Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


L’UDIENZA GENERALE, 31.10.2012


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, nel nuovo ciclo di catechesi dedicato all’Anno della fede, ha incentrato la sua meditazione sulla fede della Chiesa.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

continuiamo nel nostro cammino di meditazione sulla fede cattolica. La settimana scorsa ho mostrato come la fede sia un dono, perché è Dio che prende l’iniziativa e ci viene incontro; e così la fede è una risposta con la quale noi Lo accogliamo come fondamento stabile della nostra vita. E’ un dono che trasforma l’esistenza, perché ci fa entrare nella stessa visione di Gesù, il quale opera in noi e ci apre all’amore verso Dio e verso gli altri.

Oggi vorrei fare un altro passo nella nostra riflessione, partendo ancora una volta da alcune domande: la fede ha un carattere solo personale, individuale? Interessa solo la mia persona? Vivo la mia fede da solo? Certo, l’atto di fede è un atto eminentemente personale, che avviene nell’intimo più profondo e che segna un cambiamento di direzione, una conversione personale: è la mia esistenza che riceve una svolta, un orientamento nuovo. Nella Liturgia del Battesimo, al momento delle promesse, il celebrante chiede di manifestare la fede cattolica e formula tre domande: Credete in Dio Padre onnipotente? Credete in Gesù Cristo suo unico Figlio? Credete nello Spirito Santo? Anticamente queste domande erano rivolte personalmente a colui che doveva ricevere il Battesimo, prima che si immergesse per tre volte nell’acqua. E anche oggi la risposta è al singolare: «Credo». Ma questo mio credere non è il risultato di una mia riflessione solitaria, non è il prodotto di un mio pensiero, ma è frutto di una relazione, di un dialogo, in cui c’è un ascoltare, un ricevere e un rispondere; è il comunicare con Gesù che mi fa uscire dal mio «io» racchiuso in me stesso per aprirmi all’amore di Dio Padre. E’ come una rinascita in cui mi scopro unito non solo a Gesù, ma anche a tutti quelli che hanno camminato e camminano sulla stessa via; e questa nuova nascita, che inizia con il Battesimo, continua per tutto il percorso dell’esistenza. Non posso costruire la mia fede personale in un dialogo privato con Gesù, perché la fede mi viene donata da Dio attraverso una comunità credente che è la Chiesa e mi inserisce così nella moltitudine dei credenti in una comunione che non è solo sociologica, ma radicata nell’eterno amore di Dio, che in Se stesso è comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, è Amore trinitario. La nostra fede è veramente personale, solo se è anche comunitaria: può essere la mia fede, solo se vive e si muove nel «noi» della Chiesa, solo se è la nostra fede, la comune fede dell’unica Chiesa.

Alla domenica, nella Santa Messa, recitando il «Credo», noi ci esprimiamo in prima persona, ma confessiamo comunitariamente l’unica fede della Chiesa. Quel «credo» pronunciato singolarmente si unisce a quello di un immenso coro nel tempo e nello spazio, in cui ciascuno contribuisce, per così dire, ad una concorde polifonia nella fede. Il Catechismo della Chiesa Cattolica riassume in modo chiaro così: «"Credere" è un atto ecclesiale. La fede della Chiesa precede, genera, sostiene e nutre la nostra fede. La Chiesa è la Madre di tutti i credenti. "Nessuno può dire di avere Dio per Padre, se non ha la Chiesa come Madre" [san Cipriano]» (n. 181). Quindi la fede nasce nella Chiesa, conduce ad essa e vive in essa. Questo è importante ricordarlo.

