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VISITA UFFICIALE A SUA SANTITÀ FRANCESCO DI S.E. IL SIGNOR GIORGIO NAPOLITANO, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, 08.06.2013


VISITA UFFICIALE A SUA SANTITÀ FRANCESCO DI S.E. IL SIGNOR GIORGIO NAPOLITANO, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

DISCORSO DEL SANTO PADRE

SALUTO DELL’EM.MO CARDINALE SEGRETARIO DI STATO  

Alle ore 11 di questa mattina, Sua Santità il Papa Francesco ha ricevuto in Visita Ufficiale, nel Palazzo Apostolico Vaticano, Sua Eccellenza il Signor Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana.

S.E. il Signor Presidente era accompagnato dalla Consorte, Signora Clio ed aveva al Suo Seguito: S.E. la Signora Emma Bonino, Ministro degli Affari Esteri; S.E. il Signor Francesco Maria Greco, Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, con la Consorte; il Consigliere di Stato Dr. Donato Marra, Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, con la Consorte; il Prof. Carlo Guelfi, Direttore del’Ufficio di Segreteria del Presidente della Repubblica; S.E. il Signor Stefano Stefanini, Consigliere Direttore dell’Ufficio per gli Affari Diplomatici, con la Consorte; il Generale Rolando Mosca Moschini, Consigliere Direttore dell’Ufficio per gli Affari Militari e del Consiglio Supremo di Difesa; S.E. il Signor Stefano Ronca, Capo del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica; il Dr. Giovanni Matteoli, Reggente dell’Ufficio per la Stampa e la Comunicazione; il Consigliere di Legazione Pier Luigi Zamporlini, Capo Ufficio Visite del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica; il Consigliere di Legazione Emanuele Manzitti, dell’Ufficio per gli Affari Diplomatici.

L’arrivo del Corteo Presidenziale nel Cortile di San Damaso è stato segnalato dagli squilli regolamentari della banda pontificia. Il Presidente e la Consorte sono quindi stati accolti dal Prefetto della Casa Pontificia, S.E. Mons. Georg Gänswein, mentre la Guardia Svizzera pontificia ha reso gli onori e la banda musicale pontificia ha eseguito l’inno nazionale della Repubblica Italiana.

Alla Sala del Tronetto S.E. il Signor Presidente Giorgio Napolitano è stato accolto dal Santo Padre Francesco che Lo ha invitato ad entrare nella Biblioteca per il colloquio privato, al termine del quale sono stati introdotti nella Biblioteca prima la Consorte del Presidente e, successivamente, le altre Personalità del Seguito Presidenziale.

Il Santo Padre ha pronunciato un discorso, cui ha fatto seguito quello del Signor Presidente della Repubblica. Subito dopo è avvenuto lo scambio dei doni.

Infine il Papa ha accompagnato il Presidente con la Consorte alla Sala del Tronetto, dove è avvenuto il congedo.

Il Corteo Presidenziale ha raggiunto quindi la Sala del Concistoro dove S.E. il Signor Presidente è stato accolto dall’Em.mo Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone che Lo ha invitato nella Sala dei Foconi per un colloquio privato, alla presenza di S.E. l’On. Emma Bonino, Ministro degli Affari Esteri, di S.E. Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, di un Officiale della Segreteria di Stato, di S.E. il Signor Francesco Maria Greco, Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, e del Consigliere di Stato Dr. Donato Marra, Segretario Generale della Presidenza della Repubblica.

Al termine del colloqui privato, nella Sala Clementina il Cardinale Segretario di Stato ha presentato al Presidente della Repubblica i Membri della Delegazione vaticana: S.E. Mons. Giovanni Angelo Becciu, Sostituto per gli Affari Generali; Mons. Peter Bryan Wells, Assessore per gl i Affari Generali; Mons. Antoine Camilleri, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati; Mons. José Avelino Bettencourt, Capo del Protocollo.

Nella Sala Regia ha poi avuto luogo l’Incontro con il Corpo Diplomatico. Il Cardinale Segretario di Stato ha tenuto un breve discorso di saluto, quindi ha presentato al Presidente i Capi delle Missioni Diplomatiche accreditate presso la Santa Sede.

Prima di lasciare il Vaticano per far ritorno al Palazzo del Quirinale, il Presidente della Repubblica Italiana ha compiuto una visita alla Basilica Vaticana, sostando brevemente davanti alla Cappella della Pietà.

Di seguito riportiamo il discorso che il Santo Padre Francesco ha rivolto al Presidente della Repubblica Italiana nel corso dell’incontro nella Biblioteca e il saluto del Cardinale Segretario di Stato durante l’incontro con il Corpo Diplomatico:

DISCORSO DEL SANTO PADRE  

Signor Presidente della Repubblica,

desidero ringraziaLa vivamente per questa Sua gradita visita, che mi offre l’opportunità di rivolgere il mio più cordiale saluto a Lei e all’intero Popolo italiano, i cui rappresentanti L’hanno recentemente eletta per un nuovo mandato alla più alta carica dello Stato. Estendo poi il mio saluto e il mio ringraziamento a tutti i Membri della distinta Delegazione che L’accompagna.

