L’UDIENZA GENERALE ● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il nuovo ciclo di catechesi dedicato all’Anno della fede, ha incentrato la sua meditazione sul desiderio di Dio.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Al termine dell’Udienza, il Papa ha rivolto un appello per la tragica situazione di violenza in Siria e ha comunicato la sua decisione di affidare una missione speciale al Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, Em.mo Card. Robert Sarah (l’appello del Santo Padre è pubblicato sul Boll. N. 635).
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
Cari fratelli e sorelle,
il cammino di riflessione che stiamo facendo insieme in quest’Anno della fede ci conduce a meditare oggi su un aspetto affascinante dell’esperienza umana e cristiana: l’uomo porta in sé un misterioso desiderio di Dio. In modo molto significativo, il Catechismo della Chiesa Cattolica si apre proprio con la seguente considerazione: «Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo, perché l'uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l'uomo e soltanto in Dio l'uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa» (n. 27).
Una tale affermazione, che anche oggi in molti contesti culturali appare del tutto condivisibile, quasi ovvia, potrebbe invece sembrare una provocazione nell’ambito della cultura occidentale secolarizzata. Molti nostri contemporanei potrebbero infatti obiettare di non avvertire per nulla un tale desiderio di Dio. Per larghi settori della società Egli non è più l’atteso, il desiderato, quanto piuttosto una realtà che lascia indifferenti, davanti alla quale non si deve nemmeno fare lo sforzo di pronunciarsi. In realtà, quello che abbiamo definito come «desiderio di Dio» non è del tutto scomparso e si affaccia ancora oggi, in molti modi, al cuore dell’uomo. Il desiderio umano tende sempre a determinati beni concreti, spesso tutt’altro che spirituali, e tuttavia si trova di fronte all’interrogativo su che cosa sia davvero «il» bene, e quindi a confrontarsi con qualcosa che è altro da sé, che l’uomo non può costruire, ma è chiamato a riconoscere. Che cosa può davvero saziare il desiderio dell’uomo?
Nella mia prima Enciclica, Deus caritas est, ho cercato di analizzare come tale dinamismo si realizzi nell’esperienza dell’amore umano, esperienza che nella nostra epoca è più facilmente percepita come momento di estasi, di uscita da sé, come luogo in cui l’uomo avverte di essere attraversato da un desiderio che lo supera. Attraverso l’amore, l’uomo e la donna sperimentano in modo nuovo, l’uno grazie all’altro, la grandezza e la bellezza della vita e del reale. Se ciò che sperimento non è una semplice illusione, se davvero voglio il bene dell’altro come via anche al mio bene, allora devo essere disposto a de-centrarmi, a mettermi al suo servizio, fino alla rinuncia a me stesso. La risposta alla questione sul senso dell’esperienza dell’amore passa quindi attraverso la purificazione e la guarigione del volere, richiesta dal bene stesso che si vuole all’altro. Ci si deve esercitare, allenare, anche correggere, perché quel bene possa veramente essere voluto.
L’estasi iniziale si traduce così in pellegrinaggio, «esodo permanente dall’io chiuso in se stesso verso la sua liberazione nel dono di sé, e proprio così verso il ritrovamento di sé, anzi verso la scoperta di Dio» (Enc. Deus caritas est, 6). Attraverso tale cammino potrà progressivamente approfondirsi per l’uomo la conoscenza di quell’amore che aveva inizialmente sperimentato. E andrà sempre più profilandosi anche il mistero che esso rappresenta: nemmeno la persona amata, infatti, è in grado di saziare il desiderio che alberga nel cuore umano, anzi, tanto più autentico è l’amore per l’altro, tanto maggiormente esso lascia dischiudere l’interrogativo sulla sua origine e sul suo destino, sulla possibilità che esso ha di durare per sempre. Dunque, l’esperienza umana dell’amore ha in sé un dinamismo che rimanda oltre se stessi, è esperienza di un bene che porta ad uscire da sé e a trovarsi di fronte al mistero che avvolge l’intera esistenza.