Agli inizi dell’avventura cristiana, quando lo Spirito Santo scende con potenza sui discepoli, nel giorno di Pentecoste - come narrano gli Atti degli Apostoli (cfr 2,1-13) - la Chiesa nascente riceve la forza per attuare la missione affidatale dal Signore risorto: diffondere in ogni angolo della terra il Vangelo, la buona notizia del Regno di Dio, e guidare così ogni uomo all’incontro con Lui, alla fede che salva. Gli Apostoli superano ogni paura nel proclamare ciò che avevano udito, visto, sperimentato di persona con Gesù. Per la potenza dello Spirito Santo, iniziano a parlare lingue nuove, annunciando apertamente il mistero di cui erano stati testimoni. Negli Atti degli Apostoli ci viene riferito poi il grande discorso che Pietro pronuncia proprio nel giorno di Pentecoste. Egli parte da un passo del profeta Gioele (3,1-5), riferendolo a Gesù, e proclamando il nucleo centrale della fede cristiana: Colui che aveva beneficato tutti, che era stato accreditato presso Dio con prodigi e segni grandi, è stato inchiodato sulla croce ed ucciso, ma Dio lo ha risuscitato dai morti, costituendolo Signore e Cristo. Con Lui siamo entrati nella salvezza definitiva annunciata dai profeti e chi invocherà il suo nome sarà salvato (cfr At 2,17-24). Ascoltando queste parole di Pietro, molti si sentono personalmente interpellati, si pentono dei propri peccati e si fanno battezzare ricevendo il dono dello Spirito Santo (cfr At 2, 37-41). Così inizia il cammino della Chiesa, comunità che porta questo annuncio nel tempo e nello spazio, comunità che è il Popolo di Dio fondato sulla nuova alleanza grazie al sangue di Cristo e i cui membri non appartengono ad un particolare gruppo sociale o etnico, ma sono uomini e donne provenienti da ogni nazione e cultura. E’ un popolo «cattolico», che parla lingue nuove, universalmente aperto ad accogliere tutti, oltre ogni confine, abbattendo tutte le barriere. Dice san Paolo: «Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti" (Col 3,11).

La Chiesa, dunque, fin dagli inizi è il luogo della fede, il luogo della trasmissione della fede, il luogo in cui, per il Battesimo, si è immersi nel Mistero Pasquale della Morte e Risurrezione di Cristo, che ci libera dalla prigionia del peccato, ci dona la libertà di figli e ci introduce nella comunione col Dio Trinitario. Al tempo stesso, siamo immersi nella comunione con gli altri fratelli e sorelle di fede, con l’intero Corpo di Cristo, tirati fuori dal nostro isolamento. Il Concilio Ecumenico Vaticano II lo ricorda: «Dio volle salvare e santificare gli uomini non individualmente e senza alcun legame fra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che Lo riconoscesse nella verità e fedelmente Lo servisse» (Cost. dogm. Lumen gentium, 9). Richiamando ancora la liturgia del Battesimo, notiamo che, a conclusione delle promesse in cui esprimiamo la rinuncia al male e ripetiamo «credo» alle verità della fede, il celebrante dichiara: «Questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù nostro Signore». La fede è virtù teologale, donata da Dio, ma trasmessa dalla Chiesa lungo la storia. Lo stesso san Paolo, scrivendo ai Corinzi, afferma di aver comunicato loro il Vangelo che a sua volta anche lui aveva ricevuto (cfr 1 Cor 15,3).

Vi è un’ininterrotta catena di vita della Chiesa, di annuncio della Parola di Dio, di celebrazione dei Sacramenti, che giunge fino a noi e che chiamiamo Tradizione. Essa ci dà la garanzia che ciò in cui crediamo è il messaggio originario di Cristo, predicato dagli Apostoli. Il nucleo dell’annuncio primordiale è l’evento della Morte e Risurrezione del Signore, da cui scaturisce tutto il patrimonio della fede. Dice il Concilio: «La predicazione apostolica, che è espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva essere consegnata con successione continua fino alla fine dei tempi» Cost. dogm. Dei Verbum, 8). In tal modo, se la Sacra Scrittura contiene la Parola di Dio, la Tradizione della Chiesa la conserva e la trasmette fedelmente, perché gli uomini di ogni epoca possano accedere alle sue immense risorse e arricchirsi dei suoi tesori di grazia. Così la Chiesa «nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede» (ibidem).

Vorrei, infine, sottolineare che è nella comunità ecclesiale che la fede personale cresce e matura. E’ interessante osservare come nel Nuovo Testamento la parola «santi» designa i cristiani nel loro insieme, e certamente non tutti avevano le qualità per essere dichiarati santi dalla Chiesa. Che cosa si voleva indicare, allora, con questo termine? Il fatto che coloro che avevano e vivevano la fede in Cristo risorto erano chiamati a diventare un punto di riferimento per tutti gli altri, mettendoli così in contatto con la Persona e con il Messaggio di Gesù, che rivela il volto del Dio vivente. E questo vale anche per noi: un cristiano che si lascia guidare e plasmare man mano dalla fede della Chiesa, nonostante le sue debolezze, i suoi limiti e le sue difficoltà, diventa come una finestra aperta alla luce del Dio vivente, che riceve questa luce e la trasmette al mondo. Il Beato Giovanni Paolo II nell’Enciclica Redemptoris missio affermava che «la missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la fede e l’identità cristiana, dà nuovo entusiasmo e nuove motivazioni. La fede si rafforza donandola!» (n. 2).

