VISITA AL SANTO PADRE FRANCESCO DI SUA SANTITÀ TAWADROS II, PAPA DI ALESSANDRIA E PATRIARCA DELLA SEDE DI SAN MARCO, CAPO DELLA CHIESA ORTODOSSA COPTA D’EGITTO ● DISCORSO DEL SANTO PADRE
● TESTO IN LINGUA INGLESE
● TESTO IN LINGUA ARABA
Alle ore 11 di questa mattina, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza Sua Santità Tawadros II, Papa di Alessandria e Patriarca della Sede di San Marco, Capo della Chiesa Ortodossa Copta d’Egitto.
L’Incontro ufficiale è iniziato con l’udienza privata in biblioteca; quindi, alla presenza della Delegazione che accompagnava Sua Santità Tawadros II, hanno avuto luogo i discorsi ufficiali e lo scambio dei doni. Infine si è svolto un momento di preghiera comune.
Di seguito pubblichiamo il testo del discorso che Papa Francesco ha pronunciato nel corso dell’Udienza:
● DISCORSO DEL SANTO PADRE
Santità,
cari fratelli in Cristo,
è per me una grande gioia e un vero momento di grazia potervi accogliere qui, presso la tomba dell’Apostolo Pietro, nel ricordo dello storico incontro che quarant’anni fa unì i nostri Predecessori, Papa Paolo VI e Papa Shenouda III, recentemente scomparso, in un abbraccio di pace e di fraternità, dopo secoli di reciproca lontananza. È dunque con profondo affetto che do il benvenuto a Lei, Santità, e ai distinti Membri della Sua Delegazione, e La ringrazio per le Sue parole. Attraverso di voi estendo il mio cordiale saluto nel Signore ai Vescovi, al clero, ai monaci e all’intera Chiesa Copta Ortodossa.
L’odierna visita rafforza i legami di amicizia e di fratellanza che già uniscono la Sede di Pietro e la Sede di Marco, erede di un inestimabile lascito di martiri, teologi, santi monaci e fedeli discepoli di Cristo, che per generazioni e generazioni hanno reso testimonianza al Vangelo, spesso in situazioni di grande difficoltà.
Quarant’anni fa, la Dichiarazione comune dei nostri Predecessori rappresentò una pietra miliare nel cammino ecumenico, e da essa si sviluppò una Commissione di dialogo teologico tra le nostre Chiese, che ha portato buoni risultati ed ha preparato il terreno per il più ampio dialogo tra la Chiesa cattolica e l’intera famiglia delle Chiese Ortodosse Orientali, che continua con frutto sino ad oggi. In quella solenne Dichiarazione, le nostre Chiese riconoscevano di confessare, in linea con le tradizioni apostoliche, «un’unica fede in un solo Dio Uno e Trino» e la «divinità dell’Unico Figlio Incarnato di Dio […] Dio perfetto riguardo alla Sua Divinità e perfetto uomo riguardo alla Sua umanità». Riconoscevano che la vita divina ci viene data e alimentata attraverso i sette sacramenti, e si sentivano associate nella comune venerazione della Madre di Dio.
Siamo lieti di poter oggi confermare quanto i nostri illustri Predecessori solennemente dichiararono, siamo lieti di riconoscerci uniti dall’unico Battesimo, di cui è espressione speciale la nostra comune preghiera, la quale anela al giorno in cui, compiendosi il desiderio del Signore, potremo comunicare all’unico calice.
Certo, siamo anche consapevoli che il cammino che ci attende è forse ancora lungo, ma non vogliamo dimenticare la molta strada già percorsa, che si è concretizzata in luminosi momenti di comunione, tra i quali mi piace ricordare l’incontro nel febbraio del 2000 al Cairo tra Papa Shenouda III e il Beato Giovanni Paolo II, pellegrino, nel corso del Grande Giubileo, sui luoghi di origine della nostra fede. Sono convinto che, con la guida dello Spirito Santo, la nostra perseverante preghiera, il nostro dialogo e la volontà di costruire giorno per giorno la comunione nell’amore vicendevole ci consentiranno di porre nuovi e importanti passi verso la piena unità.