Considerazioni analoghe si potrebbero fare anche a proposito di altre esperienze umane, quali l’amicizia, l’esperienza del bello, l’amore per la conoscenza: ogni bene sperimentato dall’uomo protende verso il mistero che avvolge l’uomo stesso; ogni desiderio che si affaccia al cuore umano si fa eco di un desiderio fondamentale che non è mai pienamente saziato. Indubbiamente da tale desiderio profondo, che nasconde anche qualcosa di enigmatico, non si può arrivare direttamente alla fede. L’uomo, in definitiva, conosce bene ciò che non lo sazia, ma non può immaginare o definire ciò che gli farebbe sperimentare quella felicità di cui porta nel cuore la nostalgia. Non si può conoscere Dio a partire soltanto dal desiderio dell’uomo. Da questo punto di vista rimane il mistero: l’uomo è cercatore dell’Assoluto, un cercatore a passi piccoli e incerti. E tuttavia, già l’esperienza del desiderio, del «cuore inquieto» come lo chiamava sant’Agostino, è assai significativa. Essa ci attesta che l’uomo è, nel profondo, un essere religioso (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 28), un «mendicante di Dio». Possiamo dire con le parole di Pascal: «L’uomo supera infinitamente l’uomo» (Pensieri, ed. Chevalier 438; ed. Brunschvicg 434). Gli occhi riconoscono gli oggetti quando questi sono illuminati dalla luce. Da qui il desiderio di conoscere la luce stessa, che fa brillare le cose del mondo e con esse accende il senso della bellezza.
Dobbiamo pertanto ritenere che sia possibile anche nella nostra epoca, apparentemente tanto refrattaria alla dimensione trascendente, aprire un cammino verso l’autentico senso religioso della vita, che mostra come il dono della fede non sia assurdo, non sia irrazionale. Sarebbe di grande utilità, a tal fine, promuovere una sorta di pedagogia del desiderio, sia per il cammino di chi ancora non crede, sia per chi ha già ricevuto il dono della fede. Una pedagogia che comprende almeno due aspetti. In primo luogo, imparare o re-imparare il gusto delle gioie autentiche della vita. Non tutte le soddisfazioni producono in noi lo stesso effetto: alcune lasciano una traccia positiva, sono capaci di pacificare l’animo, ci rendono più attivi e generosi. Altre invece, dopo la luce iniziale, sembrano deludere le attese che avevano suscitato e talora lasciano dietro di sé amarezza, insoddisfazione o un senso di vuoto. Educare sin dalla tenera età ad assaporare le gioie vere, in tutti gli ambiti dell’esistenza – la famiglia, l’amicizia, la solidarietà con chi soffre, la rinuncia al proprio io per servire l’altro, l’amore per la conoscenza, per l’arte, per le bellezze della natura –, tutto ciò significa esercitare il gusto interiore e produrre anticorpi efficaci contro la banalizzazione e l’appiattimento oggi diffusi. Anche gli adulti hanno bisogno di riscoprire queste gioie, di desiderare realtà autentiche, purificandosi dalla mediocrità nella quale possono trovarsi invischiati. Diventerà allora più facile lasciar cadere o respingere tutto ciò che, pur apparentemente attrattivo, si rivela invece insipido, fonte di assuefazione e non di libertà. E ciò farà emergere quel desiderio di Dio di cui stiamo parlando.
Un secondo aspetto, che va di pari passo con il precedente, è il non accontentarsi mai di quanto si è raggiunto. Proprio le gioie più vere sono capaci di liberare in noi quella sana inquietudine che porta ad essere più esigenti – volere un bene più alto, più profondo – e insieme a percepire con sempre maggiore chiarezza che nulla di finito può colmare il nostro cuore. Impareremo così a tendere, disarmati, verso quel bene che non possiamo costruire o procurarci con le nostre forze; a non lasciarci scoraggiare dalla fatica o dagli ostacoli che vengono dal nostro peccato.
