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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO A RIO DE JANEIRO (BRASILE) IN OCCASIONE DELLA XXVIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (22-29 LUGLIO 2013) (III), 23.07.2013


VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO A RIO DE JANEIRO (BRASILE) IN OCCASIONE DELLA XXVIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (22-29 LUGLIO 2013) (III)

INCONTRO DEL SANTO PADRE FRANCESCO CON I GIORNALISTI DURANTE IL VOLO VERSO RIO DE JANEIRO (LUNEDÌ 22 LUGLIO 2013)

 TESTO DELL’INCONTRO

 TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE

 TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

Ieri mattina, nel corso del viaggio aereo verso il Brasile in occasione della GMG di Rio de Janeiro, il Santo Padre Francesco ha incontrato gli operatori della comunicazione del Volo Papale.
Pubblichiamo di seguito la trascrizione del dialogo del Papa con i giornalisti a bordo dell’aereo, introdotto dal Direttore della Sala Stampa, P. Federico Lombardi
:

 TESTO DELL’INCONTRO

Padre Lombardi: Santo Padre Francesco, benvenuto in mezzo a questa comunità volante di giornalisti, di operatori delle comunicazioni. Noi siamo molto emozionati di accompagnarLa nel suo primo viaggio intercontinentale, internazionale, dopo averLa già seguita a Lampedusa con molta emozione! Tra l’altro è il primo viaggio nel suo continente, alla fine del mondo. E’ un viaggio con i giovani. Quindi c’è un grande interesse. Come vede abbiamo occupato tutti i posti disponibili per i giornalisti su questo volo. Siamo più di 70 persone, e questo gruppo è composto con criteri di grande varietà, cioè ci sono i rappresentanti delle televisioni – sia redattori, sia cameramen – ci sono i rappresentanti della stampa scritta, delle agenzie di stampa, della radio, operatori di internet… Quindi, praticamente, tutti i media sono rappresentati in modo qualificato. E sono anche rappresentate le culture, le lingue diverse. Abbiamo, su questo volo, un bel gruppo di italiani, poi ci sono naturalmente i brasiliani che sono venuti anche dal Brasile per volare insieme con Lei: ci sono dieci brasiliani che sono venuti apposta per questo. Poi ci sono dieci degli Stati Uniti d’America, nove della Francia, sei della Spagna; poi ci sono inglesi, messicani, tedeschi; anche Giappone, Argentina – naturalmente –, Polonia, Portogallo e Russia sono rappresentati. Quindi è una comunità molto varia. Molti dei presenti seguono spesso i viaggi del Papa all’estero, quindi non sono alla loro prima esperienza, anzi alcuni sono molto navigati, conoscono questi viaggi molto meglio di Lei. Altri sono, invece, qui per la prima volta, perché, per esempio i brasiliani, seguono specificamente questo viaggio. Allora, noi abbiamo pensato di accoglierLa in questo gruppo, anche con la voce di uno di noi, o meglio una di noi, che è stata scelta – credo senza particolari problemi di concorrenza – perché è certamente la persona che ha fatto più viaggi all’estero con il Santo Padre: fa la gara con il dottor Gasbarri anche per il numero dei viaggi fatti. Poi, è una persona che viene dal suo continente, che quindi può parlarLe in spagnolo, nella sua lingua; ed è una persona – tra l’altro – che è una donna, quindi è giusto che le diamo la voce. Io do subito la parola, allora, a Valentina Alazraki, che è la corrispondente di Televisa da molti anni, e però è sempre giovanile, come vede, e che tra l’altro siamo contenti di avere con noi perché poche settimane fa si era rotta un piede e allora avevamo paura che non potesse venire. Invece, l’ha aggiustato per tempo, si è tolta il gesso due-tre giorni fa e adesso è già sull’aereo. Quindi, è lei che interpreta i sentimenti della comunità volante per Lei.

