso é importante para a nossa vida. Quando vamos nos confessar e dizemos, com verdade, «eu pequei nisto», o Senhor esquece e nós não temos o direito de não esquecer, porque corremos o risco de que o Senhor também não se esqueça dos nossos [pecados]. Isso é um perigo. Isso é importante: a teologia do pecado. Muitas vezes eu penso em São Pedro: fez um dos piores pecados, que é renegar a Cristo, e com este pecado Cristo o fez Papa. Devemos pensar muito. Mas, voltando à sua pergunta mais concreta: neste caso, eu fiz a investigatio previa e nada encontramos. Esta era a primeira pergunta. Depois, você falava da lobby gay. Bem! Escreve-se muito sobre a lobby gay. Eu ainda não encontrei ninguém com o bilhete de identidade no Vaticano dizendo que é «gay». Dizem que há. Eu acho que, quando alguém se encontra com uma pessoa assim, deve distinguir entre o fato de que uma pessoa seja gay e o fato de formar uma lobby, porque as lobby nem todas são boas. Isso é mau. Se uma pessoa é gay e procura o Senhor e tem boa vontade, quem sou eu para a julgar? O Catecismo da Igreja Católica explica isso muito bem, dizendo – esperem um pouco… como diz... -: «Não se devem marginalizar estas pessoas por isso, devem ser integradas na sociedade». O problema não é ter essa tendência, não; devemos ser irmãos, porque este é apenas um; mas se há mais outro, outro. O problema é fazer lobby dessa tendência: lobby de gananciosos, lobby de políticos, lobby dos maçons, tantas lobby. A meu ver, este é o problema mais grave. E lhe agradeço muito por ter feito esta pergunta. Muito obrigado!
Padre Lombardi:
Obrigado. Parece-me que mais do que isto não se podia fazer. Abusamos até do Papa, que nos dissera que já estava um pouco cansado e lhe desejamos que descanse um pouco agora.
Papa Francisco:
Obrigado a vocês e boa noite, boa viagem e bom descanso.
[01136-06.01] [Texto original: Plurilíngue]
TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE
Father Lombardi:
Now, my friends, we are delighted to have the Holy Father, Pope Francis, with us on this return flight. He has been good enough to allow plenty of time to review the visit with us and to respond in complete freedom to your questions. I shall ask him to give us a brief introduction and then we will begin with the list of those who have asked to speak, and we will take them from different national groups and language groups. So, over to you, Your Holiness, for your words of introduction.
Pope Francis:
Good evening, and thank you very much. I am pleased. It has been a good journey, spiritually it has done me good. I am quite tired, but my heart is joyful, and I am well, really well: this has done me good spiritually. Meeting people does me good, because the Lord works in each one of us, he works in our hearts, and the Lord’s riches are so great that we can always receive many wonderful things from others. And this does me good. So that is my first reflection. Then, I would say that the goodness, the hearts of the Brazilian people, are big, really big. They are a very lovable people, a people who like to celebrate, who even amid suffering always find a path to seek out the good somewhere. And this is good: they are lively people, and they have suffered greatly! The liveliness of the Brazilians is contagious, it really is! And these people have big hearts. Then, I would say of the organizers, both at our end and those at the Brazilian end, well! I felt as if I was sitting in front of a computer, an incarnate computer ... no, really! Everything was timed so well, wasn’t it? It was wonderful. Then, we had problems with the plans for security: security here, security there; there wasn’t a single accident in the whole of Rio de Janeiro during these days, and everything was spontaneous. With less security, I could have been with the people, I could have embraced them, greeted them, without armoured cars ... there is security in trusting a people. It is true that there is always the danger of some mad person .. the danger that some mad person will do something, but then there is the Lord! But to make an armed space between the bishop and the people is madness, and I prefer the other madness: away with it! And run the risk of the other madness! I prefer this madness: away with it! Closeness is good for us all.
Then, the organization of WYD, not any particular aspect, but overall: the artistic element, the religious element, the catechetical element, the liturgical element .. it was all wonderful! They have the capacity to express themselves in art. Yesterday, for example, they did really lovely things, really lovely! Then, Aparecida: Aparecida for me was a powerful religious experience. I remember the Fifth Conference, I went there to pray, to pray. I wanted to go alone, somewhat hidden, but there was an impressive crowd! But it is not possible, as I knew before I arrived. And we prayed. I don’t know ... one thing ... but on your part as well, your work, they tell me – I didn’t read the newspapers during these days, I didn’t have time, I didn’t see the television, nothing – but they tell me that good work was done, really good work. Thank you, thank you for your collaboration, thank you for doing all this. Then the number, the number of young people. Today – I can hardly believe it – but today, the Governor spoke of three million. I cannot believe it. But from the altar – it’s true! I don’t know whether you, or some of you, were at the altar. From the altar, at the end of Mass, the whole beach was full, as far as the curve; more than four kilometres. There were so many young people. And they say, Archbishop Tempesta said, they came from 178 countries: 178! The Vice-President gave me the same figure, so it’s certain. It is important! Amazing!
Father Lombardi:
Thank you. Now we invite Juan de Lara to speak first, from Efe, he is Spanish, and it is the last journey he will make with us. So we are pleased to give him this opportunity.
