L’UDIENZA GENERALE ● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa ha continuato il ciclo di catechesi dedicato all’Anno della fede.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
Cari fratelli e sorelle,
il Credo, che inizia qualificando Dio come "Padre Onnipotente", come abbiamo meditato la settimana scorsa, aggiunge poi che Egli è il "Creatore del cielo e della terra", e riprende così l’affermazione con cui inizia la Bibbia. Nel primo versetto della Sacra Scrittura, infatti, si legge: «In principio Dio creò il cielo e la terra» (Gen 1,1): è Dio l’origine di tutte le cose e nella bellezza della creazione si dispiega la sua onnipotenza di Padre che ama.
Dio si manifesta come Padre nella creazione, in quanto origine della vita, e, nel creare, mostra la sua onnipotenza. Le immagini usate dalla Sacra Scrittura al riguardo sono molto suggestive (cfr Is 40,12; 45,18; 48,13; Sal 104,2.5; 135,7; Pr 8, 27-29; Gb 38–39). Egli, come un Padre buono e potente, si prende cura di ciò che ha creato con un amore e una fedeltà che non vengono mai meno, dicono ripetutamente i salmi (cfr Sal 57,11; 108,5; 36,6). Così, la creazione diventa luogo in cui conoscere e riconoscere l’onnipotenza del Signore e la sua bontà, e diventa appello alla fede di noi credenti perché proclamiamo Dio come Creatore. «Per fede, - scrive l’autore della Lettera agli Ebrei - noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sicché dall’invisibile ha preso origine il mondo visibile» (11,3). La fede implica dunque di saper riconoscere l’invisibile individuandone la traccia nel mondo visibile. Il credente può leggere il grande libro della natura e intenderne il linguaggio (cfr Sal 19,2-5); ma è necessaria la Parola di rivelazione, che suscita la fede, perché l’uomo possa giungere alla piena consapevolezza della realtà di Dio come Creatore e Padre. È nel libro della Sacra Scrittura che l’intelligenza umana può trovare, alla luce della fede, la chiave di interpretazione per comprendere il mondo. In particolare, occupa un posto speciale il primo capitolo della Genesi, con la solenne presentazione dell’opera creatrice divina che si dispiega lungo sette giorni: in sei giorni Dio porta a compimento la creazione e il settimo giorno, il sabato, cessa da ogni attività e si riposa. Giorno della libertà per tutti, giorno della comunione con Dio. E così, con questa immagine, il libro della Genesi ci indica che il primo pensiero di Dio era trovare un amore che risponda al suo amore. Il secondo pensiero è poi creare un mondo materiale dove collocare questo amore, queste creature che in libertà gli rispondono. Tale struttura, quindi, fa sì che il testo sia scandito da alcune ripetizioni significative. Per sei volte, ad esempio, viene ripetuta la frase: «Dio vide che era cosa buona» (vv. 4.10.12.18.21.25), per concludere, la settima volta, dopo la creazione dell’uomo: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (v. 31). Tutto ciò che Dio crea è bello e buono, intriso di sapienza e di amore; l’azione creatrice di Dio porta ordine, immette armonia, dona bellezza. Nel racconto della Genesi poi emerge che il Signore crea con la sua parola: per dieci volte si legge nel testo l’espressione «Dio disse» (vv. 3.6.9.11.14.20.24.26.28.29). E' la parola, il Logos di Dio che è l'origine della realtà del mondo e dicendo: "Dio disse", fu così, sottolinea la potenza efficace della Parola divina. Così canta il Salmista: «Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera…, perché egli parlò e tutto fu creato, comandò e tutto fu compiuto» (33,6.9). La vita sorge, il mondo esiste, perché tutto obbedisce alla Parola divina.
