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L’UDIENZA GENERALE, 17.10.2012


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa ha iniziato un nuovo ciclo di catechesi dedicato all’Anno della fede, "per riprendere e approfondire le verità centrali della fede su Dio, sull’uomo, sulla Chiesa, su tutta la realtà sociale e cosmica, meditando e riflettendo sulle affermazioni del Credo".
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

oggi vorrei introdurre il nuovo ciclo di catechesi, che si sviluppa lungo tutto l’Anno della fede appena iniziato e che interrompe - per questo periodo – il ciclo dedicato alla scuola della preghiera. Con la Lettera apostolica Porta Fidei ho indetto questo Anno speciale, proprio perché la Chiesa rinnovi l’entusiasmo di credere in Gesù Cristo, unico salvatore del mondo, ravvivi la gioia di camminare sulla via che ci ha indicato, e testimoni in modo concreto la forza trasformante della fede.

La ricorrenza dei cinquant’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II è un’occasione importante per ritornare a Dio, per approfondire e vivere con maggiore coraggio la propria fede, per rafforzare l’appartenenza alla Chiesa, «maestra di umanità», che, attraverso l’annuncio della Parola, la celebrazione dei Sacramenti e le opere della carità ci guida ad incontrare e conoscere Cristo, vero Dio e vero uomo. Si tratta dell’incontro non con un’idea o con un progetto di vita, ma con una Persona viva che trasforma in profondità noi stessi, rivelandoci la nostra vera identità di figli di Dio. L’incontro con Cristo rinnova i nostri rapporti umani, orientandoli, di giorno in giorno, a maggiore solidarietà e fraternità, nella logica dell’amore. Avere fede nel Signore non è un fatto che interessa solamente la nostra intelligenza, l’area del sapere intellettuale, ma è un cambiamento che coinvolge la vita, tutto noi stessi: sentimento, cuore, intelligenza, volontà, corporeità, emozioni, relazioni umane. Con la fede cambia veramente tutto in noi e per noi, e si rivela con chiarezza il nostro destino futuro, la verità della nostra vocazione dentro la storia, il senso della vita, il gusto di essere pellegrini verso la Patria celeste.

Ma - ci chiediamo - la fede è veramente la forza trasformante nella nostra vita, nella mia vita? Oppure è solo uno degli elementi che fanno parte dell’esistenza, senza essere quello determinante che la coinvolge totalmente? Con le catechesi di quest’Anno della fede vorremmo fare un cammino per rafforzare o ritrovare la gioia della fede, comprendendo che essa non è qualcosa di estraneo, di staccato dalla vita concreta, ma ne è l’anima. La fede in un Dio che è amore, e che si è fatto vicino all’uomo incarnandosi e donando se stesso sulla croce per salvarci e riaprirci le porte del Cielo, indica in modo luminoso che solo nell’amore consiste la pienezza dell’uomo. Oggi è necessario ribadirlo con chiarezza, mentre le trasformazioni culturali in atto mostrano spesso tante forme di barbarie, che passano sotto il segno di «conquiste di civiltà»: la fede afferma che non c’è vera umanità se non nei luoghi, nei gesti, nei tempi e nelle forme in cui l’uomo è animato dall’amore che viene da Dio, si esprime come dono, si manifesta in relazioni ricche di amore, di compassione, di attenzione e di servizio disinteressato verso l’altro. Dove c’è dominio, possesso, sfruttamento, mercificazione dell’altro per il proprio egoismo, dove c’è l’arroganza dell’io chiuso in se stesso, l’uomo viene impoverito, degradato, sfigurato. La fede cristiana, operosa nella carità e forte nella speranza, non limita, ma umanizza la vita, anzi la rende pienamente umana.

