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MESSAGGIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO 2013, 11.07.2013


MESSAGGIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO 2013

TESTO IN LINGUA ITALIANA

TESTO IN LINGUA FRANCESE  

TESTO IN LINGUA INGLESE  

TESTO IN LINGUA TEDESCA  

TESTO IN LINGUA SPAGNOLA

TESTO IN LINGUA PORTOGHESE  

Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in occasione della Giornata Mondiale del Turismo che, come di consueto, sarà celebrata il 27 settembre, quest’anno sul tema: "Turismo e acqua: proteggere il nostro comune futuro":

TESTO IN LINGUA ITALIANA

Il 27 settembre celebriamo la Giornata Mondiale del Turismo, secondo il tema che l’Organizzazione Mondiale del Turismo ha proposto per quest’anno: "Turismo e acqua: proteggere il nostro comune futuro". Questo è in linea con l’"Anno internazionale della Cooperazione per l’Acqua", che nel contesto del Decennio Internazionale per l’Azione "L’acqua, fonte di vita" (2005-2015), è stato proclamato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite allo scopo di evidenziare "che l’acqua è fondamentale per lo sviluppo sostenibile, in particolare per l’integrità ambientale e l’eliminazione della povertà e della fame, è indispensabile per la salute e il benessere dell’uomo, ed è fondamentale per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio".1

Anche la Santa Sede desidera unirsi a questa commemorazione, portando il suo contributo dall’ambito che le è proprio, cosciente dell’importanza che il fenomeno del turismo riveste nel momento attuale e delle sfide e possibilità che offre alla nostra azione evangelizzatrice. Questo è uno dei settori economici con la più ampia e rapida crescita a livello mondiale. Non dobbiamo dimenticare che durante lo scorso anno è stato superato il traguardo di un miliardo di turisti internazionali, a cui si devono sommare le cifre ancor più alte del turismo locale.

Per il settore turistico, l’acqua è di cruciale importanza, un bene e una risorsa. È un bene in quanto la gente si sente naturalmente attratta da lei e sono milioni i turisti che cercano di godere di questo elemento della natura durante i loro giorni di riposo, scegliendo come destinazione alcuni ecosistemi in cui l’acqua è il tratto più caratteristico (zone umide, spiagge, fiumi, laghi, cascate, isole, ghiacciai o nevai, per citarne alcuni) o cercando di cogliere i suoi numerosi vantaggi (particolarmente in centri balneari o termali). Al tempo stesso, l’acqua è anche una risorsa per il settore turistico ed è indispensabile, fra l’altro, per gli alberghi, i ristoranti e le attività di tempo libero.

Con lo sguardo rivolto al futuro, il turismo sarà un vero vantaggio nella misura in cui riuscirà a gestire le risorse secondo criteri di "green economy", un’economia il cui impatto ambientale si mantenga entro limiti accettabili. Siamo chiamati, quindi, a promuovere un turismo ecologico, rispettoso e sostenibile, che può certamente favorire la creazione di posti di lavoro, sostenere l’economia locale e ridurre la povertà.

Non c’è dubbio che il turismo abbia un ruolo fondamentale nella tutela dell’ambiente, potendo essere un suo grande alleato, ma anche un feroce nemico. Se, ad esempio, alla ricerca di un beneficio economico facile e rapido, si consente all’industria turistica di inquinare un luogo, questo cesserà di essere una meta ambita dai turisti.

Sappiamo che l’acqua, chiave dello sviluppo sostenibile, è un elemento essenziale per la vita. Senza acqua non c’è vita. "Tuttavia, anno dopo anno aumenta la pressione su questa risorsa. Una persona su tre vive in un Paese con scarsità di acqua da moderata ad alta, ed è possibile che per il 2030 la carenza colpisca quasi la metà della popolazione mondiale, giacché la domanda potrebbe superare del 40% l’offerta"2. Secondo dati delle Nazioni Unite, circa un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile. E le sfide legate a questo problema aumenteranno in modo significativo nei prossimi anni, soprattutto perché è mal distribuita, inquinata, sprecata o si dà priorità ad alcuni usi in modo errato o ingiusto, a cui si aggiungeranno le conseguenze del cambiamento climatico. Anche il turismo compete molte volte con altri settori per il suo utilizzo e non di rado si costata che l’acqua è abbondante e si sperpera nelle strutture turistiche, mentre per le popolazioni circostanti scarseggia.

La gestione sostenibile di questa risorsa naturale è una sfida di ordine sociale, economico e ambientale, ma soprattutto di natura etica, a partire dal principio della destinazione universale dei beni della terra, che è un diritto naturale, originario, al quale si deve sottomettere tutto l’ordinamento giuridico relativo a tali beni. La Dottrina Sociale della Chiesa insiste sulla validità e l’applicazione di questo principio, con riferimenti espliciti all’acqua.3

Certamente, il nostro impegno in favore del rispetto della creazione nasce dal riconoscerla come un dono di Dio per tutta la famiglia umana e dall’ascoltare la richiesta del Creatore, che ci invita a custodirla, consapevoli di essere amministratori, e non padroni, del dono che ci fa.

L’attenzione per l’ambiente è un tema importante per Papa Francesco, al quale ha fatto numerose allusioni. Già nella celebrazione eucaristica di inizio del suo ministero petrino ci invitava a essere "custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo - diceva - che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo", ricordando che "tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti".4

Approfondendo questo invito, il Santo Padre affermava durante un’Udienza: "Coltivare e custodire il creato è un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti [...]. Noi invece siamo spesso guidati dalla superbia del dominare, del possedere, del manipolare, dello sfruttare; non la "custodiamo", non la rispettiamo, non la consideriamo come un dono gratuito di cui avere cura. Stiamo perdendo l’atteggiamento dello stupore, della contemplazione, dell’ascolto della creazione".5

Se coltiviamo questo atteggiamento di ascolto, potremo scoprire come l’acqua ci parli anche del suo Creatore e ci ricordi la sua storia di amore per l’umanità. Eloquente è al riguardo la preghiera di benedizione dell’acqua, di cui la liturgia romana si avvale sia nella Veglia pasquale che nel rituale del battesimo, nella quale si ricorda che il Signore si è servito di questo dono come segno e memoria della sua bontà: la Creazione, il diluvio che pone fine al peccato, il passaggio del Mar Rosso che libera dalla schiavitù, il battesimo di Gesù nel Giordano, la lavanda dei piedi che si trasforma in precetto d’amore, l’acqua che emana dal costato del Crocifisso, il mandato del Risorto di fare discepoli e battezzarli… sono pietre miliari della storia della Salvezza, nelle quali l’acqua assume un elevato valore simbolico.

L’acqua ci parla di vita, di purificazione, di rigenerazione e di trascendenza. Nella liturgia, l’acqua manifesta la vita di Dio che ci viene comunicata in Cristo. Lo stesso Gesù si presenta come colui che placa la sete, dal cui seno sgorgheranno fiumi di acqua viva (cfr. Gv 7, 38), e nel suo dialogo con la Samaritana afferma: "chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete" (Gv 4, 14). La sete evoca gli aneliti più profondi del cuore umano, i suoi fallimenti e la sua ricerca di un’autentica felicità oltre se stesso. E Cristo è colui che offre l’acqua che sazia la sete interiore, è la fonte della rinascita, è il bagno che purifica. Egli è la sorgente di acqua viva

Per questo, è importante ribadire che tutti coloro che sono coinvolti nel fenomeno del turismo hanno una forte responsabilità nella gestione dell’acqua, in modo che questo settore sia effettivamente fonte di ricchezza a livello sociale, ecologico, culturale ed economico. Mentre si deve lavorare per riparare i danni causati, si deve anche favorire il suo uso razionale e ridurre al minimo l’impatto, promuovendo politiche adeguate e fornendo dotazioni efficienti, che aiutino a proteggere il nostro futuro comune. Il nostro atteggiamento verso la natura e la cattiva gestione che possiamo fare delle sue risorse non possono gravare né sugli altri né tantomeno sulle generazioni future.

