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DICHIARAZIONE DELLA SANTA SEDE SUL VOTO DELL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE SULLO STATUS DELLA PALESTINA, 29.11.2012


DICHIARAZIONE DELLA SANTA SEDE SUL VOTO DELL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE SULLO STATUS DELLA PALESTINA

TESTO IN LINGUA INGLESE

TESTO IN LINGUA ITALIANA

TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE

In tarda serata, dopo che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato a maggioranza la Risoluzione con cui la Palestina è diventata Stato Osservatore non membro, la Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso la seguente Dichiarazione della Santa Sede:

TESTO IN LINGUA INGLESE

Today the General Assembly has given majority approval to the Resolution by which Palestine has become a Non-member Observer State of the United Nations.

1. The Holy See has followed actively the steps which have led to this important decision, while striving to remain neutral between the Parties, and to act in accordance with its particular religious nature and universal mission, and in consideration also of its specific attention to the ethical dimension of international problems.

2. The Holy See considers, moreover, that today’s vote should be placed within the context of the efforts of giving a definitive solution, with the support of the international community, to the question already dealt with by Resolution 181 of the General Assembly of the United Nations of 29 November 1947. That document is the juridical basis for the existence of two States, one of which has not been constituted in the successive sixty-five years, while the other has already seen the light.

3. On 15 May 2009, while departing from "Ben Gurion" International Airport, Tel Aviv, at the conclusion of his pilgrimage to the Holy Land, Pope Benedict XVI expressed the following: No more bloodshed! No more fighting! No more terrorism! No more war! Instead let us break the vicious circle of violence. Let there be lasting peace based on justice, let there be genuine reconciliation and healing. Let it be universally recognized that the State of Israel has the right to exist, and to enjoy peace and security within internationally agreed borders. Let it be likewise acknowledged that the Palestinian people have a right to a sovereign independent homeland, to live with dignity and to travel freely. Let the two-state solution become a reality, not remain a dream.

4. In the wake of that appeal, the Holy See’s Secretary for Relations with States, Archbishop Dominique Mamberti, speaking before the General Assembly of the United Nations in 2011, expressed the hope that the competent Bodies of the United Nations would adopt a decision which would help give concrete implementation to that goal.

5. Today’s vote manifests the sentiment of the majority of the international community and recognises a more significant presence to Palestinians within the United Nations. At the same time, it is the conviction of the Holy See that this result does not constitute, per se, a sufficient solution to the existing problems in the Region: which, in fact, can only find an adequate response through the effective commitment to building peace and stability, in justice and in the respect for legitimate aspirations, both of the Israelis and of the Palestinians.

6. Therefore, the Holy See, at various times, has invited the leaders of the two Peoples to restart the negotiations in good faith and to avoid actions, or the placing of conditions, which would contradict the declarations of goodwill and the sincere search for solutions which could become secure foundations for a lasting peace. Moreover, the Holy See has made a pressing appeal to the International Community to increase its commitment and to encourage its creativity, through the adoption of suitable initiatives which may help to achieve a lasting peace, that respects the rights of Israelis and of Palestinians. Peace needs courageous decisions!

7. Considering the outcome of today’s vote of the General Assembly of the United Nations, and to encourage the International Community, and in particular the Parties directly concerned, towards concrete action in view of the aforementioned objectives – the Holy See welcomes with favour the decision of the General Assembly by which Palestine has become a Non- member Observer State of the United Nations. It is a propitious occasion to recall also the common position that the Holy See and the Palestinian Liberation Organisation expressed in the Basic Agreement of 15 February 2000, intended to support the recognition of a internationally guaranteed special statute for the City of Jerusalem, and aimed, in particular, to safeguarding the freedom of religion and of conscience, the identity and sacred character of Jerusalem as a Holy City, respect for and freedom of access to its Holy Places.

[01592-02.01]

TESTO IN LINGUA ITALIANA

Oggi l’Assemblea Generale ha approvato a maggioranza la Risoluzione con cui la Palestina è diventata Stato Osservatore non membro delle Nazioni Unite.