La fede è accogliere questo messaggio trasformante nella nostra vita, è accogliere la rivelazione di Dio, che ci fa conoscere chi Egli è, come agisce, quali sono i suoi progetti per noi. Certo, il mistero di Dio resta sempre oltre i nostri concetti e la nostra ragione, i nostri riti e le nostre preghiere. Tuttavia, con la rivelazione è Dio stesso che si autocomunica, si racconta, si rende accessibile. E noi siamo resi capaci di ascoltare la sua Parola e di ricevere la sua verità. Ecco allora la meraviglia della fede: Dio, nel suo amore, crea in noi – attraverso l’opera dello Spirito Santo – le condizioni adeguate perché possiamo riconoscere la sua Parola. Dio stesso, nella sua volontà di manifestarsi, di entrare in contatto con noi, di farsi presente nella nostra storia, ci rende capaci di ascoltarlo e di accoglierlo. San Paolo lo esprime con gioia e riconoscenza così: «Ringraziamo Dio continuamente, perché, avendo ricevuto da noi la parola divina della predicazione, l’avete accolta non quale parola di uomini, ma, come è veramente, quale parola di Dio, che opera in voi che credete» (1 Ts 2,13).

Dio si è rivelato con parole e opere in tutta una lunga storia di amicizia con l’uomo, che culmina nell’Incarnazione del Figlio di Dio e nel suo Mistero di Morte e Risurrezione. Dio non solo si è rivelato nella storia di un popolo, non solo ha parlato per mezzo dei Profeti, ma ha varcato il suo Cielo per entrare nella terra degli uomini come uomo, perché potessimo incontrarlo e ascoltarlo. E da Gerusalemme l’annuncio del Vangelo della salvezza si è diffuso fino ai confini della terra. La Chiesa, nata dal costato di Cristo, è divenuta portatrice di una nuova solida speranza: Gesù di Nazaret, crocifisso e risorto, salvatore del mondo, che siede alla destra del Padre ed è il giudice dei vivi e dei morti. Questo è il kerigma, l’annuncio centrale e dirompente della fede. Ma sin dagli inizi si pose il problema della «regola della fede», ossia della fedeltà dei credenti alla verità del Vangelo, nella quale restare saldi, alla verità salvifica su Dio e sull’uomo da custodire e trasmettere. San Paolo scrive: «Ricevete la salvezza, se mantenete [il vangelo] in quella forma in cui ve l’ho annunciato. Altrimenti avreste creduto invano» (1 Cor 15,2).

Ma dove troviamo la formula essenziale della fede? Dove troviamo le verità che ci sono state fedelmente trasmesse e che costituiscono la luce per la nostra vita quotidiana? La risposta è semplice: nel Credo, nella Professione di Fede o Simbolo della fede, noi ci riallacciamo all’evento originario della Persona e della Storia di Gesù di Nazaret; si rende concreto quello che l’Apostolo delle genti diceva ai cristiani di Corinto: «Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno» (1 Cor 15,3).

Anche oggi abbiamo bisogno che il Credo sia meglio conosciuto, compreso e pregato. Soprattutto è importante che il Credo venga, per così dire, «riconosciuto». Conoscere, infatti, potrebbe essere un’operazione soltanto intellettuale, mentre «riconoscere» vuole significare la necessità di scoprire il legame profondo tra le verità che professiamo nel Credo e la nostra esistenza quotidiana, perché queste verità siano veramente e concretamente - come sempre sono state - luce per i passi del nostro vivere, acqua che irrora le arsure del nostro cammino, vita che vince certi deserti della vita contemporanea. Nel Credo si innesta la vita morale del cristiano, che in esso trova il suo fondamento e la sua giustificazione.