Juan de Lara:
Your Holiness, good evening. On behalf of all our colleagues, we want to thank you for these days that you have given us in Rio de Janeiro, for the work that you have done and the effort you have made. And also, on behalf of all the Spanish journalists, we want to thank you for your prayers for the victims of the train accident in Santiago de Compostela. Thank you very much indeed. The first question does not have much to do with the journey, but we take the opportunity that this occasion gives us, and I would like to ask you: Your Holiness, in these four months of pontificate, we see that you have created various commissions to reform the Curia. I want to ask you: what kind of reform do you have in mind, do you foresee the possibility of suppressing the IOR, the so-called Vatican Bank? Thank you.
Pope Francis:
The steps I have taken during these four and a half months come from two sources: the content of what had to be done, all of it, comes from the General Congregations of the Cardinals. There were certain things that we Cardinals asked of the one who was to be the new Pope. I remember that I asked for many things, thinking that it would be someone else... We asked, for example, for the Commission of eight Cardinals, we know that it is important to have an outside body of consultors, not the consultation bodies that already exist, but one on the outside. This is entirely in keeping – here I am making a mental abstraction, but it’s the way I try to explain it – in keeping with the maturing of the relationship between synodality and primacy. In other words, having these eight Cardinals will favour synodality, they will help the various episcopates of the world to express themselves in the very government of the Church. There were many proposals made that have yet to be implemented, such as the reform of the Secretariat of the Synod and its methodology; the Post-Synodal commission, which would have a permanent consultative character; the consistories of Cardinals with less formal agendas, canonization, for example, but also other items, etc. So the source of the content is to be found there! The second source has to do with present circumstances. I admit that it was no great effort for me, during the first month of the pontificate, to organize the Commission of the eight Cardinals, which is an initial step. The financial part I was planning to address next year, because it is not the most important thing that needed to be done. But the agenda changed on account of circumstances that you know about, that are in the public domain. Problems arose that had to be dealt with. The first is the problem of the IOR, that is to say, how to manage it, how to conceptualize it, how to reformulate it, how to put right what needs to be put right, hence the first Commission of Reference, as it is called. You are familiar with the chirograph, what the aims are, who the members are, etc. Then we had the meeting of the Commission of 15 Cardinals who follow the economic affairs of the Holy See. They come from all over the world. And then, while we were preparing for this meeting, we saw the need to make a single Commission of Reference for the whole economy of the Holy See. That is to say, the economic problem was not on the agenda when it had to be addressed, but these things happen when you’re in governance: you try to go in one direction, but then someone throws you a ball from another direction, and you have to bat it back. Isn’t that the way it is? So, life is like that, but this too is part of the wonder of life. I repeat the question that you asked me about the IOR, excuse me, I’m speaking Spanish. Excuse me, the answer came to me in Spanish.
Returning to the question you asked about the IOR, I don’t know how the IOR will end up. Some say perhaps it would be better as a bank, others say it should be an aid fund, others say it should be shut down. Well! That’s what people are saying. I don’t know. I trust the work done by the IOR personnel, who are working on this, and the Commission personnel too. The President of the IOR is staying, the same one as before, whereas the Director and Vice-Director have resigned. But I don’t know how all this is going to end up, and that’s fine, because we keep looking and we will come up with something. We are human in all this. We must find the best solution, no doubt about that. But the hallmarks of the IOR – whether it be a bank, an aid fund, or whatever else – have to be transparency and honesty, they have to be. Thank you.
Father Lombardi:
Many thanks, Your Holiness. So, now we move on to a person from the representatives of the Italian group, and we have someone you know well: Andrea Tornielli, who is going to ask you a question on behalf of the Italian group.
Andrea Tornielli:
Holy Father, I want to ask something perhaps a little indiscreet: there was a photograph that went all over the world when we set off, of you climbing the steps of the aeroplane carrying a black brief-case, and there have been articles all over the world commenting on this new departure. Yes, about the Pope climbing the steps – let’s say it had never happened before that the Pope should climb on board with his own hand-luggage. So, there have been various suggestions about what the black bag contained. So my questions are these: firstly, why was it you carrying the black bag, and not one of your entourage, and secondly, could you tell us what was in it? Thank you.
Pope Francis:
It wasn’t the key for the atom bomb! Well! I was carrying it because that’s what I’ve always done. When I travel, I carry it. And inside, what was there? There was a razor, a breviary, an appointment book, a book to read, I brought one about Saint Thérèse, to whom I have a devotion. I have always taken a bag with me when travelling – it’s normal. But we must be normal ... I don’t know ... what you say is a bit strange for me, that the photograph went all over the world. But we must get used to being normal. The normality of life. I don’t know, Andrea, whether I have answered your question.
Father Lombardi:
Now we will invite a representative of the Portuguese language to speak, Aura Miguel, who is from Radio Renascença:
Aura Miguel:
Your Holiness, I want to ask why you ask so insistently that people pray for you? It isn’t normal, we’re not used to hearing a Pope ask so often that people pray for him...
Pope Francis:
I have always asked this. When I was a priest, I asked it, but less frequently. I began to ask with greater frequency while I was working as a bishop, because I sense that if the Lord does not help in this work of assisting the People of God to go forward, it can’t be done. I am truly conscious of my many limitations, with so many problems, and I a sinner – as you know! – and I have to ask for this. But it comes from within! I ask Our Lady too to pray to the Lord for me. It is a habit, but a habit that comes from my heart and also a real need in terms of my work. I feel I have to ask ... I don’t know, that’s the way it is ...