È necessaria, quindi, una maggiore determinazione da parte dei politici e degli imprenditori perché, nonostante tutti siano coscienti delle sfide che il problema dell’acqua ci pone, siamo consapevoli che ciò deve ancora concretizzarsi in impegni vincolanti, precisi e verificabili.

Questa situazione richiede soprattutto un cambiamento di mentalità che porti ad adottare uno stile di vita diverso, caratterizzato dalla sobrietà e dall’autodisciplina.6 Si deve far sì che il turista sia consapevole e rifletta sulle sue responsabilità e sull’impatto del suo viaggio. Egli deve poter giungere alla convinzione che non tutto è permesso, anche se personalmente ne potrebbe assumere l’onere economico. Dobbiamo educare e incoraggiare i piccoli gesti che ci permettono di non sprecare o contaminare l’acqua e che, al tempo stesso, ci aiutano ad apprezzare ancor più la sua importanza.

Facciamo nostro il desiderio del Santo Padre di prendere "tutti il serio impegno di rispettare e custodire il creato, di essere attenti ad ogni persona, di contrastare la cultura dello spreco e dello scarto, per promuovere una cultura della solidarietà e dell’incontro".7

Con San Francesco, il "poverello" di Assisi, eleviamo la nostra lode a Dio, benedicendolo per le sue creature: "Laudato si’, mi Signore, per sor’Acqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta".

Città del Vaticano, 24 giugno 2013

Antonio Maria Card. Vegliò

Presidente

 

X Joseph Kalathiparambil

Segretario

_________________________________________

1 ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE, Risoluzione A/RES/65/154 approvata dall’Assemblea Generale, 20 dicembre 2010.

2 SEGRETARIO GENERALE DELL’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE, Messaggio in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, 22 marzo 2013.

3 Cfr. PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 2 aprile 2004, nn. 171-175, 484-485.

4 FRANCESCO, Santa Messa per l’inizio del Pontificato, 19 marzo 2013.

5 FRANCESCO, Udienza Generale, 5 giugno 2013.

6 Cfr. PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 2 aprile 2004, n. 486.

7 FRANCESCO, Udienza Generale, 5 giugno 2013.

[01045-01.01] [Testo originale: Italiano]

TESTO IN LINGUA FRANCESE

Le 27 septembre, nous célébrons la Journée Mondiale du Tourisme, selon le thème proposé cette année par l’Organisation Mondiale du Tourisme : « Le tourisme et l’eau : protéger notre futur commun ». Cela s’inscrit dans la ligne de l’« Année internationale de la Coopération pour l’Eau » qui a été proclamée par l’Assemblée Générale des Nations Unies, dans le contexte de la Décennie Internationale pour l’Action « L’eau, source de vie » (2005-2015). Le but étant de mettre en relief « que l’eau est fondamentale pour le développement durable, en particulier pour l’intégrité environnementale et l’élimination de la pauvreté et de la faim, elle est indispensable pour la santé et le bien-être de l’homme, et elle est fondamentale pour atteindre les Objectifs de Développement du Millénaire ».1

Le Saint-Siège désire lui aussi s’unir à cette commémoration, en apportant sa contribution à partir du domaine qui lui est propre, conscient de l’importance que revêt le phénomène du tourisme à l’heure actuelle et des défis et possibilités qu’il offre à notre action évangélisatrice. Le tourisme est l’un des secteurs économiques qui connaît la croissance la plus vaste et rapide au niveau mondial. Nous ne devons pas oublier que durant l’année dernière le cap du milliard de touristes internationaux a été franchi, auquel il faut ajouter les chiffres encore plus élevés du tourisme local.

Pour le secteur touristique, l’eau est d’une importance cruciale, un actif et une ressource. C’est un actif dans la mesure où les gens se sentent naturellement attirés par elle et des millions de touristes cherchent à profiter de cet élément durant leurs jours de repos, en choisissant comme destinations certains écosystèmes où l’eau est le trait le plus caractéristique (zones humides, plages, fleuves, lacs, cascades, îles, glaciers ou névés, pour en citer quelques-uns) ou en cherchant à bénéficier de ses nombreux avantages (particulièrement dans des centres balnéaires ou thermaux). En même temps, l’eau est aussi une ressource pour le secteur touristique, notamment pour les hôtels, les restaurants et les activités de loisirs.

Le regard tourné vers le futur, le tourisme sera un véritable avantage dans la mesure où il parviendra à gérer les ressources selon les critères de l’économie verte ou green economy, c’est-à-dire une économie dont l’impact environnemental demeure dans des limites acceptables. Nous sommes donc appelés à promouvoir un tourisme écologique, respectueux et durable, qui peut certainement favoriser la création d’emplois, soutenir l’économie locale et réduire la pauvreté.

Il ne fait aucun doute que le tourisme joue un rôle fondamental dans la protection de l’environnement, pouvant être un grand allié, mais aussi un féroce ennemi. Si, par exemple, en vue d’un bénéfice économique facile et rapide, on permet à l’industrie touristique de polluer un lieu, celui-ci cessera d’être une destination attirant les touristes.

Nous savons que l’eau, clef du développement durable, est un élément essentiel pour la vie. Sans eau, il n’y a pas de vie. « Malheureusement, les pressions qui s’exercent sur elle augmentent d’année en année. Une personne sur trois vit déjà dans un pays connaissant un stress hydrique modéré ou grave, et d’ici à 2030 près de la moitié de la population du globe pourrait souffrir de pénuries d’eau – on estime alors que la demande sera de 40 % supérieure à l’offre ».2 Selon les données fournies par les Nations Unies, environ un milliard de personnes n’a pas accès à l’eau potable. Et les défis liés à ce problème augmenteront de façon significative au cours des prochaines années, surtout parce qu’elle est mal distribuée, polluée, gaspillée ou parce que l’on donne la priorité à certains usages d’une manière erronée ou injuste ; sans compter les conséquences du changement climatique qui viendront s’y ajouter. Le tourisme rivalise souvent aussi avec d’autres secteurs pour son utilisation et, quelquefois, on constate que l’eau est abondante et gaspillée dans les structures touristiques, tandis qu’elle vient à manquer pour les populations environnantes.

La gestion durable de cette ressource naturelle est un défi d’ordre social, économique et environnemental, mais surtout de nature éthique, à partir du principe de la destination universelle des biens de la terre, qui est un droit naturel, originel, auquel doit se soumettre tout l’ordre juridique concernant ces biens. La Doctrine Sociale de l’Eglise insiste sur la validité et l’application de ce principe, avec des références explicites à l’eau.3

Bien sûr, notre engagement en faveur du respect de la création naît de sa reconnaissance comme don de Dieu fait à toute la famille humaine et de l’écoute de l’indication du Créateur, qui nous invite à la garder, conscients d’être les administrateurs et non les maîtres du don qu’il nous fait.

