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L’UDIENZA GENERALE, 14.11.2012


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.Nel discorso in lingua italiana il Papa ha continuato il ciclo di catechesi dedicato all’Anno della fede.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

mercoledì scorso abbiamo riflettuto sul desiderio di Dio che l’essere umano porta nel profondo di se stesso. Oggi vorrei continuare ad approfondire questo aspetto meditando brevemente con voi su alcune vie per arrivare alla conoscenza di Dio. Vorrei ricordare, però, che l’iniziativa di Dio precede sempre ogni iniziativa dell’uomo e, anche nel cammino verso di Lui, è Lui per primo che ci illumina, ci orienta e ci guida, rispettando sempre la nostra libertà. Ed è sempre Lui che ci fa entrare nella sua intimità, rivelandosi e donandoci la grazia per poter accogliere questa rivelazione nella fede. Non dimentichiamo mai l’esperienza di sant’Agostino: non siamo noi a possedere la Verità dopo averla cercata, ma è la Verità che ci cerca e ci possiede.

Tuttavia ci sono delle vie che possono aprire il cuore dell’uomo alla conoscenza di Dio, ci sono dei segni che conducono verso Dio. Certo, spesso rischiamo di essere abbagliati dai luccichii della mondanità, che ci rendono meno capaci di percorrere tali vie o di leggere tali segni. Dio, però, non si stanca di cercarci, è fedele all’uomo che ha creato e redento, rimane vicino alla nostra vita, perché ci ama. E’ questa una certezza che ci deve accompagnare ogni giorno, anche se certe mentalità diffuse rendono più difficile alla Chiesa e al cristiano comunicare la gioia del Vangelo ad ogni creatura e condurre tutti all’incontro con Gesù, unico Salvatore del mondo. Questa, però, è la nostra missione, è la missione della Chiesa e ogni credente deve viverla gioiosamente, sentendola come propria, attraverso un’esistenza animata veramente dalla fede, segnata dalla carità, dal servizio a Dio e agli altri, e capace di irradiare speranza. Questa missione splende soprattutto nella santità a cui tutti siamo chiamati.

Oggi - lo sappiamo – non mancano le difficoltà e le prove per la fede, spesso poco compresa, contestata, rifiutata. San Pietro diceva ai suoi cristiani: «Siate sempre pronti a rispondere, ma con dolcezza e rispetto, a chiunque vi chiede conto della speranza che è nei vostri cuori» (1 Pt 3,15). Nel passato, in Occidente, in una società ritenuta cristiana, la fede era l’ambiente in cui si muoveva; il riferimento e l’adesione a Dio erano, per la maggioranza della gente, parte della vita quotidiana. Piuttosto era colui che non credeva a dover giustificare la propria incredulità. Nel nostro mondo, la situazione è cambiata e sempre di più il credente deve essere capace di dare ragione della sua fede. Il beato Giovanni Paolo II, nell’Enciclica Fides et ratio, sottolineava come la fede sia messa alla prova anche nell’epoca contemporanea, attraversata da forme sottili e capziose di ateismo teorico e pratico (cfr nn. 46-47). Dall’Illuminismo in poi, la critica alla religione si è intensificata; la storia è stata segnata anche dalla presenza di sistemi atei, nei quali Dio era considerato una mera proiezione dell’animo umano, un’illusione e il prodotto di una società già falsata da tante alienazioni. Il secolo scorso poi ha conosciuto un forte processo di secolarismo, all’insegna dell’autonomia assoluta dell’uomo, considerato come misura e artefice della realtà, ma impoverito del suo essere creatura «a immagine e somiglianza di Dio». Nei nostri tempi si è verificato un fenomeno particolarmente pericoloso per la fede: c’è infatti una forma di ateismo che definiamo, appunto, «pratico», nel quale non si negano le verità della fede o i riti religiosi, ma semplicemente si ritengono irrilevanti per l’esistenza quotidiana, staccati dalla vita, inutili. Spesso, allora, si crede in Dio in modo superficiale, e si vive «come se Dio non esistesse» (etsi Deus non daretur). Alla fine, però, questo modo di vivere risulta ancora più distruttivo, perché porta all’indifferenza verso la fede e verso la questione di Dio.