Father Lombardi:
Now we pass to the English language group, and we invite our colleague Mr Pullella from Reuters, here in front, to speak.
Philip Pullella:
Your Holiness, thank you, on behalf of the English group, for making yourself available. Our colleague de Lara has already put the question that we wanted to ask, so I will continue just a little further along the same lines: When you were seeking to make these changes, I remember you said to the group from Latin America that there are many saints working in the Vatican, but also people who are rather less saintly, didn’t you? Have you encountered resistance to your wish to change things in the Vatican? Have you met with resistance? The second question is this: you live in a very austere manner, you have remained at Santa Marta, and so on... Would you like your collaborators, including the Cardinals, to follow this example, and perhaps to live in community, or is this something for you alone?
Pope Francis:
The changes ... the changes also come from two sources: what we Cardinals asked for, and what has to do with my own personality. You mentioned the fact that I remained at Santa Marta. But I could not live alone in the Palace, and it is not luxurious. The Papal apartment is not particularly luxurious! It is a fair size, but it is not luxurious. But I cannot live alone or with just a few people! I need people, I need to meet people, to talk to people. And that’s why when the children from the Jesuit schools asked me: "Why did you do that? For austerity, for poverty?" No, it was for psychological reasons, simply, because psychologically I can’t do otherwise. Everyone has to lead his own life, everyone has his own way of living and being. The Cardinals who work in the Curia do not live wealthy, opulent lives: they live in small apartments, they are austere, they really are, austere. The ones I know, the apartments that APSA provides for the Cardinals. Then it seems to me that there is something else I wanted to say. Everyone has to live as the Lord asks him to live. But austerity – general austerity – I think it is necessary for all of us who work in the service of the Church. There are many shades of austerity .. everyone must seek his own path. With regard to the saints, it’s true, there are saints: cardinals, priests, bishops, sisters, laypersons; people who pray, people who work hard, and who also help the poor, in hidden ways. I know of some who take trouble to give food to the poor, and then, in their free time, go to minister in this or that church. They are priests. There are saints in the Curia. And there are some who are not so saintly, and these are the ones you tend to hear about. You know that one tree falling makes more noise than a whole forest growing. And it pains me when these things happen. But there are some who create scandal, some. We have this Monsignor in prison, I think he is still in prison. He didn’t exactly go to prison because he was like Blessed Imelda, he was no saint. These are scandals, and they do harm. One thing – I’ve never said this before, but I have come to realize it – I think that the Curia has fallen somewhat from the level it once had, in the days of the old curialists ... the profile of the old curialist, faithful, doing his work. We need these people. I think ... there are some, but not as many as there once were. The profile of the old curialist: I would say that. We need more of them. Do I encounter resistance! Well! If there is resistance, I haven’t seen it yet. It’s true that I haven’t done much, but I would say that I have found help, and I have found loyal people. For example, I like it when people say to me: "I don’t agree", and I have found this. "But I don’t see that, I disagree: that’s what I think, you do as you wish." This is a real collaborator. And I have found people like this in the Curia. And this is good. But when there are those who say: "Oh, how wonderful, how wonderful, how wonderful", and then they say the opposite somewhere else... I have yet to come across this. Maybe it happens, maybe there are some like this, but I’m not aware of them.. Resistance: in four months, you won’t find that much.
Father Lombardi:
Well, now we pass to a Brazilian lady, as seems only right. So here is Patricia Zorzan, and perhaps Mr Izoard could come forward, so that we can have a French speaker next.
Patricia Zorzan:
Speaking on behalf of the Brazilians: society has changed, young people have changed, and in Brazil we have seen a great many young people. You did not speak about abortion, about same-sex marriage. In Brazil a law has been approved which widens the right to abortion and permits marriage between people of the same sex. Why did you not speak about this?
Pope Francis:
The Church has already spoken quite clearly on this. It was unnecessary to return to it, just as I didn’t speak about cheating, lying, or other matters on which the Church has a clear teaching!
Patricia Zorzan:
But the young are interested in this ...
Pope Francis:
Yes, though it wasn’t necessary to speak of it, but rather of the positive things that open up the path to young people. Isn’t that right! Besides, young people know perfectly well what the Church’s position is.
Patricia Zorzan:
What is Your Holiness’ position, if we may ask?
Pope Francis:
The position of the Church. I am a son of the Church.
Father Lombardi:
Well, now let’s return to the Spanish group, Dario Menor Torres ..., oh, excuse me, Mr Izoard, whom we have already called forward, so that we have someone from the French group – and then Dario Menor.
Antonie-Marie Izoard:
Greetings, Your Holiness, on behalf of my francophone colleagues on board – there are nine of us on this flight – for a Pope who does not want to give interviews, we are truly grateful to you. Ever since 13 March, you have presented yourself as the Bishop of Rome, with great, very great insistence. So, we would like to understand the deep significance of this insistence, whether perhaps, rather than collegiality, we are perhaps speaking about ecumenism, perhaps of your being the primus inter pares of the Church? Thank you.
Pope Francis:
Yes, in this, we must not go beyond what is said. The Pope is a bishop, the Bishop of Rome, and because he is the Bishop of Rome he is the Successor of Peter, Vicar of Christ. There are other titles, but the first title is "Bishop of Rome" and everything follows from that. To say, to think that this means being primus inter pares, no, that does not follow. It is simply the Pope’s first title: Bishop of Rome. But there are others too ... I think you said something about ecumenism. I think this actually helps ecumenism. But only this ...
