UDIENZA ALLA DELEGAZIONE DEL PATRIARCATO ECUMENICO DI COSTANTINOPOLI IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO ● DISCORSO DEL SANTO PADRE
● TESTO IN LINGUA FRANCESE
● TESTO IN LINGUA INGLESE
Alle ore 11 di oggi, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza la Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, giunta come da tradizione a Roma in occasione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.
La Delegazione inviata da S.S. Bartolomeo I è guidata da Sua Eminenza Ioannis (Zizioulas), Metropolita di Pergamo, co-presidente della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, il quale è accompagnato dal Vescovo di Sinope Athenagoras (Peckstadt), assistente del Metropolita di Belgio, e dall’Archimandrita Padre Prodromos Xenakis, vice segretario del Santo Sinodo Eparchiale della Chiesa di Creta.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Santo Padre ha rivolto ai Membri della Delegazione, poi invitati a colazione a fine mattinata:
● DISCORSO DEL SANTO PADRE
Caro fratello,
Cari fratelli in Cristo,
sono particolarmente lieto di accogliervi con un caloroso benvenuto nella Chiesa di Roma, che è in festa per i suoi santi patroni Pietro e Paolo. La vostra presenza in questa circostanza è il segno del profondo legame che unisce, nella fede, nella speranza e nella carità, la Chiesa di Costantinopoli e la Chiesa di Roma. La bella consuetudine di uno scambio di delegazioni tra le nostre Chiese per le rispettive feste patronali, iniziata nel 1969, è per me motivo di grande gioia: l’incontro fraterno è parte essenziale del cammino verso l’unità. Vorrei esprimere la mia sentita gratitudine a Sua Santità Bartolomeo I ed al Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico, che hanno voluto anche quest'anno inviare alti Rappresentanti. Di Sua Santità Bartolomeo I ricordo con fraterno affetto anche il gesto di squisita attenzione nei miei confronti, quando ha voluto onorarmi con la sua presenza nella Celebrazione di inizio del mio ministero di Vescovo di Roma. Sono vivamente grato anche a Vostra Eminenza, per la Sua partecipazione a quell'evento e mi rallegro di rivederLa in questa circostanza.
La ricerca dell'unità tra i cristiani è un'urgenza - Lei ha detto "it is not a luxury, but an imperative" [non è un lusso, ma un imperativo] - un’urgenza alla quale, oggi più che mai, non possiamo sottrarci. Nel nostro mondo affamato ed assetato di verità, di amore, di speranza, di pace e di unità, è importante per la nostra stessa testimonianza, poter finalmente annunciare ad una sola voce la lieta notizia del Vangelo e celebrare insieme i Divini Misteri della nuova vita in Cristo! Noi sappiamo bene che l'unità è primariamente un dono di Dio per il quale dobbiamo incessantemente pregare, ma a noi tutti spetta il compito di preparare le condizioni, di coltivare il terreno del cuore, affinché questa straordinaria grazia venga accolta.
Un contributo fondamentale alla ricerca della piena comunione tra cattolici ed ortodossi è offerto dalla Commissione mista internazionale per il dialogo teologico, co-presieduta da Vostra Eminenza, Metropolita Ioannis, e dal Venerato Fratello il Cardinale Kurt Koch. Vi ringrazio sinceramente per il vostro prezioso e instancabile impegno. Questa Commissione ha già prodotto molti testi comuni ed ora studia il delicato tema della relazione teologica ed ecclesiologica tra primato e sinodalità nella vita della Chiesa. È significativo che oggi si riesca a riflettere insieme, nella verità e nella carità, su queste tematiche iniziando da ciò che ci accomuna, senza tuttavia nascondere ciò che ancora ci separa. Non si tratta di un mero esercizio teorico, ma di conoscere a fondo le reciproche tradizioni per comprenderle e, talora, anche per apprendere da esse. Mi riferisco ad esempio alla riflessione della Chiesa cattolica sul senso della collegialità episcopale, e alla tradizione della sinodalità, così tipica delle Chiese ortodosse. Sono fiducioso che lo sforzo di riflessione comune, così complesso e laborioso, darà frutti a suo tempo. Mi è di conforto sapere che cattolici ed ortodossi condividono la stessa concezione di dialogo che non cerca un minimalismo teologico sul quale raggiungere un compromesso, ma si basa piuttosto sull'approfondimento dell'unica verità che Cristo ha donato alla sua Chiesa e che non cessiamo mai di comprendere meglio mossi dallo Spirito Santo. Per questo, non dobbiamo avere paura dell’incontro e del vero dialogo. Esso non ci allontana dalla verità; piuttosto, attraverso uno scambio di doni, ci conduce, sotto la guida dello Spirito della verità, a tutta la verità (cfr Gv 16,13).