Ma la nostra domanda oggi è: nell’epoca della scienza e della tecnica, ha ancora senso parlare di creazione? Come dobbiamo comprendere le narrazioni della Genesi? La Bibbia non vuole essere un manuale di scienze naturali; vuole invece far comprendere la verità autentica e profonda delle cose. La verità fondamentale che i racconti della Genesi ci svelano è che il mondo non è un insieme di forze tra loro contrastanti, ma ha la sua origine e la sua stabilità nel Logos, nella Ragione eterna di Dio, che continua a sorreggere l’universo. C’è un disegno sul mondo che nasce da questa Ragione, dallo Spirito creatore. Credere che alla base di tutto ci sia questo, illumina ogni aspetto dell’esistenza e dà il coraggio di affrontare con fiducia e con speranza l’avventura della vita. Quindi, la scrittura ci dice che l'origine dell'essere, del mondo, la nostra origine non è l'irrazionale e la necessità, ma la ragione e l'amore e la libertà. Da questo l'alternativa: o priorità dell'irrazionale, della necessità, o priorità della ragione, della libertà, dell'amore. Noi crediamo in questa ultima posizione.
Ma vorrei dire una parola anche su quello che è il vertice dell’intera creazione: l’uomo e la donna, l’essere umano, l’unico "capace di conoscere e di amare il suo Creatore" (Cost. past. Gaudium et spes, 12). Il Salmista guardando i cieli si chiede: «Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?» (8,4-5). L’essere umano, creato con amore da Dio, è ben piccola cosa davanti all’immensità dell’universo; a volte, guardando affascinati le enormi distese del firmamento, anche noi abbiamo percepito la nostra limitatezza. L’essere umano è abitato da questo paradosso: la nostra piccolezza e la nostra caducità convivono con la grandezza di ciò che l’amore eterno di Dio ha voluto per lui.
I racconti della creazione nel Libro della Genesi ci introducono anche in questo misterioso ambito, aiutandoci a conoscere il progetto di Dio sull’uomo. Anzitutto affermano che Dio formò l’uomo con la polvere della terra (cfr Gen 2,7). Questo significa che non siamo Dio, non ci siamo fatti da soli, siamo terra; ma significa anche che veniamo dalla terra buona, per opera del Creatore buono. A questo si aggiunge un’altra realtà fondamentale: tutti gli esseri umani sono polvere, al di là delle distinzioni operate dalla cultura e dalla storia, al di là di ogni differenza sociale; siamo un’unica umanità plasmata con l’unica terra di Dio. Vi è poi un secondo elemento: l’essere umano ha origine perché Dio soffia l’alito di vita nel corpo modellato dalla terra (cfr Gen 2,7). L’essere umano è fatto a immagine e somiglianza di Dio (cfr Gen 1,26-27). Tutti allora portiamo in noi l’alito vitale di Dio e ogni vita umana – ci dice la Bibbia – sta sotto la particolare protezione di Dio. Questa è la ragione più profonda dell’inviolabilità della dignità umana contro ogni tentazione di valutare la persona secondo criteri utilitaristici e di potere. L’essere ad immagine e somiglianza di Dio indica poi che l’uomo non è chiuso in se stesso, ma ha un riferimento essenziale in Dio.
Nei primi capitoli del Libro della Genesi troviamo due immagini significative: il giardino con l’albero della conoscenza del bene e del male e il serpente (cfr 2,15-17; 3,1-5). Il giardino ci dice che la realtà in cui Dio ha posto l’essere umano non è una foresta selvaggia, ma luogo che protegge, nutre e sostiene; e l’uomo deve riconoscere il mondo non come proprietà da saccheggiare e da sfruttare, ma come dono del Creatore, segno della sua volontà salvifica, dono da coltivare e custodire, da far crescere e sviluppare nel rispetto, nell’armonia, seguendone i ritmi e la logica, secondo il disegno di Dio (cfr Gen 2,8-15). Poi, il serpente è una figura che deriva dai culti orientali della fecondità, che affascinavano Israele e costituivano una costante tentazione di abbandonare la misteriosa alleanza con Dio. Alla luce di questo, la Sacra Scrittura presenta la tentazione che subiscono Adamo ed Eva come il nocciolo della tentazione e del peccato. Che cosa dice infatti il serpente? Non nega Dio, ma insinua una domanda subdola: «È vero che Dio ha detto "Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?"» (Gen 3,1). In questo modo il serpente suscita il sospetto