Santità, sono a conoscenza dei molteplici gesti di attenzione e di fraterna carità che Ella ha riservato, sin dai primi giorni del Suo ministero, alla Chiesa Copta Cattolica, al suo Pastore, il Patriarca Ibrahim Isaac Sidrak e al suo Predecessore, il Cardinale Antonios Naguib. L’istituzione di un "Consiglio nazionale delle Chiese cristiane", da Lei fortemente voluto, rappresenta un segno importante della volontà di tutti i credenti in Cristo di sviluppare nella vita quotidiana relazioni sempre più fraterne e di porsi a servizio dell’intera società egiziana, di cui sono parte integrante. Sappia, Santità, che il Suo sforzo a favore della comunione tra i credenti in Cristo, così come il Suo vigile interesse per le sorti del Suo Paese e per il ruolo delle comunità cristiane all’interno della società egiziana, trovano una profonda eco nel cuore del Successore di Pietro e dell’intera comunità cattolica.
«Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui» (1Cor 12,26). Questa è una legge della vita cristiana, e in questo senso possiamo dire che esiste anche un ecumenismo della sofferenza: come il sangue dei martiri è stato seme di forza e di fertilità per la Chiesa, così la condivisione delle sofferenze quotidiane può divenire strumento efficace di unità. E ciò è vero, in certo modo, anche nel quadro più ampio della società e dei rapporti tra cristiani e non cristiani: dalla comune sofferenza, possono infatti germogliare, con l’aiuto di Dio, perdono, riconciliazione e pace.
Santità, nell’assicurarLe di cuore la mia preghiera affinché l’intero gregge affidato alle Sue cure pastorali possa essere sempre fedele alla chiamata del Signore, invoco la comune protezione dei Santi Pietro Apostolo e Marco Evangelista: essi che efficacemente collaborarono in vita alla diffusione del Vangelo, intercedano per noi e accompagnino il cammino delle nostre Chiese.
[00653-01.02] [Testo originale: Italiano]
● TESTO IN LINGUA INGLESE
Your Holiness,
Dear Brothers in Christ,
For me it is a great joy and a truly graced moment to be able to receive all of you here, at the tomb of Saint Peter, as we recall that historic meeting forty years ago between our predecessors, Pope Paul VI and the late Pope Shenouda III, in an embrace of peace and fraternity, after centuries in which there was a certain distance between us. So it is with deep affection that I welcome Your Holiness and the distinguished members of your delegation, and I thank you for your words. Through you, I extend my cordial greetings in the Lord to the bishops, the clergy, the monks and the whole Coptic Orthodox Church.
Today’s visit strengthens the bonds of friendship and brotherhood that already exist between the See of Peter and the See of Mark, heir to an inestimable heritage of martyrs, theologians, holy monks and faithful disciples of Christ, who have borne witness to the Gospel from generation to generation, often in situations of great adversity.
Forty years ago the Common Declaration of our predecessors represented a milestone on the ecumenical journey, and from it emerged a Commission for Theological Dialogue between our Churches, which has yielded good results and has prepared the ground for a broader dialogue between the Catholic Church and the entire family of Oriental Orthodox Churches, a dialogue that continues to bear fruit to this day. In that solemn Declaration, our Churches acknowledged that, in line with the apostolic traditions, they profess "one faith in the One Triune God" and "the divinity of the Only-begotten Son of God ... perfect God with respect to his divinity, perfect man with respect to his humanity". They acknowledged that divine life is given to us and nourished through the seven sacraments and they recognized a mutual bond in their common devotion to the Mother of God.
We are glad to be able to confirm today what our illustrious predecessors solemnly declared, we are glad to recognize that we are united by one Baptism, of which our common prayer is a special expression, and we long for the day when, in fulfilment of the Lord’s desire, we will be able to communicate from the one chalice.
Of course we are well aware that the path ahead may still prove to be long, but we do not want to forget the considerable distance already travelled, which has taken tangible form in radiant moments of communion, among which I am pleased to recall the meeting in February 2000 in Cairo between Pope Shenouda III and Blessed John Paul II, who went as a pilgrim, during the Great Jubilee, to the places of origin of our faith. I am convinced that – under the guidance of the Holy Spirit – our persevering prayer, our dialogue and the will to build communion day by day in mutual love will allow us to take important further steps towards full unity.