A questo proposito, non dobbiamo però dimenticare che il dinamismo del desiderio è sempre aperto alla redenzione. Anche quando esso si inoltra su cammini sviati, quando insegue paradisi artificiali e sembra perdere la capacità di anelare al vero bene. Anche nell’abisso del peccato non si spegne nell’uomo quella scintilla che gli permette di riconoscere il vero bene, di assaporarlo, e di avviare così un percorso di risalita, al quale Dio, con il dono della sua grazia, non fa mancare mai il suo aiuto. Tutti, del resto, abbiamo bisogno di percorrere un cammino di purificazione e di guarigione del desiderio. Siamo pellegrini verso la patria celeste, verso quel bene pieno, eterno, che nulla ci potrà più strappare. Non si tratta, dunque, di soffocare il desiderio che è nel cuore dell’uomo, ma di liberarlo, affinché possa raggiungere la sua vera altezza. Quando nel desiderio si apre la finestra verso Dio, questo è già segno della presenza della fede nell’animo, fede che è una grazia di Dio. Sempre sant’Agostino affermava: «Con l’attesa, Dio allarga il nostro desiderio, col desiderio allarga l’animo e dilatandolo lo rende più capace» (Commento alla Prima lettera di Giovanni, 4,6: PL 35, 2009).
In questo pellegrinaggio, sentiamoci fratelli di tutti gli uomini, compagni di viaggio anche di coloro che non credono, di chi è in ricerca, di chi si lascia interrogare con sincerità dal dinamismo del proprio desiderio di verità e di bene. Preghiamo, in questo Anno della fede, perché Dio mostri il suo volto a tutti coloro che lo cercano con cuore sincero. Grazie.
[01446-01.01] [Testo originale: Italiano]
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
Chers frères et sœurs, « le désir de Dieu est inscrit dans le cœur de l’homme, car l’homme a été créé par Dieu et pour Dieu », nous dit Le Catéchisme de l’Église catholique. Ce désir se manifeste de diverses manières. Par leur amour réciproque, l’homme et la femme expérimentent la grandeur et la beauté de la vie. C’est un exode permanent vers un don de soi, vers une découverte de soi-même et de Dieu. Chaque désir du cœur humain fait écho à un désir fondamental qui, jamais pleinement satisfait, cache un mystère. « L’homme passe infiniment l’homme », disait Pascal. L’homme est profondément un être religieux et le sens religieux de la vie montre que la foi n’est pas absurde et irrationnelle, si nous apprenons le goût des joies authentiques et désirons toujours un bien plus profond. Chers amis, le dynamisme du désir est toujours ouvert à la rédemption. L’étincelle, qui lui permet de reconnaître et de goûter le bien véritable, ne s’éteint jamais dans le cœur humain, même dans l’abîme du péché. L’ouverture du désir humain vers Dieu est le signe de la présence de la foi. Nous avons tous besoin de purifier notre désir. Dans notre pèlerinage, sentons-nous frères de tous les hommes et prions pour que Dieu montre son visage à ceux qui le cherchent avec un cœur sincère.
Je salue avec joie les pèlerins francophones, en particulier les membres de la Communauté de l’Arche ! Je vous invite à découvrir toujours plus les joies et les réalités authentiques de la vie, en vous purifiant de tout ce qui est médiocre. Vous produirez alors des anticorps efficaces contre l’esprit de banalisation aujourd’hui diffus et vous laisserez émerger le désir profond de Dieu ! Bon pèlerinage !