che l’alleanza con Dio sia come una catena che lega, che priva della libertà e delle cose più belle e preziose della vita. La tentazione diventa quella di costruirsi da soli il mondo in cui vivere, di non accettare i limiti dell’essere creatura, i limiti del bene e del male, della moralità; la dipendenza dall’amore creatore di Dio è vista come un peso di cui liberarsi. Questo è sempre il nocciolo della tentazione. Ma quando si falsa il rapporto con Dio, con una menzogna, mettendosi al suo posto, tutti gli altri rapporti vengono alterati. Allora l’altro diventa un rivale, una minaccia: Adamo, dopo aver ceduto alla tentazione, accusa immediatamente Eva (cfr Gen 3,12); i due si nascondono dalla vista di quel Dio con cui conversavano in amicizia (cfr 3,8-10); il mondo non è più il giardino in cui vivere con armonia, ma un luogo da sfruttare e nel quale si celano insidie (cfr 3,14-19); l’invidia e l’odio verso l’altro entrano nel cuore dell’uomo: esemplare è Caino che uccide il proprio fratello Abele (cfr 4,3-9). Andando contro il suo Creatore, in realtà l’uomo va contro se stesso, rinnega la sua origine e dunque la sua verità; e il male entra nel mondo, con la sua penosa catena di dolore e di morte. E così quanto Dio aveva creato era buono, anzi, molto buono, dopo questa libera decisione dell'uomo per la menzogna contro la verità, il male entra nel mondo.
Dei racconti della creazione, vorrei evidenziare un ultimo insegnamento: il peccato genera peccato e tutti i peccati della storia sono legati tra di loro. Questo aspetto ci spinge a parlare di quello che è chiamato il "peccato originale". Qual è il significato di questa realtà, difficile da comprendere? Vorrei dare soltanto qualche elemento. Anzitutto dobbiamo considerare che nessun uomo è chiuso in se stesso, nessuno può vivere solo di sé e per sé; noi riceviamo la vita dall’altro e non solo al momento della nascita, ma ogni giorno. L’essere umano è relazione: io sono me stesso solo nel tu e attraverso il tu, nella relazione dell’amore con il Tu di Dio e il tu degli altri. Ebbene, il peccato è turbare o distruggere la relazione con Dio, questa la sua essenza: distruggere la relazione con Dio, la relazione fondamentale, mettersi al posto di Dio. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che con il primo peccato l’uomo "ha fatto la scelta di se stesso contro Dio, contro le esigenze della propria condizione creaturale e conseguentemente contro il proprio bene" (n. 398). Turbata la relazione fondamentale, sono compromessi o distrutti anche gli altri poli della relazione, il peccato rovina le relazioni, così rovina tutto, perché noi siamo relazione. Ora, se la struttura relazionale dell’umanità è turbata fin dall’inizio, ogni uomo entra in un mondo segnato da questo turbamento delle relazioni, entra in un mondo turbato dal peccato, da cui viene segnato personalmente; il peccato iniziale intacca e ferisce la natura umana (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 404-406). E l’uomo da solo, uno solo non può uscire da questa situazione, non può redimersi da solo; solamente il Creatore stesso può ripristinare le giuste relazioni. Solo se Colui dal quale ci siamo allontanati viene a noi e ci tende la mano con amore, le giuste relazioni possono essere riannodate. Questo avviene in Gesù Cristo, che compie esattamente il percorso inverso di quello di Adamo, come descrive l’inno nel secondo capitolo della Lettera di San Paolo ai Filippesi (2,5-11): mentre Adamo non riconosce il suo essere creatura e vuole porsi al posto di Dio, Gesù, il Figlio di Dio, è in una relazione filiale perfetta con il Padre, si abbassa, diventa il servo, percorre la via dell’amore umiliandosi fino alla morte di croce, per rimettere in ordine le relazioni con Dio. La Croce di Cristo diventa così il nuovo albero della vita.
Cari fratelli e sorelle, vivere di fede vuol dire riconoscere la grandezza di Dio e accettare la nostra piccolezza, la nostra condizione di creature lasciando che il Signore la ricolmi del suo amore e così cresca la nostra vera grandezza. Il male, con il suo carico di dolore e di sofferenza, è un mistero che viene illuminato dalla luce della fede, che ci dà la certezza di poterne essere liberati: la certezza che è bene essere un uomo.