In realtà, l’uomo, separato da Dio, è ridotto a una sola dimensione, quella orizzontale, e proprio questo riduzionismo è una delle cause fondamentali dei totalitarismi che hanno avuto conseguenze tragiche nel secolo scorso, come pure della crisi di valori che vediamo nella realtà attuale. Oscurando il riferimento a Dio, si è oscurato anche l’orizzonte etico, per lasciare spazio al relativismo e ad una concezione ambigua della libertà, che invece di essere liberante finisce per legare l’uomo a degli idoli. Le tentazioni che Gesù ha affrontato nel deserto prima della sua missione pubblica, rappresentano bene quegli «idoli» che affascinano l’uomo, quando non va oltre se stesso. Se Dio perde la centralità, l’uomo perde il suo posto giusto, non trova più la sua collocazione nel creato, nelle relazioni con gli altri. Non è tramontato ciò che la saggezza antica evoca con il mito di Prometeo: l’uomo pensa di poter diventare egli stesso «dio», padrone della vita e della morte.

Di fronte a questo quadro, la Chiesa, fedele al mandato di Cristo, non cessa mai di affermare la verità sull’uomo e sul suo destino. Il Concilio Vaticano II afferma sinteticamente così: «La ragione più alta della dignità dell’uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da Lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e se non si affida al suo Creatore» (Cost. Gaudium et spes, 19).

Quali risposte, allora è chiamata a dare la fede, con «dolcezza e rispetto», all’ateismo, allo scetticismo, all’indifferenza verso la dimensione verticale, affinché l’uomo del nostro tempo possa continuare ad interrogarsi sull'esistenza di Dio e a percorrere le vie che conducono a Lui? Vorrei accennare ad alcune vie, che derivano sia dalla riflessione naturale, sia dalla stessa forza della fede. Le vorrei molto sinteticamente riassumere in tre parole: il mondo, l’uomo, la fede.

La prima: il mondo. Sant’Agostino, che nella sua vita ha cercato lungamente la Verità ed è stato afferrato dalla Verità, ha una bellissima e celebre pagina, in cui afferma così: «Interroga la bellezza della terra, del mare, dell’aria rarefatta e dovunque espansa; interroga la bellezza del cielo…, interroga tutte queste realtà. Tutte ti risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle. La loro bellezza è come un loro inno di lode. Ora queste creature così belle, ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è la bellezza in modo immutabile?» (Sermo 241, 2: PL 38, 1134). Penso che dobbiamo recuperare e far recuperare all’uomo d’oggi la capacità di contemplare la creazione, la sua bellezza, la sua struttura. Il mondo non è un magma informe, ma più lo conosciamo e più ne scopriamo i meravigliosi meccanismi, più vediamo un disegno, vediamo che c’è un’intelligenza creatrice. Albert Einstein disse che nelle leggi della natura «si rivela una ragione così superiore che tutta la razionalità del pensiero e degli ordinamenti umani è al confronto un riflesso assolutamente insignificante» (Il Mondo come lo vedo io, Roma 2005). Una prima via, quindi, che conduce alla scoperta di Dio è il contemplare con occhi attenti la creazione.

La seconda parola: l’uomo. Sempre sant’Agostino, poi, ha una celebre frase in cui dice che Dio è più intimo a me di quanto lo sia io a me stesso (cfr Confessioni III, 6, 11). Da qui egli formula l’invito: «Non andare fuori di te, rientra in te stesso: nell’uomo interiore abita la verità» (De vera religione, 39, 72). Questo è un altro aspetto che noi rischiamo di smarrire nel mondo rumoroso e dispersivo in cui viviamo: la capacità di fermarci e di guardare in profondità in noi stessi e leggere quella sete di infinito che portiamo dentro, che ci spinge ad andare oltre e rinvia a Qualcuno che la possa colmare. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma così: «Con la sua apertura alla verità e alla bellezza, con il suo senso del bene morale, con la sua libertà e la voce della coscienza, con la sua aspirazione all’infinito e alla felicità, l’uomo si interroga sull’esistenza di Dio» (n. 33).