La tendenza, oggi diffusa, a relegare la fede nella sfera del privato contraddice quindi la sua stessa natura. Abbiamo bisogno della Chiesa per avere conferma della nostra fede e per fare esperienza dei doni di Dio: la sua Parola, i Sacramenti, il sostegno della grazia e la testimonianza dell’amore. Così il nostro «io» nel «noi» della Chiesa potrà percepirsi, ad un tempo, destinatario e protagonista di un evento che lo supera: l’esperienza della comunione con Dio, che fonda la comunione tra gli uomini. In un mondo in cui l’individualismo sembra regolare i rapporti fra le persone, rendendole sempre più fragili, la fede ci chiama ad essere Popolo di Dio, ad essere Chiesa, portatori dell’amore e della comunione di Dio per tutto il genere umano (cfr Cost. past. Gaudium et spes, 1). Grazie per l’attenzione.

[01412-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers frères et sœurs, l’acte de foi est un acte profondément personnel qui marque un changement de direction, une conversion. Cependant, cet acte n’est pas le produit de ma réflexion solitaire. Il est le fruit d’une relation, d’un dialogue avec Jésus. Comme nouvelle naissance opérée par le baptême, la foi m’est donnée par Dieu à travers une communauté croyante qui est l’Église. Croire est un acte ecclésial. La foi de l’Église précède, engendre et nourrit la foi personnelle. Personne ne peut dire avoir Dieu pour Père, s’il n’a pas l’Église pour Mère, disait saint Cyprien. Dès ses origines, l’Église est le lieu de la foi et de sa transmission, le lieu où le baptisé est immergé dans le Mystère pascal du Christ qui l’introduit dans la communion avec la Trinité et avec les autres frères et sœurs dans la foi. La Tradition de l’Église garantit aux baptisés de tous les âges que le contenu de leur foi est le message originel du Christ annoncé par les Apôtres. Malgré ses faiblesses et ses limites, le chrétien qui se laisse guider et former par la foi de l’Église devient comme une fenêtre ouverte qui reçoit la lumière divine et la transmet au monde. Chers amis, chaque chrétien doit s’engager à communiquer la foi, non pas en son propre nom, mais toujours sur la base de l’unique foi de la famille de Dieu, de l’Église.

Je salue cordialement les pèlerins francophones, en particulier ceux du diocèse de Créteil, accompagnés de leur évêque Mgr Michel Santier, ainsi que les diacres permanents de Gent et tous les jeunes ! Par sa nature, notre foi nous invite à être des membres actifs et joyeux de l’Église. Puissiez-vous être des porteurs de l’amour et de la communion de Dieu pour tous sans distinction de nation et de culture ! Bon pèlerinage à tous !

[01413-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In our series of catecheses for the Year of Faith, we have seen that faith is something intensely personal: a gift of God which transforms and enriches our life. At the same time, the gift of faith is given in and through the community of the Church. In Baptism I receive and appropriate the faith of the Church; my personal faith finds expression in the recitation of the Creed and in the communal celebration of the sacraments. The new life I live in Christ through the gift of his Spirit is received and nourished within the Church’s communion. In this sense, the Church is our Mother. As Saint Cyprian says, "No one can have God as Father who does not have the Church as Mother". Dwelling in the Church’s living Tradition, may we mature in the faith we have received and, by putting it into practice, become beacons of Christ’s light and peace in our world.

Conscious of the devastation caused by the hurricane which recently struck the East Coast of the United States of America, I offer my prayers for the victims and express my solidarity with all those engaged in the work of rebuilding. I now greet all the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, including those from England, Ireland, Sweden, Malaysia, Canada and the United States. My greetings go in particular to the group of elders from Nigeria visiting Rome on pilgrimage, and to the members of the Vox Clara Committee. Upon all of you I cordially invoke God’s abundant blessings.