Non è un caso che il Beato Giovanni Paolo II abbia voluto che il Catechismo della Chiesa Cattolica, norma sicura per l’insegnamento della fede e fonte certa per una catechesi rinnovata, fosse impostato sul Credo. Si è trattato di confermare e custodire questo nucleo centrale delle verità della fede, rendendolo in un linguaggio più intellegibile agli uomini del nostro tempo, a noi. E’ un dovere della Chiesa trasmettere la fede, comunicare il Vangelo, affinché le verità cristiane siano luce nelle nuove trasformazioni culturali, e i cristiani siano capaci di rendere ragione della speranza che portano (cfr 1 Pt 3,14). Oggi viviamo in una società profondamente mutata anche rispetto ad un recente passato, e in continuo movimento. I processi della secolarizzazione e di una diffusa mentalità nichilista, in cui tutto è relativo, hanno segnato fortemente la mentalità comune. Così, la vita è vissuta spesso con leggerezza, senza ideali chiari e speranze solide, all’interno di legami sociali e familiari liquidi, provvisori. Soprattutto le nuove generazioni non vengono educate alla ricerca della verità e del senso profondo dell’esistenza che superi il contingente, alla stabilità degli affetti, alla fiducia. Al contrario, il relativismo porta a non avere punti fermi, sospetto e volubilità provocano rotture nei rapporti umani, mentre la vita è vissuta dentro esperimenti che durano poco, senza assunzione di responsabilità. Se l’individualismo e il relativismo sembrano dominare l’animo di molti contemporanei, non si può dire che i credenti restino totalmente immuni da questi pericoli, con cui siamo confrontati nella trasmissione della fede. L’indagine promossa in tutti i continenti per la celebrazione del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione, ne ha evidenziato alcuni: una fede vissuta in modo passivo e privato, il rifiuto dell’educazione alla fede, la frattura tra vita e fede.

Il cristiano spesso non conosce neppure il nucleo centrale della propria fede cattolica, del Credo, così da lasciare spazio ad un certo sincretismo e relativismo religioso, senza chiarezza sulle verità da credere e sulla singolarità salvifica del cristianesimo. Non è così lontano oggi il rischio di costruire, per così dire, una religione «fai-da-te». Dobbiamo, invece, tornare a Dio, al Dio di Gesù Cristo, dobbiamo riscoprire il messaggio del Vangelo, farlo entrare in modo più profondo nelle nostre coscienze e nella vita quotidiana.

Nelle catechesi di quest’Anno della fede vorrei offrire un aiuto per compiere questo cammino, per riprendere e approfondire le verità centrali della fede su Dio, sull’uomo, sulla Chiesa, su tutta la realtà sociale e cosmica, meditando e riflettendo sulle affermazioni del Credo. E vorrei che risultasse chiaro che questi contenuti o verità della fede (fides quae) si collegano direttamente al nostro vissuto; chiedono una conversione dell’esistenza, che dà vita ad un nuovo modo di credere in Dio (fides qua). Conoscere Dio, incontrarlo, approfondire i tratti del suo volto mette in gioco la nostra vita, perché Egli entra nei dinamismi profondi dell’essere umano.

Possa il cammino che compiremo quest’anno farci crescere tutti nella fede e nell’amore a Cristo, perché impariamo a vivere, nelle scelte e nelle azioni quotidiane, la vita buona e bella del Vangelo. Grazie.

[01334-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers frères et sœurs, aujourd’hui je commence un nouveau cycle de catéchèses qui se développera tout au long de l’Année de la foi. Nous ferons un cheminement pour renforcer ou retrouver la joie de la foi, en comprenant qu’elle n’est pas quelque chose d’étranger, de détaché de la vie concrète, mais qu’elle en est l’âme. Elle est la force transformante de notre vie. Elle ne la limite pas, mais la rend pleinement humaine. Elle est accueil de la révélation de Dieu qui nous fait connaître qui il est, comment il agit, quels sont ses projets pour nous. C’est dans le Credo, dans la profession de foi, que nous trouvons la formulation essentielle de notre foi. Aussi est-il nécessaire qu’il soit mieux connu, compris et prié, pour découvrir le lien profond entre les vérités que nous professons et notre vie quotidienne. Souvent le chrétien ne connaît plus le Credo, ce qui conduit à un certain syncrétisme et relativisme religieux. Dans ces catéchèses, je voudrais donc approfondir les vérités centrales de la foi sur Dieu, sur l’homme, sur l’Église et sur toute la réalité sociale et cosmique. Chers amis, connaître Dieu, le rencontrer, approfondir les traits de son visage met en jeu notre vie, parce qu’il entre dans le dynamisme profond de l’être humain.

Je vous accueille avec joie chers pèlerins francophones ! J’adresse un salut particulier aux prêtres de Troyes, venus avec leur Évêque Mgr Stenger, aux diocésains de Soissons, avec l’Évêque Mgr Giraud, ainsi qu’aux jeunes de Suisse. Que l’Année de la foi qui commence soit pour vous l’occasion de mieux connaître le message de l’Évangile pour le faire entrer au plus profond de votre conscience et de votre vie. Bon pèlerinage à tous !