La terza parola: la fede. Soprattutto nella realtà del nostro tempo, non dobbiamo dimenticare che una via che conduce alla conoscenza e all’incontro con Dio è la vita della fede. Chi crede è unito a Dio, è aperto alla sua grazia, alla forza della carità. Così la sua esistenza diventa testimonianza non di se stesso, ma del Risorto, e la sua fede non ha timore di mostrarsi nella vita quotidiana, è aperta al dialogo che esprime profonda amicizia per il cammino di ogni uomo, e sa aprire luci di speranza al bisogno di riscatto, di felicità, di futuro. La fede, infatti, è incontro con Dio che parla e opera nella storia e che converte la nostra vita quotidiana, trasformando in noi mentalità, giudizi di valore, scelte e azioni concrete. Non è illusione, fuga dalla realtà, comodo rifugio, sentimentalismo, ma è coinvolgimento di tutta la vita ed è annuncio del Vangelo, Buona Notizia capace di liberare tutto l’uomo. Un cristiano, una comunità che siano operosi e fedeli al progetto di Dio che ci ha amati per primo, costituiscono una via privilegiata per quanti sono nell’indifferenza o nel dubbio circa la sua esistenza e la sua azione. Questo, però, chiede a ciascuno di rendere sempre più trasparente la propria testimonianza di fede, purificando la propria vita perché sia conforme a Cristo. Oggi molti hanno una concezione limitata della fede cristiana, perché la identificano con un mero sistema di credenze e di valori e non tanto con la verità di un Dio rivelatosi nella storia, desideroso di comunicare con l’uomo a tu per tu, in un rapporto d’amore con lui. In realtà, a fondamento di ogni dottrina o valore c’è l’evento dell’incontro tra l’uomo e Dio in Cristo Gesù. Il Cristianesimo, prima che una morale o un’etica, è avvenimento dell’amore, è l’accogliere la persona di Gesù. Per questo, il cristiano e le comunità cristiane devono anzitutto guardare e far guardare a Cristo, vera Via che conduce a Dio.

[01497-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers frères et sœurs, le siècle des Lumières considérait que Dieu était une simple projection de l’âme humaine, une illusion donc ; et l’homme était perçu comme l’unique mesure du réel. Depuis ce temps et surtout de nos jours, la foi est souvent contestée, refusée et mise à l’épreuve. Il faut comme l’isoler du quotidien. Si Dieu perd sa place centrale, l’homme, lui-aussi, perd sa juste place dans la création et dans ses relations. C’est pourquoi l’Église ne cesse d’affirmer inlassablement la vérité sur l’homme et sur son destin. Avec elle, nous sommes appelés à répondre avec courage à l’athéisme, au scepticisme et à l’indifférence en nous appuyant sur trois réalités : le monde, l’homme et la foi. Le monde est habité par une intelligence créatrice : Dieu, qui peut être connu par la contemplation du créé dont la beauté est comme une hymne de louange. L’homme porte en lui-même une soif de l’infini qui le pousse à chercher quelqu’un : Dieu, qui seul peut combler son vide. La vie de foi conduit pour sa part à la connaissance de Dieu. La foi chrétienne ne peut pas être réduite à un simple système de croyances et de valeurs. Le Christianisme est avant tout l’événement de l’amour : l’accueil de Jésus, vrai homme et vrai Dieu. C’est pourquoi le chrétien et les communautés chrétiennes doivent avant tout regarder le Christ et le faire connaître, lui qui est le vrai chemin qui conduit à Dieu.

Je salue tous les francophones présents venus du Canada et de France, spécialement les collégiens de Fénelon-Sainte-Marie ! Puissiez-vous annoncer avec joie l’Évangile par le témoignage courageux de votre foi, par une vie conforme au Christ, et par la force de votre charité. Je vous invite à vivre chaque jour dans la sainteté pour irradier sur notre monde la lumière de l’espérance. Bon pèlerinage !

[01498-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In our catechesis for the Year of Faith, we have seen that a mysterious desire for God lies deep with the human heart. By his grace, God inspires and accompanies our efforts to know him and to find our happiness in him. Yet today, in our secularized world, faith often seems difficult to justify; we are faced with a "practical" atheism, a tendency to think and live "as if God did not exist". Yet once God is removed from our lives, we become diminished, for our greatest human dignity consists in being created by God and called to live in communion with him. As believers, we need to offer convincing reasons for our faith and hope. We can find such reasons in the order and beauty of creation itself, which speaks of its Creator; in the longing for the infinite present in the human heart, which finds satisfaction in God alone; and in faith, which illumines and transforms our lives through our daily union with the Lord. By the witness of our living faith, may we lead others to know and love the God who reveals himself in Christ.