[01447-03.01] [Texte original: Français]
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters,
Continuing our catechesis for the Year of Faith, we now consider the mysterious desire for God which lies deep in the human heart. God has created us for himself and, in the words of Saint Augustine, our hearts are restless until they find their rest in him. Even in today’s secularized society, this desire for God continues to make itself felt, above all in the experience of love. In love, which seeks the good of the other, we find ourselves by giving ourselves away, in a process involving the purification and healing of our hearts. So too in friendship, in the experience of beauty and the thirst for truth and goodness: we sense that we are caught up in a process which points us beyond ourselves to a mystery in which we dimly perceive the promise of complete fulfilment. Thanks to this innate religious sense, we can open our hearts to the gift of faith which draws us ever closer to God, the source of all good and the fulfilment of our deepest desire. During this Year of Faith, let us pray for our contemporaries who seek the truth with a sincere heart, that they may come to know the joy and freedom born of faith.
I welcome the Inter-ministerial Delegation for Religious Affairs from Vietnam on official visit to the Vatican. I also greet the group from Saint Paul High School in Japan. Upon all the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, including those from England and Wales, Denmark, Finland, Ghana, Australia, Indonesia, South Korea, Canada and the United States, I cordially impart God’s abundant blessings.
[01448-02.01] [Original text: English]
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern!
Vor einigen Wochen haben wir das Jahr des Glaubens begonnen, und ich habe mich entschieden, in diesem Jahr in den Katechesen das Wesen des Glaubens in verschiedenen Aspekten zu bedenken. Heute richten wir unser Augenmerk auf die Erfahrung, daß jeder Mensch irgendwo ein inneres Verlangen nach Gott, nach dem Unendlichen in sich trägt. Der Katechismus sagt uns: »Nur in Gott wird der Mensch die Wahrheit und das Glück finden, wonach er unablässig sucht« (KKK 28). Dieses Verlangen kann der Mensch aus sich selbst nicht befriedigen. Er sucht nach dem Absoluten, aber sein eigenes Streben ist zu schwach, um von sich aus ans Ziel zu kommen. Die Erfahrung menschlicher Liebe öffnet eine neue Perspektive. In der Liebe übersteigt der Mensch sich selbst, »aus dem in sich verschlossenen Ich … zur Hingabe und so gerade zur Selbstfindung, zur Findung Gottes« (Deus caritas est, 6). Durch die Liebe erleben Mann und Frau, einer durch den anderen, auf eine neue Weise die Größe und Schönheit des Lebens und der Wirklichkeit überhaupt. Allerdings ist eine Bereitschaft des Herzens, eine innere Reinigung des Willens nötig, damit wir das Gute, das wir für uns selber wollen, für den anderen wollen, und so aus uns heraus, über uns hinaus zum Ganzen, letztlich zu Gott hinfinden. Das heißt, daß wir uns nie zufrieden geben dürfen mit dem schon Erreichten, weil wir wissen, daß nichts Endliches unser Herz erfüllen kann, sondern nur die »himmlische Berufung, die Gott uns in Christus Jesus schenkt«, wie Paulus im Philipperbrief (3,14) gesagt hat. Und schließlich braucht es die Reinigung und die Heiligung unseres menschlichen Verlangens, um mehr Abbild Gottes zu sein und im Einklang mit dem Willen des Vaters zu leben. So zeigt sich uns der Weg zu Gott, der mit einer inneren Unruhe anfängt, mit der Erfahrung des Schönen und Guten weiterführt und uns dann selber zur Reinigung zwingt, über uns hinausführt und zu Gott selbst hin öffnet, der seine Hand zu uns hin ausstreckt, der in Christus uns entgegengeht und uns zu sich hinaufzieht.
Sehr herzlich heiße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache willkommen. In diesem Jahr des Glaubens wollen wir unsere Erfahrungen und unsere Freude miteinander teilen, um gemeinsam den Weg zu gehen, der unser inneres Verlangen erfüllt und uns zum wirklichen Glück führt. Der Herr gebe uns allen dazu seine Gnade.