[01414-02.01]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Vergangenen Mittwoch habe ich begonnen, über den Glauben zu sprechen, der zugleich Geschenk Gottes und Antwort des Menschen ist. Heute möchte ich von den Fragen ausgehen, ob der Glaube nur etwas Persönliches und Individuelles ist, ob wir ihn nur alleine leben. Ein Akt des Glaubens, der Richtungsänderung und Umkehr in unserem Leben ausdrückt, ist sicher etwas sehr Persönliches. Aber der Glaube, der in der Taufliturgie mit dem Wort »Ich glaube« bekannt wird, ist doch nicht das Ergebnis eigener Überlegungen. Ich kann meinen Glauben nicht auf das private Gespräch mit dem Herrn reduzieren, sondern ich glaube in und mit der Kirche; der Glaube führt mich in die Gemeinschaft hinein. Unser Glaube kann nur dann wirklich persönlich werden, wenn er zugleich gemeinschaftlich ist. Nur wenn ich im »Wir« der Kirche glaube, wird er auch so recht mein Glaube. Im Katechismus der Katholischen Kirche heißt es: »›Glauben‹ ist ein kirchlicher Akt. Der Glaube der Kirche geht unserem Glauben voraus, zeugt, trägt und nährt ihn. Die Kirche ist die Mutter aller Glaubenden.« Und der Katechismus zitiert dann ein Wort des Bischofs Cyprian aus dem 3. Jahrhundert: »›Niemand kann Gott zum Vater haben, der die Kirche nicht zur Mutter hat‹« (KKK 181). Der Glaube beginnt in der Kirche, führt zu ihr und lebt in ihr. Und die Kirche ist auch der Ort seiner Weitergabe. Es gibt ein ununterbrochenes Band des kirchlichen Lebens, der Verkündigung des Wortes Gottes und der Feier der Sakramente, das von den Aposteln bis zu uns reicht und das wir Tradition nennen. Sie ist uns dafür die Garantie, daß wir wirklich den Glauben des Ursprungs, den Glauben der Apostel glauben, so wie sie ihn vom Herrn selbst empfangen haben, und so in dieser großen Gemeinschaft stehen, die Himmel und Erde und alle Orte und Zeiten umfaßt, und damit wirklich Gott im Glauben anrühren dürfen.

Mit Freude begrüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher. Unsere Welt ist oft vom Individualismus bestimmt, der uns in uns selbst einhaust. Gerade so ist es um so wichtiger, daß der Glaube uns auftut für den anderen, füreinander, von Gott her uns zueinander bringt und öffnet. Bitten wir Gott, daß er uns hilft, immer mehr in und mit der Kirche zu glauben und so selbst Kirche lebendig zu gestalten. Wir haben am Anfang schon die Bläser gehört. Wenn sie uns noch ein kleines Stück geben wollen, freuen wir uns alle.

[01415-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Continuamos nuestra meditación sobre la fe católica partiendo de algunas preguntas: ¿Tiene la fe sólo un carácter personal, individual?, ¿me interesa sólo a mí?, ¿la vivo solo?
La fe es un acto eminentemente personal, es una experiencia íntima. Yo «creo», pero mi creer no es el resultado de una reflexión solitaria, sino el fruto de una relación con Jesús, en la que la fe me viene dada por Dios a través de la comunidad creyente que es la Iglesia. La fe nace en la Iglesia, conduce a ella y en ella se vive. Tenemos necesidad de la Iglesia para confirmar nuestra fe y hacer experiencia de los dones de Dios: la Palabra, los sacramentos, la gracia y el testimonio del amor. Ella nos da la garantía de que lo que creemos es el mensaje originario de Cristo, predicado por los Apóstoles.

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los miembros de la Asociación "Mensajeros de la Paz", que están celebrando las bodas de oro de su fundación, invitándolos a que, arraigados cada vez más en Cristo, continúen siendo heraldos de la misericordia de Dios entre las personas más desprotegidas. Saludo también a los demás grupos provenientes de España, Argentina, México y otros países latinoamericanos. En un mundo aparentemente dominado por el individualismo, la fe nos llama a ser Iglesia, portadores del amor de Dios para todo el género humano. Muchas gracias.

[01416-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

A fé, dom de Deus que transforma a nossa existência, não é uma realidade de caráter exclusivamente individual. O meu crer, a minha fé, não é o resultado de uma reflexão pessoal, mas o fruto de um diálogo com Jesus que se dá na comunidade de fé que é a Igreja. De fato, desde o dia de Pentecostes, quando o Espírito Santo desceu sobre os Apóstolos, a Igreja não cessa de cumprir a sua missão de levar o Evangelho a todos os cantos da terra. A Igreja é o espaço da fé: o espaço no qual, pelo batismo, nos inserimos no Mistério Pascal de Cristo, entrando em comunhão com a Santíssima Trindade. Por isso, precisamos da Igreja para ter a garantia que a nossa fé corresponde à mensagem originária de Cristo, pregada pelos Apóstolos; precisamos da Igreja para poder fazer uma experiência dos dons de Deus: da sua Palavra, dos Sacramentos, da ação da Graça e do seu Amor. Quando o nosso "eu" entra no "nós" da Igreja, então fazemos a experiência do comunhão com Deus, que funda a comunhão entre os homens.