L’attention à l’égard de l’environnement est un thème important pour le Pape François qui y a fait de nombreuses allusions. Déjà, lors de la célébration eucharistique du début de son ministère pétrinien, il nous invitait à être des « gardiens de la création, du dessein de Dieu inscrit dans la nature, gardiens de l’autre, de l’environnement ; ne permettons pas - disait-il - que des signes de destruction et de mort accompagnent la marche de notre monde », rappelant que « tout est confié à la garde de l’homme, et c’est une responsabilité qui nous concerne tous ».4

Approfondissant cette invitation, le Saint-Père affirmait durant une Audience : « Cultiver et garder la création est une indication de Dieu donnée non seulement au début de l’histoire, mais à chacun de nous; cela fait partie de son projet ; cela signifie faire croître le monde avec responsabilité, en le transformant afin qu’il soit un jardin, un lieu vivable pour tous [...]. Au contraire, nous sommes souvent guidés par l’orgueil de dominer, de posséder, de manipuler, d’exploiter ; nous ne la " gardons " pas, nous ne la respectons pas, nous ne la considérons pas comme un don gratuit dont il faut prendre soin. Nous sommes en train de perdre l’attitude de l’émerveillement, de la contemplation, de l’écoute de la création ».5

Si nous cultivons cette attitude d’écoute, nous pourrons découvrir que l’eau nous parle aussi de son Créateur et nous rappelle son histoire d’amour pour l’humanité. La prière de bénédiction de l’eau, utilisée dans la liturgie romaine lors de la Veillée pascale et pour le rituel du Baptême, est éloquente à cet égard. Elle rappelle que le Seigneur s’est servi de ce don comme signe et mémoire de sa bonté : la Création, le déluge qui met fin au péché, le passage de la mer Rouge qui libère de l’esclavage, le Baptême de Jésus dans le Jourdain, le lavement des pieds qui se transforme en précepte d’amour, l’eau qui coule du côté du Crucifié, le mandat du Ressuscité de faire des disciples et de les baptiser … ce sont des pierres milliaires de l’histoire du Salut, dans lesquelles l’eau revêt une haute valeur symbolique.

L’eau nous parle de vie, de purification, de régénération et de transcendance. Dans la liturgie, l’eau manifeste la vie de Dieu qui nous est communiquée dans le Christ. Jésus lui-même se présente comme celui qui apaise la soif, de son sein jaillissent des fleuves d’eau vive (cf. Jn 7, 38), et dans son dialogue avec la Samaritaine, il affirme : « celui qui boit de l’eau que je lui donnerai n’aura plus jamais soif » (Jn 4, 14). La soif évoque les désirs les plus profonds du cœur humain, ses échecs et sa recherche d’un bonheur authentique au-delà de soi-même. Or, le Christ est celui qui offre l’eau qui étanche la soif intérieure, il est la source de la renaissance, il est le bain qui purifie. Il est la source d’eau vive.

Voilà pourquoi il est important de réaffirmer que tous ceux qui sont impliqués dans le phénomène du tourisme ont une forte responsabilité dans la gestion de l’eau, de sorte que ce secteur soit effectivement une source de richesse au niveau social, écologique, culturel et économique. Tandis qu’il faut travailler pour réparer les dommages causés, il faut aussi favoriser son usage rationnel et réduire au minimum l’impact, en promouvant des politiques adéquates et en fournissant des équipements efficaces qui aident à protéger notre futur commun. Notre attitude envers la nature et la mauvaise gestion que nous pouvons faire des ressources ne doivent peser ni sur les autres, ni même et encore moins sur les générations futures.

Une plus grande détermination est nécessaire de la part des personnes engagées en politique et des entrepreneurs. Car, même si tous sont conscients des défis que nous pose le problème de l’eau, nous savons aussi que cela doit encore se concrétiser par des engagements précis, contraignants et vérifiables.

Cette situation requiert surtout un changement de mentalité qui conduise à adopter un style de vie différent, caractérisé par la sobriété et par l’autodiscipline.6 Il faut faire en sorte que le touriste soit conscient et réfléchisse sur ses responsabilités et sur l’impact de son voyage. Il doit pouvoir arriver à la conviction que tout n’est pas permis, même si personnellement il pourrait en assumer le coût financier. Nous devons éduquer et encourager les petits gestes qui nous permettent de ne pas gaspiller ou contaminer l’eau et qui nous aident, en même temps, à apprécier davantage son importance.

Faisons nôtre le désir du Saint-Père de prendre « tous l’engagement sérieux de respecter et de garder la création, d’être attentifs à chaque personne, de combattre la culture du gaspillage et du rebut, pour promouvoir une culture de la solidarité et de la rencontre ».7

Avec saint François, le pauvre d’Assise, élevons notre louange vers Dieu, en le bénissant pour ses créatures : « Loué sois-tu, mon Seigneur, pour sœur l’Eau, qui est très utile et humble et précieuse et chaste ».

Cité du Vatican, 24 juin 2013

Antonio Maria Card. Vegliò

Président

Joseph Kalathiparambil

Secrétaire

____________________________________________________

1 ORGANISATION DES NATIONS UNIES, Résolution A/RES/65/154 approuvée par l’Assemblée Générale, 20 décembre 2010.

2. SECRETAIRE GENERAL DE L’ORGANISATION DES NATIONS UNIES, Message à l’occasion de la Journée Mondiale de l’Eau, 22 mars 2013.

3. Cf. CONSEIL PONTIFICAL "JUSTICE ET PAIX", Compendium de la Doctrine Sociale de l’Eglise, 2 avril 2004, n 171-175, 484-485.

4. FRANÇOIS, Messe pour le début du Pontificat, 19 mars 2013.

5. FRANÇOIS, Audience générale, 5 juin 2013.

6.Cf. CONSEIL PONTIFICAL "JUSTICE ET PAIX", Compendium de la Doctrine Sociale de l’Eglise, 2 avril 2004, n° 486.

7. FRANÇOIS, Audience générale, 5 juin 2013.

[01045-03.01] [Texte original: Français]

TESTO IN LINGUA INGLESE  

On September 27, we will celebrate World Tourism Day, following the theme suggested for this year by the World Tourism Organization: "

Tourism and water: protecting our common future". This is in line with the "International Year of Cooperation for Water", that was proclaimed by the General Assembly of the United Nations, during the International Decade for Action "Water, source of life" (2005-2015), in order to highlight "that water is critical for sustainable development, especially for environmental integrity and eradication of poverty and hunger, it is essential for the health and well-being of human beings, and is fundamental to achieve the Millennium Development Goals".1

The Holy See also wishes to join in this commemoration, bringing its contribution from its own perspective, aware of the importance of the phenomenon of tourism at the present time and the challenges and opportunities it provides to our mission of evangelization. This is one of the economic sectors with the largest and fastest growth in the world. We must not forget that last year it was exceeded the milestone of one billion international tourists, to which we must add the even higher figures of local tourism.

In the tourism sector, water is of crucial importance, an asset and a resource. It is an asset because people feel naturally drawn to it, and there are millions of tourists seeking to enjoy this natural element during their days off, by choosing as their holiday destination some ecosystems where water is the most specific element (wetlands, beaches, rivers, lakes, waterfalls, islands, glaciers or snowfields, just to name a few), or trying to grasp its many benefits (especially in seaside resorts or spas). At the same time, water is also a resource for the tourism industry and it is essential, among other things, to hotels, restaurants and leisure activities.

Looking at the future, tourism will be a real benefit if it will be able to manage these resources according to the criteria of the "green economy", an economy whose environmental impact is kept within acceptable limits. We are invited, therefore, to promote ecotourism, environmentally friendly and sustainable, that can surely promote the creation of new jobs, support the local economy and reduce poverty.

There is no doubt that tourism plays a fundamental role in preserving the environment, by being one of its great ally, but also a fierce enemy. If, for instance, in order to achieve a quick and easy economic profit, the tourism industry is allowed to pollute a place, this location will cease to be a popular destination for tourists.

We know that water, key to sustainable development, is an essential element for life. Without water there is no life. "However, year after year the pressure on this resource increases. One out of three people live in a country with moderate to high-water shortages, and it is possible that by 2030 the shortage will affect almost half of the world’s population, since its demand may exceed the supply by 40%"2. According to UN data, about one billion people have no access to drinking water. And the challenges related to this issue will increase significantly in the coming years, mainly because it is poorly distributed, polluted and wasted, or priority is given to certain incorrect or unjust uses, in addition to the consequences of climate change. Tourism also is often times in competition with other sectors for the usage of water, and not infrequently it is noted that water is abundant and is wasted in tourism structures, while for the surrounding populations it is scarce.