[01449-05.01] [Originalsprache: Deutsch]
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
Hemos reflexionado hoy sobre un aspecto fascinante de la experiencia humana y cristiana: el misterioso deseo de Dios que, como dice el Catecismo de la Iglesia, «está inscrito en el corazón del hombre, porque el hombre ha sido creado por Dios y para Dios». Las experiencias humanas fundamentales, como el amor y la amistad, muestran que en todo deseo humano está el eco de un deseo más grande, que nunca se satisface plenamente. Y esta dinámica del deseo testimonia que el hombre es un ser religioso. También en nuestra época, aparentemente cerrada a lo trascendente, se puede abrir un camino hacia el auténtico sentido religioso de la vida, que muestre cómo la fe no es absurda o irracional. Es necesario promover una especie de pedagogía del deseo que, enseñando el gusto por las satisfacciones más auténticas de la vida, y la búsqueda continua de los bienes más altos, vaya dirigida, no a sofocar el deseo, sino a purificarlo y liberarlo, para que pueda alcanzar su verdadera profundidad. Cuando en el deseo se abre la ventana hacia Dios, esto es ya un signo de la presencia de la fe en el alma, que es un don de Dios.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, México, Argentina, Chile y otros países latinoamericanos. Pidamos al Señor que se acreciente nuestra fe en él y que haga ver su rostro a todos los que lo buscan con sincero corazón. Muchas gracias.
[01450-04.01] [Texto original: Español]
○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese
Queridos irmãos e irmãs,
O homem traz dentro de si um misterioso desejo de Deus. E embora muitos dos nossos contemporâneos possam objectar que não sentem tal desejo, este não desapareceu completamente do seu coração. Na verdade, por detrás dos mais diversos desejos que o movem, esconde-se um desejo fundamental que nunca está plenamente saciado. O homem conhece bem aquilo que não o sacia, mas não pode imaginar nem definir o que lhe faria experimentar aquela felicidade de que sente nostalgia no coração. O homem é um «mendigo de Deus» e, só em Deus, encontra a verdade e a felicidade que procura sem descanso. Por isso, não se trata de sufocar o desejo que está no coração do homem mas de o libertar, a fim de que possa alcançar a sua verdadeira altura.
Saúdo cordialmente todos os peregrinos de língua portuguesa, em particular os fiéis brasileiros da paróquia Nossa Senhora da Penha e o grupo da diocese de Porto Alegre, para todos implorando uma vontade que procure a Deus, uma sabedoria que O encontre e uma vida que Lhe agrade. São os meus votos e também a minha Bênção.
Adesso un saluto per il Convegno a Rio de Janeiro
Saúdo os Reitores, Professores, Autoridades e estudantes das diversas Universidades que amanhã, no Rio de Janeiro, começam o Simpósio sobre «Humanização e Sentido da Vida». Em um mundo em rápida mudança, é preciso ajudar o homem a descobrir, juntamente com o sentido da vida, a própria arte de viver. Faço votos de que os trabalhos destes dias mostrem como a razão, iluminada pela fé, é capaz de alargar o seu horizonte para enfrentar, com alegria, os grandes desafios da vida.
[01451-06.01] [Texto original: Português]
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Saluto in lingua polacca
○ Saluto in lingua araba
○ Saluto in lingua croata
○ Saluto in lingua italiana
○ Saluto in lingua polacca
Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów, a szczególnie Rodzinę Radia Maryja z biskupami. Każdy człowiek niesie w sobie tajemniczą tęsknotę za Bogiem. Pragnienie spotkania z Nim jest zaczynem wiary, wewnętrznym impulsem do szukania Go. Módlmy się, aby ten Rok wiary był dla nas wszystkich czasem osobistego spotkania z Bogiem. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!
[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi, e in particolare la Famiglia di Radio Maria con i Vescovi. Ogni uomo porta in sé una misteriosa ansia di Dio. Il desiderio di incontrarLo è un lievito della fede, uno stimolo interiore per cercarLo. Preghiamo che quest’Anno della fede sia per tutti noi tempo di personale incontro con Dio. Sia lodato Gesù Cristo!]