Father Lombardi:
Now Dario Menor from La Razón, from Spain:
Dario Menor Torres:
A question about how you feel. A week ago you mentioned that a child had asked you how it felt, whether someone could imagine being Pope and whether anyone would want to be Pope. You said that people would have to be mad to want that. After your first experience among a great multitude of people, such as you found during these days in Rio, can you tell us how it feels to be Pope, whether it is very hard, whether you are happy to be Pope, whether in some way your faith has grown, or whether, on the contrary, you have had some doubts. Thank you.
Pope Francis:
To do the work of a bishop is a wonderful thing, it is wonderful. The problem arises when someone seeks that work: this is not so good, this is not from the Lord. But when the Lord calls a priest to become a bishop, this is good. There is always the danger of thinking oneself a little superior to others, not like others, something of a prince. There are dangers and sins. But the work of a bishop is wonderful: it is to help one’s brothers and sisters to move forward. The bishop ahead of the faithful, to mark out the path; the bishop in the midst of the faithful, to foster communion; and the bishop behind the faithful, because the faithful can often sniff out the path. The bishop must be like that. You asked me whether I like it. Yes, I like being a bishop, I like it. In Buenos Aires I was very happy, very happy! I was happy, it’s true. The Lord helped me in that. But as a priest I was happy, and as a bishop I was happy. In this sense I say: I like it!
Question from the floor:
And as Pope?
Pope Francis:
Likewise, likewise! When the Lord puts you there, if you do what the Lord wants, you are happy. This is my feeling, this is how I feel.
Father Lombardi:
Now another from the Italian group: Salvatore Mazza from "Avvenire".
Salvatore Mazza:
I cannot even stand up. Excuse me, I cannot even stand up, for all the wires I have under my feet. We have seen during these days, we have seen you full of energy, even late in the evening. We are watching you now on board the aircraft which is tilting from side to side, and you are calmly standing there, without a moment’s hesitation. We would like to ask you: there is talk of future journeys. There is much talk of Asia, Jerusalem, Argentina. Do you already have a more or less definite schedule for next year, or is everything still to be decided?
Pope Francis:
Definite, nothing is definite. But I can say something of what is being planned. One thing that is definite – excuse me – is 22 September in Cagliari. Then, 4 October in Assisi. I have it in mind, within Italy, to go and visit my relatives for a day: to fly there one morning and to return the next morning, because, bless them, they call me and we have a good relationship. But only for one day. Outside Italy: Patriarch Bartholomaios I wants to have a meeting to commemorate the 50th anniversary of the meeting between Athenagoras and Paul VI in Jerusalem. The Israeli Government has also issued a special invitation to go to Jerusalem. I think the Government of the Palestinian Authority has done the same. This is what is in the pipeline: it is not quite clear whether I’m going or not going ... Then, in Latin America, I don’t think there is a possibility of returning, because the Latin American Pope, his first journey is to Latin America! Enough! We must wait a little now! I think I could go to Asia, but this is all up in the air. I have been invited to go to Sri Lanka and also to the Philippines. But I must go to Asia. Because Pope Benedict did not have time to go to Asia, and it is important. He went to Australia and then to Europe and America, but Asia... Going to Argentina: at the moment I think this can wait a little, because all these journeys have a certain priority. I wanted to go to Istanbul on 30 September, to visit Bartholomaios I, but it is not possible, it is not possible because of my schedule. If we meet, it will be in Jerusalem.
Question from the floor:
Fatima?
Pope Francis:
Fatima, there is also an invitation to Fatima, it’s true, it’s true. There is an invitation to go to Fatima.
Question from the floor:
30 September or 30 November?
Pope Francis:
November, November: Saint Andrew.
Father Lombardi:
Good. Well, now we move to the United States, and we invite Hada Messia from CNN to ask you a question:
Hada Messia:
Greetings. You are coping better than I ... No, no, no, it’s all right, it’s all right. My question is this: when you met the young people from Argentina, maybe with tongue in cheek, maybe seriously, you told them that you too, at times, feel penned in. We would like to know what exactly you were referring to ...
Pope Francis:
You know how often I’ve wanted to go walking through the streets of Rome, because, in Buenos Aires, I liked to go for a walk in the city, I really liked to do that! In this sense, I feel a little penned in. But I have to say one thing and that is that these fellows from the Vatican Gendarmerie are so good, they are really, really good, and I am grateful to them. Now they’re letting me do a few more things! I think… their job is to maintain security. So, penned in in that sense. I’d like to go out walking but I understand that it isn’t possible: I understand. That was what I meant. Because I used to be – as we say in Buenos Aires – a callejero, a street priest…
Father Lombardi:
And now we call on another Brazilian: it is Marcio Campos, and I also ask Mr Guénois to come up for the next question, for the French.
Pope Francis:
I was asking what time it is, because they have to serve supper, but are you all hungry?
Background:
No, no…
Marcio Campos:
Holy Father, I want to say that whenever you miss Brazil, the joyful Brazilian people, hold onto the flag that I gave you. I would also like to thank my colleagues at the daily newspapers Folha de São Paulo, Estado, Globo and Veja for being able to represent them in this question. Holy Father, it is difficult to accompany a Pope, very difficult. We are all tired, you are going strong and we are exhausted… In Brazil, the Catholic Church has lost a number of the faithful in these recent years. Is the Charismatic Renewal movement one possible way for ensuring that the faithful do not go to the Pentecostal Church or other pentecostal churches? Many thanks for your presence and many thanks for being with us.
