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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA QUARESIMA 2013, 01.02.2013


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA QUARESIMA 2013

INTERVENTO DEL CARDINALE ROBERT SARAH

INTERVENTO DEL DOTT. MICHAEL THIO

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene una Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 2013 sul tema: Credere nella carità suscita carità - «Abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16).
Intervengono: l’Em.mo Card. Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum"; Mons. Giampietro Dal Toso, Segretario del Pontificio Consiglio "Cor Unum"; Mons. Segundo Tejado Muñoz, Sotto-Segretario del medesimo Pontificio Consiglio; il Dott. Michael Thio, Presidente Generale della Confederazione Internazionale della Società di San Vincenzo de’ Paoli.
Pubblichiamo di seguito gli interventi del Card. Robert Sarah e del Dott. Michael Thio:

INTERVENTO DEL CARDINALE ROBERT SARAH

Gentili Signori,

ci ritroviamo al consueto appuntamento di presentazione del Messaggio per la Quaresima del Santo Padre Benedetto XVI. Quest’anno il tema del messaggio si focalizza sullo stringente rapporto tra fede e carità, come ce lo ribadisce l’apostolo Giovanni: «Abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16): Credere nella carità suscita carità. Nel contesto dell’Anno della fede, in questa Quaresima, ci viene offerta la possibilità di riflettere sul rapporto che sussiste tra queste due virtù teologali: la fede e la carità. Tra il credere in Dio, nel Dio rivelato da Gesù Cristo, e la carità, che è frutto dello Spirito Santo e ci proietta in un orizzonte di apertura profonda verso Dio e verso il prossimo.

Prima di tante parole vorrei esprimervi questa verità con un esempio, che ho appreso durante la nostra ultima assemblea plenaria, che si è svolta, come saprete, due settimane fa. E’ una testimonianza da Manila. Un ingegnere filippino formato al Massachusetts Institute of Technology, Héctor Quesada, si accorge ad un certo punto della sua vita di avere fame di Dio. Riscopre la fede attraverso l’esperienza delle Couples of Christ. Dal 2002 ha iniziato un’attività di promozione umana in uno slum di Manila: dove prima 3.500 persone erano ammassate in baracche di legno, di plastica, di carta, in un’area di 10.000 metri quadrati, dove crimine e droghe imperavano, ora c’è una scuola, delle case dignitose, una missione medica. E lui stesso ha riconosciuto che la fede non sta solo all’inizio della sua ispirazione, ma cambia anche l’approccio alla vita e alla cultura degli stessi beneficiari. Se i loro comportamenti, i loro valori, le loro relazioni non cambiano dall’interno, lo slum in poco tempo torna ad essere quello di prima. La carità che hanno vissuto aiuta i beneficiari a riscoprire Dio, e, in Dio, la loro dignità di persone.

Dunque se parliamo di nesso tra fede e carità parliamo almeno di due dimensioni. Primo: la fede vera non si dà senza le opere; chi crede impara a darsi all’altro. Secondo: la carità suscita la fede, e dunque è testimonianza. L’esempio che vi ho portato è uno - dopo di me il signor Michael Thio ne dirà altri -: sono tanti fatti per dire che la Chiesa è viva e vive di questa reciprocità tra fede e carità.

Inserito nell’Anno della fede, il Messaggio di Quaresima è una preziosa occasione per mantenere fresco questo legame in tutti i fedeli. In questo senso è un momento propizio, in quanto ci prepariamo alla Pasqua, cioè a celebrare quel fatto in cui il cristiano riconosce la sorgente della carità: Cristo che muore e risorge per amore. È da questo atto di donazione totale di Dio, che possiamo vivere in pienezza tutta la nostra vita di fede. L’atto supremo della croce, della Sua passione, morte e risurrezione, dona un carattere unico all’esperienza che si concretizza nel cristianesimo. In Cristo ogni cristiano riconosce se stesso e la sua chiamata ad offrire la propria vita per il bene dell’altro. Per tale motivo da sempre la Quaresima è un tempo propizio per spalancare lo sguardo del nostro cuore verso i fratelli più bisognosi, condividendo con essi del nostro. In questo particolare momento storico, occorre sottolineare l’importanza di una carità informata, documentata, attenta ai numerosi contesti di povertà, miseria, sofferenza: dal crescere del numero e dell’entità delle calamità naturali, non senza responsabilità umane, con tutto il loro carico di dolore, all’inasprirsi di conflitti violenti, spesso dimenticati dai mass-media; dal peggioramento delle condizioni di vita di molte famiglie, anche a seguito della crisi economica e finanziaria che colpisce molti Paesi dell’Europa e non solo, con l’aumentare della disoccupazione, soprattutto giovanile, fino ai contesti dove il lavoro c’è ma è sfruttato, sotto pagato, e senza le tutele minime, tali da garantire la dignità del lavoro stesso e, di conseguenza, della persona umana.