The sustainable management of this natural resource is a challenge for the social, economic and environmental order, but especially because of the ethical nature, starting from the principle of the universal destination of the goods of the earth, which is a natural and original right, to which it must be submitted all the legislation relating to those goods. The Social Doctrine of the Church highlights the validity and application of this principle, with explicit references to water.3

Indeed, our commitment to preserving creation stems from recognizing it as God’s gift to the whole human family, and from hearing the Creator’s calling, who invites us to preserve it, aware of being the stewards, not owners, of the gift He gives us.

Concern for the environment is an important topic for Pope Francis, who has already made many references to it. In the very mass of the inauguration of his Petrine ministry he invited us to be "

stewards of creation, of God’s plan written in nature, the guardians of the other, of the environment; let us not allow- he said - that signs of destruction and death accompany our journey in this world", reminding that "everything is entrusted to the custody of man, and it is everyone’s responsibility".4

Stressing even more this calling, the Holy Father stated during a General Audience: "

Cultivating and preserving creation is a directive of God given not only at the beginning of history, but to each one of us; it is part of his plan; it means allowing the world to grow responsibly, transforming it to be a garden, a living place for all [...]. Instead we are often driven by pride of domination, of possession, manipulation, exploitation; we do not "preserve" it, do not respect it, do not consider it as a free gift to care for. We are losing the attitude of wonder, contemplation, listening to creation".5

If we foster this attitude of listening, we can discover how water speaks to us also of his Creator and reminds us of his story of love for humanity. Regarding this, it is eloquent the prayer for the blessing of water, that the Roman liturgy uses both at the Easter Vigil and in the Ritual of baptism, where it is recalled that the Lord used this gift as a sign and remembrance of his goodness: Creation, the flood that puts an end to sin, the crossing of the Red Sea that delivers from slavery, the baptism of Jesus in the Jordan, the washing of the feet that turns into the precept of love, the water pouring out of the side of Christ Crucified, the command of the Risen Lord to make disciples and baptize them ... are milestones in the history of Salvation, in which water takes on a high symbolic value.

Water speaks of life, purification, regeneration and transcendence. In the liturgy, water manifests the life of God shared with us in Christ. Jesus himself presents himself as the one who quenches our thirst, from whose breast rivers of living water shall flow (cfr. Jn 7:38), and in his dialogue with the Samaritan woman he says: "whoever drinks of the water that I will give will never thirst" (Jn 4:14). Thirst evokes the deepest yearnings of the human heart, his failures and his quest for authentic happiness beyond himself. And Christ is the one who gives the water that quenches the thirst within, he is the source of rebirth, the bath that purifies. He is the source of living water.

For this reason, it is necessary to reiterate that all those involved in the phenomenon of tourism have a big responsibility for water management, in order for this sector to be effectively a source of wealth at a social, ecological, cultural and economic level. While we must work to fix the damage already done, we should also encourage its rational use and minimize the impact by promoting appropriate policies and providing effective ways, aiming at protecting our common future. Our attitude towards nature and the mismanagement of its resources cannot burden others as well as future generations.

Therefore more determination from politicians and entrepreneurs is necessary, because, although all are aware of the challenges made by the issue of water, we are conscious that this willingness should be put into practice with binding, specific and verifiable commitments.

This situation requires above all a change of mentality leading to adopt a different lifestyle marked by sobriety and self-discipline6. We must ensure that tourists are aware and reflect on their responsibilities and the impact of their trip. They must be convinced that not everything is allowed, although they personally carry the economic burden. We need to educate and encourage the small gestures allowing us not to waste or pollute the water and, at the same time, help us appreciate even more its importance.

We share the Holy Father’s concern to take "all the serious commitment to respect and preserve creation, to be responsible for every person, to oppose the culture of waste, to promote a culture of solidarity and encounter".7

With St. Francis, the "Little Poor" of Assisi, we raise our hymn to God, praising him for his creatures: "Praised be to you, my Lord, for sister Water, which is very useful and humble and precious and pure".

Vatican City, 24 June 2013

 

Antonio Maria Card. Vegliò

President

Joseph Kalathiparambil

Secretary

_______________________________________

1 ORGANIZATION OF THE UNITED NATIONS, Resolution A/RES/65/154 approved by the General Assembly, 20 December 2010.

2 SECRETARY GENERAL OF THE UNITED NATIONS, Message on the occasion of the World Day of Water, 22 March 2013.

3 Cfr. PONTIFICAL COUNCIL OF JUSTICE AND PEACE, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 2 April 2004, nn. 171-175, 484-485.

4 POPE FRANCIS, Holy Mass at the beginning of his Pontificate, 19 March 2013.

5 POPE FRANCIS, General Audience, 5 June 2013,

6 Cfr. PONTIFICAL COUNCIL OF JUSTICE AND PEACE, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 2 April 2004, nn. 486.

7 5 POPE FRANCIS, General Audience, 5 June 2013.

[01045-02.01] [Original text: English]

TESTO IN LINGUA TEDESCA  

Am 27. September feiern wir den Welttag des Tourismus’ unter dem Thema, das die Welttourismusorganisation für dieses Jahr vorgeschlagen hat: "

Tourismus und Wasser: unsere gemeinsame Zukunft schützen". Dies steht im Einklang mit dem "Internationalen Jahr zur Zusammenarbeit im Bereich Wasser", das vor dem Hintergrund der internationalen Aktionsdekade "Wasser für das Leben" (2005-2015) von der Generalversammlung der Vereinten Nationen mit dem Ziel ausgerufen wurde, zu betonen, "dass Wasser für die nachhaltige Entwicklung, namentlich auch für die Erhaltung der Umwelt und die Beseitigung von Armut und Hunger, von entscheidender Bedeutung, für die menschliche Gesundheit und das menschliche Wohlergehen unverzichtbar und für die Erreichung der Millenniums-Entwicklungsziele wesentlich ist ".1

Auch der Heilige Stuhl möchte sich diesem Gedenktag anschließen, und seinen Beitrag aus der ihm eigenen Sichtweise in dem Bewusstsein der Bedeutung leisten, die dem Phänomen des Tourismus in unserer Zeit zukommt, aber auch eingedenk der Herausforderungen und den Möglichkeiten, die er für unsere Evangelisierung bietet. Es handelt sich hier um einen der weltweit am stärksten und schnellsten wachsenden Wirtschaftsbereiche. Man darf nicht vergessen, dass im vergangenen Jahr die Marke von einer Milliarde internationaler Touristen überschritten wurde, zu denen die noch höhere Zahl des inländischen Tourismus hinzukommt.

Für den Bereich des Tourismus’ ist das Wasser von grundlegender Bedeutung, ein Kapital und eine Ressource. Es ist ein Kapital, denn die Menschen fühlen sich natürlich zu ihm hingezogen und Millionen Touristen möchten dieses Naturelement in ihren freien Tagen genießen und wählen ihren Zielort in einem der Ökosysteme, in denen das Wasser eines der wichtigsten Merkmale darstellt (Feuchtgebiete, Strände, Flüsse, Seen, Wasserfälle, Inseln, Gletscher oder Schneefelder, um nur einige zu erwähnen), oder sie möchten von seinen zahlreichen Vorzügen Gebrauch machen (besonders in Bade- und Kurorten). Gleichzeitig stellt das Wasser auch eine Ressource im Tourismusbereich dar und ist unter anderem für Hotels, Restaurants und die Freizeitaktivitäten unentbehrlich.