Pope Francis:
It is very true what you are saying about the fall in numbers of the faithful: it is true, it is true. The statistics are there. We spoke with the Brazilian bishops about the problem at a meeting held yesterday. You asked about the Charismatic Renewal movement. I’ll tell you one thing. Back at the end of the 1970s and the beginning of the 1980s, I had no time for them. Once, speaking about them, I said: "These people confuse a liturgical celebration with samba lessons!" I actually said that. Now I regret it. I learned. It is also true that the movement, with good leaders, has made great progress. Now I think that this movement does much good for the Church, overall. In Buenos Aires, I met frequently with them and once a year I celebrated a Mass with all of them in the Cathedral. I have always supported them, after I was converted, after I saw the good they were doing. Because at this time in the Church – and here I’ll make my answer a little more general – I believe that the movements are necessary. The movements are a grace of the Spirit. "But how can you control a movement which is so free?" The Church is free, too! The Holy Spirit does what he wants. He is the one who creates harmony, but I do believe that the movements are a grace, those movements which have the spirit of the Church. Consequently I don’t think that the Charismatic Renewal movement merely prevents some people from passing over to pentecostal denominations. No! It is also a service to the Church herself! It renews us. Everyone seeks his own movement, according to his own charism, where the Holy Spirit draws him or her.
Question in the background...
Pope Francis:
Yo estoy cansado. [ I am tired.]
Father Lombardi:
So, Mr Guénois from Le Figaro, for the French group.
Jean-Marie Guénois:
Holy Father, one question, with my colleague from La Croix: You have said that without women, the Church grows barren. What concrete measures will you take? For example, the diaconate for women or a woman as a head of dicastery? Also, a little technical question: you said you were tired. Have special arrangements been made for the return flight? Thank you, Your Holiness.
Pope Francis:
Let’s begin with the last question. This plane doesn’t have any special arrangements. I am up front, I have a nice seat, a normal one, the same as everyone else has. I had them write a letter and make a phone call to say that I did not want special arrangements on the plane: is that clear? Second, about women. A Church without women is like the college of the Apostles without Mary. The role of women in the Church is not simply that of maternity, being mothers, but much greater: it is precisely to be the icon of the Virgin, of Our Lady; what helps make the Church grow! But think about it, Our Lady is more important than the Apostles! She is more important! The Church is feminine. She is Church, she is bride, she is mother. But women, in the Church, must not only… I don’t know how to say this in Italian… the role of women in the Church must not be limited to being mothers, workers, a limited role… No! It is something else! But the Popes.. Paul VI wrote beautifully of women, but I believe that we have much more to do in making explicit this role and charism of women. We can’t imagine a Church without women, but women active in the Church, with the distinctive role that they play. I think of an example which has nothing to do with the Church, but is an historical example: in Latin America, Paraguay. For me, the women of Paraguay are the most glorious women in Latin America. Are you paraguayo? After the war, there were eight women for every man, and these women made a rather difficult decision: the decision to bear children in order to save their country, their culture, their faith, and their language. In the Church, this is how we should think of women: taking risky decisions, yet as women. This needs to be better explained. I believe that we have not yet come up with a profound theology of womanhood, in the Church. All we say is: they can do this, they can do that, now they are altar servers, now they do the readings, they are in charge of Caritas (Catholic charities). But there is more! We need to develop a profound theology of womanhood. That is what I think.
Father Lombardi:
For the Spanish group, now, we have Pablo Ordaz, from El País:
Pablo Ordaz:
We would like to know about your working relationship, not just your relationship of friendship but that of collaboration, with Benedict XVI. There has never been a situation like this before, and whether you are frequently in contact and if he is helping you in this work. Many thanks.
Pope Francis:
I think that the last time that there were two Popes, or three Popes, they weren’t speaking to one another; they were fighting to see which was the true Pope. We ended up with three Popes during the Western Schism.
There is one thing that describes my relationship with Benedict: I have such great affection for him. I have always loved him. For me he is a man of God, a humble man, a man of prayer. I was so happy when he was elected Pope. Also, when he resigned, for me it was an example of greatness. A great man. Only a great man does this! A man of God and a man of prayer. Now he is living in the Vatican, and there are those who tell me: "How can this be? Two Popes in the Vatican! Doesn’t he get in your way? Isn’t he plotting against you?" All these sorts of things, no? I have found a good answer for this: "It’s like having your grandfather in the house", a wise grandfather. When families have a grandfather at home, he is venerated, he is loved, he is listened to. Pope Benedict is a man of great prudence. He doesn’t interfere! I have often told him so: "Holiness, receive guests, lead your own life, come along with us". He did come for the unveiling and blessing of the statue of Saint Michael. So, that phrase says it all. For me it’s like having a grandfather at home: my own father. If I have a difficulty, or something I don’t understand, I can call him on the phone: "Tell me, can I do this?" When I went to talk with him about that big problem, Vatileaks, he told me everything with great simplicity … to be helpful. There is something I don’t know whether you are aware of – I believe you are, but I’m not certain – when he spoke to us in his farewell address, on 28 February, he said: "In your midst is the next Pope: I promise him obedience". He is a great man; this is a great man!