1. La Santa Sede ha seguito direttamente e con partecipazione i passi che hanno condotto a questa importante decisione, sforzandosi di rimanere al di sopra delle parti e di agire in linea con la propria natura religiosa e la missione universale che la caratterizza, nonché in considerazione della sua attenzione specifica alla dimensione etica delle problematiche internazionali.

2. La Santa Sede ritiene inoltre che la votazione odierna debba essere inquadrata nei tentativi di dare una soluzione definitiva, con il sostegno della comunità internazionale, alla questione già affrontata con la Risoluzione 181 del 29 novembre 1947 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Tale documento pose la base giuridica per l’esistenza di due Stati, uno dei quali non è stato costituito nei successivi sessantacinque anni, mentre l’altro ha già visto la luce.

3. Il 15 maggio 2009, partendo dall’aeroporto internazionale di Tel Aviv, al termine del Suo pellegrinaggio in Terra Santa, il Sommo Pontefice Benedetto XVI si espresse come segue: Non più spargimento di sangue! Non più scontri! Non più terrorismo! Non più guerra! Rompiamo invece il circolo vizioso della violenza. Possa instaurarsi una pace duratura basata sulla giustizia, vi sia vera riconciliazione e risanamento. Sia universalmente riconosciuto che lo Stato di Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. Sia ugualmente riconosciuto che il Popolo palestinese ha il diritto a una patria indipendente sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente. Che la "two-state solution" (la soluzione di due Stati) divenga realtà e non rimanga un sogno.

4. Sulla scia di tale appello, l’Ecc.mo Segretario per i Rapporti con gli Stati, Mons. Dominique Mamberti, intervenendo davanti all’Assemblea Generale del 2011, ha auspicato che gli Organi competenti delle Nazioni Unite adottassero una decisione che aiutasse a dare concreta attuazione a detto obiettivo.

5. La votazione odierna manifesta il sentire della maggioranza della comunità internazionale e riconosce una presenza più significativa ai Palestinesi in seno alle Nazioni Unite. In pari tempo, è convinzione della Santa Sede che tale risultato non costituisca, di per sé, una soluzione sufficiente ai problemi esistenti nella Regione: ad essi, infatti, si potrà rispondere adeguatamente solo impegnandosi effettivamente a costruire la pace e la stabilità nella giustizia e nel rispetto delle legittime aspirazioni, tanto degli Israeliani quanto dei Palestinesi.

6. Perciò la Santa Sede, a più riprese, ha invitato i responsabili dei due Popoli a riprendere i negoziati in buona fede e ad evitare di compiere azioni o di porre condizioni che contraddicano le dichiarazioni di buona volontà e la sincera ricerca di soluzioni che divengano fondamenta sicure di una pace duratura. Inoltre, la Santa Sede ha rivolto un pressante appello alla Comunità internazionale ad accrescere il proprio impegno e ad incentivare la propria creatività, per adottare adeguate iniziative che aiutino a raggiungere una pace duratura, nel rispetto dei diritti degli Israeliani e dei Palestinesi. La pace ha bisogno di decisioni coraggiose!

7. Considerato l’esito della votazione odierna all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e per incoraggiare la comunità internazionale, ed in particolare le Parti più direttamente interessate, ad un’azione incisiva in vista dei succitati obiettivi - la Santa Sede accoglie con favore la decisione dell’Assemblea Generale, con la quale la Palestina è diventata Stato Osservatore non membro delle Nazioni Unite. L’occasione è propizia per ricordare anche la posizione comune che la Santa Sede e l’OLP hanno espresso nel loro Basic Agreement del 15 febbraio 2000, volta a sostenere il riconoscimento di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la città di Gerusalemme, ai fini in particolare di preservare la libertà di religione e di coscienza, l’identità e il carattere di Gerusalemme quale Città Santa, e il rispetto e l’accesso ai Luoghi Santi situati in essa.

[01592-01.01]

TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE

Le jeudi 29 novembre 2012, l’Assemblée générale a approuvé à la majorité la Résolution faisant de la Palestine un Etat Observateur non membre des Nations Unies.