Your Holiness, I am aware of the many marks of attention and fraternal charity that you have shown, since the early days of your ministry, to the Catholic Coptic Church, to its Pastor, Patriarch Ibrahim Isaac Sidrak and to his predecessor, Cardinal Antonios Naguib. The institution of a "National Council of Christian Churches", which you strongly desired, represents an important sign of the will of all believers in Christ to develop relations in daily life that are increasingly fraternal and to put themselves at the service of the whole of Egyptian society, of which they form an integral part. Let me assure Your Holiness that your efforts to build communion among believers in Christ, and your lively interest in the future of your country and the role of the Christian communities within Egyptian society find a deep echo in the heart of the Successor of Peter and of the entire Catholic community.
"If one member suffers, all suffer together; if one member is honoured, all rejoice together" (1 Cor 12:26). This is a law of the Christian life, and in this sense we can say that there is also an ecumenism of suffering: just as the blood of the martyrs was a seed of strength and fertility for the Church, so too the sharing of daily sufferings can become an effective instrument of unity. And this also applies, in a certain sense, to the broader context of society and relations between Christians and non-Christians: from shared suffering can blossom forth forgiveness, reconciliation and peace, with God’s help.
Your Holiness, in sincerely assuring you of my prayers that the whole flock entrusted to your pastoral care may be ever faithful to the Lord’s call, I invoke the protection of both Saint Peter and Saint Mark: may they who during their lifetime worked together in practical ways for the spread of the Gospel, intercede for us and accompany the journey of our Churches.
[00653-02.02] [Original text: English]
● TESTO IN LINGUA ARABA
كلمة قداسة البابا فرنسيس
في لقاء قداسة البابا تواضروس الثاني
بابا الإسكندرية وبطريرك الكرازة المرقسية
الجمعة المُوافِق 10 مَايو / أيار 2013
المسيح قام! ...
صاحب القداسة،
الأخوة الأحباء في المسيح،
إنها فرحة كبيرة بالنسبة لي وهو بالحقيقة وقت نعمة أن استقبلكم هنا، بالقرب من قبر القديس بطرس، في ذكرى اللقاء التاريخي الذي جمع أربعين عاما مضت أسلافنا، البابا بولس السادس والبابا شنودة الثالث، والذي تنيح مؤخرا، في معانقة سلام وإخوّة، بعد قرون من التباعد المتبادل. ومن ثمَّ، فإني وبعاطفة جمَّة أرحب بكم، بقداستكم، وبجميع أعضاء وفدكم المبجلين، وأشكركم من أجل كلماتكم. ومن خلالكم ابسط تحيتي القلبية في الرب للأساقفة، وللاكليروس، وللرهبان ولكافة الكنيسة القبطية الأرثوذكسية.
إن زيارة اليوم تقويّ روابط الصداقة والإخوّة التي تربط بالفعل كرسي بطرس وكرسي مرقس، الوريث لميراث نفيس من شهداء، ولاهوتيين، ورهبان قديسين ومؤمنين تلاميذ للمسيح، والذين عبر أجيال وأجيال قدموا شهادة للإنجيل، غالبا في أوضاع غاية في الصعوبة.
أربعين عاما مضت، مَثلَ اتفاق أسلافنا المُشترك أساسا بارزا في المسيرة المسكونيِّة، ومنه تطورت لجنةُ الحوار اللاهوتي بين كنيستينا، والتي أعطت نتائجًا طيبة وهيأت التُربة لحوار أوسع بين الكنيسة الكاثوليكية وكافة عائلة الكنائس الأرثوذكسية الشرقية، حوار مُثمر حتى يومنا هذا. في ذاك الاتفاق الرسمي، أقرت كنائسنا، تماشيا مع التقاليد الرسولية، الاعتراف "بالإيمان الواحد بالله الواحد والثالوث" و"بإلوهية ابن الله الوحيد المتجسد [...] إله كامل بحسب اللاهوت، وإنسان كامل بحسب الناسوت". وقد اعترفا بأن الحياة الإلهية تُعطى لنا وتُغذى من خلال السبع أسرار الكنيسة، وشعرا بارتباطهما في الإكرام المشترك لوالدة الله.