Father Lombardi:
Now it is the turn of a Brazilian once again; Anna Ferreira; and then Gian Guido Vecchi for the Italians.
Anna Ferreira:
Good evening, Holy Father. Thanks. I would like to say any number of "thanks". Thanks for having brought so much joy to Brazil, and thanks also for responding to our questions. We journalists really like to ask questions. I would like to know, since yesterday you spoke to the Brazilian bishops about the participation of women in our Church... I would like to understand better, what this participation of us women in the Church would be like. Also, what do you think of women’s ordination? What should our position in the Church be like?
Pope Francis:
I would like to explain a bit more what I said about women’s participation in the Church. It can’t just be about their acting as altar servers, heads of Caritas, catechists… No! They have to be more, profoundly more, even mystically more, along with everything I said about the theology of womanhood. And, as far as women’s ordination is concerned, the Church has spoken and said: "No". John Paul II said it, but with a definitive formulation. That door is closed, but on this issue I want to tell you something. I have said it, but I repeat it. Our Lady, Mary, was more important than the Apostles, than bishops and deacons and priests. Women, in the Church, are more important than bishops and priests; how, this is something we have to try to explain better, because I believe that we lack a theological explanation of this. Thank you.
Father Lombardi:
Gian Guido Vecchi, from Corriere della Sera: then I would ask Mrs Pigozzi and Nicole to come forward.
Gian Guido Vecchi:
Holy Father, during this visit too, you have frequently spoken of mercy. With regard to the reception of the sacraments by the divorced and remarried, is there the possibility of a change in the Church’s discipline? That these sacraments might be an opportunity to bring these people closer, rather than a barrier dividing them from the other faithful?
Pope Francis:
This is an issue which frequently comes up. Mercy is something much larger than the one case you raised. I believe that this is the season of mercy. This new era we have entered, and the many problems in the Church – like the poor witness given by some priests, problems of corruption in the Church, the problem of clericalism for example – have left so many people hurt, left so much hurt. The Church is a mother: she has to go out to heal those who are hurting, with mercy. If the Lord never tires of forgiving, we have no other choice than this: first of all, to care for those who are hurting. The Church is a mother, and she must travel this path of mercy. And find a form of mercy for all. When the prodigal son returned home, I don’t think his father told him: "You, sit down and listen: what did you do with the money?" No! He celebrated! Then, perhaps, when the son was ready to speak, he spoke. The Church has to do this, when there is someone… not only wait for them, but go out and find them! That is what mercy is. And I believe that this is a kairos: this time is a kairos of mercy. But John Paul II had the first intuition of this, when he began with Faustina Kowalska, the Divine Mercy… He had something, he had intuited that this was a need in our time. With reference to the issue of giving communion to persons in a second union (because those who are divorced can receive communion, there is no problem, but when they are in a second union, they can’t…), I believe that we need to look at this within the larger context of the entire pastoral care of marriage. And so it is a problem. But also – a parenthesis – the Orthodox have a different practice. They follow the theology of what they call oikonomia, and they give a second chance, they allow it. But I believe that this problem – and here I close the parenthesis – must be studied within the context of the pastoral care of marriage. And so, two things: first, one of the themes to be examined with the eight members of the Council of Cardinals with whom I will meet on 1-3 October is how to move forward in the pastoral care of marriage, and this problem will come up there. And a second thing: two weeks ago the Secretary of the Synod of Bishops met with me about the theme of the next Synod. It was an anthropological theme, but talking it over, going back and forth, we saw this anthropological theme: how does the faith help with one’s personal life-project, but in the family, and so pointing towards the pastoral care of marriage. We are moving towards a somewhat deeper pastoral care of marriage. And this is a problem for everyone, because there are so many of them, no? For example, I will only mention one: Cardinal Quarracino, my predecessor, used to say that as far as he was concerned, half of all marriages are null. But why did he say this? Because people get married lacking maturity, they get married without realizing that it is a life-long commitment, they get married because society tells them they have to get married. And this is where the pastoral care of marriage also comes in. And then there is the legal problem of matrimonial nullity, this has to be reviewed, because ecclesiastical tribunals are not sufficient for this. It is complex, the problem of the pastoral care of marriage. Thank you.
Father Lombardi:
Thank you. And now we have Mrs Pigozzi, from Paris Match, also from the French group…
Caroline Pigozzi:
Good evening, Holy Father. I would like to know if, now that you are the Pope, you still feel that you are a Jesuit…
Pope Francis:
That is a theological question, because Jesuits make a vow of obedience to the Pope. But if the Pope is a Jesuit, perhaps he has to make a vow of obedience to the General of the Jesuits! I don’t know how to resolve this … I feel a Jesuit in my spirituality; in the spirituality of the Exercises, the spirituality deep in my heart. I feel this so deeply that in three days I will go to celebrate with the Jesuits the feast of Saint Ignatius: I will say the morning Mass. I have not changed my spirituality, no. Francis, Franciscan, no. I feel a Jesuit and I think as a Jesuit. I don’t mean that hypocritically, but I think as a Jesuit. Thank you.
Father Lombardi:
If you can hold out, there are still some questions. Now, Nicole Winfield, from the Associated Press, and there are … I had a list and actually I thought you had things planned among yourselves… Anyway, Elisabetta, get in line too, sorry.