Saúdo os peregrinos de língua portuguesa, especialmente os fiéis vindos de São Tomé e Príncipe e os grupos de brasileiros, de Imperatriz, Toledo e Guaxupé. Deixai-vos plasmar pela fé da Igreja, pois esta, apesar das dificuldades, fará de vós janelas abertas para a luz Deus, de modo que a recebendo, possais transmiti-la ao mundo. Obrigado pela vossa presença!

[01417-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua araba

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów polskich. Bracia i siostry, w kontekście kończącego się miesiąca modlitwy różańcowej i jutrzejszej Uroczystości Wszystkich Świętych, dziękujmy Bogu za dar Roku Wiary, a także za Synod Biskupów i jego wskazania, co do nowej ewangelizacji. Niech wstawiennictwo Maryi, Królowej Różańca, orędownictwo świętych, jak również przykład życia naszych bliskich zmarłych, których groby odwiedzimy, pomogą nam stać się świadkami Bożej miłości wobec świata. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Fratelli e sorelle, nel contesto del mese del rosario che volge al termine e della Solennità di tutti i Santi che celebreremo domani, ringraziamo Dio per l’Anno della Fede ed anche per il Sinodo dei Vescovi e i suoi orientamenti riguardanti la nuova evangelizzazione. L’intercessione di Maria, Regina del Santo Rosario e quella dei santi, come pure l’esempio dei nostri cari defunti, le cui tombe visiteremo, ci aiutino a diventare davanti al mondo i testimoni dell’amore di Dio. Sia lodato Gesù Cristo.]

[01418-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua araba

البَابَا يُصْلِي مِنْ أَجَلِ جَمِيعِ النَّاطِقينَ بِاللُّغَةِ العَرَبِيَّةِ. لِيُبَارِك الرَّبّ جَمِيعَكُمْ.

[Il Papa prega per tutte le persone di lingua araba. Dio vi benedica tutti.]

[01419-08.01] [Testo originale: Arabo]

Saluto in lingua croata

Radosno pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito vjernike iz Hrvatskih katoličkih zajednica Mittelbaden, Karlsruhe i Kirchheim. U vjeri i ljubavi proživite svoj život na ovoj zemlji čineći dobro kako bi se jednom pridružili Svima Svetima u nebeskoj slavi. Hvaljen Isus i Marija!

[Con gioia saluto tutti i pellegrini croati, particolarmente i fedeli delle Comunità cattoliche croate di Mittelbaden, Karlsruhe e Kircheim. Vivete su questa terra nella fede e nell’amore, facendo il bene, affinché un giorno possiate unirvi a tutti i Santi nella gloria celeste. Siano lodati Gesù e Maria!]

[01420-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Un caloroso benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. E vi ringrazio per la pazienza nonostante il tempo brutto, ma poteva essere anche peggiore. Saluto i fedeli della Diocesi di Avezzano, con il loro Vescovo Mons. Pietro Santoro, venuti per commemorare i 100 anni di attività dell’Azione Cattolica Italiana in quella Chiesa particolare. Saluto i Rettori delle Università Cattoliche riuniti a Roma: la visita alle Tombe degli Apostoli accresca in tutti voi il senso di appartenenza alla Chiesa. Accolgo con gioia i membri della Scuola di Fede e di Preghiera "Figli in cielo" e quelli della Casa degli Italiani a Barcellona, incoraggiandoli ad intensificare il loro impegno in particolare verso le persone che maggiormente soffrono o sono bisognose di aiuto.

Un pensiero infine per i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. Domani celebreremo la Solennità di Tutti i Santi, che ci ricorda la chiamata universale alla santità: cari giovani, la vostra aspirazione alla felicità si realizzi nelle Beatitudini evangeliche; cari ammalati, portare la vostra croce con Cristo vi santifichi nell’amore; e voi, cari sposi novelli, sappiate dare il giusto spazio alla preghiera, perché la vostra vita coniugale sia un cammino di santità. Grazie a tutti voi.

[01421-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0622-XX.01]