[01335-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Today’s Audience introduces a new series of catecheses meant to accompany the Church’s celebration of the Year of Faith, which marks the fiftieth anniversary of the opening of the Second Vatican Council. The Year of Faith invites us to renewed enthusiasm for the gift of our belief in Jesus Christ. Jesus, the Son of God, shows us the ultimate meaning of our human existence. Faith transforms our lives, enabling us to know and love the God who created us, to live freely in accordance with his will, and to cooperate in building a truly humane and fraternal society. Our catecheses will thus deal with the central truths of the faith as expressed in the words of the Apostles’ Creed. May the Year of Faith lead all believers to a fuller knowledge of the mystery of Christ and a deeper participation in the life of his Body, the Church!

I offer a warm welcome to the Muslim and Catholic study group from the Diocese of Broken Bay in Australia. I also greet the representatives of the Jewish Federation of North America and the participants in the European Conference of the American Bankruptcy Institute. I thank the Cathedral Choir from Oslo and the Hawaiian dancers for their performances. Upon all the English-speaking visitors present, including those from England, Scotland, Ireland, Jersey, Norway, Australia, Indonesia, Japan, the Philippines, Singapore, Canada and the United States, I invoke God’s abundant blessings.

[01336-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Vor knapp einer Woche haben wir hier das Jahr des Glaubens begonnen. So möchte ich die Katechesenreihe über das Gebet unterbrechen und in diesem Jahr eine Reihe von Katechesen darüber machen, was Glaube ist und wie wir glauben können, die Freude wieder wachrufen, daß wir Christus kennen und durch ihn Gott kennen. Kirche ist dazu da, daß sie uns hilft, Christus zu begegnen und so Gott selbst kennenzulernen. Dabei geht es nicht um die Begegnung mit einer Idee oder mit einem Programm, sondern mit einer lebendigen Person, die uns anrührt und innerlich umwandeln kann. Gott, der die Liebe ist, der sich in seinem Sohn für uns hingibt, zeigt uns, daß nur in der Liebe die Fülle des Menschseins besteht. Der liebende Gott schafft in uns die geeigneten Bedingungen, daß wir fähig werden, ihm überhaupt zuzuhören, seine Wahrheit als Wahrheit zu erkennen und in uns aufzunehmen. Die Kirche ist dazu da, diese Wahrheit zu vermitteln, deren Kern im Glaubensbekenntnis zusammengefaßt ist. In unserer Zeit ist der Relativismus die große Mode: von überall nehmen wir uns etwas, was uns gerade gefällt; oder auch der Synkretismus, in dem man vieles zusammenfügt und sich doch nur selber darin spiegelt. Und dabei ist gleichsam eine Art von religiösem Analphabetismus entstanden. Die eigentlichen Dinge des Christseins und des eigenen Glaubens kennen wir weitgehend nicht mehr. Deswegen ist der Katechismus der Katholischen Kirche, den Papst Johannes Paul II. hat erstellen lassen, eine wichtige Hilfe, um zu wissen, wer wir sind, was wir glauben, und den Glauben auch zu verstehen und so leben zu können. Der Katechismus lehrt uns, zu Gott zurückzukehren und so sein Wirken in der Welt und an uns selber wahrzunehmen. Er, der lebendige Gott, gibt uns Gewißheit, wozu wir da sind, gibt unserem Leben Sinn.

Ganz herzlich grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher, besonders die Missionsbenediktinerinnen von Tutzing anläßlich ihres Generalkapitels und die Wallfahrtsgruppe aus Borken-Steinfurt mit Weihbischof Hegge sowie die Schulgemeinschaft der Domschule Osnabrück. Die heilige Jungfrau Maria, die wir im Oktober besonders als Königin des Rosenkranzes verehren, möge uns beistehen, daß wir in diesem Jahr im Glauben und in der Liebe zu Christus wachsen und so mehr wir selber werden können. Danke.