Come dicevo, il centro del presente messaggio di Quaresima lo si può vedere certamente nell’indissolubile intreccio tra fede e carità. E qui, lasciatemelo dire con franchezza, tocchiamo un nervo scoperto. Il Papa lo dice e cito: "Non possiamo mai separare o, addirittura, opporre fede e carità". Questa separazione o opposizione prende diverse forme, alcune delle quali vorrei enumerare, anche per la mia esperienza di vescovo africano.

Un malinteso è quello di accentuare così fortemente la fede, e la liturgia come suo canale privilegiato, da dimenticare che esse si rivolgono ad un uomo concreto, con i suoi bisogni, anche umani, la sua storia, le sue relazioni. Fa comodo a tanti, dentro e fuori, una Chiesa inebriata dal profumo delle candele, occupata ad ordinare la sacrestia, concentrata su astrusi dibattiti teologici e liti clericali piuttosto che sulla persona nella sua integrità alla quale Cristo si è rivolto.

Un secondo malinteso è quello di pensare che la Chiesa è una sorta di grande opera filantropica e di solidarietà puramente umana, dove l’impegno sociale è prioritario e ciò che conta è la promozione dell’uomo perché abbia pane e cultura e dunque il compito primario della Chiesa è l’edificazione di una società giusta ed equa, dimenticando che al centro dell’uomo sta il suo bisogno di Dio.

Un altro malinteso ancora è di dividere una Chiesa buona, quella della carità, da una Chiesa "cattiva", quella della verità, che difende e protegge la vita umana e i valori morali universali. La Chiesa va bene quando cura i malati, va meno bene quando esercita il compito di risvegliare le coscienze.

Fede e carità vanno insieme, e dunque vangelo e opere vanno insieme. Quanto vale nell’esperienza personale, vale anche per la Chiesa in quanto comunità. Non si può nella quotidianità pretendere di impostare la propria vita cristiana unilateralmente. In verità quando si separa nel vivere di tutti i giorni la fede dalla carità, e dalla preghiera umilmente inginocchiata, inevitabilmente il rapporto con Dio va in frantumi. Da una parte una vita fondata solamente sulla fede, corre il rischio di naufragare in un banale sentimentalismo che riduce il rapporto con Dio ad una mera consolazione del cuore. Dall’altra parte una carità, che non si inginocchia nell’adorazione di Dio e che non tiene presente la sorgente da cui scaturisce e a cui deve essere indirizzata ogni azione di bene, rischia di essere ridotta a mera filantropia e puro "attivismo moralista". Pertanto si è chiamati a tenere uniti nel proprio vivere la "conoscenza" della verità con il "camminare" nella verità. Con la fede, infatti, si ha la possibilità di conoscere e aderire alla verità, diventando amici di Dio. Nella carità questa esperienza di amicizia con Dio si attua, diventa visibile e comunicabile. Ma senza pensare che ci sia un prima e un dopo, o un aspetto conoscitivo e uno pratico. No: a livello personale l’autenticità del credere è vissuta come atto di carità e "ci fa perseverare concretamente nella figliolanza divina portando tutti i frutti dello Spirito Santo".

In ambito più propriamente ecclesiale vorrei ritornare su un punto caro al Santo Padre, che nel Suo magistero – dunque non solo nel Messaggio che presentiamo oggi, ma a più riprese - ci ricorda il rapporto naturale tra vangelo e carità. In questo Messaggio di Quaresima ribadisce che "la massima opera di carità è proprio l’evangelizzazione, ossia il «servizio della Parola». Non v’è azione più benefica, e quindi caritatevole, verso il prossimo che spezzare il pane della Parola di Dio, renderlo partecipe della Buona Notizia del Vangelo, introdurlo nel rapporto con Dio: l’evangelizzazione è la più alta e integrale promozione della persona".