سعداء اليوم أن نؤكد ما اتفقا عليه أسلافنا الأجلاء بطريقة رسمية، سعداء أن نتعرَّف على بعضنا البعض متحدين في المعمودية الواحدة، والتي يُعبر عنها بشكل خاص في صلاتنا المشتركة، تلك الصلاة التي تطوق لذاك اليوم الذي فيه، محقِقين رغبة الربِّ، سنتمكن من التناول من الكأس الواحد.
بالطبع، نحن أيضا مدركين أن المسيرة التي تنتظرنا ربما مازالت طويلة، ولكننا لا نريد أن ننسى الطريق الكبير الذي أُنجِز، وقد تجسد في أوقات شَرِكَةٍ مضيئةٍ، والتي من بينها، يطيب لي أن أتذكر اللقاء الذي تم في شهر فبراير/ شباط من عام 2000 في القاهرة بين البابا شنودة الثالث والطوباوي يوحنا بولس الثاني، حاجا، أثناء مسيرة اليوبيل العظيم، فوق أماكن أصل إيماننا. إني مقتنع أن، بإرشاد الروح القدس، وبمثابرتنا في الصلاة، حوارَنا والرغبةَ في البناء يوم بعد يوم لشَرِكةِ المحبة المتبادلة سيسمحان لنا من اتخاذ خطوات جديدة ومهمة نحو الوحدة التامة.
يا صاحب القداسة، لقد وصل إلى علمي لفتات الاهتمام والمحبة الأخوية العديدة التي قمتم بها، منذ الأيام الأولى لخدمتكم، تجاه الكنيسة القبطية الكاثوليكية، وتجاه راعيها، البطريرك الأنبا إبراهيم اسحق سيدراك، وسلفه، الكاردينال أنطونيوس نجيب. إن تأسيس "المجلس الوطني للكنائس المسيحية"، والذي أردتموه بقوة، يمثل علامة هامة لإرادة جميع المؤمنين في المسيح للتطوير علاقات دائما أكثر إخوَّة عبر الحياة اليومية، واضعين أنفسهم في خدمة كافة المجتمع المصري، والذي هم جزء لا يتجزأ منه. كن على يقين يا صاحب القداسة من أن مجهوداتكم من أجل الشَرِكة بين المؤمنين في المسيح، وكذلك اهتمامكم اليقظ بمصير بلدكم وبدور الجماعة المسيحية داخل المجتمع المصري، يَجِد صَدًى عميقًا في قلب خليفة بطرس وقلب كافة الجماعة الكاثوليكية.
"إِذا تَأَلَّمَ عُضوٌ تَأَلَّمَت مَعَه سائِرُ الأَعضاء، وإِذا أُكرِمَ عُضوٌ سُرَّت معَه سائِرُ الأَعضاء" (1 كو 12، 26). هذا هو قانون الحياة المسيحية، وبهذا المعنى يمكننا القول بوجود مسكونية الألم أيضا: فكما أن دم الشهداء كان بذور قوة وخصوبة للكنيسة، فهكذا تَقاسم الآلام اليومية يمكنه أن يكون أداةً فعَّالةً للوحدة. وهذا هو أيضًا حقيقي، بطريقة ما، في السياق الأكثر اتساعا للمجتمع وللعلاقات بين المسيحيين وغير المسيحيين: فمن أحشاء الألم المشترك، يمكن بالفعل أن تُولَد، بمعونة الله، مغفرة ومصالحة وسلام.
يا صاحب القداسة، أؤكد لكم من كل قلبي صلاتي كي يتمكن كافة القطيع، الذي أتمنه الربُّ إلى رعايتِكم الرعوية، من أن يكون دائما أمينًا لدعوة الربّ، أستدعي الحماية المشتركة للقديسين بطرس الرسول ومرقس الإنجيلي: اللذان تعاونا بَفَعِّليِّة في الحياة لنشر الإنجيل، كي يتشفعا من أجلنا ويرافقا مسيرة كنائسنا.
جميع الحقوق محفوظة 2013 - حاضرة الفاتيكان
[00653-08.01]
[B0288-XX.02]