Valentina Alazraki: [in spagnolo] Papa Francesco, buongiorno! L’unico merito che ho per avere il privilegio di darLe il benvenuto è l’altissimo numero di ore di volo. Ho partecipato nel primo volo di Giovanni Paolo II in Messico, il mio Paese. Allora ero la mascotte, ora sono la decana: 34 anni e mezzo dopo! Per questo ho il privilegio di darLe il benvenuto. Sappiamo dai suoi amici e collaboratori in Argentina che i giornalisti non sono precisamente "santi della sua devozione". Forse avrà pensato che padre Lombardi Lo abbia portato nel recinto dei leoni… Ma la verità è che noi non siamo così tanto feroci e abbiamo un grande piacere di poter essere suoi compagni di viaggio. Ci piacerebbe che Lei ci vedesse così, come compagni di viaggio in questo e in tanti altri ancora. Ovviamente siamo giornalisti e se oggi, domani o nei giorni successivi desidera rispondere a delle domande non diremo di no, perché siamo giornalisti. Abbiamo visto che ha affidato questo suo viaggio a Maria, andando a Santa Maria Maggiore, andrà ad Aparecida, ho pensato a farLe un piccolo regalo, una piccolissima Vergine pellegrina perché L’accompagni in questo pellegrinaggio e in tanti altri ancora. Casualmente si tratta della Vergine di Guadalupe, però non per il suo essere Regina del Messico, ma perche è la Patrona dell’America, così che nessuna Vergine se ne risentirà, né quella Argentina, né Aparecida, né nessun’altra. Io Gliela regalo con tantissimo affetto da parte di tutti noi e con la speranza che La protegga in questo viaggio e in tanti altri ancora.

Padre Lombardi: E adesso diamo la parola al Santo Padre, naturalmente, perché ci dica almeno alcune parole di introduzione a questo viaggio.

Papa Francesco: Buongiorno. Buongiorno a tutti voi. Hanno detto – ho sentito – cose un po’ strane: "Non siete santi della mia devozione", "Io sono qui fra i leoni …", ma non tanto feroci, eh? Grazie. Davvero io non do interviste, ma perché non so, non posso, è cosi. Per me è un po’ faticoso farlo, ma ringrazio questa compagnia. Questo primo viaggio è proprio per trovare i giovani, ma trovarli non isolati dalla loro vita, io vorrei trovarli proprio nel tessuto sociale, in società. Perché quando noi isoliamo i giovani, facciamo un’ingiustizia; togliamo loro l’appartenenza. I giovani hanno un’ appartenenza, un’appartenenza ad una famiglia, a una patria, a una cultura, ad una fede… Hanno un’appartenenza e noi non dobbiamo isolarli! Ma, soprattutto, non isolarli da tutta la società! Loro – davvero! – sono il futuro di un popolo: questo è vero! Ma non soltanto loro: loro sono il futuro perché hanno la forza, sono giovani, andranno avanti. Ma anche l’altro estremo della vita, gli anziani, sono il futuro di un popolo. Un popolo ha futuro se va avanti con tutti e due i punti: con i giovani, con la forza, perché lo portano va avanti; e con gli anziani perché loro sono quelli che danno la saggezza della vita. E io tante volte penso che noi facciamo un’ingiustizia con gli anziani, li lasciamo da parte come se loro non avessero niente da darci; loro hanno la saggezza, la saggezza della vita, la saggezza della storia, la saggezza della patria, la saggezza della famiglia. E di questo noi abbiamo bisogno! Per questo dico che io vado a trovare i giovani, ma nel loro tessuto sociale, principalmente con gli anziani. E’ vero che la crisi mondiale non fa cose buone con i giovani. Ho letto la settimana scorsa la percentuale dei giovani senza lavoro. Pensate che noi corriamo il rischio di avere una generazione che non ha avuto lavoro, e dal lavoro viene la dignità della persona di guadagnarsi il pane. I giovani, in questo momento, sono in crisi. Un po’ noi siamo abituati a questa cultura dello scarto: con gli anziani si fa troppo spesso! Ma adesso anche con questi tanti giovani senza lavoro, anche a loro arriva la cultura dello scarto. Dobbiamo tagliare questa abitudine a scartare! No! Cultura della inclusione, cultura dell’incontro, fare uno sforzo per portare tutti alla società! E’ questo un po’ il senso che io voglio dare a questa visita ai giovani, ai giovani nella società.
Vi ringrazio tanto, carissimi, "santi di non devozione" e "leoni non tanto feroci!". Ma grazie tante, grazie tante. E vorrei salutarvi, ognuno. Grazie.