[00211-01.01] [Testo originale: Italiano]
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
Chers frères et sœurs,
comme l’affirme notre credo, Dieu est le « Créateur du ciel et de la terre ». Sa toute-puissance se manifeste dans la beauté de la création. Loin d’être un manuel de sciences naturelles, la Bible veut nous faire comprendre la vérité profonde de toute chose. Ainsi, le livre de la Genèse montre que le monde n’est pas un ensemble de forces opposées, mais il a son origine et sa stabilité en Dieu. L’homme et la femme, créés à l’image et à la ressemble de Dieu, sont le chef-d’œuvre de la création. Voilà la plus profonde raison de l’inviolabilité de leur dignité. En agissant contre son Créateur, l’être humain agit contre lui-même. Il renie son origine, se substitue à Dieu et refuse sa finitude et les limites du bien et du mal. La jalousie et la haine entrent dans son cœur. Les récits de la création font comprendre que le ‘péché originel’ est la destruction de la relation avec Dieu et, par conséquent, avec les autres. Tout être humain entre dans un monde marqué par des relations perturbées. Seul Dieu peut le sauver de cette situation. Par son amour, Jésus qui est le nouvel Adam, le Sauveur, rétablit les relations entre Dieu et l’être humain. Par lui, la croix devient le nouvel arbre de la vie.
Je salue cordialement les pèlerins francophones, en particulier les Frères du Sacré-Cœur et les élèves venus de Paris et de Lilles ! Vivre de la foi veut dire confesser la grandeur de Dieu et accepter notre condition de créature. En reconnaissant votre petitesse, Dieu vous comblera de son amour et de sa lumière ! Affrontez alors l’aventure de votre vie avec confiance et espérance ! Bon pèlerinage !
[00212-03.01] [Texte original: Français]
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters,
In our continuing catechesis during this Year of Faith, we now reflect on the Creed’s description of God as "Creator of heaven and earth". In the work of creation, God is seen as the almighty Father who by his eternal Word brings into existence a universe of goodness, harmony and beauty. The world thus has meaning as a part of the divine plan, a plan which in a special way embraces man and woman as the culmination of God’s creative activity. The Scriptures teach us that man was created in the image and likeness of God, formed from the dust of the earth. Here we see the basis not only of the unity of the human family but also of our inviolable human dignity. We also see something of the mystery of man as a finite creature called to a sublime role in God’s eternal plan. The tragedy of Adam’s sin, by falsifying our original relationship with God, has affected our relationship with one another and the world itself. Through the saving obedience of Christ, the new Adam, God himself has justified us and enabled us to live in freedom as his beloved sons and daughters.
I offer a warm welcome to all the English-speaking visitors present at today’s Audience, including those from England, Ireland and the United States. May your visit to the tombs of the Apostles Peter and Paul inspire you never to place anything before the love of Christ. Upon all of you, I invoke God’s blessings of joy and peace.
[00213-02.01] [Original text: English]
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern!