Venerati Fratelli, vi ringrazio ancora una volta per essere qui con noi in occasione della festa dei santi Pietro e Paolo. Invochiamo fiduciosi la loro intercessione e quella del santo apostolo Andrea, fratello di Pietro, per i nostri fedeli e per le necessità del mondo intero, soprattutto dei poveri, dei sofferenti e di quanti sono ingiustamente perseguitati a motivo della loro fede. Vi chiedo infine di pregare per me e di far pregare per me, ne ho tanto bisogno, perché il Signore mi assista nel mio ministero di Vescovo di Roma e di Successore di Pietro.
[00980-01.01] [Testo originale: Italiano]
● TESTO IN LINGUA FRANCESE
Cher frère,
Chers frères en Christ,
Je suis particulièrement heureux de vous accueillir avec chaleur dans l’Église de Rome qui célèbre ses saints patrons Pierre et Paul. Votre présence en cette circonstance est le signe du lien profond qui unit, dans la foi, dans l’espérance et dans la charité, l’Église de Constantinople et l’Église de Rome. La belle coutume d’un échange de délégations entre nos Églises pour nos fêtes patronales respectives, inaugurée en 1969, est pour moi un motif de grande joie : la rencontre fraternelle est une partie essentielle du chemin vers l’unité. Je voudrais exprimer ma grande gratitude à Sa Sainteté Bartholomée Ier et au Saint Synode du Patriarcat œcuménique, qui ont voulu envoyer, cette année encore, de hauts Représentants. Je me rappelle également avec affection fraternelle du geste d’attention délicate de Sa Sainteté Bartholomée Ier envers moi, quand il a voulu m’honorer de sa présence lors de la célébration du début de mon ministère d’Évêque de Rome. Je suis également profondément reconnaissant à Votre Éminence pour votre participation à cet événement et je me réjouis de vous revoir en cette circonstance.
La recherche de l’unité entre les chrétiens est une urgence – vous avez-vous-même dit « it is not a luxury, but an imperative» – une urgence à laquelle, aujourd’hui plus que jamais, nous ne pouvons pas nous soustraire. Dans notre monde affamé et assoiffé de vérité, d’amour, d’espérance, de paix et d’unité, il est important de pouvoir finalement annoncer d’une seule voix, par notre propre témoignage, la joyeuse nouvelle de l’Évangile et célébrer ensemble les Divins Mystères de la vie nouvelle dans le Christ ! Nous, nous savons bien que l’unité est d’abord un don de Dieu pour lequel nous devons prier incessamment, mais la tâche de préparer les conditions, de cultiver le terrain du cœur revient à nous tous afin que cette extraordinaire grâce soit accueillie.
Une contribution fondamentale à la recherche de la pleine communion entre catholiques et orthodoxes est offerte par la Commission mixte internationale pour le dialogue théologique, co-présidée par Votre Éminence, Métropolite Ioannis, et par notre Vénéré Frère le Cardinal Kurt Koch. Je vous remercie sincèrement de votre engagement précieux et infatigable. Cette Commission a déjà produit de nombreux textes en commun et elle étudie maintenant le thème délicat de la relation théologique et ecclésiologique entre primat et synodalité dans la vie de l’Église. Il est significatif qu’aujourd’hui on réussisse à réfléchir ensemble, dans la vérité et dans la charité, sur ces thématiques en commençant par ce qui nous est commun, sans toutefois cacher ce qui nous sépare encore. Il ne s’agit pas d’un simple exercice théorique, mais de connaître à fond les traditions réciproques pour les comprendre et, parfois, pour apprendre aussi d’elles. Je fais référence par exemple à la réflexion de l’Église catholique sur le sens de la collégialité épiscopale, et à la tradition de la synodalité, si typique dans l’Église orthodoxe. J’ai confiance qu’un effort de réflexion commune si complexe et laborieux donnera des fruits en son temps. Il m’est réconfortant de savoir que catholiques et orthodoxes partagent la même conception du dialogue qui ne cherche pas un minimalisme théologique sur la base duquel on peut arriver à un compromis, mais qu’il se fonde plutôt sur l’approfondissement de l’unique vérité que le Christ a donnée à son Église et que nous ne cessons jamais de mieux comprendre, mus par l’Esprit Saint. Pour cela nous ne devons pas avoir peur de la rencontre et du vrai dialogue. Celui-ci ne
nous éloigne pas de la vérité ; à travers un échange de dons, il nous conduit plutôt, sous la conduite de l’Esprit de Vérité, à toute la vérité (cf. Jn 16,13).