Padre Lombardi: Grazie mille, Santità, per questa introduzione così espressiva. E adesso passano tutti a salutarla: passano di qua, così possono venire e ognuno di loro può conoscerla, presentarsi; ognuno dica da quale testata, da quale televisione, giornale viene. Così il Papa lo saluta e lo conosce…

Papa Francesco: Abbiamo dieci ore…

[I giornalisti passano uno per uno a incontrare il Santo Padre...]

Padre Lombardi: Avete veramente finito tutti? Sì? Bellissimo! Ringraziamo veramente di cuore Papa Francesco perché è stato, credo, per tutti noi un momento indimenticabile e credo che sia una grande introduzione a questo viaggio. Credo che Lei si è guadagnato un po’ il cuore di questi "leoni", in modo tale che durante il viaggio siano dei suoi collaboratori, cioè capiscano il suo messaggio e lo diffondano con molta efficacia. Grazie, Santità.

Papa Francesco: Vi ringrazio davvero e vi chiedo di aiutarmi e collaborare in questo viaggio, per il bene, per il bene; il bene della società: il bene dei giovani e il bene degli anziani; tutti e due assieme, non dimenticate! E io un po’ rimango come il profeta Daniele: un po’ triste, perché ho visto che i leoni non erano tanto feroci! Grazie tante, grazie tante! Un abbraccio a tutti! Grazie!

[01115-01.01]

 TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE

Padre Lombardi: Santo Padre Francisco, bem-vindo ao meio desta comunidade voadora de jornalistas, operadores das comunicações. Sentimos grande emoção pela possibilidade de acompanhá-lo em sua primeira viagem intercontinental, internacional, depois da comovedora deslocação a Lampedusa! Além do mais, é a primeira viagem ao seu Continente, ao «fim do mundo». É uma viagem na companhia dos jovens; por isso, suscita um grande interesse. Como pode ver, ocupamos todos os lugares disponíveis para os jornalistas neste vôo. Somos mais de 70 pessoas, obedecendo a composição do grupo a critérios de grande variedade, ou seja, temos representantes das televisões – tanto repórteres como operadores de câmara –, os representantes da imprensa escrita, das agências de notícias, da rádio, operadores de internet... Praticamente estão representados, e de forma qualificada, todos os mass-media. E estão representadas também as culturas, as diferentes línguas. Temos, neste vôo, um bom grupo de italianos, em seguida aparecem naturalmente os brasileiros que vieram inclusive do Brasil para voar junto com o Santo Padre: há dez brasileiros que vieram de propósito para isso. Depois temos dez dos Estados Unidos da América, nove da França, seis da Espanha; depois há ingleses, mexicanos, alemães; também o Japão, a Argentina – naturalmente –, a Polônia, Portugal e a Rússia estão representados. Trata-se, portanto, de uma comunidade muito diversificada. Muitos dos que aqui estão acompanham, freqüentemente, as viagens do Papa fora da Itália, ou seja, já não estão em sua primeira experiência, antes, alguns são muito navegados, conhecem essas viagens muito melhor do que o Santo Padre. Diversamente, outros estão aqui pela primeira vez, porque – como os brasileiros, por exemplo – acompanham especificamente esta viagem. Assim, decidimos dar-lhe as boas-vindas a este grupo pela voz também de um de nós, ou melhor, uma de nós, que foi escolhida – acho que sem problemas particulares de concorrência – porque é, certamente, a pessoa que fez mais viagens ao estrangeiro com o Santo Padre: está em disputa com o Doutor Gasbarri inclusive pelo número das viagens realizadas. Além disso é uma pessoa que vem do seu Continente e, por conseguinte, pode falar-lhe em espanhol, na sua língua; e é – para além do mais – uma pessoa mulher, sendo justo que lhe demos a palavra. Então dou imediatamente a palavra a Valentina Alazraki, que é a correspondente de Televisa, há muitos anos – mas permanece sempre juvenil, como o Santo Padre vê –, sentindo-nos contentes por a termos conosco mais não fosse porque algumas semanas atrás partiu um pé e por isso temíamos que não pudesse vir. Mas não, ajustou-o a tempo, tirou o gesso há dois ou três dias e agora já está no avião. Portanto será ela que interpreta os sentimentos desta comunidade voadora para com o Santo Padre.

