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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA XXVII CONFERENZA INTERNAZIONALE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER GLI OPERATORI SANITARI (AULA NUOVA DEL SINODO, 15-17 NOVEMBRE 2012), 13.11.2012


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA XXVII CONFERENZA INTERNAZIONALE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER GLI OPERATORI SANITARI (AULA NUOVA DEL SINODO, 15-17 NOVEMBRE 2012)

INTERVENTO DI S.E. MONS. ZYGMUNT ZIMOWSKI

INTERVENTO DEL REV.MO MONS. JEAN-MARIE MUPENDAWATU

INTERVENTO DEL REV.DO P. AUGUSTO CHENDI, M.I.

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la conferenza stampa di presentazione della XXVII Conferenza Internazionale del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute), in programma dal 15 al 17 novembre nell’Aula nuova del Sinodo in Vaticano e che quest’anno ha per tema "L’Ospedale, luogo di evangelizzazione: missione umana e spirituale".
Intervengono: S.E. Mons. Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari; il Rev.mo Mons. Jean-Marie Mupendawatu, Segretario del medesimo Pontificio Consiglio; il Rev.do P. Augusto Chendi, M.I., Sotto-Segretario del Dicastero; il Prof. Vincenzo M. Saraceni, Presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani; il Prof. Giuseppe Profiti, Presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Pubblichiamo di seguito gli interventi di S.E. Mons. Zygmunt Zimowski, del Rev.mo Mons. Jean-Marie Mupendawatu e del Rev.do P. Augusto Chendi:

INTERVENTO DI S.E. MONS. ZYGMUNT ZIMOWSKI

"Euntes docete et curate infirmos" (Mt 10,6-8 - Andate, insegnate e curate gli infermi), è il mandato di Gesù su cui si fondano due delle attività fondamentali e sempre attuali della sua Chiesa, l’annuncio della Parola e la cura dei malati. Impegni sempre strettamente congiunti, sia nei territori tradizionalmente ritenuti di missione sia in strutture specifiche quali i centri di cura e, più precisamente, gli ospedali. I nosocomi dunque presi in considerazione, in armonia con il corrente Anno della Fede e con la recente XIII Assemblea generale ordinaria del sinodo dei Vescovi, nella loro qualità di luoghi privilegiati di evangelizzazione anche nei Paesi tecnologicamente avanzati, ove oggi costituiscono più che mai dei crocevia di culture e religioni, ambiti di espressione profonda della teandricità e di attuazione dell’Apostolato della Misericordia, come lo definì il Beato Papa Giovanni Paolo II che nel 1985 istituì il nostro Pontificio Consiglio pro valetudinis administris.

Ecco l’attualità e la concordanza del tema della nostra XXVII Conferenza Internazionale, alla quale il Santo Padre, Papa Benedetto XVI ha voluto dare il titolo de "L’ospedale, luogo di evangelizzazione: missione umana e spirituale", che hanno richiamato un gran numero di esperti e rappresentanti della gestione e della ‘vita’, quotidiana e non, dei nosocomi da tutto il mondo.

Strutture tra loro simili ma dalle problematiche molto diversificate secondo la realtà d’appartenenza. Nei Paesi industrializzati, oltre alla grave congiuntura economico-finanziaria che ha attanagliato numerose nazioni portando a riconsiderare anche in modo drastico i servizi sanitari, si devono fronteggiare gravi sfide a partire da quelle della salvaguardia dell’identità degli ospedali e degli altri presìdi sanitari cattolici e del mantenimento del loro specifico ruolo di "sussidiarietà". Ciò senza assolutamente mettere in secondo piano questioni fondamentali quali:

- l’assoluto rispetto della vita dal concepimento alla sua fine naturale,

- l’umanizzazione delle cure, cioè del dovuto pieno rispetto verso la persona malata, della sua identità e del suo vissuto,

- le cure palliative e così via.