[01453-09.01] [Testo originale: Polacco]
○ Saluto in lingua araba
البَابَا يُصْلِي مِنْ أَجَلِ جَمِيعِ النَّاطِقينَ بِاللُّغَةِ العَرَبِيَّةِ. لِيُبَارِك الرَّبّ جَمِيعَكُمْ.
[Il Papa prega per tutte le persone di lingua araba. Dio vi benedica tutti.]
[01454-08.01] [Testo originale: Arabo]
○ Saluto in lingua croata
S posebnom radošću pozdravljam vas hodočasnike iz Hrvatske koji ste došli, predvođeni vašim Pastirima, zahvaliti za moj apostolski pohod vašoj domovini prošle godine. Naš je susret u Zagrebu bio u znaku obitelji; vaš dolazak u Rim je u Godini vjere, netom po svršetku biskupske sinode o novoj evangelizaciji. Obitelj, vjera i evangelizacija nerazdvojno idu zajedno. To sam vam i rekao na svetoj misi prigodom Nacionalnog susreta hrvatskih katoličkih obitelji: „Kršćanske su obitelji temelj za odgoj u vjeri, za izgradnju Crkve kao zajednice i za njezinu misionarsku nazočnost u najrazličitijim životnim situacijama". Dragi prijatelji, pozivam vas da molite u obitelji i za obitelj. Kada sutra budete u ovoj bazilici slavili euharistiju te na grobu apostola Petra ispovjedili svoju vjeru, sjetite se svih onih koji su vam ju predali. Isto tako znajte i vi s hrabrošću svima posvjedočiti radost i ljepotu vjere u Isusa Krista. Od srca blagoslivljam sve vas i vaše najmilije. Hvaljen Isus i Marija!
[Saluto con particolare gioia voi pellegrini della Croazia, che siete venuti, guidati dai vostri Pastori, a ringraziare per il mio viaggio apostolico dell’anno scorso nella vostra Patria. L’incontro vissuto insieme a Zagabria è stato nel segno della famiglia; il vostro arrivo adesso a Roma si situa nell’Anno della Fede; inoltre si è appena conclusa l’Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi, sulla nuova evangelizzazione. La famiglia, la fede e l’evangelizzazione vanno inscindibilmente insieme. Infatti, come ebbi a dirvi in occasione della Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate: "le famiglie cristiane sono una risorsa decisiva per l’educazione alla fede, per l’edificazione della Chiesa come comunione e per la sua presenza missionaria nelle più diverse situazioni di vita". Cari amici, vi invito a pregare in famiglia e per la famiglia. Domani quando celebrerete in questa Basilica l’Eucaristia e sulla tomba dell’apostolo Pietro confesserete la vostra fede, ricordatevi di coloro che ve l’hanno trasmessa. Sappiate testimoniare con coraggio, a tutti, la gioia e la bellezza della fede in Gesù Cristo. Benedico di cuore voi e vostri cari. Siano lodati Gesù e Maria.]
[01455-AA.01] [Testo originale: Croato]
○ Saluto in lingua italiana
E adesso, saluto i pellegrini di lingua italiana, provenienti da Parrocchie, da Scuole e da varie Associazioni di numerose diocesi d’Italia. Saluto in particolare i fedeli di Biancavilla e di Ferentino e i rappresentanti dell’Associazione Nazionale di Polizia Penitenziaria. In questo mese di novembre vi invito a far memoria nella preghiera dei cari defunti, che attendono il conforto della nostra solidarietà spirituale.
E desidero, infine, rivolgermi, come di consueto, ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. Dopodomani celebreremo la festa liturgica della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano, cattedrale di Roma. Questa ricorrenza invita voi, cari giovani, a diventare pietre vive e preziose, impiegate per la costruzione della Casa del Signore. Essa incoraggia voi, cari ammalati, ad offrire a Dio il vostro quotidiano sacrificio per il bene di tutta la comunità cristiana; e spinge voi, cari sposi novelli, a rendere le vostre famiglie piccole chiese domestiche. Grazie.
[01456-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0634-XX.01]