Valentina Alazraki: Papa Francisco, bom dia! O único mérito que possuo para ter o privilégio de dar-lhe as boas-vindas é o elevado número de horas de vôo. Participei no primeiro vôo de João Paulo II ao México, o meu país. Então era a mascote; agora, 34 anos e meio depois, sou a decana! Por isso tenho o privilégio de dar-lhe as boas-vindas. Sabemos, pelos seus amigos e colaboradores na Argentina, que os jornalistas não são propriamente "santos da sua devoção". Talvez tenha pensado que o Padre Lombardi o trouxe à cova dos leões... A verdade, porém, é que não somos assim tão ferozes, e temos um grande prazer em poder ser seus companheiros de viagem. Gostaríamos que o Santo Padre nos visse assim, como companheiros de viagem, nesta e em muitas outras ainda. Obviamente somos jornalistas, e se hoje, amanhã ou nos dias seguintes quiser responder a perguntas, não vamos dizer que não, porque somos jornalistas. Vimos que confiou esta sua viagem a Maria, tendo ido a Santa Maria Maior e vai ir a Aparecida; pensei oferecer-lhe um pequeno presente, uma pequeníssima Virgem peregrina para que O acompanhe nesta peregrinação e muitas mais. Por coincidência, trata-se da Virgem de Guadalupe; ofereço-a não pelo fato de ser a Rainha do México mas porque é a Padroeira da América, pelo que nenhum Virgem Maria se ressentirá: nem a da Argentina, nem a de Aparecida, nem qualquer outra. Eu lha ofereço com imenso carinho da parte de todos nós e com a esperança de que proteja o Santo Padre nesta viagem e em muitas outras ainda.

Padre Lombardi: E agora demos a palavra ao Santo Padre, naturalmente para que nos diga pelo menos algumas palavras introdutórias a esta viagem.

Papa Francisco: Bom dia! Bom dia a vocês todos! Disseram – eu ouvi –coisas um bocado estranhas: "Que vocês não são santos da minha devoção", "que aqui eu estou no meio dos leões...", ainda bem que não são muito ferozes! Obrigado! Verdadeiramente eu não dou entrevistas, mas é porque não sei, não consigo. Sou assim! Sinto um pouco de dificuldade em fazê-lo, mas agradeço a companhia. Esta primeira viagem tem em vista encontrar os jovens, mas não isolados da sua vida; eu quereria encontrá-los precisamente no tecido social, em sociedade. Porque, quando isolamos os jovens, praticamos uma injustiça: despojamo-los da sua pertença. Os jovens têm uma pertença: pertença a uma família, a uma pátria, a uma cultura, a uma fé… Eles têm uma pertença, e não devemos isolá-los! Sobretudo não devemos isolá-los inteiramente da sociedade! Eles são verdadeiramente o futuro de um povo! Isto é verdade; mas não o são somente eles: eles são o futuro, porque têm a força, são jovens, continuarão para diante. Mas também, no outro extremo da vida, os idosos são o futuro de um povo. Um povo tem futuro se vai em frente com ambos os pontos: com os jovens, com a força, porque o levam para diante; e com os idosos, porque são eles que oferecem a sabedoria da vida. E muitas vezes penso que fazemos uma injustiça aos idosos, pondo-os de lado como se eles não tivessem nada para nos dar; eles têm a sabedoria, a sabedoria da vida, a sabedoria da história, a sabedoria da pátria, a sabedoria da família. E nós precisamos disto! Por isso, digo que vou encontrar os jovens, mas no seu tecido social, principalmente com os idosos. É verdade que a crise mundial não gera coisas boas para os jovens. Li, na semana passada, a percentagem dos jovens desempregados; pensem que corremos o risco de ter uma geração que não encontrou trabalho, e é o trabalho que confere à pessoa a dignidade de ganhar o seu pão. Os jovens, neste momento, sofrem a crise. Aos poucos fomo-nos acostumando a esta cultura do descarte: com os idosos, sucede demasiadas vezes; mas agora acontece também com inúmeros jovens sem trabalho. Também a eles chega a cultura do descarte. Temos de acabar com esse hábito de descartar. Ao contrário, cultura da inclusão, cultura do encontro, fazer um esforço para integrar a todos na sociedade. Isto é de certo modo o sentido que eu quero dar a esta visita aos jovens, aos jovens na sociedade.
Agradeço-vos imenso, caríssimos, "santos de não devoção" e "leões não muito ferozes". Muito obrigado, muito obrigado mesmo! E eu gostava de lhes saudar a cada um. Obrigado!