In der Reihe der Katechesen über das Glaubensbekenntnis im Jahr des Glaubens möchte ich heute über Gott als den »Schöpfer des Himmels und der Erde« sprechen. Der Hebräerbrief sagt: »Aufgrund des Glaubens erkennen wir, daß die Welt durch Gottes Wort erschaffen worden ist…« (11,3). Der glaubende Mensch kann sozusagen in der Natur die Handschrift Gottes lesen, aber er braucht doch die Offenbarung, das Wort Gottes, um die Eigenart des Schöpfers und Vaters recht zu verstehen. Der Schöpfungsbericht, mit dem das Buch Genesis, die Heilige Schrift überhaupt, beginnt, sagt uns: Alles, was Gott schafft, ist durchtränkt von seiner Weisheit und Güte und ist gut. Frage: Kann man heute angesichts der Naturwissenschaft eigentlich noch von Schöpfung reden? Natürlich ist die Bibel kein Lehrbuch der Naturwissenschaft. Das ist nicht ihr Sinn. Sie geht in eine tiefere Dimension. Sie fragt uns nach dem, worauf Welt, Sein, unsere Existenz beruht, was eigentlich die Wahrheit und Wirklichkeit unseres Lebens ist, und sagt uns, daß die Wirklichkeit nicht durch Zufall und Notwendigkeit zustande kam, nicht durch das Irrationale und Unfreie, sondern durch eine Vernunft und Freiheit, daß nicht das Irrationale, das Unfreie, das Unvernünftige der Ursprung und der letzte Grund aller Dinge ist, sondern eine Freiheit, die gut ist, eine Freiheit, die Erkenntnis und Vernunft ist und die Liebe ist. Das ist die eigentliche Aussage, die uns die Schöpfungsberichte machen und die damit überhaupt die Dimension eröffnen, in der wir denken und handeln können. Die Welt hat eine Ordnung, die aus dem Geist des Schöpfers hervorgeht. Und es gibt ein Geschöpf, das diesen Geist abbildlich empfangen hat: der Mensch. Der Mensch ist nicht allein. Er kann nur mit anderen, in Beziehung leben. Ich bin nur in Beziehung und nur vom anderen her und durch den anderen, ohne ihn gäbe es mich nicht. Diese Bezogenheit auf den anderen ist keine Einschränkung, keine Abhängigkeit, wenn sie aus Liebe geschieht. Liebe ist eine schöpferische Macht, die den anderen nicht verengt, sondern bereichert und sein Leben mit Sinn erfüllt. Nun sagt uns die Schrift: Die ganze Schöpfung Gottes ist gut. Wir fragen uns: Woher kommt dann all das Ungute, das wir in ihr erleben? Dazu sagt uns die Schrift: Gott hat den Mut gehabt, das Wagnis, Freiheit zu schaffen, und er respektiert sie. Der Mensch ist der Versuchung verfallen, Gott nicht mehr als Garanten seiner Freiheit anzusehen, sondern als Einschränkung seiner Freiheit, ihn wegzustoßen, um selber nur noch ganz er selbst zu sein. Und so hat er die Grundbeziehung, auf der all unser Sein beruht, gestört. Und da wir Beziehung sind, ist Störung der Beziehung Störung des Seins, und das Dunkel des Bösen tritt in die gute Welt herein, die doch nicht aufhört, gut zu bleiben. Mit der Erbsünde ist eben dieses gemeint, daß die ganze Menschheit sich von Anfang an in dieser Beziehungsstörung bewegt, die wir nicht selbst aufheben können. Gott mußte hereinkommen, die Beziehung wieder herstellen und hat es in Christus getan. Und so ist die Beziehung zu ihm die Erneuerung unseres Seins und die Verwirklichung unserer Berufung. So verweist Schöpfung auf Erlösung, das schöpferische Wort Gottes auf die schöpferische Liebe Jesu Christi und ruft uns, dazu ja zu sagen.
Ganz herzlich grüße ich alle Brüder und Schwestern deutscher Sprache, heute besonders die Gruppe der Seminare von Eisenstadt, Wien und St. Pölten mit Weihbischof Anton Leichtfried. Ich freue mich, daß Sie da sind! Lassen wir uns im Wort Gottes und in den Sakramenten immer neu von der Liebe Christi einholen, mit der er uns in die Gemeinschaft mit dem Schöpfer und mit dem Nächsten zurückführen will. Der Herr schenke euch inneres Wachstum und sein Geleit auf allen euren Wegen. Danke.