I greet the participants in the Conference of the Pontifical Council for Health Care Workers. I also greet the El Shaddai European Convention. I welcome the Westminster Cathedral Choir and I thank them, and the other choirs present, for their praise of God in song. Upon all the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, including those from England, Denmark, Gibraltar, South Africa, Hong Kong, Japan and the United States, I cordially invoke God’s abundant blessings.

[01499-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In der heutigen Katechese möchte ich kurz drei Wege skizzieren, die uns Möglichkeiten zeigen, wie wir Gott, der die Wahrheit ist, erkennen können: es gibt den Weg über die Welt, über den Menschen und über den Glauben. Der heilige Augustinus läßt uns in einer Predigt (241, 2) die vielfältige Schönheit der Welt betrachten. Er fragt die Dinge: Was seid ihr? Und sie alle sagen: Schau mich nur an. Ich bin schön, aber nicht aus mir. Es gibt den, der mich geschaffen hat. Und erst wenn du auf ihn hinschaust, hast du die Wirklichkeit ergriffen. Ebenso sagt der Bischof von Hippo ein bedeutendes Wort über uns Menschen, nämlich: Wenn du die Wahrheit finden willst, mußt du nicht nach auswärts gehen, sondern in dich selbst hineingehen, denn in dir ist die Wahrheit. Gott selbst ist dir innerlicher, als du selbst für dich es bist (vgl. Bekenntnisse III, 6, 11). Und endlich fragt der Mensch nach dem Dasein Gottes, „mit seiner Offenheit für die Wahrheit und Schönheit, mit seinem Sinn für das sittlich Gute, mit seiner Freiheit und der Stimme seines Gewissens, mit seinem Verlangen nach Unendlichkeit und Glück" (Katechismus der Katholischen Kirche 33). Viele Wege führen so zu Gott. Ein wichtiger Weg zur Erkenntnis ist schließlich der Glaube. Er ist nicht ein System von Werten und Meinungen; er ist letzten Endes Begegnung mit Gott, eine Begegnung, die unser Denken und Leben umwandelt und uns die Kraft der Liebe schenkt.

Mit Freude grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher. Gott ist keine Illusion, sondern höchste Wahrheit und Antwort auf die Suche unserer Vernunft und unseres Herzens. Der Herr selbst kommt uns bei unserem Suchen entgegen. Öffnen wir uns seiner Wahrheit und seiner Liebe. Maria, die Mutter der Glaubenden, möge uns dabei begleiten! Danke.

[01500-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Deseo hoy meditar acerca de tres vías de acceso al conocimiento de Dios. La primera: el mundo. El orden y la belleza de la creación, que conducen a descubrir a Dios como origen y fin del universo. La segunda: el hombre. Con su apertura a la verdad, su sentido del bien moral, su libertad y la voz de la conciencia, con su sed de infinito, el hombre se interroga sobre la existencia de Dios y encuentra que no puede tener origen mas que en Él. La tercera: la fe. Quien cree está unido a Dios, abierto a su gracia, a la fuerza de la caridad. Un cristiano o una comunidad que actúa y es fiel al proyecto divino, se constituye en una vía privilegiada de la existencia y de las acciones de Dios para los indiferentes o los que dudan. El cristianismo, antes que ser una moral o una ética, es la manifestación del amor que acoge a todos en la persona de Jesús. Estas vías nos llevan al conocimiento de la existencia de una realidad que es la causa primera y el fin último de todo.

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los fieles de la parroquia de san Francisco Javier, de Formentera, así como a los demás grupos provenientes de España, México, Venezuela, Chile y otros países latinoamericanos. Que el impulso de la fe os lleve a mirar y a hacer mirar a Cristo, verdadera vía que conduce a Dios. Muchas gracias.