Vénérés Frères, je vous remercie encore une fois d’être ici avec nous à l’occasion de la fête des saints Pierre et Paul. Invoquons avec confiance leur intercession et celle du saint apôtre André, frère de Pierre, pour nos fidèles et pour les nécessités du monde entier, surtout des pauvres, des personnes qui souffrent et de toutes celles qui sont injustement persécutées à cause de leur foi. Je vous demande enfin de prier pour moi et de faire prier pour moi – j’en ai tant besoin – afin que le Seigneur m’assiste dans mon ministère d’Évêque de Rome et de Successeur de Pierre.
[00980-03.01] [Texte original: Français]
● TESTO IN LINGUA INGLESE
Dear Brother,
Dear Brothers in Christ
I am especially glad to offer you a warm welcome in the Church of Rome, as it celebrates the feast of its patron saints, Peter and Paul. Your presence on this occasion is a sign of the profound bond uniting the Church of Constantinople to the Church of Rome in faith, hope and charity. The fine custom of an exchange of delegations between our Churches for their respective patronal feasts, which started in 1969, gives me great joy: fraternal encounter is an essential part of the journey towards unity. I would like to express my heartfelt gratitude to His Holiness Bartholomaios I and to the Holy Synod of the Ecumenical Patriarchate, who this year have chosen once again to send a high-ranking delegation. I recall with fraternal affection the exquisite gesture of His Holiness Bartholomaios I, in choosing to honour me with his presence at the celebration of the inauguration of my ministry as Bishop of Rome. I am sincerely grateful to Your Eminence too for your participation in that event, and I am pleased to welcome you again on this occasion.
The search for unity among Christians is an urgent task – you have said that "it is not a luxury, but an imperative" – from which, today more than ever, we cannot prescind. In our world, which hungers and thirsts for truth, love, hope, peace and unity, our witness demands that we should at last be able to proclaim with one voice the good news of the Gospel and to celebrate together the Divine Mysteries of new life in Christ! We are well aware that unity is primarily a gift from God for which we must pray without ceasing, but we all have the task of preparing the conditions, cultivating the ground of our hearts, so that this great grace may be received.
An essential contribution to the search for full communion between Catholics and Orthodox is offered by the Mixed International Commission for Theological Dialogue, co-chaired by Your Eminence, Metropolitan Ioannis, and my Venerable Brother Cardinal Kurt Koch. I thank you sincerely for your valued and tireless labour. This Commission has already produced many common texts and is now studying the delicate theme of the theological and ecclesiological relationship between primacy and synodality in the Church’s life. It is significant that today we are able to reflect together on these areas in truth and love, beginning from what we have in common, yet without concealing what still divides us. This is no mere theoretical exercise: it demands in-depth knowledge of one another’s traditions in order to understand them and sometimes also to learn from them. I am speaking for example of Catholic Church’s reflection on the meaning of episcopal collegiality and the tradition of synodality, so characteristic of the Orthodox Churches. I am confident that the effort to reflect together, complex and laborious though it is, will bear fruit in due course. I find it reassuring to know that Catholics and Orthodox share a notion of dialogue that is not about seeking a theological lowest common denominator on which to reach a compromise, but is rather about deepening our grasp of the sole truth that Christ has given to his Church, a truth that we never cease to understand better, as we follow the Holy Spirit’s promptings. Hence, we must not be afraid of encounter and true dialogue. This does not lead us away from the truth; rather, through an exchange of gifts, it leads us, under the guidance of the Spirit of Truth, towards the whole Truth (cf. Jn 16:13).
Venerable Brothers, I thank you once again for being here with us on the occasion of the feast of Saints Peter and Paul. Let us confidently invoke their intercession and that of Saint Andrew, Peter’s brother, for our faithful and for the needs of the whole world, especially the poor, the suffering and those unjustly persecuted on account of their faith. I ask you, finally, to pray for me – I need your prayers – and to ask your people to pray for me, that the Lord may assist me in my ministry as Bishop of Rome and Successor of Peter.
[00980-02.01] [Original text: English]
[B0427-XX.02]