Den Blick auf die Zukunft gerichtet kann der Tourismus ein echter Gewinn sein, wenn es ihm gelingt, die Ressourcen nach den Kriterien einer "green economy" zu nutzen, eine Wirtschaft, deren Umweltauswirkungen sich in vertretbaren Grenzen halten. Es muss also darum gehen, einen ökologischen, respektvollen und nachhaltigen Tourismus zu fördern, der dann sicherlich neue Arbeitsplätze schaffen, die heimische Wirtschaft stärken und die Armut reduzieren kann.

Es gibt keinen Zweifel darüber, dass dem Tourismus eine entscheidende Rolle im Umweltschutz zukommt, denn er kann ein großer Verbündeter, aber auch sein schlimmster Feind sein. Wenn man es zum Beispiel zulässt, dass die Tourismusindustrie auf der Suche nach schnellem und einfachem wirtschaftlichen Gewinn einen Ort verschmutzt, wird dieser Ort bald aufhören, ein Wunschziel für Touristen zu sein.

Wir wissen, dass dem Wasser eine Schlüsselfunktion in der nachhaltigen Entwicklung zukommt und dass es eine Grundvoraussetzung für das Leben darstellt. Ohne Wasser gibt es kein Leben. "Und trotzdem wird Jahr für Jahr der Druck auf diese Ressource größer. Eine von drei Personen lebt in einem Land mit mäßigem oder hohem Wassermangel und es ist möglich, dass der Wassermangel 2030 fast die Hälfte der Weltbevölkerung betrifft, da die Nachfrage das Angebot um 40% übersteigen könnte."2

Daten der Vereinten Nationen zufolge haben eine Milliarde Menschen keinen Zugang zu Trinkwasser. Die mit diesem Problem verbundenen Herausforderungen werden in den kommenden Jahren erheblich zunehmen, vor allem, weil das Wasser ungleich verteilt und verschmutzt ist, es verschwendet wird oder weil bei seiner Nutzung falsche oder ungerechte Prioritäten gesetzt werden; hinzu kommen die Folgen des Klimawandels. Auch der Tourismus konkurriert manchmal mit anderen Sektoren um die Wassernutzung und nicht selten stellt man fest, dass es reichlich Wasser gibt und man verschwendet es in den Strukturen des Tourismus, während die Bevölkerung der Umgebung an Wassermangel leidet.

Die nachhaltige Bewirtschaftung dieser natürlichen Ressource stellt eine Herausforderung für die wirtschaftliche wie für die soziale Ordnung und für die Umwelt dar, aber es ist vor allem eine Herausforderung ethischer Natur, ausgehend von dem Prinzip, dass die Güter dieser Erde allen bestimmt sind, was ein Naturrecht, ein originäres Recht darstellt, dem sich die gesamte Rechtsordnung bezüglich dieser Güter unterzuordnen hat. Die Soziallehre der Kirche besteht auf der Gültigkeit und der Anwendung dieses Prinzips, ausdrücklich Bezug nehmend auf das Wasser.3

Gewiss entspringt unser Engagement zugunsten eines respektvollen Umgangs mit der Schöpfung der Tatsache, dass wir in ihr eine Gabe Gottes für die ganze Menschenfamilie erkennen und dass wir dem Wunsch Gottes Gehör schenken, der uns dazu auffordert, sie in dem Bewusstsein zu hüten, dass wir Treuhänder, nicht aber Besitzer dieser Gabe sind, die er uns macht.

Papst Franziskus schenkt dem Thema Umwelt große Aufmerksamkeit und er hat mehrfach darauf angespielt. Schon in der Heiligen Messe zu Beginn seines Pontifikats forderte er uns dazu auf

„Hüter" der Schöpfungligen, des in die Natur hineingelegten Planes Gottes sein, Hüter des anderen, der Umwelt; lassen wir nicht zu," sagte er, "dass Zeichen der Zerstörung und des Todes den Weg dieser unserer Welt begleiten! Und er erinnerte daran, dass "alles der Obhut des Menschen anvertraut ist, und das ist eine Verantwortung, die alle betrifft".4

Weiter eingehend auf diese Aufforderung, betonte der Heilige Vater während einer Audienz: "Die Schöpfung bebauen und hüten: Diese Weisung gab Gott nicht nur am Anfang der Geschichte, sondern sie gilt einem jeden von uns. Sie gehört zu seinem Plan; es bedeutet, die Welt verantwortungsvoll wachsen zu lassen, sie in einen Garten zu verwandeln, in einen bewohnbaren Ort für alle. [...]. Wir dagegen sind oft vom Hochmut des Herrschens, des Besitzens, des Manipulierens, des Ausbeutens geleitet; wir »hüten« sie nicht, wir achten sie nicht, wir betrachten sie nicht als unentgeltliches Geschenk, für das wir Sorge tragen müssen. Wir verlieren die Haltung des Staunens, der Betrachtung, des Hörens auf die Schöpfung".5

Wenn wir diese Haltung des Hörens bewahren, können wir entdecken, wie das Wasser uns auch von seinem Schöpfer erzählt und uns an die Geschichte seiner Liebe zur Menschheit erinnert. Vielsagend ist in dieser Hinsicht das Gebet zur Segnung des Wassers, dessen die römische Liturgie sich sowohl in der Osternacht wie auch im Taufritual bedient; es wird daran erinnert, dass der Herr sich dieser Gabe als Zeichen und zur Erinnerung an seine Güte bedient: die Schöpfung, die Sintflut, die der Sünde ein Ende setzt, die Durchquerung des Roten Meeres, die von der Sklaverei befreit, die Taufe Jesu im Jordan, die Fußwaschung, die sich in ein Gebot der Liebe verwandelt, das Wasser, dass aus der Seite des Gekreuzigten dringt, die Aufforderung des Auferstandenen, Jünger zu suchen und sie zu taufen…das sind Meilensteine der Erlösungsgeschichte, in denen dem Wasser ein hoher symbolischer Wert zukommt.

Das Wasser spricht zu uns von Leben, von Reinigung, Erneuerung und Transzendenz. In der Liturgie ist das Wasser das Leben Gottes, das uns von Christus gebracht wird. Christus selbst bezeichnet sich als der, der den Durst löscht, aus dessen Leib Ströme lebendigen Wassers fließen (vgl. Joh 7, 38), und in seinem Gespräch mit der Samariterin behauptet er: „Wer aber von dem Wasser trinkt, das ich ihm geben werde, wird niemals mehr Durst haben" (Joh 4, 14). Der Durst ruft die tiefsten Sehnsüchte im Herzen der Menschen wach, seine Misserfolge und sein Streben nach wahrem Glück, jenseits seiner selbst. Und Christus ist derjenige, der das Wasser anbietet, das den inneren Durst stillt, er ist die Quelle der Wiedergeburt, das Bad der Läuterung. Er ist die Quelle des lebendigen Wassers.

Aus diesem Grunde ist es wichtig, zu unterstreichen, dass alle, die mit dem Tourismus zu tun haben, eine große Verantwortung für den Umgang mit dem Wasser tragen, damit dieser Sektor tatsächlich Quelle des Reichtums, in sozialer, ökologischer, kultureller und wirtschaftlicher Hinsicht wird. Man muss einerseits an der Beseitigung der verursachten Schäden arbeiten und andererseits seine vernünftige Nutzung fördern und die Belastung für die Umwelt auf ein Minimum reduzieren, angemessene Politiken unterstützen und für eine effiziente Ausstattung sorgen, die dazu beiträgt, unsere gemeinsame Zukunft zu schützen. Unsere Haltung der Natur gegenüber und die schlechte Nutzung ihrer Ressourcen dürfen weder auf den jeweils anderen, noch auf den zukünftigen Generationen lasten.