Nicole Winfield:
Your Holiness, thank you once again for coming "among the lions". Your Holiness, in the fourth month of your pontificate, I wanted to ask you to make a little tally. Can you tell us what is the best thing about being Pope, an anecdote, and what is the worst, and what is the thing that has most surprised you in this period?
Pope Francis:
I don’t know how to answer that, really. Big things, major things, there just haven’t been any. Beautiful things, yes; for example, my meeting with the Italian bishops was very good, very good. As Bishop of the capital of Italy, I felt at home with them. And that was good, but I don’t know if it was the best. Also a painful thing, one which really touched my heart, the visit to Lampedusa. It was enough to make you weep, it did me good. When these boats arrive, they leave them several miles out from the coastline and they must come ashore alone, on a boat. And this pains me because I think that these people are victims of a world-wide socio-economic system. But the worst thing that happened – excuse me – was an attack of sciatica – really! – that I had the first month, because I was sitting in an armchair to do interviews and it hurt. Sciatica is very painful, very painful! I don't wish it on anyone! But these things: talking with people; the meeting with seminarians and religious was quite beautiful, it was really beautiful. Also, the meeting with the students of Jesuit schools was very beautiful… good things.
Question:
What surprised you most?
Pope Francis:
People, people, the good people I found. I found many good people in the Vatican. I was wondering what I could say, but that is true. I am being fair in saying this: so many good people. So many good people, so many good people, but good, good, good!
Father Lombardi:
Elisabetta, someone that you know, and also Sergio Rubini, come forward, and so now we have the Argentinians.
Elisabetta Piqué
Pope Francis, first of all, on behalf of the fifty thousand Argentinians whom I met and who told me, "You will be travelling with the Pope, so please tell him that he was fantastic, stupendous; ask him when he will come". But you already said you wouldn’t be going .... therefore, I would like to ask you a more difficult question. Were you afraid when you saw the Vatileaks report?
Pope Francis
No! I will tell you a story about the Vatileaks report. When I met with Pope Benedict, after we had prayed in the Chapel, we were in his study and I saw a large box and envelope. Excuse me . . . Benedict said to me; "In this big box are all the statements, all that the witnesses said, everything is there. But the summary and the final judgment are in this envelope. And it says here . . ." He had it all in his head! What intelligence! Everything memorized, everything! But no, it didn’t frighten me, no. No, no. Though it is a big problem. But it didn’t frighten me.
Sergio Rubín
Your Holiness, two things. The first is this: you insisted a great deal on stemming the loss of the faithful. In Brazil, you were very strong. Do you hope that this trip will contribute to people returning to the Church, to them feeling closer to the Church? And second, more informally: you loved Argentina and held Buenos Aires in your heart. The Argentinians are asking if you miss Buenos Aires a lot, riding on the bus, walking through the streets? Many thanks.
Pope Francis
I believe that a Papal trip always helps. I believe it will do Brazil good, not just because the Pope was present, but because of what happened during WYD, how the youth mobilized themselves and these young people will do great good, and maybe they will be able to help the Church a great deal. But these faithful who have left the Church, many are not happy because they know they belong to the Church. I think that this will be very positive, not only for the trip, but above all for the event. WYD was a marvellous event. And yes, at times I do miss Buenos Aires and I feel it. But I am serene about it. But I believe that you, Sergio, know me better than all the others and you are able to answer this question, with the book that you wrote!
Padre Lombardi
Now we have the Russian reporter and then there is Valentina, our senior reporter, who would like to be last.
Alexey Bukalov
Good evening, Holy Father. Holy Father, returning to ecumenism: today, the Orthodox are celebrating one thousand and twenty-five years of Christianity, and there are great festivities in many capital cities. If you would comment on this, I would be grateful. Thank you.
Pope Francis
In the Orthodox Churches, they have retained that pristine liturgy, which is so beautiful. We have lost some of the sense of adoration. The Orthodox preserved it; they praise God, they adore God, they sing, time does not matter. God is at the centre, and I would like to say, as you ask me this question, that this is a richness. Once, speaking of the Western Church, of Western Europe, especially the older Church, they said this phrase to me: Lux ex oriente, ex occidente luxus. Consumerism, comfort, they have done such harm. Instead, you retain this beauty of God in the centre, the reference point. When reading Dostoevsky – I believe that for all of us he is an author that we must read and reread due to his wisdom – one senses what the Russian soul is, what the eastern soul is. It is something that does us much good. We need this renewal, this fresh air from the East, this light from the East. John Paul II wrote about this in his Letter. But many times the luxus of the West makes us lose this horizon. I don’t know, but these are the thoughts that come to me. Thank you.
Father Lombardi
And now we close with Valentina who, having been first during the trip to Rio de Janiero, will be the last for the return trip to Rome.
Valentina Alazraki
Your Holiness, thank you for keeping your promise to respond to our questions on this return trip ...
Pope Francis
I have made you late for dinner ...
Valentina Alazraki
It doesn’t matter ... The question for all Mexicans is: when are you going to visit Guadalupe? ... But this is the question of the Mexicans ... Mine would be: you will canonize the two great Popes, John XXIII and John Paul II. I would like to know what is – according to you – the model of holiness that emerges from them both and what is the impact that these Popes have had on the Church and on you?