[00214-05.01] [Originalsprache: Deutsch]
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
El Credo llama a Dios «Padre todopoderoso», y añade que es «Creador del cielo y de la tierra», como se dice al inicio de la Escritura: «Al principio creó Dios el cielo y la tierra». Dios es Padre en cuanto origen de la vida y, al crear, muestra su omnipotencia. Dios pone orden, armonía y belleza en todas las cosas, y no deja de su mano a sus criaturas. Así, el mundo creado muestra vestigios de la acción divina, bondadosa y cercana, que permiten vislumbrar la profunda verdad de la creación y el amor de que está impregnada, más allá de un examen meramente fáctico. Por la revelación, el creyente puede leer en el gran libro de la naturaleza quién es Dios como Creador y Padre. La cumbre de la creación es el hombre y la mujer, el ser humano: un ser pequeño respecto a la inmensidad del universo, pero el único que ha sido hecho «a imagen de Dios», capaz de entender la sabiduría de su obra, reconociendo y alabando a través de ella al Creador. Por eso goza de la especial protección de Dios, que fundamenta la inviolabilidad de la dignidad humana, frente a la tentación de ver en las personas simples objetos inanimados para la propia utilidad.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular al grupo y a la Delegación de la Guardia Civil, con el Arzobispo castrense, el Señor Ministro del Interior y el Director General de ese Cuerpo, que ruega a la Virgen del Pilar la fuerza espiritual necesaria para su importante servicio a la sociedad española. Y saludo igualmente a los peregrinos venidos de España, Chile, México y otros países latinoamericanos. Que la fe en Dios, Padre y Creador, sea para todos fuente de serenidad y esperanza. Muchas gracias.
[00215-04.01] [Texto original: Español]
○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese
Queridos irmãos e irmãs,
No Credo, confessamos que Deus é o «criador do céu e da terra», como se lê no Génesis. Deus cria através da sua palavra: a vida surge, porque tudo obedece à Palavra divina. No vértice da criação, aparece o homem e a mulher: formados do pó da terra, possuem o sopro vital de Deus, e cada vida humana está sob a sua protecção. Esta é a razão mais profunda da inviolabilidade da dignidade humana. Viver na fé quer dizer reconhecer a grandeza de Deus e aceitar a nossa condição de criaturas. Por vezes, somos tentados a ver esta dependência do amor criador de Deus como um peso do qual libertar-se. Mas, indo contra o seu Criador, o ser humano renega a sua origem e a sua verdade, e o mal entra no mundo com a sua penosa cadeia de sofrimentos e morte. E, sozinhos, não podemos sair dela… As justas relações só podem ser reatadas, se Aquele, de quem nos afastamos, vier até nós e nos estender a mão. É o que faz Cristo! Percorre o caminho do amor, humilhando-Se até à morte de Cruz, para repor em ordem as nossas relações com Deus e com os outros. A Cruz torna-se a nova árvore da vida.
De coração, saúdo os peregrinos de Guaratinguetá e todos os presentes de língua portuguesa. Sede bem-vindos! Que nada vos impeça de viver e crescer na amizade de Deus Pai criador, e testemunhar a todos a sua bondade e misericórdia! Desça a sua Bênção generosa sobre vós e vossas famílias.
[00216-06.01] [Texto original: Português]
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Saluto in lingua polacca
○ Saluto in lingua araba
○ Saluto in lingua slovacca
○ Saluto in lingua russa
○ Saluto in lingua bulgara
○ Saluto in lingua italiana
○ Saluto in lingua polacca
Witam polskich pielgrzymów. Drodzy siostry i bracia, żyć wiarą oznacza uznawać wielkość Boga stwórcy i, akceptując naszą małość, pozwalać, aby On wypełniał ją swoją miłością. Światło wiary demaskuje każde zło i daje pewność, że możemy być od niego uwolnieni. Niech ta pewność będzie dla nas źródłem nadziei i radości! Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!
[Do il benvenuto ai pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, vivere di fede vuol dire riconoscere la grandezza di Dio Creatore e, accettando la nostra piccolezza, lasciare che il Signore la ricolmi del suo amore. La luce della fede smaschera ogni male e ci dà la certezza di poterne essere liberati. Questa certezza sia per noi fonte di speranza e di gioia! Sia lodato Gesù Cristo!]
[00217-09.01] [Testo originale: Polacco]
○ Saluto in lingua araba
البَابَا يُصْلِي مِنْ أَجَلِ جَمِيعِ النَّاطِقينَ بِاللُّغَةِ العَرَبِيَّةِ. لِيُبَارِك الرَّبّ جَمِيعَكُمْ.
[Il Papa prega per tutte le persone di lingua araba. Dio vi benedica tutti.]