Padre Lombardi: Muito obrigado, Santo Padre, por esta introdução tão expressiva. E agora vem todos saudá-lo: passam por aqui, desse modo podem vir e cada um pode conhecê-lo, Santidade, apresentar-se; cada um diga de que mídia é, de que televisão ou jornal vem. Assim o Papa o saúda e conhece…

Papa Francisco: Temos dez horas...

[Um a um, os jornalistas encontram o Santo Padre...]

Padre Lombardi: Acabaram realmente de vir todos? Sim? Ótimo! Agradecemos verdadeiramente de coração ao Papa Francisco porque foi – julgo eu – para todos nós um momento inesquecível e penso que constituiu uma bela introdução a esta viagem. Acho que o Santo Padre conquistou pelo menos um pouco do coração destes "leões", de modo que, durante a viagem, possam ser seus colaboradores, isto é, compreendam a sua mensagem e a difundam com grande eficácia. Obrigado, Santidade!

Papa Francisco: Agradeço-lhes de verdade e peço-lhes para ajudar-me e colaborar, nesta viagem, para o bem, para o bem; o bem da sociedade: o bem dos jovens e o bem dos idosos; ambos juntos, não o esqueçam! E eu fico um pouco como o profeta Daniel: um pouco triste, porque vi que os leões não eram muito ferozes! Obrigado, muito obrigado! Um abraço a todos! Obrigado!

[01115-06.01] [Texto original: Plurilíngue]

 TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

Father Lombardi: Pope Francis, welcome among this community of journalists and communications workers on board the aeroplane. We are very moved to be accompanying you on your first intercontinental, indeed your first international journey, having followed you to Lampedusa with great emotion. Apart from anything else, it is the first journey to your own continent, to the end of the world. It is a journey with the young. So there is great interest. As you see, we have filled up all the available places for journalists on this flight. There are over 70 of us, and the group is very varied in its composition; there are representatives of television – both producers and cameramen – there are representatives of the print media, press agencies, radio, internet ... So for all practical purposes, all the media have expert representation. And different cultures, different languages are also represented. On this flight we have a sizeable group of Italians, then of course there are the Brazilians, some of whom have travelled from Brazil in order to come on the flight with you. There are ten Brazilians who have come for this very purpose. Then there are ten from the United States of America, nine from France, six from Spain, there are British, Mexicans and Germans; Japan is also represented, along with Argentina naturally, Poland, Portugal and Russia. So it is a very varied community. Many of those present are frequent followers of Papal trips abroad, so it is not their first experience – on the contrary, some are very well travelled and know these journeys much better than you do. Others, though, are here for the first time, because some, like the Brazilians, are following this journey specifically.

Very well, we thought we would welcome you to this group through the voice of one of our members, indeed one of our female members, who has been chosen – I think without any risk of competition – because she is certainly the one who has been on the greatest number of Papal journeys abroad: she vies with Dr Gasbarri for the number of journeys she has made. Moreover, she comes from your own continent, and can therefore speak to you in Spanish, your own language: and apart from anything else, she is a woman, so it is right and proper that we give her a platform. I will pass the microphone straight away, then, to Valentina Alazraki, who has been the correspondent for Televisa for many years, and so she is always youthful, as you see, and apart from anything else we are pleased to have her here with us because a few weeks ago she broke her foot and then we were afraid she would be unable to come. Thankfully, she has recovered in time, the plaster was removed two or three days ago and now she is with us on the aeroplane. So it is she who will express to you the sentiments of the community on board.