D’altro canto, all’inizio del Sinodo dello scorso ottobre sulla nuova evangelizzazione, ha sottolineato questa grande unità tra fede e carità, affermando che i pilastri della nuova evangelizzazione sono la «confessio» e la «caritas»: sono i due modi con cui Dio ci coinvolge, ci fa agire con Lui, in Lui e per l’umanità. La «confessio» quindi non è da considerarsi una cosa astratta, bensì è «caritas», è amore. Solo così è realmente il riflesso della verità divina, che come verità è inseparabilmente anche amore. Questo amore è fiamma, accende gli altri, una passione che deve crescere dalla fede, che deve trasformarsi in fuoco della carità (cfr. Meditazione della prima Congregazione Generale). Solo una carità che nasce dalla fede forgia dei cristiani autentici, capaci di sfuggire quella tiepidezza rifiutata anche da Dio (cfr. Ap 3, 1-6. 14-22).

Non posso non ricordarvi che proprio la prima enciclica di Benedetto XVI ha dato questo grande orientamento alla Chiesa nel mondo d’oggi, una Chiesa che forse ha faticato a farsi capire perché il suo messaggio è stato colto troppo spesso in maniera moralistica. Scrive il Papa che tutto l’ethos cristiano – e dunque la vita nella carità -riceve il suo senso dalla fede come "incontro" personale ed intimo con l’amore di Cristo, che offre un nuovo orizzonte e imprime alla vita la direzione decisiva (cfr. Deus Caritas est 1). E’ in questo incontro il nostro punto di forza e questo fa sì che, come nell’esempio che vi ho citato prima, ci siano delle persone che possono spendere tutta la propria vita dandosi all’altro. Mi sembra importante anche ricordare che questo approccio personale è la grande ricchezza, al di là del contributo economico, che la Chiesa offre con la sua vastissima ed apprezzata rete di organismi caritativi. In fondo, è proprio questo principio di inderogabile unità tra fede e carità che dà origine ad ogni esperienza di Chiesa, ad ispirare anche il ‘Motu proprio’ Intima Ecclesiae natura sul servizio della carità recentemente pubblicato ed entrato in vigore lo scorso 10 dicembre. Per Cor Unum tutti questi orientamenti del Santo Padre sono incoraggiamento ad operare nel grande mondo dell’assistenza e dello sviluppo attraverso i tanti organismi di carità con un profilo molto chiaro, ma proprio per questo a servizio di una visione integrale della persona.

Credo che questo Messaggio sia perciò di grande attualità. Non solo perché si situa nell’Anno della fede e dunque in questo contesto è bene ricordare che fede e carità sono due facce della stessa medaglia, cioè la nostra appartenenza a Cristo. Ma è attuale anche perché in questa fase storica, in cui l’uomo fatica a riconoscere se stesso e a trovare una via per il futuro, la parola del Papa presenta una proposta unitaria, un percorso di vita nel quale l’accoglienza di Dio ingenera accoglienza dell’altro in tutte le sue dimensioni, espressioni ed esigenze e così la Chiesa può essere faro di una umanità rinnovata e quindi contribuire all’avvento della "Civiltà dell’Amore". Vi ringrazio per la vostra attenzione e sono grato per quanto potrete fare per diffondere questa parola del Santo Padre, augurando a tutti una santa Quaresima.

[00176-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DEL DOTT. MICHAEL THIO

We are honoured to have the opportunity to share with you the charism and ethos of the Society of St. Vincent de Paul in bearing witness to Christ and which draws some parallel to the Holy Father’s Lenten message on his principal theme of Faith and Charity.

The Society is engaged in Charitable and Humanitarian activities in a Christian way or dimension and are marvelously witnessing to Christ in the poor and needy we serve or assist. We can encapsulate all such activities into the virtues and practice of the Gospel values in FAITH, HOPE and CHARITY. This exemplifies our zeal and commitment in our mission and vocation in our Vincentian apostolate.

Since our humble beginnings 180 years ago we are today present in 148 countries, with 780,000 members spread over 70,000 conferences, 1.3 million volunteers and serving over 30 million poor. The Society is involved in a wide range and variety of tasks and activities from the provision of food, clothing and necessities to the needy, homes for the poor and homeless, response to natural disasters in emergency reliefs and rehabilitation projects, assistance to refugees that emerged from political conflicts, engaged in systemic change programs in education, self-help projects, micro-financing, counselling and many others. Among many other assistance and projects for last year, special mention is made to emergency reliefs provided to over 20 countries affected by natural disasters along with rehabilitation projects, assistance in the Famine in the Horn of Africa, food and crops programs, provision for rebuilding, renovation and construction of houses and notably support for a project in the construction of an indoor playground of a kindergarten due to the Tsunami tragedy in Fukushima, Japan, that is subjected to nuclear radiation.