D’altro lato, nella maggior parte dei Paesi economicamente svantaggiati, permane una grave carenza persino nella possibilità di accesso alle cure di base e spesso le persone muoiono per la mancanza di farmaci del costo di appena qualche dollaro, come nel caso delle terapie antimalariche. Mancano inoltre le strumentazioni diagnostiche di base e la possibilità di farle funzionare, un’auspicabile formazione specialistica del personale sanitario, impedita in primo luogo dalla mancanza di possibilità, generalmente economica, di approfondire quanto studiato.

Il poco a disposizione di tali nosocomi attivi nelle regioni più povere, desidero sottolinearlo, viene utilizzato in favore della popolazione e senza distinzioni basate su fede od appartenenza etnica, come la Parola, gli insegnamenti della Chiesa e lo spirito e la Storia delle missioni insegnano.

Ma cosa unisce, inoltre, i grandi policlinici metropolitani e i piccoli ospedali rurali? Sono il rapporto paziente-operatore sanitario e, come a noi donato, l’appartenenza alla Chiesa Cattolica Universale, la necessaria adesione ai suoi principi ed insegnamenti.

La valenza autenticamente internazionale di questi nostri segni distintivi sono anche le iscrizioni sin qui ricevute, oltre 600 in arrivo dai cinque continenti e da oltre 60 Paesi e, più in particolare, da: Angola, Australia, Austria, Belgio, Benin, Bielorussia, Bolivia, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Canada, Ciad, Cile, Colombia, Congo Brazzaville, Congo Kinshasa, Costa d’Avorio, Croazia, Ecuador, Etiopia, Francia, Germania, Grecia, Guatemala, Haiti, India, Indonesia, Inghilterra, Irlanda, Italia, Kenya, Korea, Lesotho, Lettonia, Libano, Lussemburgo, Madagascar, Malta, Messico, Mozambico, Nigeria, Paesi Bassi, Papua Nuova Guinea, Perù, Polonia, Portogallo, Rep. di Cina - Taiwan, Santa Sede, Slovacchia, Romania, Spagna, Sudafrica, Svizzera, Tailandia, Tanzania, Timor Est, Togo, Ucraina, Uganda, Ungheria, USA, Venezuela, Vietnam, Zimbabwe.

Per quanto riguarda il programma di questa XXVII Conferenza Internazionale, i tre giorni di incontro si svolgeranno com’è tradizione in Vaticano, i primi due nell’Aula Nuova del Sinodo e il terzo nell’Aula Paolo VI, e saranno dunque dedicati allo studio di tutti gli aspetti degli ospedali nella loro essenza di spazi privilegiati, sia per adempiere individualmente e collettivamente al mandato battesimale, annunciando la Buona Novella, sia per poter riconoscere e incontrare il Volto di Cristo, per piamente imitare il Buon Samaritano dell’omonima parabola evangelica.

La giornata inaugurale dell’iniziativa sarà aperta da una Celebrazione Eucaristica in S. Pietro presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e dedicata al tema "Storia e Missione" mentre il giorno dopo i contributi verteranno prima su "Etica ed Umanizzazione" e successivamente su "Spiritualità e Diaconia della Carità".

Tra i relatori si segnalano i Cardinali Jean-Baptiste Pham Minh Mân, Wilfrid Fox Napier OFM, Willem Jacobus Eijk e Angelo Comastri, che guiderà la meditazione del sabato mattina, nell’Aula Paolo VI, alla quale prenderanno parte anche i partecipanti al Congresso europeo dei medici cattolici AMCI-FEAMC che sarà in corso di svolgimento. Apporteranno il proprio contributo, inoltre, diversi fra Arcivescovi e Vescovi a partire da Mons. Salvatore Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, e da Mons. José Luis Redrado, O.H., già Segretario del nostro Pontificio Consiglio.