La Sua visita, Signor Presidente, si inserisce in una storia di rapporti ormai lunga, e ancora una volta conferma, dopo vicende anche travagliate e dolorose, la normalità e l’eccellenza delle relazioni tra Italia e Santa Sede. Queste relazioni si sono sviluppate specialmente dopo la Conciliazione e l’inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione italiana, e quindi, in un’ottica nuova, dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II e l’Accordo di revisione del Concordato.

Più volte, da entrambe le parti, è stato ribadito, con piena ragione, che il dialogo tra Italia e Santa Sede ha come fine principale il bene del popolo italiano e come sfondo ideale il suo ruolo storicamente unico in Europa e nel mondo. In questo senso, davvero l’Italia può essere un esempio nella comunità dei popoli, come è stato riconosciuto a più riprese da personalità anche molto diverse e, negli ultimi tempi, è apparso evidente dall’intensità del rapporto di stima e di amicizia tra Lei, Signor Presidente, e Sua Santità Benedetto XVI.

In Italia la collaborazione tra Stato e Chiesa, sempre rivolta all’interesse del popolo e della società, si realizza nel rapporto quotidiano tra le istanze civili e quelle della comunità cattolica, rappresentata dai Vescovi e dai loro organismi, e in modo del tutto particolare dal Vescovo di Roma. Così, anche questa prima visita del Presidente al Papa – dopo la Sua partecipazione alla Messa per l’inizio del Ministero petrino – può essere espressa efficacemente con l’immagine dei due colli, il Quirinale e il Vaticano, che si guardano con stima e simpatia.

In questo anno 2013 si ricorda il XVII centenario dell’editto di Milano, da più parti visto come simbolo della prima affermazione del principio della libertà religiosa. Un secolo fa le celebrazioni di questa ricorrenza rappresentarono una tappa nel processo storico che favorì la presa di coscienza e il contributo dei cattolici nella costruzione della società italiana, contributo che continua ad essere importante per il cammino della Nazione.

Nel mondo di oggi la libertà religiosa è più spesso affermata che realizzata. Essa, infatti, è costretta a subire minacce di vario tipo e non di rado viene violata. I gravi oltraggi inflitti a tale diritto primario sono fonte di seria preoccupazione e devono vedere la concorde reazione dei Paesi del mondo nel riaffermare, contro ogni attentato, l’intangibile dignità della persona umana. E’ un dovere di tutti difendere la libertà religiosa e promuoverla per tutti. Nella tutela condivisa di tale bene morale si trova, inoltre, anche una garanzia di crescita e di sviluppo dell’intera comunità.

Il momento storico che stiamo vivendo è segnato anche in Italia, come in molti altri Paesi, da una crisi globale profonda e persistente, che accentua i problemi economici e sociali, gravando soprattutto sulla parte più debole della società. Preoccupanti appaiono soprattutto i fenomeni quali l’indebolimento della famiglia e dei legami sociali, la decrescita demografica, la prevalenza di logiche che privilegiano il profitto rispetto al lavoro, l’insufficiente attenzione alle generazioni più giovani e alla loro formazione, in vista anche di un futuro sereno e sicuro.

In questo contesto, certo non facile, è fondamentale garantire e sviluppare l’impianto complessivo delle istituzioni democratiche, alle quali nei decenni trascorsi hanno contribuito in modo determinante, leale e creativo i cattolici italiani. In un momento di crisi come l’attuale è dunque urgente che possa crescere, soprattutto tra i giovani, una nuova considerazione dell’impegno politico, e che credenti e non credenti insieme collaborino nella promozione di una società dove le ingiustizie possano essere superate e ogni persona venga accolta e possa contribuire al bene comune secondo la propria dignità e mettendo a frutto le proprie capacità. La distanza tra la lettera e lo spirito degli ordinamenti e delle istituzioni democratiche è sempre da riconoscere ed occorre l’impegno di tutti i soggetti coinvolti per colmarla ogni volta di nuovo. Anche noi, cattolici, abbiamo il dovere di impegnarci sempre di più in un serio cammino di conversione spirituale affinché ci avviciniamo ogni giorno al Vangelo, che ci spinge ad un servizio concreto ed efficace alle persone e alla società.

Anche in ambito civile è vero ciò che la fede ci assicura: non bisogna mai perdere le speranze. Quanti esempi in questo senso ci hanno dato i nostri genitori e i nostri nonni, affrontando ai loro tempi dure prove con grande coraggio e spirito di sacrificio! Più volte Benedetto XVI ha ribadito che la crisi attuale dev’essere occasione per un rinnovamento fraterno dei rapporti umani. Anche il popolo italiano, attingendo con fiducia e creatività dalla sua ricchissima tradizione cristiana e dagli esempi dei suoi santi patroni Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, come pure di numerose figure religiose e laiche, e dalla testimonianza silenziosa di tante donne e tanti uomini, può e deve superare ogni divisione e crescere nella giustizia e nella pace, continuando così a svolgere il suo ruolo peculiare nel contesto europeo e nella famiglia dei popoli. E lavorare per creare una cultura dell’incontro.