Valentina Alazraki: Pope Francis, good morning! The one qualification I possess for having the privilege of welcoming you is a very large number of flying hours. I took part in Pope John Paul II’s first flight to Mexico, my own country. Then I was the "mascot", now I am the "dean", 34 and a half years later! That is why I have the privilege of welcoming you. We know from your friends and collaborators in Argentina that journalists are not exactly "saints to whom you have a devotion". Perhaps you thought that Father Lombardi had thrown you into the lions’ den ... but the truth is that we are not particularly fierce and we are very glad to be able to accompany you on the journey. We would be pleased if you saw us that way, as travelling companions in this and in many other journeys to come. Obviously we are journalists, and if today, tomorrow, or over the next few days you wish to respond to questions, we will not say no, because we are journalists. We have seen that you entrusted this journey to Mary, by going to Santa Maria Maggiore, and soon you will go to Aparecida, so I thought of making you a small gift of a little pilgrim Virgin, so that she may accompany you on this pilgrimage and on many more to come. It happens to be the Virgin of Guadalupe, not because she is Queen of Mexico, but rather because she is the Patron of America, so that no Virgin might take offence, neither the Virgin from Argentina, nor Aparecida, nor any other. I present her to you with great affection on the part of all of us here, in the hope that she will protect you during this journey and many more in the future.

Father Lombardi: And now, naturally, we invite the Holy Father to speak, so that he may offer at least a few words of introduction to this journey.

Pope Francis: Good morning. Good morning to all of you. I heard you say something a little strange: "You are not saints to whom I have a devotion", "I am here among the lions", but not particularly fierce ones, is that right? Thank you. It is true that I do not give interviews, but why, I do not know, I can’t, it’s just like that. For me it is quite an effort to do so, but I thank all of you here. This first journey is about meeting the young people, but not in isolation from their lives – I would rather meet them within their social context, in society. Because when we isolate the young, we do them an injustice; we take away their "belonging". The young do belong, they belong to a family, to a homeland, to a culture, to a faith .. They belong in all sorts of ways, and we must not isolate them! But in particular, we must not isolate them from the whole of society! They really are the future of a people: it is true. But not only they: they are the future because they have the strength, they are young, they will go forward. But at the other end of life, the elderly, they too are the future of a people. A people has a future if it goes forward with both elements: with the young, who have the strength, and things move forward because they do the carrying; and with the elderly because they are the ones who give life’s wisdom. And I have often thought that we do the elderly an injustice, we set them aside as if they had nothing to offer us; they have wisdom, life’s wisdom, history’s wisdom, the homeland’s wisdom, the family’s wisdom. And we need all this! That is why I say that I am going to meet the young, but within their social context, principally with the elderly. It is true that the global crisis harms the young. I read last week the percentage of the young without work. Just think that we risk having a generation that has never worked, and yet it is through work that a person acquires dignity by earning bread. The young, at this moment, are in crisis. We have become somewhat accustomed to this throwaway culture: too often the elderly are discarded! But now we have all these young people with no work, they too are suffering the effects of the throwaway culture. We must rid ourselves of this habit of throwing away. No! The culture of inclusion, the culture of encounter, making an effort to bring everyone into society! This is the meaning I want to give to this visit among the young, the young within society.
Thank you very much, my dear friends, "saints without devotion", and "not particularly fierce lions". But thank you very much. And I should like to greet you, each one of you. Thank you.

Father Lombardi: Thank you very much, Your Holiness, for this most engaging introduction. And now everyone will pass by to greet you. Please come this way, so that all of you can have a chance to meet the Holy Father and to introduce yourselves. Could each of you say which agency, which television company, which newspaper you come from. In that way the Pope can greet you and know who you are...

Pope Francis: We have ten hours ...

[The journalists pass one by one to meet the Holy Father...]

Father Lombardi: Has everyone finished now? Yes? Excellent! We truly and sincerely thank Pope Francis because for all of us, I think, it has been an unforgettable moment and I think it is a very good introduction to this journey. Holy Father, I think you have rather won the hearts of these "lions", so that during the journey they will assist you, they will understand your message and spread it most effectively. Thank you, Your Holiness.

Pope Francis: I thank you indeed, and I ask you to help me and to assist in this journey, for the good, for the good; the good of society, the good of the young people and the good of the elderly; both together, don’t forget! And like the Prophet Daniel, I am just a little sad, because I have seen that the lions were not all that fierce! Thank you very much indeed. I embrace all of you! Thank you!

[01115-02.01] [Original text: Plurilingual]

[B0482-XX.02]