[01501-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

O homem traz consigo um irreprimível desejo de Deus, por isso é necessário ver as vias que nos levam ao conhecimento d’Ele. De fato, em uma sociedade em que o ateísmo, ceticismo e indiferentismo não cessam de questionar e pôr à prova a fé, é importante afirmar que existem sinais que abrem o coração do homem e o levam para Deus. Queria acenar algumas vias que derivam seja da reflexão natural, seja da própria força da fé e que poderiam ser resumidas em três palavras: o mundo, o homem e a fé. O mundo: contemplando a beleza, a estrutura da criação, podemos ver que existe por detrás dela uma inteligência, que é Deus. O homem: olhando para o íntimo de nós mesmos, nos damos conta que possuímos uma sede de infinito que nos impele a avançar sempre mais na direção de Deus, o único capaz de nos saciar. Enfim, a vida da fé: ela é encontro com Deus que nos fala, intervém na história e nos transforma.

Queridos peregrinos vindos de diversas cidades do Brasil e todos os presentes de língua portuguesa: sede bem-vindos! Neste Ano da Fé, procurai conhecer mais a Cristo, único caminho verdadeiro que conduz a Deus, para poder depois transmitir aos demais a alegria desse encontro transformador. Possa Ele iluminar e abençoar as vossas vidas! Obrigado pela visita!

[01502-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua araba

Saluto in lingua russa 

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca

Witam przybyłych na audiencję Polaków. Bracia i siostry, myśląc dzisiaj o drogach wiodących do poznania Boga, dzielmy się z wszystkimi radością wiary, że Bóg stworzył wszechświat, człowieka, uczynił nas swoimi dziećmi. Niech nasza wiara, modlitwa, świadectwo życia będą hołdem uwielbienia Boga, naszego Ojca, który przemienia nasz sposób myślenia, hierarchię wartości, wybory i konkretne działania. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto i Polacchi venuti a quest’udienza. Fratelli e sorelle, pensando oggi alle vie che ci portano alla conoscenza di Dio, condividiamo con tutti la gioia della fede, perché è stato Dio a creare il cosmo, l’uomo, e a renderci suoi figli. Siano la nostra fede, la nostra preghiera e la nostra testimonianza di vita, un rendimento di lode a Dio, nostro Padre che trasforma il nostro modo di pensare, i giudizi di valore, le scelte e le azioni concrete. Sia lodato Gesù Cristo.]

[01503-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua araba

البَابَا يُصْلِي مِنْ أَجَلِ جَمِيعِ النَّاطِقينَ بِاللُّغَةِ العَرَبِيَّةِ. لِيُبَارِك الرَّبّ جَمِيعَكُمْ.

[Il Papa prega per tutte le persone di lingua araba. Dio vi benedica tutti.]

[01504-08.01] [Testo originale: Arabo]

Saluto in lingua russa

Сердечно приветствую паломников из России, особенно группу катехизаторов из Епархии Святого Иосифа в Иркутске во главе с Епископом Монсеньором Кириллом Климовичем.
Да
благословит Господь ваше паломничество и да сопутствует вам молитва святых Апостолов и мучеников Вечного Города!
Слава
Иисусу Христу

[Saluto cordialmente i pellegrini provenienti dalla Russia, in particolare il gruppo di catechisti dalla Diocesi di San Giuseppe a Irkutsk con il Vescovo Mons. Сyryl Klimowicz.
Il Signore benedica il vostro pellegrinaggio e vi accompagni la preghiera dei Santi Apostoli e dei Martiri della Città Eterna.
Sia lodato Gesù Cristo!]

[01505-10.01] [Testo originale: Russo]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un affettuoso benvenuto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai gruppi parrocchiali, alle associazioni e agli studenti. Saluto i partecipanti al Forum organizzato da Caritas Internationalis e i missionari, sacerdoti e laici, che prendono parte al corso organizzato dalla Pontificia Università Salesiana: la visita alla Sede di Pietro favorisca in tutti il rinnovamento spirituale e l’impegno nell’evangelizzazione.

Un pensiero infine per i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. Domani celebreremo la memoria di Sant’Alberto Magno, patrono dei cultori delle scienze naturali. Cari giovani, sappiate conciliare lo studio rigoroso con le esigenze della fede; cari ammalati, confidate nell’aiuto della medicina, ma in misura ancora maggiore nella misericordia di Dio; e voi, cari sposi novelli, con l’amore e la stima reciproca testimoniate la bellezza del Sacramento ricevuto.

[01506-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0654-XX.01]