Wir brauchen daher eine größere Entschlossenheit auf Seiten der Politiker und der Unternehmer, denn auch wenn wir uns alle der Herausforderungen bewusst sind, vor die uns das Wasserproblem stellt, müssen wir feststellen, dass sich dies noch nicht in zwingenden, präzisen und überprüfbaren Verpflichtungen konkretisiert hat.

Diese Situation erfordert in erster Linie eine Mentalitätsänderung, die uns zu einem neuen Lebensstil führt, der gekennzeichnet ist von Nüchternheit und Selbstdisziplin.6 Man muss dafür sorgen, dass der Tourist unterrichtet ist und über seine Verantwortung und die Auswirkungen seiner Reise nachdenkt. Er muss zu der Überzeugung gelangen, dass nicht alles erlaubt ist, auch wenn er persönlich die anfallenden wirtschaftlichen Belastungen tragen könnte. Die Erziehung zu kleinen Gesten, die es uns erlauben, Wasser nicht zu verschwenden oder zu verschmutzen, und deren Förderung helfen uns zugleich, seine Bedeutung noch höher zu schätzen.

Machen wir uns den Wunsch des Heiligen Vaters zu eigen „dass wir alle uns ernsthaft bemühen, die Schöpfung zu achten und zu hüten, jedem Menschen Aufmerksamkeit zu schenken, der Kultur des Verschwendens und des Wegwerfens entgegenzuwirken, um eine Kultur der Solidarität und der Begegnung zu fördern. "7

Mit dem Heiligen Franziskus, dem „Armen" von Assisi, erheben wir unser Lob zu Gott und preisen ihn für seine Kreaturen: "Laudato si’, mi Signore, per sor’Acqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta" (Gelobet seist Du, mein Herr, durch Schwester Wasser, die nützlich-schlichte, köstliche und reine).

Aus dem Vatikan, am 24. Juni 2013

 

Antonio Maria kardinal Vegliò

Präsident

X Joseph Kalathiparambil

Sekretär

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1 ORGANISATION DER VEREINTEN NATIONEN, Resolution A/RES/65/154 von der Vollversammlung verabschiedet am 20. Dezembre 2010.

2 GENERALSEKRETÄR DER ORGANISATION DER VEREINTEN NATIONEN, Botschaft anlässich des Weltwassertages, 22. März 2013.

3 Vgl. PÄPSTLICHER RAT FÜR GERECHTIGKEIT UND FRIEDEN, Kompendium der Soziallehre der Kirche, 2. April 2004, nn. 171-175, 484-485.

4 FRANZISKUS, Heilige Messe zu Beginn des Pontifikats, 19. März 2013.

5 FRANZISKUS, Generalaudienz, 5. Juni 2013.

6 Vgl. PÄPSTLICHER RAT FÜR GERECHTIGKEIT UND FRIEDEN, Kompendium der Soziallehre der Kirche, 2. April 2004, nn. 486.

7 FRANZISKUS, Generalaudienz, 5. Juni 2013.

[01045-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

TESTO IN LINGUA SPAGNOLA

El 27 de septiembre celebramos la Jornada Mundial del Turismo, bajo el tema que la Organización Mundial del Turismo nos propone para el presente año: "Turismo y agua: proteger nuestro futuro común". Éste está en línea con el "Año Internacional de la Cooperación en la Esfera del Agua", que, en el contexto del Decenio Internacional para la Acción "El agua, fuente de vida" (2005-2015), ha sido proclamado por la Asamblea General de las Naciones Unidas con el objetivo de poner de relieve "que el agua es fundamental para el desarrollo sostenible, en particular para la integridad del medio ambiente y la erradicación de la pobreza y el hambre, es indispensable para la salud y el bienestar humanos y es crucial para lograr los Objetivos de Desarrollo del Milenio".1

También la Santa Sede desea unirse a esta conmemoración, aportando su contribución desde el ámbito que le es propio, consciente de la importancia que el fenómeno del turismo tiene en el momento actual, y de los retos y posibilidades que ofrece a nuestra acción evangelizadora. Éste es uno de los sectores económicos con un mayor y rápido crecimiento a nivel mundial. No debemos olvidar que durante el pasado año se superó el hito de mil millones de turistas internacionales, a lo que hay que sumar las cifras aún mayores del turismo local.

Para el sector turístico, el agua es de crucial importancia, un activo y un recurso. Es un activo en cuanto que la gente se siente naturalmente atraída por ella y son millones los turistas que buscan disfrutar de este elemento de la naturaleza durante sus días de descanso, eligiendo como destino ciertos ecosistemas donde el agua es su rasgo más característico (humedales, playas, ríos, lagos, cataratas, islas, glaciales o nieve, por citar algunos), o buscan aprovecharse de sus numerosos beneficios (singularmente en balnearios y centros termales). Al mismo tiempo, el agua es también un recurso para el sector turístico y es indispensable, entre otros, en hoteles, restaurantes y actividades de ocio.

Teniendo una visión de futuro, el turismo supondrá un real beneficio en la medida en que gestione los recursos de acuerdo con los criterios de una "green economy", una economía cuyo impacto ambiental se mantenga dentro de unos límites aceptables. Estamos llamados, pues, a promover un turismo ecológico, respetuoso y sostenible, el cual puede ciertamente favorecer la creación de puestos de trabajo, apoyar la economía local y reducir la pobreza.

No hay duda de que el turismo tiene un papel fundamental en la conservación del medio ambiente, pudiendo ser su gran aliado, pero también un feroz enemigo. Si, por ejemplo, buscando un beneficio económico fácil y rápido, se consiente que la industria turística contamine un lugar, éste dejará de ser un destino deseado por los turistas.

Sabemos que el agua, clave del desarrollo sostenible, es un elemento esencial para la vida. Sin agua no hay vida. "Sin embargo, año tras año va aumentando la presión sobre este recurso. Una de cada tres personas vive en un país con escasez de agua entre moderada y alta, y es posible que para 2030 la escasez afecte a casi la mitad de la población mundial, ya que la demanda podría superar en un 40% a la oferta"2. Según datos de las Naciones Unidas, en torno a 1000 millones de personas no tienen acceso al agua potable. Y los desafíos relacionados con este tema aumentarán significativamente en los próximos años, singularmente porque está mal distribuida, contaminada, desperdiciada, o se priorizan algunos usos de modo incorrecto o injusto, a lo que se unirán las consecuencias del cambio climático. También el turismo compite muchas veces con otros sectores por su uso y no pocas veces se constata que el agua es abundante y se despilfarra en las estructuras turísticas, mientras que para las poblaciones circundantes escasea.

La gestión sostenible de este recurso natural es un desafío de orden social, económico y ambiental, pero sobre todo de naturaleza ética, a partir del principio del destino universal de los bienes de la tierra, el cual es un derecho natural, originario, al que se debe subordinar todo ordenamiento jurídico relativo a dichos bienes. La Doctrina Social de la Iglesia insiste en la validez y en la aplicación de este principio, con referencias explícitas al agua.3

Ciertamente, nuestro compromiso a favor del respeto de la creación nace de reconocerla como un regalo de Dios para toda la familia humana y de escuchar la petición del Creador, que nos invita a custodiarla, sabiéndonos administradores, que no señores, del don que nos hace.