Signor Presidente, Le rinnovo il mio ringraziamento per questo incontro tanto gradito. E sono lieto di cogliere questa occasione per esprimere la mia riconoscenza a Lei e a tutti gli italiani per l’affetto caloroso con cui mi hanno accolto dopo la mia elezione: mi hanno fatto sentire di nuovo a casa! Grazie. Possa l’Italia essere sempre una casa accogliente per tutti! Per questo assicuro la mia preghiera, mentre di vero cuore benedico Lei e i Suoi cari, quanti sono al servizio della cosa pubblica e l’intero popolo italiano. Grazie.

[00824-01.01] [Testo originale: Italiano]

SALUTO DELL’EM.MO CARDINALE SEGRETARIO DI STATO  

Signor Presidente,

dopo il felice incontro che Vostra Eccellenza ha avuto con il Santo Padre Francesco, ho l’onore di presentarLe ora i distinti Membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Essi, consapevoli dell’importante momento, sono lieti di porgerLe il più sentito benvenuto e desiderano formularLe i sensi della loro stima per la prestigiosa e onerosa missione che poche settimane fa Ella ha nuovamente accettato di svolgere a beneficio della cara Nazione italiana.

Sento, anzitutto, il dovere, anche a nome di tutto il Corpo Diplomatico qui riunito, di ringraziare in Lei, le Autorità italiane, civili e militari, che con solerte professionalità facilitano il compito e l’attività delle Missioni Diplomatiche presso la Sede Apostolica. Ne abbiamo fatto esperienza proprio in occasione della celebrazione dell’inizio solenne del ministero di Papa Francesco. Ad essa parteciparono più di 140 Missioni Straordinarie e Delegazioni internazionali e religiose. Tutte manifestarono la propria soddisfazione per la perfetta accoglienza loro riservata. Esprimo, altresì, un sincero ringraziamento per la premurosa assistenza, offerta dal Ministero degli Affari Esteri, qui rappresentato da Sua Eccellenza il Ministro Emma Bonino, e dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, indispensabile strumento operativo al quale sia la Segreteria di Stato, sia le Missioni Diplomatiche qui accreditate si rivolgono, sempre sicure di ottenere ascolto e ausilio.

Signor Presidente,

Come Le è noto, gli Eccellentissimi Rappresentanti diplomatici degli Stati e delle Organizzazioni Internazionali, che compiono la loro missione presso la Santa Sede, acquisiscono, nel corso del loro nobile mandato, un’esperienza del tutto peculiare. Da un lato, infatti, essi entrano in contatto con un ordinamento giuridico sovrano che trova nella propria identità morale e religiosa le ragioni del suo esistere, dall’altro, essi constatano, di prima mano, con quale reciproco profitto la relazione Chiesa-Stato sia vissuta tra l’Urbe Romana, sede del successore di Pietro e centro della cattolicità, e Roma Capitale d’Italia.

Anche attraverso l’illustre ed attiva presenza dei Rappresentanti diplomatici presso la Santa Sede, continuano a diffondersi nel mondo sia un messaggio di rispetto verso il diritto all’espressione pubblica della propria fede sia l’invito ad accogliere senza pregiudizi il contributo che il cristianesimo offre alla cultura e alla società del nostro tempo (Cfr. Messaggio di S.S. Papa Francesco al Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, in occasione delle celebrazioni per il XVII centenario dell’Editto di Milano, 11 maggio 2013).

Signor Presidente,

La Santa Sede e questo Eccellentissimo Corpo Diplomatico conoscono in quali frangenti difficili e complessi Ella si trovi ad esercitare il Suo attuale incarico e a tenere fede al Suo diuturno impegno a favore del Popolo italiano e dell’Europa affinché la salvaguardia dei comuni vincoli di natura finanziaria e monetaria non sia mai disgiunta da un profondo e impreteribile spirito di solidarietà tra le varie generazioni e i differenti popoli. Sia certo, Signor Presidente, di poter contare in quest’impegno sulla collaborazione fattiva, anche se distinta, della Santa Sede perché, nel dialogo e nel confronto con i vari attori della scena internazionale ed europea per la risoluzione dei problemi economici, sempre emerga come fine e mai come mezzo la persona umana al cui servizio la Chiesa, le Nazioni e le Organizzazioni Internazionali, qui così ben rappresentate, vogliono sempre collocarsi.

E, infine, nuovamente, a nome del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, a nome mio personale e di tutti i superiori della Segreteria di Stato, le dico grazie per questa Sua visita in Vaticano e benvenuto, Signor Presidente!

[00829-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0364-XX.02]