Sono poi previsti gli interventi del Ministro italiano della Salute, On. Renato Balduzzi, del Professor Enrico Garaci, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità con sede a Roma, e di Fra’ Mario Bonora, Membro del nostro Dicastero e Presidente dell’ARIS e dell’Ospedale Negrar di Verona.

Desidero infine sottolineare che l’incontro di sabato mattina, preceduto da una seconda celebrazione Eucaristica in S. Pietro, costituirà uno spazio di riflessione e di preghiera in attesa del previsto intervento di Sua Santità Benedetto XVI: vi prenderanno parte i partecipanti alla Conferenza Internazionale e al Congresso europeo AMCI-FEAMC, moltissimi malati accompagnati dall’UNITALSI, i medici cattolici e gli studenti di scienze mediche ed infermieristiche. Condurrà l’iniziativa Rosario Tronnolone di Radio Vaticana.

[01494-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DEL REV.MO MONS. JEAN-MARIE MUPENDAWATU

Voglio in seguito a ciò che il Presidente ha appena detto, sottolineare, ancora una volta, il contesto spirituale e pastorale ove si svolgerà la nostra Conferenza Internazionale ossia l’Anno della Fede che ha come tema la Nuova Evangelizzazione.

Basta guardare il programma della Conferenza, diviso in tre parti ossia Storia e Missione, Etica ed Umanizzazione, Spiritualità e Diaconia della Carità, per rendersi conto della visuale pastorale della nostra Conferenza che vuole richiamare l’attenzione del mondo della sofferenza sulla "cultura della salute" che considero importante per le sfide di carattere sia sociale che individuale, che conosce oggi l’ospedale moderno, e sull’urgenza di venire incontro alle istanze di formazione degli operatori sanitari affinché svolgendo il servizio verso i malati e i sofferenti a cui attendono, rispondano sempre meglio alle nuove esigenze (Cfr. Costituzione Apostolica Pastor Bonus, art. 152).

La Cultura della salute nel nostro tempo copre un insieme sempre più vasto di problemi sia individuali che sociali. Le scelte che i responsabili della sanità sono chiamati a compiere e che gli operatori sanitari hanno il dovere di attuare implicano orientamenti culturali che fanno un immediato riferimento a principi sia di etica generale sia di etica particolare. Senza una cultura della salute che scaturisca da una visione etica dell’uomo e quindi da una cultura della vita, non potrà aversi vero servizio all’uomo, alla sua persona e alla sua dignità.

I problemi chiamati in causa da questo principio sono molteplici e attendono alla vita umana, dal primo concepimento fino al suo naturale tramonto (questioni relative all’aborto, alla limitazione delle nascita, alla diagnosi prenatale, al rispetto della vita nei portatori di handicaps, alla terza età, alla fecondazione artificiale, ai trapianti delle cellule…), conoscono soluzioni persino aberranti quando venga a mancare l’irrinunciabile orientamento etico.

Non deve e non può sfuggire all’occhio dell’opinione pubblica che le più gravi carenze, che si registrano anche nelle varie politiche sanitarie del mondo e nelle relative riforme sanitarie, hanno un chiaro risvolto etico e morale. Gli operatori sanitari che si ispirano alla fede e alla morale cristiana devono farsi promotori e pionieri di una formazione etica che accompagni la loro preparazione professionale. Esso non può delegare al moralista o all’esperto di etica problemi che invece lo chiamano direttamente in causa. Non si può pensare all’esperto di etica come a persona o a istituzione che, dall’alto di una cattedra, guardi con sospetto e diffidenza al necessario ed esaltante progresso della scienza e della tecnica limitandosi a formulare sentenze astratte. Il sodalizio medicina-morale, etica e scienza deve tradursi in costante attenzione per chiunque è chiamato a servire l’uomo.