[01337-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Hoy comienzo una serie de catequesis que busca profundizar el tema de la fe para renovar la alegría de creer en Jesucristo y caminar tras sus huellas. La Iglesia nos guía en este propósito por medio de la Palabra, los sacramentos y una caridad activa. Creer no es el encuentro con una idea o un programa, sino con una Persona, que vive y nos transforma al revelarnos nuestra verdadera identidad. Creer no es algo extraño y lejano a nuestra vida, algo accesorio; al contario, la fe en el Dios del amor, que se ha encarnado y ha muerto en la cruz por nuestra salvación, nos presenta de forma clara que sólo en el amor encuentra el hombre su plenitud. En cambio, todo lo que es contrario a ese amor lo destruye. Así, Dios ha querido revelarse y mostrarnos su designio haciéndonos capaces de reconocerle presente en la historia, con su Palabra y su obra. La Iglesia se hace portadora de este anuncio que contiene la regla de la fe, a la que debemos mantenernos fieles. En el Credo está lo esencial de esa fe, no sólo desde un punto de vista intelectual, sino, sobre todo, vivencial, pues sobre esa base debemos fundar nuestra conducta, la vida moral, ya que la fe exige nuestra conversión, por encima de todo relativismo y subjetivismo.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, México, Panamá, Perú, Argentina y otros países latinoamericanos. Invito a todos a meditar el Credo para que, al vivir con entusiasmo sus exigencias, proclaméis que la fe transforma el corazón. Muchas gracias.

[01338-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

Hoje iniciamos um novo ciclo de catequeses que se inserem no contexto do Ano da Fé, inaugurado recentemente. Com estas catequeses, queremos percorrer um caminho que leve a reforçar ou a reencontrar a alegria da fé em Jesus Cristo, único Salvador do mundo. De fato, o nosso mundo de hoje está profundamente marcado pelo secularismo, relativismo e individualismo que levam muitas pessoas a viver a vida de modo superficial, sem ideais claros. Por isso, é essencial redescobrir como a fé é uma força transformadora para a vida: saber que Deus é amor, que se fez próximo aos homens com a Encarnação e se entregou na cruz para nos salvar e nos abrir novamente a porta do céu. De fato, a fé não é uma realidade desconectada da vida concreta. Neste sentido, para perceber o vínculo profundo que existe entre as verdades que professamos e a nossa vida diária, é preciso que o Credo, o Símbolo da Fé, seja mais conhecido, compreendido e rezado. Nele encontramos as fórmulas essenciais da fé: as verdades que nos foram fielmente transmitidas e que constituem a luz para a nossa existência.

Dou às boas-vindas aos grupos de visitantes do Brasil e demais peregrinos de língua portuguesa. Agradeço a vossa presença e desejo que este Ano possa ajudar-vos a crescer na fé e no amor a Cristo, para que aprendais a viver a vida boa e bela do Evangelho. De coração, a todos abençôo. Obrigado!

[01339-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua araba

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua ucraina

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam pielgrzymów polskich. Wczoraj w rocznicę wyboru Jana Pawła II na Stolicę Piotrową, wspominaliśmy go, jako wielkiego przewodnika w wierze, który wprowadził Kościół w trzecie tysiąclecie. Pamiętając jego nauczanie, życzę, by Rok Wiary, który przeżywamy, pomógł nam wzrastać w wierze i w miłości Chrystusa, byśmy w naszych codziennych wyborach i działaniach kierowali się coraz pełniej duchem Ewangelii. Z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Ieri nell’anniversario dell’elezione di Giovanni Paolo II alla Sede di Pietro, lo abbiamo ricordato come una grande guida nella fede, che ha introdotto la Chiesa nel terzo millennio. Ricordando il suo insegnamento, auguro che l’Anno della Fede che stiamo vivendo ci aiuti a crescere nella fede e nell’amore di Cristo, affinché nelle nostre scelte e nelle nostre azioni quotidiane ci lasciamo condurre sempre più dallo spirito del Vangelo. Vi benedico di cuore.]