La atención al medio ambiente es un tema importante para el Papa Francisco, al cual ha hecho numerosas alusiones. Ya en la celebración eucarística de inicio de su ministerio petrino invitaba a ser "custodios de la creación, del designio de Dios inscrito en la naturaleza, guardianes del otro, del medio ambiente; no dejemos - decía - que los signos de destrucción y de muerte acompañen el camino de este mundo nuestro", recordando que "todo está confiado a la custodia del hombre, y es una responsabilidad que nos afecta a todos".4

Profundizando en esta invitación, afirmaba el Santo Padre durante una audiencia: "Cultivar y custodiar la creación es una indicación de Dios dada no sólo al inicio de la historia, sino a cada uno de nosotros; es parte de su proyecto; quiere decir hacer crecer el mundo con responsabilidad, transformarlo para que sea un jardín, un lugar habitable para todos [...]. Nosotros en cambio nos guiamos a menudo por la soberbia de dominar, de poseer, de manipular, de explotar; no la ‘custodiamos’, no la respetamos, no la consideramos como un don gratuito que hay que cuidar. Estamos perdiendo la actitud del estupor, de la contemplación, de la escucha de la creación".5

Si cultivamos esta actitud de escucha, podremos descubrir cómo el agua también nos habla de su Creador y nos recuerda su historia de amor para con la humanidad. Elocuente es al respecto la oración de bendición del agua que la liturgia romana emplea tanto en la Vigilia pascual como en el ritual del bautismo, en la cual se recuerda que el Señor se ha servido de este don como signo y memoria de su bondad: la Creación, el diluvio que pone fin al pecado, el paso del mar Rojo que libera de la esclavitud, el bautismo de Jesús en el Jordán, el lavatorio de pies que se transforma en precepto de amor, el agua que mana del costado del Crucificado, el mandato del Resucitado de hacer discípulos y bautizarlos... son hitos fundamentales de la historia de la Salvación, en los que el agua adquiere un elevado valor simbólico.

El agua nos habla de vida, de purificación, de regeneración y de transcendencia. En la liturgia, el agua manifiesta la vida de Dios que se nos comunica en Cristo. El mismo Jesús se presenta como aquél que sacia la sed, de cuyas entrañas manan ríos de agua viva (cfr. Jn 7, 38), y en su diálogo con la samaritana afirma: "el que beba del agua que yo le daré nunca más tendrá sed" (Jn 4, 14). La sed evoca los anhelos más profundos del corazón humano, sus fracasos y sus búsquedas de una auténtica felicidad más allá de sí mismo. Y Cristo es quien ofrece el agua que sacia la sed interior, es la fuente del renacer, es el baño que purifica. Él es la fuente de agua viva.

Por esto, es importante insistir en que todos los implicados en el fenómeno del turismo tienen una seria responsabilidad a la hora de gestionar el agua, de manera que este sector sea efectivamente fuente de riqueza a nivel social, ecológico, cultural y económico. Al tiempo que se debe trabajar por reparar el mal causado, también ha de favorecerse su uso racional y minimizar el impacto, promoviendo políticas adecuadas e implementando equipamientos eficientes, que ayuden a proteger nuestro futuro común. Nuestra actitud frente a la naturaleza y la mala gestión que podamos hacer de sus recursos no pueden gravar ni sobre los demás ni, menos aún, sobre las futuras generaciones.

Es necesaria, por tanto, una mayor determinación por parte de políticos y empresarios. Pues si bien todos son conocedores de los desafíos que el problema del agua nos plantea, somos conscientes que eso debe aún concretarse en compromisos vinculantes, precisos y evaluables.

Esta situación requiere sobre todo un cambio de mentalidad que lleve a adoptar un estilo de vida diverso, caracterizado por la sobriedad y la autodisciplina.6 Se ha de favorecer que el turista sea consciente y reflexione sobre sus responsabilidades y sobre el impacto de su viaje. Debe poder alcanzar la convicción de que no todo está permitido, aunque personalmente pueda asumir el coste económico. Hay que educar y favorecer los pequeños gestos que nos permitan no desperdiciar ni contaminar el agua y que al mismo tiempo nos ayuden a valorar aún más su importancia.

Hacemos nuestro el deseo del Santo Padre de "que todos asumiéramos el grave compromiso de respetar y custodiar la creación, de estar atentos a cada persona, de contrarrestar la cultura del desperdicio y del descarte, para promover una cultura de la solidaridad y del encuentro".7

Con san Francisco, el "poverello" de Asís, elevamos nuestra alabanza a Dios, bendiciéndole por sus criaturas: "Loado seas, mi Señor, por la hermana agua, la cual es muy útil y humilde y preciosa y casta".

Ciudad del Vaticano, 24 de junio de 2013

 

Antonio Maria Card. Vegliò

Presidente

 X Joseph Kalathiparambil

Secretario

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1 ORGANIZACIÓN DE LAS NACIONES UNIDAS, Resolución A/RES/65/154 aprobada por la Asamblea General, 20 de diciembre de 2010.

2 SECRETARIO GENERAL DE LA ORGANIZACIÓN DE LAS NACIONES UNIDAS, Mensaje con ocasión del Día Mundial del Agua, 22 de marzo de 2013.

3 Cfr. PONTIFICIO CONSEJO "JUSTICIA Y PAZ", Compendio de la Doctrina Social de la Iglesia, 2 abril 2004, nn. 171-175, 484-485.

4 FRANCISCO, Santa Misa en el solemne inicio de pontificado, 19 de marzo de 2013.

5 FRANCISCO, Audiencia general, 5 de junio de 2013.

6 Cfr. PONTIFICIO CONSEJO "JUSTICIA Y PAZ", Compendio de la Doctrina Social de la Iglesia, 2 abril 2004, n. 486.

7 FRANCISCO, Audiencia general, 5 de junio de 2013.

[01045-04.01] [Texto original: Español]

TESTO IN LINGUA PORTOGHESE

Em 27 de Setembro celebramos o Dia Mundial do Turismo, de acordo com

o tema que a Organização Mundial do Turismo propôs para este ano: "Turismo e água: proteger o nosso futuro comum". Este tema está de acordo com o "Ano Internacional da Cooperação para a Água", que no contexto da Década Internacional para a Acção "A água, fonte de vida" (2005-2015), foi proclamado pela Assembleia Geral das Nações Unidas, com a finalidade de destacar "que a água é fundamental para o desenvolvimento sustentável, em particular para a integridade ambiental e a erradicação da pobreza e da fome, é indispensável para a saúde e o bem-estar do homem, e é fundamental para alcançar os Objectivos de Desenvolvimento do Milénio".1

Também a Santa Sé deseja unir-se a esta comemoração, trazendo a sua contribuição do âmbito que lhe é próprio, consciente da importância que o fenómeno do turismo tem no momento actual e dos desafios e possibilidades que oferece à nossa acção evangelizadora. Este é um dos sectores económicos com o maior e mais rápido crescimento a nível mundial. Não devemos esquecer que durante o ano passado foi superada a marca de um bilhão de turistas internacionais, aos quais se devem adicionar os números ainda mais elevados do turismo local.

Para o sector turístico, a água é de crucial importância, um bem e um recurso. É um bem enquanto as pessoas se sentem naturalmente atraídas por ela e são milhões os turistas que procuram desfrutar este elemento da natureza durante os seus dias de repouso, escolhendo como destino alguns ecossistemas em que a água é o elemento mais característico (zonas húmidas, praias, rios, lagos, cataratas, ilhas, glaciares ou neve, só para citar alguns), ou procurando aproveitar os seus numerosos benefícios (particularmente balneários e centros termais). Ao mesmo tempo, a água é também um recurso para o sector turístico e é indispensável, entre outras coisas, para os hotéis, restaurantes e actividades de lazer.

Com um olhar no futuro, o turismo será um verdadeiro benefício na medida em que for capaz de gerir os recursos segundo os critérios de uma "green economy", uma economia cujo impacto ambiental se mantenha dentro de limites aceitáveis. Somos, portanto, chamados a promover um turismo ecológico, respeitoso e sustentável, que certamente pode favorecer a criação de postos de trabalho, apoiar a economia local e reduzir a pobreza.