L’interdisciplinarietà degli apporti richiede una sempre maggiore collaborazione; ma non c’è effettiva ed efficace collaborazione ove manchi unità di indirizzi, saldo richiamo a valori essenziali di fondo che tutti devono condividere. Le convinzioni etiche che devono ispirare ogni operatore sanitario, soprattutto che si dichiara anche cristiano e quindi buon samaritano, devono trasformarsi in chiara testimonianza e coerenza nei luoghi di cura e di assistenza agli infermi.

L’ospedale, in sintesi, è il malato. Non si tratta solo dell’edificio composto da reparti, laboratori e servizi vari ma di un luogo particolare di attenzione e di assistenza multiforme alla persona malata che è e deve essere al centro di tutte le azioni che vi si svolgono. Il malato non è un semplice mezzo, non viene visto e trattato solo in funzione del DRG ma ha un volto che ci rivela il Volto di Dio che si identifica sempre con i poveri, i malati e gli "ultimi".

Concludo con questo pensiero di Santa Teresa di Lisieux: "sono giunta al punto di non soffrire più, perché ogni sofferenza patita per Dio è diventata dolcezza".

[01496-01.01]  [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DEL REV.DO P. AUGUSTO CHENDI, M.I.

Il tema ampio e complesso predisposto per la XXVII Conferenza Internazionale del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute mette a fuoco diversi problemi che convergo attorno alla realtà dell’Ospedale o alle strutture sanitarie di assistenza e di cura in genere.

In questo senso, acquistano notevole rilievo le questioni concernenti il rispetto e la promozione della dignità umana dovuti alla persona ammalata o che versa in qualsiasi situazione di sofferenza o di abbandono, soprattutto a partire da una adeguata formazione degli Operatori sanitari che, secondo diverse e complementari responsabilità, sono chiamati ad essere i primi artefici dell’accompagnamento nel recupero della salute o nella gestione della sofferenza, anche e soprattutto quando questa non trova uno sbocco positivo.

A tale riguardo, si ritiene utile ricordare che il Dicastero sta ultimandola revisione e l’aggiornamento della Carta degli Operatori Sanitari, la prima edizione della quale risale al 1995 e che necessitava di adeguate integrazioni, non solo per quanto concerne la dottrina che dopo quella data è stata definita in diversi ambiti della bioetica in particolare (cfr. ad esempio l’Enc. Evangelium vitae del 25 marzo 1995; la Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 24 novembre 2002; altri documenti, pubblicati durante l’attuale Pontificato, sono le Risposte ad alcune questioni sollevate dai Vescovi Statunitensi in merito alla alimentazione e idratazione artificiali [1° agosto 2007] e l’Istruzione Dignitas personae su alcune questioni di bioetica [8 settembre 2008]), ma anche per quanto concerne aspetti che sempre più attengono al mondo della salute. Basti pensare, al riguardo, al problema dei principi di solidarietà e di sussidiarietà, richiamati dal Santo Padre Benedetto XVI nella sua terza Enciclica Caritas in veritate e che dovrebbero essere ottemperati, ad esempio, nell’allocazione o distribuzione delle risorse finanziarie o, ancora, nella considerazione, soprattutto da parte delle politiche sanitari e delle Industrie farmaceutiche in materia, ad esempio, di malattie neglette o orfane. Il testo della Carta, dopo la necessaria recognitio della Segreteria di Stato, verrà in seguito pubblicato nell’editio typica in italiano e tradotto in tutte le lingue, come è già avvenuto perla precedente edizione del 1995.

L’aspetto professionale che a tutti i livelli, assistenziale, medico, politico-organizzativo, economico-finanziario coinvolge la realtà dell’Ospedale in senso ampio, necessita tuttavia anche di un’anima…, ovvero di una dimensione cristiana che - come ci ha ricordato anche il recente Sinodo dei Vescovi sul tema della nuova evangelizzazione e come ci ha rammentato con pastorale sollecitudine il Santo Padre Benedetto XVI indicendo l’Anno della fede nel quale già siamo inseriti - coinvolge gli operatori sanitari nelle loro diverse e sinergiche competenze, i cappellani ospedalieri e agli assistenti spirituali, le famiglie, il mondo del volontariato e, in primis, gli stessi ammalati, la testimonianza dei quali fa bene anche a chi gravita nell’ambiente sanitario o familiare o parrocchiale.