[01340-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua araba

البَابَا يُصْلِي مِنْ أَجَلِ جَمِيعِ النَّاطِقينَ بِاللُّغَةِ العَرَبِيَّةِ. لِيُبَارِك الرَّبّ جَمِيعَكُمْ.

[Il Papa prega per tutte le persone di lingua araba. Dio vi benedica tutti.]

Saluto in lingua croata

Radosno pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito vjernike iz Hrvatskih katoličkih misija u Švicarskoj. Dok molite na grobovima svetih apostola, sjetite se njihove vjere u Isusa iz Nazareta, jedinog Spasitelja, te svojim životom posvjedočite tu istinu. Hvaljen Isus i Marija!

[Saluto con gioia tutti i pellegrini Croati particolarmente i fedeli delle Missioni cattoliche croate in Svizzera. Mentre pregate presso le tombe dei Santi Apostoli, ricordatevi la loro fede in Gesù di Nazareth, l’unico Salvatore, e con la vostra vita testimoniate tale verità. Siano lodati Gesù e Maria!]

[01342-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua slovacca 

Srdečne pozdravujem slovenských pútnikov, osobitne z Farnosti Ždiar.
Bratia a sestry, posvätný ruženec je pre nás veľkou školou modlitby. Nech vaša púť v mesiaci októbri vám pomôže odkryť krásu tejto modlitby, takej jednoduchej, hlbokej a účinnej.
S týmto želaním žehnám vás i vašich drahých.
Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Saluto cordialmente i pellegrini slovacchi, specialmente quelli provenienti dalla Parrocchia di Ždiar.
Fratelli e sorelle, il Santo Rosario è per noi una grande scuola di preghiera. Auguro che il vostro pellegrinaggio nel mese di ottobre, vi aiuti a scoprire la bellezza di questa preghiera semplice, profonda ed efficace. Con questo auspicio benedico voi ed i vostri cari.
Sia lodato Gesù Cristo!]

[01343-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua ucraina

Вітаю вас, дорогі українські паломники, і бажаю, щоб ваші відвідини центру християнства допомогли вам дедалі більше усвідомлювати приналежність до Христової Церкви, що несе надію сучасному світові. Охоче вас благословлю. Слава Ісусу Христу!

[Saluto voi cari pellegrini ucraini, ed auspico che la vostra visita al centro della cristianità vi renda sempre più consapevoli di appartenere alla Chiesa di Cristo, messaggera di speranza per il mondo di oggi. Volentieri vi benedico.]

[01344-AA.01] [Testo originale: Ucraino]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti i pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto le Figlie di San Camillo e le incoraggio a proseguire con generosità il loro apostolato. Saluto i rappresentanti del Collegamento Nazionale Santuari Italiani, esortandoli ad operare sempre a servizio delle anime e in sintonia con la pastorale delle Chiese particolari. Saluto il centro CEIS S. Crispino di Viterbo, con il Vescovo Mons. Lino Fumagalli, ed esprimo apprezzamento per l’azione di recupero e reinserimento sociale di quanti si trovano in situazione di disagio. Saluto gli esponenti del Movimento Agire Tutti per la Dignità del Quarto Mondo, qui convenuti in occasione dell’odierna Giornata Mondiale del Rifiuto della miseria, indetta dalle Nazioni Unite e li incoraggio nel loro impegno per preservare la dignità e i diritti di quanti sono condannati a subire il flagello della miseria, contro il quale l’Umanità deve lottare senza sosta.

Uno speciale pensiero rivolgo infine ai malati, agli sposi novelli ed ai giovani, tra i quali saluto in particolare i cresimati della Diocesi di Faenza-Modigliana, accompagnati dal Vescovo Mons. Claudio Stagni. La liturgia ci fa celebrare oggi la memoria di sant’Ignazio di Antiochia, pastore ardente di amore per Cristo. Tale ricorrenza aiuti tutti a riscoprire la gioia di essere cristiani. Prego affinché la bontà e la misericordia del Signore confortino la speranza di voi giovani, consolino la sofferenza di voi malati, confermino l’amore reciproco di voi novelli sposi.

[01345-01.01] [Testo originale: Italiano]

 [B0588-XX.01]