1. Le Saint-Siège a suivi de près et avec attention les étapes qui ont mené à cette décision importante, en s’efforçant de rester au-dessus des parties et d’agir conformément à sa nature religieuse et à la mission universelle qui le caractérise, et en tenant compte de l’attention spécifique qu’il accorde à la dimension éthique des problématiques internationales.

2. Le Saint-Siège estime en outre que ce vote doit se situer dans le cadre des efforts visant à trouver une solution définitive, avec le soutien de la communauté internationale, à la question déjà abordée par la Résolution 181 du 29 novembre 1947 par l’Assemblée générale des Nations Unies. Ce texte a posé les bases juridiques de l’existence de deux Etats ; un des deux a déjà vu le jour, l’autre n’a pas été créé dans les soixante-cinq années qui ont suivi.

3. Le 15 mai 2009, à son départ de l’aéroport international de Tel Aviv, à la fin de son pèlerinage en Terre Sainte, le Pape Benoît XVI s’est exprimé en ces termes : Plus de sang versé ! Plus de combats ! Plus de terrorisme ! Plus de guerre ! Au contraire, engageons-nous à briser le cercle vicieux de la violence. Que règne une paix durable basée sur la justice, et que viennent une réconciliation authentique et une pacification ! Puisse être reconnu universellement que l’Etat d’Israël a le droit d’exister, de jouir de la paix et de la sécurité à l’intérieur de frontières reconnues internationalement ! De même puisse être reconnu le droit du Peuple Palestinien à une patrie souveraine et indépendante pour y vivre dans la dignité et se déplacer librement ! Puisse la solution des deux Etats devenir une réalité, et ne pas demeurer seulement un rêve !

4. Dans le sillage de cet appel, le Secrétaire pour les Rapports avec les Etats, Mgr Dominique Mamberti, dans une intervention devant l’Assemblée générale en 2011, a souhaité que les Organes compétents des Nations Unies prennent une décision qui permette la réalisation concrète d’un tel objectif.

5. Le vote du 29 novembre 2012 exprime les sentiments de la majorité des membres de la communauté internationale et accorde aux Palestiniens une présence plus significative au sein des Nations Unies. Dans le même temps, le Saint-Siège est convaincu que ce résultat ne représente pas, à lui seul, une solution suffisante aux problèmes de la Région : pour y répondre de manière adéquate il faudra, en effet, s’engager résolument en faveur de la construction de la paix et de la stabilité dans la justice et dans le respect des aspirations légitimes, aussi bien des Israéliens que des Palestiniens.

6. C’est pour cette raison que le Saint-Siège a invité, à plusieurs reprises, les responsables des deux Peuples à reprendre les négociations en toute bonne foi et à éviter d’accomplir des actions ou de poser des conditions en contradiction avec les déclarations de bonne volonté et la recherche sincère de solutions offrant les fondements solides d’une paix durable. En outre, le Saint-Siège a adressé un appel pressant à la Communauté internationale pour qu’elle renforce son engagement et stimule sa créativité, afin de prendre les initiatives permettant d’instaurer une paix durable dans le respect des droits des Israéliens et des Palestiniens. La paix a besoin de décisions courageuses !

7. A la lumière du résultat du vote de l’Assemblée générale des Nations Unies du 29 novembre 2012 et pour encourager la communauté internationale et en particulier les parties directement concernées, à une action incisive en vue des objectifs exposés ci-dessus – le Saint-Siège salue la décision de l’Assemblée générale faisant de la Palestine un Etat Observateur non membre des Nations Unies. L’occasion est propice pour rappeler également la position commune exprimée par le Saint-Siège et l’OLP dans leur accord fondamental du 15 février 2000, en faveur de la reconnaissance d’un statut spécial internationalement garanti pour la ville de Jérusalem, dans le but, en particulier, de préserver la liberté de religion et de conscience, l’identité et le caractère de Jérusalem en tant que Ville Sainte, ainsi que le respect des Lieux Saints qui s’y trouvent et l’accès à ces mêmes Lieux Saints.

[01592-03.01]

[B0694-XX.01]