[00218-08.01] [Testo originale: Arabo]
○ Saluto in lingua slovacca
Srdečne pozdravujem spoločenstvo Kňazského seminára svätého Karola Boromejského z Košíc, vedené emeritným arcibiskupom Alojzom Tkáčom. Milí seminaristi, prajem vám, aby púť k hrobom svätých Apoštolov počas Roka viery posilnila vašu vernosť Kristovi a veľkodušnú odpoveď na jeho volanie. Rád žehnám vás i vašich drahých. Pochválený buď Ježiš Kristus!
[Saluto cordialmente la comunità del Seminario arcidiocesano di San Carlo Borromeo di Košice guidata dall’Arcivescovo emerito S.E. Mons. Alojz Tkáč. Cari seminaristi, vi auguro che il pellegrinaggio alle tombe dei Santi Apostoli nell’Anno della Fede rafforzi la vostra fedeltà a Cristo e la generosa risposta alla sua chiamata. Volentieri benedico voi ed i vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo!]
[00219-AA.01] [Testo originale: Slovacco]
○ Saluto in lingua russa
Я рад приветствовать делегацию из Казахстана во главе с господином Кайратом Мами, Председателем Сената Парламента Республики.
Да благословит Всемогущий Бог вашу страну и ваши усилия для диалога между религиями и для всеобщего блага!
[Sono lieto di salutare una delegazione del Kazakhstan, capeggiata dal Signor Kairat Mami, Presidente del Senato della Repubblica.
Dio Onnipotente benedica il vostro Paese e il vostro impegno per il dialogo tra le religioni e per il bene comune!]
[00220-AA.01] [Testo originale: Russo]
○ Saluto in lingua bulgara
Приветствам сърдечно говорещите български език поклонници. По-специално поздравявам членовете от Атлантическия клуб в България: нека посещението във Вечния град да укрепи вашето доверие в Бог и нека небесното застъпничество на Блажен Йоан Павел ІІ да подкрепя вашите желания за добро. Нека бъдат хвалени Исус и Мария!
[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua bulgara. In particolare saluto i membri dell’Atlantic Club in Bulgaria: la visita alla Città Eterna accresca la vostra fiducia in Dio e la celeste intercessione del Beato Giovanni Paolo II sia sostegno ai vostri desideri di bene. Siano lodati Gesù e Maria!]
[00221-AA.01] [Testo originale: Bulgaro]
○ Saluto in lingua italiana
Cari amici, sono lieto di accogliere i Vescovi che prendono parte al convegno «Cristiani e Pastori per la Chiesa di domani», promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, in coincidenza con l’anniversario della sua fondazione. Benvenuti! Auguro a voi, cari Confratelli, e a tutti i membri di questa Comunità di ravvivare la fede nel Signore e di testimoniare con rinnovato entusiasmo la carità evangelica, in particolare per i deboli e i poveri. Un caloroso saluto rivolgo anche ai Frati Minori Conventuali, che celebrano il loro duecentesimo Capitolo Generale. Cari Fratelli, testimoniate agli uomini di oggi la bellezza di seguire il Vangelo in semplicità e fraternità.
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai partecipanti al Corso di formazione umana per il sacerdozio e la vita consacrata, accompagnati dal Card. Elio Sgreccia, al Gruppo dello Studio Teologico Interdiocesano di Camaiore, con l’Arcivescovo di Pisa, Mons. Benotto e alla Pia Opera Croce Verde di Padova, nel centenario della sua attività. Grazie per tutto.
Infine, un pensiero affettuoso ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. L’odierna memoria di San Paolo Miki e dei compagni martiri giapponesi, stimoli voi, cari giovani, in particolare gli studenti dell’Istituto Francescano "Faà di Bruno" di Torino, nel 150° anniversario di fondazione, e quelli delle Scuole Regnum Christi di Roma, a spendere le vostre energie per la causa del Vangelo; aiuti voi, cari ammalati, ad accettare la croce in spirituale unione con il cuore di Cristo; e incoraggi voi, cari sposi novelli, ad avere sempre fiducia nella Provvidenza, anche nei momenti difficili della vostra vita coniugale.
[00222-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0076-XX.01]