The Society have been accredited last year by the United Nations as an UN-NGO with membership in the Economic and Social Council(ECOSOC) with Special Consultative Status. We are blessed and privileged to note that the Society is one of the most respected, well known, flourishing and inspiring Catholic apostolate of Charity worldwide.

FAITH: We believe and we trust in the Lord for without Him we can do nothing. We serve and He provides. We do our best and He will do the rest. In serving the poor and needy we bear witness to Christ and those around us. As He said to us "He who abides in Me and I in him bears much fruit; for without Me you can do nothing" – John 15:5. FAITH determines our belief in God and gives us our purpose and manifestation of the goodness and Love of God. It gives us the conviction that Jesus is the pearl of our life. FAITH sees the invisible, believes the incredible and receives the impossible. In absolute FAITH we listen to His word "Trust in the Lord with all your heart and lean not on your own understanding; in all your ways acknowledge Him and HE will make your paths straight" Proverbs 3:5-6

HOPE: In Christ resurrection He has given us HOPE … a new life, a new future. Likewise we share this HOPE with those we serve and assist and give them a hopeful life and the possibility of encountering Christ. Because we care they experience a new beginning, a better future. In seeing the suffering poor, we Vincentians, see and encounter the suffering Christ and give us the opportunity to serve Christ in the poor. In so doing we receive Christ in us and experience Christ’s Love and strengthen us to grow in that discipleship of Christ. HOPE gives us confidence and courage. It gives us a dynamism of unconquerable FAITH and strength. It is a glorious saviour always at our side. Remember the words of our Lord "Come to me all you that labour and are burdened, I shall give you rest." The motto of the Society is Serviens in SpeService in Hope.

CHARITY: Charity gives us motivation and supernatural zeal. Christian Charity is our LOVE for God transformed into loving service given to others and especially the poor. GOD is LOVE. Unless you have God in your heart you cannot share that LOVE with others. "The LOVE of Christ impels us" – 2Cor 5:14. St. Vincent de Paul said "May your radiance of Charity be a beaming light in our FAITH in action." This is further advanced by Blessed Frederic Ozanam who said "Let us go to the poor. We must not only speak but act and affirm by our actions the vitality of our FAITH." "The least you do to my brothers, you did it to me" says the Lord in Matthew 25:40. By our loving Christian action in serving Christ in the poor and needy, we are witnessing to Christ and this is the key differentiator between a Christian Charity and a secular Charity. "Faith enables us to recognize the gifts that the good and generous God has entrusted to us, Charity makes them fruitful" as pronounced by the Holy Father in his Lenten message.

As we commit ourselves faithfully and lovingly to His call, we are engaging in the service of Christ in the poor and needy in FAITH, HOPE and CHARITY. In championing the cause of the poor, Christian actions and virtues are being promoted and we are but humble servants bearing witness to Christ. In our work of Christian Charity we reflect and radiate our Christian way of life as followers and disciples of Christ. As we grow in that discipleship of Christ, we become a better person and a better Christian. "You are the salt of the earth and the light of the world" as the Lord spoke to us in Matthew 5:13-14. The Holy Father said in his Lenten message "Through Faith we enter into a friendship with the Lord; through Charity this friendship is lived and cultivated". The inter-relationship between Faith and Charity is manifested and edified and is intimately linked.

As Christians, we must preserve and grow in our spirituality to keep that Closeness, Love and Peace with Christ. The way we lead a good Christian life will draw people closer to God … and bring about conversion and evangelization through witnessing to the goodness and Love of Christ.

Let me share with you this inspiring quote of Blessed Mother Teresa:-
The Fruit of Silence is Prayer
The Fruit of Prayer is Faith
The Fruit of Faith is Love
The Fruit of Love is Service
The Fruit of Service is Peace
and furthermore she adds "What you are is God’s gift to you; What you make of yourself is your gift to God."

LET us Dare to Encounter JESUS with Love and Conviction in our hearts.
LET us want TO LIVE … a fulfilling, loving, peaceful, Christian life align with the Gospel values.
LET us want to CONTEMPLATE … to meditate and discern
LET us want to SERVE … CHRIST and mankind.
"LET YOUR LIGHT SHINE BEFORE MEN THAT THEY MAY SEE YOUR GOOD WORKS AND GIVE GLORY TO OUR FATHER IN HEAVEN" Matthew 5:16

JESUS LOVES YOU.
THANK YOU AND GOD BLESS YOU ALL.

[00177-02.01] [Original text: English]

[B0063-XX.01]