Não há dúvida de que o turismo desempenha um papel fundamental na conservação do meio ambiente, podendo ser un grande aliado, mas também um inimigo feroz. Se, por exemplo, à procura de um benefício económico rápido e fácil, se consente que a indústria turística contamine um lugar, este deixará de ser um destino preferido pelos turistas.

Sabemos que a água, chave do desenvolvimento sustentável, é um elemento essencial para a vida. Sem água não há vida. "No entanto, ano após ano, aumenta a pressão sobre este recurso. Uma em cada três pessoas vive num País com escassez de água de moderada a alta, e é possível que em 2030 a escassez afecte a quase metade da população mundial, já que a demanda poderia superar a oferta em 40%"2. Segundo dados das Nações Unidas, cerca de um bilhão de pessoas não têm acesso à água potável. E os desafios relacionados com este tema aumentarão significativamente nos próximos anos, sobretudo porque está mal distribuída, contaminada, desperdiçada, ou se priorizam alguns usos de modo incorrecto ou injusto, ao que se acrescentarão as consequências das alterações climáticas. Também o turismo compete muitas vezes com outros sectores para a sua utilização e, não raro constata-se que, a água é abundante e se desperdiça nas estruturas turísticas, enquanto as populações circundantes carecem dela.

A gestão sustentável deste recurso natural é um desafio de ordem social, económica e ambiental, mas sobretudo de natureza ética, a partir do princípio do destino universal dos bens da terra, que é um direito natural, originário, ao qual se deve subordinar todo o ordenamento jurídico relativo a tais bens. A Doutrina Social da Igreja insiste na validade e na aplicação deste princípio, com referências explícitas à água.3

Certamente, o nosso compromisso em favor do respeito pela criação nasce do facto de a reconhecermos como um dom de Deus para toda a família humana, e da escuta ao Criador que nos convida a guardá-la, conscientes de que somos administradores, e não proprietários, do dom que nos faz.

A atenção pelo meio ambiente é um tema importante para o Papa Francisco, ao qual fez numerosas alusões. Já na celebração eucarística do início do seu ministério petrino nos convidava a ser "guardiões da criação, do desígnio de Deus inscrito na natureza, guardiões do outro, do meio ambiente; não deixemos - dizia - que os sinais de destruição e morte acompanhem o caminho deste nosso mundo", recordando que "tudo está confiado à custódia do homem, e é uma responsabilidade que nos afecta a todos".4

Aprofundando este convite, o Santo Padre afirmava durante uma Audiência:

"Cultivar e guardar a criação é uma indicação de Deus dada não só no início da história, mas a cada um de nós; é parte do seu projecto; quer dizer fazer crescer o mundo com responsabilidade, transformá-lo para que se torne um jardim, um lugar habitável para todos [...]. Mas nós, pelo contrário, somos muitas vezes guiados pela soberba do dominar, do possuir, manipular, explorar; não a "guardamos", não a respeitamos, não a consideramos como um dom gratuito de que se deve cuidar. Estamos perdendo a atitude da maravilha, da contemplação, da escuta da criação".5

Se cultivarmos esta atitude de escuta, poderemos descobrir como a água nos fala também do seu Criador e nos recorda a sua história de amor para com a humanidade. É eloquente a este propósito a oração de bênção da água que a liturgia romana usa tanto na Vigília Pascal como no ritual do baptismo, na qual se recorda que o Senhor se serviu deste dom como sinal e memória da sua bondade: a Criação, o dilúvio que põe fim ao pecado, a passagem do Mar Vermelho que liberta da escravidão, o baptismo de Jesus no Jordão, o lava-pés que se transforma em preceito de amor, a água que emana do lado do Crucificado, o mandato do Senhor Ressuscitado para fazer discípulos e batizá-los ... são marcos fundamentais da história da salvação, nos quais a água assume um elevado valor simbólico.

A água nos fala de vida, de purificação, de regeneração e de transcendência. Na liturgia, a água manifesta a vida de Deus que nos é comunicada em Cristo. O mesmo Jesus se apresenta como aquele que sacia a sede, de cujo seio brotarão rios de água viva (cf. Jo 7, 38), e no seu diálogo com a Samaritana afirma: "quem beber da água que eu lhe der jamais terá sede" (Jo 4, 14). A sede evoca os anseios mais profundos do coração humano, os seus fracassos e a sua busca por uma autêntica felicidade mais para lá de si mesmo. E Cristo é aquele que oferece a água que sacia a sede interior, é a fonte do renascimento, é o banho que purifica. Ele é a fonte de água viva.

Por isso, é importante reiterar que todos os que estão envolvidos no fenómeno do turismo têm uma forte responsabilidade na gestão da água, de modo que este sector seja efetivamente fonte de riqueza a nível social, ecológico, cultural e económico. Enquanto se deve trabalhar para reparar os danos causados, deve-se também incentivar o seu uso racional e minimizar o impacto, promovendo políticas adequadas e implementando equipamentos eficientes, que ajudem a proteger o nosso futuro comum. A nossa atitude para com a natureza e a má gestão que podemos fazer dos seus recursos não podem gravar nem sobre os outros, e nem menos ainda sobre as futuras gerações.

E’ necessária, portanto, uma maior determinação por parte dos políticos e empresários, pois apesar de estarmos conscientes dos desafios que o problema da água nos coloca, temos consciência que isto ainda deve concretizar-se em compromissos vinculantes, precisos e verificáveis.

Esta situação exige acima de tudo uma mudança de mentalidade que leve a adoptar um estilo de vida diverso, caracterizado pela sobriedade e a autodisciplina.6 Deve-se garantir que o turista seja consciente e reflita sobre as suas responsabilidades e sobre o impacto da sua viagem. Ele deve ser capaz de chegar à convicção de que nem tudo é permitido, mesmo que pessoalmente ele possa assumir o custo económica. Devemos educar e incentivar os pequenos gestos que nos permitem não desperdiçar ou contaminar a água e, ao mesmo tempo, nos ajudam a apreciar ainda mais a sua importância.

Fazemos nosso o desejo do Santo Padre de tomarmos "todos o sério compromisso de respeitar e guardar a criação, de estar atentos a cada pessoa, de combater a cultura do desperdício e do descarte, para promover uma cultura da solidariedade e do encontro".7

Com São Francisco, o "poverello" de Assis, elevamos o nosso louvor a Deus, abençoando-o pelas suas criaturas: "Louvado sejas, meu Senhor, pela irmã Água, a qual é muito útil e humilde e preciosa e casta".

Cidade do Vaticano, 24 de Junho de 2013

 

Antonio Maria Card. Vegliò

Presidente

X Joseph Kalathiparambil

Secretário

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1 ORGANIZAÇÃO DAS NAÇÕES UNIDAS, Resolução A/RES/65/154 aprovada pela Assembleia Geral, 20 de Dezembro de 2010.

2 SECRETARIO GERAL DA ORGANIZAÇÃO DAS NAÇÕES UNIDAS, Mensagem por ocasião do Dia Mundial da Água, 22 de Março de 2013.

3 Cf. PONTIFÍCIO CONSELHO "JUSTIÇA E PAZ", Compêndio da Doutrina Social da Igreja, 2 de Abril de 2004, nn. 171-175, 484-485.

4 FRANCISCO, Santa Missa para o início do Pontificado, 19 de Março de 2013.

5 FRANCISCO, Audiência geral, 5 de Janeiro de 2013.

6 Cf. PONTIFÍCIO CONSELHO "JUSTIÇA E PAZ", Compêndio da Doutrina Social da Igreja, 2 de Abril de 2004, nn. 486.

7 FRANCISCO, Audiência geral, 5 de Junho de 2013.

[01045-06.01] [Texto original: Português]

[B0463-XX.01]