In tale contesto, a motivo della concomitanza del Convegno del Dicastero e della presenza a Roma dei partecipanti al XXV Congresso congiunto dell’Associazione dei Medici Cattolici Italiani e della Federazione Europea delle Associazioni Mediche Cattoliche che, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore Agostino Gemelli di Roma, rifletteranno sul tema "Bioetica ed Europa Cristiana", sabato 17 novembre la grande ‘famiglia del mondo della salute’ - comprendente medici, infermieri, personale amministrativo, ammalati con le loro famiglie, mondo del volontariato, studenti delle Facoltà di Medicina e Chirurgia nonché dei Corsi di laurea delle Professioni Sanitarie - si incontrerà insieme nell’Aula Paolo VI in Vaticano per un momento di spiritualità e di preghiera, guidato rispettivamente dal Presidente del Pontificio Consiglio, S.E. Mons. Zygmunt Zimowski, dalla riflessione dell’Em.mo Card. Angelo Comastri, Arciprete della Papale Basilica di San Pietro e Vicario Generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano, e arricchito da alcune testimonianze provenienti dal mondo della salute. A conclusione dell’incontro di preghiera e di riflessione, accoglieremo il Santo Padre Benedetto XVI e ne ascolteremo le parole che, senz’altro, data la circostanza, costituiranno un momento esclusivo per tutto il mondo ospedaliero e della sofferenza e altresì un impulso, perché si realizzi a tutti i livelli del mondo della salute una effettiva ed efficace «scienza cristiana della sofferenza».

Sarà, questo, anche il modo per iniziare la preparazione remota alla XXI Giornata Mondiale del Malato, che si celebrerà in forma solenne il prossimo 11 febbraio 2013, memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes, presso il Santuario mariano di Altötting in Germania e per la quale il Sommo Pontefice ha indicato il tema: Il Buon Samaritano «Va’ e anche tu fa’ lo stesso» (Lc 10, 37) «Far del bene a chi soffre e far del bene con la propria sofferenza»(Salvifici doloris, n. 30).

Per questa circostanza e facendo tesoro dell’icona evangelica del Buon Samaritano, che sempre interpella la Chiesa e tutti i credenti, il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute) ha pubblicato un Sussidio, tradotto nelle diverse lingue (francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco) e utile per tutto l’Anno Liturgico, scandito in tre momenti fondamentali (Avvento-Natale, Giornata Mondiale del Malato nella Memoria Liturgica della Beata Vergine di Lourdes, Quaresima-Pasqua) e inclusa in calce una Via Crucis, per offrire ai malati, agli operatori sanitari, agli operatori pastorali, alle famiglie, alle parrocchie e ai volontari spunti di riflessione teologica, approfondimenti pastorali e formulari di preghiera, facendo risuonare l’invito pressante che Gesù continua rivolgere, in modo specifico, al mondo della sofferenza e dell’assistenza sanitaria nelle sue diverse componenti: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso».

Affidando questo Sussidio a tutta la Chiesa e in particolare al mondo della salute, alle parrocchie, al variegato mondo del volontariato si intende quindi creare quella comunione di grazia, di preghiera e di carità vicendevole che vede nel mistero della sofferenza e nel mondo sanitario la testimonianza speculare, concreta e quotidiana di coloro che fanno del bene a chi soffre e fanno del bene con la propria sofferenza e, in tale modo, rendono valida testimonianza di una fede che dal letto del dolore e accanto a chi soffre è sorgente non secondaria di evangelizzazione e di speranza.

[01495-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0653-XX.01]