Pope Francis
John XXIII is a bit like the figure of the country priest, the priest who loves all the faithful, who knows how to care for the faithful and this he did as a Bishop, and as a Nuncio. How many baptismal certificates did he forge in Turkey to help the Jews! He was courageous, a good country priest, with a great sense of humour, and great holiness. When he was Nuncio, some did not support him in the Vatican, and when he would arrive in Rome to deliver something or to ask a question, certain offices would make him wait. But he never complained: he would pray the Rosary, say the breviary. He was meek and humble, and he always concerned himself with the poor. When Cardinal Casaroli returned from a mission – I believe it was from Hungary or from what was then Czechoslovakia, I don’t remember which, though – the Cardinal went to Pope John to tell him how the mission went, in that epoch of the diplomacy of "small steps". And the Pope and Cardinal Casaroli met – twenty days later Pope John XXIII would be dead – and as the Cardinal was leaving, the Pope stopped him: "Your Eminence – no, he wasn’t yet a Cardinal – Your Excellency, a question: are you still going to see those young people?" He asked because Cardinal Casaroli had been going to the juvenile prison in Casal del Marmo and visiting with the young people. And Cardinal Casaroli said: "Yes, yes!" "Never abandon them." This to a diplomat, who was returning from a diplomatic mission, a very important trip, that John XXIII said: "Never abandon the young". How great he was, how great! Then, he was also a man of the Council: he was a man docile to the voice of God, which came to him through the Holy Spirit, and he was docile to the Spirit. Pius XII was thinking of calling the Council, but the circumstances weren’t right. I believe that John XXIII didn’t think about the circumstances: he felt and acted. He was a man who let the Lord guide him. Regarding John Paul II, I would say he was "the great missionary of the Church": he was a missionary, a man who carried the Gospel everywhere, as you know better than I. How many trips did he make? But he went! He felt this fire of carrying forth the Word of the Lord. He was like Paul, like Saint Paul, he was such a man; for me this is something great. And to canonize them both together will be, I believe, a message for the Church: these two were wonderful, both of them. Paul VI’s cause is also under way, as is the cause of John Paul I. Both are under way. One more thing that I believe I said already, but I don’t know if I said it here or elsewhere – the canonization date. One date under consideration was 8 December this year, but there is a significant problem; those who will come from Poland, some can afford to come by air, but the poor will come by bus and the roads are already icy in December, so I think the date needs to be rethought. I spoke with Cardinal Dziwisz and he suggested to me two possibilities: Christ the King Sunday this year or Divine Mercy Sunday next year. I think there is too little time for Christ the King this year, since the Consistory will be on 30 September and the end of October will be too soon. But I don’t know. I must speak with Cardinal Amato about this. But I don’t think it will be 8 December.
Question from the floor
But they will be canonized together?
Pope Francis
Both together, yes.
Father Lombardi
Thank you, Your Holiness. Who is still to come? Ilze? Then everyone will have had a turn, even more than had signed up before ...
Ilze Scamparini
I would like permission to ask a delicate question: another image that has been going around the world is that of Monsignor Ricca and the news about his private life. I would like to know, Your Holiness, what you intend to do about this? How are you confronting this issue and how does Your Holiness intend to confront the whole question of the gay lobby?
Pope Francis
About Monsignor Ricca: I did what canon law calls for, that is a preliminary investigation. And from this investigation, there was nothing of what had been alleged. We did not find anything of that. This is the response. But I wish to add something else: I see that many times in the Church, over and above this case, but including this case, people search for "sins from youth", for example, and then publish them. They are not crimes, right? Crimes are something different: the abuse of minors is a crime. No, sins. But if a person, whether it be a lay person, a priest or a religious sister, commits a sin and then converts, the Lord forgives, and when the Lord forgives, the Lord forgets and this is very important for our lives. When we confess our sins and we truly say, "I have sinned in this", the Lord forgets, and so we have no right not to forget, because otherwise we would run the risk of the Lord not forgetting our sins. That is a danger. This is important: a theology of sin. Many times I think of Saint Peter. He committed one of the worst sins, that is he denied Christ, and even with this sin they made him Pope. We have to think a great deal about that. But, returning to your question more concretely. In this case, I conducted the preliminary investigation and we didn’t find anything. This is the first question. Then, you spoke about the gay lobby. So much is written about the gay lobby. I still haven’t found anyone with an identity card in the Vatican with "gay" on it. They say there are some there. I believe that when you are dealing with such a person, you must distinguish between the fact of a person being gay and the fact of someone forming a lobby, because not all lobbies are good. This one is not good. If someone is gay and is searching for the Lord and has good will, then who am I to judge him? The Catechism of the Catholic Church explains this in a beautiful way, saying ... wait a moment, how does it say it ... it says: "no one should marginalize these people for this, they must be integrated into society". The problem is not having this tendency, no, we must be brothers and sisters to one another, and there is this one and there is that one. The problem is in making a lobby of this tendency: a lobby of misers, a lobby of politicians, a lobby of masons, so many lobbies. For me, this is the greater problem. Thank you so much for asking this question. Many thanks.
Father Lombardi
Thank you. It seems to me that we cannot do more than we have done. We have kept the Pope too long, after he already said he was a little tired. We wish him now some time of rest.
Pope Francis
Thank you. Goodnight, have a good trip and rest well.
[01136-02.01] [Original text: Plurilingual]
[B0508-XX.02]